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sabato 30 aprile 2022

Un Saluto da Stoccolma

 


Una testimonianza diretta dal paese che ci divertiamo a demonizzare e insultare. Sarà perché ci dovremmo vergognare se facessimo un serio confronto? (Grazie a Daniele Caruso per la Segnalazione)



https://www.soloriformisti.it/un-saluto-da-stoccolma/

Un saluto da Stoccolma…

Una testimonianza diretta dal modello liberale scandinavo nella gestione della pandemia. Quassù l’inflazione sul costo della vita è ora molto più bassa perché il lavoro, la fiducia e le relazioni sociali ed economiche non sono stati rovinati da estreme ed onerose misure anticovid.

Con la mia famiglia italo-svedese abbiamo sempre vissuto e lavorato a Firenze. Da giugno 2020 abbiamo ritenuto di spostarci temporaneamente a Stoccolma – pur con grandi sacrifici. Lo abbiamo fatto soprattutto per garantire una vita scolastica e sociale normale ai nostri figli. Come facciamo noi genitori, proviamo a mettere al primo posto la salute mentale dei propri figli, se possibile. E noi due, potendo lavorativamente farlo, lo abbiamo fatto, pensiamo con successo. Tra poche settimane torneremo a casa nostra definitivamente.

Fin dall’inizio dell’epidemia, non siamo stati interventisti del lockdown duro e siamo rimasti molto spaventati dal diffuso consenso di molti ad un tale livello di severità, intravedendo il rischio che il superamento di così tanti limiti avrebbe avuto gigantesche conseguenze psicologiche e quindi politiche per lunghissimo tempo. Abbiamo invece sempre ascoltato l’avviso scientifico delle agenzie di sanità scandinave, che hanno ispirato l’azione dei governi nordici per politiche di contenimento dell’epidemia ben più caute, immensamente meno costose per le tasche dei cittadini e le finanze pubbliche, e soprattutto – ora lo possiamo dire – perfino più efficaci nel contenimento dell’impatto del covid sulla generale mortalità annuale in eccesso. (Nella classifica di questo fondamentale indicatore, la Svezia è fra i migliori paesi europei sia nel 2020 che nel 2021, come verificabile su Eurostat, l’ufficio statistico ufficiale dell’Unione Europea).

I leader scandinavi non hanno attuato politiche anticovid draconiane, interminabili e dai costi titanici. In questo approccio soft, lontanissimo da quello italiano, quello svedese si è distinto per essere anche più leggero. Ciò è stato possibile pure in un’area metropolitana molto grande e densa come quella di Stoccolma, la più grande città della Scandinavia, dove fa freddo quasi tutto l’anno, si vive molto al chiuso anche d’estate e si utilizzano moltissimo i mezzi pubblici, tanto sviluppati quanto usati e affollati. La vita media è pari a quella italiana. C’è una diffusissima cultura delle case di cure per gli anziani. Insomma, tutti fattori svantaggiosi rispetto ad un’epidemia di covid, infatti la malattia ha colpito duro, per quanto un pò meno di altre capitali europee che hanno usato restrizioni ben più dure. Giova ripeterlo: dopo due anni, in Svezia, la mortalità in eccesso è una delle più basse in Europa, e ciò pure nonostante il peso della grande area metropolitana della capitale sul totale della popolazione. Inoltre anche qui è stato rilevato che la normale influenza stagionale è praticamente scomparsa in questi due anni (senza mascherine).

Siamo testimoni del fatto che in Svezia le poche raccomandazioni che ci furono, vennero scarsamente rispettate dalla popolazione. Vivendo qui a Stoccolma, è sempre sembrato tutto completamente normale, anche tutto l’anno scorso e quello precedente, una metropoli particolarmente viva e affollata in tutte le sue attività, anche se le persone del posto ci hanno spiegato che in realtà c’erano un pò meno flussi di gente del solito durante l’inverno e per alcuni mesi ci sono state delle restrizioni: restrizioni che non vi sto nemmeno a riepilogare data la loro leggerezza, brevità e scarsissima applicazione. A Stoccolma la routine e il tempo delle persone, le relazioni interpersonali e la fiducia per le attività sociali e di lavoro di ogni tipo non sono state mai sconvolte. Inoltre, successivamente, mentre la campagna vaccinale raggiungeva un buon ritmo, il tema covid scompariva via via dall’agenda dei media.

Anche durante le fasi più dure dell’epidemia, abbiamo visto che gli svedesi sono stati essenzialmente un popolo “indisciplinato” e in realtà poco incline al rispetto delle raccomandazioni anticovid. Però sarebbe sbagliato accusarli di essere stati “presuntuosi” nella lotta al covid. Non si può infatti che gioire del loro successo.  C’è da aggiungere che quassù l’inflazione sul costo della vita è ora molto più bassa perché il lavoro, la fiducia e le relazioni sociali ed economiche non sono stati rovinati da estreme ed onerose misure anticovid. Ora loro hanno pure le spalle larghe per affrontare le gravi conseguenze umanitarie ed economiche seguenti alla terribile guerra in Ucraina. Non arrivano a questo appuntamento con la storia impoveriti e sfiancati.

