di Marco Montecchi
Fisico Ricercatore presso ENEA
mmonthy@gmail.com
+39 348 596 8888
Un esercizio per delineare un nuovo sistema socio-economico realmente sostenibile, basato su un “salto evolutivo” rispetto alle attuali regole che ci governano. E’ ormai ampiamente dimostrata l’insostenibilità di un sistema economico basato sulla crescita della produzione di beni, essendo inesorabilmente destinato al collasso quando applicato in un mondo finito con risorse limitate: non ci sono più terre da esplorare; almeno nel breve e medio periodo, non ci sono più territori da colonizzare; in altre parole il mondo è diventato un sistema chiuso in cui ogni strategia basata su un ulteriore ampliamento è destinata al fallimento con conseguenze disastrose per tutti. In una nuova vision l’Europa può giocare un ruolo molto importante e ridiventare la guida per un mondo nuovo in cui la parola chiave siano “benessere” e “buona vita”.
Il problema: il pensiero unico
La necessità di adottare un nuovo paradigma socio-economico, alternativo al modello corrente neoliberista, è sempre più impellente:
sfruttiamo più risorse di quanto la Terra possa offrire. Nel 2019 l’overshoot day è anticipato al 29 Luglio! Il miglioramento rilevato nel 2020, 22 Agosto, è solo temporaneo, dovuto al rallentamento imposto dalla pandemia Covid-19;
il Pianeta è sfigurato dall’antropizzazione dilagante;
l’eccessivo rilascio di gas serra sta inducendo rilevanti cambiamenti climatici;
la quota di lavoro umano necessaria è rapidamente erosa dal poderoso sviluppo di intelligenza artificiale e robot;
capitalismo e neoliberismo sono oramai entrati in una crisi sistemica causata dalla finitezza del Pianeta e delle sue risorse, solo ritardata dall’economia del debito.
Purtroppo le classi dirigenti non sembrano cogliere la gravità della situazione, rimanendo ostaggio del mito della “crescita” e del “lavoro” stile vecchio millennio. Sarebbe, invece, necessario adoperarsi per progettare un paradigma socio-economico alternativo per poi avere il coraggio e la lucidità Politica di intraprendere i primi passi realizzativi.
Avvertenze per i progettisti
Nel progettare un nuovo paradigma socio-economico si dovrebbe tener conto che:
A) fissata una soglia minima alla qualità di vita che si vuole garantire ad ogni essere umano, esiste un limite alla numerosità della popolazione umana affinché non si consumino più risorse di quante il pianeta riesca a rigenerare, o si inducano cambiamenti climatici per eccesso di consumi energetici, o si stravolga la biosfera per eccessiva antropizzazione del territorio.
B) infatti per non destabilizzare il pianeta con il riscaldamento globale, una volta risolto il problema della emissione di gas serra, esiste comunque un limite massimo all’energia fruibile dall’uomo sulla Terra, in quanto a fine uso la gran parte di essa viene convertita in energia termica. Attualmente l’ammontare di energia prodotta (trasformata, per essere più precisi) dall’uomo è circa 10-4 rispetto al quantitativo di energia che la Terra riceve dal Sole, contro il 10-2 del minore irraggiamento di energia nello spazio causato dall’effetto serra. Quindi, eliminato il problema dell’emissione di gas serra, potremmo ancora accrescere il quantitativo di energia prodotta solo di un ordine di grandezza (ossia 10), altrimenti saremo nuovamente nella condizione di indurre cambiamenti climatici. Morale: dobbiamo accettare l’idea dell’esistenza di un limite al quantitativo di energia di cui possiamo disporre sulla Terra, indipendentemente dalla fonte utilizzata, anche se nel caso delle fonti rinnovabili l’impatto è minore in quanto esse attingono al quantitativo di energia che la Terra riceve dal Sole, posticipando il momento della sua conversione in energia termica; di contro la fonte nucleare (sia da fissione che da fusione) impatta per intero, in quanto trasforma energia che era immagazzinata sotto forma di legami nucleari in energia termica.
C) inoltre, per non alterare la biosfera, l’antropizzazione deve essere limitata ad una frazione della superficie terrestre; infatti il sistema suolo-atmosfera è di tipo complesso, regolato da leggi Fisiche non lineari. Data la complessità, una variazione minima in una piccola parte del sistema, può innescare una catena di eventi con ripercussioni enormi sull’intero sistema complesso spostando significativamente le condizioni di equilibrio in modo assai difficilmente prevedibile, con serie conseguenze sulle varie forme di vita attuali.
D) la logica del profitto, che soggiace a capitalismo e Neoliberismo, non è compatibile né al regime stazionario richiesto dalla finitezza del Pianeta, né alla drastica riduzione dell’ammontare della quota di lavoro umano necessario (“lavoro necessario”) dovuta all’avvento di robots sempre più evoluti e al contemporaneo sviluppo dell’intelligenza artificiale.
E) L’uomo è un animale sociale guidato dalla ricerca del benessere con esiti che possono spaziare dal puro egoismo alla totale abnegazione per un qualche scopo trascendente l’individuo stesso; ama primeggiare, distinguersi e assicurarsi il meglio. Ad esempio ci si può sentire appagati sia dal consumare un pasto prelibato che dal premurarsi di offrire cibo a qualche bisognoso affamato. Questo spiega l’ampio spettro dell’agire umano: dalle peggiori nefandezze ad azioni ammirevoli e nobili. Purtroppo mediamente l’agire umano è piuttosto meschino: guidato dal tornaconto personale, magari familiare e più raramente del gruppo di appartenenza; nell’ultimo caso facilmente l’agire è a scapito di uno o più gruppi concorrenti.
