Visualizzazione post con etichetta lockdown. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta lockdown. Mostra tutti i post

sabato 22 aprile 2023

"Schiacciare la curva". Le origini di una pessima idea


Nel 2003, il terrore dell'antrace ha portato molte persone negli Stati Uniti a usare il nastro adesivo per sigillare le finestre delle loro case per proteggersi dai germi mortali. Sarebbe stata una buona idea se lo scopo era quello di soffrire ancora più del solito dell'inquinamento indoor e allo stesso tempo fare poco o nulla contro un ipotetico attacco biologico. Eppure, questa follia è stata raccomandata e incoraggiata dal governo centrale e da quelli locali. Era un primo assaggio di cose che sarebbero arrivate poi con il Covid. Ho già accennato a questa storia in un post precedente , ma qui approfondisco meglio la questione.



Ci stiamo ancora riprendendo da tre anni di follia, ma sembra che molti di noi stiano iniziando a fare uno sforzo serio per cercare di capire cosa ci è successo e perché. Come è possibile che la reazione all'epidemia di Covid abbia comportato un insieme di "misure" di dubbia efficacia, dai lockdown nazionali al mascheramento universale, che non erano mai state tentate prima nella storia dell'umanità?

Per tutto ciò che accade, c'è una ragione perché accada, e anche gli "interventi non farmaceutici" (NPI) adottati nel 2020 hanno le loro ragioni. Alcune persone parlano di cospirazioni globali e alcune persino di divinità malvagie, ma l'origine dell'intera storia potrebbe essere più prosaica. Può essere trovata nello sviluppo delle moderne tecnologie di manipolazione genetica; un nuovo ramo della scienza che ha iniziato a farsi notare negli anni '90. Come accade sempre, i progressi scientifici hanno conseguenze militari; la manipolazione genetica non è un'eccezione.

Non che le "armi biologiche" siano qualcosa di nuovo. Le cronache di antiche guerre riportano come carcasse infette di animali venivano gettate all'interno delle mura di città assediate e cosette del genere. Più recentemente, durante il XIX secolo, si dice che siano state distribuite coperte infette dal vaiolo agli indigeni americani dai funzionari del governo britannico. Nel complesso, tuttavia, la guerra biologica non è mai stata molto efficace e nemmeno le coperte al vaiolo hanno fatto grossi danni agli indigeni. Inoltre, le armi biologiche soffrono di un difetto fondamentale: come si può danneggiare un nemicoe allo stesso tempo risparmiare la propria popolazione? A causa di questo problema, la storia della guerra biologica non include casi in cui le armi biologiche sono state utilizzate su larga scala, almeno finora. La scarsa efficacia delle armi biologiche è la probabile ragione per cui non è stato difficile elaborare un accordo internazionale per vietarne l'uso ( "BWC", convenzione sulle armi biologiche), ratificato nel 1975.

Fino a tempi recenti, le armi biologiche non erano considerate molto più pericolose dei normali germi, e la visione generalmente accettata su come affrontarle era la stessa di quella per le epidemie natural. Un approccio "soft": lasciar correre il virus nella popolazione con l'obiettivo di raggiungere la naturale "immunità di gregge".  Ad esempio, in un documento del 2007, quattro rispettati esperti di epidemiologia rifiutavano ancora idee come il confinamento, i divieti di viaggio, il distanziamento e altri. Sulle quarantene, hanno affermato che "non ci sono osservazioni storiche o studi scientifici che supportano il confinamento in quarantena di gruppi di persone potenzialmente infette per periodi prolungati al fine di rallentare la diffusione dell'influenza". Ma i pianificatori militari stavano lavorando all'idea che le armi biologiche sarebbero state ordini di grandezza più mortali dell'influenza stagionale, e questo ha cambiato tutto.

Si diceva che le tecnologie di ingegneria genetica fossero in grado di creare germi nuovi e migliorati, un approccio noto come "guadagno di funzione". Potrebbero anche diventare possibili idee decisamente antipatiche, come per esempio ingegnerizzare un virus per attaccare solo un gruppo etnico specifico. Anche senza questa caratteristica, un paese o un gruppo terroristico potrebbe sviluppare un vaccino contro i germi che ha creato e, in questo modo, infliggere enormi danni a un nemico proteggendo la popolazione del proprio paese (o i pochi eletti di un'élite che mira allo spopolamento globale) .

Fortunatamente, nessuna di queste idee si è rivelata fattibile. O, almeno, non ci sono prove che possano essere messe in pratica. Ciò non significa che non siano stati esplorate, anche se la ricerca sulle armi biologiche è vietata dalla convenzione BWC. La ricerca di nuovi germi è ordini di grandezza meno costosa rispetto alla fabbricazione di armi nucleari, e quindi è fattibile anche per governi relativamente poveri. (si dice che la guerra biologica sia l'arma dei poveri). Se possano effettivamente esistere armi biologiche veramente efficaci è dubbio, ma, supponendo che possano esistere, allora ha senso prepararsi per un possibile attacco.

Il "terrore dell'antrace" del 2001 è stato il primo esempio di come potrebbe essere un moderno attacco terroristico con l'uso di armi biologiche, anche se non era neanche lontanamente un'arma di distruzione di massa, e nessuno fino ad oggi può dire chi abbia diffuso i germi per posta. Tuttavia, è stato preso sul serio dalle autorità, e ha portato alla "legge sul bioterrorismo" nel 2002. Poco dopo, l'Iraq è stato accusato di aver sviluppato armi biologiche di distruzione di massa, e forse ricorderete come, nel 2003, Colin Powell, allora segretario di stato Usa, mostrò in tv una fiala di talco per bambini, dicendo che poteva essere un'arma biologica. Nel corso degli anni, diverse agenzie governative sono state coinvolte nella pianificazione contro gli attacchi con armi biologiche,

L'idea era che un attacco di virus veramente mortale avrebbe paralizzato l'infrastruttura di un paese e causato danni immensi prima che i germi potessero essere fermati da un vaccino appositamente sviluppato. Quindi, era imperativo reagire rapidamente e con decisione con interventi non farmaceutici ("NPI") o "misure" per fermare l'epidemia o almeno rallentarla. Questa idea è stata raramente espressa esplicitamente nei documenti pubblici, ma è stata chiaramente l'ispirazione per diversi studi che hanno esaminato gli effetti di un virus mortale. Uno è stato preparato dal Department of Homeland Security nel 2006. Un altro proviene dalla Rockefeller Foundation nel 2010, dove si può leggere di uno scenario chiamato " Operazione Lockstep" che descrive qualcosa di molto simile a quanto avvenuto nel 2020 in termini di restrizioni.

