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domenica 15 maggio 2016

E tanti saluti anche al ghiaccio artico.






Dall'Artico, arrivano notizie sempre peggiori., con il rischio che l'Oceano Artico si trasformi da bianco in completamente blu in un futuro non lontano. A commento di una situazione ormai fuori controllo, un articolo di Sam Carana.




Da “Arctic News”. Traduzione di MR (via Sam Carana)

Creato da Sam Carana, parte del poster di AGU 2011

La situazione pericolosa nell'Artico è descritta dall'immagine sulla destra che mostra che l'Artico è colpito da tre grandi sviluppi, leggi tre tipi di riscaldamento:

- Riscaldamento Globale
- Riscaldamento accelerato dell'Artico
- Riscaldamento globale fuori controllo

I rettangoli blu descrivono gli eventi che alimentano questi sviluppi, in alcuni casi su su diversi altri eventi. Dove gli sviluppi e gli eventi si alimentano a vicenda, queste interazioni sono descritte da linee con la direzione dell'alimentazione indicata dalla freccia. Tali alimentazioni possono trasformarsi in anelli di retroazione positivi (auto rinforzanti), per esempio uno sviluppo o evento che alimenta sé stesso, o direttamente o attraverso una serie di altri eventi.

Due anelli di retroazione positiva di questo genere sono descritti nell'immagine sopra e sono anche sottolineati nell'immagine sulla destra.


L'anello di retroazione #1 si verifica dove la perdita di ghiaccio marino porta a cambiamenti dell'albedo che accelerano il riscaldamento nell'Artico, chiudendo l'anello causando ulteriore perdita di ghiaccio.

L'anello di retroazione #2 si verifica quando il riscaldamento accelerato dell'Artico indebolisce i depositi di metano, portando a rilasci di metano che accelerano ulteriormente il riscaldamento nell'Artico.

sabato 20 febbraio 2016

Niente inverno nell'Artico nel 2016 – La NASA registra il gennaio più caldo mai registrato

Da “robertscribbler.com”. Traduzione di MR (via Alexander Ač)

Gli scienziati sono atterriti e dovremmo esserlo anche noi. Il calore globale e specialmente le anomalie della temperatura estremamente alte che abbiamo visto nell'Artico durante il mese scorso sono del tutto senza precedenti. E' mostruosamente strano. E a questo osservatore particolare sembra che la stagionalità del nostro mondo stia cambiando. Ciò di cui siamo testimoni, a questo punto, sembra l'inizio della fine dell'inverno così come lo conosciamo.

Gennaio più caldo mai registrato – Ma l'Artico è semplicemente fuori da ogni limite

Chiunque osservi l'Artico – dagli scienziati, agli ambientalisti, agli specialisti delle minacce emergenti, agli appassionati di meteo e clima, alle persone normali stravolti dallo stato in rapida dissoluzione del nostro sistema climatico globale – dovrebbero essere molto, molto preoccupati. Le emissioni umane di gas serra – che ora spingono livelli di CO2 al di sopra delle 405 ppm ed aggiungono una serie di gas che intrappolano il calore – sembra che stia rapidamente spingendo il mondo verso il caldo. Ed a scaldarsi più rapidamente in uno dei luoghi assolutamente peggiori immaginabili: l'Artico.

lunedì 25 gennaio 2016

Cataclismi dal Polo Nord al Sud America

Da “The Washington Post”. Traduzione di MR (via Michael Mann)


L'innalzamento delle acque costringe a chiudere le strade e ad abbandonare le case. 

Di Darryl Fears e Angela Fritz

Dal tetto del mondo fino a quasi il fondo, un meteo anomalo e senza precedenti ha fatto lievitare le temperature nell'Artico, sferzato il Regno Unito con venti da uragano e generato grandi alluvioni in Sud America.

martedì 1 dicembre 2015

Clima 2015: le cose non sono messe bene!

Da “icelandmonitor”. Traduzione di MR (via Cristiano Bottone)




Rax / Ragnar Axelsson

Il professor Kevin Anderson esorta i politici ad essere onesti e a riconoscere la scala della sfida della mitigazione e ad attenersi agli impegni internazionali che voi/noi abbiamo fatto ripetutamente per mantenere l'innalzamento della temperatura media globale al di sotto dei 2°C. 

Di Orri Páll Ormarsson orri@mbl.is Fotografie: Ragnar Axelsson

“Ci troviamo nei 'minuti di recupero' per i 2°C – e le cose non sono messe bene. Tuttavia, il tempo andrà avanti imperterrito anche se superiamo il bilancio del carbonio dei 2°C, avremo anche bisogno di procedere con ancora maggiore difficoltà per una profonda e rapida mitigazione mentre ci prepariamo agli impatti locali di un futuro con 4, 5 o persino 6°C in più. Ma dobbiamo osservare che l'adattamento ad uno scenario futuro del genere non sarà mai sufficiente per i molti milioni di persone che soffriranno e moriranno in conseguenza dell'edonismo alimentato a combustibili fossili di cui godono relativamente pochi di noi – compreso me e molto probabilmente tutti coloro che stanno leggendo; siamo i più grandi emettitori, che hanno esplicitamente scelto di fregarsene”.

sabato 19 settembre 2015

Un Artico più caldo significa inverni più freddi altrove.

