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sabato 30 settembre 2023

Possiamo fidarci dei modelli climatici? Oppure sono lo stesso imbroglio di quelli del COVID?

 


Quando parlo di clima sul "Fatto Quotidiano" mi appaiono spesso commenti di persone che si stupiscono del mio scarso spirito critico. Questo mio grave difetto non mi mette in grado di notare che il cambiamento climatico è soltanto una riedizione del caso del COVID. Ovvero è un modo di terrorizzarci sulla base di un pericolo inesistente con il doppio scopo per i terrorizzanti di renderci schiavi e guadagnarci sopra.

Ora, qui c'è da notare per prima cosa che la strada per l'inferno è lastricata di generalizzazioni. Il fatto che una certa cosa somigli a un altra cosa non vuol dire affatto che siano la stessa cosa. Visto da lontano, un elefante potrebbe somigliare a un topo, ma sarebbe rischioso assumere che lo sia. C'è come minimo, un fattore di scala da considerare, ma anche dei fattori fisici fondamentali che rendono un'epidemia una cosa completamente diversa dalla perturbazione del sistema climatico in corso. Se è vero che io sono stato molto critico su come la "scienza" sia stata sfruttata orrendamente da una banda di incompetenti psicopatici per maltrattare intere popolazioni, questo non vuol dire che il concetto si possa trasferire tal quale ad altri campi della scienza. 

Vediamo di ragionarci un po' sopra. Per prima cosa, diamo un'occhiata a uno dei modelli tipici mostrati in un recente rapporto dell'IPCC .



Superficialmente, ci vediamo certe somiglianze con le curve epidemiologiche che il governo ci propinava giornalmente al tempo della pandemia. Vediamo qualcosa che cresce esponenzialmente (o quasi) a meno che non si faccia qualcosa per "appiattire la curva" che andava di moda dire al tempo del Covid. E si potrebbe pensare che cose tipo i lockdown potrebbero essere usate contro il riscaldamento e potrebbero portare a un disastro simile. Ma è solo una somiglianza superficiale.

In primo luogo, con il clima, abbiamo delle misure di una grandezza fisica, la temperatura. E' una cosa ben diversa dai test PCR del coronavirus, i quali sono una meraviglia della tecnologia moderna, ma sono molto delicati e quello che misurano è molto incerto. Ne abbiamo parlato fino alla nausea nel periodo della pandemia, ma nessuno dei grandi sapienti che apparivano in TV si è mai preoccupato di discutere l'incertezza nelle misure PCR, cosa che si impara al primo anno di università in qualsiasi corso di studi in materie scientifiche. Questo non vuol dire che le misure PCR fossero sbagliate, solo che non avrebbero dovuto essere prese come oracoli divini. Notate invece come le curve dei modelli climatici sono sempre rappresentate insieme a una stima dell'incertezza. I climatologi sono (di solito) persone serie. Non hanno niente a che vedere con la banda di tronfi incompetenti che hanno imperversato in TV al tempo della pandemia.  

Ciò non significa che i modelli climatici debbano necessariamente essere giusti. Il problema qui è che la discussione sul cambiamento climatico è stata spesso dirottata in un dibattito sulla possibilità che i modelli possano fare previsioni accurate. Questo è solo uno degli elementi del problema e non il più importante. I modelli multiparametrici di sistemi complessi sono principalmente strumenti per interpretare i dati: hanno lo scopo di dirti cosa sta causando cosa e come. Nel caso del cambiamento climatico, i modelli ci dicono che la correlazione tra temperatura e concentrazione di gas serra è coerente con una relazione causale secondo quanto sappiamo della fisica atmosferica. In altre parole, forniscono la prova che i gas serra stanno forzando il sistema climatico a riscaldarsi.

Ma si potrebbe arrivare a questa conclusione anche senza modelli: solo sulla base della fisica e delle osservazioni conosciute. Del resto Svante Arrhenius era già arrivato a una stima ragionevolmente corretta dei parametri del sistema nel 1896, senza ricorrere a modelli sofisticati. Supponiamo quindi che la concentrazione di gas serra continui ad aumentare (o anche solo rimanere la stessa). In tal caso, possiamo aspettarci che anche le temperature continuino ad aumentare e questo non è sicuramente una buona cosa per noi. I modelli climatici, per inciso, tendono ad essere ottimisti nel senso che normalmente non sono in grado di descrivere il tipo di bruschi cambiamenti climatici che si verificano sotto forma di "Seneca Cliffs" che sono stati osservati in un passato remoto. Nella scienza del clima, sono spesso chiamati "punti critici climatici", attraversarne uno sarebbe sicuramente estremamente negativo per noi. Fra le altre cose, questi "punti critici" non esistono in epidemiologia, che studia sistemi sostanzialmente più semplici del clima terrestre. 

Detto questo, rimane il problema tipico dei modelli multiparametrici: quello di separare i ruoli dei parametri che hanno effetti simili sul sistema. I modelli climatici potrebbero sovrastimare il ruolo dei gas serra e sottovalutare gli effetti di raffreddamento dei processi metabolici dell'ecosistema, come sostenuto, ad esempio, in questo articolo da Makarieva et al. In tal caso, rischiamo di trascurare il ruolo di un fattore importante in ciò che stiamo vedendo.

Ma corriamo veramente il rischio di commettere gli stessi errori con la mitigazione del cambiamento climatico che sono stati fatti con il tentativo di appiattire la curva durante l'epidemia di Covid-19? Ossia, rischiamo di sconvolgere il tessuto sociale per un rischio sopravvalutato o per l'errata attribuzione delle cause del problema? Improbabile, e, in ogni caso, il lockdown da Covid non ha avuto praticamente nessun effetto climatico -- proprio come non ne ha avuti sulla diffusione del virus. Insistere con una misura che è stata dimostrata doppiamente inefficace vorrebbe dire raggiungere un grado di pubblica imbecillità anche superiore a quello della media degli esperti televisivi degli ultimi tempi. 

Ma comunque vada bisogna mantenere un atteggiamento aperto e accettare che, con i nuovi dati, i modelli debbano cambiare (che è esattamente quello che non è stato fatto con l'epidemia di Covid). L'unica cosa certa è che i disastri sono inevitabili se i sistemi complessi sono lasciati ai politici da gestire.




martedì 22 agosto 2023

Addio al Pianeta Terra? Dall’autocompiacimento al panico



Il 2022 è stato l’anno che ha visto la conferma che il riscaldamento globale non solo esiste ma sta avanzando a un ritmo accelerato. Di fronte a dati come questi, la reazione logica avrebbe dovuto essere quella di spingere a fare qualcosa per evitare il peggio. Tuttavia, il risultato è stato opposto: le persone hanno ignorato questi dati o li hanno liquidati come una truffa. È un problema memetico. Figura da Ballester et Al. 2023.


La saggezza convenzionale sul clima era che il pubblico avrebbe gradualmente capito la gravità della minaccia climatica a causa dei suoi effetti sempre più evidenti: temperature più elevate, scioglimento dei ghiacci, eventi catastrofici e simili. Quindi, tutti avrebbero chiesto a gran voce che si facesse qualcosa al riguardo. 

Non sta succedendo. Ecco alcuni dati recenti di Gallup per gli Stati Uniti. La situazione non è molto diversa negli altri paesi. 


Al momento, siamo allo stesso livello di preoccupazione di 20 anni fa e i record della temperatura del 2022 e del 2023 non hanno avuto alcun impatto sulla percezione pubblica. Al contrario, da quanto si legge sui social, hanno generato una forte controreazione tra un gran numero di persone che sostengono che sia tutta una truffa per schiavizzarli. 

Quindi la saggezza convenzionale era sbagliata: non possiamo convincere gradualmente le persone che esiste un problema legato al clima. Ma potrebbe esserci un’altra possibilità: quella di un cambiamento improvviso nella percezione del pubblico generata da un evento spettacolare.