Questi studi di orientamento militare erano per lo più qualitativi. Erano basati su tipiche idee militari come emergenze con codici colorati, tipo "allarme rosso", "allarme arancione" e simili. Per ogni colore c'erano una serie di accorgimenti consigliati, ma poco si diceva sul perché si scegliessero proprio certi colori da accoppiare a certe azioni. Ma ci sono stati anche tentativi di quantificare l'effetto degli NPI. Un documento su questo argomento è stato pubblicato nel 2006 dal gruppo di Neil Ferguson dell'Imperial College di Londra, dove gli autori si sono cimentati nel compito di districare gli effetti di diverse misure sulla diffusione di un patogeno. Sono stati esaminati fattori come le quarantene domestiche, la chiusura delle scuole, la chiusura dei confini, la mobilità ridotta e altri (è interessante notare che non è stato considerato l'uso diffuso delle mascherine). Lo studio non ha speso molto sforzo per confrontare le congetture con i dati del mondo reale, ma non era poi così male rispetto agli innocui balbettamenti che gli scienziati normalmente pubblicano. Diciamo che poteva essere un interessante esercizio di modellazione epidemiologica teorica, ma niente di più. Il problema era che arrivò in un momento in cui la "guerra biologica" era di gran moda e che potrebbe aver influenzato la successiva pianificazione militare.

Uno studio che ha avuto un'enorme influenza sulla (cattiva) gestione della pandemia del 2020 è stato direttamente ispirato dall'articolo di Ferguson. Fu proposto come rapporto del CDC da Rajeev Venkayya nel 2007, che presentò il suo modello nella forma della “doppia curva” divenuta poi famosa. Ecco qui; è l'origine del meme "schiacciare la curva" che divenne popolare 13 anni dopo.






Sorprendentemente, il modello di Venkaya era completamente qualitativo. Le curve erano solo una versione di quelle proposte da Ferguson et al. senza alcun tentativo di quantificazione. Il rapporto di Venkayya non ha raggiunto una grande popolarità ed è rimasto inattivo per più di un decennio fino all'arrivo della pandemia di Covid-19. Poi, improvvisamente, la doppia curva è diventata di gran moda. È diventato virale ed è letteralmente "esploso" sul Web e sui media.

Durante i primi giorni dell'epidemia di Covid-19, uno dei principali sostenitori del modello a doppia curva fu Tomas Pueyo, che è stato forse il primo a usare il termine "schiacciare la curva" ("flatten the curve"). Il suo post del 10 marzo 2020 in merito ha avuto più di 40 milioni di visualizzazioni. Pueyo era noto come esperto in ingegneria e comunicazione, in particolare per una discussione sui personaggi della serie "Star Wars" come modelli di comportamento nel business. Quindi, si potrebbe essere ragionevolmente perplessi sull'autorità che ha affermato di avere in campo epidemiologico. Inoltre, non è chiaro chi abbia spinto il suo blog ai primi posti dei motori di ricerca. In ogni caso, Pueyo non mostrava segni di eccessiva modestia nel considerarsi un esperto. Ad esempio, ha scritto:

  • Come politico, leader di comunità o leader aziendale, hai il potere e la responsabilità di impedirlo.
  • Oggi potresti avere delle paure: cosa succede se reagisco in modo eccessivo? La gente riderà di me? Saranno arrabbiati con me? Sembrerò stupido? Non sarebbe meglio aspettare che siano gli altri a fare i primi passi? Danneggerò troppo l'economia?
  • Ma tra 2-4 settimane, quando il mondo intero sarà bloccato, quando i pochi preziosi giorni di distanziamento sociale che avrai consentito avranno salvato vite umane, le persone non ti criticheranno più: ti ringrazieranno per aver preso la decisione giusta.

Pueyo è stato persino invitato in TV , dove ha avuto la possibilità di denigrare apertamente il concetto di "immunità di gregge", che è stato un concetto fondamentale in epidemiologia per almeno un secolo. Se lo ascoltiamo in quel programma televisivo, è facile notare che non sembra che abbia veramente capito come si diffondono le epidemie in una popolazione, ma non è sorprendente per qualcuno la cui esperienza è principalmente nel marketing e nella comunicazione. Guardate il minuto 12:30 dell'intervista televisiva per vedere il viso e il gesto di Pueyo quando lo scienziato intervistato menziona l'immunità di gregge. Chiaramente, Pueyo non aveva idea di cosa fosse l'immunità di gregge. È sorprendente che a questo bizzarro personaggio sia stato permesso di avere così tanta influenza sulle politiche globali. Ma così è andata, e la doppia curva è stata accettata come saggezza scientifica e obiettivo indiscusso per gli interventi governativi ovunque.

Ho discusso le carenze del modello a doppia curva in un post precedente. Fondamentalmente, il modello era disastroso perché non includeva metodi per verificare se le misure stavano facendo qualcosa o meno. Quindi, i risultati del tentativo di "appiattire la curva" sono stati modesti, ammesso che siano esistiti. Ma la storia non è finita qui. Non esiste qualcosa di così fatto male che qualcuno non possa peggiorarla.

Poco più di una settimana dopo aver lanciato il suo post "schiacciare la curva", il 19 marzo 2020, Tomas Pueyo era di nuovo in marcia, ed è andato avanti rapidamente nella direzione del peggio. Si è sbarazzato dell'unica cosa che aveva qualche contatto con la realtà nel modello di Venkayya: il fatto che le curve epidemiche sono a forma di campana. Ora Pueyo affermava che la forma naturale delle curve epidemiche è la crescita esponenziale e che solo misure specifiche potevano costringerle a piegarsi in una curva a campana. Questa era probabilmente una conseguenza necessaria del fatto che Pueyo non aveva mai veramente compreso le basi dell'epidemiologia. 

Quindi, partendo dal presupposto sbagliato (crescita esponenziale), è arrivato a conclusioni altrettanto sbagliate. Partendo da un valore irrealisticamente elevato per il tasso di mortalità (3,4%), ha proposto il grafico sottostante, "il martello e la danza". L'idea era che la curva epidemica sarebbe cresciuta all'infinito se non fosse stata abbattuta con dure e immediate misure di contenimento (il martello) e poi tenendola bassa con misure più leggere (la danza). I dati che dimostrano che questo avrebbe funzionato... dati? Quali dati?






Questo diagramma, evidentemente, non deriva da un modello epidemiologico, nemmeno molto semplificato. E neppure deriva da dati di nessun tipo. È semplicemente quello che Pueyo pensava nella sua testolina che doveva essere il comportamento del sistema. Incredibile che tanta gente gli abbia dato retta. 