Da “Inside Climate News”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)

Di Katherine Bagley

L'aumento delle temperature dell'Artico stanno cambiando il jet stream, portando l'aria fredda più a sud, dimostrando che il cambiamento climatico può alimentare il meteo estremo in modi inattesi. 


Il cambiamento climatico si manifesta con inverni più nevosi in luoghi come Boston, grazie ad un Artico più caldo. Foto: Peter Enyeart, via Flickr

La fusione del ghiaccio marino e le temperature più alte nell'Artico sono responsabili per i brutali picchi di freddo che hanno afflitto parti dell'Asia e del Nord America negli ultimi anni, secondo la nuova ricerca di scienziati coreani ed europei pubblicata lunedì.

Lo studio, pubblicato nella rivista peer-review Nature Geoscience, si aggiunge alle prove crescenti che collegano l'aumento delle temperature nell'Artico al cambiamento degli schemi meteorologici in tutto il globo. Aiuta anche a demolire ulteriormente una delle argomentazioni preferite dai negazionisti: il meteo freddo prova che il mondo non si sta scaldando a causa dell'accumulo di gas serra nell'atmosfera.

martedì 8 settembre 2015

La scomparsa del ghiaccio marino artico spesso

Da “Arctic News”. Traduzione di MR

Di Sam Carana


[ Vedi l'immagine completa su facebook]

Il ghiaccio marino artico è in uno stato pietoso. Il 16 agosto 2015, l'estensione del ghiaccio marino artico era di 5.786 milioni di kmq, l'estensione minore ma registrata in questo periodo dell'anno eccetto per il 2007, 2011 e 2012, come illustrato nell'immagine a destra.

La situazione di oggi è anche peggiore di quanto si possa concludere quando si guarda alla sola estensione del ghiaccio marino. Il ghiaccio spesso è virtualmente assente in confronto alla situazione del 2012 più o meno in questo periodo dell'anno, come illustrato dall'immagine sotto che confronta lo spessore del ghiaccio marino il 16 agosto 2012 (sinistra) e il 16 agosto 2015 (destra).


lunedì 10 agosto 2015

Arriva il mostro del metano

DaArctic News”. Traduzione di MR

Di Sam Carana

Gli esseri umani non sono mai esistiti nelle condizioni che abbiamo di fronte ora, a prescindere da quanto si risalga nella storia.

Il 4 agosto 2015 sono stati registrati livelli medi globali di metano di 1840 parti per miliardo. Si tratta del livello medio più alto da quando sono iniziati i rilevamenti ed è probabile che questo nuovo record venga presto superato da livelli ancora più alti.

Il biossido di carbonio che viene rilasciato ora raggiungerà il suo impatto di picco fra un decennio. L'alto e immediato impatto del metano lo rende più importante delle emissioni di biossido di carbonio nell'alimentare il tasso di riscaldamento globale nel prossimo decennio.

L'Oceano Pacifico è molto caldo al momento. L'acqua calda scorre dall'Oceano Pacifico attraverso lo Stretto di Bering nell'Oceano Artico. Le temperature di superficie del mare nello Stretto di Bering erano di 20,5°C il 4 agosto 2015. Cioè di 8,7°C più calde di quanto fossero prima. Sono state rilevate temperature di superficie del mare di 11,8°C fra la Groenlandia e le Svalbard il 7 agosto 2015, un'anomalia di 8,5°C.


Il pericolo è che un ulteriore riscaldamento causerà il collasso del ghiaccio marino, che a sua volta porterà ad un riscaldamento ancora maggiore dell'Oceano Artico, mentre la presenza di più acqua libera aumenterà a sua volta la possibilità che si sviluppino forti tempeste che possono mescolare le alte temperature della superficie con quelle del fondo del mare, dando come risultato la destabilizzazione dei sedimenti ed innescando il rilascio di metano che potrebbe essere contenuto in quei sedimenti in grandi quantità.

I rilasci di metano dal fondo dell'oceano Artico minacciano di causare un rapido riscaldamento locale che a sua volta innesca un ulteriore rilascio di metano, in un circolo vizioso di riscaldamento fuori controllo che potrebbe distruggere l'habitat degli esseri umani entro pochi decenni.




domenica 2 agosto 2015

L'eruzione di metano si avvicina

DaCounter Punch”. Traduzione di MR (via Sam Carana)

