venerdì 26 febbraio 2021
I Blog nel Medio Evo Elettrico. Sopravviveranno i nostri post?
sabato 20 febbraio 2021
Avanziamo nella nebbia ad occhi chiusi e con un bel paio di occhiali scuri inforcati sul naso. Ed è notte. E si è anche rotto il tergicristallo e là fuori piove come Dio la manda
Questa è un a critica a un video recente di Matteo Gracis sul Covid, ma vale in generale per far vedere come sia difficile abbordare problemi complessi anche sulla base di dati reali. E non me la prendo in particolare con Gracis, che perlomeno ha fatto del suo meglio. Me la prendo con tutti i personaggi televisivi che passano per scienziati e non hanno capito nulla di quello di cui parlano, nonostante che la teoria della diffusione delle epidemia sia nota e ben assodata. Le ultime figuracce sono state quelle di Ricciardi e quella di Galli, e non sono state le sole. E allora pensate a quello che succede con il cambiamento climatico che è una storia molto più complessa e difficile.
Da "Radio Cora"
di Ugo Bardi.
Il video di Matteo Gracis a questo link. si intitola: "Covid-19: analisi dei fatti." Ve
lo segnalo non perché lo approvo, ma perché mi sembra significativo per
tante cosette. Una è come il concetto di "fatti" possa essere
utilizzato in modo improprio. Anche fatti veri, se analizzati in modo scorretto, ti possono mandare fuori strada.
Nel video abbiamo 35 minuti di ragionamenti detti in un tono addormentativo su un sottofondo di una musichetta altrettanto addormentativa. Non mostra quasi altro che il testo che viene letto dalla voce narrante, intercalato da qualche grafico. Occasionalmente, vediamo la faccia dell'autore, il quale ci dice che il testo è opera di Mirco Bandelli, "esperto di statistica, matematica, e informatica."
Bene, supponiamo che siate riusciti ad arrivare in fondo al video, che cosa ne tirate fuori? Per prima cosa, diciamo che i dati mostrati sembrerebbero tutti veri -- sono dei "fatti" -- e, su 35 minuti di chiacchere, ci sono ragionamenti condivisibili e apprezzabili. Ma se i fatti sono veri, la loro interpretazione lascia molto a desiderare, per non dir di peggio.
Il problema con i fatti è che bisogna sapere di cosa si parla.
Supponete di essere stati colpiti da un fulmine. E che, mentre siete
ancora bruciacchiati e malridotti, arriva uno e vi dice: "Lo vedi che
Dio è adirato con te per via dei tuoi peccati? Pentiti, peccatore!" A
parte rincorrere quel tale armati di forcone, è comunque un fatto che
ogni tanto qualcuno viene veramente colpito da un fulmine. Ma la
maggior parte noi non vedono come corretta l'interpretazione di questo
inoppugnabile fatto come dovuto all'ira del buon Dio. Peraltro, fino a
qualche secolo fa (e forse ancora oggi per qualcuno) non si sapeva cosa
fossero i fulmini e spesso si ragionava in termini di punizione divina
per i fulminati.
Con l'interpretazione dei dati sul Covid può succedere più o meno lo
stesso. Ovvero che i dati siano giusti, ma la loro interpretazione sia
carente per mancanza di conoscenza. L'autore del filmato di cui stiamo
discutendo sarà sicuramente bravissimo nel suo mestiere, ma casca
giù dal pero, per esempio, quando si domanda come mai, se il virus
esisteva già a Novembre
2019 (un fatto), sia partito a espandersi visibilmente soltanto a Marzo
(un altro fatto). E non
riesce a trovare altra spiegazione che un intervento esterno, voluto da
"qualcuno" che ha agito consapevolmente per scatenare l'epidemia.
Un complotto, insomma.
