C'è anche qualcuno che le cose le dice come stanno e il CEO della Volkswagen è uno di quelli. Le auto a idrogeno non hanno futuro. E questo è chiaro già oggi. La domanda interessante è, cosa succederà nel futuro un po' più distante, con il collasso ormai inevitabile del sistema economico? Tradizionalmente, si pensa di ritornare alla trazione animale (o agli schiavi umani), ma è possibile che nel Medio Evo prossimo venturo potremo mantenere qualcosa delle tecnologie che abbiamo sviluppato nell'era tecnologica?
Probabilmente si, ma certe tecnologie sono più resilienti di altre. Prendiamo la trazione veicolare e compariamo le tre tecnologie che potremmo cercare di mantenere nel futuro: motore termico, elettrico a batteria, idrogeno. (anche se l'idrogeno non è mai stato usato in pratica).
La tecnologia del motore termico è in uso da almeno un paio di secoli ma, nella sua forma attuale, è estremamente sofisticata. Richiede non solo tecniche di metallurgia avanzata ma anche tecnologie chimiche sofisticate per produrre carburanti che abbiano caratteristiche specifiche. Per semplificare le cose, si potrebbe pensare a motori a combustione esterna, tipo lo stirling, che sono onnivori, ma poco efficienti. Un motore a combustione interna potrebbe anche provare a usare biocombustibili, tipo olio vegetale o alcol etilico come carburanti. Potrebbero anche funzionare, ma per tante cose sarebbe meglio un ciuco che anche quello va a biocarburanti, ma è molto più facile da produrre.
Il motore elettrico accoppiato con batterie è un sistema che si può molto semplificare se si rinuncia alle prestazioni estreme che oggi riteniamo necessarie. Le batterie si possono fare con combinazioni praticamente infinite di metalli. Per esempio, una batteria nickel-ferro non richiede elementi rari e neppure particolari tecnologie di fabbricazione. Quanto al motore elettrico, se uno rinuncia ai magneti a terre rare può fare dei motori decenti usando magneti in ferrite. Le tolleranze non sono cruciali e non c'è bisogno di un'elettronica sofisticata per il controllo. Se ne può fare un veicolo non molto efficiente ma che funziona e che ha dei vantaggi rispetto a ciuchi e cavalli (e anche schiavi umani), nel senso che quando non ti serve non hai bisogno di dargli da mangiare.
Infine, l'idrogeno. Ahimé, qui si che si va sul complicato. A parte produrre l'idrogeno in se, cosa non difficile che si sarebbe potuta fare già nel Medio Evo (mongolfiere medievali? perchè no?) Ma poi si tratta di stoccarlo a pressione, cosa che richiede tecnologie per niente semplici, specialmente se lo vuoi trasportare in giro. Il problema di fondo sono le pile a combustibile. Quelle si che sono robe complicate: richiedono metalli nobili tipo platino agli elettrodi, sennò non funzionano. Per non parlare degli elettroliti polimerici, anche quelli roba che richiede tecnologie molto specializzate. Oppure di tecnologie estremamente sofisticate, tipo le SOFC (solid oxide fuel cells) che richiedono materiali come la zirconia stabilizzata con yttria per gli elettrodi -- ti ci voglio a fabbricarle nel medio evo! Certo, potresti fare a meno delle pile a combustibile e usare l'idrogeno direttamente per azionare un motore termico. Si, ma il risultato è un ircocervo poco efficiente e complicato.
Insomma, credo che non ci sarà bisogno di aspettare che ritorni il Medio Evo per vedere sparire l'idrogeno come tecnologia anche vagamente proponibile. Già una bella crisi economica -- come quella che stiamo vedendo -- consegnerà l'idrogeno al cassonetto della raccolta differenziata della spazzatura tecnologica. Viceversa, prima di vedere sparire una tecnologia semplice ed efficiente come l'accoppiata batterie/motori elettrici, ci vuole veramente una bella legnata, non dico un asteroide, ma qualcosa di altrettanto distruttivo.
Ah... dimenticavo! Ci sarebbe anche l'automobile atomica di cui si parlava negli anni '50. Perfetta tecnologia per il Medio Evo, direi.
Volkswagen durissima sulle auto a idrogeno: "Non hanno futuro"
Il CEO della Casa Herbert Diess taglia corto: "Troppo costoso, inefficiente e difficile da diffondere. Non va bene per le automobili"
Herbert Diess ne è certo: l’auto a idrogeno non ha futuro. Lo dice su Twitter, social sul quale ha esordito da poco seguendo – per sua stessa ammissione – le orme di Elon Musk. E su cui, nello stesso tweet, tesse le lodi delle richieste dell'Acea in cui si spinge affinché l'Europa arrivi ad installare 3 milioni di colonnine entro il 2029.
Ebbene, il ceo di Volkswagen ha detto la sua sul futuro del fuel cell: “I politici devono accettare la scienza: l’idrogeno green è necessario per la produzione dell’acciaio, in chimica e per l’industria aeronautica. Non può essere usato per le auto. È troppo costoso, inefficiente, lento e difficile da diffondere e trasportare. Tutto sommato: non vedo auto a idrogeno all'orizzonte”. Parole a dir poco pesanti.
Opinioni contrarie
Questo il Diess-pensiero sull’idrogeno. Una presa di posizione forte, che a ben vedere è coerente con la strategia Volkswagen, Casa che più di altre sta spingendo forte sull’elettrico a batteria con la ID.3, la ID.4 e tutti i prossimi modelli a zero emissioni in arrivo. Il tema è caldo, e lo abbiamo anche affrontato durante gli Electric Days Digital 2021, in un approfondimento dedicato.
Ma se a Wolfsburg si è deciso di puntare su un certo tipo di transizione energetica, altre Case sembrano avere fiducia nell’idrogeno per autotrazione. Stiamo parlando di Toyota, ad esempio, che ha recentemente mostrato la seconda generazione della Mirai. O di Hyundai, che con la Nexo propone un crossover di medie dimensioni proprio a fuel cell.