sabato 30 settembre 2023

Possiamo fidarci dei modelli climatici? Oppure sono lo stesso imbroglio di quelli del COVID?

 


Quando parlo di clima sul "Fatto Quotidiano" mi appaiono spesso commenti di persone che si stupiscono del mio scarso spirito critico. Questo mio grave difetto non mi mette in grado di notare che il cambiamento climatico è soltanto una riedizione del caso del COVID. Ovvero è un modo di terrorizzarci sulla base di un pericolo inesistente con il doppio scopo per i terrorizzanti di renderci schiavi e guadagnarci sopra.

Ora, qui c'è da notare per prima cosa che la strada per l'inferno è lastricata di generalizzazioni. Il fatto che una certa cosa somigli a un altra cosa non vuol dire affatto che siano la stessa cosa. Visto da lontano, un elefante potrebbe somigliare a un topo, ma sarebbe rischioso assumere che lo sia. C'è come minimo, un fattore di scala da considerare, ma anche dei fattori fisici fondamentali che rendono un'epidemia una cosa completamente diversa dalla perturbazione del sistema climatico in corso. Se è vero che io sono stato molto critico su come la "scienza" sia stata sfruttata orrendamente da una banda di incompetenti psicopatici per maltrattare intere popolazioni, questo non vuol dire che il concetto si possa trasferire tal quale ad altri campi della scienza. 

Vediamo di ragionarci un po' sopra. Per prima cosa, diamo un'occhiata a uno dei modelli tipici mostrati in un recente rapporto dell'IPCC .



Superficialmente, ci vediamo certe somiglianze con le curve epidemiologiche che il governo ci propinava giornalmente al tempo della pandemia. Vediamo qualcosa che cresce esponenzialmente (o quasi) a meno che non si faccia qualcosa per "appiattire la curva" che andava di moda dire al tempo del Covid. E si potrebbe pensare che cose tipo i lockdown potrebbero essere usate contro il riscaldamento e potrebbero portare a un disastro simile. Ma è solo una somiglianza superficiale.

In primo luogo, con il clima, abbiamo delle misure di una grandezza fisica, la temperatura. E' una cosa ben diversa dai test PCR del coronavirus, i quali sono una meraviglia della tecnologia moderna, ma sono molto delicati e quello che misurano è molto incerto. Ne abbiamo parlato fino alla nausea nel periodo della pandemia, ma nessuno dei grandi sapienti che apparivano in TV si è mai preoccupato di discutere l'incertezza nelle misure PCR, cosa che si impara al primo anno di università in qualsiasi corso di studi in materie scientifiche. Questo non vuol dire che le misure PCR fossero sbagliate, solo che non avrebbero dovuto essere prese come oracoli divini. Notate invece come le curve dei modelli climatici sono sempre rappresentate insieme a una stima dell'incertezza. I climatologi sono (di solito) persone serie. Non hanno niente a che vedere con la banda di tronfi incompetenti che hanno imperversato in TV al tempo della pandemia.  

Ciò non significa che i modelli climatici debbano necessariamente essere giusti. Il problema qui è che la discussione sul cambiamento climatico è stata spesso dirottata in un dibattito sulla possibilità che i modelli possano fare previsioni accurate. Questo è solo uno degli elementi del problema e non il più importante. I modelli multiparametrici di sistemi complessi sono principalmente strumenti per interpretare i dati: hanno lo scopo di dirti cosa sta causando cosa e come. Nel caso del cambiamento climatico, i modelli ci dicono che la correlazione tra temperatura e concentrazione di gas serra è coerente con una relazione causale secondo quanto sappiamo della fisica atmosferica. In altre parole, forniscono la prova che i gas serra stanno forzando il sistema climatico a riscaldarsi.

Ma si potrebbe arrivare a questa conclusione anche senza modelli: solo sulla base della fisica e delle osservazioni conosciute. Del resto Svante Arrhenius era già arrivato a una stima ragionevolmente corretta dei parametri del sistema nel 1896, senza ricorrere a modelli sofisticati. Supponiamo quindi che la concentrazione di gas serra continui ad aumentare (o anche solo rimanere la stessa). In tal caso, possiamo aspettarci che anche le temperature continuino ad aumentare e questo non è sicuramente una buona cosa per noi. I modelli climatici, per inciso, tendono ad essere ottimisti nel senso che normalmente non sono in grado di descrivere il tipo di bruschi cambiamenti climatici che si verificano sotto forma di "Seneca Cliffs" che sono stati osservati in un passato remoto. Nella scienza del clima, sono spesso chiamati "punti critici climatici", attraversarne uno sarebbe sicuramente estremamente negativo per noi. Fra le altre cose, questi "punti critici" non esistono in epidemiologia, che studia sistemi sostanzialmente più semplici del clima terrestre. 