E poi le scuole… In questi due anni a Stoccolma abbiamo potuto garantire il completo diritto allistruzione e all’attività fisica dei bambini, considerando noi rischiosi per la salute mentale dei giovani i severissimi protocolli sanitari, le chiusure e le quarantene domiciliari di classe cui sono stati sottoposti i bambini e i ragazzi. In Italia purtroppo il covid è infatti diventato un pensiero continuo per tutti gli studenti attraverso la incessante presenza delle regole” ogni singolo secondo della giornata scolastica: il non vedersi in faccia, il dover stare distanziati, luscire in sicurezza” in cortile scaglionati per classe e in mini settori assegnati all’interno di “bolle” durante tutta la giornata, gli obblighi a stare quasi sempre seduti nellaula senza sgranchirsi, a portare cibo e acqua da casa, ad andare a mense scaglionate e distanziate, le quarantene a casa senza poter uscire, la didattica a distanza, e così via, chi più ne ha più ne metta. Molti genitori sanno benissimo di che si parla, ne hanno visto e ne sentono le conseguenze sui loro figli. Chi non ha figli in età scolare, difficilmente può capire quello che sta avvenendo su molti giovani. Noi da Stoccolma lo vediamo lucidamente, avendo sempre potuto comparare quello che succedeva. Qui a Stoccolma non ci sono mai state regole “per precauzione” non utili alla felicità psicologica, al benessere fisico e quindi all’apprendimento degli studenti. Ad esempio, non ci sono mai state, non ci sono – e quindi non ci saranno mai – le mascherine ai giovani, mascherine che qui sono state assenti nelle scuole di ogni ordine e grado, nemmeno per il personale e nemmeno all’università. Come noto, noi italiani siamo tra i paesi europei che le hanno messe nelle scuole per più tempo e pure ai bambini sotto i dodici anni. Indossate peraltro davvero e severamente tutto il giorno. E ancora si continua.

Per intenderci, rimpiangiamo le scuole pre-covid italiane che abbiamo personalmente sempre giudicato come buone per i nostri figli. Non possiamo ignorare però che la quotidianità dei bambini alle elementari, ma anche alle medie e al liceo, è stata ed è ancora inquietante se paragonata alla scuola normale che esisteva prima. Meglio scuole “in presenza”, certo, ma erano proprio necessari le  lunghe chiusure e protocolli così duri? Guardando a quello che è successo, succede e alle scelte fatte in varie altre democrazie, a questo punto direi senzaltro di no. Del resto, sono passati due anni e i conti ormai si possono facilmente fare. Sarebbe bello che tutto questo fosse oggetto di un dibattito scientifico e parlamentare sereno e dai toni pacati. E’ vero che il successo dei paesi nordici può mettere in discussione il “modello italiano” di lotta al covid, ma potremmo comunque farci delle domande, abbracciare il dubbio e magari trarre delle indicazioni utili soprattutto per il presente e per il futuro.

venerdì 15 aprile 2022

La Scienza e lo Scarafaggio: Come Imbrogliare sul Covid



Fate un piccolo esperimento. Prendete una scodella di minestra e buttateci dentro uno scarafaggio. Risultato? Una scodella di roba disgustosa. Ora, prendete una scodella piena di scarafaggi e buttateci dentro un cucchiaio di minestra. Risultato? Una roba disgustosa lo stesso. Certe cose, quando le mischiate non fanno media. Si adeguano al peggio dei due fattori.

Lo stesso vale quando si mescola la Scienza con la Politica. Se la scienza è la minestra e la politica lo scarafaggio, viene fuori che qualsiasi miscela delle due cose è sempre politica: ovvero una roba disgustosa.

Così, in questi giorni si fa gran rumore in Italia sui giornali a proposito di un curioso articolo apparso recentemente su Nature basato, come gli autori stessi dichiarano, sulla "narrativa". Una "narrativa"? Su Nature? Ma Nature non era un giornale scientifico che si doveva basare su dati e modelli?

Eppure è così, Nature pubblica un articolo quasi completamente privo di dati, tutto basato su una serie di affermazioni, in effetti narrative, in cui si dice che se in Svezia si fossero prese misure più drastiche, le cose sarebbero andate meglio. Ma perché? Perché gli autori pensano che sia così e citano altri autori che (secondo loro) la pensano così.

L'unico dato che troviamo nell'articolo è proprio all'inizio dove dice che nel 2020 il rapporto fra la mortalità in Svezia e Norvegia era 10 a 1. Ora, per prima cosa, oggi questo rapporto è 4 a 1, non 10 a 1 -- troppo facile scegliere il periodo che ti fa più comodo, giusto? Per non menzionare poi che la Svezia si trova al 57 posto della classifica mondiale per mortalità relativa, ben al di sotto di stati che hanno invece preso provvedimenti draconiani (tipo Francia, Inghilterra, Spagna, e altri). Cosa dovrebbero aver scritto questi qui a proposito dell'Italia che ha avuto quasi il doppio della mortalità Svedese?

Ma è proprio il concetto che non va bene per un articolo scientifico. Se dici che la Norvegia ha fatto meglio della Svezia, il che è vero, dovresti spiegare perché. Forse la Norvegia ha chiuso più della Svezia? Nemmeno per idea. Andatevi a vedere il "Covid Stringency Index" su "Our World in Data" e troverete che l'indice di severità delle restrizioni è esattamente UGUALE fra Norvegia e Svezia. E questo gli autori non lo nominano nemmeno vagamente. Incidentalmente, l'Italia ha un indice di severità cinque volte maggiore, e il doppio della mortalità -- le conclusioni sono lasciate ai lettori. 

Insomma, un articolo zombie che fa finta di essere un articolo scientifico, ma ne ha solo l'aspetto esteriore. È un articolo politico. Purtroppo, è quello che sta accadendo: la politica sta invadendo la scienza e la sta distruggendo. Poi ci si mette il giornalismo con il suo sensazionalismo e questi sono i risultati. C'è poco da fare: sulla mancanza di cultura scientifica del pubblico ci marciano sopra in tanti.


(h/t Paolo Cesaretti)


https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/22_aprile_12/svezia-covid-fallimento-prove-6d259266-ba30-11ec-ac09-3ceafb137606.shtml



venerdì 4 febbraio 2022

Sebastian Rushworth: La Lezione Svedese di come si usa il Metodo Scientifico

  


Il post più recente del medico svedese Sebastian Rushworth (vedi più in basso) ci da una bella lezione di come funziona, o meglio come dovrebbe funzionare, la scienza. In questo breve esame della storia della pandemia COVID-19 in Svezia, Rushworth riesamina un po' tutta la faccenda da un punto di vista rigorosamente scientifico: dati, solo dati, e una loro ragionevole interpretazione. 