La storia del martello e della danza è stata l'inizio di un dibattito  (chiamiamolo così) disastroso in cui un sacco di gente è venuta fuori affermando che l'immunità di gregge era un concetto sbagliato e che l'unico modo per evitare di essere tutti infettati e molti uccisi era quello di utilizzare pesanti misure di contenimento. Ha anche portato al concetto che la curva non può essere solo appiattita ma "azzerata" ("squash the curve"). Ancora una volta, possiamo vedere l'influenza dell'approccio militare: termini come "schiacciato" o "azzerato" sono tipici della guerra, ma i virus non possono essere uccisi usando armi militari. In ogni caso, il concetto di "schiacciare la curva" ha fatto nascere l'idea del "Covid Zero". È stato un altro disastro. Ci sono voluti tre anni per scoprire che il "Covid Zero" era un'utopia e che le "misure" erano inefficaci per contenere la diffusione dell'epidemia, creando solo danni e umiliazioni per i cittadini vessati e maltrattati. 

Principalmente, l'intero disastro era dovuto alla nostra incapacità di capire come funzionano i modelli. I modelli matematici formali sono una caratteristica recente del modo umano di trattare la realtà. Dovrebbero aiutarci a capire come funziona il mondo e persino a prevedere come si evolverà. Ma bisogna stare attenti: il modello non è la realtà, così come una mappa non è il territorio. Un modello sbagliato non è necessariamente pericoloso, ma può esserlo. Un modello militare che ti dice che attaccare la Russia in inverno è una buona idea è un buon esempio. L'idea di "schiacciare la curva" è un altro esempio.

Impareremo mai a usare i modelli? Forse. Ma, per il momento, sono come pistole date in mano ai bambini.


mercoledì 5 aprile 2023

Il Peggior Modello della Storia: come NON schiacciare la curva




"Abbassare la Curva" è stato un meme di incredibile successo durante le prime fasi dell'epidemia di Covid. Purtroppo si basava su un modello che possiamo descrivere come il peggiore mai proposto nella storia (o forse il secondo peggiore, dopo quello che assicurò a Napoleone che invadere la Russia in inverno era una buona idea). Qui spiego perché il modello era così pessimo e includo anche una discussione sul fatto che i modelli di cambiamento climatico potrebbero soffrire degli stessi problemi.


Forse avete sentito dire che "tutti i modelli sono sbagliati, ma alcuni possono essere utili". È vero. Ma è anche vero che modelli sbagliati possono essere fuorvianti, e alcuni possono essere letali. Nella storia, alcuni di questi modelli letali sono stati pienamente creduti ("invadiamo la Russia, cosa potrebbe andare storto?"), mentre le conseguenze letali di alcuni modelli attuali non sono ancora comprese da tutti ("la crescita economica può continuare per sempre, perché no? "). Altri modelli ci parlano delle conseguenze letali del non seguirli; è il caso dei modelli climatici. Esistono molti tipi di modelli, ma non si può negare che siano importanti nel determinare le azioni umane.

In questo post parlerò del modello che ha dato origine al concetto di "appiattimento della curva" all'inizio dell'epidemia di Covid-19. Si basava sull'idea che le "misure non farmaceutiche" (NPI) avrebbero rallentato la diffusione del virus ed evitato di sovraccaricare il sistema sanitario. Era uno di quei modelli che all'inizio sembravano belli, ma si sono rivelati un disastro. Tra l'altro, ci dà la possibilità di un esame critico dei modelli climatici: potrebbero soffrire degli stessi problemi?

Riguardo alla storia dell' "appiattimento della curva", questa idea di rallentare la diffusione di un'infezione virale non era di per sé sbagliata. Per millenni, le persone avevano notato che molte malattie venivano trasmesse da persona a persona e che stare lontano dai malati poteva ridurre le possibilità di infezione. Ma i blocchi a livello nazionale, il mascheramento universale e simili non erano mai stati tentati prima. Quindi, come fare a sapere se avrebbero avuto un effetto significativo?

Infatti, prima del grande spavento del Covid, l'opinione generale tra operatori ed esperti era che le quarantene e altre misure drastiche fossero controproducenti, se non del tutto inutili. Poi, all'inizio del 2020, un nuovo concetto è entrato in scena e ha preso d'assalto la memesfera: "Appiattire la curva". È stato espresso sotto forma di un grafico che è apparso ripetutamente sui media in forme leggermente diverse, ma mostrando sempre lo stesso concetto. Ecco un esempio tra i tanti.





Immagine da " The New York Times ", 2020,

Iniziamo con il notare che il modello si basa sulla forma tipica delle curve che descrivono un ciclo epidemico. Si verifica quando qualcosa cresce (es. un virus) sfruttando una risorsa (es. esseri umani). Se la risorsa è limitata, come nel caso del numero di persone che possono essere infettate, allora la crescita dell'infezione inizierà a rallentare, raggiungerà un massimo e poi diminuirà. Il risultato sarà una curva "a campana", un comportamento noto sin dai tempi della Grande Peste di Londra a metà del XVII secolo. (si noti, per inciso, che le curve epidemiche normalmente non mostrano l'"Effetto Seneca", cioè un declino più rapido rispetto alla crescita. È perché il sistema è relativamente semplice ei virus non sono influenzati dall'inquinamento).

Quindi, il modello "Appiattimento della curva" era basato su qualcosa di reale; tuttavia, aveva enormi problemi. Dai un'occhiata attenta alla figura sopra. Il modello implica non meno di due miracoli distinti. Il primo è che lo zero dell'asse x dovrebbe coincidere con il "primo caso". Implica che, miracolosamente, il governo sarebbe stato così lungimirante da decidere di bloccare un intero paese sulla base di un singolo caso osservato o solo di pochi. Un tale governo non è mai esistito e potremmo ragionevolmente sostenere che non può esistere nel mondo reale. In pratica, gli NPI sono stati introdotti ovunque solo quando l'epidemia era ben avviata e in rapida crescita. Si noti inoltre come la curva delle “Misure di protezione” tocchi esattamente il limite della capacità del sistema sanitario senza superarlo. Come le misure possano essere calibrate in modo così preciso è un altro miracolo.

La necessità di due miracoli è già una cosa abbastanza grave per un singolo modello, ma c'è un problema molto peggiore: il modello mostra due curve con la stessa forma; differiscono solo per la scala, un parametro che non può essere determinato in modo affidabile nelle prime fasi di un ciclo epidemico. Ma, ovviamente, nel mondo reale, l'epidemia seguirà solo una delle due curve, e come si può fare a sapere quale? In altre parole, come possiamo sapere se le misure stanno avendo qualche effetto? Sorprendentemente, la domanda non è stata quasi mai posta pubblicamente durante l'epidemia. Il modello dell'"appiattimento della curva" divenne ben presto una questione politica e, in politica, ci sono domande che non ti è permesso fare.