Detto questo, rimane il problema tipico dei modelli multiparametrici: quello di separare i ruoli dei parametri che hanno effetti simili sul sistema. I modelli climatici potrebbero sovrastimare il ruolo dei gas serra e sottovalutare gli effetti di raffreddamento dei processi metabolici dell'ecosistema, come sostenuto, ad esempio, in questo articolo da Makarieva et al. In tal caso, rischiamo di trascurare il ruolo di un fattore importante in ciò che stiamo vedendo.

Ma corriamo veramente il rischio di commettere gli stessi errori con la mitigazione del cambiamento climatico che sono stati fatti con il tentativo di appiattire la curva durante l'epidemia di Covid-19? Ossia, rischiamo di sconvolgere il tessuto sociale per un rischio sopravvalutato o per l'errata attribuzione delle cause del problema? Improbabile, e, in ogni caso, il lockdown da Covid non ha avuto praticamente nessun effetto climatico -- proprio come non ne ha avuti sulla diffusione del virus. Insistere con una misura che è stata dimostrata doppiamente inefficace vorrebbe dire raggiungere un grado di pubblica imbecillità anche superiore a quello della media degli esperti televisivi degli ultimi tempi. 

Ma comunque vada bisogna mantenere un atteggiamento aperto e accettare che, con i nuovi dati, i modelli debbano cambiare (che è esattamente quello che non è stato fatto con l'epidemia di Covid). L'unica cosa certa è che i disastri sono inevitabili se i sistemi complessi sono lasciati ai politici da gestire.




mercoledì 20 settembre 2023

Casa di Legno o Casa di Pietra? Tutte e due hanno le loro ragioni di essere

 


Un contributo di Saverio Aiolfi. Come personale commento, mi trovo in queste settimane intento a traslocare in una casa costruita nel '700. Con dei muri in pietra spessi 30 centimetri, questa vecchia magione ha una inerzia termica gigantesca, è un po' l'antitesi di quella di legno che descrive Aiolfi. Entrambe richiedono un certo adattamento alle condizioni climatiche esterne. entrambe hanno una loro logica che è il risultato di secoli di evoluzione. Sono molto diverse dalle case di oggi, pensate più come astronavi che isolano gli abitanti dai cambiamenti esterni. E spesso isolano troppo. Sono delle trappole mortali che trattengono tutti i veleni prodotti all'interno, come pure l'umidità. Insomma, più andiamo avanti, più facciamo errori. Ma leggetevi questa storia raccontata da Aiolfi. Certe volte si riesce anche a rimediare. 


Mi chiamo Saverio Aiolfi e abito nella bassa parmense, precisamente a Carzeto di Soragna.

Nell'ormai lontano 2006 ho deciso di dare vita al mio sogno di trasferirmi in campagna e costruire una casa che fosse il più possibile ecologica ma anche più economica di una casa in muratura (è sempre stata una mia convinzione, e lo è tutt'ora, che l'ecologia non deve essere una cosa per ricchi).

Ho quindi comprato un vecchio rustico da abbattere con un po' di terra intorno e ho iniziato a studiare il mondo delle case in bioedilizia.

Fin dall'inizio mi sono reso conto di quanto fosse una giungla quel mondo, tra metodi diversi di costruzione, materiali diversi utilizzati, prezzi molto più alti di quelli che mi aspettassi, e tantissimo marketing che fa leva sulla forma cercando di nascondere la sostanza.

Mi sono concentrato sulle case in legno, che ritengo essere la risorsa rinnovabile per eccellenza per realizzare edifici abitativi, e dopo quasi due anni di studi e più di venti preventivi chiesti sono riuscito a trovare una soluzione con un rapporto qualità/prezzo tra i migliori sul mercato e soprattutto con un costo inferiore ad una casa tradizionale (considerando i prezzi di costruzione della mia zona).