Comparando i dati sulla pandemia con quelli storici, Rushworth deduce che la Svezia ha fatto le cose abbastanza bene nonostante qualche incertezza iniziale. E, soprattutto, nonostante la valanga di insulti che i gestori dell'epidemia hanno ricevuto con l'accusa di essere degli assassini di persone anziane. Ma, al momento in cui siamo ora, la conclusione è inevitabile: l'epidemia è ufficialmente finita in Svezia, quello che rimane è un virus con una mortalità simile a quella di una normale influenza. In sostanza, conclude Rushworth, l'epidemia non ha fatto danni significativi a quei paesi che non hanno applicato restrizioni draconiane, al contrario si potrebbe sostenere che sono stati proprio i paesi che le hanno applicate ad aver avuto i maggiori danni. 

Da questo, dobbiamo chiederci: ma come è possibile che in Italia la percezione dell'epidemia sia stata così completamente e radicalmente diversa (e lo sia tuttora)? I risultati in Italia sono stati un po' peggiori che in Svezia (158 morti per 100.000 persone in Svezia, 245 in Italia) ma siamo entro lo stesso ordine di grandezza. E, come in Svezia, la mortalità attuale in Italia rimane entro i limiti normali per la stagione. 

Ma, allora, perché da noi siamo tuttora in emergenza con misure draconiane, mentre in Svezia si dichiara ufficialmente "tutto finito"? 

Ovviamente, lo sappiamo tutti che è stata una scelta politica in alcuni paesi quella di agire in un certo modo piuttosto che un altro. Ma questo non ci spiega perché in Svezia (come pure in Norvegia e altri paesi del Nord Europa) siano state fatte certe scelte, mentre in Italia (e, per esempio, negli USA), ne sono state fatte altre. 

La cosa forse più interessante di tutta la faccenda è come tutte le scelte fatte -- ovunque -- siano state basate sulla "Scienza," intesa come un'entità monolitica della quale non si può dubitare, pena essere classificati fra i terrapiattisti/sciachimisti/allunaggiofalsisti/freddofusionisti, eccetera. 

Ma, ancora, perché in certi paesi è stato così, mentre in altri molto meno?

In Svezia forse la gente conosce la scienza meglio che da noi? Ma se è così, perché? Siamo più tonti di loro? Meno scolarizzati? Più ingenui? 

Oppure non c'entra niente la cultura, me è perché abbiamo dei politici peggiori? 

O forse, semplicemente, è perché non siamo Svedesi. (Questo ricorda una cosa che diceva Galileo nel "Saggiatore." Discutendo della storia che i frombolieri babilonesi cuocevano le uova roteandole con la fionda, notava come nessun fromboliere del suo tempo ci riusciva. Dal che concludeva ironicamente che la ragione era che i frombolieri moderni non sono babilonesi). 

Ma il problema non è tanto la storia del Covid, ma quello che ci dice sull'incapacità politica italiana di ragionare in termini scientifici su altri argomenti, diversi dal Covid, che sono comunque, in principio, basati sulla scienza. Pensiamo al cambiamento climatico, la transizione energetica, le rinnovabili, eccetera? Come possiamo pensare di affrontarli in modo razionale, visto il clamoroso fallimento della storia del Covid?

Se qualcuno ha qualche idea, sentiamola nei commenti.

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Covid ufficialmente finito in Svezia!

Di Sebastian Rushworth - 4 Febbraio 2022

Traduzione di Ugo Bardi (frasi in grassetto del traduttore)

Il governo svedese ha deciso di porre fine a tutte le restrizioni relative al covid a partire dal 9 febbraio. Inoltre, i locali e gli eventi non potranno più richiedere la prova della vaccinazione. Per finire, l'agenzia per la salute pubblica raccomanda che il covid non sia più classificato ufficialmente come una "minaccia alla salute pubblica". La Svezia è il terzo paese nordico a porre fine alle restrizioni sul covid, dopo la Danimarca e la Norvegia.

La decisione rappresenta un'accettazione del fatto che il covid è passato dall'essere una pandemia a una malattia endemica. L'agenzia di salute pubblica stima che 500.000 svedesi sono stati infettati dal covid-19 la scorsa settimana (che è il doppio del numero di casi confermati). Allo stesso tempo, solo 181 persone sono morte di/con la malattia (forse più "con" che "di"). Questo mette l'attuale letalità del covid allo stesso livello del comune raffreddore. Come molti hanno previsto da tempo, il covid-19 è diventato la quinta malattia da coronavirus del "raffreddore comune".

Ora che la pandemia è ufficialmente finita, penso che sia interessante tornare indietro e guardare quanti danni sono stati fatti effettivamente. Prima di farlo, ricordiamo che la Svezia ha avuto un tocco leggero durante tutta la pandemia. Questo significa che serve come "controllo" utile per capire cosa sarebbe successo se un paese non avesse imposto lockdown, chiuso le scuole e costretto tutti a indossare mascherine.

Se vogliamo capire quanto sia stata mortale la pandemia, allora la migliore metrica da guardare è la mortalità complessiva. È l'unica metrica che non può essere facilmente manipolata. I "decessi per contagio" non sono una buona metrica, perché è aperta all'interpretazione. Medici diversi, ospedali diversi e paesi diversi definiscono le morti in modo diverso. E spesso nelle statistiche ufficiali le "morti con covid" (cioè le morti per altre cause ma in cui la persona ha avuto il covid o almeno un test covid positivo) sono definite come "morti per covid", il che rende difficile determinare quanto sia effettivamente mortale la malattia.

L'ufficio statistico del governo svedese (SCB) fa statistiche eccellenti, forse le statistiche ufficiali più affidabili del mondo. E Harold su Twitter ha prodotto grafici molto utili basati su queste statistiche. Ecco la mortalità complessiva della Svezia anno per anno dal 1991 al 2021, per gentile concessione di SCB e Harold.


Cosa vediamo?

