Di cosa si moriva nel 2020? A distanza di più di tre anni, ci si può forse ragionare sopra senza andare fuori di testa per una ragione o per un'altra. Allora, vi passo un link a un articolo di Carl Henegan, che è uno che certe cose le conosce bene.
Henegan nota una cosa inaspettata: l'eccesso di mortalità dovuto alla primissima ondata di covid, in Aprile 2020, è stato perfettamente simultaneo in tutte le province in Inghilterra. Ora, questo è strano perché i virus tendono a espandersi con una certa lentezza. Non ti aspetteresti che il picco dell'infezione appaia contemporaneamente nel Northumberland e nel Cornwall, che sono a 800 km di distanza tra di loro. Come del resto si è visto nella seconda ondata, dove i picchi appaiono sfalsati, come ci si poteva aspettare.
Allora, cosa è successo nell'Aprile 2020? Vi potreste divertire a pensare che il virus veniva sparpagliato sull'Inghilterra dagli stessi aerei che spargono le scie chimiche (e ci sarà sicuramente qualcuno che lo penserà davvero!). Henegan, invece, sia pure andandoci con una certa cautela, dice che, "Le vittime possono essere state persone che erano positive al test, ma anche quelli spediti con urgenza in ospedale e soggetti a procedure inappropriate e invasive o per cause iatrogeniche, oppure esposti ad alte concentrazioni del virus mentre erano ricoverati, oppure ammessi a una casa di riposo e poi abbandonati".
Insomma, un'accusa pesantina (per non dire altro) a quelli che hanno gestito l'epidemia in Inghilterra. In Italia, per ora non ho trovato dati comparabili, ma sarebbe interessante confrontare.