Purtroppo anche in questo settore come in praticamente tutti gli altri il marketing la fa da padrone, e questo porta troppo spesso a fare scelte che poi si rivelano sbagliate o non ottimali. L'unico modo per non farsi fregare dal marketing è metterci il tempo e l'impegno necessario per acquisire le competenze che servono a fare le scelte giuste, o quantomeno a ridurre gli errori il più possibile. Purtroppo la maggior parte delle persone non ha né il tempo né la voglia (e a volte nemmeno la capacità) di approfondire un determinato argomento ad un livello tale da diventare un piccolo esperto in materia, ma in seguito questa superficialità si paga in maniera spesso irreparabile.

Come metodo di costruzione ho scelto la blockhaus, in modo tale da avere tutte le pareti perimetrali portanti fatte da travi di legno bilamellare (dieci centimetri di spessore, e il fatto che sia bilamellare conferisce maggiore resistenza e stabilità alla casa rispetto al “vecchio” tronco singolo), poi chiaramente c'è anche la coibentazione (fibra di legno, altri dieci centimetri di spessore) e il rivestimento interno in perlinato. Il legno è padrone assoluto.

Questo tipo di parete, assieme al tetto coibentato allo stesso modo e ventilato, permette di ottenere un edificio in classe energetica A1.

Le pareti fatte in questo modo sono inoltre naturalmente traspiranti, il che non solo garantisce un ottimo comfort abitativo, ma impedisce anche la formazione di ristagni di umidità e quindi di muffe.

In pratica viene coniugato un metodo di fabbricazione antico con i progressi della tecnologia per ottenere dal legno il meglio come materiale da costruzione.

A volte mi capita di parlare con persone che mi dicono di aver fatto anche loro una casa ecologica e ad alta prestazione energetica, poi quando chiedo informazioni sulla tipologia scelta c'è quasi sempre da mettersi le mani nei capelli.

Sono quasi tutte case “all'americana”, con una sottile intelaiatura in legno che fa da struttura portante e poi tutto il resto sono materiali isolanti (la maggior parte delle volte di bassa qualità e non certo ecologici come polistirene, lana di vetro, lana di roccia) e rivestimenti in cartongesso o intonaci sigillanti che rendono la casa una scatola che non respira.

Io le chiamo “le case di cartapesta”.

Gli unici reali vantaggi sono i bassi consumi e l'elevata classificazione energetica (da B in su). Purtroppo i mass media parlano solo di questi ultimi aspetti dato che sono quelli a più alto impatto emotivo e di maggiore facilità comunicativa tralasciando totalmente gli aspetti più tecnici; la gente si ferma alla superficie e il marketing ha gioco facile nel vendere delle case che sono destinate a durare pochi decenni e poi devono essere demolite.

Io ho preferito pensare al futuro, non solo mio ma anche di chi verrà dopo di me.

Tornando a noi, nell'estate del 2009 è iniziata la costruzione, e pochi mesi dopo ero già nella mia nuova casa, quindi i tempi di costruzione sono stati brevissimi.

Oltre ad essere al 100% ecologica è anche al 100% elettrica, alimentata da pannelli fotovoltaici e con impianto di riscaldamento / raffrescamento / acqua calda sanitaria a pompa di calore.

In quegli anni praticamente nessuno progettava case unendo tutti questi elementi, e le persone con cui ne parlavo facevano facce molto perplesse mentre ascoltavano il mio racconto. Alcuni hanno anche cercato di dissuadermi sottolineando i rischi di andare incontro all'ignoto facendo cose che quasi nessuno faceva, però le idee in testa erano chiare e soprattutto supportate da una conoscenza approfondita della materia. E poi nella mia vita ho sempre fatto scelte controcorrente.

I vantaggi si sono visti fin da subito, e vanno ben oltre la soddisfazione di aver costruito qualcosa di totalmente ecologico e alimentato solo con energia rinnovabile.

La spesa annua per l'energia ammonta in media a 200 euro, quindi praticamente niente. Il conteggio è fatto considerando sia quello che spendo per prelevare dalla rete elettrica nazionale l'energia che mi serve quando i pannelli non producono, sia quello che ricavo immettendo nella rete l'energia che non uso quando i pannelli producono più di quello che mi serve.

Considerando che produco in media sette megawatt all'anno e ne consumo in media circa 5 e mezzo, dovrei in realtà essere in guadagno, ma purtroppo lo scambio sul posto non è un reale scambio: ciò che immetto in rete mi viene pagato in base al PUN (prezzo unico nazionale), vale a dire che mi viene pagata solo l'energia, mentre io in bolletta pago anche tutti i costi accessori, da qui la differenza.

