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mercoledì 22 febbraio 2023

Burioni, ti voglio bene! La sconfitta del complottismo

 


Se Roberto Burioni scrivesse un libro intitolato, "Come Rendersi Antipatici" avrebbe dato sfogo a un suo dono intellettuale innato. E l'antipatia è solo uno dei suoi difetti! Eppure, c'è anche di peggio. In particolare, il movimento che possiamo chiamare "anti-covidianismo" si è incartato in una spirale di complottismo esasperato, basata su posizioni simmetriche e opposte a quelle governative "ortodosse", e altrettanto sbagliate. Per esempio, quelli che....



Io non so nulla di certe cose, ma quelle strisce bianche nel cielo devono ben significare qualcosa.

Le foto delle spedizioni lunari sono così evidentemente false che solo un minorato mentale potrebbe credere che ci siamo veramente andati.

Cambiamento climatico? Sono solo dati truccati. 

Io non mi intendo di clima, ma penso che si stia andando verso una nuova era glaciale.

Io ho studiato la storia, e vi posso dire che il clima è sempre cambiato.

Non è vero che stiamo finendo il petrolio e il gas. E' una storia che ci raccontano per farceli pagare più cari. 

Basterebbe trivellare nell'Adriatico per rendersi indipendenti dal gas Russo, ma il problema è che questi maledetti verdi lo impediscono. 

L'idea di abolire le cucine a gas è parte della strategia del WEF per sterminare la maggioranza dell'umanità.

La faccenda dell'efficientamento energetico delle case è un trucco per portarcele via. 

I pannelli fotovoltaici inquinano più del gas e del petrolio.

Con tutti questi maledetti pannelli fotovoltaici, finirà che non vedremo più il sole!

Le macchine elettriche sono una scusa per farci andare tutti a piedi.

Non ci dicono che le batterie delle macchine elettriche non funzionano quando è freddo.

Le macchine elettriche non hanno riscaldamento, per cui se uno rimane fermo in un ingorgo in inverno, muore di freddo. 

C'è il grafene nel siero genico. C'è stato messo per ucciderci. Ormai è certo. 

Tutti quelli che si sono vaccinati, moriranno certamente entro cinque anni.

Il 5G è una manovra per controllarci attraverso dei microchip che ci impiantano sottopelle con la scusa di vaccinarci. 

.... e molte altre dello stesso livello. 


Peccato, perché gli anti-covidianisti erano un movimento che era partito bene, facendo delle domande legittime e delle proposte interessanti. Ma così è andata e forse era inevitabile: tutte le nuove idee tendono a nascere come eresie e morire come superstizioni. A questo punto, non so a voi che effetto fa, ma a me certa gente è riuscita a farmi diventare simpatico persino Roberto Burioni. 






giovedì 16 giugno 2016

Ma qual è il vero EROEI dell'energia fotovoltaica?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Secondo uno studio recente e completo della letteratura scientifica (1), l'EROEI (energy return on energy invested) medio della tecnologia fotovoltaica più comune (Silicio policristallino) è di 11-12. Ben lontano dalla leggenda del “EROEI inferiore ad uno” che gira nel web.


Qualche tempo fa, un mio collega mi ha raccontato la storia di quando è stato responsabile dell'installazione di uno dei primi impianti fotovoltaici in Italia, nel 1984 (mostrato nella figura sulla destra). Mi ha detto che, poco dopo l'installazione, un politico di alto rango è venuto a visitare l'impianto. Come dimostrazione, il mio collega a collegato l'uscita dell'impianto ad una stufetta elettrica, scaldando le resistenze interne. Il politico ha rifiutato di credere che la stufetta fosse alimentata dall'impianto FV. “Dev'esserci un trucco”, ha detto, “questo non è possibile. Dev'essere un imbroglio”. Il mio collega ha cercato di descrivergli come funzionano le celle fotovoltaiche, ma immaginate di cercare di spiegare la meccanica quantistica ad un politico! Apparentemente, se ne è andato ancora non convinto.

mercoledì 6 gennaio 2016

Ugo Bardi, il Kitegen, e la Culona Inchiavabile



La storia dell'insulto che Silvio Berlusconi avrebbe rivolto ad Angela Merkel era falsa, ma è un buon esempio di una situazione ormai fuori controllo. Le tecniche di infangamento personale sono così diffuse che possono essere utilizzate contro chiunque. E non si sa nemmeno come ci si potrebbe difendere. 


Ultimamente, è partita una curiosa leggenda urbana che vuole che il modesto sottoscritto, Ugo Bardi, avrebbe dichiarato che il Kitegen (una tecnologia eolica sperimentale) abbia un EROEI (ovvero una resa energetica) di "1500", cosa che la renderebbe almeno un ordine di grandezza più efficiente di qualsiasi tecnologia energetica nota oggi. 