Non è che i complotti non esistono, esistono, eccome! Ma bisogna stare attenti a non vederli dappertutto. In realtà, quasi tutto quello che è successo col Sars-Cov-2 si spiega bene se uno fa lo sforzo di studiarsi quello che sappiamo di come si diffondono le epidemie. A questo punto, qualcuno mi potrebbe rispondere, "ma, Ugo, da quando sei diventato un epidemiologo? Chi ti credi di essere?" Il fatto è che per un chimico fisico, come sono io, certe cose sono ovvie. L'epidemiologia usa le stesse equazioni che si usano per descrivere le reazioni chimiche o l'andamento di popolazioni biologiche. E quindi c'è una logica con la quale questi sistemi funzionano.
Una volta che ci avete lavorato un po' sopra, vedrete che non c'è niente di strano che il virus sia rimasto quiescente per alcuni mesi nel 2019, salvo poi partire a riprodursi andare su rapidamente quando ha trovato condizioni favorevoli per farlo, a Febbraio del 2020. Ma queste cose risultano poco comprensibili alla maggior parte di quelli che commentano su questo argomento. Pensate a tutti quelli che hanno dato la colpa della ripartenza della "seconda ondata" a Ottobre 2020 agli Spritz bevuti in estate sulla spiaggia. Ma il virus poteva ricordarsi a Ottobre cosa era successo in Agosto? Impensabile, a meno di attribuire poteri semi-divini alla creaturina peduncoluta. Anche quello di rimanere quiesciente in Agosto è un comportamento normale per dei virus che hanno bisogno di condizioni di temperatura e umidità abbastanza specifiche per diffondersi nell'aria. Per non parlare di alcuni fisici, e tanta altra gente, che hanno capito solo metà della storia e hanno pensato che il virus avrebbe poututo veramente seguire una curva esponenziale andando sempre più in fretta verso l'infinito.
Così, nel 2020 abbiamo visto l'epidemia svilupparsi in due cicli
principali nei mesi freddi, come è tipico delle malattie che colpiscono
l'apparato respiratorio. Non c'è bisogno di pensare a interventi umani, complotti e follie varie, per spiegare questo andamento.
Può darsi che nel 2021 vedremo altri cicli, ma le varie spiegazioni che
li attribuiscono ad azioni umane -- tipico il "virus panettone" di cui
qualcuno parlava dopo Natale -- non sono giustificate da nessun dato
disponibile.
Qui, spesso ti trovi di fronte a un problema irrisolvibile: l'epidemiologia non è una cosa che si studia al liceo e ben poca gente la studia all'università. Anche i virologi sono medici, non epidemiologi, quindi spesso non hanno gli strumenti mentali per capire certe cose. Non più di quanto non ce li abbia un informatico che si mette all'anima di fare un film sull'epidemia. Aggiungici che il dibattito attuale non è su basi razionali, ma su basi tribali ("se dici questo è perché sei un negazionista" oppure, "sei pagato dai poteri forti!"), per cui va a finire che non solo avanziamo nella nebbia, ma anche ad occhi chiusi e con un bel paio di occhiali scuri inforcati sul naso. Ed è notte. E ti si è anche rotto il tergicristallo e fuori piove come Dio la manda.
martedì 16 febbraio 2021
Niente Idrogeno nel Medioevo Prossimo Venturo!
C'è anche qualcuno che le cose le dice come stanno e il CEO della Volkswagen è uno di quelli. Le auto a idrogeno non hanno futuro. E questo è chiaro già oggi. La domanda interessante è, cosa succederà nel futuro un po' più distante, con il collasso ormai inevitabile del sistema economico? Tradizionalmente, si pensa di ritornare alla trazione animale (o agli schiavi umani), ma è possibile che nel Medio Evo prossimo venturo potremo mantenere qualcosa delle tecnologie che abbiamo sviluppato nell'era tecnologica?
Probabilmente si, ma certe tecnologie sono più resilienti di altre. Prendiamo la trazione veicolare e compariamo le tre tecnologie che potremmo cercare di mantenere nel futuro: motore termico, elettrico a batteria, idrogeno. (anche se l'idrogeno non è mai stato usato in pratica).