Di Robert Hunziker

L'IPCC, così come i governi mondiali, ignora i rischi di un Artico senza ghiaccio (Wadhams). Piuttosto, un Artico senza ghiaccio è viene ampiamente salutato dalla maggior parte del mondo come un modo positivo di procedere nella riapertura delle rotte commerciali del nord, nuove corse per i traghetti e accesso ad enorme bacino di combustibili fossili. Secondo il professor Peter Wadhams dell'Università di Cambridge, un Artico senza ghiaccio, con la relativa e concomitante eruzione potenziale di metano, viene raramente menzionato dall'IPCC nella sua valutazione. Evidentemente l'IPCC non vuole parlare della possibilità di grandi catastrofi. In realtà, un Artico senza ghiaccio libera tempestosamente eoni di metano intrappolato dall'ultima Era Glaciale. Le ramificazioni sono profonde. Quando il Vaticano recentemente ha tenuto incontri coi principali scienziati sul cambiamento climatico in preparazione dell'enciclica del Papa del giugno 2015, uni degli ospiti invitati era il professor Peter Wadhams. Assumendo che all'Accademia Pontificia delle Scienze abbiano ascoltato con attenzione le sue parole, potrebbero soffrire di attacchi di insonnia.

Lo stato del ghiaccio del Mare Artico e perché conta

Peter Wadhams, professore di Fisica dell'Oceano e Capo del Gruppo di Fisica dell'Oceano Polare, Dipartimento di Matematica Applicata de Fisica Teorica dell'Università di Cambridge, di recente si è recentemente impegnato in una intervista molto franca: “Il nostro tempo sta finendo – Il ghiaccio marino dell'Artico se ne sta andando”, del 15 maggio 2015 (tutte le citazioni seguenti provengono da quell'intervista). “Ho misurato lo spessore del ghiaccio che è sceso del 50% negli ultimi 30 anni. In estate, per esempio, di solito si vedeva il ghiaccio del pack molto pesante da rendere molto difficile il passaggio di una nave. Oggi, somiglia più ad un pianeta blu. E' un Artico quasi senza ghiaccio. E' un grande cambiamento”. Di conseguenza, col passare del tempo, il rischio di una grande eruzione di metano aumenta insieme alla disintegrazione del ghiaccio marino in corso. “Siamo davvero preoccupati riguardo all'Artico costiero... le piattaforme continentali della Siberia sono su acque molto basse. E fino a poco tempo fa c'era sempre ghiaccio su quelle piattaforme, persino in estate... ora, in si ritira estate e scompare già per 2-3 mesi da quelle piattaforme. Ciò favorisce il riscaldamento dell'acqua. E, quando l'acqua si riscalda, causa la fusione del permafrost subacqueo, che non si era fuso dall'ultima Era Glaciale, e questo favorisce il rilascio di metano”

Secondo il professor Wadhams, il Mare Siberiano Orientale è un mostro in agguato. Wadhams crede che l'effetto di un'eruzione di metano potrebbe essere catastrofica quanto una collisione di un asteroide con la Terra. La quantità di riscaldamento sarebbe immediata e ampia. La probabilità che questo accada: “Direi che è circa del 50%, perché stiamo assistendo alla fusione del permafrost e al fatto che il metano viene già rilasciato”. Di fatto, gli scienziati sul campo stanno già assistendo ad aumenti consistenti dei grandi pennacchi di metano in estate mentre scoprono nuove aree di rilascio di metano. Solo fino a poco tempo fa, il Mare Siberiano Orientale veniva monitorato ogni anno da una nave russa. Mentre oggi, e durante gli ultimi due anni, le navi svedesi stanno andando altrove nell'Artico e “stanno vedendo tanto metano uscire quanto quello della Siberia orientale”. “Per cui non è una probabilità bassa l'alto rischio di catastrofe. Si tratta di un rischio altamente catastrofico ed altamente probabile”. Wadhams crede che la scomparsa completa del ghiaccio a metà estate potrebbe verificarsi nei prossimi due anni. Al momento, il volume di ghiaccio a metà estate è solo un quarto di quello degli anni 80. Se questa tendenza continua, il ghiaccio estivo si ridurrà a zero molto presto.
Impatto di un Artico senza ghiaccio.

I cambiamenti nell'Artico stanno alimentando cambiamenti altrove sul pianeta. “Per esempio, la scomparsa del ghiaccio nell'Artico sta portando masse di aria più calda a spostarsi sulla Groenlandia in estate. Ciò causa la fusione più rapida della calotta glaciale della Groenlandia. E questo sta causando all'accelerazione dell'aumento del livello del mare”. Risultato, anziché un metro di aumento del livello del mare in questo secolo, come previsto dall'IPCC, la fusione della Groenlandia potrebbe causare un aumento di un paio di metri, o più. Di fatto, alcuni glaciologi parlano di 4 o 5 metri. L'impatto cataclismico finale di troppo aumento del livello del mare sarebbe che alcune aree del mondo, come Miami, dovrebbero essere completamente abbandonate, svuotate ed evacuate come a Cernobyl, molto come a Cernobyl, a causa di politiche energetiche folli. Non solo questo, il riscaldamento globale accelera come risultato in conseguenza della perdita di ghiaccio marino artico, che riduce l'albedo globale, che è il modo in cui la radiazione viene riflessa verso lo spazio esterno, ma con la perdita di uno sfondo di ghiaccio bianco riflettente, l a radiazione solare viene assorbita da uno sfondo scuro, e tutto ciò porta ad un tasso di riscaldamento del mondo molto più rapido di quanto previsto dalla scienza ufficiale, l'IPCC. “Quindi questo tentativo di fingere di poter mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2°C, che era già una finzione, è persino più ridicolo. Saranno sicuramente 4 o 5°C per la fine del secolo, il che avrà impatti piuttosto catastrofici sulla produzione agricola”.