Utopia Sostenibile: un esempio di modello alternativo
Premessa. Utopia Sostenibile è il modello socio-economico che ho voluto tratteggiare a dimostrazione della possibilità di poter concepire paradigmi alternativi. Non è assolutamente mia intenzione convincere il lettore che sia il migliore dei paradigmi; anzi, vorrei fosse da stimolo per ognuno a prefigurare una propria alternativa. Sarebbe poi molto utile confrontare i diversi modelli per cercare di delinearne di nuovi, più evoluti, basati sulle idee migliori; alla fine si potrebbe quindi convergere su una rosa ridotta dei paradigmi più promettenti, condivisi.
Principi fondamentali. E veniamo all’Utopia Sostenibile: il suo tratto principale è la sostituzione della logica del profitto con i valori di Solidarietà, Condivisione e Bene Comune; come sarà meglio chiarito a breve, il nuovo cittadino non è più mosso dalla bramosia di potere, denaro e accumulo, ma dalla ricerca della gratificazione per accrescimento personale e per riconoscenza sociale. Tali valori implicano un salto evolutivo della società umana, allontanandola con decisione dagli albori della preistoria. All’individuo è riconosciuta unicità e libertà di scelta, ma lo si educa per rinforzare le modalità di ricerca del benessere che abbiano esiti non egoistici e fare maturare in lui una visione olistica del sistema in cui vive e agisce, per renderlo consapevole e quindi più responsabile nel suo agire.
Joule-coin, valore dei beni e flusso naturale della valuta. Purtroppo non basta enunciare dei buoni principi innovatori per innescare un cambiamento; servono anche azioni decise e coraggiose che comportino un cambiamento sostanziale del contesto di vita e quindi del comportamento delle persone. Il grimaldello che propongo per forzare la transizione è il combinato di tre parti:
allineare l’unità di valuta sull’unità Fisica dell’energia, il Joule (Joule-Coin);
ancorare il valore di ogni bene al corrispettivo quantitativo di energia necessario alla sua realizzazione e smaltimento a fine vita, se di bene materiale si tratta.
adottare per la valuta il flusso naturale dell’energia, riconoscendo ad ogni cittadino l’Energia di Cittadinanza per il solo fatto di esistere e di far parte della società
E’ bene sottolineare che a differenza delle valute attuali, Il JouleCoin non è stazionario, ma viene “coniato” nel momento in cui l’equivalente ammontare di energia è reso disponibile e si “annichilisce” nel momento in cui esso è utilizzato per acquisire un dato bene.
Questa proposta colpisce il cuore del sistema corrente: il denaro; le società cosiddette evolute ne sono ossessionate. Il denaro è stato lo strumento principe per andare oltre il baratto. Semplificando, all’inizio il valore di una moneta era conferito dal materiale stesso in cui era prodotta; è seguita una fase in cui il suo valore era garantito dalla riserva aurea dello stato; infine questo compito è stato lasciato al mercato, ovvero alla finanza.
Dal mio punto di vista, di Fisico, tutto ciò non mi è mai apparso convincente, per la mancanza di oggettività. La proposta in oggetto è articolata in modo tale da stravolgere completamente l’approccio: il valore del denaro è oggettivamente ed univocamente ancorato all’energia, il Joule; il valore di ogni cosa (materiale ed immateriale) è ancorato oggettivamente e univocamente al quantitativo di energia richiesto per produrla/realizzarla; se bene materiale, a questa va aggiunto l’ammontare di energia necessaria al suo smaltimento al termine del ciclo di vita. Fine dell’arbitrarietà, fine della speculazione finanziaria.
A completamento del cambiamento, nell’Utopia Sostenibile il flusso del denaro-energia è ricondotto a quello naturale: ogni forma di vita sulla Terra si sviluppa tra i mille rivoli di conversione dell’energia, a partire da quella solare di tipo elettromagnetico, distribuita nell’intervallo UV-VIS-NIR, ricevuta dalla superficie terrestre, a quella infrarossa riemessa dalla Terra verso lo spazio; a cui si deve aggiungere quella immagazzinata, più o meno a lungo, in forma di legame chimico. Per avere stazionarietà climatica, l’ammontare dell’energia ricevuta dal Sole deve coincidere con la somma di energia immagazzinata più quella riemessa nello spazio, pena riscaldamento o raffreddamento globale. In questo fluire si sviluppa anche la vita dell’uomo, al pari di tutte le altre forme di vita. Appare così evidente che l’uomo abbia diritto a usufruire gratis della sua quota di energia, solo per il fatto di esistere. Il lavoro propriamente detto che gli si richiede per poter usufruire della Energia di Cittadinanza nell’ambito dell’Utopia Sostenibile è ridotto allo stretto necessario per mantenere efficiente la società in cui vive; infatti sono la società e il bagaglio di conoscenze acquisite che consentono di innalzare il tenore della qualità di vita rispetto al livello primordiale. E’ quindi essenziale che il cittadino comprenda l’importanza del prendersi cura in prima persona della società e della cultura.
Sottolineiamo che in questo scenario la Politica e la pianificazione dello sviluppo, o meglio del progresso sostenibile, saranno automaticamente modulate sull’ammontare effettivo di energia disponibile, possibilmente ottenuta da fonti rinnovabili. Differentemente dalla concezione Neoliberista, la produzione di beni e servizi dovrà essere limitata a quanto effettivamente necessario/richiesto. Rispetto alla situazione corrente di consumismo sfrenato e spreco di risorse, questo punto è rivoluzionario; la sua attuazione sottende l’adozione di un’oculata pianificazione annuale di produzione e sviluppo.
Lo Stato come direttore d’orchestra. Nell’Utopia Sostenibile ogni anno lo Stato disporrà dell’ammontare totale dell’energia generata in modo rinnovabile e sostenibile. Una quota sarà trattenuta dallo Stato per svolgere tutte le attività di bene comune, quali realizzazione e mantenimento delle infrastrutture (centrali per la trasformazione dell’energia, vie di comunicazione, telecomunicazioni, acqua, gas, elettricità) e garantire servizi di pubblica utilità (ospedali, scuole, servizio civile, etc.); la parte rimanente andrà equamente suddivisa tra i cittadini a mo’ di Energia di Cittadinanza.
