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martedì 22 agosto 2023

Addio al Pianeta Terra? Dall’autocompiacimento al panico



Il 2022 è stato l’anno che ha visto la conferma che il riscaldamento globale non solo esiste ma sta avanzando a un ritmo accelerato. Di fronte a dati come questi, la reazione logica avrebbe dovuto essere quella di spingere a fare qualcosa per evitare il peggio. Tuttavia, il risultato è stato opposto: le persone hanno ignorato questi dati o li hanno liquidati come una truffa. È un problema memetico. Figura da Ballester et Al. 2023.


La saggezza convenzionale sul clima era che il pubblico avrebbe gradualmente capito la gravità della minaccia climatica a causa dei suoi effetti sempre più evidenti: temperature più elevate, scioglimento dei ghiacci, eventi catastrofici e simili. Quindi, tutti avrebbero chiesto a gran voce che si facesse qualcosa al riguardo. 

Non sta succedendo. Ecco alcuni dati recenti di Gallup per gli Stati Uniti. La situazione non è molto diversa negli altri paesi. 


Al momento, siamo allo stesso livello di preoccupazione di 20 anni fa e i record della temperatura del 2022 e del 2023 non hanno avuto alcun impatto sulla percezione pubblica. Al contrario, da quanto si legge sui social, hanno generato una forte controreazione tra un gran numero di persone che sostengono che sia tutta una truffa per schiavizzarli. 

Quindi la saggezza convenzionale era sbagliata: non possiamo convincere gradualmente le persone che esiste un problema legato al clima. Ma potrebbe esserci un’altra possibilità: quella di un cambiamento improvviso nella percezione del pubblico generata da un evento spettacolare.

Può succedere. Nel 2020, in un paio di mesi, il pubblico è passato da un livello di preoccupazione sostanzialmente pari a zero per le infezioni virali a una percezione quasi universale di una minaccia mortale rappresentata dal virus del Covid. Un altro esempio è l'attentato al World Trade Center di New York nel settembre 2001, che ha improvvisamente aumentato la percezione di una grave minaccia terroristica. Ce ne sono molti altri.

Indipendentemente dal fatto che le minacce fossero reali o meno, questi eventi possono essere descritti come  transizioni memetiche di fase  (il termine “meme” indica un insieme di idee che si sposta da una persona all'altra). Cioè, un cambiamento rapido e completo nelle opinioni di un gran numero di persone. 

Queste transizioni fanno parte del modo in cui funziona il cervello. Sono stati notati per prima volta, forse, da James Schlesinger quando ha affermato che "le persone hanno solo due modi di agire: compiacenza e panico". Anche il cervello di altre specie sembra funzionare allo stesso modo. Ecco il principio di Schlesinger all'opera con gli uccelli. 




Alcuni uccelli stanno cercando cibo in un campo. Un uccello vede qualcosa di sospetto, vola in alto e, in un attimo, tutti gli uccelli volano via. È una transizione memetica: non cambia nulla di fisico, solo lo stato mentale degli uccelli diventa dominato dal meme che dice: "Ehi, forse c'è un predatore in giro!"

Possiamo vedere nella figura l'andamento del numero di uccelli in volo in funzione del tempo utilizzando una funzione logistica.



Il meme Covid ha attraversato una fase di transizione simile nel 2020, durata circa due anni. Da notare come all'inizio seguiva una curva che assomiglia ad una logistica, poi ha oscillato per un paio d'anni attorno ad un plateau, prima di declinare verso la scomparsa.



Ma non esiste una transizione del genere se cerchiamo su Google Trends termini relativi al riscaldamento globale. Al contrario, vediamo un costante declino per il termine “riscaldamento globale” e un aumento marginale per “cambiamento climatico”. (c'è un picco nei dati creati da Google che inserisce "cambiamento climatico" nel banner del loro motore di ricerca. Non prendetelo in considerazione).

Ciò non significa che una transizione memetica non potrebbe avvenire per il clima, ma ci sono due domande da porsi : 1) Può davvero accadere? e 2) Se ciò accadesse, sarebbe una buona cosa? La mia opinione è che la risposta ad entrambe le domande sia “no”, ma vorrei procedere con alcune considerazioni. 

Prima di tutto, che tipo di evento climatico potrebbe spingere le persone a uscire dall’autocompiacimento e portarle al panico? Finora abbiamo assistito a numerosi eventi disastrosi correlati al cambiamento climatico, ma nessuno ha generato una transizione della percezione a livello mondiale. Il problema sembra essere che esistono forti " anticorpi memetici " che impediscono alle persone di essere colpite dal meme del riscaldamento globale. Quindi, gli incendi boschivi sono attribuiti a piromani pagati dalla cabala climatica, lo scioglimento del ghiaccio è visto come parte di cicli normali, le ondate di caldo sono descritte come “normale clima estivo”, l’aumento delle temperature a misurazioni errate o vere e proprie truffe, e simili. 

La crisi Covid iniziata nel 2020 potrebbe aver rafforzato e alimentato questi anticorpi memetici, anche se sicuramente esistevano già prima. Molte persone credono in un semplice sillogismo aristotelico che recita:
 
- Il Covid era una truffa
- Covid e cambiamento climatico sono la stessa cosa
- Pertanto, il cambiamento climatico è una truffa. 

Si potrebbe sostenere che, di queste due cose, una rappresentava una minaccia di bassa entità, mentre l’altra può potenzialmente distruggere la civiltà umana. Ma le leggi della memetica sfidano le considerazioni razionali. La maggior parte delle persone non riesce a ragionare in termini di dati, né a comprendere cose come le medie, le tendenze a lungo termine, le incertezze sperimentali e simili. Ragionano secondo il principio di Schlesinger: o è compiacimento o è panico innescato da qualche evento improvviso e spettacolare. 

Non è che una transizione memetica non possa avvenire per il clima, ma richiederebbe eventi davvero eccezionali. Considerando che l’opinione pubblica ha completamente ignorato le 60.000 morti causate dall’ondata di caldo del 2022 in Europa, ne consegue che solo qualcosa di molto peggio potrebbe causare la transizione. E nessuno sano di mente lo vorrebbe. 

Ma immaginiamo che qualche evento veramente estremo scateni il panico nella percezione pubblica. Ciò genererebbe un’azione efficace contro il riscaldamento globale? Può darsi, ma dall'esempio della crisi Covid possiamo dire che il panico non porta necessariamente a buone soluzioni a un problema. Con il Covid abbiamo visto mettere in pratica molte non-soluzioni e soluzioni deboli, così come di soluzioni che hanno peggiorato il problema. Tutti questi provvedimenti hanno avuto un forte impatto negativo sulla salute, la dignità e il benessere delle persone. 

Peggio ancora, abbiamo visto che un determinato intervento era stato messo in pratica, era impossibile invertire la decisione, indipendentemente da ciò che dicevano i dati e la ricerca. La crisi del Covid è stata gestita principalmente dai politici, e i politici operano secondo un regime binario in cui non possono cambiare idea per non essere accusati di essere deboli. Possiamo solo rabbrividire all’idea di cosa potrebbe accadere se la crisi climatica fosse gestita dalle stesse persone, utilizzando gli stessi metodi. 

Speriamo che non avvenga una transizione repentina perché potrebbe peggiorare una situazione già difficile. Ma questo significa che dovremo subire il destino della rana bollita? Non necessariamente. Molte cose possono accadere e probabilmente accadranno. Ma di questo parlerò nei prossimi post. 


mercoledì 16 agosto 2023

Il Cambiamento Climatico secondo Tizio, Caio, e Sempronio

 

Immagine creata con Dezgo.com


Contributo di Fabio Vomiero



Tizio è un tipo piuttosto in gamba, ha studiato e si è laureato a pieni voti in filosofia. Ora si occupa di giornalismo, ma riveste prudentemente anche una comoda carica politica, non si sa mai con i tempi che corrono. Indubbiamente ci sa fare con le parole e anche con le persone.

I suoi scritti sono sempre ben architettati e trattano principalmente di argomenti di carattere politico e sociologico; il tono pertanto è spesso sarcastico e critico, difficilmente non condivisibile. Tizio è abituato ad avere sempre ragione, tanto sa benissimo che nessuno potrà mai dimostrare il contrario di quello che dice; è qui che prende origine la sua forza persuasiva e il suo successo.

Ogni tanto Tizio, in preda a delirio di onnipotenza, parla anche di scienza, mantenendo naturalmente quel suo irreprensibile ed immancabile piglio critico. Purtroppo non sa, o non si rende conto, che invece la scienza, per fortuna, non funziona come la politica e che generalmente gli scienziati parlano lingue e utilizzano metodi completamente diversi. Il riscaldamento globale antropico? Una bufala, quindi. Motivo? Perchè il clima è sempre cambiato e sempre cambierà, Annibale ha attravesato le Alpi con gli elefanti, i vichinghi hanno colonizzato la Groenlandia intorno all’anno 1000 d.C. quando era verde e quindi faceva più caldo e in Inghilterra, nello stesso periodo, si coltivava la vite. Inoltre è da qualche anno che gli inverni negli USA orientali e in Inghilterra sono particolarmente freddi e quindi, visto che la Corrente del Golfo si bloccherà e che l’attività solare si prenderà una pausa, entreremo presto in una nuova piccola era glaciale, altro che riscaldamento globale.

Quindi, caro uomo, tu non c’entri nulla, parola di politico, filosofo, poeta; stai pure tranquillo e goditela, pensa a cose più serie, magari alle scie chimiche, per esempio, o ai vaccini che causano l’autismo, quelle sì che sono cose di cui preoccuparsi.

Caio invece è laureato in fisica ed è oramai un po’ in là con gli anni, sa tutto di piani inclinati, cinematica, macchine di Carnot, particelle subnucleari e meccanica quantistica, se n’è occupato per tutta una vita. Dategli una leva e vi solleverà il mondo.

