Da “robertscribbler.com”. Traduzione di MR (via Alexander Ač)
Gli scienziati sono atterriti e dovremmo esserlo anche noi. Il calore globale e specialmente le anomalie della temperatura estremamente alte che abbiamo visto nell'Artico durante il mese scorso sono del tutto senza precedenti. E' mostruosamente strano. E a questo osservatore particolare sembra che la stagionalità del nostro mondo stia cambiando. Ciò di cui siamo testimoni, a questo punto, sembra l'inizio della fine dell'inverno così come lo conosciamo.
Gennaio più caldo mai registrato – Ma l'Artico è semplicemente fuori da ogni limite
Chiunque osservi l'Artico – dagli scienziati, agli ambientalisti, agli specialisti delle minacce emergenti, agli appassionati di meteo e clima, alle persone normali stravolti dallo stato in rapida dissoluzione del nostro sistema climatico globale – dovrebbero essere molto, molto preoccupati. Le emissioni umane di gas serra – che ora spingono livelli di CO2 al di sopra delle 405 ppm ed aggiungono una serie di gas che intrappolano il calore – sembra che stia rapidamente spingendo il mondo verso il caldo. Ed a scaldarsi più rapidamente in uno dei luoghi assolutamente peggiori immaginabili: l'Artico.
Gennaio 2016 non è stato solo il mese di gennaio più caldo mai registrato nei 136 anni di dati sul clima globale della NASA. Gennaio non ha solo mostrato l'anomalia di temperatura più alta dalla media di un singolo mese - +1,13°C al di sopra della linea di base del XX secolo della NASA e circa +1,38 al di sopra delle medie degli anni 80 del 1800 (solo un timodo 0,12°C al di sotto della soglia pericolosa degli 1,5°C). Ma ciò che abbiamo osservato nella distribuzione globale di queste temperature record è stato bizzarro ed inquietante.
Anche se il mondo è stato caldo nel suo insieme – con il calore de El Niño a dominare le zone tropicali – gli estremi più alti al di sopra della temperatura media si sono concentrati proprio sul tetto del mondo. Lì, nelle terre dell'Artico del ghiaccio perenne e del permafrost che ora fondono – sulla Siberia, sul Canada Settentrionale, sul nord della Groenlandia e in tutta l'area dell'Oceano Artico al di sopra del 70° parallelo di latitudine nord – le temperature sono state in media fra i 4 ed i 13 gradi celsius al di sopra della norma. Ciò fra i 7 ed i 23 gradi fahrenheit più alte del normale per il periodo straordinario di un intero mese.
E più a nord ci si spinge, più si trova calore. Al di sopra della linea del 80° parallello di latitudine nord, le medie delle temperature dell'intera regione hanno raggiunto i 7,4°C oltre la norma. Per questa area dell'Artico, si tratta circa della stessa differenza tipica che intercorre fra gennaio ed aprile (aprile è di circa 8°C più caldo di gennaio in un anno normale). Quindi ciò che abbiamo visto non ha assolutamente precedenti – per l'intero mese di gennaio 2016, le temperature sono state quelle della primavera artica.
E per l'inverno 2016 è possibile che l'Artico possa non averne le condizioni tipiche. Per la prima metà di febbraio si è visto questo calore record di tipo primaverile estendersi fino ad oggi, secondo il NOAA. E' come se le zone più fredde dell'Emisfero Settentrionale non abbiano ancora avuto l'inverno – come se le spaventosa tempesta che ha portato le temperature dell'Artico a livelli record durante la fine di dicembre abbia, dal suo arrivo, inceppato il termometro a livelli di temperatura tipici di aprile e lo abbia bloccato lì.
Il calore de El Niño è collegato al Polo
Perché tutto questo è così terribile? Sarebbe negativo se fosse solo un caso che il calore nell'Artico portasse proprio alla fusione sempre più rapida dei ghiacciai – spingendo i mari a sollevarsi di centimetri, pollici e piedi. Sarebbe piuttosto negativo se il riscaldamento polare si amplificasse man mano che il ghiaccio bianco sulla terraferma o sopra l'oceano si ritira – trasformando una superficie che riflette il calore in un tratto blu scuro, verde e marrone che assorbe calore. Sarebbe molto straordinariamente negativo se tale calore portasse anche alla fusione del permafrost - peggiorando ulteriormente il riscaldamento antropogenico liberando 1.300 miliardi di tonnellate di carbonio e infine trasferendone metà nell'atmosfera. E sarebbe piuttosto negativo se tutto il calore extra nell'Artico cominciasse ad interferire col meteo dell'Emisfero Settentrionale – alterando il flusso del Jet Stream. Portando a fronti che producono siccità molto persistenti e depressioni che producono tempeste.
Tristemente, questi eventi non sono più solo ipotetici. Il ghiaccio marino si sta ritirando. Il permafrost sta fondendo. I ghiacciai stanno fondendo. E il flusso del Jet Stream sembra indebolirsi.