Può succedere. Nel 2020, in un paio di mesi, il pubblico è passato da un livello di preoccupazione sostanzialmente pari a zero per le infezioni virali a una percezione quasi universale di una minaccia mortale rappresentata dal virus del Covid. Un altro esempio è l'attentato al World Trade Center di New York nel settembre 2001, che ha improvvisamente aumentato la percezione di una grave minaccia terroristica. Ce ne sono molti altri.

Indipendentemente dal fatto che le minacce fossero reali o meno, questi eventi possono essere descritti come  transizioni memetiche di fase  (il termine “meme” indica un insieme di idee che si sposta da una persona all'altra). Cioè, un cambiamento rapido e completo nelle opinioni di un gran numero di persone. 

Queste transizioni fanno parte del modo in cui funziona il cervello. Sono stati notati per prima volta, forse, da James Schlesinger quando ha affermato che "le persone hanno solo due modi di agire: compiacenza e panico". Anche il cervello di altre specie sembra funzionare allo stesso modo. Ecco il principio di Schlesinger all'opera con gli uccelli. 




Alcuni uccelli stanno cercando cibo in un campo. Un uccello vede qualcosa di sospetto, vola in alto e, in un attimo, tutti gli uccelli volano via. È una transizione memetica: non cambia nulla di fisico, solo lo stato mentale degli uccelli diventa dominato dal meme che dice: "Ehi, forse c'è un predatore in giro!"

Possiamo vedere nella figura l'andamento del numero di uccelli in volo in funzione del tempo utilizzando una funzione logistica.



Il meme Covid ha attraversato una fase di transizione simile nel 2020, durata circa due anni. Da notare come all'inizio seguiva una curva che assomiglia ad una logistica, poi ha oscillato per un paio d'anni attorno ad un plateau, prima di declinare verso la scomparsa.



Ma non esiste una transizione del genere se cerchiamo su Google Trends termini relativi al riscaldamento globale. Al contrario, vediamo un costante declino per il termine “riscaldamento globale” e un aumento marginale per “cambiamento climatico”. (c'è un picco nei dati creati da Google che inserisce "cambiamento climatico" nel banner del loro motore di ricerca. Non prendetelo in considerazione).

Ciò non significa che una transizione memetica non potrebbe avvenire per il clima, ma ci sono due domande da porsi : 1) Può davvero accadere? e 2) Se ciò accadesse, sarebbe una buona cosa? La mia opinione è che la risposta ad entrambe le domande sia “no”, ma vorrei procedere con alcune considerazioni. 

Prima di tutto, che tipo di evento climatico potrebbe spingere le persone a uscire dall’autocompiacimento e portarle al panico? Finora abbiamo assistito a numerosi eventi disastrosi correlati al cambiamento climatico, ma nessuno ha generato una transizione della percezione a livello mondiale. Il problema sembra essere che esistono forti " anticorpi memetici " che impediscono alle persone di essere colpite dal meme del riscaldamento globale. Quindi, gli incendi boschivi sono attribuiti a piromani pagati dalla cabala climatica, lo scioglimento del ghiaccio è visto come parte di cicli normali, le ondate di caldo sono descritte come “normale clima estivo”, l’aumento delle temperature a misurazioni errate o vere e proprie truffe, e simili. 

La crisi Covid iniziata nel 2020 potrebbe aver rafforzato e alimentato questi anticorpi memetici, anche se sicuramente esistevano già prima. Molte persone credono in un semplice sillogismo aristotelico che recita:
 
- Il Covid era una truffa
- Covid e cambiamento climatico sono la stessa cosa
- Pertanto, il cambiamento climatico è una truffa. 

Si potrebbe sostenere che, di queste due cose, una rappresentava una minaccia di bassa entità, mentre l’altra può potenzialmente distruggere la civiltà umana. Ma le leggi della memetica sfidano le considerazioni razionali. La maggior parte delle persone non riesce a ragionare in termini di dati, né a comprendere cose come le medie, le tendenze a lungo termine, le incertezze sperimentali e simili. Ragionano secondo il principio di Schlesinger: o è compiacimento o è panico innescato da qualche evento improvviso e spettacolare. 

Non è che una transizione memetica non possa avvenire per il clima, ma richiederebbe eventi davvero eccezionali. Considerando che l’opinione pubblica ha completamente ignorato le 60.000 morti causate dall’ondata di caldo del 2022 in Europa, ne consegue che solo qualcosa di molto peggio potrebbe causare la transizione. E nessuno sano di mente lo vorrebbe. 

Ma immaginiamo che qualche evento veramente estremo scateni il panico nella percezione pubblica. Ciò genererebbe un’azione efficace contro il riscaldamento globale? Può darsi, ma dall'esempio della crisi Covid possiamo dire che il panico non porta necessariamente a buone soluzioni a un problema. Con il Covid abbiamo visto mettere in pratica molte non-soluzioni e soluzioni deboli, così come di soluzioni che hanno peggiorato il problema. Tutti questi provvedimenti hanno avuto un forte impatto negativo sulla salute, la dignità e il benessere delle persone. 

Peggio ancora, abbiamo visto che un determinato intervento era stato messo in pratica, era impossibile invertire la decisione, indipendentemente da ciò che dicevano i dati e la ricerca. La crisi del Covid è stata gestita principalmente dai politici, e i politici operano secondo un regime binario in cui non possono cambiare idea per non essere accusati di essere deboli. Possiamo solo rabbrividire all’idea di cosa potrebbe accadere se la crisi climatica fosse gestita dalle stesse persone, utilizzando gli stessi metodi. 

Speriamo che non avvenga una transizione repentina perché potrebbe peggiorare una situazione già difficile. Ma questo significa che dovremo subire il destino della rana bollita? Non necessariamente. Molte cose possono accadere e probabilmente accadranno. Ma di questo parlerò nei prossimi post. 


domenica 20 agosto 2023

Di cosa si moriva nel 2020? Uno strano fenomeno osservato in Inghilterra.

 



Di cosa si moriva nel 2020? A distanza di più di tre anni, ci si può forse ragionare sopra senza andare fuori di testa per una ragione o per un'altra. Allora, vi passo un link a un articolo di Carl Henegan, che è uno che certe cose le conosce bene.
Henegan nota una cosa inaspettata: l'eccesso di mortalità dovuto alla primissima ondata di covid, in Aprile 2020, è stato perfettamente simultaneo in tutte le province in Inghilterra. Ora, questo è strano perché i virus tendono a espandersi con una certa lentezza. Non ti aspetteresti che il picco dell'infezione appaia contemporaneamente nel Northumberland e nel Cornwall, che sono a 800 km di distanza tra di loro. Come del resto si è visto nella seconda ondata, dove i picchi appaiono sfalsati, come ci si poteva aspettare.


Allora, cosa è successo nell'Aprile 2020? Vi potreste divertire a pensare che il virus veniva sparpagliato sull'Inghilterra dagli stessi aerei che spargono le scie chimiche (e ci sarà sicuramente qualcuno che lo penserà davvero!). Henegan, invece, sia pure andandoci con una certa cautela, dice che, "Le vittime possono essere state persone che erano positive al test, ma anche quelli spediti con urgenza in ospedale e soggetti a procedure inappropriate e invasive o per cause iatrogeniche, oppure esposti ad alte concentrazioni del virus mentre erano ricoverati, oppure ammessi a una casa di riposo e poi abbandonati".
Insomma, un'accusa pesantina (per non dire altro) a quelli che hanno gestito l'epidemia in Inghilterra. In Italia, per ora non ho trovato dati comparabili, ma sarebbe interessante confrontare.


martedì 18 luglio 2023

Protestanti, Cattolici, e Burionici



Immagine di Dezgo.com

Se avete una mezz'ora di tempo, vi suggerisco fortemente questo articolo di "Martymac"

https://martymac.substack.com/p/the-coming-crisis-of-protestantism

Non so chi sia questo Martymac, ma è chiaramente uno che ha una bella profondità di pensiero. Qui, non parla di covid, ma la correlazione è chiara se seguite il suo ragionamento di come il cattolicesimo e il protestantesimo si sono evoluti seguendo linee di pensiero separate. Il protestantesimo è (era) una religione basata sulla letteratura: i protestanti sono "uomini del libro" -- viceversa, il cattolicesimo si rivolgeva più che altro agli analfabeti. I protestanti incoraggiavano la lettura della Bibbia da parte dei fedeli, i Cattolici no.

