di Marco
Montecchi
Fisico
Ricercatore presso ENEA
mmonthy@gmail.com
+39
348 596 8888
Un
esercizio per delineare un nuovo sistema socio-economico realmente
sostenibile, basato su un “salto evolutivo” rispetto alle attuali
regole che ci governano. E’ ormai ampiamente dimostrata
l’insostenibilità di un sistema economico basato sulla crescita
della produzione di beni, essendo inesorabilmente destinato al
collasso quando applicato in un mondo finito con risorse limitate:
non ci sono più terre da esplorare; almeno nel breve e medio
periodo, non ci sono più territori da colonizzare; in altre parole
il mondo è diventato un sistema chiuso in cui ogni strategia basata
su un ulteriore ampliamento è destinata al fallimento con
conseguenze disastrose per tutti. In una nuova vision l’Europa può
giocare un ruolo molto importante e ridiventare la guida per un mondo
nuovo in cui la parola chiave siano “benessere” e “buona vita”.
Il problema: il pensiero unico
La
necessità di adottare un nuovo paradigma socio-economico,
alternativo al modello corrente neoliberista, è sempre più
impellente:
sfruttiamo
più risorse di quanto la Terra possa offrire. Nel 2019 l’overshoot
day è anticipato al 29 Luglio! Il miglioramento rilevato nel 2020,
22 Agosto, è solo temporaneo, dovuto al rallentamento imposto dalla
pandemia Covid-19;
il
Pianeta è sfigurato dall’antropizzazione dilagante;
l’eccessivo
rilascio di gas serra sta inducendo rilevanti cambiamenti climatici;
la
quota di lavoro umano necessaria è rapidamente erosa dal poderoso
sviluppo di intelligenza artificiale e robot;
capitalismo
e neoliberismo sono oramai entrati in una crisi sistemica causata
dalla finitezza del Pianeta e delle sue risorse, solo ritardata
dall’economia del debito.
Purtroppo
le classi dirigenti non sembrano cogliere la gravità della
situazione, rimanendo ostaggio del mito della “crescita” e del
“lavoro” stile vecchio millennio. Sarebbe, invece, necessario
adoperarsi per progettare un paradigma socio-economico alternativo
per poi avere il coraggio e la lucidità Politica di intraprendere i
primi passi realizzativi.
Avvertenze per i progettisti
Nel
progettare un nuovo paradigma socio-economico si dovrebbe tener conto
che:
A)
fissata una soglia minima alla qualità di vita che si vuole
garantire ad ogni essere umano, esiste un limite alla numerosità
della popolazione umana affinché
non si
consumino più risorse di quante il pianeta riesca a rigenerare, o si
inducano cambiamenti climatici per eccesso di consumi energetici, o
si stravolga la biosfera per eccessiva antropizzazione del
territorio.
B)
infatti per non destabilizzare il pianeta con il riscaldamento
globale, una volta risolto il problema della emissione di gas serra,
esiste comunque un limite massimo all’energia fruibile dall’uomo
sulla Terra, in quanto a fine uso la gran parte di essa viene
convertita in energia termica. Attualmente
l’ammontare di energia prodotta (trasformata, per essere più
precisi) dall’uomo è circa 10-4
rispetto al quantitativo di energia che la Terra riceve dal Sole,
contro il 10-2
del minore irraggiamento di energia nello spazio causato dall’effetto
serra. Quindi, eliminato il problema dell’emissione di gas serra,
potremmo ancora accrescere il quantitativo di energia prodotta solo
di un ordine di grandezza (ossia 10), altrimenti saremo nuovamente
nella condizione di indurre cambiamenti climatici. Morale: dobbiamo
accettare l’idea dell’esistenza di un limite al quantitativo di
energia di cui possiamo disporre sulla Terra, indipendentemente dalla
fonte utilizzata, anche se nel caso delle fonti rinnovabili l’impatto
è minore in quanto esse attingono al quantitativo di energia che la
Terra riceve dal Sole, posticipando il momento della sua conversione
in energia termica; di contro la fonte nucleare (sia da fissione che
da fusione) impatta per intero, in quanto trasforma energia che era
immagazzinata sotto forma di legami nucleari in energia termica.