Ma se tutto questo calore polare che si accumula a causa dell'uso umano dei combustibili fossili avesse un altro effetto ancora? E se quella pietra calda gettata nel fiume della circolazione atmosferica che chiamiamo El Niño potesse in qualche modo trasferire il suo accumulo di calore tropicale fino al Polo? E se il flusso del Jet Stream nell'Emisfero Settentrionale fosse diventato così debole che persino un riscaldamento ai tropici dovuto ad El Niño con una forza da record non potesse accelerarlo significativamente (attraverso un aumento del differenziale di calore fra l'Equatore ed il Polo)? E se quelle nuove zone di fronte si allungassero fino all'Artico – spingendo calore tropicale nell'estremo nord durante gli eventi de El Niño? Durante i periodi in cui il globo, nel suo complesso, è più caldo che mai? Durante un periodo in cui il calore e l'umidità alla superficie dell'Oceano Pacifico stava sperimentando un nuovo picco a causa di una combinazione di riscaldamento antropogenico e de El Niño che tocca il vertice del ciclo di variabilità naturale?
E se, in qualche modo, il picco del calore tropicale potesse correre dall'Equatore al Polo?
Ciò che vedremmo è quindi un'accelerazione dei pericolosi cambiamenti dell'Artico descritti sopra. Ciò che vedremmo è un accoppiamento della amplificazione polare legata al riscaldamento globale col massimo della scala della variabilità naturale del calore rappresentata da El Niño. E, visto il non inverno nell'Artico rappresentato dal primo mese e mezzo del 2016, sembra che sia proprio questo che abbiamo appena sperimentato.
Gli scienziati sono atterriti. Be, dovrebbero. Tutti noi dovremmo.
Collegamenti:
NASA GISS
NOAA
Scientists are Floored By What’s Happening in the Arctic Right Now
Warm Arctic Storm to Unfreeze the North Pole
Clima del Polo Nord
The Arctic Sea Ice Blog
Impacts of Sea Ice Loss
Earth Nullschool
Jennifer Francis sull'Impatto del riscaldamento dell'Artico sul Jet Stream
h/t TodaysGuestIs
Gli scienziati sono atterriti e dovremmo esserlo anche noi. Il calore globale e specialmente le anomalie della temperatura estremamente alte che abbiamo visto nell'Artico durante il mese scorso sono del tutto senza precedenti. E' mostruosamente strano. E a questo osservatore particolare sembra che la stagionalità del nostro mondo stia cambiando. Ciò di cui siamo testimoni, a questo punto, sembra l'inizio della fine dell'inverno così come lo conosciamo.
Gennaio più caldo mai registrato – Ma l'Artico è semplicemente fuori da ogni limite
Chiunque osservi l'Artico – dagli scienziati, agli ambientalisti, agli specialisti delle minacce emergenti, agli appassionati di meteo e clima, alle persone normali stravolti dallo stato in rapida dissoluzione del nostro sistema climatico globale – dovrebbero essere molto, molto preoccupati. Le emissioni umane di gas serra – che ora spingono livelli di CO2 al di sopra delle 405 ppm ed aggiungono una serie di gas che intrappolano il calore – sembra che stia rapidamente spingendo il mondo verso il caldo. Ed a scaldarsi più rapidamente in uno dei luoghi assolutamente peggiori immaginabili: l'Artico.
Gennaio 2016 non è stato solo il mese di gennaio più caldo mai registrato nei 136 anni di dati sul clima globale della NASA. Gennaio non ha solo mostrato l'anomalia di temperatura più alta dalla media di un singolo mese - +1,13°C al di sopra della linea di base del XX secolo della NASA e circa +1,38 al di sopra delle medie degli anni 80 del 1800 (solo un timodo 0,12°C al di sotto della soglia pericolosa degli 1,5°C). Ma ciò che abbiamo osservato nella distribuzione globale di queste temperature record è stato bizzarro ed inquietante.
(Un mondo da caldo record a gennaio mostra il caldo estremo dell'Artico. La mappa dell'anomalia della temperatura globale della NASA suggerisce che il caldo tropicale – provocato da un El Niño da record – ha viaggiato verso nord fino all'Artico attraverso la debolezza del Jet Stream sull'America Nordoccidentale e l'Europa Occidentale. Fonte dell'immagine - NASA GISS).
Anche se il mondo è stato caldo nel suo insieme – con il calore de El Niño a dominare le zone tropicali – gli estremi più alti al di sopra della temperatura media si sono concentrati proprio sul tetto del mondo. Lì, nelle terre dell'Artico del ghiaccio perenne e del permafrost che ora fondono – sulla Siberia, sul Canada Settentrionale, sul nord della Groenlandia e in tutta l'area dell'Oceano Artico al di sopra del 70° parallelo di latitudine nord – le temperature sono state in media fra i 4 ed i 13 gradi celsius al di sopra della norma. Ciò fra i 7 ed i 23 gradi fahrenheit più alte del normale per il periodo straordinario di un intero mese.
E più a nord ci si spinge, più si trova calore. Al di sopra della linea del 80° parallello di latitudine nord, le medie delle temperature dell'intera regione hanno raggiunto i 7,4°C oltre la norma. Per questa area dell'Artico, si tratta circa della stessa differenza tipica che intercorre fra gennaio ed aprile (aprile è di circa 8°C più caldo di gennaio in un anno normale). Quindi ciò che abbiamo visto non ha assolutamente precedenti – per l'intero mese di gennaio 2016, le temperature sono state quelle della primavera artica.