Beh, vediamo un calo graduale della mortalità complessiva nel corso del trentennio, da circa 1.100 morti per 100.000 durante i primi anni '90 fino ad una media di circa 900 morti per 100.000 negli ultimi cinque anni. Questa diminuzione è probabilmente dovuta principalmente al fatto che l'aspettativa di vita in Svezia è aumentata significativamente nel periodo di trent'anni, da 78 nel 1991 a 83 oggi.

Poi vediamo una mortalità complessiva insolitamente bassa nel 2019. Questo ha reso la Svezia "matura" per un anno peggiore della media nel 2020, per il semplice fatto che gli anni con una mortalità inferiore alla media sono di solito seguiti da anni con una mortalità superiore alla media (perché un anno con una mortalità inferiore alla media significa che ci sono più persone molto fragili sul punto di morire all'inizio dell'anno successivo). Possiamo vederlo nel grafico qui sopra - quando c'è un grande calo della mortalità in un anno, di solito è seguito da un aumento della mortalità nell'anno successivo. Quindi era comunque probabile che il 2020 avesse una mortalità un po' più alta della media.

Poi arriviamo al 2020, e vediamo un effetto della pandemia (in combinazione con la mortalità prevista leggermente superiore alla media), con una mortalità complessiva che è circa 945 per 100.000 persone, rispetto alla media dei cinque anni precedenti, che è 900 per 100.000 persone. Quindi, nel 2020 ci sono stati 45 morti in più per 100.000 persone rispetto alla media dei cinque anni precedenti, che rappresenta circa 4.600 persone. Ciò significa che la pandemia, in combinazione con il fatto che il 2020 seguiva un anno con una mortalità generale insolitamente bassa, ha portato a qualcosa come 4.600 morti in più, che rappresenta lo 0,04% della popolazione svedese.

Cosa possiamo concludere?

Sì, c'è stato un piccolo aumento nella mortalità nel 2020 a causa del covid, ma è stato veramente piccolo. Non sto dicendo che il covid non sia stato grave per alcuni segmenti della popolazione, ma tutte le affermazioni che questa è stata una pandemia enormemente mortale alla pari con l'influenza spagnola sono chiaramente esagerate. Questo diventa particolarmente ovvio quando andiamo avanti e guardiamo al 2021. Come è chiaro dal grafico qui sopra, non c'è stato alcun eccesso di mortalità nel 2021. Infatti, il 2021 è stato il secondo anno meno mortale della storia svedese!

Questo nonostante il fatto che le statistiche ufficiali mostrino un ulteriore 6.000 morti con/di covidi in Svezia nel 2021. Chiaramente la maggior parte di quei 6.000 erano morti "con" piuttosto che "di" covid, o le persone che sono morte di covid erano per la maggior parte così vicine alla morte che sarebbero morte comunque nel 2021, anche senza covid.

Quando scomponiamo i dati per mese (sempre per gentile concessione di Harold e SCB), vediamo qualcosa di interessante. Ecco il grafico:



Quello che vediamo è che c'è stato un eccesso di mortalità in Svezia da aprile a giugno 2020, e poi di nuovo da novembre 2020 a gennaio 2021. Per tutti gli altri mesi del periodo di due anni, la mortalità è stata inferiore a quella che ci si sarebbe aspettata. Quindi le morti in eccesso causate dal virus erano in realtà concentrate intorno a due brevi periodi, uno nella tarda primavera del 2020, e un altro nell'inverno del 2020/2021. Al di fuori di questi brevi periodi, non c'era davvero molto da fare. Il governo svedese ha dichiarato ufficialmente la fine della pandemia ora, ma se si guardano le statistiche globali di mortalità, sembra davvero che la pandemia sia finita un anno fa.

Così, questo è quanto è stato brutto il covid in Svezia, il paese che non ha mai chiuso, e che è stato ampiamente deriso come uno "stato paria" durante la prima parte della pandemia. Quando guardiamo le statistiche globali di mortalità, e vediamo il numero di persone che sono effettivamente morte, è chiaro che la Svezia è stata probabilmente il paese che ha reagito più sensatamente di tutti alla pandemia, con misure che erano ampiamente proporzionate alla dimensione della minaccia. Il resto del mondo invece è andato in panico, cercando di schiacciare le mosche a martellate.

Una cosa interessante a cui pensare, alla luce di questo, è come sono i dati complessivi di mortalità negli altri paesi. Poiché la Svezia, che non è andata in lockdown, ha avuto un eccesso di mortalità marginale nel 2020, e nessun eccesso di mortalità nel 2021, è chiaro che il covid-19 in sé non ha fatto molti danni. Ciò significa che qualsiasi eccesso di mortalità oltre al poco visto in Svezia nei paesi che hanno fatto il lockdown non può essere dovuto al virus stesso. Deve essere dovuto a qualcos'altro. Poiché l'unica cosa di diverso tra la Svezia e gli altri paesi nel periodo di due anni è l'assenza o la presenza di blocchi, qualsiasi eccesso di mortalità può quasi certamente essere spiegato dai blocchi.

Prendiamo gli Stati Uniti come esempio. A differenza della Svezia, ampie parti degli Stati Uniti hanno istituito chiusure draconiane. Queste chiusure hanno impedito qualche morte da covid? Beh, se guardiamo solo i numeri grezzi, non vediamo alcuna riduzione. Secondo le statistiche ufficiali, lo 0,27% della popolazione statunitense è morto finora di/con il covid, rispetto al solo 0,16% della popolazione svedese - nonostante le chiusure, gli Stati Uniti hanno avuto significativamente più morti di covid della Svezia!

Questo è in linea con la massa di prove che dimostrano che le chiusure sono inefficaci. Quindi, dato che ora sappiamo che le chiusure sono inefficaci nel fermare il virus, ci aspetteremmo che gli Stati Uniti vedano un effetto della pandemia sulla mortalità complessiva che è simile a quello della Svezia - cioè ci si aspetta un piccolo aumento della mortalità complessiva. Se, d'altra parte, vediamo un aumento molto più grande negli Stati Uniti di quello che vediamo in Svezia, allora quell'aumento è probabilmente dovuto ai blocchi. Quindi, cosa vediamo?