La tecnologia del motore termico è in uso da almeno un paio di secoli ma, nella sua forma attuale, è estremamente sofisticata. Richiede non solo tecniche di metallurgia avanzata ma anche tecnologie chimiche sofisticate per produrre carburanti che abbiano caratteristiche specifiche. Per semplificare le cose, si potrebbe pensare a motori a combustione esterna, tipo lo stirling, che sono onnivori, ma poco efficienti. Un motore a combustione interna potrebbe anche provare a usare biocombustibili, tipo olio vegetale o alcol etilico come carburanti. Potrebbero anche funzionare, ma per tante cose sarebbe meglio un ciuco che anche quello va a biocarburanti, ma è molto più facile da produrre.
Il motore elettrico accoppiato con batterie è un sistema che si può molto semplificare se si rinuncia alle prestazioni estreme che oggi riteniamo necessarie. Le batterie si possono fare con combinazioni praticamente infinite di metalli. Per esempio, una batteria nickel-ferro non richiede elementi rari e neppure particolari tecnologie di fabbricazione. Quanto al motore elettrico, se uno rinuncia ai magneti a terre rare può fare dei motori decenti usando magneti in ferrite. Le tolleranze non sono cruciali e non c'è bisogno di un'elettronica sofisticata per il controllo. Se ne può fare un veicolo non molto efficiente ma che funziona e che ha dei vantaggi rispetto a ciuchi e cavalli (e anche schiavi umani), nel senso che quando non ti serve non hai bisogno di dargli da mangiare.
Infine, l'idrogeno. Ahimé, qui si che si va sul complicato. A parte produrre l'idrogeno in se, cosa non difficile che si sarebbe potuta fare già nel Medio Evo (mongolfiere medievali? perchè no?) Ma poi si tratta di stoccarlo a pressione, cosa che richiede tecnologie per niente semplici, specialmente se lo vuoi trasportare in giro. Il problema di fondo sono le pile a combustibile. Quelle si che sono robe complicate: richiedono metalli nobili tipo platino agli elettrodi, sennò non funzionano. Per non parlare degli elettroliti polimerici, anche quelli roba che richiede tecnologie molto specializzate. Oppure di tecnologie estremamente sofisticate, tipo le SOFC (solid oxide fuel cells) che richiedono materiali come la zirconia stabilizzata con yttria per gli elettrodi -- ti ci voglio a fabbricarle nel medio evo! Certo, potresti fare a meno delle pile a combustibile e usare l'idrogeno direttamente per azionare un motore termico. Si, ma il risultato è un ircocervo poco efficiente e complicato.
Insomma, credo che non ci sarà bisogno di aspettare che ritorni il Medio Evo per vedere sparire l'idrogeno come tecnologia anche vagamente proponibile. Già una bella crisi economica -- come quella che stiamo vedendo -- consegnerà l'idrogeno al cassonetto della raccolta differenziata della spazzatura tecnologica. Viceversa, prima di vedere sparire una tecnologia semplice ed efficiente come l'accoppiata batterie/motori elettrici, ci vuole veramente una bella legnata, non dico un asteroide, ma qualcosa di altrettanto distruttivo.
Ah... dimenticavo! Ci sarebbe anche l'automobile atomica di cui si parlava negli anni '50. Perfetta tecnologia per il Medio Evo, direi.
Volkswagen durissima sulle auto a idrogeno: "Non hanno futuro"
Il CEO della Casa Herbert Diess taglia corto: "Troppo costoso, inefficiente e difficile da diffondere. Non va bene per le automobili"
Herbert Diess ne è certo: l’auto a idrogeno non ha futuro. Lo dice su Twitter, social sul quale ha esordito da poco seguendo – per sua stessa ammissione – le orme di Elon Musk. E su cui, nello stesso tweet, tesse le lodi delle richieste dell'Acea in cui si spinge affinché l'Europa arrivi ad installare 3 milioni di colonnine entro il 2029.
Ebbene, il ceo di Volkswagen ha detto la sua sul futuro del fuel cell: “I politici devono accettare la scienza: l’idrogeno green è necessario per la produzione dell’acciaio, in chimica e per l’industria aeronautica. Non può essere usato per le auto. È troppo costoso, inefficiente, lento e difficile da diffondere e trasportare. Tutto sommato: non vedo auto a idrogeno all'orizzonte”. Parole a dir poco pesanti.