Nel pensiero appena formulato è comparsa la figura dello Stato. A scanso di malintesi vorrei subito precisare che lo Stato a cui penso non è meramente impositivo, ma ha la funzione importantissima di coordinare l’agire umano nella società; altrimenti si rischierebbe l’incoerenza delle azioni individuali, a detrimento delle caratteristiche dell’impatto umano sul pianeta. Auspico un rapporto Stato-Cittadino simile a quello che vige tra direttore d’orchestra e musicista: ogni musicista ha il suo spartito; il direttore d’orchestra lavora per rendere l’esecuzione del brano armoniosa. Proseguendo in questa analogia, come affermato da un mio buon amico e collega violinista, il musicista non prova senso di costrizione nel suonare in una orchestra per il semplice motivo che questo è frutto di una sua scelta. Analogamente il cittadino-musicista dovrebbe avere la possibilità di scegliere la comunità a cui associarsi in base ad affinità: verosimilmente il nuovo sistema socio-economico si realizzerà in una moltitudine di comunità interconnesse; ognuna sarà contraddistinta da caratteristiche specifiche indotte sia dal territorio che dagli individui che la compongono.
Ben consapevole di quanto lo Stato possa comportare derive autoritarie o quantomeno distopiche, invito il lettore a segnalarmi forme organizzative alternative, più leggere, che assicurino una sufficiente grado di coordinazione e coerenza dell’agire umano.
In cambio della fruizione dell’Energia di Cittadinanza, il cittadino dovrà rendersi disponibile a dedicare parte del suo tempo allo svolgimento di una delle funzioni di interesse sociale non demandabili a robots e macchine. Questo è il nuovo concetto di occupazione. Pertanto per definizione nell’Utopia Sostenibile non ci può essere disoccupazione! I compiti andranno distribuiti tenendo conto delle attitudini e possibilmente dei desideri individuali; gli obiettivi minimi andranno calibrati sulle capacità e possibilità individuali. Con il progredire della tecnica, l’ammontare complessivo delle attività di pubblica utilità da far svolgere ad umani sarà sempre più esiguo; pertanto l’individuo disporrà sempre più di tempo libero. Insomma nel nuovo contesto tutti hanno un’occupazione, ma con impegno ridotto al minimo indispensabile.
Il cittadino utilizzerà la sua quota energia per disporre di tutto il necessario per la sopravvivenza; con il surplus potrà beneficiare di beni, servizi e svaghi di importanza non strettamente vitale, secondo i propri gusti, in piena libertà, ma rispettando le regole di convivenza e i vincoli di sostenibilità. Avrà diritto alla fruizione secondo i propri desideri delle strutture sociali e alla piena disponibilità del tempo rimanente.
Tenendo conto dell’indole umana, per invogliare il cittadino a prendersi cura del bene comune, gli saranno riconosciute ricariche di energia supplementari qualora, al di là delle sue mansioni di competenza, avrà conseguito pregevoli risultati di pubblica utilità.
Problema esistenziale e rischio di decadenza. Una volta che sia stata ampiamente garantita la sussistenza, ogni uomo necessita di porsi un qualche importane obiettivo esistenziale da perseguire nel corso della propria vita. La crescente disponibilità di tempo libero e di benessere renderanno più difficile l’individuazione di obiettivi esistenziali; molti uomini, annoiati dalla vita e alla ricerca di emozioni forti, potrebbero estraniarsi ricorrendo a droghe e/o realtà virtuali; la società potrebbe andare in decadenza. Diversamente l’uomo del domani dovrebbe sfruttare la maggiore disponibilità di tempo libero per dedicarsi a una qualche forma di sapere o di espressione artistica, dovrebbe dedicarsi al prossimo, all’ambiente, accrescere la sua consapevolezza, cercando di contenere la sua brama di potere e di possesso.
L’educazione, garantita dallo Stato, favorirà la maturazione di una visione olistica e sarà tesa ad incoraggiare ed aiutare il cittadino-studente ad individuare e sviluppare le sue migliori attitudini e capacità. Una volta formato, l’individuo potrà scegliere tra le mansioni sociali quella/e di maggiore gradimento, compatibili con la sua formazione. Anche successivamente l’accrescimento personale sarà una fonte importante di gratificazione.
La Ricerca e lo Studio in ogni settore saranno incoraggiati senza alcun limite, nel rispetto di un codice etico condiviso e saranno supportati in base alla rilevanza sociale e/o importanza culturale.
Per evitare che la società degradi verso un agglomerato di monadi, al di là dei limiti tecnologici per l’automazione delle attività necessarie, sarebbe opportuno che il cittadino continuasse comunque a dedicare parte del suo tempo nel prendersi cura degli altri e del bene comune. Anche perchè questo impegno, se svolto con cura e passione, verrà premiato con la riconoscenza sociale che è enormemente più appagante di qualsiasi tornaconto materiale.
Limite demografico. Per garantire la quasi stazionarietà del sistema sarà necessario governare l’andamento demografico, preferibilmente sensibilizzando la società e la curando la consapevolezza del singolo. Più precisamente, definito il tenore della qualità di vita che si vuole garantire ad ogni individuo, la popolosità dovrebbe rispettare il più stringente tra i seguenti tre vincoli: 1) mantenere il fabbisogno energetico al di sotto della soglia oltre cui c’è il rischio di innescare cambiamenti climatici; 2) mantenere il consumo di risorse naturali entro le capacità rigenerative del pianeta; 3) mantenere la frazione di territorio antropizzato al di sotto della soglia oltre cui c’è il rischio di modificare la biosfera.