Ora, il punto è che in pochi decenni abbiamo visto una rapida de-alfabetizzazione del mondo occidentale. Martymac fa dei punti interessantissimi su come il linguaggio si evolve per seguire il tipo di comunicazione prevalente. Non basta leggere testi sui social per essere letterati nel senso protestante. Anche quelli che sono ancora capaci di leggere non hanno più la capacità di seguire un discorso articolato e complesso come lo si può trovare in un libro di centinaia di pagine.

Ne consegue che la comunicazione oggi si è de-letterarizzata: in un certo senso siamo tutti cattolici.  Quello che vediamo adesso è che non si incoraggia il cittadino ad andarsi a leggere i testi originali sulla scienza del clima, sulle epidemie, e cose del genere. Abbiamo degli interpreti, tipo Roberto Burioni, che giocano il ruolo dei preti cattolici.

Il risultato, come lo vediamo tutti, è un "non-dibattito." La grande maggioranza non è in grado neanche di capire i termini dei problemi, non riesce a quantificare i rischi, non ha la capacità di seguire un discorso articolato, non riesce ad andare oltre una semplice scalatura di bianco o nero, si o no, buono o cattivo.

Il che non butta bene, direi. Leggendo questo articolo di Martymac, mi sono accorto di come io stesso sono rimasto a una visione "protestante" della scienza. Una scienza che si può e si deve spiegare al pubblico, del quale si suppone l'esistenza di strumenti intellettuali che lo mettono in grado di capire almeno i punti generali della scienza. Ma questo diventa sempre più difficile. 

In un certo senso, Burioni è anche l'equivalente scientifico dei Pentecostali americani: quelli che ballano in chiesa, parlano le lingue, robe del genere. E' un tipo di religione-spettacolo particolarmente adatto ai nostri tempi. E il covid è anche quello una nuova religione completa di rituali, sacramenti, preghiere, preti, vescovi e Papa Fauci.

E allora? Eh, beh, allora sarà quello che deve essere, Come è sempre stato.





sabato 22 aprile 2023

"Schiacciare la curva". Le origini di una pessima idea


Nel 2003, il terrore dell'antrace ha portato molte persone negli Stati Uniti a usare il nastro adesivo per sigillare le finestre delle loro case per proteggersi dai germi mortali. Sarebbe stata una buona idea se lo scopo era quello di soffrire ancora più del solito dell'inquinamento indoor e allo stesso tempo fare poco o nulla contro un ipotetico attacco biologico. Eppure, questa follia è stata raccomandata e incoraggiata dal governo centrale e da quelli locali. Era un primo assaggio di cose che sarebbero arrivate poi con il Covid. Ho già accennato a questa storia in un post precedente , ma qui approfondisco meglio la questione.



Ci stiamo ancora riprendendo da tre anni di follia, ma sembra che molti di noi stiano iniziando a fare uno sforzo serio per cercare di capire cosa ci è successo e perché. Come è possibile che la reazione all'epidemia di Covid abbia comportato un insieme di "misure" di dubbia efficacia, dai lockdown nazionali al mascheramento universale, che non erano mai state tentate prima nella storia dell'umanità?

Per tutto ciò che accade, c'è una ragione perché accada, e anche gli "interventi non farmaceutici" (NPI) adottati nel 2020 hanno le loro ragioni. Alcune persone parlano di cospirazioni globali e alcune persino di divinità malvagie, ma l'origine dell'intera storia potrebbe essere più prosaica. Può essere trovata nello sviluppo delle moderne tecnologie di manipolazione genetica; un nuovo ramo della scienza che ha iniziato a farsi notare negli anni '90. Come accade sempre, i progressi scientifici hanno conseguenze militari; la manipolazione genetica non è un'eccezione.

Non che le "armi biologiche" siano qualcosa di nuovo. Le cronache di antiche guerre riportano come carcasse infette di animali venivano gettate all'interno delle mura di città assediate e cosette del genere. Più recentemente, durante il XIX secolo, si dice che siano state distribuite coperte infette dal vaiolo agli indigeni americani dai funzionari del governo britannico. Nel complesso, tuttavia, la guerra biologica non è mai stata molto efficace e nemmeno le coperte al vaiolo hanno fatto grossi danni agli indigeni. Inoltre, le armi biologiche soffrono di un difetto fondamentale: come si può danneggiare un nemicoe allo stesso tempo risparmiare la propria popolazione? A causa di questo problema, la storia della guerra biologica non include casi in cui le armi biologiche sono state utilizzate su larga scala, almeno finora. La scarsa efficacia delle armi biologiche è la probabile ragione per cui non è stato difficile elaborare un accordo internazionale per vietarne l'uso ( "BWC", convenzione sulle armi biologiche), ratificato nel 1975.

Fino a tempi recenti, le armi biologiche non erano considerate molto più pericolose dei normali germi, e la visione generalmente accettata su come affrontarle era la stessa di quella per le epidemie natural. Un approccio "soft": lasciar correre il virus nella popolazione con l'obiettivo di raggiungere la naturale "immunità di gregge".  Ad esempio, in un documento del 2007, quattro rispettati esperti di epidemiologia rifiutavano ancora idee come il confinamento, i divieti di viaggio, il distanziamento e altri. Sulle quarantene, hanno affermato che "non ci sono osservazioni storiche o studi scientifici che supportano il confinamento in quarantena di gruppi di persone potenzialmente infette per periodi prolungati al fine di rallentare la diffusione dell'influenza". Ma i pianificatori militari stavano lavorando all'idea che le armi biologiche sarebbero state ordini di grandezza più mortali dell'influenza stagionale, e questo ha cambiato tutto.

Si diceva che le tecnologie di ingegneria genetica fossero in grado di creare germi nuovi e migliorati, un approccio noto come "guadagno di funzione". Potrebbero anche diventare possibili idee decisamente antipatiche, come per esempio ingegnerizzare un virus per attaccare solo un gruppo etnico specifico. Anche senza questa caratteristica, un paese o un gruppo terroristico potrebbe sviluppare un vaccino contro i germi che ha creato e, in questo modo, infliggere enormi danni a un nemico proteggendo la popolazione del proprio paese (o i pochi eletti di un'élite che mira allo spopolamento globale) .

Fortunatamente, nessuna di queste idee si è rivelata fattibile. O, almeno, non ci sono prove che possano essere messe in pratica. Ciò non significa che non siano stati esplorate, anche se la ricerca sulle armi biologiche è vietata dalla convenzione BWC. La ricerca di nuovi germi è ordini di grandezza meno costosa rispetto alla fabbricazione di armi nucleari, e quindi è fattibile anche per governi relativamente poveri. (si dice che la guerra biologica sia l'arma dei poveri). Se possano effettivamente esistere armi biologiche veramente efficaci è dubbio, ma, supponendo che possano esistere, allora ha senso prepararsi per un possibile attacco.