(Da gennaio a febbraio 2016, la regione del 80° parallelo nord di latitudine ed ulteriormente a nord ha sperimentato le sue condizioni più calde mai registrate. Le temperature sono rimaste in una gamma fra i -25 e i -15°C nella zona – una serie di temperature più tipiche di fine aprile. Fonte dell'immagine: NOAA).
E per l'inverno 2016 è possibile che l'Artico possa non averne le condizioni tipiche. Per la prima metà di febbraio si è visto questo calore record di tipo primaverile estendersi fino ad oggi, secondo il NOAA. E' come se le zone più fredde dell'Emisfero Settentrionale non abbiano ancora avuto l'inverno – come se le spaventosa tempesta che ha portato le temperature dell'Artico a livelli record durante la fine di dicembre abbia, dal suo arrivo, inceppato il termometro a livelli di temperatura tipici di aprile e lo abbia bloccato lì.
Il calore de El Niño è collegato al Polo
Perché tutto questo è così terribile? Sarebbe negativo se fosse solo un caso che il calore nell'Artico portasse proprio alla fusione sempre più rapida dei ghiacciai – spingendo i mari a sollevarsi di centimetri, pollici e piedi. Sarebbe piuttosto negativo se il riscaldamento polare si amplificasse man mano che il ghiaccio bianco sulla terraferma o sopra l'oceano si ritira – trasformando una superficie che riflette il calore in un tratto blu scuro, verde e marrone che assorbe calore. Sarebbe molto straordinariamente negativo se tale calore portasse anche alla fusione del permafrost - peggiorando ulteriormente il riscaldamento antropogenico liberando 1.300 miliardi di tonnellate di carbonio e infine trasferendone metà nell'atmosfera. E sarebbe piuttosto negativo se tutto il calore extra nell'Artico cominciasse ad interferire col meteo dell'Emisfero Settentrionale – alterando il flusso del Jet Stream. Portando a fronti che producono siccità molto persistenti e depressioni che producono tempeste.
(Onde di grande ampiezza nel Jet Stream – una sopra l'America Nordoccidentale ed una seconda sull'Europa – trasferiscono il calore delle latitudini più basse nell'Artico durante un anno di El Niño il 7 febbraio 2016. Man mano che l'amplificazione polare si è avviata a nuovi estremi durante la registrazione dei mesi caldi di dicembre e gennaio, è sembrato che la capacità de El Niño’di rafforzare il Jet Stream e quindi di separare il calore equatoriale dal Polo più freddo sia stata compromessa. Fonte dell'immagine: Earth Nullschool).
Tristemente, questi eventi non sono più solo ipotetici. Il ghiaccio marino si sta ritirando. Il permafrost sta fondendo. I ghiacciai stanno fondendo. E il flusso del Jet Stream sembra indebolirsi.
Ma se tutto questo calore polare che si accumula a causa dell'uso umano dei combustibili fossili avesse un altro effetto ancora? E se quella pietra calda gettata nel fiume della circolazione atmosferica che chiamiamo El Niño potesse in qualche modo trasferire il suo accumulo di calore tropicale fino al Polo? E se il flusso del Jet Stream nell'Emisfero Settentrionale fosse diventato così debole che persino un riscaldamento ai tropici dovuto ad El Niño con una forza da record non potesse accelerarlo significativamente (attraverso un aumento del differenziale di calore fra l'Equatore ed il Polo)? E se quelle nuove zone di fronte si allungassero fino all'Artico – spingendo calore tropicale nell'estremo nord durante gli eventi de El Niño? Durante i periodi in cui il globo, nel suo complesso, è più caldo che mai? Durante un periodo in cui il calore e l'umidità alla superficie dell'Oceano Pacifico stava sperimentando un nuovo picco a causa di una combinazione di riscaldamento antropogenico e de El Niño che tocca il vertice del ciclo di variabilità naturale?
E se, in qualche modo, il picco del calore tropicale potesse correre dall'Equatore al Polo?
Ciò che vedremmo è quindi un'accelerazione dei pericolosi cambiamenti dell'Artico descritti sopra. Ciò che vedremmo è un accoppiamento della amplificazione polare legata al riscaldamento globale col massimo della scala della variabilità naturale del calore rappresentata da El Niño. E, visto il non inverno nell'Artico rappresentato dal primo mese e mezzo del 2016, sembra che sia proprio questo che abbiamo appena sperimentato.
Gli scienziati sono atterriti. Be, dovrebbero. Tutti noi dovremmo.
Collegamenti:
NASA GISS
NOAA
Scientists are Floored By What’s Happening in the Arctic Right Now
Warm Arctic Storm to Unfreeze the North Pole
Clima del Polo Nord
The Arctic Sea Ice Blog
Impacts of Sea Ice Loss
Earth Nullschool
Jennifer Francis sull'Impatto del riscaldamento dell'Artico sul Jet Stream
h/t TodaysGuestIs