La transizione. A meno di malaugurati eventi catastrofici che lascino spazio ad una ricostruzione ex-novo, la transizione avverrà gradualmente; ad esempio si introdurranno nuovi indici nella determinazione del PIL (ad oggi elemento fondamentale per determinare il valore di un sistema paese) tali da valorizzare la “buona vita” e il “benessere” dell’individuo. Una transizione in cui Solidarietà, Condivisione e Bene Comune assumano sempre maggiore valore e l’agire umano sia sempre più modulato sull’effettivo quantitativo di energia ottenuta in modo sostenibile. Automatizzazione e Intelligenza Artificiale saranno utilizzati per ridurre il “lavoro necessario” e lasciare sempre più tempo alla “libera occupazione”.
Un esempio per comprende meglio l’Utopia Sostenibile. Come cittadino, per avere diritto al dividendo di energia di cittadinanza, dovrò impegnarmi a ricoprire una quota di “lavoro necessario” (ossia non eseguibile da macchine e robot) che mi sarà assegnata tenendo conto sia della mia formazione che delle mie attitudini; ad esempio potrei eseguire lavori di ecologia ambientale. Sarò motivato ad eseguire bene il “lavoro necessario” sia perché mi è consono, sia perché ci metto la faccia e potrò godere del riconoscimento sociale conseguente ad un lavoro ben fatto.
Con il quantitativo di energia pro-capite sarò in grado di assicurarmi vitto, alloggio e l’acquisizione dei beni accessori di mio interesse (ad esempio una motocicletta o l’impianto Hi-Fi) il cui valore è fissato univocamente al quantitativo di energia necessaria per produrli.
Sono libero di utilizzare il tempo rimanente nelle occupazioni che più mi aggradano; ad esempio, oltre che coltivare affetti e amicizie, potrei partecipare ad un gruppo di ricerca scientifica nel campo delle energie rinnovabili e suonare in un gruppo musicale.
Inoltre, potrò godere di buoni premio energia quando il mio operato avrà rilevanti ricadute sociali.
Passi successivi auspicabili
Come già dichiarato, non è assolutamente mia intenzione propagandare l’Utopia Sostenibile come il miglior paradigma socio-economico alternativo; piuttosto vorrei stimolare ogni lettore a sviluppare un proprio modello alternativo. Al contempo vorrei innescare una seria fase progettuale in cui, a partire dal confronto dei diversi modelli proposti, si riesca ad elaborarne di più evoluti e promettenti, giungendo ad una rosa ristretta di proposte più evolute e condivise.
Si dovranno quindi sollecitare organismi sovranazionali, come la UE o l’ONU, a sponsorizzare la creazione di comunità pilota in cui testare i modelli più promettenti. Ad esempio in Italia si potrebbe sfruttare l’enorme potenziale delle zone interne appenniniche, oramai in stato di semi-abbandono.
La fase di sperimentazione in campo è necessaria e fondamentale per validare il paradigma; permetterà di apportare modifiche e di valutare l’efficacia del modello sulla base dei risultati ottenuti.
Disporre di un campionario di paradigmi socio-economici ben definiti e già valutati in campo sarà di grande aiuto per i decisori politici quando la crisi del sistema attuale si acuirà e si verificheranno collassi regionali a cui si dovrà dare risposta apportando cambiamenti sistemici concreti e sostanziali.
Per raggiungere questi risultati è necessario un lavoro di squadra: il singolo può fare poco o nulla!
La moneta legale è un bene forzosamente accettato in uno Stato dai suoi cittadini, ha lo scopo di sublimare il baratto.
RispondiEliminahttps://mio-radar.blogspot.com/2017/12/cosa-e-bitcoin.html
Una moneta che s'annichilisse in una transazione non sarebbe una moneta, perchè non potrebbe circolare e quindi non potrebbe sublimare il baratto.
Questa è una delle tante ragioni, per cui la monetica non può sostituire la moneta legale, anche perchè la monetica è moneta bancaria.
Suggerisco di lasciar stare la moneta e stimare che tipo d'impatto ci sarebbe, in una tardiva politica di controllo demografico in Africa: attualmente ad 1.3 MLD e proiettata in 2.4 MLD nel 2050
https://www.populationpyramid.net/africa/2019/
L'articolo è naturalmente molto interessante, scritto bene e coglie, di fatto, molte delle problematiche sociali (e anche economico-politiche e ambientali) attualmente più importanti. Tuttavia, dopo la lettura del testo, così come mi capita spesso anche nel caso di altri articoli simili, mi rimane sempre la stessa perplessità: "OK, va bene, e allora che si fa?" Perchè tutti (intendo quella fetta di persone ragionevoli) sappiamo di certe problematiche, eppure... Perchè è questo il punto, e allora credo che anche le eventuali proposte, in parte condivisibili, di questo testo, alla fine rimangano appunto delle "utopie" come le definisce anche l'autore stesso. E allora, come fare, per fare in modo che questo pensiero del tutto legittimo, ma che messo giù così rischia di essere veramente utopico, possa trovare, almeno in alcune sue parti, una possibile espressione concreta? Dopo di che, ci sono alcune cose che, secondo me, non potranno comunque mai cambiare, per esempio la logica del profitto, oppure una certa forma biologica di egoismo, ma che andranno comunque capite bene nella loro essenza per poterle poi gestire al meglio ponendo le giuste limitazioni.
RispondiEliminaNella sezione 4 descrivo il cammino che sto proponendo con la pubblicazione del documento di cui sopra:
EliminaSviluppare e quindi discutere diverse proposte di modelli per poi convergere ad una rosa ristretta di proposte condivise. Già sarebbe un grande successo riuscire a farlo in un gruppetto tra le persone che gravitano attorno al blog di Ugo Bardi!