Quindi, fatemi provare a uscire dalla politica e usare la scienza per porre una domanda proibita: come reagirebbe la curva alle "misure" applicate mentre la curva ha già iniziato a crescere? Tutti si aspettavano un effetto, ovviamente, e, ovviamente, un effetto forte se doveva valerne la pena. Tomas Pueyo ha usato correttamente il termine "il martello" per descrivere gli effetti previsti degli NPI (una delle pochissime osservazioni corrette che abbia mai fatto). E se colpisci qualcosa con un martello, ti aspetti un effetto immediato. Ma che tipo di effetto, esattamente?

In un post precedente , ho descritto un semplice modello epidemico SIR (sano, infetto, rimosso), non un modello sofisticato ma diversi gradini più in alto sulla scala scientifica rispetto a un diagramma a due curve puramente qualitativo. Il modello può essere facilmente modificato per mostrare gli effetti di un'improvvisa riduzione del fattore di trasmissione ( Rt ) dell'infezione a seguito degli NPI (si noti che non si applica ai vaccini, che possono essere introdotti solo gradualmente). Di seguito, ecco un tipico risultato dei miei calcoli.


L'asse verticale è la frazione infetta della popolazione (la "prevalenza"), che dovrebbe essere proporzionale al numero di casi positivi misurati. La scala orizzontale è il tempo; un tipico ciclo epidemico dura pochi mesi. Il grafico è approssimativamente modellato sul caso italiano all'inizio del 2020 e presuppone che le "misure" siano state rese obbligatorie il 20° giorno dall'inizio di un ciclo di infezione che dura alcuni mesi. Il modello presuppone che gli NPI riducano l'infettività (Rt) del virus del 50% (come si riteneva che fosse possibile). 

Il risultato è che la pendenza della curva di prevalenza cambia immediatamente quando gli NPI vengono messi in atto. Si può giocare con i parametri in diversi modi, ma, per una significativa diminuzione della velocità di trasmissione del virus, si vedrà sempre una discontinuità nelle curve in corrispondenza dell'inizio delle misure. Questa discontinuità verrebbe un po' "lisciata" dal tempo di incubazione necessario per fare apparire il virus ai test PCR, ma questo tempo viene normalmente dato come un paio di giorni, cinque giorni al massimo. Nel complesso, questo è come dovrebbe essere il vero "appiattimento della curva".

Certo, esistono modelli epidemiologici molto più sofisticati, ma i buoni modellisti sanno (o dovrebbero sapere) che i modelli complicati non sono necessariamente migliori di quelli semplici. Qui non voglio entrare nel dibattito accademico sull'effetto degli NPI (che comunque non ha mai raggiunto i responsabili politici e il pubblico). Solo come breve nota, vale la pena di dare un'occhiata a questo documento del 2020. È stato pubblicato dal gruppo guidato da Neil Ferguson all'Imperial College di Londra, che è stato uno dei principali fautori dei lockdown. Gli autori sostengono che i blocchi sono stati efficaci, ma, se si esamina attentamente il documento, ad esempio, guardando la fig. 2 dei risultati estesi, vedrete che i loro stessi risultati non supportano le loro conclusioni. (e non sono l'unico che ha notato il problema).

Ma piuttosto che entrare nei dettagli di modelli complicati, usiamo solo il buon senso. Gli NPI sono un cambiamento improvviso nei parametri del sistema. Quando il governo ordina alle persone di rimanere chiuse in casa, la maggior parte di loro lo fa immediatamente. Quindi, ti aspetteresti un effetto immediato sulla forma della curva epidemica -- al massimo nell'arco del tempo di incubazione del virus che è di qualche giorno. Il problema è che non si vede niente del genere nei dati del mondo reale. Sotto, il caso dell'Italia nel 2020. Gli NPI sono stati emanati il ​​9 marzo, quando la curva aveva raggiunto circa il 25% del picco. La curva ha continuato a crescere lungo la stessa traiettoria per altri 19 giorni.







L'Italia è solo un caso. Forse, se uno è un vero investigatore di prim'ordine, riuscirebbe a trovare qualche caso dove si può evidenziare una discontinuità in una curva epidemica in corrispondenza delle NPI che vengono emanate. Ma abbiamo centinaia, probabilmente migliaia, di esempi, e non si vedono quasi mai cambiamenti di pendenza importanti. La conclusione può essere solo che se gli NPI hanno avuto un effetto, è stato molto piccolo, ininfluente sulla traiettoria del ciclo epidemico. Per inciso, queste osservazioni sono coerenti con la recente Cochrane Review che ha utilizzato diversi metodi per esaminare l'efficacia delle mascherine e di altri NPI nel rallentare la diffusione dei virus. Non sono stati riscontrati effetti rilevabili.

Alla fine, più di due anni di "provvedimenti" sono stati imposti ai cittadini sulla base di un modello che implicava miracoli e non prevedeva metodi per verificare l'effetto delle azioni raccomandate . Il danno arrecato alla società è stato enorme in termini psicologici, economici e umani, tutto per effetti che si sono rivelati così piccoli da non essere misurabili. Stiamo ancora subendo le conseguenze del disastro e potrebbero volerci molti altri anni prima di riprenderci completamente, se mai ci riprenderemo.

La domanda, quindi, diventa come sia possibile che quasi tutti nel mondo siano stati completamente sopraffatti da un modello così cattivo, forse il peggiore mai sviluppato nella storia? È una storia legata alle implicazioni militari delle epidemie come armi biologiche, ma la racconterò in un prossimo post. Qui, esaminiamo come le stesse considerazioni possono essere applicate ai modelli climatici, un altro tipo di modello che può influenzare le nostre vite in modi ancora più pervasivi del modello "Appiattimento della curva".



mercoledì 4 novembre 2020

Cina: fermare l'epidemia senza distruggere l'economia. Una lezione di governance per l'Occidente.

Questo articolo è stato pubblicato il 26 Ottobre 2020 su "Pillole di Ottimismo," dove ha raggiunto 198mila visualizzazioni a dimostrazione dell'interesse che c'è per il caso Cinese. In sostanza, la Cina ha fatto un lockdown limitato sia nel tempo che nello spazio: solo una provincia, NON tutta la Cina -- come se noi avessimo chiuso solo la provincia di Bergamo. Questo è bastato per domare l'epidemia: non possiamo nemmeno dire che è "sotto controllo" -- perché proprio non c'è più. E' da Marzo che in Cina non si verificano decessi attribuiti al COVID., ci sono soltanto occasionali focolai di importazione. L'economia ha ripreso a funzionare e i cinesi se ne vanno in giro senza mascherine e senza far troppo caso agli "assembramenti". Una bella lezione per noi Occidentali che stiamo disastrando l'economia senza nemmeno riuscire a contenere l'epidemia.