Non è vero niente (*) ma questa faccenda è interessante come illustrazione della degenerazione del dibattito su qualsiasi argomento. Come effetto della progressiva "monetarizzazione" di tutti i settori della società, ne consegue che qualsiasi opinione viene considerata come dovuta al fatto che quello che la esprime ci guadagna qualcosa. Il caso di Ugo Bardi in rapporto al Kitegen è particolarmente esemplare. Ve lo riassumo in questi termini:

1. Ugo Bardi ha dichiarato che il Kitegen ha una resa energetica molto alta.
2. Ne consegue che Ugo Bardi ha degli interessi economici nel Kitegen
3. Ne consegue che ogni qual volta Ugo Bardi parla male di qualcosa (p. es. scie chimiche, fusione fredda, o roba del genere) lo fa per salvaguardare i suoi interessi personali

Stupendo sillogismo aristotelico, vero? Un trionfo di logica! Eppure, se cercate questa faccenda sul Web, la trovate espressa in questi termini. Come minimo, però, questo vuol dire che sul web cessa di esistere la possibilità di ogni dibattito su base razionale. 

Ma c'è di più e di peggio. Lo potrei chiamare l' "effetto Merkel" (per non usare un altro termine, più colorito) come risultato della famosa faccenda dell'insulto che Berlusconi avrebbe lanciato contro Angela Merkel, cosa che si è poi rivelata totalmente falsa - ma tutti o quasi tutti ci hanno creduto. Viviamo in un epoca in cui qualsiasi fesseria può andare virale, indipendentemente dal fatto che sia vera oppure no. E chi viene danneggiato dalla fesseria in questione ha ben poche possibilità di difendersi. 

Nel caso di Ugo Bardi che avrebbe sostenuto che il Kitegen ha un valore improbabilmente alto dell'EROEI, non è difficile smentire la faccenda. Ma immaginatevi quante possibilità esistono per far partire la macchina del fango, anche a livello artigianale, contro persone che non sono leader nazionali. 

Vi è capitato di ricevere un messaggio dalla casella postale di qualcuno che conoscete bene e che vi chiede dei soldi perché si trova bloccato all'aeroporto di Londra o qualcosa del genere? A me si, più di una volta. Apparentemente, impadronirsi dell'indirizzo di posta di qualcuno, come pure dei suoi contatti, non è cosa tanto difficile. Ora immaginatevi che qualcuno si impadronisca del vostro indirizzo e spedisca a tutti i vostri contatti un messaggio in cui dichiarate - per esempio - la vostra simpatia per l'ISIS, oppure che siete alla ricerca di materiale pedo-pornografico, oppure che cercate il numero di cellulare dell'assessore all'urbanistica per "sistemare" una certa faccenda di sopraelevazione a casa vostra. Come vi difendete? Molto difficilmente, soprattutto se chi ha combinato l'imbroglio è abbastanza intelligente da generare delle accuse plausibili, tipo, appunto, quella che Berlusconi avrebbe dichiarato che Angela Merkel è una "culona inchiavabile." Era un'espressione che molti hanno trovato plausibile, dato il carattere del personaggio. Ma che fosse plausibile non vuol dire che fosse vera. 

Quante cose plausibili - ma false - si possono dire contro di voi? Pensateci un attimo e vi verrà di che rabbrividire. E la macchina del fango opera a tutti i livelli; ricordatevi, per esempio, della faccenda delle "armi di distruzione di massa" in Iraq oppure dell'ultimo caso in ordine di tempo di manipolazione mediatica di un caso giudiziario

Come si può, ormai, credere in qualcosa che i media ci raccontano? Come si può credere in qualsiasi cosa si legga sul Web? In queste condizioni, non si può nemmeno dare tutti i torti a quelli che rifiutano di credere che il cambiamento climatico sia una cosa reale o a quei poveracci che sfogano la loro rabbia e la loro frustrazione sostenendo teorie bislacche come quelle delle scie chimiche. Tutto il nostro sistema di comunicazione è ormai fuori controllo: una serie di bugie e di contro-bugie; una specie di labirinto di specchi dove da qualunque parte ti giri trovi una immagine deformata di te stesso che urla "sono io quello vero!"  

E allora cosa possiamo fare? Eh.... buona domanda. Qualcuno ha qualche idea? 



____________________________________________

(*) Tutto il rumore di questa faccenda si basa su una tabella che si trova in un documento della Kitegen Research dove, apparentemente, c'è questo numero e un riferimento a un mio vecchio post. Ora, siccome la faccenda mi ha abbastanza stressato, mi rifiuto di andare a esaminare questo documento nei dettagli. Mi limito a dire che a) di quel documento non so niente, b) quel valore dell'EROEI di 1500 non c'è nel mio lavoro citato c) mi sembra un valore decisamente eccessivo per qualsiasi cosa che esista nel mondo reale, ma non è cosa che riguardi me. Vi posso dire inoltre che non ho nessun rapporto professionale con la Kitegen research né termini di consulenze, né di quote o altri tipi di partecipazione. Mi sono occupato di eolico di alta quota nel passato; mi sembra tuttora un'idea interessante ma, via via che ho approfondito l'argomento, mi sono reso conto che si parla di una tecnologia molto difficile da mettere in pratica. 

mercoledì 17 dicembre 2014

Non date da mangiare ai troll climatici!