Cercare di estendere questa discussione ad ambienti più ampi, come ad esempio il Club di Roma, in modo da raccogliere consensi e suggestionare qualche politico/decisore e di portare il tema alla ribalta del pubblico dibattito (mass media)
Spingere perchè entità sovranazionali (as esempio EU e ONU) sponsorizzino la creazione di alcune comunità in cui testare su campo i modelli più convincenti. La fase di sperimentazione è fondamentale sia per dimostrare la non "utopicità" (in senso spregiativo) del modello, sia per avere dati sperimentali utili al suo miglioramento
Avviare una transizione al nuovo modello/i (magari a seconda delle tradizioni di una popolazione, un modello tra quelli esaminati potrebbe essere più congeniale di un altro) con modalità modulate sulla situazione locale: ad esempio nelle zone in cui la crisi ha picchiato più duro, la capacità di governare e controllare un territorio potrebbe essere andata in frantumi e si dovrebbe agire a livello delle comunità resilienti.
Quello che vi propongo è un percorso arduo, che richiede tenacia e convinzione. Naturalmente, discutendo, si potrebbero definire percorsi diversi che in questo momento sinceramente non saprei descrivere.
Di sicuro, qualsiasi cammino si voglia intraprendere, tutta questa faccenda non può essere affrontata da un uomo solo, ma richiede un lavoro di squadra; necessita di diverse competenze, dal Fisico al Sociologo, passando per lo storico medioevale e quant'altro.
Insomma questa è una chiamata alle armi (intellettuali).
Come padre di due figli che si stanno per affacciare al mondo adulto non mi posso permettere il lusso di cedere allo sconforto, al pessimismo, all'inedia. In altre parole, per quanto mi riguarda non intendo lasciarmi bollire come una rana senza tentare di rovesciare la pentola.
Posso dirti che almeno alcuni tentativi ci sono da molti anni, in particolare la monarchia inglese ha avuto interesse a preservare vita e costumi dei borghi transilvani (https://it.wikipedia.org/wiki/Carlo,_principe_del_Galles) che continuano ad utilizzare il sistema medioevale con "terre comuni". Dai vari studi (non professionali) che ho fatto il nodo principale è il fattore difesa: ogni società a bassa energia è vulnerabile dal punto di vista militare "esteso". Il principale nodo da sciogliere è che una decrescita di qualsiasi tipo impatta negativamente sul lato bellico, questo non vuol dire che una societàa bassa tecnologia sia intrinsecamente vulnerabile, in Afganistan lo domostrano le vicende della valle del Panjshir (https://it.wikipedia.org/wiki/Valle_del_Panjshir), ma questo è possibile solo tramite l'utilizzo di tecnologia sviluppata ed importata quindi si sposta ma non si elimina il problema.
EliminaL'altro aspetto è la necessità di confrontarsi con coloro che non scelgono la strada che proponiamo, una situazione simile al confronto URSS-NATO nella quale la popolazione di un lato vorrebbe travasarsi nell'altro perchè percepito come più desiderabile.
Se posso indicare una strada cercherei proposte abbastanza sovrapponibili al modo attuale. Energia in primis, oltre alle strade battute ci sarebbero da valutare le possibilità espresse dalla fusione tramite metodi innovativi: la Lattice Confinement Fusion (https://www1.grc.nasa.gov/space/science/lattice-confinement-fusion/) sembra promettente vista la mole di lavori sulle LENR già fatta, il Direct Fusion Drive (https://en.wikipedia.org/wiki/Direct_Fusion_Drive) con accoppiamento ad un generatore MHD-termodinamico o il Gradient Field Imploding Liner (https://ntrs.nasa.gov/citations/20180004574) che aggiram molti dei problemi usando un unico magnete per la compressione. Risolto il problema energetico molto del rimanente è legato a campi già in evoluzione, il grafene e i composti organici ormai tallonano i semiconduttori e le terre rare nelle loro applicazioni specifiche, molti livelli di consumo possono essere aggirati eliminando l'obsolescienza programmata ed applicando diffusamente le tecniche già in uso industrialmente per ridurre l'usura degli apparati (superfici strutturate, materiali autolubricanti etc).
Come vedi in realtà stiamo muovendoci già in questa direzione per ragioni economiche, esauriti i depositi "facili" siamo costretti ad ingegnarci per proseguire e le alternative "ecologiche" diventano sempre più competitive anche economicamente......
la preoccupazione dei figli è comprensibile, ma fa parte della categoria del possesso, che è preponderante nella persona con intellettualità dedicata alla materia. Purtroppo i danni che sta ricevendo la natura sono tutti imputabili alla volontà di possesso. Oltre a causare angoscia ed ansia, allontana la persona dalla pace e dalla gioia. Io in questo sono fortunato, perchè mi fido di Dio e affido a Lui questi problemi. L'unica cosa che posso dirti è di non preoccuparti, perchè il Dio che protegge me, la mia famiglia ed il mio circondario, protegge anche tutto il mondo, quindi anche te ed i tuoi figli. Uno degli ultimi pastori veri della Chiesa, che tra l'altro è un esorcista, quando gli illustro le mie difficoltà, che in fondo sono i miei peccati (tra l'altro la tristezza è l'ottavo vizio capitale, ma abolito ingiustamente dalla Chiesa cattolica nel Medioevo, ma rimasto in quella ortodossa)mi dice prega (ma non penso ti sia congeniale) e coraggio. Personalmente penso che senza preghiera non si possa avere molto coraggio, ma tu puoi essere molto fortunato di me in questa potenzialità. Auguri.