Purtroppo per lui, però, quel mondo nel frattempo è andato avanti e, come lui, è cambiata la scienza e il modo di fare scienza. L’era della fisica classica, del determinismo e del riduzionismo è stata in gran parte superata con il ventesimo secolo; ora il nuovo paradigma scientifico è rappresentato dalle scienze della vita in generale, non è più soltanto la fisica a farla da padrona. C’è ancora bisogno di Newton per carità, così come di ottica, di elettromagnetismo e di teoria quantistica dei campi, non si può certo farne a meno, ma ora il mondo si deve confrontare anche con una nuova forma della realtà, rappresentata dai sistemi complessi e servono pertanto nuove consapevolezze, nuove conoscenze, nuovi approcci, nuove teorie e nuovi metodi sperimentali.

Ma i tempi frastornati ed esigenti in cui viviamo, gli chiedono di esprimersi anche sul clima, nonostante la sua visione appaia evidentemente un po’ stantia, bloccata ancora allo studio della fluidodinamica e alla ricerca di equazioni e di algoritmi per tentare di spiegare ogni fenomeno naturale. Per lui non è semplice cambiare prospettiva e riuscire ad inquadrare un sistema complesso nella sua globalità e interdisciplinarità. Non è provato con assoluta certezza che la CO2 antropica sia il driver principale del riscaldamento globale, quindi… E quindi per lui il limite insuperabile diventa la conoscenza stessa del sistema, che ovviamente non potrà mai essere completa e definitiva, non esiste infatti l’equazione del clima.

Su questo hai ragione, caro Caio, ma allora visto che non esiste nemmeno l’equazione del cancro, che facciamo, rinunciamo alla ricerca medico-biologica e quindi alla speranza di trovare delle cure sempre migliori e più efficaci? Esiste forse un’equazione dell’invecchiamento o di un qualche altro processo fisiologico tipo la digestione o la funzione renale?

Sempronio invece è il classico italiano medio, ceto sociale medio, cultura media, curiosità media, indottrinamento medio, stupidità media... Rappresenta la pancia della società, come si suol dire, e in genere è abbastanza conformista, nonostante lui non si consideri affatto tale. Se una cosa esiste, o se la gente ha determinati comportamenti stereotipati, allora vuol dire che quella cosa o quel comportamento sono leciti o quantomeno innocui.

Fumare, prendere il sole tutto il giorno, consumare regolarmente alcol, mangiare merendine e carne abbrustolita alla brace in compagnia, bere bibite zuccherate, credere nell’oroscopo e nel fato. Lo dice la pubblicità, lo dicono Tizio e Caio, lo dice il dottore, lo dice il prete e via dicendo. Anche l’omeopatia dovrà quindi necessariamente funzionare per il semplice fatto che esiste; Il classico modo di ragionare degli adepti del mercato e del consumismo, altro che anticonformismo.

Ma cosa vuoi che gliene freghi allora del riscaldamento globale o dell’ambiente, l’importante è andare a fare ore di fila per il concerto, la partita, l’Expo, o farsi dieci giorni a New York o a Sharm, visto che va di moda, e al diavolo la dissenteria... Sennò poi, cosa racconto in ufficio.

E poi c’è il mutuo da pagare, il lavoro che non va, il viaggio da fare, la Zumba, l’escursione a 3000 metri, battere il record personale di corsa sui 10 km. per scongiurare l’avanzamento dell’età e dimostrare a se stessi e agli altri di essere ancora fisicamente prestanti. E’ infatti il fisico che conta, non c’è più tempo per leggere qualche saggio scientifico. Cosa vuoi che sia quindi per un po’ di CO2 in più, o il limite delle risorse, lo sviluppo insostenibile, il degrado ambientale, umano ed etico.

Molte di queste persone non si sono nemmeno accorte che il clima è cambiato anche a casa loro, perchè tanto per loro è tutto lo stesso, non ci fanno caso, hanno altro a cui pensare. Poi, quando gli chiedi cosa pensano del clima ti rispondono che d’estate ha sempre fatto caldo (32°C o 38°C per loro sono la stessa cosa) e che d’inverno fa sempre freddo uguale, al massimo, che non esistono più le mezze stagioni. Magari ti sanno dire soltanto, peraltro con invidiabile saccenza, che se anche il clima dovesse cambiare poi tornerà tutto come prima perchè sono soltanto dei cicli naturali... Gliel’ha insegnato il babbo quando erano piccoli.

Poi però, quando vengono a sapere che i figli vanno male a scuola, che bevono o assumono sostanze stupefacenti, o che il loro partner li tradisce, cadono sempre dal pero. Ma va?

Bella pancia della società che ci ritroviamo.

lunedì 31 luglio 2023

L'Europa brucia: l'energia rinnovabile può salvarci?


Figura da  Ballester et Al. 2023 che mostra le temperature medie estive in diversi Stati dell'Europa occidentale. La situazione sta rapidamente diventando drammatica e le energie rinnovabili saranno disperatamente necessarie non solo come sostituto dei combustibili fossili, ma anche come strumento di adattamento. 


Questo luglio ha visto le temperature più alte mai registrate in Europa e nel mondo. Non è un evento eccezionale ma fa parte di una tendenza. Dai un'occhiata al grafico sopra; non c'è altro modo per definirlo se non spaventoso. Se si mantiene la tendenza degli ultimi 10 anni, la temperatura media estiva in Europa continuerà ad aumentare di circa 0,14 °C ogni anno. Significa un grado in più entro il 2030 e tre gradi in più entro il 2050. E potrebbe andare molto peggio: gli autori dell'articolo hanno interpretato la crescita come lineare, ma questi sistemi complessi tendono ad andare in modo esponenziale. Forse anche l'aumento della temperatura potrebbe iniziare a ridursi. Ma è lecito ritenere che la tendenza continuerà e che l'Europa meridionale sarà particolarmente colpita. "L'Europa brucia"? Esattamente

Molte persone trovano questi dati sorprendenti. La maggior parte ha in mente l'aumento di "1,1 °C" normalmente menzionato quando si ha a che fare con il riscaldamento globale. Ma questo valore è una media globale delle temperature della terra e del mare, e il mare si riscalda meno della terra principalmente perché ha una maggiore capacità termica. Le temperature estive sulla terraferma sono un'altra storia e sono ciò che uccide le persone quando compaiono sotto forma di ondate di calore. L'estate scorsa, abbiamo avuto 60.000 morti in eccesso nell'Europa meridionale correlate alle ondate di caldo. Quest'estate le cose sembrano andare un po' meglio, ma che ne dite di un futuro con quattro gradi in più di riscaldamento? E non è solo una questione di ondate di caldo: i cambiamenti negli ecosistemi saranno profondi e irreversibili. Possiamo aspettarci siccità, desertificazione, erosione del suolo ed eventi meteorologici estremi. 

La saggezza standard è che possiamo fermare il cambiamento climatico eliminando gradualmente il consumo di combustibili fossili e quindi le emissioni di CO2. Si potrebbe fare con una migliore efficienza, risparmio energetico e diffusione di energie rinnovabili (potrebbe essere utilizzata anche l'energia nucleare, anche se con molti problemi in più). È possibile, ma potrebbe essere fatto abbastanza velocemente? Vediamo una proiezione del recente rapporto al Club di Roma " Earth for All ", un modello globale del sistema economico mondiale. 


Vedete la transizione energetica in termini di graduale eliminazione delle emissioni di CO2. Nello scenario "Giant Leap", la transizione è completata entro il 2050. Si possono vedere scenari simili, anche se più dettagliati, nei rapporti IPCC . Anche le proiezioni più ottimistiche non vedono la scomparsa dell'uso di combustibili fossili prima del 2050-2060. 

Ora, quali sarebbero gli effetti sulle temperature globali dell'eliminazione graduale dei combustibili fossili entro il 2050? Lo studio " Earth for All " modella anche questo. (gli scenari IPCC forniscono risultati simili): 


Vedi che non c'è una grande differenza tra i due scenari. Anche dopo che il consumo di combustibili fossili è stato portato a zero, nel 2050, le temperature continuano a salire per più di 30 anni . È previsto. La riduzione o addirittura l'azzeramento delle emissioni non rimuove la CO2 dall'atmosfera; impedisce solo che la sua concentrazione aumenti. Il sistema ha un certo ritardo nella risposta alla forzante climatica che lo fa riscaldare anche se le emissioni sono diventate pari a zero. Per questo motivo, la maggior parte degli scenari dell'IPCC presuppone l'utilizzo di tecnologie di sequestro del carbonio da implementare dopo il 2050, anche se nessuno sa con certezza come queste tecnologie potrebbero funzionare. Si noti inoltre che questi calcoli non tengono conto della possibilità di "punti critici" che potrebbero sbilanciare il sistema e causare cambiamenti drastici, rapidi e irreversibili.  

Il punto è che se il rapporto tra le temperature europee e quelle globali si mantiene ai valori attuali, un aumento globale di oltre 2 gradi corrisponde a circa 4 gradi in più sulla terraferma in Europa. Quindi, anche con ipotesi ottimistiche, sembra che una rapida transizione dai combustibili fossili non possa impedire cambiamenti radicali nel sistema climatico . 

Questo significa che le rinnovabili sono inutili? Per nienteLe rinnovabili, finora, sono state considerate principalmente come uno strumento per mitigare il riscaldamento globale. Cioè come strumenti per ridurre ed eventualmente eliminare le emissioni di CO2. Ma serviranno anche le rinnovabili come strumenti di adattamento. A questo punto, è chiaro che  abbiamo bisogno di energia per sopravvivere. 

In futuro, l'Europa meridionale potrebbe diventare un ambiente paragonabile a quello attuale in luoghi come Dubai, dove la  temperatura media giornaliera estiva  è di circa 34 °C. I residenti dicono che  ci sono solo tre stagioni a Dubai: primavera, estate e inferno.  In estate le persone vivono in case con aria condizionata e si spostano in veicoli climatizzati per raggiungere spazi climatizzati per lavoro o per attività sociali. Bevono acqua desalinizzata e consumano cibo importato o coltivato in zone irrigate. È perfettamente possibile  coltivare il deserto arabo , a condizione che la terra possa essere irrigata e che richieda energia.