 

Cina: L'Epidemia è Sotto Controllo. Ma Come ci sono Riusciti?

 

Di Ugo Bardi, docente presso il Dipartimento di Chimica dell'Università di Firenze (1)

Articolo pubblicato il 26 Ottobre 2020 su "Pillole di Ottimismo"

💊💊💊 Dai dati che arrivano dalla Cina, sembra che le cose stiano andando decisamente bene con l'epidemia di COVID. In Cina, così come in tutta l'Asia orientale, la mortalità è stata molto più bassa che in Europa e non si riferiscono decessi ormai da Marzo. Ci sono ancora molte cose da chiarire sulla gestione cinese dell'epidemia, ma la Cina ci può insegnare che è possibile bloccare l'espansione del virus senza bisogno di fare danni all'economia. 💊💊💊

 

Vi ricordate di quando a Gennaio i Cinesi (o quelli che sembravano Cinesi) venivano insultati per la strada da gente che credeva che fossero degli appestati? Le cose sono cambiate un bel po’ e oggi sono i Cinesi a credere che siamo noi italiani gli appestati.

In Cina, non risultano decessi da COVID-19 da circa metà Marzo. In quanto a casi positivi, dopo quella data ci sono stati solo occasionali “focolai” di poche decine di casi, quasi tutti di importazione (2). L'economia cinese è ripartita e adesso funziona a pieno regime.

Da quello che si legge sui media internazionali e da quello che mi dicono i colleghi che vivono e lavorano in Cina, al momento il paese è completamente aperto. Tutte le attività commerciali e industriali sono in funzione. I negozi e i ristoranti sono aperti e non ci sono restrizioni ai viaggi interni. Portare mascherine è opzionale. Dalle foto che arrivano dalla Cina, vedi per esempio quella che vi passo qui, (del “China National Day” del 1 Ottobre), si vede che la gente non fa molto caso agli “assembramenti” di persone senza mascherine. 

Immagine da https://news.cgtn.com/news/2020-10-01/Wuhan-celebrates-China-s-National-Day-with-creative-flash-mob-UevQ24PQze/index.html

Va detto anche che non è che in Cina abbiano “abbassato la guardia.” Sicuramente stanno ancora attenti a molte cose e il governo interviene energicamente appena viene fuori qualche piccolo focolaio. Per esempio, le autorità della città di Qingdao hanno trovato recentemente un focolaio. Secondo quello che si è letto sui media internazionali (quindi da prendere, come si suol dire, "con le molle", per non dire di peggio) pare che sia correlato a una partita di merluzzo congelato di importazione sul quale qualcuno avrebbe osservato dei virus ancora interi. Vero oppure no, difficile dire, ma in ogni caso il governo locale si è impegnato a testare per il COVID tutti i 9 milioni di abitanti della città! (3). Ma, nel complesso, è chiaro che in Cina e altrove in Asia l’epidemia è sotto controllo senza bisogno di lockdown.

Non solo l’epidemia sembra sparita in Cina, ma ha anche fatto pochissimi danni. Il totale delle vittime è circa 4600 su quasi un miliardo e mezzo di persone. Ovvero 3 decessi per milione contro i quasi 600 dell’Italia. Anche se consideriamo soltanto le regioni geografiche dove il virus ha colpito più duramente, troviamo che la provincia di Hubei ha avuto circa 20 volte meno decessi della Lombardia. (4)

Come è possibile una cosa del genere? Si legge spesso sui social e sui media che la Cina ci avrebbe imbrogliato e che starebbe continuando ad imbrogliarci. Si legge a volte che, dato che la Cina è una dittatura, se ne dovrebbe dedurre che tutto quello che ci dice il governo cinese non può essere che falso -- incluso il fatto che l'epidemia non c'è più. Può darsi che le cose stiano così?

Va detto che spesso i governi non si fanno troppi scrupoli a imbrogliare la gente. Abbiamo visto in un post precedente come almeno un paese europeo, la Bielorussia, potrebbe aver parzialmente falsificato i dati sull’epidemia (5). Per quanto riguarda la Cina, ci sono casi precedenti di dati falsificati. Per esempio, un’analisi dei dati sulla pesca che arrivavano dalla Cina negli anni 1990 ha indicato evidenti falsificazioni per nascondere l'esaurimento degli stock (6),(7)). Ma un’epidemia è una faccenda ben più grave e più estesa di un imbroglio in uno specifico settore commerciale. Sarebbe molto difficile anche per il governo cinese nasconderla se ce ne fosse una in corso.

Certo, tutto è possibile, ma se vogliamo credere che i cinesi ci raccontino balle sull'epidemia dobbiamo in qualche modo portare qualche evidenza in proposito. Rimanendo sull'esempio dei dati sulla pesca, una delle ragioni che ha portato a sospettare della validità dei dati cinesi erano le anomalie che si notavano confrontando con i dati di altre regioni simili. Possiamo trovare qualche anomalia del genere per la pandemia?

Sembra proprio di no: i dati cinesi sulla diffusione del COVID-19 sono confrontabili con i dati di altri paesi asiatici vicini che, in generale, hanno avuto mortalità minima o inesistente. Per esempio, Taiwan ha fatto anche meglio della Cina continentale con un totale di 7 decessi su 23 milioni di abitanti (meno di un decesso per milione). Altri paesi hanno fatto un po' peggio, ma sono comunque rimasti su livelli molto bassi di mortalità. Singapore riferisce 5 decessi per milione, Hong-Kong 13. Anche il vicino Giappone ha subito solo 13 decessi per milione. Poi, sia la Mongolia che Macao riferiscono addirittura zero decessi. Certo, uno potrebbe dire che la Mongolia non conta perché è un paese di cammellieri che vivono in tende in mezzo al deserto, ma ovviamente non è così. La capitale, Ulan Bator, è una metropoli con oltre un milione di abitanti. Macao, poi, è una città di 700.000 abitanti ad altissima densità di popolazione, forse la più alta al mondo. E l’epidemia è passata sia da Ulan Bator come da Macao senza lasciare nemmeno una vittima! È quanto meno poco credibile che tutti questi governi si siano messi d’accordo per nascondere al resto del mondo un’epidemia in corso.

Ma perché in Asia le cose vanno tanto meglio che da noi? Forse i cinesi hanno usato misure di contenimento particolarmente efficaci? Per certi versi, il lockdown cinese di quest'anno può essere stato più drastico di quello occidentale, ma non è durato più a lungo che da noi. Non è nemmeno possibile dire che sia stato più tempestivo se, come dicono gli stessi cinesi, il virus già circolava a dicembre. Il lockdown è stato istituito a Wuhan soltanto il 23 Gennaio e alcuni giorni dopo per tutta la provincia di Hubei.