Bene, ecco un grafico della mortalità complessiva degli ultimi sette anni che utilizza i dati del CDC:


Vediamo un aumento della mortalità complessiva nel 2020 e 2021 che è significativamente più grande di quello visto in Svezia. In Svezia, l'aumento relativo della mortalità complessiva per il 2020-2021, rispetto ai cinque anni precedenti, è dell'1% (da una media di 900 morti per 100.000 nel 2015-2019 a una media di 912 morti per 100.000 nel 2020-2021).

Negli Stati Uniti, l'aumento relativo della mortalità complessiva è del 18%! (da 860 morti per 100.000 nel 2015-2019 a 1016 morti per 100.000 nel 2020-2021). Questo è un aumento di 18 volte maggiore della mortalità durante i due anni della pandemia negli Stati Uniti che in Svezia!

Quindi, per riassumere, gli Stati Uniti hanno meno del doppio dei morti per contagio della Svezia (come detto, lo 0,27% della popolazione statunitense contro lo 0,16% della popolazione svedese), ma 18 volte più morti in eccesso! Chiaramente, questa enorme differenza non può essere spiegata dal virus. Deve essere spiegata da qualcos'altro. L'unica spiegazione ragionevole, per quanto posso vedere, è che sia dovuta all'effetto disastroso delle chiusure sulla salute pubblica. Sarà interessante vedere se nei prossimi anni il popolo americano riterrà i suoi leader politici responsabili di questo errore di giudizio massicciamente distruttivo.



sabato 17 ottobre 2020

EPIDEMIA: COSA POSSIAMO IMPARARE DAL CASO SVEDESE?


Mentre qui da noi la "seconda ondata" del COVID-19 sta terrorizzando un po' tutti, vale la pena di riconsiderare il caso della Svezia, tanto vituperato durante il periodo del lockdown. Bene: i dati sono chiari. La Svezia sta vedendo un modesto aumento dei casi positivi, ma niente di paragonabile all'impennata che stiamo vedendo in altri paesi europei, inclusa l'Italia. La mortalità in Svezia rimane vicina a zero e il governo non impone nessuna nuova misura di contenimento: niente mascherine, niente scuole chiuse, niente coprifuoco, niente del genere. 

Sulle ragioni di questa differenza ognuno avrà sicuramente le sue opinioni, ma di certo la Svezia continua ad andare controcorrente. Così, vi ripropongo un post che ho pubblicato a Settembre su Facebook e che ha avuto un notevole successo: 180mila visualizzazioni, 1.200 condivisioni, e altro. E' stato tale il successo che è stato ripreso e commentato dal "Corriere della Sera." 

Sembra che ci sia molto bisogno che qualcuno fornisca informazioni corrette sull'epidemia in corso che possano bilanciare le esagerazioni che si leggono sui titoli dei giornali. Questo è quello che sta facendo il gruppo fondato da Guido Silvestri, "Pillole di Ottimisto" che comprende un buon numero di ricercatori in vari campi, dalla medicina alla statistica, che fanno del loro meglio per informare il pubblico sulla base dei dati reali.


EPIDEMIA: COSA POSSIAMO IMPARARE DAL CASO SVEDESE?

Di Ugo Bardi -- Docente presso il dipartimento di Chimica dell’Università di Firenze. (1)

💊💊💊 La Svezia è stata accusata di non aver applicato misure abbastanza severe contro l'epidemia di coronavirus. Eppure, non ha fatto peggio di altri paesi Europei e non è nemmeno vero che non abbia applicato misure di contenimento. Al momento, l'epidemia sembra essersi completamente esaurita in Svezia e non c'è evidenza di una "seconda ondata" in arrivo. 💊💊💊

Gli svedesi sono stati ampiamente vituperati sui media e sui social per come hanno gestito l'epidemia di coronavirus. Sono stati accusati di leggerezza, di crudeltà, di aver tentato di sterminare i propri anziani, di applicare politiche eugenetiche, di aver cercato l'immunità di gregge a spese della salute dei cittadini, e molte altre cose. Ma, se andiamo a verificare, queste accuse si rivelano false o esagerate. Allora, vediamo cosa è successo veramente in Svezia.

Per prima cosa, i numeri. Ad oggi, la Svezia ha avuto circa 5800 decessi attribuiti al Covid-19 su una popolazione di circa 10 milioni di persone. Ovvero, una mortalita di circa lo 0.06%, praticamente uguale a quella dell'Italia (2). Nella classifica mondiale per numero di decessi rapportati alla popolazione, la Svezia si colloca al tredicesimo posto secondo "worldometer," ben entro la media dei paesi europei. 


 

Come vedete nella figura, l'epidemia in Svezia ha seguito una curva "a forma di campana" come è tipico per tutte le epidemie. Vediamo nella curva una salita rapida che si riferisce alla zona Sud nel paese che ha una densità di popolazione simile a quella dei paesi del centro e sud Europa. Segue una "coda" discendente che è il risultato della lenta diffusione del virus nelle zone poco popolate del Nord (3), E' un effetto simile a quello che si è visto negli Stati Uniti, anche lì per via della disomogeneità della distribuzione della popolazione (4). Come risultato, l'epidemia è declinata più lentamente in Svezia che in altri paesi. Tuttavia, da oltre un mese la mortalità è scesa quasi a zero.

Al momento, in Svezia si riportano 1-2 decessi al giorno attribuiti al Covid-19, con dei giorni senza alcun decesso. Per quanto riguarda i casi positivi, anche in Svezia il virus non è scomparso, ma rimane endemico nella popolazione, come si osserva un po' ovunque nel mondo. Il rapporto fra risultati positivi e test si mantiene costante intorno a 1,3% (5), circa lo stesso valore che troviamo in Italia. Nemmeno in termini di ospedalizzazioni risulta che ci siano problemi. In sostanza, in Svezia l'epidemia si è praticamente esaurita e per ora non c'è traccia dell'arrivo della temuta "seconda ondata."