Il Sud Europa può adottare strategie simili? Sì, ma serve energia. Dubai ha un'ampia fornitura di combustibili fossili a basso costo dai paesi vicini, sufficiente a creare gli ambienti artificiali che mantengono in vita le persone durante l'estate. Si stanno  muovendo verso le rinnovabili , ma stanno partendo da livelli molto bassi. In Europa, invece, l'approvvigionamento di combustibili fossili è limitato e costoso, ma le rinnovabili stanno già coprendo un'ampia frazione dei consumi ( oltre il 20%). Questa offerta può essere aumentata gradualmente per sostenere l'adattamento. Abbiamo bisogno di spazi climatizzati per le persone in estate, abbiamo bisogno di gestire il territorio per evitare l'erosione e la desertificazione, rimboschire aree degradate, creare bacini idrici e altro ancora. Potremmo aver bisogno di utilizzare una fermentazione di precisione alimentata da fonti rinnovabili per fornire cibo indipendentemente dall'agricoltura. 

Lo scenario di mitigazione basato sulle rinnovabili è un probabile percorso che le regioni colpite dal riscaldamento potrebbero seguire gradualmente, forse controvoglia ma costrette dalle circostanze. Le persone vorranno disperatamente l'aria condizionata anche se continuano a gridare che il riscaldamento globale non esiste o che "il clima cambia sempre". Certo, sono varie le forme che questa strategia può assumere, e può essere accompagnata da massicce migrazioni verso i Paesi del Nord e da tentativi di abbattere drasticamente CO2 dall'atmosfera. Entrambi richiederebbero enormi quantità di energia. 

Al momento, questi scenari sono politicamente tabù nella discussione in Europa. La maggior parte delle persone nella regione sembra ignorare o negare l'esistenza stessa del riscaldamento globale o considerarlo nient'altro che un fastidio minore, se non un complotto dei poteri forti per renderli schiavi. Ciò potrebbe rallentare gli sforzi per mitigarlo o per adattarsi ad esso. Alla fine, però, il cambiamento è inevitabile. Ovviamente a nessuno piace l'idea che l'Italia assomigli a Dubai tra qualche decennio, ma potrebbe andare molto peggio . 



giovedì 27 luglio 2023

L'Effetto Serra Spiegato dalla Madonna



La Madonna del Monte Amiata, ca. 1800 mt. s.l.m.


Buongiorno, Madonnina. 

Buongiorno.

Ah… ma tu parli?

Che ti aspettavi? Volevi che piangessi?

No, no…. Non dicevo questo. Però.... sono un po' sorpreso.

Sai, avrei anche tante ragioni per piangere. Guarda dove mi hanno messo. In cima a questa montagna, esposta a tutti i venti, al freddo, alla neve, grandine, eccetera. Per non parlare del fumo dei ristoranti che hanno messo poco più in basso. Ma mi sembrava gentile risponderti visto che ti sei inerpicato fin quassù. E’ una bella salita.

Ah, niente di particolare. Solo un po' ripido. Comunque, grazie, Madonnina.

Di niente.

Senti, Madonnina… visto che ci sono, ti volevo chiedere una cosa.

Beh, tutti mi chiedono cose. C'è chi sta male, chi ha problemi di soldi, di amori, e cose del genere. Mi dispiace che non posso fare miracoli per tutti, ma ci posso provare. Sai. anche Lui fa quello che può. Ma deve stare dietro a qualche miliardo di galassie. Per non parlare delle altre dimensioni del multiverso. Ma cosa mi volevi chiedere?

Lo so che tutti ti chiedono cose. Ma vedi, c'è un problema più grande. Non so se hai mai sentito parlare di questa cosa che si chiama "riscaldamento globale."

Ma certo. Vedi, me ne accorgo anche da quassù, in cima alla montagna. Non c'è quasi più neve in inverno, e fa molto meno freddo. E' l'effetto serra causato dal biossido di carbonio.....

Madonnina, ma tu ti intendi di queste cose?

Beh, la scienza del clima non è proprio il mio campo. Ma, sai, Lui, certe cose le sa molto bene e me le spiega. Sapessi quanto tempo ci ha messo al tempo della creazione per regolare i gas serra in modo che non facesse né troppo freddo né troppo caldo. Me ne ha parlato molto. E, a proposito di temperature, hai mai pensato al Paradiso?

In che senso, Madonnina?

Beh, in termini di effetto serra, intendo dire.

Ma, no, per la verità, no. Non pensavo che il Paradiso esistesse veramente.

Lo sai che ci sono più cose in cielo e in terra di quante tu ti possa immaginare con tutta la tua scienza.

Ah, si... certo. Ma dov'è il Paradiso, allora?

Si estende su molte dimensioni, ovviamente, ma si sovrappone anche con quella dove vivete voi, creature umane. Diciamo che in questo particolare universo il Paradiso sta nell'alta troposfera. Ed è una questione di profondità ottica dell'emissione di infrarossi. In altre parole, in Paradiso fa un freddo becco.

Beh, mi posso immaginare, dato che è così in alto. Però dicono che è un posto dove si sta bene. Tutti ci vorrebbero andare. Non è così?

Certamente ma, vedi, ci vivono le anime. E le anime sono creature diafane. Non sentono il freddo. Invece io...

Ah... Vero. E' la questione dell'assunzione, vero?

Eh, si. Mi trovo a essere l'unica ad avere un corpo umano in tutto il Paradiso. E' un grande onore, certo. Ma, come dicevo, è un freddo boia. Meno male che mio figlio, carino, ha messo su un po' di nuvole-termosifoni dove sto di solito. Anche dell'ossigeno in più. Le creature diafane non ne hanno bisogno, ma io si. E così sto un po' meglio. Poi, dopo il giudizio universale, dovranno pensare a qualcos'altro -- arriveranno tutti col corpo, e sarà un po' affollato. Ma ci penserò Lui. 

Ma quello che sta succedendo ora sulla Terra è il giudizio universale?

No. E' un altra cosa. E' un po' come quando Lui si era dimenticato il magma a bollire nel mantello e gli è scappata fuori una provincia magmatica gigantesca. E addio dinosauri! Sapessi come c'è rimasto male!

Ma tu, Madonnina, c'eri già al tempo dei dinosauri?

Ovviamente no. Ma Lui mi racconta molte cose. Gli è molto dispiaciuto dei dinosauri. Mi diceva che i tirannosauri gli erano venuti particolarmente bene. Erano un po' aggressivi, in effetti, ma erano degli animali magnifici. Ma così vanno le cose. Ogni tanto un ecosistema va fuori controllo. Lui ha tutte queste galassie da gestire. Miliardi di galassie, pensa. Onnipotente quanto vuoi, ma non ce la fa a star dietro a tutto.

Ah... capisco. Forse. Ma, allora, cosa succede adesso da noi, sulla Terra?

Hai mai sentito parlare dell'Inferno?

Si, certo.

Hai sentito dire che è un posto molto caldo, vero?

Si, si. Così dicono.

Beh, effetto serra.

Vuoi dire che...... ?

Esattamente questo. Riscaldamento causato dall'effetto serra. State andando tutti all'Inferno.

Madonnina, ma è possibile?

Perfettamente possibile. L'Inferno ve lo state creando da voi.

Ah...

Eh.... proprio così.

Ma non è che potresti mettere una buona parola con....

Posso provare. Ma con tutti i guai che avete combinato e state combinando.... Lo capisci perché la Madonna alle volte piange, vero?

Si, capisco. Credo di capire.

Ma non si sa mai. Lui è buono. Solo che alle volte, anche Lui non ne può più.

Eh, si. Immagino.

Ci provo. Magari lui decide di darvi una mano. Ma se non smettete di fare le cose che fate, l'inferno vi aspetta. 

Capisco.

E grazie per la visita

E' stato un piacere, Madonnina. Grazie comunque. E mi dispiace per il fumo dei ristoranti, qui sotto.

Non ti preoccupare. Visto come vanno le cose, non dureranno a lungo. Non ci sono ristoranti all'Inferno.










giovedì 13 luglio 2023

Dodici Metodi per Risolvere il Problema Climatico.




L’esistenza del “riscaldamento globale” cominciò a essere chiara circa 50 anni fa. Negli anni 1990, cominciò a pensare che era un problema. Da allora, non sono mancate le proposte per risolverlo. Eccone alcune

  1. Il metodo “il climatologo sono io”. Il riscaldamento globale non non è causato dall'uomo, e questo è provato dagli elefanti di Annibale, dai sentieri alpini nel Medio Evo, dai vichinghi in Groenlandia, e da quello che ho sentito raccontare da mio cugino.
  2. Il metodo “Non mi fregate un'altra volta!” Dopo che gli scienziati ci hanno imbrogliato così pesantemente con la storia del Covid, non credo più a niente che abbia a che vedere con la “Scienzah”. Quindi, il problema climatico non esiste. E la Terra è piatta.
  3. Il metodo “la scienza ci salverà”. Basta aspettare che venga fuori la fusione nucleare, l’idrogeno, l’energia di punto zero, il buco nero tascabile, o qualcosa del genere. Io ci credo. Perché, voi no?
  4. Il metodo “Greta Thunberg”. Battere i piedi per terra e urlare “qualcuno faccia qualcosa.” Include slogan tipo “ci state rubando il futuro” e macchiare opere d’arte famose con vernice lavabile.
  5. Il metodo “decrescita”. Se tutti stiamo al buio e al freddo, andiamo a piedi, e mangiamo solo patate coltivate nell’orto, allora non solo risolveremo il problema, ma saremo anche molto felici.
  6. Il metodo “bisogna cambiare il modello di sviluppo”. Nessuno sa esattamente cosa vuol dire, ma in certi ambienti fa figo dirlo.
  7. Il metodo “fighetti verdi”. Compriamo solo prodotti certificati come ecologici, andiamo a piedi e in bicicletta, spegniamo la luce quando usciamo di casa. E’ vero che in estate ci facciamo la nostra vacanzina a Sciarm in aereo, ma ce la meritiamo.
  8. Il metodo “IPCC”. Facciamo delle grandi conferenze dove tutti arrivano in aereo per discutere piani dettagliatissimi su come ridurre le emissioni. Poi nessuno li segue, ma non è colpa nostra.
  9. Il metodo “Comune di Bugliano”. I pannelli fotovoltaici si possono installare liberamente sui tetti del nostro comune, ma devono essere rossi, non li si possono mettere sui tetti visibili dalla strada e, per evitare riflessi pericolosi, solo in zone dove non batte il sole.
  10. Il metodo "World Economic Forum" (WEF). Usiamo gli stessi metodi che abbiamo usato durante la pandemia. Per prima cosa, vi chiudiamo in casa tutti quanti (tanto abbiamo visto che non protestate), ma stavolta non vi facciamo più uscire. E poi vi daremo insetti da mangiare. 
  11. Il metodo Bill Gates. Spruzziamo gigantesche quantità di robaccia nell'atmosfera per schermare il sole. Tanto, cosa potrebbe andare storto?