Si sa benissimo che non bisogna dar da mangiare ai troll, eppure c'è sempre qualcuno che ci casca, come è successo recentemente sui commenti del blog della Società Chimica Italiana (SCI) (immagine da The Week)



Sappiamo tutti (o dovremmo sapere) che cos'è il troll: è qualcuno che usa una tattica ben precisa nel dibattito sul web: quella di intervenire in modo fortemente aggressivo per poi far finta di offendersi quando altre persone gli rispondono per le rime. Questo genera di solito una bella rissa, che è quello che il troll vuole. Il troll, come è ben noto, non ha nessuna intenzione di dialogare, solo quella di creare confusione.

Il troll compare in molti dibattiti, ma prospera in particolare nel dibattito sul clima, dove ha modo di rifulgere riciclando in continuazione le solite leggende (il clima è sempre cambiato, non c'è stato nessun riscaldamento dal 1998, I ghiacci dell'Antartide si stanno espandendo, etc....). Ne segue, tipicamente, una bella rissa che serve a far confusione e a mascherare il fatto che la questione del cambiamento climatico è importante ed è ormai bene assodata fra gli scienziati.

Qualcosa di simile è successa qualche giorno fa nei commenti di un post del blog della Società Chimica Italiana (SCI), dove si è visto arrivare niente di meno che Rinaldo Sorgenti, vicepresidente di Assocarboni, ben noto per le sue opinioni un tantino estreme sulla questione del riscaldamento globale e del ruolo del carbone nel generarlo.

In questo caso, non possiamo definire Sorgenti come un "troll", dato che non ha usato la tattica tipica del troll: quella dell'anonimato. Ma il suo intervento ha avuto tutte le caratteristiche delle tattiche dei troll: una serie di commenti aggressivi, conditi con tutte le leggende del caso. Leggetevi il dibattito (per chiamarlo cosi) per rendervene conto da voi.

Alle risposte dei commentatori, è seguito il classico atteggiamento di persona ingiustamente maltrattata. Ecco un tipico esempio in cui Sorgenti risponde al moderatore.


@ devoldev,
 

Non ho ancora il piacere di conoscerla e non scenderò al suo livello con insulti e tentativi di svilire l’altruyi pensiero. Lei sa certamente tutto ed anche quello che ancora non è stato scoperto. Beato lei.


Purtroppo, mi dispiace dover notare ancora una volta come molti scienziati sono altrettanto competenti e preparati nel loro lavoro quanto ingenui e impreparati nell'affrontare il dibattito fuori dai canoni del mondo scientifico. Il blog della SCI è un blog divulgativo ma di buon livello scientifico, anche grazie agli sforzi e alla passione di Claudio della Volpe, ricercatore presso l'università di Trento. Purtroppo, tuttavia, nè il moderatore né gli altri che sono intervenuti sono riusciti a gestire correttamente l'intervento di Sorgenti. Il risultato è stato una bella rissa verbale che non ha fatto fare una gran bella figura al blog.

Ma perché continuiamo a fare sempre gli stessi errori? Ai troll, non bisogna dar da mangiare!




Sui troll climatici, vedi anche questo articolo dal titolo esplicito "don't feed the climate troll", come pure il commento di Sylvie Coyaud sul caso specifico dell'intervento di Sorgenti sul blog della SCI:









venerdì 6 giugno 2014

Urban legend 2: Ma è vero che la popolazione italiana è in diminuzione?

E' il primo? No, il 7-miliardesimo


Di Jacopo Simonetta

Che la popolazione italiana stia diminuendo è una leggenda talmente diffusa e radicata de essere stata accreditata perfino da Serge Latouche in una sua recente conferenza.

In realtà (dati ISTAT), se escludiamo l’immigrazione, osserviamo che il saldo fra nati e morti oscilla molto vicino allo zero dalla metà degli anni ’80 fino al 2010, poi sembra cominciare ad aprirsi un saldo negativo, ma è ancora troppo presto per capire se è una fluttuazione od una tendenza.
Tuttavia, le cose cambiano radicalmente se consideriamo il contributo alla popolazione degli immigrati. Considerando solo l’immigrazione legale (i clandestini sono stimati fra i 300.000 ed il 500.000 a seconda delle fonti e dei periodi), troviamo che la popolazione non ha mai cessato di crescere, ma era giunta molto vicino alla stabilità negli anni ’90, per poi ricominciare a crescere in modo esplosivo fino a giorni nostri.   Un dettaglio interessante: la curva presenta un punto di rottura preciso: il 2001, l’anno precedente l’ approvazione della famigerata “legge Bossi-Fini”  che, giusta od iniqua che sia, non ha minimamente influenzato la tendenza all'aumento della popolazione generato dall'immigrazione.