A proposito del "distanziamento sociale," sappiamo tutti che in Asia si tende a evitare il contatto fisico fra le persone. Ma è anche vero che se vi è mai capitato di prendere la metro in una città orientale (per esempio a Tokyo (8)) vi sarete fatti un’idea molto specifica del significato dell’espressione “strizzati come le sardine”. Se non avete avuto questa esperienza, vi passo il link a un video impressionante della metropolitana di Beijin (9). Le metropoli orientali sono estremamente affollate e in certe condizioni è semplicemente impossibile evitare il contatto fisico.

Può darsi allora che il trucco sia stato nel "contact tracing"? In effetti, da quello che si legge si potrebbe pensare che i paesi asiatici siano stati più aggressivi di noi nel tracciamento e l'isolamento delle persone che sono state in contatto con persone colpite dal virus (10). Questa è una spiegazione interessante, ma non è che in Europa il tracciamento non sia stato fatto. Forse non lo abbiamo fatto abbastanza bene? E' possibile, ma non abbiamo confronti quantitativi che ci possano dire se questa è la spiegazione di tutta la faccenda.

C'è anche un altra possibile interpretazione che non ha a che vedere con quello che i governi hanno fatto o non fatto. Può darsi che i Cinesi siano stati esposti al virus per più tempo di noi occidentali e quindi si siano avvicinati prima all’ “immunità di gregge.” Probabilmente avete sentito parlare di Li Wenliang, il medico cinese che aveva notato per primo dei casi di polmonite anomala a dicembre e che poi è morto lui stesso per aver contratto l’infezione. Inizialmente, non fu creduto, ma oggi è considerato un eroe in Cina. Li aveva cominciato a lanciare l'allarme verso la fine di Dicembre del 2019, ma nulla ci vieta di pensare che il virus esistesse già da tempo in Cina, forse anche in forme leggermente diverse da quella che poi ha colpito l'Europa. Soltanto, le persone colpite venivano diagnosticate come normali casi di polmonite.

E' possibile che la popolazione cinese fosse stata stata esposta al virus già molto prima della dichiarazione dell’emergenza? C’è un dato che ci potrebbe dare una forte indicazione in proposito: la mortalità in eccesso. Se l’epidemia esisteva già a Novembre-Dicembre del 2019, o anche prima, dovremmo vedere una mortalità anomala rispetto alla media per quel periodo.

Ottima idea, ma con un problema: i dati sulla mortalità aggiuntiva in Cina non si trovano in nessun posto sul Web. Attenzione: questo non vuol dire che il governo cinese ci nasconda qualcosa. Quasi nessun governo al mondo diffonde questi dati in una forma facilmente accessibile per chi non conosce la lingua locale. L’Europa è un’eccezione con un database sull'eccesso di mortalità chiamato “Euromomo” gestito da un network che fa capo all’OMS, ma non c'è niente del genere per l'Asia Orientale. Quindi, per il momento l'idea di un inizio anticipato dell'epidemia rimane un'ipotesi.

Ci sono altri fattori che potremmo metterci a esaminare ma questo virus ci ha abituato al fatto che le previsioni e le interpretazioni si rivelino sempre sbagliate. Anche in un recente articolo su Nature (11), gli autori hanno detto francamente che "non siamo ancora in grado di fornire una spiegazione generalizzate per le differenze di mortalità quantitative osservate fra i vari paesi". Così, dobbiamo contentarci di dire che l'epidemia ha fatto danni molto meno gravi in Asia che da noi per qualche ragione che, al momento, non possiamo identificare con certezza.

Ma rimaniamo su quello che sappiamo, ovvero che al momento le cose in Cina vanno decisamente bene. Dal caso cinese possiamo perlomeno capire che non siamo di fronte a un nemico invincibile. E' possibile batterlo senza dover necessariamente distruggere l'economia con dei lockdown prolungati e generalizzati. In Cina, infatti, il lockdown "duro" ha interessato soltanto una provincia di 60 milioni di abitanti, grande come l'Italia, ma niente in confronto al miliardo e 400 milioni di abitanti di tutta la Cina. Certamente, da noi siamo in un momento molto difficile, ma non è impossibile superarlo e non c'è ragione di pensare che dovremo continuare a vivere nel terrore nei secoli a venire.

L'autore ringrazia Chandran Nair per i suoi commenti sulla situazione in Cina. 

 

1. https://ugobardihomepage.blogspot.com/2016/04/ugo-bardis-personal-home-page.html 

2. http://www.nhc.gov.cn/xcs/yqtb/202010/2fbce5a9836d4b09a89a0d85a2e05ac2.shtml

3. https://www.globaltimes.cn/content/1203836.shtml

4. https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=176464484012617&id=111172767208456 

5. https://ugobardi.blogspot.com/2020/10/pandemia-e-possibile-che-qualcuno-ci.html

6. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11734851/

7. http://www.fao.org/3/Y3354M/Y3354M00.htm

8. https://www.youtube.com/watch?v=E7kor5nHtZQ

9. https://www.youtube.com/watch?v=9ulY7N3dZ9k

10. https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-07-25/these-elite-contact-tracers-show-the-world-how-to-beat-covid-19

11. https://www.nature.com/articles/s41591-020-1112-0



domenica 7 giugno 2020

Ma il Lockdown ha veramente ritardato la diffusione dell'epidemia? Il dilemma dell'Azteco




Scena: L'interno del tempio in cima alla grande piramide di Tenochtitlán

Personaggi: L'Arciprete (Maestro) e il giovane sacerdote (Apprendista)


___________________________________________________________________

Apprendista: Maestro, dove sei? (cammina in giro, guardando). Maestro?

Arciprete: Uh...? Apprendista, sei tu?

Oh... eccoti qui, Maestro. Sono io. Sì. Mi dispiace disturbare la tua preghiera, ma...

Hmmmm... Stavo facendo un pisolino. Che succede?

Maestro. Ho bisogno di consiglio.

Ah...?

Maestro, il tempo del sacrificio di oggi sta arrivando.

Si', certo, lo so... Lo so. Dobbiamo iniziare a prepararci. Devo avere il mio coltello di ossidiana da qualche parte.... Per le zanne di XipeTotec, si sta già facendo buio. Dobbiamo prepararci. . .

Maestro, volevo dire una cosa.


Ah...? Si, apprendista, abbiamo ancora un po ' di tempo. Ma dove Xochiquetzal è il mio coltello di ossidiana.....

Maestro, ho un problema....

Oh, si', eccolo qui. Buon vecchio coltello... Così tanti cuori che ho ha strappato via! Ma cosa stavi dicendo, Apprendista?