Dati questi risultati, recentemente le autorità svedesi hanno "dichiarato vittoria" nella lotta contro il covid (5), allentando notevolmente le restrizioni. Al momento, le misure raccomandate dal governo consistono unicamente nel lavarsi le mani, tenere le distanze, stare a casa se malati. Non si parla di mascherine, di restrizioni, niente chiusure (6). Quasi nessuno porta la mascherina in pubblico (7).

Quindi, possiamo dire che in Svezia le cose vanno bene. Ma allora perché tanta polemica? Principalmente, l'accusa è che la Svezia ha trascurato le misure di contenimento, come si evince da un confronto con i paesi confinanti, in particolare con la Norvegia, dove la mortalità è stata molto minore.

Ma ci sono grossi problemi con questa accusa. Per prima cosa, non è vero che la Svezia non abbia applicato misure di contenimento. Al contrario, la Svezia ha fatto più o meno le stesse cose fatte negli altri paesi (8). La differenza è stata che il governo faceva delle raccomandazioni piuttosto che usare divieti. Per esempio, il governo non ha chiuso in casa i cittadini per decreto, ma gli Svedesi sono rimasti a casa il più possibile, come gli era stato raccomandato di fare. Nei momenti più difficili dell'epidemia, in Svezia nessuno cantava dai balconi ma l'atmosfera generale era molto simile a quella che c'era in Italia. Niente traffico, locali vuoti, poca gente in giro, distanziamento, eccetera. Fra le tante cose, i viaggi aerei interni alla Svezia sono stati praticamente azzerati durante l'emergenza, pur non essendo proibiti.

E non è che in termini di misure di contenimento i norvegesi abbiano fatto cose molto diverse da quelle che hanno fatto gli svedesi. Anche Il "lockdown" norvegese è stato molto leggero: nemmeno i norvegesi hanno chiuso in casa i loro cittadini per decreto (9). E' difficile pensare che dettagli come una chiusura più lunga delle scuole siano sufficienti per spiegare i differenti risultati fra Norvegia e Svezia, Questo specialmente considerando che il primo ministro Norvegese, Erna Solberg, ha dichiarato che alcune delle misure prese erano state inutili e che la Svezia aveva fatto meglio della Norvegia (10).

Ma allora quali fattori potrebbero spiegare le differenze fra Svezia e Norvegia? Uno potrebbe essere l'inquinamento atmosferico. Si sa che esiste una correlazione fra inquinamento e mortalità da Covid-19 (11). Si sa anche che la Norvegia è un paese meno industrializzato e meno popolato della Svezia -- quindi anche meno inquinato (12). In questo senso, il caso della Svezia somiglia molto al caso del'Italia, dove la massima mortalità è stata nelle zone inquinate della Pianura Padana.

Se l'inquinamento può essere stato un fattore nella diffusione dell'epidemia, sembra però che le differenze fra Svezia e Norvegia si spieghino principalmente con un altro fattore: la gestione delle case di riposo per anziani. Qui, il caso della Svezia è stato simile a quello dell'Italia e le autorità svedesi hanno francamente ammesso di essersi trovati impreparati a gestire l'emergenza (13) delle case di riposo, dove si sono verificati la maggior parte dei decessi, circa 3/4 del totale (14). Invece pare che la Norvegia abbia una gestione migliore delle case di riposo per anziani: istituzioni più piccole e più gestibili e in più la tradizione di assistere gli anziani nelle loro abitazioni (15). Per queste ragioni, in Norvegia ci sono stati meno contatti fra persone il cui sistema immunitario è indebolito dall'età avanzata.

In fin dei conti, vediamo come i "cattivi" svedesi non lo siano stati affatto. Come tutti i governi, nelle fasi iniziali dell'epidemia hanno navigato a vista, cercando di fare il meglio possibile. Hanno scelto di gestire l'epidemia più che altro responsabilizzando i propri cittadini e ci sono riusciti abbastanza bene, sicuramente non peggio della media dei paesi Europei. Soprattutto, non peggio di paesi come l'Italia che invece hanno scelto di usare misure molto rigide per contrastare l'epidemia. Avrebbero potuto fare di meglio? Forse, ma la cosa certa è che gli svedesi non hanno trascurato la gestione dell'epidemia, come invece sono spesso accusati di aver fatto. Allora, invece di lanciare insulti e accuse, cosa possiamo imparare dall'esperienza svedese? Vediamo qualche punto interessante.

1. Lockdown. C'è chi ha detto che il caso svedese dimostra che il lockdown è stato inutile. Questo non è affatto detto. Abbiamo visto che gli Svedesi hanno praticato misure di contenimento simili a quelle di altri paesi, eccetto che non erano imposte per legge ma soltanto raccomandate. Ci possiamo solo domandare cosa sarebbe successo in Italia se il nostro governo avesse fatto una politica "svedese," dando fiducia ai propri cittadini invece di tartassarli con decreti, regole, e multe. Avrebbero gli italiani seguito le raccomandazioni come hanno fatto gli svedesi? Non lo sapremo mai perché non è stato fatto.

2. Immunità di Gregge. Una delle accuse più comuni alla Svezia è stata quella di aver cercato di infettare quanti più cittadini possibile allo scopo di ottenere l "immunità di gregge". Questa, però, è una leggenda. Non solo l'accusa è stata smentita più volte dalle autorità svedesi stesse (16), ma semplicemente non sta in piedi. Se l’obiettivo fosse stato favorire le infezioni, gli Svedesi non avrebbero raccomandato ai cittadini nessuna misura di contenimento, come invece hanno fatto. In realtà, gli svedesi, come tutti in Europa, hanno mirato ad "abbassare la curva" per evitare un sovraccarico degli ospedali. Anche in Svezia ci si basava sui modelli matematici che prevedevano che l'allentamento delle misure di contenimento avrebbe causato la ripresa immediata dell'epidemia. In realtà, questo non è successo e i modelli hanno ancora una volta fallito clamorosamente con le loro predizioni (17). Ma questo vuol dire che gli svedesi hanno ottenuto la mitica "immunità di gregge"? In principio, non dovrebbe essere possibile: il numero delle persone immunizzate sembrerebbe troppo piccolo per questa interpretazione. Ma è anche vero che la questione potrebbe essere molto più complessa di quanto non sembri. E' stato detto che potrebbe esistere un' "immunità pregressa" al virus che già oggi ne blocca la diffusione (18). Questo vorrebbe dire aver raggiunto l'immunità di gregge senza averla cercata! Ma è ancora troppo presto per dire se questa interpretazione è valida. Ne sapremo certamente di più nel futuro.