Per quanto riguarda invece la popolazione mondiale, è vero che il tasso di crescita è diminuito dal 2,19% del 1963 ad un apparentemente modesto 1,14% nel 2013, ma tradotto in numero di bocche da sfamare, nel 1963 l’incremento fu di circa 70 milioni, mentre nel 2013 l’incremento è stato di oltre 80 milioni.   In termini assoluti, oggi stiamo quindi vivendo la crescita demografica maggiore della storia, ma cosa accadrà negli anni venturi?  Generalmente si legge che la popolazione tenderà a stabilizzarsi fra i 9 ed i 10 miliardi di abitanti verso la metà del secolo, complice il miglioramento delle condizioni di vita.   Un messaggio apparentemente tranquillizzante, con una interessante storia alle spalle.

Le proiezioni demografiche che giustificano questa serafica conclusione sono basate su di un modello matematico chiamato “teoria della transizione demografica”.   Per l’appunto una teoria basata sul presupposto che le famiglie benestanti abbiano meno figli di quelle povere; ne consegue che il miglioramento delle condizioni di vita comporta una stabilizzazione della popolazione secondo lo schema seguente:

1 – Equilibrio demografico antico sostanzialmente stabile perché sia la natalità che la mortalità sono alte.

2 – Prima fase della transizione: Crescita dovuta la fatto che, migliorando le condizioni di vita, la mortalità diminuisce mentre la natalità rimane alta.

3 – Seconda fase di transizione: Stabilizzazione dovuta alla graduale riduzione delle nascite.

4 – Equilibrio demografico moderno, sostanzialmente stabile in quanto natalità e mortalità sono entrambe basse.


Nata agli inizi del XX° secolo, questa teoria che ha descritto in maniera abbastanza fedele quanto effettivamente accaduto in Europa occidentale, USA e Giappone nel secondo dopoguerra:   Dunque la teoria è validata dai fatti?   Così pareva agli inizi degli anni ’70, tanto che è entrata a far parte integrante di Word 3 i cui scenari, purtroppo, si stanno dimostrando molto affidabili.    Ma già allora il “gruppo Meadows” metteva in guardia contro alcuni limiti nell’applicabilità di tale teoria.

Oggi, 40 anni più tardi, dovremmo constatare alcune cose:

- Fra i paesi con la natalità più bassa al mondo troviamo alcuni paesi “sviluppati” (come Germania Regno Unito ed Austria), ma anche  paesi poveri ex-comunisti (come Bielorussia, Ucraina, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria) in cui il collasso economico ha portato un aumento della mortalità, ma non quello della natalità, come avrebbe dovuto accadere se la teoria fosse universalmente valida.
- Molti paesi particolarmente ricchi hanno indici di natalità elevati, ad es. i paesi arabi petroliferi.

- Dal momento che gli accordi in sede WTO consentono una notevole (anche se non totale) mobilità dei flussi migratori, il tasso di natalità e quello di crescita demografica dei vari paesi sono due variabili assai poco correlate.   Paesi con tassi di natalità molto bassi hanno tassi di crescita demografica molto elevati e viceversa.   

- Se anche avvenisse la prevista stabilizzazione, non è affatto detto che questa avvenga ad un livello sostenibile, vale a dire al di sotto della capacità di carico del territorio interessato o del pianeta nel suo complesso.   Ne siamo brillanti esempi noi occidentali che, se non fosse per l’immigrazione,  avremmo tassi di crescita molto vicini alla parità o lievemente negativi, ma che per vivere utilizziamo quasi il doppio delle risorse che avremmo a disposizione.

In realtà, il meccanismo storicamente riscontrato (ma da molti contestato)  è un altro: la crescita economica consente la crescita demografica che, alcune generazioni dopo, provoca una crisi economica a seguito della quale i tassi di mortalità e di emigrazione aumentano finché la popolazione non rientra all'interno della capacità di carico del proprio territorio.   Dopodiché le risorse possono rigenerarsi (almeno in parte) ed il ciclo può anche ripartire.   

La trappola psicologica consiste nel fatto che la fase di crescita demografica segue di poco l’inizio di quella di crescita economica e la accompagna a lungo, effettivamente stimolandola ulteriormente mediante l’ampliamento del mercato e della mano d’opera disponibile, ma solo finché gli altri elementi del sistema (risorse, inquinamento, stabilità sociale) lo consentono.    Una volta superata le “linea rossa” della capacità di carico, ogni incremento demografico diviene un chiodo nella bara del benessere acquisito, ma l’esperienza vissuta e ricordata porta invece ad identificare la prosperità con la fecondità.   Fino a giungere ai deliranti messaggi odierni in cui si invoca un’ulteriore crescita demografica per rilanciare quella economica.   Una cosa che suona un po’ come praticare l’incendio boschivo per rilanciare la forestazione.
Ma se i cicli storici sono stati di secoli, quello che stiamo vivendo attualmente ha vissuto l’esplosione e probabilmente vivrà il collasso in meno di cento anni, perché?    Semplicemente perché la nostra strabiliante crescita ha un nome preciso: petrolio di buona qualità ed a buon mercato.   Non abbiamo finito il petrolio (probabilmente non lo finiremo mai), ma quello che ci rimane è scadente e caro.   