C)
inoltre, per non alterare la biosfera, l’antropizzazione deve
essere limitata ad una frazione della superficie terrestre; infatti
il sistema suolo-atmosfera è di tipo complesso, regolato da leggi
Fisiche non lineari. Data
la complessità, una variazione minima in una piccola parte del
sistema, può innescare una catena di eventi con ripercussioni enormi
sull’intero sistema complesso spostando significativamente le
condizioni di equilibrio in modo assai difficilmente prevedibile, con
serie conseguenze sulle varie forme di vita attuali.
D)
la logica del profitto, che soggiace a capitalismo e Neoliberismo,
non è compatibile né al regime stazionario richiesto dalla
finitezza del Pianeta, né alla drastica riduzione dell’ammontare
della quota di lavoro umano necessario (“lavoro necessario”)
dovuta all’avvento di robots
sempre più evoluti e
al contemporaneo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
E)
L’uomo è un animale sociale guidato dalla ricerca del benessere
con esiti che possono spaziare dal puro egoismo alla totale
abnegazione per un qualche scopo trascendente l’individuo stesso;
ama primeggiare, distinguersi e assicurarsi il meglio. Ad esempio ci
si può sentire appagati sia dal consumare un pasto prelibato che dal
premurarsi di offrire cibo a qualche bisognoso affamato. Questo
spiega l’ampio spettro dell’agire umano: dalle peggiori
nefandezze ad azioni ammirevoli e nobili. Purtroppo mediamente
l’agire umano è piuttosto meschino: guidato dal tornaconto
personale, magari familiare e più raramente del gruppo di
appartenenza; nell’ultimo caso facilmente l’agire è a scapito di
uno o più gruppi concorrenti.
Utopia Sostenibile: un esempio di modello
alternativo
Premessa.
Utopia
Sostenibile
è il modello socio-economico che ho voluto tratteggiare a
dimostrazione
della
possibilità di poter concepire paradigmi alternativi. Non è
assolutamente mia intenzione convincere il lettore che sia il
migliore dei paradigmi; anzi, vorrei fosse da stimolo per ognuno a prefigurare
una propria alternativa. Sarebbe poi molto utile confrontare i
diversi modelli per cercare di delinearne di nuovi, più evoluti,
basati sulle idee migliori; alla fine si potrebbe quindi convergere
su una rosa ridotta dei paradigmi più promettenti, condivisi.
Principi
fondamentali.
E veniamo all’Utopia
Sostenibile:
il suo tratto
principale è la sostituzione della logica del profitto con i valori
di Solidarietà,
Condivisione e Bene Comune;
come sarà meglio chiarito a breve, il nuovo cittadino non è più
mosso dalla bramosia di potere, denaro e accumulo, ma dalla ricerca
della gratificazione per accrescimento
personale
e per riconoscenza
sociale.
Tali
valori implicano un salto evolutivo della società umana,
allontanandola con decisione dagli albori della preistoria.
All’individuo è riconosciuta unicità e libertà di scelta, ma lo
si educa per rinforzare le modalità di ricerca del benessere che
abbiano esiti non egoistici e fare maturare in lui una visione
olistica del sistema in cui vive e agisce, per renderlo consapevole e
quindi più responsabile nel suo agire.
Joule-coin,
valore dei beni e flusso naturale della valuta.
Purtroppo non basta enunciare dei buoni principi innovatori per
innescare un cambiamento; servono anche azioni decise e coraggiose
che comportino un cambiamento sostanziale del contesto di vita e
quindi del comportamento delle persone. Il grimaldello che propongo
per forzare la transizione è il combinato di tre parti:
allineare
l’unità di valuta sull’unità Fisica dell’energia, il Joule
(Joule-Coin);
ancorare
il valore di ogni bene al corrispettivo quantitativo di energia
necessario alla sua realizzazione e smaltimento a fine vita, se di
bene materiale si tratta.
adottare
per la valuta il flusso naturale dell’energia, riconoscendo ad
ogni cittadino l’Energia di Cittadinanza per il solo fatto di
esistere e di far parte della società
E’
bene sottolineare che a differenza delle valute attuali, Il JouleCoin
non è stazionario, ma viene “coniato” nel momento in cui
l’equivalente ammontare di energia è reso disponibile e si
“annichilisce” nel momento in cui esso è utilizzato per
acquisire un dato bene.