Negli ultimi anni si stanno diffondendo le batterie di accumulo per immagazzinare l'energia prodotta dai pannelli e non usata in tempo reale. Personalmente credo che al momento (anno 2023) siano troppo costose e poco performanti e che quindi nonostante tutto sia ancora più conveniente rimanere allacciati alla rete elettrica nazionale, ma sono fiducioso che nei prossimi anni la tecnologia renderà conveniente anche la totale indipendenza energetica, se non altro per singole abitazioni o piccoli gruppi di esse.

Il comfort abitativo è nettamente migliore rispetto alle case in muratura, sia perché la parete traspirante fa in modo che l'umidità dentro casa si senta molto meno (grande vantaggio in pianura padana), sia perché viene trasmessa l'impressione di vivere dentro alla natura e non in un involucro artificiale.

La casa è inoltre naturalmente antisismica, per come è costruita. Questo aspetto non viene mai considerato perché si pensa che i terremoti tanto in pianura non ci sono, oltre al fatto che costruire antisismico costa tantissimo e quindi si scarta a prescindere; qui invece è tutto compreso nel prezzo.

In definitiva devo dire che fare una casa di questo tipo è stata una delle decisioni migliori che ho preso nella mia vita.

Per ulteriori approfondimenti si può leggere il blog https://laveracasadilegno.wordpress.com/ nel quale ho caricato tantissime foto e raccontato molti più dettagli in vari articoli.

Negli anni ho inoltre continuato a tenermi aggiornato sulla materia e di conseguenza esperienza e competenze sono aumentate e migliorate, tanto che oggi potrei realizzare qualcosa di ancora migliore.

Quasi quasi la vendo e ne faccio un'altra! :-)

giovedì 14 settembre 2023

Geoingegneria: l'ultima scommessa del genere umano

Chi riesce a leggere le scritte sui muri carbonizzati delle case di Lahaina comincia a capire che la situazione climatica ha preso una brutta piega. Tuttavia, la reazione del pubblico è stata principalmente quella del tizio con la cravatta rossa a sinistra dell'illustrazione di Tol. Potremmo chiamarlo "il paradosso di Tol:" Le persone odiano le cose che gli fanno bene. Eppure, quel tipo di reazione sta dominando il dibattito sui social media e negli ambienti politici di destra. Data la situazione, è possibile che i poteri costituiti passino a un nuovo piano d'azione. Il "Piano C", basato sulla geoingegneria.


Negli ultimi decenni, l'idea di agire per contrastare i danni arrecati all'ecosistema dalle attività dell'uomo si è mossa lungo almeno due fasi progettuali. 

"Piano A": Accordi globali. Già nel 1972 lo studio "The Limits to Growth" proponeva una possibile procedura. Consisteva nel trovare accordi governativi globali per attuare azioni per ridurre le emissioni. L'impronta di queste prime idee è visibile tuttora nelle COP (conferenze delle parti), iniziate nel 1995 a Berlino. Ma, dopo quasi trent'anni, vediamo che questo approccio non può funzionare. I governi tendono ad agire secondo le istruzioni dei loro sponsor, tipicamente lobby industriali che non hanno alcuna intenzione di consentire ai loro rappresentanti di firmare la loro condanna a morte. Ed è proprio questo il tentativo di azzerare le emissioni: un attacco diretto alla lobby dei combustibili fossili. Come ci si aspetterebbe, hanno reagito con una strategia di ritardare, minimizzare e occasionalmente demonizzare i loro avversari. Finora hanno avuto successo. Non ci sono prove che i vari trattati negoziati alle COP abbiano influito in modo significativo sulle emissioni; al massimo hanno generato un diffuso greenwashing che non ha fatto male a nessuno ma non ha fatto nulla di utile.

"Piano B" La transizione. L'idea ha preso forma in tempi recenti quando la drastica riduzione del costo delle energie rinnovabili ha portato all'idea che l'eliminazione graduale dei combustibili fossili non fosse un sogno per hippy ma una possibilità reale. La crescita rapida della produzione di energia rinnovabile negli ultimi anni ha dato concretezza a questa idea. Quindi, il piano era (ed è tuttora) che non dobbiamo preoccuparci troppo di ciò che la gente pensa del cambiamento climatico. Potrebbero credere che sia una bufala, ma accetteranno energia a basso costo, aria pulita, acqua pura, ecc. Quindi, eliminiamo i combustibili fossili e tutto andrà bene. 