Eliminanon ho mai creduto all'utopia del '68, anche se ci speravo. Un mio amico che ci credeva, è impazzito. Mai credere nelle utopie, tanto la realtà arriva da sè. A me andrebbe bene anche la soylent, perchè vivere di violenza alla mad max non mi è congeniale, anche se mio padre, cresciuto dal Duce, che sapeva come era il mondo pre fossili, mi ha insegnato fin da piccolo ad usare le armi, tanto bene che ero il miglior tiratore del Gruppo squadroni carri "Lancieri di Novara" in quel di Codroipo tra Pordenone ed Udine. Per fortuna non ho mai avuto bisogno di usare questa mia capacità e spero di poter continuare, anche se la legittima difesa si chiama legittima per un motivo ben preciso. Un potere molto accentrato mi pare sia l'unica soluzione in un mondo di miseria, dove le teste calde avrebbero gioco facile ad usare la violenza. Basta vedere cosa è successo nei giorni passati quando hanno tolto loro la movida e hanno ancora le tasche piene di soldi e la dispensa piena di cibo. Sono sicuro che quando non ci sarà più energia sufficiente, questi faranno degli sfracelli micidiali, ma il covid mi ha fatto capire quale sarà la soluzione finale.
RispondiEliminaSe io vi dicessi che il mondo è composto di etere, aria, fuoco, acqua, terra scatenerei l'ira di biologi, chimici, fisici che giustamente mi mazzulerebbero
RispondiEliminaPerchè il mondo è composto da ecosistemi.
Gli ecosistemi si reggono sulle molecole.
Le molecole sono fatte di atomi.
Gli atomi sono composti da particelle subatomiche.
Sotto le particelle subatomiche, per ora non si sa (e poco importa per adesso)
Questa è la scala della dimensione delle scienze dure.
Nelle scienze sociali, il mondo è composto da stati nazionali o da loro aggregazioni.
Gli Stati nazionali sono composti da persone.
Vi sono numerose aggregazioni alias alleanze economico, militari, politiche, ed affinità culturali, religiose ecc... tra stati nazionali.
La scienza è anche sintesi nella descrizione, raggruppando per Continenti gli stati nazionali, si ha il difetto di perdere la ricca eterogeneità di differenze degli stati nazionali posti in ogni continente. Ma comunque è già una buona descrizione a media granularità.
Aggregando al massimo e riducendo le differenze, si può descrivere il mondo in I°,II°,III°mondo. A questa scala la granularà è enorme, ma poichè nel mondo vi è una coincidenza di macroaggregati per continenti o subcontinenti, la scala di granularità torna ad essere media (quasi come quella per continenti)
Le Scienze sociali hanno bisogno di un contesto di XXI secolo per capire la storia degli eventi.
La scienza anticipa a grandi linee, tante informazioni sul contesto Ambientale del XXI secolo.
La Demografia anticipa mega trend, che rimangono stabili per vari decenni di XXI secolo.
E' possibile oggi, tracciare una frontiera Tecnologica/militare dei prossimi decenni ragionevolmente stabile.
Sono poliedriche e complesse le dimensioni Politiche, Economiche, Giuridiche, che restano da decriptare. Queste sono interdipendenti tra loro, quanto dalle alre TRE dimensioni di cui sopra.
Un buon punto di partenza per affrontare n grande problema complesso, è spezzarlo in piccoli problemi più piccoli e presumibilmente più semplici da risolvere. Ogni teoria oppure cluster di catene di markovitz, che ambiscano a descrivere le transizioni di fase e le dinamiche future, devono tenere presente che:
Quello che è noto, già oggi lo si conosce.
Una parte di quello che non è noto, lo sarà a breve.
Sappiamo già, quello che non potrà mai essere noto a priori.
Poi resta in ogni caso, tutto quello che non sappiamo, che è comunque tutto quello che non sappiamo.
Il mondo è composto (e sarà sempre composto almeno sino al 2050) da stati nazionali, ragionando del futuro non si può prescindere dall'esistenza e dal ruolo degli stati nazionali e/o loro aggregazioni, dentro al contesto del XXI secolo.
L’ECONOMIA TRIBALE: QUANDO IL NON FARE DIVENTA ABBONDANZA
RispondiElimina29 DICEMBRE 2015 / DI MATTEO MINELLI
https://www.emergenzeweb.it/lantieconomicita-tribale-quando-il-non-fare-diventa-abbondanza/
Grazie! Veramente interessante
RispondiEliminaHo letto malamente il pezzo. Ne ho comunque ricavato un orribile terrore. Io non voglio vivere in un mondo così. Osservo che il mondo sembra preda di un spirito del tempo maligno. Demoniaco. Si fa di tutto per progettare un inferno in terra. Non basta quello che c'è già? Non basta la grottesca pantomima che stiamo vivendo? E poi, tutto questo orrore per cosa? Per salvare cosa? La natura? Bene, d'accordo, ma allora si abbia l'onestà di dire che si vuole l'estinzione dell'umanità. Sarei anche d'accordo. Si vuole salvare " La civiltà"? Quale? Quella dei covid hotel? Al meno Hitler, per citare sempre lui, se la prendeva con alcune categorie, non con tutto il popolo. Possibile che non si possa immaginare un mondo dove ognuno possa essere felice, per quel che è concesso dalla natura, a casa sua, tra la gente che conosce e di cui dunque si fida, cercando di realizzare i suoi piccoli talenti? Allora ha ragione Horlov? https://www.maurizioblondet.it/gli-infami-obiettivi-delloligarchia/
RispondiEliminaNon so. A questo punto avevano ragione gli antichi. Gli scienziati bisogna tenerli al livello dei saltimbanchi, sono utili, ma pericolosi, da tenere in gabbia.
Intanto guardatevi qui sul sito istat
https://www.istat.it/it/archivio/241428
Confronto dei decessi negli anni. Ci fanno credere quello che vogliono.
Guido.
a Torino nel trimestre marzo-maggio 2015-2019 in media sono decedute circa 2500 persone, nel 2020 circa 3800. A Genova 2029 contro 3100. A Milano 3550 contro 6300. Ma Firenze 1100 circa contro circa 1300. Più a Sud sarà ancora meno la differenza tra 2015 e 2020. Io non controllo ancora. Mi basta.