Cosa fare?

In quanto a fermare il rilascio di metano in mare “riportando indietro il ghiaccio marino artico, alcune persone lo stanno proponendo. Il problema è che non si può realmente riportare il ghiaccio senza raffreddare il pianeta. Le temperature globali governano il ghiaccio marino, non può essere isolato o mirato. Trovare un modo di riportare indietro il ghiaccio marino artico non funzionerà, a meno che non si possa raffreddare l'intero pianeta”. La sola possibilità realistica, ironicamente, è la modifica del metodo del fracking usato nella trivellazione di petrolio e gas utilizzando piattaforme in mare l'ungo la costa Artica, una rete di trivellazioni orizzontali per la creazione di cavità per risucchiare il metano per impedirgli di uscire nell'atmosfera (Wadhams). Ma non è stata fatta nessuna ricerca su questo. E' stato soltanto suggerito. A prescindere da come, cosa o quando, la risoluzione del problema è un'impresa enorme e travolgente: “C'è una cospirazione della compiacenza nel mondo in cui si immagina ancora che se facciamo poche cose minori, piccoli aggiustamenti e riduciamo l'emissione di biossido di carbonio, allora tutto andrà bene. Ma non sarà così perché abbiamo già troppo biossido di carbonio in atmosfera. Stiamo già andando oltre i 2°C di riscaldamento anche se non emettessimo più, a causa del biossido di carbonio già presente in atmosfera. Quindi non solo dobbiamo smettere di emetterlo o di ridurlo, riducendo le emissioni, ma trovare modi di toglierlo dall'atmosfera e questa è una tecnologia che non è stata sviluppata”. Il cambiamento climatico ha un effetto progressivo, che lavora lentamente in tutto il mondo. Ma tutta questa lentezza di sta accumulando in un grande cambiamento. Inoltre, quando i modelli meteorologici distruggono l'agricoltura, causando la fame nel mondo, sarà troppo tardi per fare qualsiasi cosa. Sfortunatamente, è l'inerzia globale il problema. “Le forze di inerzia sono così enormi.. l'uso dei combustibili fossili è molto radicato nella nostra società. Tutto nella vita proviene dai combustibili fossili”.

Tempistica del caso peggiore

Il solo modo di salvare la civiltà per com'è attualmente è di abbassare i livelli di CO2 e ciò può essere ottenuto soltanto da qualche metodo drastico per rimuovere realmente CO2 dall'atmosfera. “Non possiamo farcela scherzando con la riduzione delle nostre emissioni, non possiamo nemmeno farlo fermando le nostre emissioni, perché ci siamo spinti troppo oltre. Dobbiamo realmente toglierlo”. Il professor Wadhams afferma che la ricerca sul cambiamento climatico, in modo centrale, diventa l'obbiettivo principale di uno sforzo scientifico mondiale e dev'essere fatto urgentemente, come il Progetto Manhattan (ironicamente). La società sarà costretta ad usare qualche tecnologia, che non è stata nemmeno ancora verificata, per rimuovere il CO2 per evitare una catastrofe. Di conseguenza, non c'è tempo di giocherellare. Wadhams crede nel peggiore scenario, “in 10 anni saremo realmente già nella minestra”.

Attuali condizioni meteorologiche artiche

Secondo Arctic News, il 2 luglio, “Mentre i media danno grande importanza alle ondate di calore che hanno colpito di recente paesi popolosi come India, Pakistan, Stati Uniti, Spagna e Francia, viene data meno attenzione alle ondate di calore che colpiscono l'Artico”. Inoltre, “Le ondate di calore che hanno recentemente colpito Alaska e Russia ora sono seguite da un'ondata di calore nella Siberia Orientale... un luogo ben all'interno del Circolo Artico... il 2 luglio 2015 sono state registrate temperature di 37,1°C”. E, ancora peggio, “Con temperature di 37,1°C registrate il 2 luglio 2015, ci si può aspettare un'enorme fusione dove c'è ancora ghiaccio marino nelle acque al largo della Siberia, mentre le acque dove il ghiaccio marino non c'è già più si scalderanno rapidamente. Notate che le acque al largo della costa della Siberia sono profonde meno di 50 metri, quindi il riscaldamento si può estendere rapidamente fino al fondo del mare, che contiene enormi quantità di metano sotto forma di gas libero e di idrati”. Inoltre, il primo luglio 2015 è stata registrata una temperatura di 36°C vicino al fiume Kolyma che si getta nel Mare Siberiano Orientale.

L'Artico è più caldo di Miami!

In qualche modo, 36°C nell'Artico fa sembrare il mondo sottosopra/rovesciato, non è vero?