Opinioni contrarie
Questo il Diess-pensiero sull’idrogeno. Una presa di posizione forte, che a ben vedere è coerente con la strategia Volkswagen, Casa che più di altre sta spingendo forte sull’elettrico a batteria con la ID.3, la ID.4 e tutti i prossimi modelli a zero emissioni in arrivo. Il tema è caldo, e lo abbiamo anche affrontato durante gli Electric Days Digital 2021, in un approfondimento dedicato.
Ma se a Wolfsburg si è deciso di puntare su un certo tipo di transizione energetica, altre Case sembrano avere fiducia nell’idrogeno per autotrazione. Stiamo parlando di Toyota, ad esempio, che ha recentemente mostrato la seconda generazione della Mirai. O di Hyundai, che con la Nexo propone un crossover di medie dimensioni proprio a fuel cell.
domenica 14 febbraio 2021
Medioevo Elettrico: il Nuovo Blog di Ugo Bardi
Immagine dal Museo dell'Ordine di St. John
Addio Cassandra! Mi dispiace, siamo stati insieme per più di 10 anni e ti ho anche incontrata come un fantasma bluastro che si è degnato di venire a visitarmi dall'Ade. Ma i tempi cambiano, noi cambiamo, tante cose cambiano. Carissima Cassandra, non è più tempo di allertare i Troiani del rischio che corrono quando la città sta già bruciando. Siamo stati bene insieme, ma ora ci lasciamo in amicizia. Ogni tanto, spero che verrai a trovarmi lo stesso!.
Questo blog cambia. Nuovo titolo, nuove idee, nuova impostazione. Un po' di filosofia, un po' di tecnologia, una visione più ottimista del futuro. E, soprattutto, una ricerca di capire come le tecnologie rinnovabili possono veramente aiutarci verso una transizione non troppo brusca, rinunciando sia all'iperottimismo degli economocrescisti (idrogeno e scemate del genere) sia al cupo pessimismo dei catastrofisti (è vero, moriamo tutti prima o poi, ma senza fretta!!!).
Soprattutto, non prendete il Medio Evo prossimo venturo come un triste destino. E'
stata un'epoca splendida e, nel caso abbiate creduto alla stupida
propaganda degli illuministi, sappiate che nel Medio Evo NON si bruciavano
le streghe. Nemmeno per idea. E' qualcosa che è venuta molto dopo, dal
secolo XVI in su. E allora se dobbiamo andare verso un nuovo Medio Evo,
potrebbe essere una cosa bellissima.
Parleremo anche ogni tanto del nuovo concetto di "olobionte" che ci aiuterà ad avere un rapporto migliore con l'ecosistema che ci circonda e che ci fa vivere! Avanti, amici olobionti!!
sabato 13 febbraio 2021
Mentre Troia brucia, è inutile che Cassandra continui a profetizzare la sventura
Enea fugge da Troia mentre la città brucia. C'è vita dopo il collasso di Seneca
La mia proposta di chiudere il blog di Cassandra ha ricevuto diverse risposte. Alcune dicono che, si, ormai il blog ha esaurito la sua spinta propulsiva. Altre dicono che è un peccato che dopo 10 anni, Cassandra sparisca dal Web o perlomeno rimanga in silenzio. Ho anche ricevuto la gentile offerta di "Sampei" di tradurre in Italiano i post che appaiono su "The Seneca Effect" che rimpiazza il blog in inglese "Cassandra's Legacy."
Certo, si potrebbe dare una spinta positiva al blog in Italiano traducento i post dall'inglese. Ma credo che il problema sia un altro. In primo luogo, è ormai da tempo che la traduzione automatica ti permette di accedere a post in lingue diverse senza sforzo. Da tempo, Cassandra's Legacy -- e ora Seneca -- hanno un bottone in altro a destra che traduce i post in un italiano comprensibile, anche se non perfetto.