Eliminahttps://valori.it/agricoltura-civica-coronavirus/
RispondiEliminaUscire progressivamente dal Sistema per vie traverse.
https://www.resilience.org/stories/2017-10-02/critical-friendly-review-jason-hickles-book-divide/
angelo
Grazie per la segnalazione.
EliminaPer quanto riguarda l'agricoltura civica, gli autori riportano il numero di contagiati per km^2; sarebbe utile però disporre anche della percentuale di contagiati per km^2. Infatti un dubbio lecito è che il minor numero di contagi derivi piuttosto dalla minore densità degli operatori e quindi della probabilità di contagio.
Riguardo il secondo, trovo pienamente condivisibili le critiche del commentatore circa la difficoltà di ridurre la diseguaglianza mantenendo il dispositivo economico attuale. Anche io penso che il cambiamento, se ci sarà, potrebbe avvenire a macchia di leopardo, su comunità di piccola scala. Questo naturalmente espone al rischio (evidenziato da Athanasius poco sopra) di debole capacità difensiva della microcomunità verso attacchi esterni, da parte di comunità/nazioni che non condividono (temono?) il percorso innovativo intrapreso.
Certo. Forse sono stato un po' troppo telegrafico.
EliminaIo non credo tanto nelle piccole comunità. Ma a certe economie parallele che si strutturano all'ombra del sistema economico globale. Che trovano una loro controparte in clienti che cercano un certo prodotto diciamo etico. Estendere il più possibile questa economia alternativa. Di più, al momento, credo non si possa fare. Poi se le cose cambieranno, almeno ci sarà già qualcosa di consolidato a far da tampone.
Militarmente per quel poco che capisco siamo già pieni di ordigni nucleari e armi di tutti i tipi. Sembrerebbe più un apparato idoneo ad attaccare (se non fosse obsoleto) che a difendere.
Proprio quello e' il problema che non permette il cambiamento in meglio, ma solo in peggio :
Elimina".... rischio (evidenziato da Athanasius poco sopra) di debole capacità difensiva della microcomunità verso attacchi esterni, da parte di comunità/nazioni che non condividono (temono?) il percorso innovativo intrapreso."
Non solo percorsi innovativi,
ma anche percorsi conservativi delle comunità che vivono a stretto contatto con la natura (comunità indigene).
Non ne veniamo fuori, credo che sia meglio, per la comunità dei viventi, che noi esseri umani ci estinguiamo, poichè stiamo distruggendo la vita sul pianeta Terra.
Gianni Tiziano
https://www.landscapeunifi.it/2020/04/15/coronavirus-agricoltura-tradizionale-come-modello-per-ripartire-lo-studio-delluniversita-di-firenze/
EliminaSi tratta di uno studio dell'università di agraria di Firenze.
Da qui l'articolo in questione.
Angelo
In era romana era chiaro il principio "si vis pacem, para bellum" (https://it.wikipedia.org/wiki/Si_vis_pacem,_para_bellum), in questo aspetto gli scenari analizzati nel libro "la guerra senza limiti" aiutano ad estendere il problema e far capire come le micro comunità siano integrabili ed integrali ad un sistema resiliente ma non possano essere considerate se non come "cellule" di un organismo sociale maggiore. In particolare nel rapporto bellico Hi Tech - Low Tech dal 1945 in avanti sembra che il vantaggio sia nelle comunità autarchiche (Corea, Vietnam, Afganistan, etc) ma solo quando queste possano usufruire di una base produttiva e innovativa esterna di supporto, nel caso vietnamita ad esempio la produzione di munizioni e le forniture di sistemi bellici erano affidate alla Russia ufficialmente non coinvolta, senza questo la sola necessità di produrre munizioni sarebbe stata causa di una disfatta: produrre munizioni richiede l'estrazione e raffinazione di 4 metalli diversi e la loro lavorazione, una discreta produzione di chimica non banale per la produzione del propellente a base nitrocellulosa e l'assemblaggio, il tutto in quantità industriali (qualche migliaio al giorno minimo storico vitale).
EliminaIn questa luce le comunità "cellulari" possono aggiungere un fattore positivo anche in ambito militare, l'importnte è comprendere come non esita una via esclusiva ma sia necessario un "ecosistema" di aspetti socio economici, dai regionamenti che vedo sembra che si voglia sostituire la "monocoltura Villaggio Ecologico" alla "monocoltura Megacorporativa". La mia interpretazione tende a essere più biologica, il villaggio è cellula per un organo con funzioni dominanti specifiche (simili ai distretti industriali) integrato a sua volta in un organismo completo, in questo per le richiete vitali basilari (vitto, alloggio, sanificazione e energia base) il "villaggio" è ormai una scelta efficiente e resiliente, nodi specifici di industria possono essere sovrapposti per utilizzare l'"eccesso" di disponibilità per produzioni specifiche a consumo prevalentemente non locale massimizzando le specificità locali (gli Islandesi producono alluminio perchè dispongono di un eccesso di elettricità dal geotermico, in Sicilia vedo bene l'estrazione e lavorazione dello zolfo nei territori dei soffioni vulcanici e così via...). Sembra banale ma è più o meno come funzionava ad inizio secolo dove le risorse erano meno disponibili, questo non impediva ci fossero città o aziende ma ne limitava l'espansione alla capacità specifica del territorio e promuoveva l'integrazioneorizzontale delle specificità.......
Athanasius
EliminaUn esempio vale più di mille parole
http://www.ilgermoglio.fe.it/ricicletta/riparazione-e-vendita-bici/
Anziché bonus bicicletta.
Iniziativa lodevole, purtroppo può funzionare come virtue signaling ma non influire sui meccanismi legati alla movimentazione di massa di merci e persone.