Ovviamente, vi potete divertire ad aggiungere altre cose ma, a parte gli scherzi, diciamo che da ora in poi, sarà bene cominciare a pensare a qualcosa di più serio e di più incisivo, altrimenti non la sbarchiamo. Io propongo sempre la stessa cosa: massimo sforzo sulle energie rinnovabili, così almeno ci liberiamo della fonte principale del problema, i combustibili fossili. Può darsi che non basti, ma almeno ritardiamo il menu a base di insetti. 


giovedì 6 ottobre 2022

Mai Baciare un'Aliena! Ovvero: la morte della scienza



Mi ricordo di aver letto un romanzo di fantascienza, parecchi anni fa, del quale mi è rimasto in mente la descrizione dell'incontro di un'astronave aliena e una umana da qualche parte nel mezzo della galassia. Nel romanzo, gli umani e gli alieni respirano atmosfere diverse e possono entrare in contatto solo attraverso una barriera di vetro, ma, lentamente, cominciano a capirsi. A un certo punto, uno degli astronauti terrestri approfondisce talmente il rapporto con un'aliena che il capitano lo deve redarguire, dicendogli: "Stai attento, Non è il caso che tu ti innamori di un'aliena verde che respira cloro e beve acido cloridrico." (Il romanzo era dello scrittore sovietico Ivan Yefremov, se mi ricordo correttamente). 

Non ci capita spesso di innamorarci di femmine aliene con la pelle in teflon, però succede alle volte di essere affascinati dalla diversità, dallo scoprire dei mondi completamente inaspettati. A volte, dei mondi anche sconvolgenti, che non vorresti esistessero. Ma la diversità di arricchisce sempre e comunque. Se qualcosa esiste -- e forse da qualche parte esistono veramente alieni (e aliene) che respirano cloro -- ci deve essere qualche ragione per la quale esistono. 

Un'esperienza del genere l'ho avuta leggendo un post sul blog di un mio amico, Un testo che posso definire soltanto come alieno. Non che non sia comprensibile: è scritto in una lingua terrestre che riesco, più o meno, a decifrare. Ma non ci trovo una sola frase che sia coerente con la mia visione dell'universo. Nulla che corrisponda ai dati che ho, o con la quale potrei essere anche vagamente d'accordo. Per quanto ne posso dire io, potrebbe venire da un altra galassia. Provate a leggerlo anche voi. Se avete un minimo di educazione di tipo tecnico-scientifico, avrete anche voi la stessa impressione. 

Attenzione! Non sto pubblicando questo testo per esporlo al ludibrio di chicchessia, e nemmeno per criticarlo. Anzi, sono ammirato dalla franchezza dell'autrice, che non conosco personalmente ma che sono straconvinto sia un'ottima persona. Se vi presento questo testo, è un po' come per presentarvi un ode funebre. Questo testo non è una poesia, ma in un certo senso ha un valore poetico. E' un'ode alla morte della scienza. 

La scienza, si, quella che era partita dagli astronomi del rinascimento che meticolosamente, faticosamente, notte dopo notte, raccoglievano dati sul moto dei pianeti e delle stelle. Forse pensavano davvero che ci fossero degli angeli a spingere, ma questo non rendeva il loro lavoro meno meticoloso. La scienza di Galileo, quella che "la sapienza è figliola della sperienza." La scienza, quella fatta del "1% di ispirazione e il 99% di traspirazione," quella per cui niente che non sia rigorosamente provato è vero, e dove tutto è quantificato, tutto è misurato, tutto è valutato. Quella scienza che ci insegnavano quando eravamo matricole all'università. Forse non era mai veramente esistita, ma ci credevamo. E se ci credevamo, in un certo senso esisteva. 

Ed è tutto svanito. Non so a voi che effetto fa vedere la faccia di uno dei tanti virologi televisivi che hanno imperversato negli ultimi due anni e mezzo. A me, fa un effetto tipo quello che mi aspetterei se baciassi un'aliena che ha appena bevuto uno Spritz all'acido cloridrico. E non sono il solo ad avere questa sensazione. Conosco tantissime persone che si sono sentite pesantemente imbrogliate da come sono state trattate durante gli ultimi due anni e mezzo, sempre con la scusa della "scienza." Queste persone hanno perso ogni fiducia nella scienza, perlomeno in quella "ufficiale." Non che siano diventati tutti terrapiattisti, ma ora notano i tanti imbrogli che ci stanno rifilando in nome della scienza. E mi sa che queste persone non siano dalla parte dei più tonti nella curva gaussiana. 

Purtroppo, si può anche esagerare con questo atteggiamento. E' anche venuto fuori un gruppo di persone che rifiutano la scienza in toto e si rifanno una loro visione dell'universo sulla base di presupposti completamente diversi. Come fa, fra i tanti, l'autrice di questo testo. E non c'è modo di mettersi d'accordo. La scienza (quella cosa che chiamavamo "scienza") parte da certi presupposti, postulati se volete. Non li si possono veramente dimostrare. Si possono accettare o rifiutare. Se uno li rifiuta, ne possiamo solo prendere atto. Ed è colpa degli scienziati se agli occhi di tanta gente la scienza è diventata un'accozzaglia di corrotti imbroglioni al soldo dei poteri forti. 

Può darsi che, come tante altre cose, tipo il comunismo o il culto di Giove Pluvio, anche la scienza abbia concluso il suo ciclo. Forse così doveva essere per qualche ragione -- forse qualcuno, nei quartieri alti, ha voluto distruggerla perché dava fastidio con la sua insistenza su certe cose tipo la necessità di far qualcosa contro il cambiamento climatico. Comunque sia, così è andata. 

E allora? Beh, non ci resta che marciare verso il futuro al buio, con gli occhi bendati, e con il nervo ottico reciso. Cosa mai ci potrebbe succedere di male?   

UB



<..> Occorre tenere presente che gli stessi centri di potere (militare in primis) che cavalcano il catastrofismo climatico antropico e forniscono le loro soluzioni, sono gli stessi che hanno costruito la “narrazione” dei cambiamenti climatici, consapevoli del ruolo e del potere che una simile narrazione poteva comportare in futuro.

Che i cambiamenti climatici dipendano dalla storia terrestre e dai suoi cicli naturali di raffreddamento e riscaldamento è un’ipotesi sensata dal momento che la terra non è una macchina; è un organismo vivo che evolve, che influenza altri organismi e che da essi è influenzato. Poi c’e’ la responsabilità di quella parte di umanità che ha danneggiato e danneggia tutt’ora lo strato dell’ozono con l’esplosione di bombe nucleari e con il lancio di razzi e di satelliti, che utilizza tecnologie elettromagnetiche capaci di modificare la ionosfera, che irrora i cieli con sostanze che schermano la luce solare apportando una modifica delle condizioni climatiche, oltre ad essere nocive per tutti gli esseri viventi.

Forse l’inganno della co2 come il peggiore dei mali possibili si svela quando realizziamo che non è un inquinante, è il componente principale degli esseri viventi, e senza di essa le piante non sopravvivono….. e nemmeno gli esseri umani, per lo meno fino a quando resteranno tali 

Si potrebbe pensare che ne è stata immessa in eccesso, ma allora perché dalla storia della terra emerge che i periodi con più concentrazione di CO2 (superiore a quello attuale) corrispondevano ad una massima esplosione della vita vegetale? e poi perché i “negazionisti dei cambiamenti climatici” che vedono nel programma di decarbonizzazione una catastrofe ambientale vengono oscurati senza permettere loro un confronto?

Una volta si accusavano giustamente i negazionisti di essere pagati dalle compagnie petrolifere per negare il riscaldamento climatico (poi modificato in cambiamento).

Con la stessa foga avremmo dovuto chiederci da chi erano finanziati i promotori del catastrofismo climatico (Al Gore, Club di Roma, ONU, OMS IPCC, NATO WWF…….. dietro di loro avremmo trovato Rockfeller, Soros, la monarchia inglese……)

Io non so che impatto ha la CO2 sul cambiamento del clima, ma soprattutto non so se il clima sta cambiando e quali sono le cause, di sicuro i signori del male non dichiareranno mai guerra alla macchina bellica e alle sue emissioni di cloruri metalli pesanti radiazioni e co2, come non se la prenderanno mai con i razzi che portano in cielo i satelliti di Musk e di Bezos.