Ora ci rendiamo conto che anche se il Piano B è perfettamente possibile, ha problemi fondamentali. Il primo è lo stesso dei trattati globali: sostituire i combustibili fossili significa distruggere l'industria dei combustibili fossili, e non ci si può aspettare che la prendano allegramente. Sembrano prendere sul serio la minaccia e una delle contromisure è una campagna di pubbliche relazioni contro tutto ciò che può essere definito "verde".

Il successo della campagna di denigrazione si basa in gran parte su come il pubblico ha perso la fiducia nella scienza dopo la cattiva gestione della crisi del Covid. Il risultato è un intero ecosistema di vermi memetici che si nutrono del cadavere di quella che una volta era la credibilità del meme chiamato "scienza". Ha anche dato vita e sostanza al "Paradosso di Tol" espresso nell'immagine all'inizio di questo post. Il dibattito sui social media ci mostra la rabbia incandescente diffusa contro tutto ciò che può essere visto come "verde". Proposte che fino a pochi anni fa sembravano del tutto innocenti, dall'isolamento domestico alle cucine a induzione, ora sono viste come trucchi diabolici progettati per schiavizzarci o ucciderci.

Gli scenari più ottimistici mostrano che le rinnovabili potrebbero portare le emissioni a zero entro il 2040-2050, ma solo per un accordo globale concertato per dedicare grandi quantità di risorse alla transizione. Visto il forte contraccolpo contro le rinnovabili e le cose green in generale, difficilmente si potrà ottenere un simile accordo nel prossimo futuro. Al contrario, è perfettamente possibile che alcuni governi lavoreranno attivamente per rallentare o addirittura invertire la penetrazione delle energie rinnovabili nel mix energetico mondiale. Lo stiamo già vedendo accadere, per esempio in TexasAnche se fosse possibile eliminare gradualmente i fossili entro - diciamo - il 2040, potrebbe essere comunque troppo tardi per salvare l'ecosfera così come la conosciamo.

Piano C. Geoingegneria o "L'Ave Maria delle élite". I membri delle élite mondiali non sono più intelligenti della gente comune, almeno in media. Ma alcuni di loro cominciano a vedere che hanno un grosso problema. Veramente molto grossoSicuramente sono meglio equipaggiati della gente comune per sopravvivere durante il caos che li attende. Ma se le cose si mettono davvero male, non c'è alcuna garanzia che anche i miliardari sopravviveranno. 

Consideriamo ora che le élite hanno poteri decisionali al di là di qualsiasi cosa la gente comune possa fare. Pensate alla guerra in Ucraina; la gente comune è stata consultata? No. Nella migliore delle ipotesi, gli è stato detto chi dovevano odiare; nel peggiore dei casi sono stati arruolati e mandati in trincea. E questo è tipico di come le élite mondiali gestiscono le risorse: investendo centinaia di miliardi di dollari in attività che non avvantaggiano nessuno tranne le lobby industriali. 

Ma si noti anche che le élite, non importa quanto potenti, non sono un gruppo affiatato che si riunisce nel seminterrato della casa di Bill Gates per adorare il demone Baphomet. Sono una galassia di lobby che spingono in direzioni diverse per fare soldi con i loro prodotti: guerre, droga, carburanti, eccetera. Quindi, difficilmente possono gestire il tipo di piano globale che sarebbe necessario per ridurre le emissioni a zero in pochi anni. L'industria del petrolio e del gas da sola ha un budget dell'ordine di diversi trilioni di dollari, circa il 3%-5% del PIL mondiale. Nessuna lobby è abbastanza potente da contrastarli. Anche bombardarli servirebbe a poco perché i motori dei bombardieri funzionano con combustibili fossili. 

Tuttavia, è possibile agire sul cambiamento climatico con budget molto inferiori. Qui ci imbattiamo nella temuta parola "geoingegneria" (1), spesso considerata equivalente a un sacrilegio contro la Dea Gaia in persona. Tuttavia, non possiamo dimenticare che gli esseri umani hanno controllato l'ecosistema da quando hanno imparato ad accendere il fuoco; poche centinaia di migliaia di anni fa. Ma non discutiamone. Il punto è che è possibile agire sul clima con tecnologie come la gestione della radiazione solare (SRM) per costi che possono essere inferiori a 100 mld$ ( Vedi Sovacool 2021 ) (2). Questo è un costo inferiore a quello della guerra in Ucraina. Le lobby hi-tech, come l'industria aerospaziale, potrebbero essere in grado di ottenere questo tipo di sostegno finanziario dal governo. 