Robert Hunziker vive a Los Angeles e può essere contattato presso roberthunziker@icloud.com





giovedì 14 maggio 2015

Le lacrime dell'Artico

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR



Vento sulla superficie isobarica di 250 hectoPascal (approssimativamente 10 km, l'altitudine del Jet Stream), il 27 marzo del 2015 alle 15:00

di Antonio Turiel

Ho letto svogliatamente del programma di lavoro del biennio 2016-2017 dell'area del programma-quadro Orizzonte 2020 che comprende le attività marine. Il documento, ancora confidenziale (visto che ancora potrebbero verificarsi alcuni cambiamenti nel suo contenuto) contiene le linee di ricerca che la Commissione Europea vuole stimolare nei prossimi anni e che pertanto finanzierà. Il finanziamento della ricerca europea funziona così: un ampio gruppo di esperti ed alcune lobby molto potenti decidono quali sono i temi che sui quali bisogna fare ricerca, si elaborano questi programmi di lavoro e finalmente escono le convocazioni per le proposte di progetti di ricerca, che dovranno attenersi a qualcuna delle linee proposte. Il piano di lavoro è molto dettagliato e vengono fuori letteralmente centinaia di linee diverse, ma con un po' di esperienza si sa come andare direttamente a cercare quelle che interessano. Idealmente, se si hanno delle buone relazioni e si è capaci di muoversi in questi ambienti, è possibile ottenere che le proprie idee vengano riconosciute direttamente in una delle linee e così è più facile (anche se non garantito)ottenere uno di quei progetti. Io, che ho pretese e capacità più modeste, leggo semplicemente tutte le linee della bozza, cercando quelle che corrispondono al lavoro che so e che voglio fare, filtrando da queste linee che so già essere fortemente sponsorizzate e che quindi non meritano che ci perda tempo perché non ne tirerò fuori niente.

sabato 2 maggio 2015

La grande catastrofe in arrivo: l'esplosione del metano artico

DaArctic News”. Traduzione di MR 

Di Sam Carana

Il grande dispiegamento del modo in cui la catastrofe climatica si sta manifestando sulla terraferma e negli oceani, nell'atmosfera e nella criosfera, sta diventando sempre più chiaro di mese in mese. Le temperature di marzo 2015 sono state le più alte a marzo nel periodo di 136 anni di registrazioni. L'analisi del NOAA mostra che la temperatura media di tutte le temperature di superficie insieme di terraferma e oceano di marzo 2015 è stata 0,85°C più alta della media del XX secolo di 12,7°C. Le anomalie della temperatura dell'oceano dell'Emisfero Nord di marzo 2015 sono state le più alte mai registrate. Per diversi aspetti, la situazione sembra destinata a peggiorare. Nel periodo di 12 mesi da aprile a marzo, i dati dal 1880 contengono una linea di tendenza che punta ad un aumento di 2°C per il 2032, come illustrato dall'immagine sotto.


sabato 11 aprile 2015

Livelli di metano inizio 2015

Da “Arctic News”. Traduzione di MR

Di Sam Carana

L'immagine sotto mostra le letture medie più alte di metano nello stesso giorno, in questo caso il 10 marzo, in tre anni diversi, 2013, 2014 e 2015, ad altitudini prestabilite. Il confronto indica che l'aumento di metano in atmosfera sta accelerando, specialmente ad altitudini maggiori.


lunedì 23 marzo 2015

Record negativo del massimo invernale per il ghiaccio marino dell'Artico

DaThe Guardian”. Traduzione di MR

Il record minimo della copertura di ghiaccio di questo inverno è causato dal cambiamento climatico e dal clima mite anomalo, dicono gli scienziati




Ghiaccio marino che fonde al largo dell'Alaska. Foto: MODIS/Aqua/NASA

Di Karl Mathiesen

Il ghiaccio marino dell'Artico ha stabilito un record minimo della sua estensione massima invernale, che gli scienziati dicono essere il risultato del cambiamento climatico e del clima mite anomalo. Il Centro Dati Nazionale per la Neve e il Ghiaccio (NSIDC) degli Stati Uniti giovedì ha detto che il suo picco di ghiaccio ha coperto solo circa 14,5 milioni di chilometri quadrati dei mari del nord. Circa 130.000 chilometri quadrati in meno del precedente massimo più basso del 2011. Il picco si è verificato il 25 febbraio, cosa di cui il ricercatore senior del NSIDC Ted Scambos ha detto che è stato “molto presto mano non senza precedenti”. Il cambiamento climatico sta alimentando il declino della copertura di ghiaccio nell'Artico, con uno studio recente che scopre che il ghiaccio è anche diventato significativamente più sottile, diminuito del 65% dal 1975. Scambos ha detto che gli oceani del nord si sono progressivamente riscaldati a causa del cambiamento climatico. Quest'inverno, i mari più caldi si sono uniti al clima mite per creare condizioni eccezionalmente negative per il gelo annuale. “[Il record minimo di estensione] è significativo, in quanto mostra che l'Artico viene seriamente alterato dal nostro clima che si scalda”, ha detto Scambos. “In generale, il ritiro del ghiaccio marino ha proceduto più velocemente di quanto previsto dai modelli nell'Artico, anche se i modelli si stanno mettendo in pari”.