Questa
proposta colpisce il cuore del sistema corrente: il denaro; le
società cosiddette evolute
ne
sono ossessionate. Il denaro è stato lo strumento principe per
andare oltre il baratto. Semplificando, all’inizio il valore di una
moneta era conferito dal materiale stesso in cui era prodotta; è
seguita una fase in cui il suo valore era garantito dalla riserva
aurea dello stato; infine questo compito è stato lasciato al
mercato, ovvero alla finanza.
Dal
mio punto di vista, di Fisico, tutto ciò non mi è mai apparso
convincente, per la mancanza di oggettività. La proposta in oggetto
è articolata in modo tale da stravolgere completamente l’approccio:
il valore del denaro è oggettivamente ed univocamente ancorato
all’energia, il Joule; il valore di ogni cosa (materiale ed
immateriale) è ancorato oggettivamente e univocamente al
quantitativo di energia richiesto per produrla/realizzarla; se bene
materiale, a questa va aggiunto l’ammontare di energia necessaria
al suo smaltimento al termine del ciclo di vita. Fine
dell’arbitrarietà, fine della speculazione finanziaria.
A
completamento del cambiamento,
nell’Utopia Sostenibile il flusso del denaro-energia è ricondotto
a quello naturale: ogni forma di vita sulla Terra si sviluppa tra i
mille rivoli di conversione dell’energia, a partire da quella
solare di tipo elettromagnetico, distribuita nell’intervallo
UV-VIS-NIR, ricevuta dalla superficie terrestre, a quella infrarossa
riemessa dalla Terra verso lo spazio; a cui si deve aggiungere quella
immagazzinata, più o meno a lungo, in forma di legame chimico. Per
avere stazionarietà climatica, l’ammontare dell’energia ricevuta
dal Sole deve coincidere con la somma di energia immagazzinata più
quella riemessa nello spazio, pena riscaldamento o raffreddamento
globale. In questo fluire si sviluppa anche la vita dell’uomo, al
pari di tutte le altre forme di vita. Appare così evidente che
l’uomo abbia diritto a usufruire gratis della sua quota di energia,
solo per il fatto di esistere. Il lavoro propriamente detto che gli
si richiede per poter usufruire della Energia di Cittadinanza
nell’ambito dell’Utopia Sostenibile è ridotto allo stretto
necessario per mantenere efficiente la società in cui vive; infatti
sono
la società e il bagaglio di conoscenze acquisite che consentono di
innalzare il tenore della qualità di vita rispetto al livello
primordiale. E’ quindi essenziale che il cittadino comprenda
l’importanza del prendersi cura in prima persona della società e
della cultura.
Sottolineiamo
che in questo
scenario
la
Politica e la pianificazione dello sviluppo, o meglio del progresso
sostenibile, saranno automaticamente modulate sull’ammontare
effettivo di energia disponibile, possibilmente ottenuta da fonti
rinnovabili. Differentemente dalla concezione Neoliberista, la
produzione di beni e servizi dovrà essere limitata a quanto
effettivamente necessario/richiesto. Rispetto alla situazione
corrente di consumismo sfrenato e spreco di risorse, questo punto è
rivoluzionario; la sua attuazione sottende l’adozione di un’oculata
pianificazione annuale di produzione e sviluppo.
Lo
Stato come direttore d’orchestra.
Nell’Utopia
Sostenibile ogni anno lo Stato disporrà dell’ammontare totale
dell’energia generata in modo rinnovabile e sostenibile. Una quota
sarà trattenuta dallo Stato
per svolgere tutte le attività di bene comune, quali realizzazione e
mantenimento delle infrastrutture (centrali per la trasformazione
dell’energia, vie di comunicazione, telecomunicazioni, acqua, gas,
elettricità) e garantire servizi di pubblica utilità (ospedali,
scuole, servizio civile, etc.);
la
parte rimanente andrà equamente suddivisa tra i cittadini a mo’ di
Energia di Cittadinanza.
Nel
pensiero appena formulato è comparsa la figura dello Stato. A scanso
di malintesi vorrei subito precisare che lo Stato a cui penso non è
meramente impositivo, ma ha la funzione importantissima di coordinare
l’agire umano nella società; altrimenti si rischierebbe
l’incoerenza delle azioni individuali, a detrimento delle
caratteristiche dell’impatto umano sul pianeta. Auspico un rapporto
Stato-Cittadino simile a quello che vige tra direttore d’orchestra
e musicista: ogni musicista ha il suo spartito; il direttore
d’orchestra lavora per rendere l’esecuzione del brano armoniosa.