Il "terrore dell'antrace" del 2001 è stato il primo esempio di come potrebbe essere un moderno attacco terroristico con l'uso di armi biologiche, anche se non era neanche lontanamente un'arma di distruzione di massa, e nessuno fino ad oggi può dire chi abbia diffuso i germi per posta. Tuttavia, è stato preso sul serio dalle autorità, e ha portato alla "legge sul bioterrorismo" nel 2002. Poco dopo, l'Iraq è stato accusato di aver sviluppato armi biologiche di distruzione di massa, e forse ricorderete come, nel 2003, Colin Powell, allora segretario di stato Usa, mostrò in tv una fiala di talco per bambini, dicendo che poteva essere un'arma biologica. Nel corso degli anni, diverse agenzie governative sono state coinvolte nella pianificazione contro gli attacchi con armi biologiche,

L'idea era che un attacco di virus veramente mortale avrebbe paralizzato l'infrastruttura di un paese e causato danni immensi prima che i germi potessero essere fermati da un vaccino appositamente sviluppato. Quindi, era imperativo reagire rapidamente e con decisione con interventi non farmaceutici ("NPI") o "misure" per fermare l'epidemia o almeno rallentarla. Questa idea è stata raramente espressa esplicitamente nei documenti pubblici, ma è stata chiaramente l'ispirazione per diversi studi che hanno esaminato gli effetti di un virus mortale. Uno è stato preparato dal Department of Homeland Security nel 2006. Un altro proviene dalla Rockefeller Foundation nel 2010, dove si può leggere di uno scenario chiamato " Operazione Lockstep" che descrive qualcosa di molto simile a quanto avvenuto nel 2020 in termini di restrizioni.

Questi studi di orientamento militare erano per lo più qualitativi. Erano basati su tipiche idee militari come emergenze con codici colorati, tipo "allarme rosso", "allarme arancione" e simili. Per ogni colore c'erano una serie di accorgimenti consigliati, ma poco si diceva sul perché si scegliessero proprio certi colori da accoppiare a certe azioni. Ma ci sono stati anche tentativi di quantificare l'effetto degli NPI. Un documento su questo argomento è stato pubblicato nel 2006 dal gruppo di Neil Ferguson dell'Imperial College di Londra, dove gli autori si sono cimentati nel compito di districare gli effetti di diverse misure sulla diffusione di un patogeno. Sono stati esaminati fattori come le quarantene domestiche, la chiusura delle scuole, la chiusura dei confini, la mobilità ridotta e altri (è interessante notare che non è stato considerato l'uso diffuso delle mascherine). Lo studio non ha speso molto sforzo per confrontare le congetture con i dati del mondo reale, ma non era poi così male rispetto agli innocui balbettamenti che gli scienziati normalmente pubblicano. Diciamo che poteva essere un interessante esercizio di modellazione epidemiologica teorica, ma niente di più. Il problema era che arrivò in un momento in cui la "guerra biologica" era di gran moda e che potrebbe aver influenzato la successiva pianificazione militare.

Uno studio che ha avuto un'enorme influenza sulla (cattiva) gestione della pandemia del 2020 è stato direttamente ispirato dall'articolo di Ferguson. Fu proposto come rapporto del CDC da Rajeev Venkayya nel 2007, che presentò il suo modello nella forma della “doppia curva” divenuta poi famosa. Ecco qui; è l'origine del meme "schiacciare la curva" che divenne popolare 13 anni dopo.






Sorprendentemente, il modello di Venkaya era completamente qualitativo. Le curve erano solo una versione di quelle proposte da Ferguson et al. senza alcun tentativo di quantificazione. Il rapporto di Venkayya non ha raggiunto una grande popolarità ed è rimasto inattivo per più di un decennio fino all'arrivo della pandemia di Covid-19. Poi, improvvisamente, la doppia curva è diventata di gran moda. È diventato virale ed è letteralmente "esploso" sul Web e sui media.

Durante i primi giorni dell'epidemia di Covid-19, uno dei principali sostenitori del modello a doppia curva fu Tomas Pueyo, che è stato forse il primo a usare il termine "schiacciare la curva" ("flatten the curve"). Il suo post del 10 marzo 2020 in merito ha avuto più di 40 milioni di visualizzazioni. Pueyo era noto come esperto in ingegneria e comunicazione, in particolare per una discussione sui personaggi della serie "Star Wars" come modelli di comportamento nel business. Quindi, si potrebbe essere ragionevolmente perplessi sull'autorità che ha affermato di avere in campo epidemiologico. Inoltre, non è chiaro chi abbia spinto il suo blog ai primi posti dei motori di ricerca. In ogni caso, Pueyo non mostrava segni di eccessiva modestia nel considerarsi un esperto. Ad esempio, ha scritto:

  • Come politico, leader di comunità o leader aziendale, hai il potere e la responsabilità di impedirlo.
  • Oggi potresti avere delle paure: cosa succede se reagisco in modo eccessivo? La gente riderà di me? Saranno arrabbiati con me? Sembrerò stupido? Non sarebbe meglio aspettare che siano gli altri a fare i primi passi? Danneggerò troppo l'economia?
  • Ma tra 2-4 settimane, quando il mondo intero sarà bloccato, quando i pochi preziosi giorni di distanziamento sociale che avrai consentito avranno salvato vite umane, le persone non ti criticheranno più: ti ringrazieranno per aver preso la decisione giusta.

Pueyo è stato persino invitato in TV , dove ha avuto la possibilità di denigrare apertamente il concetto di "immunità di gregge", che è stato un concetto fondamentale in epidemiologia per almeno un secolo. Se lo ascoltiamo in quel programma televisivo, è facile notare che non sembra che abbia veramente capito come si diffondono le epidemie in una popolazione, ma non è sorprendente per qualcuno la cui esperienza è principalmente nel marketing e nella comunicazione. Guardate il minuto 12:30 dell'intervista televisiva per vedere il viso e il gesto di Pueyo quando lo scienziato intervistato menziona l'immunità di gregge. Chiaramente, Pueyo non aveva idea di cosa fosse l'immunità di gregge. È sorprendente che a questo bizzarro personaggio sia stato permesso di avere così tanta influenza sulle politiche globali. Ma così è andata, e la doppia curva è stata accettata come saggezza scientifica e obiettivo indiscusso per gli interventi governativi ovunque.

Ho discusso le carenze del modello a doppia curva in un post precedente. Fondamentalmente, il modello era disastroso perché non includeva metodi per verificare se le misure stavano facendo qualcosa o meno. Quindi, i risultati del tentativo di "appiattire la curva" sono stati modesti, ammesso che siano esistiti. Ma la storia non è finita qui. Non esiste qualcosa di così fatto male che qualcuno non possa peggiorarla.

Poco più di una settimana dopo aver lanciato il suo post "schiacciare la curva", il 19 marzo 2020, Tomas Pueyo era di nuovo in marcia, ed è andato avanti rapidamente nella direzione del peggio. Si è sbarazzato dell'unica cosa che aveva qualche contatto con la realtà nel modello di Venkayya: il fatto che le curve epidemiche sono a forma di campana. Ora Pueyo affermava che la forma naturale delle curve epidemiche è la crescita esponenziale e che solo misure specifiche potevano costringerle a piegarsi in una curva a campana. Questa era probabilmente una conseguenza necessaria del fatto che Pueyo non aveva mai veramente compreso le basi dell'epidemiologia. 

Quindi, partendo dal presupposto sbagliato (crescita esponenziale), è arrivato a conclusioni altrettanto sbagliate. Partendo da un valore irrealisticamente elevato per il tasso di mortalità (3,4%), ha proposto il grafico sottostante, "il martello e la danza". L'idea era che la curva epidemica sarebbe cresciuta all'infinito se non fosse stata abbattuta con dure e immediate misure di contenimento (il martello) e poi tenendola bassa con misure più leggere (la danza). I dati che dimostrano che questo avrebbe funzionato... dati? Quali dati?






Questo diagramma, evidentemente, non deriva da un modello epidemiologico, nemmeno molto semplificato. E neppure deriva da dati di nessun tipo. È semplicemente quello che Pueyo pensava nella sua testolina che doveva essere il comportamento del sistema. Incredibile che tanta gente gli abbia dato retta. 

La storia del martello e della danza è stata l'inizio di un dibattito  (chiamiamolo così) disastroso in cui un sacco di gente è venuta fuori affermando che l'immunità di gregge era un concetto sbagliato e che l'unico modo per evitare di essere tutti infettati e molti uccisi era quello di utilizzare pesanti misure di contenimento. Ha anche portato al concetto che la curva non può essere solo appiattita ma "azzerata" ("squash the curve"). Ancora una volta, possiamo vedere l'influenza dell'approccio militare: termini come "schiacciato" o "azzerato" sono tipici della guerra, ma i virus non possono essere uccisi usando armi militari. In ogni caso, il concetto di "schiacciare la curva" ha fatto nascere l'idea del "Covid Zero". È stato un altro disastro. Ci sono voluti tre anni per scoprire che il "Covid Zero" era un'utopia e che le "misure" erano inefficaci per contenere la diffusione dell'epidemia, creando solo danni e umiliazioni per i cittadini vessati e maltrattati. 