lunedì 15 dicembre 2014

La circolazione polare è così malridotta che i venti di superficie ora ruotano intorno alla Groenlandia

Darobertscribbler”. Traduzione di MR

In un mondo normale, durante un tardo autunno e un inverno normali, l'aria fredda si concentrerebbe sopra uno spesso pack di ghiaccio settentrionale vicino al Polo Nord. Il ghiaccio marino sarebbe abbastanza denso, sufficientemente compatto da chiudere un oceano più caldo sotto di sé. Il nocciolo dell'aria fredda sarebbe circondato da venti forti – sia ai livelli alti, sia in superficie. Una zona atmosferica fredda che tenderebbe ad essere piuttosto stabile, portando le forti anomalie meteorologiche a guidarla da una solida base di aria fredda. Nel mondo di oggi, l'Oceano Artico si sta riscaldando. Collegato ad un oceano mondiale anch'esso in riscaldamento, le acque forniscono una piattaforma di lancio per il calore aggiunto prodotto dagli esseri umani. Il ghiaccio marino di superficie è quindi di gran lunga più sottile – e contiene meno del 50% del volume che vantava nei tardi anni 70. E, durante questo periodo dell'anno, uno straordinario sovraccarico di gas serra (principalmente CO2 e metano) intrappolano continuamente ulteriore radiazione di calore a onde lunghe nella scura notte invernale.

Tutto quel calore supplementare che si raccoglie sopra l'Oceano Artico rende il nocciolo di aria fredda molto meno stabile. Sempre più di frequente viene spinto via dal suo rifugio precedente vicino al Polo Nord. Un rifugiato del cambiamento climatico in cerca di un vortice di aria fredda come asilo temporaneo dall'inesorabile calore che si accumula. Verso sud, le calotte glaciali ancora solide ma sempre più minacciate della Groenlandia forniscono, forse, il rifugio più probabile. Così, mentre l'Artico si riscalda, l'aria fredda si ricentra sulla Groenlandia. E il risultato è una configurazione piuttosto strana in cui le correnti atmosferiche cominciano a spostarsi verso sud, circondando la Groenlandia piuttosto che le regioni polari. Un'interruzione che risulta in un fremito di cambiamenti in tutto l'Emisfero Settentrionale . Comprese delle gravi alterazioni del percorso delle tempeste ed una molto maggiore probabilità che il meteo estremo produca modelli di onda planetari.

Sostegno delle osservazioni alle teorie d'avanguardia

Lo scenario descritto sopra è derivato da diverse teorie scientifiche d'avanguardia. La prima è la teoria delle “Tempeste dei miei nipoti” di Hansen – in cui una combinazione di amplificazione polare e una fusione rafforzata della Groenlandia alimenta gravi cambiamenti al percorso delle tempeste nell'Emisfero Settentrionale, portando ad un meteo da incubo. Il secondo è la teoria dell'onda planetaria rafforzata, sostenuta dalla dottoressa Jennifer Francis, in cui il riscaldamento dell'Artico alimenta gravi cambiamenti e distensioni nel Jet Stream dell'Emisfero Settentrionale. Le due teorie sono collegate per il fatto che il riscaldamento dell'Artico, in entrambi i casi, è un motore primario di cambiamenti climatici e meteorologici straordinari.

Finora, abbiamo visto sempre più prove a sostegno di queste teorie, specialmente per qulla della dottoressa Francis, in quanto sin dalla metà del 2000 abbiamo osservato un aumento delle prevalenza di Jet Stream deboli, onde planetarie forti e potenti flussi meridionali che portano l'aria calda nella zona polare, ma che portano anche via l'aria fredda. La teoria delle Tempeste dei miei nipoti di Hansen ha avuto un impulso lo scorso anno quando una circolazione di aria fredda che si sposta verso sud ha acceso una potente pista di tempeste nel Nord Atlantico che ha compensato l'inverno più duro mai registrato in Inghilterra e nel regno Unito. Quest'anno, vediamo un fenomeno meteorologico simile collegato a queste teorie. L'inondazione di Buffalo, con le precipitazioni nevose corrispondenti di un anno in soli due giorni, è stata alimentata da un potente modello di onda planetaria direttamente associato al riscaldamento polare. Una simile onda planetaria sta minacciando oggi di scaricare più di un piede di neve sulle regioni statunitensi del medio Atlantico attraverso il New England. Una tempesta tipica invernale di gennaio nel Giorno del Ringraziamento che è stata preceduta da temperature di 70°F.