Se la prendono guarda caso con la molecola meno nociva tra le tante…… chissà, forse un giorno oltre ad accusarci di essere in troppi, ci chiederanno di ridurre l’espirazione di anidride carbonica…… così come alcuni “ambientalisti” stanno colpevolizzando i cadaveri degli alberi di emettere co2 durante la decomposizione.

Nel frattempo, con la scusa dell’emergenza energetica, in alcune parti dell’Europa (Romania) si sta autorizzando l’abbattimento delle foreste “protette”, si sta implementando l’utilizzo di gas di scisto, sta aumentando l’utilizzo del carbone, si stanno riattivando centrali nucleari, si impongono pericolosi rigassificatori ad alto tasso di inquinamento, aumenta l’estrazione di petrolio, si installeranno mostruose pale eoliche e fotovoltaico ovunque….. insomma, stiamo assistendo ad una accelerazione della distruzione della terra e “all’inevitabile” aumento di co2 in atmosfera.

Bene ha scritto un mio amico del ridicolo orologio che segna il tempo che manca alla catastrofe….. perché è anche nei particolari grotteschi che si scorge l’inganno. A tal proposito è utile ricordare alcune celebri dichiarazioni apocalittiche provenienti da voci “autorevoli”: ONU 1989: se non si inverte il riscaldamento globale entro il 2000 l’innalzamento dei mari provocherà disastri,

Al Gore 2008: l’intera calotta polare artica scomparirà entro 5 anni (2013).

Di queste dichiarazioni con date sparate a “caso” ce ne sono state una infinità e tutte quante hanno avuto il compito di instillare paura, di far prendere confidenza con un futuro pericolo e con la necessità che qualcuno lo gestisse.

Questa mattina il cielo era blu, pulito, poi i soliti aerei hanno cominciato ad irrorare formando una sottile velatura. E’ il caso di dire che ce la fanno proprio sopra gli occhi! Tante persone non hanno più memoria dei bei cieli blu del passato. E’ come se il cielo fosse un’entità che non gli “appartiene”, non è affare loro…… e a me questa mentalità preoccupa molto di più della CO2.

La realtà è che ci ingannano indicandoci un problema per nasconderne altri e ben più gravi. Trasformando la co2 da molecola che sostiene la vita in un ennesimo nemico invisibile da combattere,i signori del male hanno intrapreso lo scontro finale contro la natura, che si chiama transizione ecologico/digitale. Si sta realizzando il piano per controllare e manipolare la vita, clima compreso, perciò possiamo individuare nella teoria dei cambiamenti climatici lo strumento per portarlo a compimento, e con la benedizione della massa green, diventata utile idiota dell’ Agenda transcodigitale.

Secondo la testimonianza di Nigel Calder, alla fine degli anni 80 Margaret Thatcher andò alla Royal Society e disse ai tecnici dell’IPCC: “ecco i soldi per provare la tesi del riscaldamento globale di origine antropica!”. Loro elaborarono il primo grande rapporto che predisse il disastro climatico come risultato del riscaldamento globale. Quando Calder andò alla conferenza stampa scientifica, rimase impressionato da due cose: Primo, la semplicità e la forza d’urto del messaggio. Secondo, la totale indifferenza riguardo a tutta la scienza climatica di quel tempo e in particolar modo al ruolo del sole, che invece era stato l’argomento di un importante incontro alla Royal Society soltanto alcuni mesi prima.





venerdì 19 agosto 2022

Foreste: Raffreddano la Terra o la Riscaldano? Un commento di Anastassia Makarieva


 

Anastasia Makarieva, insieme a Viktor Gorshkov, ha sviluppato alcuni concetti fondamentali sul funzionamento dell'ecosfera: la " regolazione biotica dell'ambiente " e la " pompa biotica ". Qui, con il suo permesso, riporto un messaggio che ha inviato a un forum di discussione su queste cose. Makarieva qui propone un'idea piuttosto controversa, ovvero quella che non è possibile provare che il riscaldamento globale osservato fino ad oggi è dovuto soltanto all'incremento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera. La deforestazione potrebbe giocare un ruolo altrettanto importante, e forse anche più importante. Se siete interessati ad entrare nel forum, scrivetemi a "ugo.bardi(cosinastrana)unifi.it"



di Anastassia Makarieva


Cari colleghi,

grazie mille per queste discussioni affascinanti. Sto imparando così tanto da questo gruppo, solo per citare un paio di cose più recenti, grazie Svet per averci ricordato quegli importanti studi sui topi, grazie Mihail per la nota sull'agroecologia in Corea del Nord e grazie, Christine, per aver condiviso le tue esperienze come contadina. È davvero un lavoro molto duro, non sono un agricoltore ma ho vissuto in natura dove devi preoccuparti della maggior parte delle cose che sono vitali, e questo lavoro lascia poco tempo per fare scienza, specialmente in un clima freddo. (potete trovare alcune foto qui ). E sono sopraffatta da altre cose discusse nel gruppo, cercando di recuperare il ritardo e scriverò più tardi.

Qui ho pensato di condividere la mia comprensione del fatto che le foreste raffreddino o riscaldino la Terra, ne ho discusso alcune volte, quindi mi dispiace se si tratta di una ripetizione.

Nell'articolo di recensione recentemente citato da Ugo, come ha giustamente notato Mara, non c'è nulla di controverso o rivoluzionario. Tutti sanno che quando una certa parte dell'energia solare viene catturata dall'evaporazione, la superficie diventa localmente più fresca che in assenza di questo processo. Proprio perché, per risparmio energetico, una certa parte dell'energia solare, invece di riscaldare la superficie, viene spesa per estrarre le molecole di vapore acqueo dalla fase liquida vincendo l'attrazione intermolecolare.

Ma, cosa importante, questa energia rimane nella biosfera, a differenza della parte della radiazione solare che viene riflessa nello spazio da una superficie luminosa.

Quindi, se la Terra nel suo insieme diventerà più fredda o più calda in presenza di evaporazione, dipenderà da come la biosfera distribuirà questa energia latente.


Date un'occhiata a questa figura, sopra. Mostra come avviene la condensazione nell'aria che sale. Il calore latente viene rilasciato nell'atmosfera superiore e può irradiarsi nello spazio da quegli strati superiori senza interagire con i gas serra (che sono per lo più concentrati a bassa quota). Questo avrà come effetto di raffreddare il pianeta, riducendo l'effetto serra planetario. Ripeto: una certa quota di energia solare (in forma di calore latente)lascerà la Terra con una minore interazione con i gas serra. È un effetto rinfrescante dell'evaporazione.

È importante sottolineare che questo effetto sarà più forte se l'aria calda trascorre più tempo nell'alta atmosfera. Se scende poco dopo la condensazione, tutto il calore latente diventa sensibile e riscalda solo la superficie. Ma se c'è un modello di circolazione su larga scala con l'aria che viaggia per migliaia di chilometri, l'effetto sarà più pronunciato. Quindi la circolazione della pompa biotica renderà questo effetto più forte (più che nel caso di precipitazioni locali). 

Ma, oltre a questo effetto di raffreddamento, ci sono effetti di riscaldamento. Uno di questi è la semplice presenza di più vapore acqueo nell'atmosfera al di sopra di superfici umide. Poiché il vapore acqueo è un gas serra, la sua presenza sulla terra aumenta la concentrazione di assorbitori di radiazione infrarossa. La quota di energia che esce senza interagire con loro aumenta, ma aumenta anche il numero totale di molecole. Quale effetto vincerà?

Inoltre, più vapore acqueo e convezione significano più nuvole. E alcuni tipi di nuvole riscaldano la Terra. Altri raffreddano la Terra. Quale prevarrà?

Questi argomenti mostrano perché il messaggio sul raffreddamento delle foreste non scaturirà mai dai modelli climatici globali. Non sono adatti per stimare se esiste e quanto potrebbe essere forte.

La mia posizione personale è che concentrarsi sul raffreddamento o sul riscaldamento è strategicamente dannoso per il caso di protezione delle foreste. Ciò che le foreste naturali fanno sicuramente è ridurre al minimo le fluttuazioni del ciclo dell'acqua, le ondate di calore, la siccità e le inondazioni. Sebbene questi estremi siano attualmente ufficialmente attribuiti alle emissioni di CO2, è noto che questa attribuzione soffre di molti problemi. Su questo argomento consiglierei questo breve video della dott.ssa Sabine Hossenfelder  https://www.youtube.com/watch?v=KqNHdY90StU .

Quindi, in effetti, sostenere che una particolare ondata di caldo (LOCALE) ha a che fare con la distruzione delle foreste (che è noto per cambiare gravemente le temperature LOCALI) potrebbe essere molto più facile e più produttivo che discutere sul ruolo delle foreste nel riscaldamento o nel raffreddamento globale -- dove non c'è una semplice argomentazione.

Quindi, pensiamo a come funzionano le cose ora: abbiamo un'ondata di caldo e alla gente viene detto che è dovuta alle emissioni di CO2, per ridurre le emissioni le persone usano "biocarburanti" tagliando più foreste. Con una maggiore perdita naturale di foreste, il ciclo dell'acqua è ulteriormente disturbato e abbiamo più ondate di caldo, che sono ancora una volta attribuite al riscaldamento globale, ecc. È una situazione complessa.

Anastassia

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Un ulteriore commento di Anastassia11 agosto 2022 alle 23:48

Il lavoro di Winckler et al. 2019 https://doi.org/10.1029/2018GL080211 affronta l'argomento di come una deforestazione su larga scala (di grandezza storica) influenzerebbe la temperatura media globale. È importante sottolineare che separano i contributi dai diversi processi. Senza ulteriori indugi, diamo un'occhiata alla loro Figura 2:


  1. Qui "locale" (linea rossa) significa l'effetto che tutti conosciamo: quando le piante cessano di esistere, la superficie LOCALMENTE si riscalda, anche se riflette di più (es. una foresta in un deserto) (nota di UB: questo è perché scompare l'effetto raffreddante locale della traspirazione). Tuttavia, come ho detto nel mio post originale, ci sono anche effetti non locali: poiché il pianeta cattura meno energia a causa di una superficie più riflettete durante la deforestazione, si raffredda. Questo effetto NON è evidente a livello locale, perché localmente viene superato dal riscaldamento causato dalla perdita di traspirazione.