Maestro, stavo pensando a qualcosa.

Hmmmm.... Ora ho bisogno della mia maschera di Mictlantecuhtli, dovrebbe essere in giro. E a cosa stavi pensando?

Maestro, diciamo sempre che se non sacrifichiamo una persona ogni giorno al dio del sole Huitzilopochtli, il sole non sorgerà il giorno dopo.

Eh... Sì.... questo è il punto del rituale del sacrificio umano, ovviamente. L'hai studiato al seminario, giusto? Ma dove diavolo è quella maschera....

Maestro, ma come facciamo a saperlo?

A sapere cosa?

Che il sole non sorgerà domani se non facciamo il sacrificio.

Apprendista, tu sei un ragazzo intelligente. Sai che il dio Huitzilopochtli apprezza i nostri sacrifici. E questo è dimostrato dal fatto che il sole sorge ogni mattina. A cosa stavi pensando, per il grande Xochiquetzal?

Pensando che, beh, e se per una volta saltassimo?

Saltassimo cosa?

Il sacrificio, maestro.

Saltare il sacrificio? Sei fuori di testa, apprendista?

No, Maestro, dicevo, abbiamo mai mancato uno dei sacrifici serali?

Apprendista, lo sai che abbiamo sempre sacrificato almeno un prigioniero al dio del sole ogni sera. E che il sole è sempre sorto la mattina dopo.

E ' quello che intendo dire, Maestro. Potremmo saltare il sacrificio per una volta.

Uh.....?

Il fatto è che mi sono sempre chiesto perchè non abbiamo mai provato.

Hmm......

Voglio dire, certo, so che se non facciamo il sacrificio, il sole non sorgerà domani mattina. E la gente sarà terrorizzata. Ma poi faremo dei nuovi sacrifici e il sole ritornerà. La gente ne sarebbe felice, credo.

Ah... ecco la mia maschera Mictlantecuhtli. Ne avevo bisogno.

Maestro, cosa pensa della mia idea?

Apprendista, dammi retta.

Sì, Maestro?

Apprendista, lo sai che il fatto che il sole sorge ogni mattina è la prova che i sacrifici funzionano.

Sì, Maestro, lo so. Ma, a dire il vero, ho pensato che, forse, potremmo fare un test. . .

Apprendista, ho sempre detto che eri un bravo ragazzo. Ora, supponiamo di non fare il sacrificio stasera. Immagina che il sole sorga comunque domani mattina.

Maestro, questo non può essere. Il dio del sole sarebbe terribilmente arrabbiato e. . . .

Immaginatelo, idiota!

Ah.... Beh, si, mi posso immaginare. Ma Maestro, me l'hai insegnato tu che. . .

Lascia perdere quello che ti ho insegnato, cretino matricolato che non sei altro. Sai benissimo cosa succederebbe. La gente di Tenochtitlán scalerebbe questa stupida piramide, poi ci strapperebbero il cuore dal petto a tutti quanti noi e se li mangerebbero arrosto. Come facciamo noi con le vittime del sacrificio. E questo non sarebbe bene, per niente bene. Capito, brutto imbecille?

Si, si, giusto, Maestro, ma sono sicuro che il dio Huitzilopochtl non farebbe sorgere il sole se non facciamo il sacrificio. Di certo.

Certo, Apprendista, certo. Ma ora, ho una buona idea. Vado a organizzare il sacrificio per stasera. Tu resta qui finchè' non torno. 

Maestro, ma dovrei aiutare con i preparativi...

Resta qui, ho detto.

Si, Maestro, ma perché....?

Resta qui e aspetta, Apprendista. E grazie per esserti offerto volontario per il sacrificio di stasera.


_____________________________________________


sabato 16 maggio 2020

Lockdown: ma funziona veramente? Il gioco degli specchi

Immagine dal blog di "Tamino" "Open Mind" Dati interessanti che sembrano indicare che l'effetto del lockdown è esattamente il contrario di quello che avrebbe dovuto essere.


Questa faccenda del lockdown è una di quelle che sembrano ovvie e che poi non lo sono affatto. Qui "Tamino" -- pseudonimo di un climatologo americano -- confronta i dati fra la Svizzera e la Svezia e vengono fuori cose veramente difficili da capire.

Per prima cosa notiamo che quando si parla del fatto che in Svezia non hanno fatto il lockdown, ma hanno fatto meglio con il coronavirus, per esempio, dell'Italia, viene sempre fuori che "Si, ma gli svedesi sono differenti." Può anche darsi che gli svedesi abbiano un qualche tipo di "lockdown incorporato" che li rende diversi dagli italiani. Ma certo, in Svizzera non succede che quando due perfetti sconosciuti si incontrano per strada si baciano sulla bocca con grande entusiasmo. Insomma, se compariamo Svizzera e Svezia compariamo cose comparabili.

Allora, notate la differente traiettoria dei due casi. Il numero totale di infezioni è stato più o meno lo stesso, ma in Svizzera abbiamo avuto un "boom" iniziale e poi un declino. In Svezia, i casi sono saliti gradualmente, e ora stanno scendendo lentamente.

Tamino nel suo commento dice: "vedete che il lockdown funziona? Immaginatevi cosa sarebbe successo in Svizzera se non lo avessero fatto!" Forse, ma è un po' un salto carpiato all'indietro di logica. 

Ma non ci avevano raccontato che il lockdown serviva per "abbassare la curva"? Ovvero, doveva rallentare i contagi all'inizio per non sovraccaricare il sistema ospedaliero? E che se un paese non le adottava avrebbe visto un forte picco iniziale, prima del declino?

Perfetto: è proprio il contrario di quello che si vede in questo caso. La Svizzera, con misure di lockdown (*) iniziate il 13 Marzo ha visto un bel picco con un massimo a fine Marzo. La Svezia, senza lockdown, ha visto un aumento graduale dei casi. Appunto. Forse la Svizzera ha soltanto ritardato l'inevitabile? Ma allora perché il picco? E, inoltre, notate come la Svizzera sta gradualmente eliminando il lockdown a partire dai primi di Maggio, ma la curva non risale.

E allora? E allora, boh? Qui siamo sempre a discutere "cosa sarebbe successo se...." e "ma se invece...." e non si conclude niente. Questa faccenda del lockdown sembra sempre di più un gioco di specchi di quelli che usavano nei luna park di una volta. Ti sembra che ci sia una strada verso l'uscita, e invece vai a sbattere contro un vetro. E si vede che così doveva essere.