Principalmente, l'intero disastro era dovuto alla nostra incapacità di capire come funzionano i modelli. I modelli matematici formali sono una caratteristica recente del modo umano di trattare la realtà. Dovrebbero aiutarci a capire come funziona il mondo e persino a prevedere come si evolverà. Ma bisogna stare attenti: il modello non è la realtà, così come una mappa non è il territorio. Un modello sbagliato non è necessariamente pericoloso, ma può esserlo. Un modello militare che ti dice che attaccare la Russia in inverno è una buona idea è un buon esempio. L'idea di "schiacciare la curva" è un altro esempio.

Impareremo mai a usare i modelli? Forse. Ma, per il momento, sono come pistole date in mano ai bambini.


mercoledì 19 aprile 2023

Effetti del Covid: un paese in uno stato di paralisi culturale spaventosa


Tu sei


Sara Gandini è una ricercatrice italiana in campo epidemiologico fra le più quotate a livello internazionale. E' anche una persona che si è impegnata personalmente per difendere i diritti civili e umani durante la follia pandemica, come pure per difendere la scienza, quella vera, da quelli che l'hanno sfruttata per scopi politici o per i propri interessi economici. Per questo, Sara Gandini è stata maltrattata e insultata in vari modi durante il periodo dell'epidemia.

Qui, Sara scrive un commento sulla situazione ormai incancrenita del dibattito in Italia. Se era e rimane corretto non fidarsi di quello che ci raccontano i teletromboni di stato che pretendono di rappresentare "La Scienza", è altrettanto sciocco affidarsi al primo rattoppato cerebrale che spiega su youtube che ha trovato grafene nei vaccini, il che prova che sono stati progettati come strumenti per un programma di sterminio dell'umanità. Purtroppo, non c'è nessun dialogo fra i due campi opposti. Cercare di ragionare razionalmente su qualunque cosa sembra essere diventato impossibile in un paese che si trova in uno stato di paralisi culturale che ormai definiresti come simile a un paziente con danni cerebrali irreversibili. (UB)


Di Sara Gandini

Capisco benissimo la rabbia di chi è stato discriminato perché non vaccinato, di chi si è vaccinato contro voglia per non perdere il lavoro, ancora di più di chi è stato obbligato a vaccinare i figli perché potessero fare sport o andare a scuola.

Capisco anche chi si fida sempre meno di medici, scienziati, istituzioni e teme di essere vittima di un grande esperimento sociale. Che ci siano grandi interessi economici, ma anche di potere, dietro a quello che è accaduto durante la pandemia, ma che accade ancora adesso, dalla guerra alle nuove politiche emergenziali, è indubbio.

La cosa però che mi fa rabbia è che sia così difficile creare spazi di discussione libera.

Se da una parte abbiamo i seguaci del burionismo, i terroristi del covid19, i sostenitori della scienza che diventa religione, per cui chi porta senso critico è necessariamente un pericoloso analfabeta funzionale, novax, negazionista...

Dall'altra abbiamo le comunità che cercano di ribellarsi ma finiscono per banalizzare ogni discussione sulla pandemia, e invece di stare su un livello politico, regolarmente arrivano a sostenere che i vaccini sarebbero il male assoluto, la causa di ogni malattia.

Così come mi sono arrabbiata quando le istituzioni si sono sottratte al convegno organizzato dal Politecnico di Torino, altrettanto non sopporto più chi invita a parlare solo chi aderisce perfettamente alla propria narrazione e sostiene il proprio schieramento. Anche chi parla di una medicina personalizzata e che rispetta le scelte dei singoli viene attaccata se non demonizza il vaccino, come è capitato più volte alla sottoscritta, perché per definizione tutti i medici e gli scienziati sarebbero corrotti e inaffidabili.

In entrambi i casi lo scambio tra posizioni differenti fa problema. L'altro viene ridotto regolarmente a nemico.

Ogni discussione viene ridotta a scontro e si ripetono le parole d'ordine del proprio schieramento, senza rendersi conto che questa contrapposizione è assolutamente funzionale a chi vuole impedire una seria discussione sulla pandemia, ma in generale su dove sta andando la nostra società.

Chi alimenta queste contrapposizioni ha una grande responsabilità anche perché tutto questo porta ad un infinito senso di impotenza a livello politico. E lo stiamo vedendo a ogni livello.

Rispecchiarsi nell'identico a sé alimenta il proprio narcisismo ma impedisce di camminare e di cambiare punto di osservazione, di allargare lo sguardo. Che è ciò di cui abbiamo bisogno.


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Vi può interessare anche dare un'occhiata ai commenti al post, alcuni dei quali veramente interessanti, come questo di Carmelina Salvatore

Carmelina Salvatore

Provo.

Io mi sono vaccinata nell'estate 2021, non c'era pass etc. Con molti dubbi, con molta paura perché la sensazione era quella di giocare alla roulette russa, quando i giornali rilanciavano la notizia della ragazza deceduta in Liguria.

Non ho subito discriminazioni, non ho avuto limitazioni nella mia vita e nei miei diritti.

Molti miei amici non si sono vaccinati. Loro sono stati discriminati, hanno avuto limitazioni nella vita e nei loro diritti. Alcuni erano padri di famiglia, a cui non è stato consentito neanche di vedere la recita di Natale a scuola del figlio, compagno di classe di mia figlia. Io e mio marito eravamo alla recita con un groppo in gola pensando a lui. Un dispiacere indimenticabile.

Quella discriminazione, quella umiliazione io l'ho sentita sulla mia pelle, benché non mi riguardasse direttamente. Mi ha spaventata, ha umiliato profondamente il mio personale senso sociale ed umano. È come se lo avessero fatto a me.

In questo, e nei mesi in cui tutto ciò è accaduto, non si può parlare di banalizzazione di posizioni perche la gravità assoluta di cio che è accaduto ci ha consegnato una società, un sistema di diritto, un sistema di regole troppo diversi da quelli di prima che conoscevamo tutti. Chi ha vissuto quelle discriminazioni in via diretta ha vissuto un vero e proprio trauma emotivo dal quale per molti di loro è molto difficile riprendersi. È questo trauma che impedisce il dialogo. Ed io lo capisco. È stato troppo, troppo per loro perfino perdere lo stipendio per campare la famiglia e i figli. Una umiliazione indicibile per le persone. Come si fa a dialogare per loro o chiedere a loro una posizione meno agguerrita?

È stato un trauma sociale, al pari di quello storico politico culturale sociale tra neri e bianchi ad esempio.

Perché è l'ideologia in sé della discriminazione che fa danno e lo fa in maniera molto profonda, non la singola o la specifica discriminazione in un dato momento storico o in uno specifico paese del mondo.

Sono stata prolissa, lo so.

Ma per me, anche come donna di legge, è una ferita che non rimargina. Figuriamoci per chi lo ha vissuto direttamente.

Credo che per questo noi riusciamo a conservare un equilibrio nelle valutazioni delle circostanze e dei fatti, ma tante altre persone no.

E questo vale per i vaccini e per il pass e per i medici. Per tutto ciò che riguarda questi tre anni.
(Scopro per esempio che si usa ora la parola vaccino per il cancro. Se lo chiamassimo "immunoterapia" la gente non sbarellerebbe. Invece sbarella e forse a buona ragione. Il cancro non nasce da un agente infettivo. Ma tant'è)


mercoledì 5 aprile 2023

Il Peggior Modello della Storia: come NON schiacciare la curva




"Abbassare la Curva" è stato un meme di incredibile successo durante le prime fasi dell'epidemia di Covid. Purtroppo si basava su un modello che possiamo descrivere come il peggiore mai proposto nella storia (o forse il secondo peggiore, dopo quello che assicurò a Napoleone che invadere la Russia in inverno era una buona idea). Qui spiego perché il modello era così pessimo e includo anche una discussione sul fatto che i modelli di cambiamento climatico potrebbero soffrire degli stessi problemi.