3. Danni all'economia. La Svezia non si è salvata da un forte declino economico, come è successo agli altri paesi europei. Tuttavia, la Svezia ha fatto meglio di altri paesi, perdendo circa l'8,6% del suo PIL, molto meglio dell'Italia (perdita del 12,5%) e della Spagna (oltre il 18% di perdita) (19). E' poco probabile che questa differenza dipenda dal modello svedese di contenimento. Più che altro è correlata al fatto che l'economia della Svezia dipende meno di altre dal turismo internazionale, circa il 3% del PIL.

4. Informazione inaccurata. Il linciaggio mediatico subito dalla Svezia sia in Italia che a livello internazionale è poco meno di uno scandalo. Solo un esempio fra i tanti: sul sito delle "iene" potevamo leggere poco tempo fa un titolone sul "disastro svedese" (20). Titolo esagerato, accuse basate su dati parziali, un articolo senza capo nè coda. E, fra le altre cose pieno di errori. Per esempio, dice che in Europa "solo il Regno Unito e Belgio hanno registrato più morti" della Svezia. Non è vero: in Europa, davanti alla Svezia ci sono anche la Spagna e l'Italia (e anche Andorra e San Marino, piccoli, ma sempre paesi europei) (2). Per non parlare poi dei paesi extra-europei che hanno fatto peggio della Svezia, gli USA per esempio, perché non parlarne? E poi c'è la critica alla Svezia perché "l’epigone del fallimento del piano di Stoccolma è il tentativo fallito di raggiungere la cosiddetta immunità di gregge.” Ma, come si diceva prima, gli Svedesi NON hanno cercato di raggiungere l'immunità di gregge. Proprio un bell'epigone: accusare qualcuno di non essere riuscito a fare qualcosa che non stava cercando di fare! E ci sarebbero tante altre cosette da criticare nell'articolo che non vi sto a dettagliare. Insomma, se volete informarvi, non chiedete alle iene o altri animali non particolarmente esperti di epidemie. Usate la vostra testa e verificate quello che vi raccontano perché spesso non ve la raccontano giusta.

Alla fine dei conti, con le loro scelte alle volte fuori dal coro, gli svedesi ci hanno dimostrato che non c'è un solo modo di fronteggiare l'epidemia. Per esempio, al momento in Svezia la mascherina non è obbligatoria e quasi nessuno la porta (7). Questo vuol dire che nei prossimi mesi potremo confrontare i risultati svedesi con quelli di paesi dove la mascherina è più diffusa, come in Italia, e potremo quindi valutarne l'efficacia. E' un bel piacere che ci fanno: invece di insultarli, li dovremmo ringraziare!

Per finire, se masticate bene l'inglese, potete sentire una valutazione recente dell'andamento dell'epidemia in un intervista all'epidemiologo di stato svedese, Anders Tegenell (segnalazione di Maurizio Rainisio) (21).


1. http://ugobardihomepage.blogspot.com/…/ugo-bardis-personal-…
2. https://www.worldometers.info/coronavirus/#countries
3. https://www.europeandatajournalism.eu/…/A-fraction-of-Europ…
4. https://www.facebook.com/pillolediottimismo/posts/170575788016234
5, https://www.thetimes.co.uk/…/were-vindicated-say-swedes-aft…
6. https://www.folkhalsomyndigheten.se/…/protect-yourself-and…/
7. https://www.ft.com/con…/3148de6c-3b33-42d3-8cf6-d0e4263cea82
8. https://en.wikipedia.org/wiki/COVID-19_pandemic_in_Sweden
9. https://en.wikipedia.org/wiki/COVID-19_pandemic_in_Norway
10. https://www.telegraph.co.uk/…/coronavirus-norway-wonders-s…/
11. https://papers.ssrn.com/sol3/papers.cfm?abstract_id=3572548
12. https://res.mdpi.com/…/article_depl…/atmosphere-11-00467.pdf
13. https://www.aftonbladet.se/…/regeringen-styr-riket-jag-lede…
14. https://www.thelocal.se/…/swedish-death-toll-passes-4000-as…
15. https://journals.sagepub.com/…/full/10.1177/1403494820944073
16. https://www.newsweek.com/herd-immunity-definitely-not-swede…
17. https://ugobardi.blogspot.com/…/il-grande-disastro-dei-mode…
18. https://www.nature.com/articles/s41577-020-0389-z
19. https://www.bbc.com/news/business-53664354
20. https://www.iene.mediaset.it/…/svezia-lockdown-giornali-dis…
21. https://youtu.be/hStrML7vk5k

Figura da: https://ourworldindata.org/coronavirus/country/sweden… (dati aggiornati al 17 Settembre 2020)

 




sabato 16 maggio 2020

Lockdown: ma funziona veramente? Il gioco degli specchi

Immagine dal blog di "Tamino" "Open Mind" Dati interessanti che sembrano indicare che l'effetto del lockdown è esattamente il contrario di quello che avrebbe dovuto essere.


Questa faccenda del lockdown è una di quelle che sembrano ovvie e che poi non lo sono affatto. Qui "Tamino" -- pseudonimo di un climatologo americano -- confronta i dati fra la Svizzera e la Svezia e vengono fuori cose veramente difficili da capire.