Esistono alternative, certo, ma costose e parziali.   Inoltre l’energia non è certo l’unico limite allo sviluppo economico contro il quale ci stiamo scontrando: gli effetti negativi dell’inquinamento, del degrado dei suoli, dell’estinzione di massa in corso, (per citarne solo alcuni) rischiano di essere ancor più dirompenti.   L’estrema instabilità e disparità economica (entrambe senza precedenti nella storia moderna) rischiano di far implodere il sistema  in qualunque momento, mentre il crescere della conflittualità sociale, il risorgere dei nazionalismi e la corsa internazionale all'accaparramento delle risorse residue presentano ulteriori rischi già nel breve periodo.

In conclusione, è estremamente improbabile che la popolazione umana tenda a stabilizzarsi e sono certo che i demografi dell’ONU lo sanno benissimo.   Al contrario, e’ probabile che, a livello globale,  una flessione inizi entro il 2030 se non prima, quindi fra 10-15 anni.   Ma se il modello Word3 si è dimostrato estremamente affidabile finora, la sua affidabilità decrescerà molto rapidamente in rapporto al tempo da quando la curva della popolazione inizierà a flettere.

Ci sono due ragioni molto forti per questo.

La prima, già evidenziata dagli autori, è che nelle prime fasi del collasso il sistema globale si disarticolerà in sotto-sistemi relativamente indipendenti fra loro (magari anche in conflitto fra loro), cosicché saranno possibili dinamiche anche molto diverse a seconda delle zone.

La seconda è che il modello prevede che, al degradarsi delle condizioni di vita, aumentino rapidamente sia la mortalità che la natalità e questo non è detto che avvenga.   A parità di altre condizioni, le zone dove la popolazione diminuirà più rapidamente saranno quelle che si stabilizzeranno prima e che avranno le migliori possibilità di recupero, ma non è certo perché numerosissimi altri sono i fattori in gioco.


domenica 29 gennaio 2012

Centenario della teoria della deriva dei continenti di Alfred Wegener: l'inizio della scienza dei sistemi della Terra

Traduzione di Massimiliano Rupalti dall'originale su "Cassandra's Legacy"


Alfred Wegener (1880-1930) durante una spedizione scientifica in Groenlandia nel 1912. La sua teoria della “deriva dei continenti”, presentata la prima volta nel gennaio di quell'anno, ha dato inizio ad una rivoluzione scientifica in geologia che ha profondamente influenzato il modo in cui comprendiamo il funzionamento dei sistemi terrestri oggi.


Un secolo fa, nel gennaio 1921, Alfred Wegener ha presentato per la prima volta la sua teoria della “deriva dei continenti” ad un convegno tenuto a Francoforte, in Germania (*). Wegener aveva raccolto dati geologici e paleontologici che davano peso ad una vecchia osservazione, quella cioè, che i margini dei continenti ai lati opposti dell'Oceano Atlantico sembravano corrispondere, come in un gigantesco puzzle. Di conseguenza, Wegener ha proposto che gli attuali continenti fossero attaccati insieme un tempo, ma che siano andati alla deriva e lentamente allontanati l'uno dall'altro per cento milioni di anni. (fonte dell'immagine: J. Floor Anthony)


La storia della teoria della deriva dei continenti abbraccia diversi decenni. Inizialmente rifiutata dalla maggior parte dei geologi, ha gradualmente acquisito consenso fino a diventare la norma negli anni 1950. In seguito è diventata parte di quella che chiamiamo “tettonica a placche”, che è un pilastro di tutto quanto sappiamo della scienza dei sistemi terrestri.

Occasionalmente, la storia travagliata della teoria di Alfred Wegener è stata appropriata in modo perverso dai negazionisti climatici, per sostenere di essere discriminati dalle istituzioni scientifiche. Ma ciò mostra soltanto che i negazionisti climatici non capiscono come funziona la scienza. Tutte le nuove teorie scientifiche sono soggette ad esame attento e quella di Wegener non ha fatto eccezione. La sua accettazione ha avuto bisogno di tempo per diverse ragioni, compreso l'inizio della Prima Guerra Mondiale, subito dopo la sua presentazione. Tuttavia è stato principalmente perché al tempo di Wegener non c'era evidenza che i continenti potessero realmente muoversi e nessuna prova che lo facessero. Quando prove sperimentali soddisfacenti su questo punto sono diventate disponibili, la teoria è stata universalmente accettata. E' vero che il dibattito sulla deriva dei continenti è stato più aspro del consueto, ma non è stato diverso da qualsiasi dibattito scientifico, come potete leggere in dettaglio a
questo link. Wegener stesso inorridirebbe se vedesse il suo nome associato alla “scienza spazzatura” sul clima, come a volte accade (guardate qui, per esempio).