Forse avete sentito dire che "tutti i modelli sono sbagliati, ma alcuni possono essere utili". È vero. Ma è anche vero che modelli sbagliati possono essere fuorvianti, e alcuni possono essere letali. Nella storia, alcuni di questi modelli letali sono stati pienamente creduti ("invadiamo la Russia, cosa potrebbe andare storto?"), mentre le conseguenze letali di alcuni modelli attuali non sono ancora comprese da tutti ("la crescita economica può continuare per sempre, perché no? "). Altri modelli ci parlano delle conseguenze letali del non seguirli; è il caso dei modelli climatici. Esistono molti tipi di modelli, ma non si può negare che siano importanti nel determinare le azioni umane.

In questo post parlerò del modello che ha dato origine al concetto di "appiattimento della curva" all'inizio dell'epidemia di Covid-19. Si basava sull'idea che le "misure non farmaceutiche" (NPI) avrebbero rallentato la diffusione del virus ed evitato di sovraccaricare il sistema sanitario. Era uno di quei modelli che all'inizio sembravano belli, ma si sono rivelati un disastro. Tra l'altro, ci dà la possibilità di un esame critico dei modelli climatici: potrebbero soffrire degli stessi problemi?

Riguardo alla storia dell' "appiattimento della curva", questa idea di rallentare la diffusione di un'infezione virale non era di per sé sbagliata. Per millenni, le persone avevano notato che molte malattie venivano trasmesse da persona a persona e che stare lontano dai malati poteva ridurre le possibilità di infezione. Ma i blocchi a livello nazionale, il mascheramento universale e simili non erano mai stati tentati prima. Quindi, come fare a sapere se avrebbero avuto un effetto significativo?

Infatti, prima del grande spavento del Covid, l'opinione generale tra operatori ed esperti era che le quarantene e altre misure drastiche fossero controproducenti, se non del tutto inutili. Poi, all'inizio del 2020, un nuovo concetto è entrato in scena e ha preso d'assalto la memesfera: "Appiattire la curva". È stato espresso sotto forma di un grafico che è apparso ripetutamente sui media in forme leggermente diverse, ma mostrando sempre lo stesso concetto. Ecco un esempio tra i tanti.





Immagine da " The New York Times ", 2020,

Iniziamo con il notare che il modello si basa sulla forma tipica delle curve che descrivono un ciclo epidemico. Si verifica quando qualcosa cresce (es. un virus) sfruttando una risorsa (es. esseri umani). Se la risorsa è limitata, come nel caso del numero di persone che possono essere infettate, allora la crescita dell'infezione inizierà a rallentare, raggiungerà un massimo e poi diminuirà. Il risultato sarà una curva "a campana", un comportamento noto sin dai tempi della Grande Peste di Londra a metà del XVII secolo. (si noti, per inciso, che le curve epidemiche normalmente non mostrano l'"Effetto Seneca", cioè un declino più rapido rispetto alla crescita. È perché il sistema è relativamente semplice ei virus non sono influenzati dall'inquinamento).

Quindi, il modello "Appiattimento della curva" era basato su qualcosa di reale; tuttavia, aveva enormi problemi. Dai un'occhiata attenta alla figura sopra. Il modello implica non meno di due miracoli distinti. Il primo è che lo zero dell'asse x dovrebbe coincidere con il "primo caso". Implica che, miracolosamente, il governo sarebbe stato così lungimirante da decidere di bloccare un intero paese sulla base di un singolo caso osservato o solo di pochi. Un tale governo non è mai esistito e potremmo ragionevolmente sostenere che non può esistere nel mondo reale. In pratica, gli NPI sono stati introdotti ovunque solo quando l'epidemia era ben avviata e in rapida crescita. Si noti inoltre come la curva delle “Misure di protezione” tocchi esattamente il limite della capacità del sistema sanitario senza superarlo. Come le misure possano essere calibrate in modo così preciso è un altro miracolo.

La necessità di due miracoli è già una cosa abbastanza grave per un singolo modello, ma c'è un problema molto peggiore: il modello mostra due curve con la stessa forma; differiscono solo per la scala, un parametro che non può essere determinato in modo affidabile nelle prime fasi di un ciclo epidemico. Ma, ovviamente, nel mondo reale, l'epidemia seguirà solo una delle due curve, e come si può fare a sapere quale? In altre parole, come possiamo sapere se le misure stanno avendo qualche effetto? Sorprendentemente, la domanda non è stata quasi mai posta pubblicamente durante l'epidemia. Il modello dell'"appiattimento della curva" divenne ben presto una questione politica e, in politica, ci sono domande che non ti è permesso fare.

Quindi, fatemi provare a uscire dalla politica e usare la scienza per porre una domanda proibita: come reagirebbe la curva alle "misure" applicate mentre la curva ha già iniziato a crescere? Tutti si aspettavano un effetto, ovviamente, e, ovviamente, un effetto forte se doveva valerne la pena. Tomas Pueyo ha usato correttamente il termine "il martello" per descrivere gli effetti previsti degli NPI (una delle pochissime osservazioni corrette che abbia mai fatto). E se colpisci qualcosa con un martello, ti aspetti un effetto immediato. Ma che tipo di effetto, esattamente?

In un post precedente , ho descritto un semplice modello epidemico SIR (sano, infetto, rimosso), non un modello sofisticato ma diversi gradini più in alto sulla scala scientifica rispetto a un diagramma a due curve puramente qualitativo. Il modello può essere facilmente modificato per mostrare gli effetti di un'improvvisa riduzione del fattore di trasmissione ( Rt ) dell'infezione a seguito degli NPI (si noti che non si applica ai vaccini, che possono essere introdotti solo gradualmente). Di seguito, ecco un tipico risultato dei miei calcoli.


L'asse verticale è la frazione infetta della popolazione (la "prevalenza"), che dovrebbe essere proporzionale al numero di casi positivi misurati. La scala orizzontale è il tempo; un tipico ciclo epidemico dura pochi mesi. Il grafico è approssimativamente modellato sul caso italiano all'inizio del 2020 e presuppone che le "misure" siano state rese obbligatorie il 20° giorno dall'inizio di un ciclo di infezione che dura alcuni mesi. Il modello presuppone che gli NPI riducano l'infettività (Rt) del virus del 50% (come si riteneva che fosse possibile). 

Il risultato è che la pendenza della curva di prevalenza cambia immediatamente quando gli NPI vengono messi in atto. Si può giocare con i parametri in diversi modi, ma, per una significativa diminuzione della velocità di trasmissione del virus, si vedrà sempre una discontinuità nelle curve in corrispondenza dell'inizio delle misure. Questa discontinuità verrebbe un po' "lisciata" dal tempo di incubazione necessario per fare apparire il virus ai test PCR, ma questo tempo viene normalmente dato come un paio di giorni, cinque giorni al massimo. Nel complesso, questo è come dovrebbe essere il vero "appiattimento della curva".

Certo, esistono modelli epidemiologici molto più sofisticati, ma i buoni modellisti sanno (o dovrebbero sapere) che i modelli complicati non sono necessariamente migliori di quelli semplici. Qui non voglio entrare nel dibattito accademico sull'effetto degli NPI (che comunque non ha mai raggiunto i responsabili politici e il pubblico). Solo come breve nota, vale la pena di dare un'occhiata a questo documento del 2020. È stato pubblicato dal gruppo guidato da Neil Ferguson all'Imperial College di Londra, che è stato uno dei principali fautori dei lockdown. Gli autori sostengono che i blocchi sono stati efficaci, ma, se si esamina attentamente il documento, ad esempio, guardando la fig. 2 dei risultati estesi, vedrete che i loro stessi risultati non supportano le loro conclusioni. (e non sono l'unico che ha notato il problema).

