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sabato 6 luglio 2019
Se sei un pesce rosso, non blastare uno squalo. Burioni cade nella trappola.
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Ugo Bardi
Leggetevi bene lo scambio qui sopra (h/t Aldo Piombino) dove un tizio propone al prof. Roberto Burioni un confronto alla pari sulla validità dei vaccini. Questo da a Burioni l'occasione di una bella "blastata" -- come va di moda dire oggi.
Mi sembra chiaro che era una provocazione. Era un troll quello che ha sfidato Burioni a un confronto sapendo benissimo quello che faceva, voleva che Burioni rispondesse in quel modo. E Burioni è cascato in pieno nella trappola che voleva farlo apparire come un borioso, antipatico, supponente, e presuntuoso parruccone. Già parlando di clima, Burioni non aveva fatto una bella figura. Qui, ha fatto anche peggio.
Il problema è che i prof. vivono in un loro mondo ovattato ove vige il principio del "cane non mangia cane." Si parlano più che altro fra di loro e le loro valutazioni di merito sono quasi esclusivamente interne. Per cui, un prof. può essere estremamente competente nel suo campo (come lo è Burioni nel suo) ma non essere in grado di comunicare con i comuni mortali.
I prof. sono un po' come quei pesci rossi che sono decorativi e vivono benissimo nel loro acquario con le bollicine e le alghe di plastica colorate. Ma se per caso uno li buttasse in mare, sarebbero subito mangiati dal primo squalo che passa. E su internet c'è pieno di squali della comunicazione pronti a mangiarti se dici qualcosa che non dovevi dire.
La morale della storia: se sei un pesce rosso, non blastare uno squalo.
mercoledì 17 dicembre 2014
Non date da mangiare ai troll climatici!
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Ugo Bardi
Si sa benissimo che non bisogna dar da mangiare ai troll, eppure c'è sempre qualcuno che ci casca, come è successo recentemente sui commenti del blog della Società Chimica Italiana (SCI) (immagine da The Week)
Sappiamo tutti (o dovremmo sapere) che cos'è il troll: è qualcuno che usa una tattica ben precisa nel dibattito sul web: quella di intervenire in modo fortemente aggressivo per poi far finta di offendersi quando altre persone gli rispondono per le rime. Questo genera di solito una bella rissa, che è quello che il troll vuole. Il troll, come è ben noto, non ha nessuna intenzione di dialogare, solo quella di creare confusione.
Il troll compare in molti dibattiti, ma prospera in particolare nel dibattito sul clima, dove ha modo di rifulgere riciclando in continuazione le solite leggende (il clima è sempre cambiato, non c'è stato nessun riscaldamento dal 1998, I ghiacci dell'Antartide si stanno espandendo, etc....). Ne segue, tipicamente, una bella rissa che serve a far confusione e a mascherare il fatto che la questione del cambiamento climatico è importante ed è ormai bene assodata fra gli scienziati.
Qualcosa di simile è successa qualche giorno fa nei commenti di un post del blog della Società Chimica Italiana (SCI), dove si è visto arrivare niente di meno che Rinaldo Sorgenti, vicepresidente di Assocarboni, ben noto per le sue opinioni un tantino estreme sulla questione del riscaldamento globale e del ruolo del carbone nel generarlo.
In questo caso, non possiamo definire Sorgenti come un "troll", dato che non ha usato la tattica tipica del troll: quella dell'anonimato. Ma il suo intervento ha avuto tutte le caratteristiche delle tattiche dei troll: una serie di commenti aggressivi, conditi con tutte le leggende del caso. Leggetevi il dibattito (per chiamarlo cosi) per rendervene conto da voi.
Alle risposte dei commentatori, è seguito il classico atteggiamento di persona ingiustamente maltrattata. Ecco un tipico esempio in cui Sorgenti risponde al moderatore.
@ devoldev,
Non ho ancora il piacere di conoscerla e non scenderò al suo livello con insulti e tentativi di svilire l’altruyi pensiero. Lei sa certamente tutto ed anche quello che ancora non è stato scoperto. Beato lei.
Purtroppo, mi dispiace dover notare ancora una volta come molti scienziati sono altrettanto competenti e preparati nel loro lavoro quanto ingenui e impreparati nell'affrontare il dibattito fuori dai canoni del mondo scientifico. Il blog della SCI è un blog divulgativo ma di buon livello scientifico, anche grazie agli sforzi e alla passione di Claudio della Volpe, ricercatore presso l'università di Trento. Purtroppo, tuttavia, nè il moderatore né gli altri che sono intervenuti sono riusciti a gestire correttamente l'intervento di Sorgenti. Il risultato è stato una bella rissa verbale che non ha fatto fare una gran bella figura al blog.
Ma perché continuiamo a fare sempre gli stessi errori? Ai troll, non bisogna dar da mangiare!