La rilevanza dell'idea della deriva dei continenti di Wegener (e del meccanismo sottostante: la tettonica a placche) non è solo questione di un vecchio dibatto scientifico. E' la base della moderna scienza dei sistemi terrestri che comprendono anche la scienza del clima. La deriva dei continenti è una manifestazione delle forze dinamiche esistenti sulla Terra, nella regione che chiamiamo “mantello”. E' a causa del flusso di materia dalla crosta al mantello e viceversa che il sistema mantiene una concentrazione di biossido di carbonio nell'atmosfera sufficiente per consentire la fotosintesi delle piante. Senza la tettonica a placche non potrebbe esserci vita sulla Terra. Infatti Venere e Marte non hanno alcuna tettonica a placche attiva e – a quanto ne sappiamo – nessuna vita organica.
 

Ma la tettonica a placche non conserva solo il biossido di carbonio nell'atmosfera. Ne regola anche la concentrazione e, di conseguenza, la temperatura della superficie della Terra. L'anidride carbonica è un gas serra che agisce come la “manopola del termostato” della Terra. Il meccanismo della tettonica a placche ha lentamente ridotto la sua concentrazione in modo da mantenere una temperatura media costante, nonostante il graduale aumento della radiazione solare attraverso tempi geologici (circa il 10% ogni miliardo di anni). Questa regolazione è lontana dall'essere perfetta: duranti gli Eoni passati la Terra ha visto ere glaciali e periodi molto caldi ma, in media, le temperature sono rimaste entro i confini necessari alla vita per esistere. Sfortunatamente questo meccanismo di regolazione è troppo lento per rimediare alle perturbazioni che stiamo causando oggi al clima con le nostre emissioni di biossido di carbonio. Tuttavia, quello che sappiamo sul meccanismo della tettonica a placche e le sue conseguenze sulla storia passata del nostro pianeta, ci rende più prudenti su quello che stiamo facendo agli ecosistemi. Questa conoscenza risale, in ultima analisi, al lavoro di Alfred Wegener: scienziato e pioniere della scienza dei sistemi della Terra.

Potete leggere quanto fosse moderna la visione della scienza dei sistemi della Terra di Alfred Wegener da
questo estratto dell'UCMP (University of California Museum of Technology):


"Gli scienziati sembrano non capire sufficientemente che la scienza della Terra deve contribuire con prove nella direzione di svelare lo stato del nostro pianeta alle sue origini e quella verità della materia può essere raggiunta solo mettendo insieme tutte queste prove...solo mettendo insieme le informazioni fornite da tutte le scienze della Terra possiamo sperare di determinare la “verità”, vale a dire, trovare il quadro che mostra tutti i fatti conosciuti nella migliore disposizione e che perciò ha il più alto grado di probabilità. Inoltre dobbiamo essere sempre pronti alla possibilità che ogni nuova scoperta, non importa quale scienza la fornisca, modifichi le conclusioni che abbiamo disegnato.”

* Wegener, Alfred (1912). "Die Herausbildung der Grossformen der Erdrinde (Kontinente und Ozeane), auf geophysikalischer Grundlage" (in tedesco). Petermanns Geographische Mitteilungen 63: 185–195, 253–256, 305–309. Presentato all'incontro annuale della German Geological Society, Francoforte sul Meno, 6 gennaio 1912.

venerdì 22 luglio 2011

Il picco degli imbecilli


Per decollare e spargersi per il web, le leggende devono trovare un numero sufficiente di imbecilli che ci credono e che le ripetono. Ma non sempre questo succede: per esempio, la leggenda del "petrolio abiotico" non riesce ad attecchire in Italia; forse perché c'è stato un picco degli imbecilli? Può darsi, ma purtroppo altre leggende altrettanto strampalate, come quella delle scie chimiche e di un'era glaciale imminente, continuano a imperversare sul web.


Mi è capitato ultimamente di imbattermi in un sito curioso; intitolato "petrolio abiotico." Scusate se non vi do il link diretto, per evitare che qualche strampalato arrivi qui a far danni. Ma se cercate su google "petrolioabiotico" e "shooterinaction" quel sito lo trovate subito.

Bene, questo sito ha aperto il 4 Giugno di quest'anno con tutta la classica attrezzatura della bufala rampante. Parte dalla leggenda di base, quella del "petrolio abiotico", ovvero che il petrolio è sempre esistito in enormi quantità nelle viscere della terra. Ne consegue che la crisi del petrolio è tutto un complotto per farci pagare più care la benzina. I corollari sono vari insulti ai "disinformatori pagati" di ASPO (Colin Campbell, Jean Laherrere, il modesto sottoscritto e altri); al complotto delle multinazionali, ai vari tentativi di offuscazione della verità, eccetera, eccetera. Immancabile, poi, la menzione del "Club di Roma" come un'associazione di cospiratori dedicati alla conquista del mondo. E non sono solo insulti, ma si va anche sulle minacce fisiche, tipo "preparate i bastoni per prendere a randellate chi vi sta prendendo per il culo e vi fa pagare il carburante un occhio della testa!"