Ma piuttosto che entrare nei dettagli di modelli complicati, usiamo solo il buon senso. Gli NPI sono un cambiamento improvviso nei parametri del sistema. Quando il governo ordina alle persone di rimanere chiuse in casa, la maggior parte di loro lo fa immediatamente. Quindi, ti aspetteresti un effetto immediato sulla forma della curva epidemica -- al massimo nell'arco del tempo di incubazione del virus che è di qualche giorno. Il problema è che non si vede niente del genere nei dati del mondo reale. Sotto, il caso dell'Italia nel 2020. Gli NPI sono stati emanati il ​​9 marzo, quando la curva aveva raggiunto circa il 25% del picco. La curva ha continuato a crescere lungo la stessa traiettoria per altri 19 giorni.







L'Italia è solo un caso. Forse, se uno è un vero investigatore di prim'ordine, riuscirebbe a trovare qualche caso dove si può evidenziare una discontinuità in una curva epidemica in corrispondenza delle NPI che vengono emanate. Ma abbiamo centinaia, probabilmente migliaia, di esempi, e non si vedono quasi mai cambiamenti di pendenza importanti. La conclusione può essere solo che se gli NPI hanno avuto un effetto, è stato molto piccolo, ininfluente sulla traiettoria del ciclo epidemico. Per inciso, queste osservazioni sono coerenti con la recente Cochrane Review che ha utilizzato diversi metodi per esaminare l'efficacia delle mascherine e di altri NPI nel rallentare la diffusione dei virus. Non sono stati riscontrati effetti rilevabili.

Alla fine, più di due anni di "provvedimenti" sono stati imposti ai cittadini sulla base di un modello che implicava miracoli e non prevedeva metodi per verificare l'effetto delle azioni raccomandate . Il danno arrecato alla società è stato enorme in termini psicologici, economici e umani, tutto per effetti che si sono rivelati così piccoli da non essere misurabili. Stiamo ancora subendo le conseguenze del disastro e potrebbero volerci molti altri anni prima di riprenderci completamente, se mai ci riprenderemo.

La domanda, quindi, diventa come sia possibile che quasi tutti nel mondo siano stati completamente sopraffatti da un modello così cattivo, forse il peggiore mai sviluppato nella storia? È una storia legata alle implicazioni militari delle epidemie come armi biologiche, ma la racconterò in un prossimo post. Qui, esaminiamo come le stesse considerazioni possono essere applicate ai modelli climatici, un altro tipo di modello che può influenzare le nostre vite in modi ancora più pervasivi del modello "Appiattimento della curva".



venerdì 24 marzo 2023

Crollo della Popolazione in Italia?




Con una lentezza degna di un bradipo insonnolito, l'ISTAT pubblica i dati per la mortalità in Italia per il 2022. E sono dati piuttosto preoccupanti. Siamo arrivati a 713.000 decessi. Ovvero, sono tre anni che superiamo i 700.000 decessi, una cosa mai vista prima nei dati storici. 

Sappiamo tutti che con il graduale invecchiamento della popolazione, ci dovevamo aspettare un altrettanto graduale aumento della mortalità che dovrebbe toccare gli 800.000 decessi al culmine dell'ondata demografica, verso il 2050. Ma gli ultimi tre anni hanno visto un sorprendente balzo in alto del numero dei morti. Le previsioni delle Nazioni Unite (che vedete sul grafico di Our World in Data) davano 629.000 decessi per il 2022, ma abbiamo un eccesso di mortalità di oltre 80.000 unità. In sostanza, non siamo ancora rientrati nella curva, anzi ce ne stiamo allontanando rispetto all'anno scorso, dove l'eccesso di mortalità era sotto i 60.000 decessi.
La cosa è sorprendente in particolare considerando che la mortalità annuale tende a oscillare per un "effetto memoria" di quello che è successo negli anni precedenti. Se in un certo anno c'erano stati parecchi morti per qualche ragione, un'ondata influenzale, per esempio, l'anno dopo la mortalità tendeva a diminuire perché l'anno precedente si era portato via le persone più fragili e vulnerabili. Invece, qui abbiamo un aumento di mortalità consistente che dura da tre anni.
Non è una tendenza soltanto Italiana. Il "gradino di mortalità" si vede anche nei dati globali e in quelli di altri paesi, anche se in alcuni è più debole. Per esempio, per la Svezia, nota sulla stampa italiana come il paese degli sterminatori di vecchi, è molto più basso.
A cosa è dovuto questo gradino di mortalità? Come al solito, la risposta varia a seconda delle opinioni politiche di chi la da, per cui io non mi azzardo a dire niente. Mi limito a notare che, comunque la si voglia vedere, rappresenta un fallimento notevole della gestione della pandemia da parte del sistema sanitario.

Immagine da "Mortality Watch.

mercoledì 22 febbraio 2023

Burioni, ti voglio bene! La sconfitta del complottismo

 


Se Roberto Burioni scrivesse un libro intitolato, "Come Rendersi Antipatici" avrebbe dato sfogo a un suo dono intellettuale innato. E l'antipatia è solo uno dei suoi difetti! Eppure, c'è anche di peggio. In particolare, il movimento che possiamo chiamare "anti-covidianismo" si è incartato in una spirale di complottismo esasperato, basata su posizioni simmetriche e opposte a quelle governative "ortodosse", e altrettanto sbagliate. Per esempio, quelli che....



Io non so nulla di certe cose, ma quelle strisce bianche nel cielo devono ben significare qualcosa.

Le foto delle spedizioni lunari sono così evidentemente false che solo un minorato mentale potrebbe credere che ci siamo veramente andati.

Cambiamento climatico? Sono solo dati truccati. 

Io non mi intendo di clima, ma penso che si stia andando verso una nuova era glaciale.

Io ho studiato la storia, e vi posso dire che il clima è sempre cambiato.

Non è vero che stiamo finendo il petrolio e il gas. E' una storia che ci raccontano per farceli pagare più cari. 

Basterebbe trivellare nell'Adriatico per rendersi indipendenti dal gas Russo, ma il problema è che questi maledetti verdi lo impediscono. 

L'idea di abolire le cucine a gas è parte della strategia del WEF per sterminare la maggioranza dell'umanità.

La faccenda dell'efficientamento energetico delle case è un trucco per portarcele via. 

I pannelli fotovoltaici inquinano più del gas e del petrolio.

Con tutti questi maledetti pannelli fotovoltaici, finirà che non vedremo più il sole!

Le macchine elettriche sono una scusa per farci andare tutti a piedi.

Non ci dicono che le batterie delle macchine elettriche non funzionano quando è freddo.

Le macchine elettriche non hanno riscaldamento, per cui se uno rimane fermo in un ingorgo in inverno, muore di freddo. 

C'è il grafene nel siero genico. C'è stato messo per ucciderci. Ormai è certo. 

Tutti quelli che si sono vaccinati, moriranno certamente entro cinque anni.

Il 5G è una manovra per controllarci attraverso dei microchip che ci impiantano sottopelle con la scusa di vaccinarci. 

.... e molte altre dello stesso livello. 


Peccato, perché gli anti-covidianisti erano un movimento che era partito bene, facendo delle domande legittime e delle proposte interessanti. Ma così è andata e forse era inevitabile: tutte le nuove idee tendono a nascere come eresie e morire come superstizioni. A questo punto, non so a voi che effetto fa, ma a me certa gente è riuscita a farmi diventare simpatico persino Roberto Burioni. 






lunedì 17 ottobre 2022

Vaccini: Una lezione su come NON comunicare sul Web



Questo post mi è venuto in mente dopo aver letto un post di Aldo Manzin su FB che prendo come esempio su come NON si deve condurre un dibattito. Attenzione, non è lo scopo di questo post di criticare il Dr. Manzin in termini professionali o personali (Manzin è professore all'università di Cagliari). Ma, essendo il suo un post pubblico, una critica del contenuto mi sembra lecita, come pure doverosa. 