Sui troll climatici, vedi anche questo articolo dal titolo esplicito "don't feed the climate troll", come pure il commento di Sylvie Coyaud sul caso specifico dell'intervento di Sorgenti sul blog della SCI:
sabato 15 marzo 2014
Maledetti Troll!!!
Da ZeroHedge. Traduzione di MR
Perché i Troll iniziano le guerre dei flame: imprecare e insultare blocca la capacità di pensare e concentrarsi
Gli studi di psicologia mostrano che imprecare ed insultare nelle discussioni su Internet bloccano la nostra capacità di pensare. Due professori di scienza della comunicazione dell'Università del Wisconsin a Madison - Dominique Brossard e Dietram A. Scheufele – hanno scritto lo scorso anno sul New York Times:
In uno studio pubblicato in rete lo scorso mese nel Journal of Computer-Mediated Communication, noi e tre altri colleghi facciamo una relazione su un esperimento progettato per misurare quello che si potrebbe chiamare “l'effetto sgradevole”.
Abbiamo chiesto ai 1.183 partecipanti di leggere attentamente un post su un blog fittizio che spiegava i potenziali rischi e vantaggi di un nuovo prodotto tecnologico chiamato nanosilver. Queste particelle infinitesimali d'argento, più piccole di 100 miliardesimi di metro in ogni dimensione, hanno diversi benefici potenziali (come le proprietà antibatteriche) e rischi (come la contaminazione dell'acqua), riportava l'articolo online.
Poi abbiamo fatto leggere ai partecipanti i commenti al post, presumibilmente di altri lettori, e rispondere a domande riguardanti il contenuto dell'articolo stesso.
Metà del nostro campione è stato esposto a commenti di lettori civili e l'altra metà a commenti di lettori maleducati – anche se il contenuto, la lunghezza e l'intensità reale dei commenti, che variava dal sostenere la nuova tecnologia all'essere diffidente per i rischi, erano coerenti in entrambi i gruppi. La sola differenza era che quelli maleducati contenevano epiteti e parolacce, come: “Se non vedi i benefici dell'uso della nanotecnologia in questo tipo di prodotto, sei un'idiota” e “Sei stupido se non pensi ai rischi per i pesci e per le altre piante e animali nell'acqua contaminata con l'argento”.
I risultati sono stati sia sorprendenti sia inquietanti. I commenti incivili non solo hanno polarizzato i lettori, ma hanno spesso cambiato l'interpretazione dei partecipanti della notizia stessa.
Nel gruppo civile, coloro che inizialmente supportavano o non supportavano la tecnologia – che abbiamo identificato con domande in un sondaggio preliminare – hanno continuato a sentirsi allo stesso modo dopo aver letto i commenti. Coloro che sono stati esposti ai commenti maleducati, tuttavia, hanno finito per avere una comprensione molto più polarizzata dei rischi connessi alla tecnologia.
Includere anche soltanto un attacco ad personam in un commento di un lettore è stato sufficiente a far pensare ai partecipanti che il lato negativo della tecnologia di cui si parlava fosse maggiore di quanto avessero pensato in precedenza.
Mentre è difficile quantificare gli effetti distorsivi di tali cattiverie online, sono destinate ad essere piuttosto consistenti, in particolare – e forse ironicamente – nel campo delle notizie scientifiche.
Quindi, perché la gente trolla in modo maleducato?
Gli psicologi dicono che gran parte di loro sono psicopatici, sadici e narcisisti che si divertono in questo modo. E' facile sottostimare quanti di questi tipi di squilibrati ci siano là fuori: ci sono milioni di sociopatici nei soli Stati Uniti.
Ma anche le agenzie di intelligence stanno intenzionalmente disturbando la discussione politica sul web e attacchi ad personam, insulti e tattiche da 'divide et impera' sono tutte tecniche di disturbo ben conosciute e frequentemente usate.
Ora sapete perché... le guerre dei flame polarizzano il pensiero e bloccano la capacità di concentrarsi sul reale argomento e sui fatti in discussione.
Infatti, questa tattica è così efficace che lo stesso sapientone potrebbe agire su entrambi i fronti della battaglia.
Postscriptum: Fortunatamente, non è poi così difficile fermare il loro disturbo... basta indicare quello che stanno facendo.
Per esempio, ho scoperto che postare una cosa di questo genere può essere molto efficace:
Buon Numero 1!
Questo potrebbe essere meglio se il troll è un sociopatico:
Questo tipo di "intrattenimento" non è più appropriato altrove?
(includete il link, così la gente può vedere a cosa vi state riferendo).
La ragione per cui questo funziona è che gli altri lettori impareranno come funzionano le tattiche di disturbo specifiche usate... contestualmente, come vedere la natura selvaggia avendo in mano una guida, di modo che si impara quello che si vede “sul campo”. Allo stesso tempo, risulterete divertenti, scanzonati e intelligenti... anziché oppressivi e troppo intensi.
Provate... funziona.
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