E' che proprio il messaggio di Cassandra si è allontanato dal dibattito mainstream in Italia e ora risulta del tutto incomprensibile ai più. Per esempio, fino a qualche anno fa, i miei post in Inglese venivano spesso tradotti su Don Chisciotte, ma ora non più.
E allora vedete qual'è il problema? Cassandra aveva cercato di allertare i troiani sul pericolo in vista, ma ora che tutti vedono che Troia brucia (anche se molti negano, perlomeno ufficialmente) è inutile continuare a profetizzare "Troia brucerà." Troppo tardi.
Cassandra è ormai fuori dal gioco. Non le resta che guardare il disastro scuotendo la testa. Poi, alla Cassandra dell'Iliade andò molto male, presa a colpi d'ascia dalla moglie di Agamennone, Clitemnestra. Ma questo è un dettaglio.
Nel mondo di oggi, il dibattito si è frammentato in vari rivoli. La sinistra è arroccata una visione obsoleta che non vede la crisi delle risorse. E' un po' come se il partito socialdemocratico troiano sia impegnato nella difesa delle pensioni dei lavoratori troiani -- mentre Troia brucia.
La destra, poi, ha scoperto una combinazione di sovranismo/razzismo che trova consensi negli strati meno acculturati, ma che nella situazione attuale fa solo danni. E' come se il partito "Fratelli di Troia" si impegnase nel "Troxit", ovvero l'uscita di Troia dall'Unione Anatolica con l'annessa sovranità monetaria ottenuta coniando moneta in rame placcato al posto delle monete d'oro dell'Unione Anatolica. E a cacciar via i lavoratori stranieri. Mentre Troia brucia.
Infine, gli ambientalisti sono bloccati in quello che io chiamo la "sindrome del colibrì," ovvero pensare che l'incendio di Troia si possa spegnere buttandoci sopra qualche goccia d'acqua. Sono rimasti alle piste ciclabili, ai doppi vetri, alle lampadine a basso consumo e altre misure del tutto insufficienti, o peggio, controproducenti, come l'idrogeno. Allo stesso tempo, si oppongono a quella che poteva essere l'unica misura risolutiva della crisi: l'energia rinnovabile. Mentre Troia brucia, il partito ambientalista troiano discute di nuove corsie preferenziali per le bighe.
Invece, i poteri forti si sono perfettamente resi conto della situazione e stanno manovrando per tirarsene fuori con il minimo di danni. Mentre Troia bruciava, Enea se ne scivolava via lasciando i fessi, come il figlio di Priamo, Deifobo, con l'acciarino in mano a farsi massacrare dagli Achei.
E Cassandra? Poveraccia, secondo Virgilio aveva cercato di scappare con Enea, ma poi Enea l'aveva mollata con un bel calcio nel sedere. Probabilmente Enea si era messo d'accordo con Agamennone molto prima: tu ti prendi Cassandra e ne fai quello che vuoi, in cambio mi lasci sgattaiolare via con i miei. E così è andata.
A parte le reminiscenze dell'Iliade, è chiaro che il messaggio di Cassandra ormai non è più né capito né ascoltato. E' inutile profetizzare "Troia brucerà" mentre Troia sta già bruciando. Un messaggio più comprensibile sarebbe, "Brutti imbecilli, non vi accorgete che Troia sta bruciando?" Al che la risposta potrebbe essere: "Profetessa dei miei cojoni, e allora che dobbiamo fare?"
Ed questa è la domanda: che dobbiamo fare?
venerdì 12 febbraio 2021
Chiudere Cassandra? Cosa ne Pensate?
Alcuni di voi avranno notato come ho recentemente chiuso la versione in inglese di Cassandra, "Cassandra's Legacy." Non perché non andasse bene in termini di contatti, ma perché era stata oggetto di un sabotaggio specifico da parte dei motori di ricerca e di Facebook e così l'ho sostituito con un altro blog intitolato "The Seneca Effect"
La situazione è diversa per quanto riguarda "Effetto Cassandra" che non è stato censurato, almeno per il momento, ma sta vedendo una graduale discesa nel numero dei contatti.