Questo "Piano C" presenta numerosi vantaggi rispetto ai piani precedenti. Uno è che non deve essere internazionale. È come iniziare una guerra; hai bisogno solo di una parte per decidere che dovrebbe iniziare. Allo stesso modo, un singolo paese potrebbe avviare un piano SRM globale. Immaginiamo che la Cina, da sola, decidesse di collocare specchi nello spazio per ridurre l'irraggiamento solare. Difficile immaginare che qualcuno possa fermarli. Lo stesso vale per gli Stati Uniti o anche solo per la California. Anche Elon Musk o Bill Gates, da soli, potrebbero impegnarsi in un simile piano.  

Un altro vantaggio del "Piano C" è che non si scontra direttamente con gli interessi dell'industria dei fossili. Li lascia liberi di impegnarsi nel greenwashing mentre continuano a produrre combustibili fossili, proprio come hanno fatto finora. Quindi, non hanno motivo di impegnarsi contro l'idea della geoingegneria. Non danneggia nemmeno l'emergente lobby delle energie rinnovabili, che può avere tempo sufficiente per costruire un'infrastruttura in concorrenza con la lobby dei combustibili fossili. È vero che, in questo momento, il pubblico ha un atteggiamento fortemente negativo nei confronti del meme "geoingegneria". Ma questo può essere rapidamente cambiato da una campagna di pubbliche relazioni ben gestita. 

Infine, si noti che il Piano C ha lo stesso vantaggio del Piano B in quanto non è necessario convincere tutti quanti che il cambiamento climatico esiste ed è una brutta cosa. Potrebbe anche essere implementato senza dire nulla a nessuno tranne che ai più alti livelli di governo. Supponiamo che la luminosità del sole diminuisca di circa l'1%-2% (è tutto ciò che serve). Ce ne accorgeremmoNo. Allora, non ci accorgeremmo che qualcuno stia mettendo degli specchi nello spazio? 

Nota che NON sto dicendo che la geoingegneria, e l'SRM in particolare, ci salveranno (e NON sto dicendo che le scie chimiche esistono e sono un piano del governo per sterminarci! (2), (3)). Il sistema climatico fa parte dell'ecosistema ed è un sistema complesso difficile da riparare con misure semplici. Alcune forme di geoingegneria sono come saltare da una finestra per scappare da un edificio in fiamme. La tua probabilità di sopravvivenza va da zero a poco sopra lo zero. Ma chi lo sa? Potresti atterrare su qualcosa di morbido. (4)

Quello che sto dicendo qui è che la porta è aperta per una spinta importante nella direzione della geoingegneria da parte di determinate lobby nazionali o internazionali. E credo che lo vedremo accadere presto. Se accadrà, sarà inarrestabile, di sicuro non per niente che la gente comune possa fare. È uno sforzo che potrebbe ritorcersi contro chi ci si è impegnato, ma è qui che ci troviamo. Come sempre, il futuro ha modi per gestirsi le cosei senza considerare ciò che gli umani gracili pensano che dovrebbe fare. 

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Appunti: 

1. Esistono diverse tecnologie di geoingegneria. Uno relativamente a basso costo è il rimboschimento. Farebbe molto per raffreddare il pianeta, anche se non abbiamo dati quantitativi che ci dicano se potrebbe compensare l'aumento della concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Ha il vantaggio di non danneggiare direttamente la lobby dei fossili e potrebbe essere accoppiato con un'espansione delle energie rinnovabili che renderebbe il legno inutile come combustibile. Va da sé che una forte spinta verso i biocarburanti ritenuti "verdi" (come sostenuto da alcuni governi ) significherebbe la morte per le foreste del mondo e probabilmente anche per l'umanità

2. È notevole come l'idea della geoingegneria abbia generato alcuni strani memi sul Web, con quello sulle "scie chimiche" particolarmente resistente. È così testardo e così sciocco che ci si chiede se possa far parte di un piano per screditare l'opposizione alla geoingegneria. Se così fosse, confermerebbe che è in preparazione un'importante spinta in quella direzione. O, forse, che sia già in corso un piano di geoingegneria: chi lo sa?