    Ma a livello globale l'effetto diventa pronunciato. Quindi, secondo la Figura 2b, nei modelli globali l'effetto netto dell'illuminazione del pianeta dovuto alla perdita della copertura vegetale è MAGGIORE di qualsiasi traspirazione di raffreddamento possa indurre.

    La barra grigia nella Figura 2b è il riscaldamento dovuto alle emissioni di carbonio indotte dalla deforestazione. Quindi questa immagine dice essenzialmente che (quasi) tutta l'influenza della vegetazione sul clima è dovuta all'emissione/cattura di carbonio. Il raffreddamento della traspirazione è negato dal riscaldamento correlato all'albedo.

    Tenete presente che dire che i GCM NON tengono conto del raffreddamento della traspirazione non è corretto e minerà la credibilità di chi lo sta dicendo. Gli scienziati SONO molto preoccupati per la valutazione di questo effetto. Ciò che è possibile sostenere è che i modelli potrebbero tenere conto di questo effetto IN MODO ERRATO. Ma per argomentare questo, bisogna avere almeno alcune prove indipendenti.

    Ora, date un'occhiata alla Figura 2c. È la più interessante. Mostra separatamente come (la simulazione indica che) il pianeta si è RAFFREDDATO (di quasi 1 grado K) dopo che la vegetazione primaria è stata distrutta e la superficie del pianeta è diventata più luminosa. Questo calcolo basato sull'albedo è molto semplice e quindi robusto.

    Quindi, il fatto che l'effetto netto sia molto più piccolo, circa -0,05 K, significa che nei GCM il raffreddamento della traspirazione GLOBALE, in primo luogo, esiste e, in secondo luogo, è molto sostanziale.

    La perdita di raffreddamento della traspirazione ha portato a un riscaldamento di circa 1 grado. Nella mia nota originale, ho discusso di come non sia possibile su basi qualitative dire se la traspirazione raffredderà o riscalderà globalmente la Terra.

    Ora arriva la domanda principale. Albedo e traspirazione sono grandezze fisiche indipendenti. Com'è possibile che questi effetti indipendenti negli attuali GCM si compensino a vicenda in modo così preciso, in modo tale che l'effetto netto sia più di un ordine di grandezza inferiore a entrambi i due?

    È una domanda molto importante, perché influenza la nostra comprensione dei cambiamenti storici della copertura del suolo sul clima. Dato che il processo di traspirazione ha molte incognite(**) e quindi fortemente parametrizzato, la mia ipotesi è che il principale vincolo che ne regola la parametrizzazione (quando i modelli erano sintonizzati sui cambiamenti storici) fosse proprio quello di compensare ampiamente l'influenza reciproca di albedo e traspirazione tale che il segnale climatico potrebbe essere attribuito alla sola CO2.

    Se è così, significa che il raffreddamento della traspirazione è l'ELEFANTE sotto mentite spoglie che viene mascherato nei GCM dalle parametrizzazioni. Ciò significa che, a condizione che vi sia la volontà politica (e quindi i finanziamenti), i modelli possono essere riparametrizzati in modo relativamente semplice per informarci che QUASI tutto il riscaldamento osservato è dovuto alla perdita del raffreddamento della traspirazione. Le incertezze possono facilmente accogliere una tale opportunità.

    (**) Per darvi solo un esempio di quanto sia scarsamente nota la traspirazione, posso rimandarvi a questo lavoro (Teulling 2018 https://doi.org/10.2136/vzj2017.01.0031) che discute il seguente enigma: le foreste traspirano più delle erbe? Anche le osservazioni raccontano storie diverse.

(***) Nota di UB: quando Anastassia parla di "deforestazione" si riferisce alla perdita di foreste "mature" in grado di evapotraspirare e generare la pompa biotica. Non sono la stessa cosa delle masse di piante che sono in crescita un po' ovunque nel mondo e che non sono in grado di regolare il clima nello stesso modo delle foreste mature. 

giovedì 30 giugno 2022

Basta con le Trappole Mediatiche. Solidarietà a Luca Mercalli



Fonte

Un altro giorno, un'altra trappola mediatica. Un altro scienziato messo in minoranza e costretto a difendersi dal fuoco incrociato dei giornalisti. Il trucco funziona quasi sempre: ormai è un metodo ben noto e ben rodato. In questo caso, addirittura ha funzionato con Luca Mercalli che, oltre a essere una persona competente, se ne intende anche di media e di comunicazione. Alla fine, non ne ha potuto più di sentir raccontare fesserie, si è alzato e se ne è andato. Cosa che mi sembra probabile fosse esattamente quello che quelli che hanno programmato la trappola volevano (nonostante la scenetta di mostrarsi dispiaciuta che poi ha fatto Bianca Berlinguer). 

Allora, su una cosa vorrei essere chiaro: io credo che il sig. Borgonovo abbia tutto il diritto di esprimere le sue convinzioni in pubblico. E' una persona intelligente e su altri argomenti ha fatto bene il suo mestiere di giornalista. Ma la scienza del clima è un'altra cosa: è un altro livello di complessità rispetto a tanti argomenti di cui si parla in TV. Non è cosa per dilettanti che si sono fatti un giro su YouTube la sera prima.

A vedere la registrazione della trasmissione con Mercalli, mi è venuto in mente una scenetta simile dove io mi trovavo al posto di Mercalli a parlare di meccanica quantistica (che ho insegnato per diversi anni all'università). Mi è apparsa l'immagine di Borgonovo che mi diceva, "e così, professore, secondo lei questo famoso elettrone, che lei dice che esiste, non solo non si sa dove sia, ma anzi c'è addirittura un "principio di indeterminazione" che dice che non lo si può neanche sapere. Per non parlare di questa storia assurda del gatto del suo collega Schroedinger. Ma ci prende per scemi?

E così, si dimostra che la meccanica quantistica è non solo una sciocchezza, ma anche un imbroglio ordito dagli scienziati per arricchirsi con i loro lucrosi contratti di ricerca. (Meno male che ai produttori di combustibili fossili non glie ne importa niente della meccanica quantistica, altrimenti ci sarebbe pieno di gente in TV e sui media che sostengono esattamente questa tesi).

Qui c'è un problema fondamentale: trasmissioni come "Cartabianca" raggiungono milioni di persone. E le guardano anche i politici. Quando si prendono le decisioni al governo, sono basate sulla percezione che i politici hanno dei problemi, e questa percezione è fortemente influenzata dai media. Quelli che gestiscono queste trasmissioni dovrebbero capire che quando si parla di cose importanti stanno "giocando col fuoco", un'espressione che vale in senso letterale nel caso del riscaldamento globale. 

Sarebbe troppo chiedere a queste persone un atteggiamento più responsabile e più rispettoso verso il lavoro degli scienziati, piuttosto che andare sempre e soltanto a caccia di click e di audience?

Qui trovate un documento di appoggio a Luca Mercalli, firmato da un gruppo di scienziati italiani. Avrà mai qualche giornalista di spicco il coraggio di parlarne in TV? 


martedì 10 agosto 2021

Consenso: un'arte che stiamo perdendo. Il caso della scienza del clima

 

Dal blog "The Seneca Effect"

Nel 1956, Arthur C. Clarke scrisse "The Forgotten Enemy", una storia di fantascienza che trattava del ritorno dell'era glaciale ( fonte immagine ). Sicuramente non era la migliore storia di Clarke, ma potrebbe essere stata la prima scritta su quell'argomento da un noto autore. Diversi altri autori di fantascienza hanno esaminato lo stesso tema, ma ciò non significa che, a quel tempo, esistesse un consenso scientifico sul raffreddamento globale. Significa solo che un consenso sul riscaldamento globale è stato ottenuto solo più tardi, negli anni '80. Ma quali meccanismi sono stati utilizzati per ottenere questo consenso? E perché, oggigiorno, sembra impossibile raggiungere il consenso su qualsiasi cosa? Questo post è una discussione su questo argomento che usa la scienza del clima come esempio.

 

di Ugo Bardi

 

Forse ricorderete come, nel 2017, durante la presidenza Trump, sia circolata brevemente sui media l'idea di organizzare un dibattito sui cambiamenti climatici sotto forma di un incontro "squadra rossa contro squadra blu" tra gli scienziati del clima ortodossi e i loro avversari. Gli scienziati del clima erano inorriditi all'idea. Erano particolarmente sgomenti per le implicazioni militari dell'idea "rosso contro blu" che suggeriva il modo in cui avrebbe potuto essere organizzato il dibattito. Da parte del governo, invece, si è subito capito che in un dibattito scientifico equo la loro parte non aveva nessuna possibilità di successo. Quindi, il dibattito non ha mai avuto luogo ed è un bene che sia stato così. Forse chi lo proponeva aveva buone intenzioni (o forse no), ma in ogni caso sarebbe degenerato in una rissa e avrebbe creato solo confusione.

Eppure, la storia di quel dibattito che non si è mai tenuto suggerisce un punto che la maggior parte delle persone comprende: la necessità del consenso . Nulla nel nostro mondo può essere fatto senza una qualche forma di consenso e la questione del cambiamento climatico ne è un buon esempio. Gli scienziati del clima tendono ad affermare che esiste un consenso e talvolta lo quantificano come il 97% o addirittura il 100%. I loro avversari affermano il contrario

In un certo senso hanno ragione entrambi. Esiste un consenso sul cambiamento climatico tra gli scienziati, ma questo non è vero per il grande pubblico. I sondaggi dicono che la maggior parte delle persone ha delle nozioni sui cambiamenti climatici e concorda sul fatto che bisogna fare qualcosa al riguardo, ma non è la stessa cosa di un consenso approfondito e informato. Inoltre, questa maggioranza scompare rapidamente non appena è il momento di fare qualcosa che tocca il portafoglio di qualcuno. Il risultato è che, per più di 30 anni, migliaia dei migliori scienziati del mondo hanno continuato ad avvertire l'umanità di una terribile minaccia in arrivo, e non è stato fatto nulla di serio per fermarla. Solo proclami, greenwashing e "soluzioni" che peggiorano il problema (l'" economia basata sull'idrogeno " ne è un buon esempio).