Il problema non è tanto il numero di contatti in calo, ma proprio il concetto stesso del blog. "Cassandra" era nato per divulgare l'importanza del problema dell'esaurimento delle risorse. Direi che a distanza di circa 10 anni, è chiaro che i "Cassandristi" avevano ragione -- come aveva ragione la loro eroina storica, profetessa di Troia.
Ma, ancora come era successo al tempo della guerra di Troia, il messaggio del blog di Cassandra è stato completamente ignorato. Lo è tuttora. Mentre fino a qualche anno fa c'era ancora una parvenza di "dibattito" su questi argomenti, adesso lo spazio si è completamente chiuso. Cose come il "Picco del petrolio" sono relegate fra le fake news e vengono discusse soltanto su siti di nicchia. L'argomento "risorse" è diventato politicamente scorretto e non menzionabile, perlomeno sui media principali.
Lo stesso è vero per un altro argomento sul quale il blog si era impegnato. Quello della necessità di una transizione energetica verso le rinnovabili. Qualcosa di questo argomento è arrivato alle stanze del potere, con l'istituzione di un "ministero della transizione ecologica" che però molto probabilmente, se ci sarà, sarà un carrozzone impegnato a dare una verniciatina di verde alle azioni delle solite lobby.
Del resto, lo stesso movimento ambientalista sembra essersi bevuto completamente l'idea che le rinnovabili non possono produrre energia in quanto dipendono dall'energia fossile per la costruzione degli impianti. Questo è altrettanto evidente di come era evidente una volta che il carbone non avrebbe mai potuto produrre energia in quanto era dipendente dai cavalli.
In questo contesto, qual'è il messaggio di Cassandra? Difficile dirlo e non è sorprendente che il blog sia in declino.
A questo punto, sto pensando seriamente di chiudere un blog che ormai fa poco più che sopravvivere a se stesso. L'idea è di lasciarlo on line, ma muoversi su altre linee e su altre cose. Non è una decisione definitiva, ma una proposta di discussione. Ai commentatori di discuterne.
U.B.
giovedì 4 febbraio 2021
Eppure i fondamenti della nutrizione umana sono piuttosto semplici, nonostante i proclami di certa "dietologia" naїf
Post di Fabio Vomiero
La questione scientifica, descrizione ed evidenze:
Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una sana ed equilibrata alimentazione può essere in grado di ridurre significativamente l'incidenza e la prevalenza delle principali patologie cronico-degenerative, concetto peraltro ben noto almeno fin dai tempi di Ippocrate. La promozione e l'implementazione di adeguate abitudini alimentari dovrebbero pertanto essere delle priorità assolute sia per quanto riguarda il singolo individuo, che per il sistema sociale nel suo complesso.
Ma per tentare di capire, almeno a grandi linee, quale potrebbe essere il tipo di alimentazione per noi più appropriato, è necessario però chiarire che al di là dei gusti, delle tradizioni, delle culture e naturalmente degli interessi economici, dobbiamo guardare prima di tutto alla nostra fisiologia e alla nostra storia biologica, facendo comunque attenzione a non cadere nell'imprudenza, purtroppo molto comune, di trarre delle conclusioni affrettate e definitive dai relativamente pochi elementi sicuri di cui disponiamo.
Anche noi umani, infatti, esattamente come tutte le altre specie, siamo sottoposti a dei precisi vincoli biologici che stabiliscono sempre limiti e possibilità. Possediamo infatti un certo tipo di dentatura, di stomaco, di intestino, di enzimi salivari e digestivi, di microbiota intestinale, come elementi di un corredo fisiologico sostanzialmente di tipo onnivoro plasmato da una storia biologica di milioni di anni, fatta di continui cambiamenti ambientali e di conseguenti adattamenti nutrizionali determinati principalmente dalla disponibilità delle risorse.
Tuttavia, alcune evidenze scientifiche iniziano oggi ad emergere forti e chiare dalla stragrande maggioranza degli studi scientifici e in particolare dai lavori di meta-analisi più recenti.