Proseguendo in questa analogia, come affermato da un mio buon amico e
collega violinista, il musicista non prova senso di costrizione nel
suonare in una orchestra per il semplice motivo che questo è frutto
di una sua scelta. Analogamente il cittadino-musicista dovrebbe avere
la possibilità di scegliere la comunità a cui associarsi in base ad
affinità: verosimilmente il nuovo sistema socio-economico si
realizzerà in una moltitudine di comunità interconnesse; ognuna
sarà contraddistinta da caratteristiche specifiche indotte sia dal
territorio che dagli individui che la compongono.
Ben
consapevole di
quanto lo
Stato possa comportare derive autoritarie o quantomeno distopiche,
invito il lettore a segnalarmi forme organizzative alternative, più
leggere, che assicurino una sufficiente grado di coordinazione e
coerenza dell’agire umano.
In
cambio della fruizione dell’Energia di Cittadinanza, il cittadino
dovrà rendersi disponibile a dedicare parte del suo tempo allo
svolgimento di una delle funzioni di interesse sociale non
demandabili a robots e macchine. Questo
è il nuovo concetto di occupazione. Pertanto per definizione
nell’Utopia Sostenibile non ci può essere disoccupazione! I
compiti andranno distribuiti tenendo conto delle attitudini e
possibilmente dei desideri individuali; gli obiettivi minimi andranno
calibrati sulle capacità e possibilità individuali. Con il
progredire della tecnica, l’ammontare complessivo delle attività
di pubblica utilità da far svolgere ad umani sarà sempre più
esiguo; pertanto l’individuo disporrà sempre più di tempo libero.
Insomma nel nuovo contesto tutti hanno un’occupazione, ma con
impegno ridotto al minimo indispensabile.
Il
cittadino utilizzerà
la sua quota energia per disporre di tutto il necessario per la
sopravvivenza; con il surplus potrà beneficiare di beni, servizi e
svaghi di importanza non strettamente vitale, secondo i propri gusti,
in piena libertà, ma rispettando le regole di convivenza e i vincoli
di sostenibilità. Avrà
diritto alla fruizione secondo i propri desideri delle strutture
sociali e alla piena disponibilità del tempo rimanente.
Tenendo
conto dell’indole umana, per invogliare il cittadino a prendersi
cura del bene comune, gli saranno riconosciute ricariche di energia
supplementari qualora,
al di là delle sue mansioni di competenza, avrà conseguito
pregevoli risultati di pubblica utilità.
Problema
esistenziale e rischio di decadenza. Una
volta che sia stata ampiamente garantita la sussistenza, ogni uomo
necessita di porsi un qualche importane obiettivo esistenziale da
perseguire nel corso della propria vita. La crescente disponibilità
di tempo libero e di benessere renderanno più difficile
l’individuazione di obiettivi esistenziali; molti uomini, annoiati
dalla vita e alla ricerca di emozioni forti, potrebbero estraniarsi
ricorrendo a droghe e/o realtà virtuali; la società potrebbe andare
in decadenza. Diversamente l’uomo del domani dovrebbe sfruttare la
maggiore disponibilità di tempo libero per dedicarsi a una qualche
forma di sapere o di espressione artistica, dovrebbe dedicarsi al
prossimo, all’ambiente, accrescere la sua consapevolezza, cercando
di contenere la sua brama di potere e di possesso.
L’educazione,
garantita dallo Stato, favorirà
la maturazione di una visione
olistica e
sarà tesa ad incoraggiare
ed aiutare il cittadino-studente ad individuare e sviluppare le sue
migliori attitudini e capacità. Una volta formato, l’individuo
potrà scegliere tra le mansioni sociali quella/e di maggiore
gradimento, compatibili con la sua formazione. Anche successivamente
l’accrescimento
personale
sarà una fonte importante di gratificazione.
La
Ricerca e lo Studio in ogni settore saranno incoraggiati senza alcun
limite, nel rispetto di un codice etico condiviso e saranno
supportati in base alla rilevanza sociale e/o importanza culturale.
Per
evitare che la società degradi verso un agglomerato di monadi, al di
là dei limiti tecnologici per l’automazione delle attività
necessarie, sarebbe opportuno che il cittadino continuasse comunque a
dedicare parte del suo tempo nel prendersi cura degli altri e del
bene comune. Anche
perchè
questo impegno, se svolto con cura e passione, verrà premiato con la
riconoscenza
sociale
che è enormemente più appagante di qualsiasi tornaconto materiale.