Non proprio una cosa alla quale i nostri modelli meteorologici sono abituati – Il nocciolo di aria fredda centrato sulla Groenlandia

Oggi, abbiamo già un ulteriore modello emergente che è stato previsto da queste teorie – la circolazione dell'aria polare che si centra intorno alla Groenlandia:


Circolazioni di flussi di aria di superficie della Groenlandia simili alle condizioni osservate sopra erano altamente anomale durante il 20° secolo, tale modello di rafforzamento delle tempeste è probabile che divenga molto più prevalente come conseguenza del riscaldamento polare causato dagli esseri umani. Nell'immagine sopra, notate il piccolo vortice al largo della Spagna diretto verso il Marocco da una depressione persistente ed anomala nel Jet Stream derivata da questo modello anormale. Probabilmente ci sono più alluvioni in arrivo per quella regione già colpita duramente. Fonte dell'immagine: Earth Nullschool.

Nell'immagine sopra, fornita da Earth Nullschool e che raccoglie dati da osservazioni climatiche e modelli localizzati negli Stati Uniti, troviamo l'aria calda dall'Atlantico subtropicale spinta verso nord prima da un sistema di alta pressione a metà oceano e poi da una corrente potente che infuria in superficie dalla punta meridionale della Groenlandia. Il flusso di aria calda sale verso nord poi si unisce con un flusso continentale che risale dall'Europa per attraversare l'Atlantico Settentrionale e il Mare di Barents. Viaggiando affiancata ad un freddo fronte frontale spazzato via dalla Groenlandia, la corrente di aria calda sale sulle Svalbard verso il Polo Nord. Questo flusso di aria calda porta temperature in una regione entro un paio di centinaia di miglia dal Polo Nord a 30,5°F – più caldo delle attuali temperature nella Pennsylvania centrale e ben oltre 36°F oltre la media di questo periodo dell'anno nel profondo nord:


Le Svalbard e le regioni prossime al Polo Nord si scaldano mentre un cuneo di aria straordinariamente calda si muove molto, molto a nord.  Fonte dell'immagine: Earth Nullschool.

Quest'aria straordinariamente calda poi viene trascinata in un'altra depressione a nord della Groenlandia prima di seguire un flusso di aria polare che si dirige giù verso l'Arcipelago Canadese e la Baia di Hudson. Un potente flusso da nord a sud si delinea sopra la Baia di Baffin nell'estremo meridionale della Groenlandia chiude il cerchio. Così, troviamo la Groenlandia circondata da venti, i loro nocciolo d'aria fredda molto lontano dal polo, visto che la regione sopra l'Oceano Artico si riscalda. Come possiamo vedere nella mappa dei venti di superficie (mappa in alto), il nocciolo del flusso di aria di superficie che alimenta la circolazione atmosferica NH alla superficie ora è centrata sulla Groenlandia e sulla Baia di Baffin. E' spostata di centinaia di miglia a sud del Polo Nord. E il Polo Nord stesso è diventato sovraccarico di un flusso di aria calda alla periferia del centro di circolazione dell'aria fredda. I modelli del vento del livello superiore sono analogamente stravolti, con un minimo di aria fredda superiore turbina via sulla Baia di Baffin e un secondo nocciolo di circolazione fredda sulla Siberia centrale. In entrambi i casi, nei livelli superiori vicino al Jet Stream e alla superficie, la regione dell'Oceano Artico è dissociata dai centri di aria fredda e dalla circolazione atmosferica collegata. Una serie di condizioni che è giunta ad assomigliare molto a quelle previste dalla dottoressa Francis, o, peggio, sembrano più come dei precursori dello scenario Tempeste dei miei nipoti di Hansen. In questo caso, per oggi, le osservazioni meteorologiche combaciano con i modelli indotti dal riscaldamento proprio come previsto.

La copertura meteorologica mainstream ingannata dai climi che cambiano (Sto indicando te, Weather Channel)

I meteorologi mainstream, compresi quelli del Weather Channel (Canale Meteo), continuano riferire del meteo attuale come se stesse avvenendo nelle condizioni tradizionali fornendo solo riferimenti marginali alla scienza d'avanguardia collegata al riscaldamento atmosferico osservato. Un nuovo sottoinsieme della scienza che fornisce una comprensione molto maggiore di cosa potrebbe stare realmente accadendo ed è uno strumento molto utile per le previsioni meteorologiche, nello stato attualmente alterato del clima che cambia rapidamente. A meno che tali meteorologi non cominciano a fare attenzione ai cambiamenti anomali che sono chiaramente visibili nei dati osservati (cambiamenti che non ho problemi a trovare ed a identificare dopo aver letto la scienza fornita da Hansen e Francis) saranno lasciati indietro dagli eventi che sono sempre più dissonanti rispetto alla loro attuale comprensione istituzionale. Un ammonimento che i meteorologi europei, sconcertati dai fallimenti dei modelli climatici nel prevedere le alluvioni da record dalla formazione di sistemi di bassa pressione nel Marocco da una depressione persistente ed anomala del Jet Stream di questa settimana, possono portarne testimonianza. Come i geologi che non hanno tenuto conto della teoria della tettonica a placche a metà del 20° secolo, i meteorologi che aderiscono alla vecchie previsioni meteo rischiano di diventare antiquati e meno rilevanti rispetto alle realtà climatiche attuali in rapida evoluzione. La nuova scienza del riscaldamento globale è corroborata sia nei dati osservati sia nella sua utilità per prevedere eventi – così, nel nome della precisione, deve essere inclusa.