La prima, per esempio, riguarda senz'altro la necessità, almeno nel caso della nostra attuale società occidentale palesemente ipertrofica, di una generale restrizione calorica, concetto che si traduce sostanzialmente nella raccomandazione di adottare una dieta più sobria, frugale, prevalentemente vegetariana e con il pesce eventualmente da preferire alle carni.
Seguono poi le indicazioni più squisitamente pratiche, come quelle di evitare, per quanto possibile, gli zuccheri semplici aggiunti, i dolci industriali, le bibite zuccherate, i succhi di frutta, di limitare al massimo l'uso di carni trasformate e lavorate (gli insaccati per capirci, classe 1 della classificazione IARC delle sostanze ritenute cancerogene), di moderare il consumo di carne in generale e in particolare di quella rossa (classe 2A, probabilmente cancerogena), di limitare il consumo di bevande alcoliche (l'alcol è tossico, psicoattivo e cancerogeno), di consumare regolarmente frutta e verdura (cibi ricchi di micronutrienti, vitamine e sali minerali), senza esagerare con la frutta perchè ricca di zuccheri, e di consumare regolarmente anche legumi, frutta a guscio e olio extravergine di oliva di buona qualità.
É possibile anche variare l'apporto proteico con una moderata introduzione di prodotti lattiero-caseari, per i quali i dati attuali non evidenziano alcuna relazione dannosa dimostrata sulla salute, e delle uova, alimento molto interessante e ultimamente rivalutato proprio da studi molto recenti. Un'altra interessante e promettente indicazione, anch'essa emersa recentemente, è il consiglio di cercare di limitare il tempo in cui si distribuisce la nostra alimentazione giornaliera ad un massimo di 12 ore, lasciando pertanto un altrettanto intervallo di tempo disponibile per un digiuno pressochè completo.
Tutte queste linea guida sono oggi sostenute da decine di articoli scientifici peer review di tipo prevalentemente osservativo, epidemiologico e caso-controllo, i quali, nonostante tutte le difficoltà legate alle cause multifattoriali e alle variabili confondenti, ci offrono comunque un quadro quantomeno attendibile. É comunque sempre possibile consultare una buona sintesi di quanto viene formalmente accettato e raccomandato dalla comunità scientifica di settore, accedendo in qualche modo ai LARN (Livelli di Assunzione di Riferimento di Nutrienti ed Energia per la popolazione italiana) o alle loro rappresentazioni grafiche (piramidi alimentari), se divulgate da fonti attendibili. Si tratta di documenti di consenso, periodicamente aggiornati, che espongono la posizione condivisa dal mondo della ricerca in campo nutrizionale.
Da questi documenti si possono ricavare, per esempio, le frequenze giornaliere o settimanali con cui è consigliato consumare alcuni tipi di alimenti (una porzione di pasta o di riso al giorno, meglio se integrali, va generalmente bene) e, soprattutto, importantissimo, le quantità, cioè a quanti grammi di alimento ci si riferisce quando si parla di porzione. Per esempio, per quanto riguarda la pasta o il riso, si parla di 80 gr., per la carne 100 gr., il pesce 150 gr., l'insalata 80 gr., la verdura cotta 200 gr. e così via, parametri naturalmente indicativi, ma certamente sempre molto utili per tentare di dare un senso pratico alle cose.
Per quanto riguarda invece l'apporto calorico giornaliero dato dai macronutrienti, esso viene indicativamente suddiviso in un 55% circa derivante dal consumo di carboidrati prevalentemente complessi e meglio se integrali, un 15% dalle proteine, con prevalenza di quelle vegetali e un 30% dai grassi, perlopiù monoinsaturi e caratteristici dell'olio extravergine di oliva.
Conclusioni:
La dieta è quindi un fattore estremamente importante e controllabile nell'ambito di uno stile di vita orientato al miglioramento e alla tutela del proprio stato di salute generale, il quale dovrebbe prevedere, tra l'altro, anche l'attività fisica, sociale e cognitiva, la riduzione dello stress e l'abolizione del fumo di tabacco.