Per prima cosa notiamo che quando si parla del fatto che in Svezia non hanno fatto il lockdown, ma hanno fatto meglio con il coronavirus, per esempio, dell'Italia, viene sempre fuori che "Si, ma gli svedesi sono differenti." Può anche darsi che gli svedesi abbiano un qualche tipo di "lockdown incorporato" che li rende diversi dagli italiani. Ma certo, in Svizzera non succede che quando due perfetti sconosciuti si incontrano per strada si baciano sulla bocca con grande entusiasmo. Insomma, se compariamo Svizzera e Svezia compariamo cose comparabili.

Allora, notate la differente traiettoria dei due casi. Il numero totale di infezioni è stato più o meno lo stesso, ma in Svizzera abbiamo avuto un "boom" iniziale e poi un declino. In Svezia, i casi sono saliti gradualmente, e ora stanno scendendo lentamente.

Tamino nel suo commento dice: "vedete che il lockdown funziona? Immaginatevi cosa sarebbe successo in Svizzera se non lo avessero fatto!" Forse, ma è un po' un salto carpiato all'indietro di logica. 

Ma non ci avevano raccontato che il lockdown serviva per "abbassare la curva"? Ovvero, doveva rallentare i contagi all'inizio per non sovraccaricare il sistema ospedaliero? E che se un paese non le adottava avrebbe visto un forte picco iniziale, prima del declino?

Perfetto: è proprio il contrario di quello che si vede in questo caso. La Svizzera, con misure di lockdown (*) iniziate il 13 Marzo ha visto un bel picco con un massimo a fine Marzo. La Svezia, senza lockdown, ha visto un aumento graduale dei casi. Appunto. Forse la Svizzera ha soltanto ritardato l'inevitabile? Ma allora perché il picco? E, inoltre, notate come la Svizzera sta gradualmente eliminando il lockdown a partire dai primi di Maggio, ma la curva non risale.

E allora? E allora, boh? Qui siamo sempre a discutere "cosa sarebbe successo se...." e "ma se invece...." e non si conclude niente. Questa faccenda del lockdown sembra sempre di più un gioco di specchi di quelli che usavano nei luna park di una volta. Ti sembra che ci sia una strada verso l'uscita, e invece vai a sbattere contro un vetro. E si vede che così doveva essere.





(*) da notare come in Svizzera il lockdown inteso come stare a casa non è mai stato obbligatorio come in Italia -- soltanto una raccomandazione da parte del governo. Ovviamente, gli Italiani sono tanto più stupidi degli svizzeri che se non ci fosse stata la polizia a costringerli a stare in casa, se ne sarebbero andati in giro a baciarsi sulla bocca per la strada. Meno male che il nostro governo a certe cose ci pensa!



domenica 10 maggio 2020

Svezia sanguinaria: lo sterminio dei deboli e degli anziani





Mi è arrivato proprio oggi questo commento su Facebook, che mi sembra meriti una breve discussione. Sulla mia pagina, avevo riportato gli ultimi dati sulla mortalità generale del ministero della salute. Questi dati qui:


Dati che avevo commentato brevemente notando come l'epidemia fosse in declino al nord e praticamente scomparsa al sud.

Beh, quasi subito mi arriva il comento di cui sopra, dove mi si accusa di un post "normalizzatore" perché non avrei avuto "rispetto" per "le decine di migliaia di morti", anziani famiglie, ecc...

Ora, pensateci un attimo: che senso ha un'accusa del genere? Tenete conto che ogni anno in Italia muoiono circa 650.000 persone per tutte le cause. L'epidemia di COVID si avvia a concludersi avendo causato circa 30.000 morti in tutto -- non è detto che non riprenda fiato nel futuro, ma per ora questi sono i dati.

Ovviamente, nessun disprezzo per le vittime del COVID, per carità -- ma perché dovrebbero richiedere più rispetto di tutti quelli, tanti di più, che muoiono di infarto, di tumore, di incidenti, e tutto il resto? E non mi dite che certe morti sarebbero più evitabili di altre, proprio quando con la scusa del coronavirus c'è chi propone di ricominciare a inquinare quanto e più di prima, facendo probabilmente danni ben maggiori alla salute umana.

Ma il bello del commento che ho ricevuto è la sparata contro la Svezia: accusata di essere un paese dove "si gode alla morte del prossimo, soprattutto se debole." Pensateci un attimo, fa impressione. In un certo senso, si può anche capire che molte persone si siano fatte imbrogliare con la storia che i cinesi mangerebbero pipistrelli e robacce del genere. Dopotutto, della Cina sappiamo poco e per capire che come stanno le cose veramente ci vuole una piccola ricerca sul Web che non tutti sono in grado di fare (se la fate, trovate che non è escluso che qualcuno mangi pipistrelli in Cina, ma è cosa molto rara e quasi certamente non ha niente a che vedere con l'epidemia).

Ma la Svezia? Un paese europeo, non lontano da noi, che sappiamo benissimo essere abitato da gente civile e del tutto normale. E' un paese democratico, al momento governato da una coalizione di socialdemocratici e verdi. Eppure è bastata una piccola campagna di propaganda sui media per raccontarci che in Svezia stesse succedendo chissà quale disastro con chissà quanti morti per convincere tutti che il governo svedese avesse consciamente scelto di non implementare il lockdown per realizzare un programma eugenetico diretto a sterminare i deboli. E che era quello che stava succedendo.

In realtà, la Svezia si avvia a concludere questa fase dell'epidemia con circa 3000 morti su 10 milioni di abitanti. L'Italia si avvia ad avere circa 30.000 morti su 60 milioni di abitanti e quindi ha fatto peggio della Svezia. Ora, si può discutere sul fatto che la Svezia ha fatto peggio di paesi vicini come la Danimarca e la Norvegia, ma meglio della Gran Bretagna. Ma NON si può dire che gli svedesi sono un popolo di sanguinari sterminatori. 

Come è possibile? Basta così poco, qualche riga di testo sui media, per convincere tutti delle cose più assurde? Sembrerebbe di si, ma allora con quale organo del corpo ragiona molta gente? Mi sa che, purtroppo, non è il cervello.