Collegamenti e credits:

The University of Maine
Something Our Weather Models Aren’t Used To 
Earth Nullschool
NOAA’s Climate Prediction Center 
Dottoressa Jennifer Francis
Dottor James Hansen
(h/t) Mark dal New England
I geeks del Canale Meteo (che si devono svegliare ed annusare l'amplificazione polare)




domenica 5 febbraio 2012

Neve??? Ma com'è possibile????


Gli scienziati del mondo presi alla sprovvista dalla tempesta di neve


Notizie dell'ultimissimo momento: il riscaldamento globale non lo è! 

"Questa è arrivata adesso: una recente tempesta di neve lascia gli scienziati completamente basiti"

Dr. J. Hansen, NASA. "Che cosa posso dire? Questa non l'avevo vista arrivare. Una tempesta di neve? Non posso argomentare contro una cosa del genere."


Il pannello intergovernativo sul cambiamento climatico ha aperto una sessione di emergenza per rispondere al problema

"Benvenuti, amici scienziati!!"

"NEVE? CHE Cxxxx!?"

"Come è pouto succedere?"
 

"Una vita di ricerca rovinata"
 

"Ordine, ordine!"


Nel frattempo, altri climatologi accolgono le notizie senza scomporsi

"Verrà Luglio, e vi dimenticherete tutti della neve e crederete al nostro imbroglio di nuovo!"

"Wa-ha-ha!"


La prossima settimana: la pioggia in Europa nega la realtà della siccità in Africa



Ripubblicato da "Effetto Cassandra" del Novembre 2010
Fonte dell'immagine

venerdì 29 luglio 2011

Disastro artico

I grafici che seguono sono dal Polar Research Center dell'Università di Washington. Non credo che ci sia bisogno di commenti. 



lunedì 14 febbraio 2011

Ghiacci artici e antartici: poggio e buca fa pari?


Sembra che il ghiaccio marino antartico stia un po' meglio di quello artico; anzi, addirittura che stia recuperando un po' in estensione. Questo è diventato un argomento favorito dai diversamente esperti di clima per fare un po' di confusione sulla realtà del riscaldamento globale. Ma, prima di mettersi a raccontare sciocchezze sul clima, è sempre bene imparare un po' di fisica. La temperatura dell'oceano antartico non sta affatto aumentando, il leggero aumento dell'estensione dei ghiacci e dovuto a un cambiamento della salinità superficiale - è il principio che si sfrutta per eliminare il ghiaccio dalle strade.


Uno degli ultimi argomenti lasciati ai terrapiattisti del clima per negare il cambiamento climatico ha a che fare con i ghiacci marini antartici. Se è vero che i ghiacci artici stanno sparendo rapidamente, quelli antartici, invece, sembrerebbero aumentare debolmente, come si vede qui (da wikipedia):


Allora, non sarà che per qualche misterioso contrappasso planetario la Terra, dopotutto, non si sta veramente riscaldando ma, semplicemente, trasferisce calore dall'emisfero Sud a quello Nord? Ovvero, non sarà per caso che - come si dice dalle parti di Firenze - poggio e buca fa pari, e alla fine magari la storia del riscaldamento globale è veramente una bufala?

Ma, in realtà, poggio e buca NON fanno pari e il riscaldamento globale NON è una bufala. Questo lo si vede benissimo da questa figura (da Skeptical Science)  che mette insieme i dati dell'artide e dell'antartide


Si vede benissimo che l'oceano artico perde nettamente più ghiaccio di quanto non ne guadagni quello antartico (se ne guadagna). Ma, se volete essere proprio sicuri, potete fare la somma delle due cose, e questo è il risultato (sempre da "Skeptical Science")

Quindi non c'è nessun contrappasso planetario che fa si che la Terra - in media - non si scaldi. La leggera ripresa dell'estensione del ghiaccio marino antartico (ammesso che esista) non compensa minimamente il declino di quella del ghiaccio artico.

Ma cosa succede in Antartide? E' possibile che il pianeta non si scaldi da quelle parti? No. L'oceano antartico si scalda, eccome, come sta succedendo ovunque su questo disgraziato pianeta.

Ma allora, perché aumenta l'area ghiacciata? Beh, la cosa è abbastanza complicata. Se volete leggere i dettagli, li trovate in questo articolo di Zhang sul "Journal of Climate". Sostanzialmente, il riscaldamento produce una stratificazione dell'oceano e una riduzione delle correnti di rimescolamento ("overturning"). Questo si traduce in una minore salinità di superficie. L'effetto finale è quello opposto a quando si butta il sale sulla neve per farla sciogliere. Nell'oceano antartico, si riduce la quantità di sale e il ghiaccio si forma.


Quindi, il pianeta continua a scaldarsi - il riscaldamento globale non è una bufala e tanto vale prenderne atto.

(da leggere anche il post di Steph sull'argomento)