(*) da notare come in Svizzera il lockdown inteso come stare a casa non è mai stato obbligatorio come in Italia -- soltanto una raccomandazione da parte del governo. Ovviamente, gli Italiani sono tanto più stupidi degli svizzeri che se non ci fosse stata la polizia a costringerli a stare in casa, se ne sarebbero andati in giro a baciarsi sulla bocca per la strada. Meno male che il nostro governo a certe cose ci pensa!



domenica 10 maggio 2020

Svezia sanguinaria: lo sterminio dei deboli e degli anziani





Mi è arrivato proprio oggi questo commento su Facebook, che mi sembra meriti una breve discussione. Sulla mia pagina, avevo riportato gli ultimi dati sulla mortalità generale del ministero della salute. Questi dati qui:


Dati che avevo commentato brevemente notando come l'epidemia fosse in declino al nord e praticamente scomparsa al sud.

Beh, quasi subito mi arriva il comento di cui sopra, dove mi si accusa di un post "normalizzatore" perché non avrei avuto "rispetto" per "le decine di migliaia di morti", anziani famiglie, ecc...

Ora, pensateci un attimo: che senso ha un'accusa del genere? Tenete conto che ogni anno in Italia muoiono circa 650.000 persone per tutte le cause. L'epidemia di COVID si avvia a concludersi avendo causato circa 30.000 morti in tutto -- non è detto che non riprenda fiato nel futuro, ma per ora questi sono i dati.

Ovviamente, nessun disprezzo per le vittime del COVID, per carità -- ma perché dovrebbero richiedere più rispetto di tutti quelli, tanti di più, che muoiono di infarto, di tumore, di incidenti, e tutto il resto? E non mi dite che certe morti sarebbero più evitabili di altre, proprio quando con la scusa del coronavirus c'è chi propone di ricominciare a inquinare quanto e più di prima, facendo probabilmente danni ben maggiori alla salute umana.

Ma il bello del commento che ho ricevuto è la sparata contro la Svezia: accusata di essere un paese dove "si gode alla morte del prossimo, soprattutto se debole." Pensateci un attimo, fa impressione. In un certo senso, si può anche capire che molte persone si siano fatte imbrogliare con la storia che i cinesi mangerebbero pipistrelli e robacce del genere. Dopotutto, della Cina sappiamo poco e per capire che come stanno le cose veramente ci vuole una piccola ricerca sul Web che non tutti sono in grado di fare (se la fate, trovate che non è escluso che qualcuno mangi pipistrelli in Cina, ma è cosa molto rara e quasi certamente non ha niente a che vedere con l'epidemia).

Ma la Svezia? Un paese europeo, non lontano da noi, che sappiamo benissimo essere abitato da gente civile e del tutto normale. E' un paese democratico, al momento governato da una coalizione di socialdemocratici e verdi. Eppure è bastata una piccola campagna di propaganda sui media per raccontarci che in Svezia stesse succedendo chissà quale disastro con chissà quanti morti per convincere tutti che il governo svedese avesse consciamente scelto di non implementare il lockdown per realizzare un programma eugenetico diretto a sterminare i deboli. E che era quello che stava succedendo.

In realtà, la Svezia si avvia a concludere questa fase dell'epidemia con circa 3000 morti su 10 milioni di abitanti. L'Italia si avvia ad avere circa 30.000 morti su 60 milioni di abitanti e quindi ha fatto peggio della Svezia. Ora, si può discutere sul fatto che la Svezia ha fatto peggio di paesi vicini come la Danimarca e la Norvegia, ma meglio della Gran Bretagna. Ma NON si può dire che gli svedesi sono un popolo di sanguinari sterminatori. 

Come è possibile? Basta così poco, qualche riga di testo sui media, per convincere tutti delle cose più assurde? Sembrerebbe di si, ma allora con quale organo del corpo ragiona molta gente? Mi sa che, purtroppo, non è il cervello.


giovedì 30 aprile 2020

Ma è bene imbrogliare i gonzi per il loro bene? L'opinione dei miei studenti

Collage di titoli assurdi sulla stampa italiana da "Berlino on Line." Non è vero niente: il contagio NON è riesploso in Germania, La Germania NON torna alla fase 1, NON sta succedendo nulla in Germania che possa "spaventare l'Europa". Tutti i parametri dell'epidemia sono in discesa in Germania, come ovunque in Europa e anche in Italia.


Prima ci hanno raccontato che succedeva chissà quale strage in Svezia perché non avevano fatto il lockdown. Ci hanno detto addirittura che gli Svedesi avevano messo in atto delle misure eugenetiche per sterminare i loro vecchi. Due giorni fa, invece, ci hanno raccontato che in Germania l'epidemia, misurata dal fattore R0, aumenta di nuovo perché sono usciti dal lockdown.

Sono tutte balle. Se vi incuriosice, guardate i dati (cortesia di Alessia Scopece). Vedete che in Germania il fattore R0 oscilla un po' ma non è aumentato. Anzi, diminuisce.


Quello che mi ha scosso di questa storia non è tanto che la nostra stampa ci abbia raccontato delle balle clamorose. E' come tantissimi ci hanno creduto. Questo lo vedete bene dai commenti sui social media, ma vi posso dire che l'altro giorno un mio collega, ricercatore universitario, mi ha scritto in completa serietà qualcosa tipo, "Sono preoccupato: hai visto cosa è successo in Germania?" 

Ora, non mi metto a disquisire con i colleghi, molti dei quali hanno superato da un pezzo la soglia della non-criticabilità. Ma ho deciso di fare una piccola prova con i miei studenti. Ragazzi in gamba che si sono già fatti 4 o 5 anni di studi, anche abbastanza pesanti. Come reagiscono a queste notizie?

Beh, diciamo che i risultati non sono stati incoraggianti. Tutti avevano letto o sentito dire che l'epidemia aveva ripreso in Germania e nessuno veramente ne dubitava. Una volta che gli ho fatto notare che la storia non era vera, gli ci è voluto un po' di tempo per accettare l'idea che una notizia che appariva sulla prima pagina di tutti i quotidiani poteva essere una balla totale.

Ma la parte interessante è venuta dopo. La loro reazione "a pelle" è stata di dire, "si, è vero, è una balla. Ma gli italiani sono troppo stupidi e indisciplinati per comportarsi bene se non li spaventiamo un po'"

In altre parole, è lecito per il governo imbrogliare i gonzi per il loro bene. Il buffo della faccenda è che gli studenti non si sono veramente resi conto che i gonzi erano loro, perché ci erano cascati in pieno.

E mi sa che questa opinione sia diffusa a tutti i livelli. Il governo ci considera degli imbecilli da imbrogliare per il nostro bene e noi stessi accettiamo di essere imbrogliati per il nostro bene (forse) perché tutto sommato la cosa ci tranquillizza e ci evita la fatica di dover verificare che cosa ci raccontano. 

Ma così vanno le cose. Che ci volete fare?