L'autore, rigorosamente anonimo con il nick di "shooter" (un nome, un programma) ci si è messo di buzzo buono a tradurre svariati articoli di anti-picchisti e abioticisti e ha pubblicato 18 post. Tutto lavoro sprecato perché nessuno lo ha minimamente c**ato. Non avendo trovato abbastanza imbecilli che gli abbiano dato retta, in un post datato 6 Luglio, Shooter annuncia la chiusura del blog, prendendosela con i lettori ai quali dice, "dovete morire." (Legge di Goodwin a parte, qui Shooter ricorda un po' Adolf Hitler nel suo bunker di Berlino che se la prende con i Tedeschi che non hanno combattuto abbastanza bene per lui!).

Non so dire come mai il web italiano, a differenza di quello in inglese, risulti nel complesso abbastanza refrattario alla leggenda del petrolio abiotico (per ora, perlomeno). Ci aveva provato inizialmente Roberto Vacca, deciso a rovinarsi in brevissimo tempo una solida reputazione che si era costruito in decenni di lavoro. Ma non aveva avuto successo nemmeno lui. Forse è perché la reazione è stata rapida e immediata. Forse, però, c'è stato veramente un picco degli imbecilli e dopo tanti esempi di stupide leggende che si spargono in giro, la gente comincia a farsi un tantino più furba.

In ogni caso, credo che la storia di "petrolioabiotico" sia abbastanza interessante come esempio di come nascono le leggende su internet. Sembra che ci sia uno schema generale in queste cose. Si parte da qualche idiozia; scelta però in modo tale da poter essere presentata come un complotto ai nostri danni e da scatenare odio settario nei riguardi di qualche categoria di persone. Ora, in "petrolioabiotico" per nostra grande fortuna non abbiamo visto formarsi la setta di credenti che invece infesta altri siti di leggende. Ci è andata bene, altrimenti avremmo in giro una banda di ragionieri, baristi, operatori ecologici, ciabattini e disk-jockey che si sono improvvisati geologi e che veleggiano per il web a sostenere che il fatto che la benzina costi così cara è tutto un complotto per imbrogliarci.

Tuttavia, ci sono casi dove il meccanismo di creazione di una setta di credenti ha funzionato molto bene. Uno dei più classici è quello delle "scie chimiche," l'idea che in qualche modo i poteri forti stiano sparando veleni mortali dagli aerei di linea. Oppure, quello del sito "New Ice Age" dove si racconta di una nuova era glaciale in arrivo. Il risultato è la nascita di piccole conventicole di persone che si raccontano fra di loro sempre le stesse cose e che - apparentemente - finiscono per crederci per davvero. Non è uno scherzo: là fuori ci sono veramente delle persone che credono alle scie chimiche e all'era glaciale imminente. Questi siti generano poi pattuglie di credenti che si sparpagliano per internet a raccontare la loro versione delle leggi dell'universo; nel processo insultando e minacciando chi non la pensa come loro.

Purtroppo, i meccanismi psicologici che creano queste forme di sbilanciamento mentale sono estremamente potenti e, soprattutto, perversi. E' ben noto che i membri di una setta reagiscano alle critiche "stringendo i ranghi" e confermandosi fra di loro ancora di più le loro strambe teorie. L'esempio classico è quello della setta dei "seekers" il cui leader, Dorothy Martin, aveva ricevuto un messaggio dagli extraterrestri che annunciavano il loro arrivo il 21 Dicembre 1954. In quel giorno, avrebbero imbarcato i membri della setta sul loro disco volante per salvarli da un cataclisma planetario imminente. Ovviamente, il 21 Dicembre 1954 non è successo nessun cataclisma e nessun extraterrestre è arrivato. Il bello è che, tuttavia, i membri della setta non hanno lasciato la setta dopo aver infamato la Martin come si sarebbe meritato. Anzi, si sono ancora più convinti di aver ragione e si sono messi con maggior fiducia ad aspettare l'arrivo degli extraterrestri che, secondo la Martin, era stato soltanto "rimandato". Lo studio dello psicologo Americano Leon Festinger su questo caso è affascinante, così come lo ha descritto nel suo libro "When Prophecy Fails" (quando la profezia fallisce). Dorothy Martin è morta nel 1992, continuando fino all'ultimo a ricevere messaggi dagli extraterrestri. Pare che qualche vestigia della setta da lei fondata esista ancora oggi, o perlomeno esiste un gruppo di Facebook (anche se vuoto) che si riferisce al nome dell'ultima versione della setta. Gli esseri umani, alla fine dei conti, non sono creature razionali.