Quindi, la costruzione del consenso è una questione fondamentale. La si può chiamare una scienza o vederla come ciò che altri chiamano "propaganda". Alcuni rifiutano l'idea stessa come una forma di "controllo mentale" o la praticano in vari metodi di negoziazione basata su regole. È un argomento affascinante che va al cuore della nostra esistenza di esseri umani in una società complessa. 

Qui, invece di affrontare la questione da un punto di vista generale, discuterò un esempio specifico: quello del "raffreddamento globale" contro il "riscaldamento globale", e come si è ottenuto un consenso sul fatto che il riscaldamento sia la vera minaccia. È una disputa che spesso si dice sia la prova che non esiste consenso nella scienza del clima. 

Avrete sicuramente sentito la storia di come, solo pochi decenni fa, il "raffreddamento globale" fosse la visione scientifica generalmente accettata del futuro. E come quegli sciocchi scienziati hanno cambiato idea, passando invece al riscaldamento. Al contrario, potreste anche aver sentito che questo è un mito e che non c'è mai stato un consenso sul fatto che la Terra si stesse raffreddando.

Come sempre, la  realtà è più complessa di quanto la politica voglia che sia. Il raffreddamento globale come consenso scientifico è una delle tante leggende generate dalla discussione sui cambiamenti climatici e, come la maggior parte delle leggende, è sostanzialmente falsa. Ma ha perlomeno alcuni collegamenti con la realtà. È una storia interessante che ci dice molto su come si ottiene il consenso nella scienza. Ma dobbiamo cominciare dall'inizio.

L'idea che il clima della Terra non fosse stabile è emersa a metà del XIX secolo con la scoperta delle passate ere glaciali. A quel punto, una domanda ovvia era se le ere glaciali potessero tornare in futuro. La questione è rimasta al livello di speculazioni sparse fino alla metà del XX secolo, quando il concetto di "nuova era glaciale" è apparso nella "memesfera" (l'insieme dei memi pubblici umani). Possiamo vedere questa evoluzione utilizzando Google "Ngrams", un database che misura la frequenza delle stringhe di parole in un ampio corpus di libri pubblicati ( Grazie, Google !!).

 

Vedete che la possibilità di una "nuova era glaciale" è entrata nella coscienza pubblica già negli anni '20, poi è cresciuta e ha raggiunto un picco nei primi anni '70. Altre stringhe come "Earth cooling" e simili danno risultati simili. Si noti inoltre che il database "English Fiction" genera un picco per il concetto di "nuova era glaciale" all'incirca nello stesso periodo, negli anni '70. In seguito, il raffreddamento è stato completamente sostituito dal concetto di riscaldamento globale. Possiamo vedere nella figura sottostante come è arrivato il crossover alla fine degli anni '80.

 


Anche dopo che iniziò a declinare, l'idea di una "nuova era glaciale" rimase popolare e i giornalisti amavano presentarla al pubblico come una minaccia imminente. Ad esempio, Newsweek ha pubblicato un articolo intitolato "The Cooling World " nel 1975, ma il concetto ha fornito un buon materiale per il genere catastrofico. Ancora nel 2004, era alla base del film " The Day After Tomorrow. "

Questo significa che gli scienziati credevano che la Terra si stesse raffreddando? Ovviamente no. Non c'era consenso sulla questione. Lo stato della scienza del clima fino alla fine degli anni '70 semplicemente non consentiva certezze sul clima futuro della Terra.

Ad esempio, nel 1972, il noto rapporto al Club di Roma,  "I limiti alla crescita ", rilevava la crescente concentrazione di CO2 nell'atmosfera, ma non affermava che avrebbe causato il riscaldamento - evidentemente il problema non era ancora chiaro nemmeno per gli scienziati impegnati in studi sull'ecosistema globale. 8 anni dopo, nel 1980, gli autori del " The Global 2000 Report to the President of the US " commissionato dal presidente Carter, avevano già una comprensione molto migliore degli effetti sul clima dei gas serra. Tuttavia, non hanno escluso il raffreddamento globale e ne hanno discusso come uno scenario plausibile.

Il Global 2000 Report è particolarmente interessante perché fornisce alcuni dati sull'opinione degli scienziati del clima così com'era nel 1975. Sono stati intervistati 28 esperti ai quali è stato chiesto di prevedere la temperatura media mondiale per l'anno 2000. Il risultato è stato nessun riscaldamento o un riscaldamento minimo di circa 0,1 C. Nel mondo reale, tuttavia, le temperature sono aumentate di oltre 0,4 C nel 2000. Chiaramente, nel 1980, non esisteva un consenso scientifico sul riscaldamento globale. Sul punto si veda anche l'articolo di Peterson (2008 ) che analizza la letteratura scientifica degli anni Settanta. Trovava che la maggior parte degli articoli erano in favore del riscaldamento globale, ma anche una minoranza significativa sosteneva l'assenza di variazioni di temperatura o il raffreddamento globale.

Ora stiamo arrivando al punto veramente interessante di questa discussione. Il consenso sul riscaldamento della Terra non esisteva prima degli anni '80, ma poi è diventato la norma. Come è stato ottenuto?

Ci sono due interpretazioni che fluttuano oggi nella memesfera. Una è che gli scienziati hanno concordato una cospirazione globale per terrorizzare il pubblico sul riscaldamento globale al fine di ottenere vantaggi personali. L'altra che gli scienziati sono analizzatori di dati a sangue freddo e che hanno fatto come disse John Maynard Keynes: "Quando ho nuovi dati, cambio idea". 

Entrambi sono leggende. Quello sulla cospirazione scientifica è ovviamente ridicolo, ma il secondo è altrettanto sciocco. Gli scienziati sono esseri umani e i dati non sono un vangelo di verità. I dati sono sempre incompleti, affetti da incertezze e devono essere selezionati. Prova a invetare la legge di gravitazione universale di Newton senza ignorare tutti i dati sulla caduta di piume, fogli di carta e uccelli, e capirai cosa intendo. 

In pratica, la scienza è nata come una macchina per la costruzione del consenso. Si è evoluta proprio allo scopo di assorbire nuovi dati in un processo graduale che non porta (normalmente) al tipo di divisione partigiana tipica della politica. 

La scienza utilizza un procedimento derivato da un antico metodo che, in epoca medievale, era chiamato disputatio e che affonda le sue radici nell'arte della retorica dell'antichità classica. L'idea è quella di discutere i problemi mettendo uno di fronte all'altro i campioni delle diverse tesi e cercando di convincere un pubblico informato utilizzando i migliori argomenti che possono raccogliere. La disputatio medievale poteva essere molto sofisticata e, ad esempio, ho discusso la " Controversy of Valladolid " (1550-51) sullo stato degli indiani d'America. Le Disputstiones teologiche normalmente non potevano armonizzare posizioni veramente incompatibili, ad esempio convincendo gli ebrei a diventare cristiani (è stato tentato più di una volta, ma vi potete immaginare i risultati). Ma a volte portavano a buoni compromessi e mantenevano il confronto a livello verbale (almeno per un po').

Nella scienza moderna, le regole sono leggermente cambiate, ma l'idea rimane la stessa: gli esperti cercano di convincere i loro avversari usando i migliori argomenti che possono raccogliere. Deve essere una discussione, non un litigio. Le buone maniere vanno mantenute e la caratteristica fondamentale è saper parlare una lingua reciprocamente comprensibile. E non solo: i relatori devono concordare su alcuni principi di base della cornice della discussione.  Durante il Medioevo, i teologi discutevano in latino e concordavano che la discussione doveva essere basata sulle scritture cristiane. Oggi gli scienziati discutono in inglese e concordano sul fatto che la discussione debba essere basata sul metodo scientifico.

Nei primi tempi della scienza si usavano dibattiti uno contro uno (forse ricorderete il famoso dibattito sulle idee di Darwin che coinvolse Thomas Huxley e l'arcivescovo Wilberforce nel 1860). Ma, al giorno d'oggi, è raro. Il dibattito si svolge in convegni e seminari scientifici a cui partecipano parecchi scienziati che guadagnano o perdono "punti prestigio" a seconda di quanto sono bravi a presentare le proprie opinioni. Occasionalmente, un presentatore, in particolare un giovane scienziato, può essere "fatto alla griglia" dal pubblico in una piccola rievocazione delle cerimonie di raggiungimento della maggiore età dei nativi americani. Ma, cosa più importante di tutte, durante la conferenza si svolgono discussioni informali. Questi incontri non devono essere vacanze, sono funzionali allo scambio di idee faccia a faccia. Come ho detto, Si fa molta scienza nelle mense e davanti a un bicchiere di birra. Probabilmente, la maggior parte delle scoperte scientifiche inizia in questo tipo di ambiente informale. Nessuno, per quanto ne so, è mai stato colpito da un raggio di luce dal cielo mentre guardava una presentazione in power point.

Sarebbe difficile sostenere che gli scienziati siano più abili nel cambiare le loro opinioni di quanto i teologi medievali e gli scienziati più anziani tendano ad attenersi alle vecchie idee. A volte si sente dire che la scienza avanza un funerale alla volta; non è sbagliato, ma sicuramente un'esagerazione: le opinioni scientifiche cambiano anche senza dover aspettare che muoia la vecchia guardia. Il dibattito in una conferenza può decisamente spostarsi in una certa direzione sulla base della brillantezza di uno scienziato, della disponibilità di buoni dati e della competenza complessiva dimostrata. 