Riuscire a stabilire una dieta ottimale non è per niente facile e probabilmente nemmeno possibile, anzi, pare ci siano dei buoni motivi per ritenere che, nell'ambito di una sorta di griglia di possibilità tracciata indicativamente dalla nostra predisposizione biologica, ci possano essere comunque dei discreti margini di tolleranza per l'implementazione di schemi alimentari anche diversificati, ma ugualmente efficaci. Alla fine, è sempre una questione di buon senso, equilibrio, consapevolezza e sostenibilità.
Dobbiamo perciò diffidare di tutte quelle diete troppo rigide e matematizzate, che tendono per esempio ad escludere totalmente importanti categorie di nutrienti, oppure, al contrario, a mitizzarne altre. Parlando di carboidrati, per esempio, recentemente al centro di accesi dibattiti non sempre privi di venature ideologiche, bisogna precisare che c'è una sostanziale differenza tra un carboidrato complesso (polisaccaride) introdotto con il consumo di cereali, pane, pasta, riso, cibi che apportano oltretutto anche proteine di origine vegetale e soprattutto fibra, e uno zucchero semplice, come per esempio il saccarosio (normale zucchero), in quanto le risposte glicemiche e le sollecitazioni ormonali (produzione di insulina) indotte dalla loro digestione e assorbimento sono infatti molto diverse e naturalmente molto peggiori per lo zucchero. Inoltre, una buona quantità di carboidrati deve essere comunque garantita per evitare lo stato di chetosi e di ipercatabolismo delle proteine tissutali e assicurare soprattutto ai neuroni, agli eritrociti e alle cellule muscolari, la giusta quantità di glucosio necessaria per potere svolgere le loro importanti funzioni vitali.
Ma così come l'eccesso di carboidrati va certamente evitato, anche tutte le diete, peraltro oggi molto di moda, che tendono a preferire grassi e proteine a discapito dei carboidrati, non sono esenti da rischi: l'eccesso di questi macronutrienti, infatti, può produrre dei sottoprodotti o intermedi metabolici potenzialmente dannosi, come i corpi chetonici nel caso dei grassi e l'urea nel caso delle proteine.
Naturalmente poi, per avere anche un riscontro oggettivo che possa servire a "dimostrare" in qualche modo che il modello alimentare a cui si fa riferimento sia effettivamente salutare e che non si tratti soltanto di una convinzione soggettiva, basterebbe semplicemente guardare al proprio peso, alle proprie forme, al proprio stato di salute e di forma generale sul lungo periodo (non dopo una settimana o un mese) e ai propri valori ematici sentinella, principalmente la glicemia, il colesterolo, i trigliceridi e le vitamine D e B12, eventualmente da integrare.
Infine, i gravi problemi ecologici ed ecosistemici che si stanno rapidamente palesando ed accumulando, impongono necessariamente una riflessione anche sulla sostenibilità. Una dieta come quella attuale, infatti, basata per esempio su un eccessivo consumo di carne, oltre che ad essere molto probabilmente pericolosa per la nostra salute, è assolutamente deleteria in termini di produzione di inquinanti, di contributo al riscaldamento globale e di tutela del benessere animale. In una maniera o nell'altra, quindi, essa dovrà comunque essere ripensata attentamente, sia sotto il profilo nutrizionale, che quello, non meno importante, delle questioni ecologiche ed etiche.
Bibliografia:
1) Mariani, Costantini, Cannella, Tomassi,"Alimentazione e nutrizione umana", 2016
2) Telmo Pievani, "La vita inaspettata", 2011
3) Umberto Veronesi, "Longevità", 2012
4) Valter Longo, "La dieta della Longevità", 2016
5) Filippo Ongaro, "Fino a cent'anni", 2016
6) Dale E. Bredesen, "La fine dell'Alzheimer", 2018
7) John Coetzee, "La vita animale", 2000
8) SINU Società Italiana di Nutrizione Umana
9) IARC International Agency for Research on Cancer