In molti casi, le credenze di questi piccoli culti sono abbastanza innocue. Certamente, i "seekers" della signora Martin non facevano danni a nessuno, ma non è sempre così. Uno dei problemi è che i membri possono diventare aggressivi. Io, dal sito "New Ice Age" ho avuto minacce di morte, insulti vari, e invocazioni al mio licenziamento. Alcuni miei colleghi hanno avuto reazioni analoghe da parte degli sciachimisti. Da notare anche il caso del cappio mostrato pubblicamente al climatologo Hans Schellnhuber mentre faceva una conferenza. Per il momento, le varie minacce rimangono solo virtuali, ma cosa impedisce a qualche squilibrato di metterle in pratica? Si rischia poi che qualcuno utilizzi questi pazzoidi in buona fede per degli scopi oscuri, come è successo molte volte nella storia. Il caso delle brigate rosse dovrebbe farci pensare.

Un problema anche più importante con le sette pseudoscientifiche è quando cominciano a interferire in campi dove possono fare dei danni reali e concreti; come quando, per esempio, qualcuno pretende di curare il cancro con il bicarbonato. Nel campo della scienza del clima, l'azione di disturbo di questa gente costringe gli scienziati a un continuo lavoro di smentita e aggiunge ulteriore confusione alla campagna di disinformazione in corso.

Il problema nel gestire questo fenomeno sta nella reazione difensiva che già Festinger aveva trovato nel suo studio del culto dei "seekers". Le critiche vengono prese dai membri della setta come prova che esiste un complotto contro di loro. Così, ogni tentativo di dimostrare ai glacialisti che il pianeta si sta riscaldando è preso come una prova del complotto contro di loro in corso. Se si insiste, si passa poi a ricevere insulti, minacce e tutto il resto. E' ormai uno schema ben noto.

Allora, cosa fare? Ho paura che non ci siano soluzioni ovvie. I "seekers" di Chicago hanno continuato a credere per decenni all'imminente arrivo degli extra-terrestri. Questi che credono nell'era glaciale imminente continueranno a crederci anche bolliti. E' difficile dire se è meglio ignorarli o trattarli come si meritano. Ci possiamo consolare con il fatto che, di solito, le assurdità che questa gente racconta sono tali che non fanno molti proseliti e che - sperabilmente - si ritorcono contro di loro. Così, chissà che non arrivi davvero il picco degli imbecilli a fermarli, come è successo per "petrolioabiotico".

sabato 6 marzo 2010

Contraddizioni

Un post molto carino su "Climate WTF," che vi traduco.  Se seguite un po' la polemica sul riscaldamento globale, su questo ci farete delle belle risate. Se le leggi della fisica valessero per le cretinate che la gente dice; le contraddizioni dei negazionisti si annichilerebbero vicendevolmente come se fossero particelle elementari - bang! Una serie di piccole esplosioni di raggi gamma, e via. Sarebbe divertente, appunto, se non fosse una cosa tragica......

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  • Quei maledetti climatologi hanno deliberatamente alterato i dati della temperatura della superficie per favorire l'idea del riscaldamento globale antropogenico
  • Il riscaldamento globale dei primi anni del ventesimo secolo che si vede nei dati di superficie è prova contro il riscaldamento globale antropogenico

  • I computer possono essere programmati per fargli dire qualsiasi cosa. Questi maledetti scienziati del clima hanno fatto i loro modelli climatici in modo tale che i risultati favoriscano il riscaldamento globale antropogenico
  • I modelli climatici provano che il riscaldamento globale non esiste dato che i risultati mostrano un punto caldo che non c'è

  • I dati di superficie dei primi anni del ventesimo secolo provano che il riscaldamento globale antropogenico non esiste
  • Non è possibile credere ai dati di superficie: sono troppo poco accurati

  • I dati dei carotaggi dai ghiacci mostrano che la concentrazione del CO2 aumenta dopo la temperature, non viceversa. 
  • I dati dei carotaggi dai ghiacci non sono accurati dato che il CO2 diffonde attraverso il ghiaccio, quindi non sono credibili.

  • Bassa sensibilità del clima!
  • Il clima è sempre cambiato!

  • L'intelligenza e l'abilità umana ci permetteranno di adattarci facilmente a ogni cambiamento di temperatura o di livello del mare.
  • Una tassa sul carbonio avrebbe effetti catastrofici sulla nostra economia e la nostra civilizzazione

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Post originale

-Those darned climate scientists have deliberately fudged the surface temperature records so that they support manmade global warming!
-The early 20th century warming in the surface records disproves manmade global warming!

-Computers can be made to say anything! Those darned climate scientists have written the climate models so that the output supports manmade global warming!
-The climate models disprove manmade global warming because the output shows a hotspot that doesn't exist!

-The early 20th century warming in the surface records disproves manmade global warming!
-We can't believe the surface records. They are far too inaccurate!

-The ice core co2 records show co2 lags temperature, not the otherway round!
-The ice core co2 records are inaccurate due to co2 diffusing through the ice so we can't believe them!

-Low Climate Sensitivity!
-The Climate has changed a lot in the past!

-Mankind's resourcefulness and ingenuity will allow us to easily adapt to any change in climate or sea level
-A carbon tax will have a catastrophic effect on our economy and civilization