Posso testimoniare che, almeno una volta, ho visto qualcuno del pubblico alzarsi dopo una presentazione e dire: "Caro signore, ero di parere diverso fino a quando non ho sentito il suo discorso, ma ora mi ha convinto. Mi sbagliavo e lei è nel giusto. " (e vi posso dire che questa persona aveva più di 70 anni, i bravi scienziati possono invecchiare bene, come succede per il vino). In molti casi, la conversione non è così improvvisa e così spettacolare, ma succede. Ovviamente, il denaro può fare miracoli nell'influenzare le opinioni scientifiche ma, finché ci atteniamo alla scienza del clima, non ci sono molti soldi coinvolti e la corruzione non è diffusa come in altri campi, come in medicina.

Quindi, possiamo immaginare che negli anni '80 la macchina del consenso abbia funzionato come avrebbe dovuto e ha portato l'opinione generale degli scienziati del clima a passare dal raffreddamento al riscaldamento. È stata una buona cosa, ma la storia non è finita con questo. Restava da convincere le persone al di fuori del ristretto campo della scienza del clima, e questo non era ovvio. 

Dagli anni '90 in poi, la disputatio è stata dedicata a convincere sia gli scienziati che lavorano in campi diversi dal clima sia il pubblico informato. C'era un problema serio in questo: la scienza del clima non è una cosa da dilettanti, è un campo in cui l'effetto Dunning-Kruger (persone che sopravvalutano la propria competenza) può essere dilagante. Gli scienziati del clima si sono trovati a dover affrontare vari tipi di oppositori. In genere, scienziati anziani che si rifiutavano di accettare nuove idee o, a volte, geologi che vedevano la scienza del clima invadere il loro territorio e risentirsi per questo. Occasionalmente, gli avversari potevano segnare punti nel dibattito concentrandosi su punti ristretti che loro stessi non avevano completamente compreso (ad esempio, il "punto caldo troposferico" era un trucco alla moda). Ma quando il dibattito coinvolgeva qualcuno che conosceva abbastanza bene la scienza del clima, il destino degli avversari era segnato: finivano asfaltati facilmente.

Questi dibattiti sono andati avanti per almeno un decennio. Forse conoscete il libro del 2009 di Randy Olson, " Non essere uno scienziatcosì" che descrive questo periodo. Olson ha sicuramente capito il punto fondamentale del dibattito: devi rispettare il tuo avversario se vuoi convincere lui o lei, e anche il pubblico. Sembrava funzionare, lentamente. Si facevano progressi e il problema climatico diventava sempre più noto.

E poi, qualcosa è andato storto. Di brutto. Gli scienziati si sono trovati improvvisamente coinvolti in un altro tipo di dibattito per il quale non avevano alcuna formazione e poca comprensione. Vedete in Google Ngrams come l'idea che il cambiamento climatico fosse una bufala è decollata negli anni 2000 ed è diventata una caratteristica della memesfera. Notate come è cresciuto rapidamente: ha avuto un culmine nel 2009, con lo scandalo Climategate, ma non è diminuito in seguito.



Era un modo completamente nuovo di discutere: non più una disputatio. Niente più regole, niente più rispetto reciproco, niente più linguaggio comune. Solo slogan e insulti. Uno scienziato del clima ha descritto questo tipo di dibattito come come essere coinvolti in una "rissa da bar a mani nude". Da lì in poi, la questione climatica si è politicizzata e fortemente polarizzata. Nessun progresso è stato fatto e nessun progresso si sta facendo in questo momento.

Perché è successo? In gran parte, è stato a causa di una campagna di pubbliche relazioni professionale volta a denigrare gli scienziati del clima. Non sappiamo chi l'abbia progettata e pagata ma, sicuramente, esistevano (ed esistono ancora) lobby industriali che avrebbero perso molto se si fosse attuata un'azione decisa per fermare il cambiamento climatico. Chi ha ideato la campagna ha avuto vita facile contro un gruppo di persone tanto ingenue in termini di comunicazione quanto esperti in materia di scienze del clima. 

La storia di Climategate è un buon esempio degli errori commessi dagli scienziati . Se leggete l'intero corpus delle migliaia di email rilasciate nel 2009, da nessuna parte troverate che gli scienziati stavano falsificando i dati, erano coinvolti in cospirazioni o cercavano di ottenere guadagni personali. Ma sono riusciti a dare l'impressione di essere una cricca settaria che si rifiutava di accettare le critiche dei suoi avversari. In termini scientifici, non hanno fatto nulla di male, ma in termini di immagine è stato un disastro. Un altro errore degli scienziati del clima è stato quello di cercare di schiacciare i loro avversari rivendicando il 97% del consenso scientifico. Anche supponendo che sia vero (potrebbe anche essere), gli si è ritorto contro, dando ancora una volta l'impressione che gli scienziati del clima siano autoreferenziali e non tengano conto delle obiezioni degli altri. 

Permettetemi di citare un altro esempio di dibattito scientifico che è deragliato ed è diventato politico. Ho già citato lo studio del 1972 "I limiti della crescita". Era uno studio scientifico, ma il dibattito che ne seguì era al di fuori delle regole del dibattito scientifico. Una "frenesia alimentare" tra gli squali sarebbe una descrizione migliore di come gli economisti del mondo si sono uniti per fare a pezzi lo studio. Il "dibattito" si è rapidamente riversato sulla stampa ufficiale e il risultato è stata una demonizzazione generale dello studio, accusato di aver fatto "previsioni sbagliate" e, in alcuni casi, di pianificare lo sterminio dell'umanità. (Parlo di questa storia nel mio libro del 2011 " The Limits to Growth Revisited.") La cosa interessante (e deprimente) che possiamo imparare da questo vecchio dibattito è che non sono stati fatti progressi in mezzo secolo. Avvicinandosi al 50° anniversario della pubblicazione, possiamo trovare la stessa critica ripubblicata di nuovo sui siti Web, "previsioni sbagliate", e tutto il resto. 

Quindi, siamo bloccati. C'è una speranza per invertire la situazione? Difficilmente. La perdita della capacità di ottenere un consenso sembra essere una caratteristica dei nostri tempi: i dibattiti richiedono un minimo di rispetto reciproco per essere efficaci, ma questo si è perso nella cacofonia del web. L'unica forma di dibattito che rimane è quella rudimentale che vede i candidati presidenziali scambiarsi goffamente luoghi comuni tra loro ogni quattro anni. Ma un vero dibattito? Niente da fare, è sparito come le dispute tra teologi nel Medioevo.

La discussione sul clima, così come su tutte le questioni importanti, si è spostata sul Web, in gran parte sui social. E l'effetto è stato devastante sulla costruzione del consenso . Una cosa è guardare un essere umano dall'altra parte di un tavolo con due bicchieri di birra nel mezzo, un'altra è vedere un pezzo di testo cadere dal nulla come commento al tuo post. Questa è una ricetta per il litigio, e funziona così ogni volta. 

Inoltre, non aiuta che gli incontri e le conferenze scientifiche internazionali siano quasi scomparsi in una situazione che scoraggia gli incontri di persona. Gli incontri online si sono rivelati ore di noia in cui nessuno ascolta nessuno e tutti sono felici quando finisce. Anche se riesci a essere presente a un incontro di persona, non aiuta che il tuo collega ti appaia sotto forma di un contenitore di virus pericolosi, mascherato e da tenere sempre a distanza, se possibile dietro una barriera di plexiglas. Non è il modo migliore per stabilire un rapporto umano.

Questo è un problema fondamentale: se non si può costruire un consenso attraverso un dibattito, l'unica altra possibilità è usare il metodo politico. Significa raggiungere la maggioranza attraverso un voto (e si noti che nella scienza, come nella teologia, il voto non è considerato una tecnica accettabile di costruzione del consenso). Dopo il voto, la parte vincente può imporre la propria posizione alla minoranza usando una combinazione di propaganda, intimidazione e, a volte, forza fisica. Una tecnica estrema di costruzione del consenso è lo sterminio degli avversari. È stato fatto così spesso nella storia che è difficile pensare che non sarà fatto di nuovo su larga scala in futuro, forse nemmeno in uno remoto. Ma, a parte le implicazioni morali, il consenso forzato è costoso, inefficiente e spesso porta a stabilire dogmi. Quindi è impossibile adattarsi ai nuovi dati quando arrivano. 

Allora, dove stiamo andando? Le cose continuano a cambiare continuamente; forse troveremo nuovi modi per ottenere consenso anche online, il che implica, come minimo, non insultare e attaccare il tuo avversario fin dall'inizio. Per quanto riguarda una lingua comune, dopo che siamo passati dal latino all'inglese, potremmo ora passare a "Googlish", una nuova lingua mondiale che potrebbe forse essere strutturata per evitare scontri di assoluti - forse potrebbe essere solo priva di imprecazioni, forse potrebbe avere alcune caratteristiche specifiche che aiutano a creare consenso. Sicuramente serve una riforma della scienza che sbarazzi della corruzione dilagante in molti campi: il denaro è una sorta di consenso, ma non quello che vogliamo.

O, forse, potremmo sviluppare nuovi rituali. I rituali sono sempre stati un mezzo potente per ottenere consensi, basti pensare alla messa cristiana (la chiesa cristiana non si è ancora resa conto di aver ricevuto un colpo mortale dalle regole anti-virus ). I rituali possono essere trasferiti online? O avremmo bisogno di incontrarci di persona nella foresta come le "persone del libro" immaginate da Ray Bradbury nel suo romanzo del 1953 " Fahrenheit 451 "? Non lo possiamo dire. Non ci resta che cavalcare l'onda del cambiamento che, al giorno d'oggi, sembra essere diventata un vero tsunami. Galleggeremo o affonderemo? Chi puo 'dirlo? La riva sembra essere ancora lontana.


h/t Carlo Cuppini e "moresoma"