EliminaRipensando il sistema con un livello cellulare di semi autonomia vai invece ad incidere sulla necessità di muovere la massa di individui e materiali, cosa che, se ho capito bene, è il razionale dell'articolo.
A proposito di utopia sostenibile, suggerisco all'autore, se non già fatto, lo studio delle esperienze concrete degli ecovillaggi che da tempo ricercano modelli alternativi
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=6fgR7h84XiA
https://ecovillaggi.it/
https://www.internazionale.it/reportage/valentina-pigmei/2016/12/26/italia-ecovillaggi-utopia
Molto interessante, grazie!
EliminaMagari sai anche indicarmi uno studio comparativo tra le diverse esperienze? Grazie ancora
EliminaQui c'è un interessante ricerca sul tema
Eliminahttps://boa.unimib.it/retrieve/handle/10281/190427/272199/PhD_unimib_775185.pdf&ved=2ahUKEwj3uKTZ4OnsAhVEVhoKHZ-CCxE4ChAWMAh6BAgCEAE&usg=AOvVaw3nj6hrcj_4YivKoNC7tc1P
Di nuovo grazie, molto interessante
EliminaLa finestra temporale per ricercare nuovi paradigmi, in qualche modo pianificati razionalmente, si sta restringendo. Tra poco verosimilmente ci verranno imposti e giocoforza ci dovremo adattare ai cambiamenti (tra cui il discenso prossimo venturo della disposnibilità procapite dell'energia fossile).
RispondiEliminahttps://www.meteogiornale.it/news/2020/11/metano-artico-global-warming-feedback-negativo/
Rimane da capire come possano essere fatti comprendere, i paradigmi, alla massa di individui abituati al consumismo di cose inutili e senza scatenare rivolte. Si pensa forse che la transizione sarà indolore e accettata? Quale tipo di regime illuminato si dovrà instaurare per imporli?
E' anche vero che la necessità smuove monolitiche convinzioni e sembra far tremare le metropoli, come dimostrerebbe la fuga da Parigi
https://infosannio.com/2020/10/31/francia-in-ginocchio/
@ Pandemico3 novembre 2020 15:00
EliminaSono d'accordo con te, anche perchè il primo passo scientifico per risolvere un problema complesso è spezzarlo in piccoli problemi più piccoli e presumibilmente più semplici da risolvere.
Te hai letto qualcosa di simile a quanto necessario?!
Poi il post è pieno di lacune e per uno che si dichiara "fisico dell'ENEA" la dice lunga.
Nessun accenno alla questione della sovrappopolazione sulla Terra.
Nessun accesso alla bomba demografica aficana ed a tardive politiche di controllo demografico in Africa.
Nessun accenno al Polo Nord ICE FREE nel decennio 2020 ed alla cascata di tipping point climatici annessi.
Nessun accenno alla bomba degli idrati di metano in Siberia.
Nessun accenno al fatto che Kyoto è stato inefficace e pure il trattato di Parigi è già inefficace.
Nessun accenno al fatto che II° e III°mondo vogliono bruciar carburanti fossili e la loro crescita sterilizza in un attimo le riduzioni di gas serra europee della supercazzola green new deal Von der Leyen
Nessun riferimento alle dinamiche geopolitiche del nord Africa.
Nessun riferimento alle dinamiche geopolitiche in Asia.
Nessun riferimento ad un contingentamento energetico procapite.
Si punta il dito sulla "moneta legale", dimostrando di non avere capito un BEEP su cosa sia la moneta.
Risuona come un manifesto politico patacca, coerente con la supercazzola green new deal Von Der Leyen.
https://www.money.it/Elezioni-amministrative-2021-dove-si-vota-data-citta
Molte di queste elezioni 2021, IMHO slitteranno temporalmente per la pandemia covid e/o probabilmente il numero dei votanti sarà basso.
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
EliminaChip, come sai su alcuni punti sono abbastanza discorde, in particolare su alcuni aspetti della tua visione economica e sull'idea "generica" della sovrappopolazione (trend e numeri attuali indicano più un rientro da un overshoot), su altri fattori di preoccupazione non posso che concordare ma mi stupisci sull'interpretazione del Green New Deal!
EliminaSalvo il lavoro di PR il GND è la strategia energetica di uscita dalla dipendenza da risorse estere, ogni aspetto ecologico è fondamentalmente un abbellimento di un dato di fatto. I principali prodotti energetici di prossimità per l'area europea sono risorse metanifere, varie fonti rinnovabili e poche gocce di petrolio, anche il materiale per il nucleare è di importazione da "troppo lontano" (Africa o Russia) quindi costoso in termini di protezione e controllo delle fonti dove questo è possibile o semplicemente un guinzaglio dato ad altri. Non ho messo il carbone nel mix non per ragioni ambientali ma per il semplice fatto che le antraciti ed i carboni "nobili" sono ormai praticamente esausti (l'Europa li consuma fin dall'inizio della rivoluzione industriale) e le centrali "a carbone" sarebbero meglio definibili a torba trattata....
Ti pongo poi un appunto sul metodo "a piccoli passi" che proponi, la base del ragionamento di trovare migliaia di soluzioni a singoli aspetti è adeguata nel caso delle scienze fisiche e chimiche ma in ambito organizzativo e logistico è infernalmente controproducente, pensa solo al "problema del commesso viaggiatore": individuare il miglior tragitto tra N destinazioni può essere affrontato con l'individuazione del tragitto minimo tra il punto di partenza e quello più vicino ripetendo la procedura ad ogni step, purtroppo il risultato è fortemente inefficace quindi l'unico approccio è quello globale. Idealmente la prassi più efficace è quella militare, si individua una strategia globale, si divide la strategia in più ambiti operativi a loro volta composti da livelli tattici, non a caso è la struttura usata dalle aziende per organizzarsi...