Il post di Manzin mi da un'occasione per far notare come il dibattito sul Covid e su tante altre cose sia stato condotto con toni e metodi che non ci portano certamente a gestire bene certe situazioni difficili che ci troviamo di fronte. In particolare su come non si dovrebbe mai usare la tecnica nota come la "blastata."

La blastata sul Web è un attacco a tutto campo, con tutta l'artiglieria verbale disponibile. Si parte dal classico "non sapete chi sono io!!" (dott., prof., cav., lupmann., eccetera). Poi offese, ingiurie, accidenti, insinuazioni e altro sono tutte cose ammesse. E' l'equivalente della strategia militare di non prendere prigionieri. Funziona se sei sicuro di vincere, ma non va per niente bene se perdi. In questo caso, ne dovrai pagare le conseguenze.

Anche sul Web, blastare potrebbe forse essere una buona idea quando sei sicuro di poter schiacciare i tuoi avversari. Infatti, è stata usata in modo esteso contro i no-vax, no-mask, no-green pass, eccetera sull'onda della grande paura della pandemia. Ma, comunque vada, a blastare non convinci nessuno, anzi, radicalizzi il dibattito. Poi, ti fai dei nemici e se il vento cambia te li ritrovi davanti, arrabbiati neri.

Per fortuna, quando sei sconfitto in un dibattito verbale non ti fanno un processo a Norimberga e poi ti impiccano. Ma, lo stesso, ritrovarsi sotto il fuoco incrociato di una torma di ex-blastati non è cosa piacevole. Se ne è accorto in questi giorni Fabrizio Pregliasco, per esempio, che si lamenta pubblicamente della caterva di insulti che sta ricevendo. In Italia non si pubblicano liste delle persone più odiate (per fortuna), ma se una lista del genere ci fosse, mi sa che ai primi posti ci sarebbero i virologi televisivi che hanno impestato gli schermi e i social negli ultimi due anni e mezzo. 

Senza andare troppo nei dettagli, noterete subito nel post di Manzin tutti gli errori di comunicazione che sta facendo. Il primo, quello principale, è di aver evidentemente perso le staffe di fronte alle critiche. Non va bene. Se fai vedere che ti sei arrabbiato, vuol dire che chi ti ha criticato ha colpito duro ed ha colpito qualche punto sensibile. E quindi che hai torto.

Poi, c'è la blastata vera e propria. Le frasi tutte in maiuscolo ("ORA BASTA!"), le offese gratuite "no vax del caxxo", "non capite un caxxo...", "tornate a cuccia". Poi, l'auto-incensamento, con l'accusa a chi critica di non capire niente, con l'implicazione che lui, invece si che capisce tutto! Per non parlare della scelta dell'immagine del dito medio -- addirittura quello di Dio! -- il che invita il lettore a chiedersi chi si crede di essere quello che scrive. Insomma, è un testo che sembra fatto apposta per rendersi poco credibile. E anche antipatico.

Infine, c'è un profondo errore di logica. Manzin sostiene l'insostenibile, ovvero che era sempre stato "STRANOTO" (a lettere maiuscole) che i vaccini contro il Covid non immunizzavano. Forse era noto ad alcuni degli addetti ai lavori, ma non a tutti. Fra i tanti, anche Roberto Burioni aveva detto che i vaccini immunizzano, sia pure in modo un po' obliquo. 

In ogni caso, certamente questi addetti ai lavori non hanno fatto un grande sforzo per informare il pubblico e i legislatori. Basta ricordare come nel  nel DL n.127 del 15 ottobre 2021, l'obbligo del Green Pass era giustificato "al fine di prevenire la diffusione dell'infezione da SARS-CoV-2". Per non parlare della  frase simbolo di Mario Draghi, che diceva, fra le altre cose che, "non ti vaccini, contagi, lui o lei muoiono." Draghi non è uno che si intende di vaccini. Se ha detto così, vuol dire che qualcuno dei suoi consulenti gli ha detto che i vaccini evitavano il contagio. E quindi, gli "esperti" non hanno fatto il loro dovere. 

Ora non è il caso di andare a prendersela con chi ha detto esattamente cosa. Ma è il caso di dire che durante il dibattito sul covid sono stati fatti degli enormi errori di comunicazione da parte dei cosiddetti "esperti," specialmente quelli che hanno invaso gli schermi televisivi. Sarebbe il caso, la prossima volta, di ragionarci sopra un po' di più prima di lanciarsi di nuovo in una guerra mediatica totale a base di blastate. Ma mi sa che ci ricascheremo molteplici volte e ampiamente. 

Evvabbé, leggetevi il post di Aldo Manzin, e ditemi cosa ne pensate. 


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Aldo Manzin

CARI NO VAX DEL CAXXO!

Egregi signori no vax che non capite un caxxo né di virologia né di immunologia e vi attaccate (oltre che al caxxo) alle favole complottiste che vi fanno bere ad ogni piè sospinto in modo che le amplifichiate in ogni sede e ogni occasione che avete per palesare la vostra tracotante ignoranza!

ORA BASTA!

L'ultima grande notizia, sventolata ai quattro venti dai quotidiani, dai social e sui siti che più complottari non si può, è che gli stessi dirigenti della Pfizer avrebbero "FINALMENTE" ammesso che il loro vaccino a mRNA (ndr, anche quello della concorrente Moderna) sarebbe stato "sperimentato" e successivamente autorizzato (non approvato) esclusivamente per prevenire lo sviluppo della malattia e non per impedire i contagi. E che quindi tutta la manovra per promuovere le campagne di vaccinazione, sostenerle e "imporle" (in modo più o meno gentile) a sostegno della necessità di controllare la diffusione del virus sarebbe basata su presupposti infondati oltre che illegittimi.

BENE! MA...DOV'È LA NOVITA'?

Che i vaccini a mRNA siano stati sviluppati, sperimentati e poi sottoposti a rolling review con lo scopo di accelerarne l'autorizzazione all'uso è cosa stranota; così come è STRANOTO che siano stati sottoposti DICHIARATAMENTE a valutazione dell'efficacia nel prevenire la malattia grave (e la morte) E NON nell'impedire i contagi!!! Ed è altrettanto noto (e dichiarato pubblicamente) che una valutazione dell'efficacia dei vaccini nel prevenire la trasmissione del virus avrebbe implicato una procedura che avrebbe ritardato di un bel po' l'autorizzazione. E quindi non è stata fatta e la valutazione non è stata richiesta!

CAPITO IGNORANTI NO VAX? Niente di cui meravigliarsi ora, e nessuna truffa dietro l'angolo!
Ma facciamo un passettino indietro (però non vi voglio annoiare più di tanto). Fino all'avvento delle varianti più immunoevasive (ignoranti no vax, sapete cosa vuol dire spero, o no?), in sostanza fino all'avvento di Delta, l'efficacia dei vaccini nel RIDURRE ANCHE il rischio di trasmissione in chi era stato sottoposto ad un ciclo completo di vaccinazione è ben documentata [Report dell'8 marzo 2021 del CDC: https://www.cdc.gov/.../scie.../fully-vaccinated-people.html].

Un inaspettato, e gradevolissimo "effetto collaterale" (come lo definisco io) del vaccino a mRNA!

Certo, l'effetto protettivo, poi, con l'avvento delle nuove e attuali Varianti tende a ridursi (fino quasi ad annullarsi) nel tempo: eppure i vaccini mantengano un'OTTIMA efficacia nel prevenire la malattia grave e la morte....Ma questa è un'altra storia.

Quindi non cari ignoranti no vax smettetela di ciarlare ogni volta che vi sia data la possibilità di rialzare la testa (?): informatevi, studiate e tornate a cuccia, il luogo più idoneo dove dovreste accomodarvi (senza che importuniate i legittimi inquilini).

(Nebulosa Gesto di Dio. foto tratta da: https://www.facebook.com/PassioneAstronomia/)