Limite
demografico.
Per garantire la quasi stazionarietà del sistema sarà necessario
governare l’andamento demografico, preferibilmente sensibilizzando
la società e la curando la consapevolezza del singolo. Più
precisamente, definito il tenore della qualità di vita che si vuole
garantire ad ogni individuo, la popolosità dovrebbe rispettare il
più stringente tra i seguenti tre vincoli: 1) mantenere il
fabbisogno energetico al di sotto della soglia oltre cui c’è il
rischio di innescare cambiamenti climatici; 2) mantenere il consumo
di risorse naturali entro le capacità rigenerative del pianeta; 3)
mantenere la frazione di territorio antropizzato al di sotto della
soglia oltre cui c’è il rischio di modificare la biosfera.
La
transizione.
A meno di malaugurati eventi catastrofici che lascino spazio ad una
ricostruzione ex-novo, la transizione avverrà gradualmente; ad
esempio si introdurranno nuovi indici nella determinazione del PIL
(ad oggi elemento fondamentale per determinare il valore di un
sistema paese) tali da valorizzare la “buona vita” e il
“benessere” dell’individuo. Una transizione in cui Solidarietà,
Condivisione e Bene Comune assumano sempre maggiore valore e l’agire
umano sia sempre più modulato sull’effettivo quantitativo di
energia ottenuta in modo sostenibile. Automatizzazione e Intelligenza
Artificiale saranno utilizzati per ridurre il “lavoro necessario”
e lasciare sempre più tempo alla “libera occupazione”.
Un
esempio per comprende meglio l’Utopia Sostenibile.
Come cittadino, per avere diritto al dividendo di energia di
cittadinanza, dovrò impegnarmi a ricoprire una quota di “lavoro
necessario” (ossia non eseguibile da macchine e robot) che mi sarà
assegnata tenendo conto sia della mia formazione che delle mie
attitudini; ad esempio potrei eseguire lavori di ecologia ambientale.
Sarò motivato ad eseguire bene il “lavoro necessario” sia perché
mi è consono, sia perché ci metto la faccia e potrò godere del
riconoscimento sociale conseguente ad un lavoro ben fatto.
Con
il quantitativo di energia pro-capite sarò in grado di assicurarmi
vitto, alloggio e l’acquisizione dei beni accessori di mio
interesse (ad esempio una motocicletta o l’impianto Hi-Fi) il cui
valore è fissato univocamente al quantitativo di energia necessaria
per produrli.
Sono
libero di utilizzare il tempo rimanente nelle occupazioni che più mi
aggradano; ad esempio, oltre che coltivare affetti e amicizie, potrei
partecipare ad un gruppo di ricerca scientifica nel campo delle
energie rinnovabili e suonare in un gruppo musicale.
Inoltre,
potrò godere di buoni premio energia quando il mio operato avrà
rilevanti ricadute sociali.
Passi
successivi auspicabili
Come
già dichiarato, non è assolutamente mia intenzione propagandare
l’Utopia Sostenibile come il miglior paradigma socio-economico
alternativo; piuttosto vorrei stimolare ogni lettore a sviluppare un
proprio modello alternativo. Al contempo vorrei innescare una seria
fase progettuale in cui, a partire dal confronto dei diversi modelli
proposti, si riesca ad elaborarne di più evoluti e promettenti,
giungendo ad una rosa ristretta di proposte più evolute e condivise.
Si
dovranno quindi sollecitare organismi sovranazionali, come la UE o
l’ONU, a sponsorizzare la creazione di comunità pilota in cui
testare i modelli più promettenti. Ad esempio in Italia si potrebbe
sfruttare l’enorme potenziale delle zone interne appenniniche,
oramai in stato di semi-abbandono.
La
fase di sperimentazione in campo è necessaria e fondamentale per
validare il paradigma; permetterà di apportare modifiche e di
valutare l’efficacia del modello sulla base dei risultati ottenuti.
Disporre
di un campionario di paradigmi socio-economici ben definiti e già
valutati in campo sarà di grande aiuto per i decisori politici
quando la crisi del sistema attuale si
acuirà e si verificheranno collassi regionali a cui si dovrà dare
risposta apportando cambiamenti sistemici concreti e sostanziali.
Per
raggiungere questi risultati è necessario un lavoro di squadra: il
singolo può fare poco o nulla!