3. Alcune persone sono preoccupate per i "blocchi climatici" messi in atto dalle élite malvagie. Mi sembra improbabile. I blocchi si sono rivelati inefficaci per quasi tutto, incluso l'impatto sulla curva di crescita della CO2. Inoltre, nessuno fa soldi con i blocchi, quindi perché preoccuparsi di nuovo con loro? 

4. Potrebbe esserci un "Piano D" se anche il Piano B fallisce? Forse, ma devi pensare a qualcosa come un  Gotterdammerung del mondo reale suonato sulle melodie della musica di Wagner. 


mercoledì 13 settembre 2023

Una discussioncina sul clima

 


Lo so che non ci si dovrebbe mai mettere a discutere su facebook di nessuna cosa, che tanto nessuno mai cambia idea e neppure ammette di avere avuto torto. Tuttavia ho fatto un eccezione per un thread che mi è capitato davanti in un sito di amici delle foreste. Dovresti pensare che, in principio, persone che si occupano della salute delle foreste dovrebbero essere i primi a preoccuparsi delle conseguenze del riscaldamento globale. Dovrebbero andare d'accordo benissimo con i climatologi, i quali sono spesso i primi a sostenere la necessità di riforestare (con qualche eccezione, ma è un'altra storia). Invece, mi sono stupito di vedere che in quel sito gira l'idea che la scienza del clima è tutta un imbroglio, che è una scusa per chiuderci in casa come al tempo del Covid, che non c'è prova che il CO2 generi riscaldamento, Insomma, le solite cose che girano nei peggiori siti anti-scienza. 

Fra le altre cose, un membro del forum ha citato positivamente le esternazioni di John Clauser, premio Nobel per la meccanica quantistica, che si è improvvisato climatologo per sostenere che "non esiste un emergenza climatica", apparentemente perché più fa caldo più ci sono nuvole, e siccome le nuvole riflettono la luce del sole, tutto si aggiusta da se. E la scienza del clima, chissà perché, non ne tiene conto. Non entro nei discorsi di Clauser, perché non dice nulla che sia verificabile: sono solo sue opinioni non basate su dati o studi (ti verrebbe da pensare che un premio nobel avrebbe il dovere di essere un po' più rigoroso, ma lasciamo perdere). Se vi interessa una breve discussione sulle affermazioni di Clauser, le trovate sul Blog di Dana Nuccitelli

Quello di cui vi volevo parlare, invece, è di come è andata la discussione. Vedete all'inizio del post la domanda che mi fa una signora, ovvero "ci sono studi che calcolano l'effetto delle nuvole?" con la persona che aggiunge "a me non risulta."

Bene. Sono andato su Google Scholar è ho trovato 740.000 studi che citano "clouds" e "climate change". Al che la signora ha precisato che voleva solo sapere se l'effetto delle nuvole è calcolato nei modelli. Non era proprio questo, ma sono tornato su Google è ho trovato 164.000 studi che citano "clouds" e "climate models". Diciamo che mi sembrano sufficienti per confutare l'affermazione della signora che "non le risultano" studi del genere, In entrambe i casi, ho incluso delle schermate dei risultati della mia ricerca. Al che la signora mi risponde


E qui ti trovi di fronte all'abisso. A parte la maleducazione di darmi di ignorante senza ragione, a parte che sono vent'anni che mi occupo di clima e che cosa fanno e non fanno i modelli lo dovrei sapere, l'abisso è che questa signora mi accusa di aver fatto esattamente quello che una persona seria fa quando ti chiedono un informazione. Non solo rispondi, ma fornisce i dati su cui basi la tua risposta.E invece questa qui te la rigira come se fosse un'ammissione di ignoranza. Come è possibile ridursi a questo livello in una discussione?

Dopo di che la discussione è andata avanti come sempre su Facebook, con la signora che ha continuato a inistere che i modelli non prendono in considerazione le nuvole e, fra le altre cose accusandomi di "trincerarmi dietro gli studi scientifici".

Beh, ho lasciato quel gruppo e non se ne parla più. Ma alla fine dei conti che conclusioni possiamo trarre? Beh direi le seguenti

1. Non metterti mai a discutere sui social con qualcuno che ne sa meno di te di un certo soggetto. Se non ti può sconfiggere con la competenza, finisce sempre per sconfiggerti con la persistenza.

2. La vicenda del COVID ha distrutto completamente il prestigio della scienza nella mente di moltissime persone, anche intelligenti, ma che ora si trovano con il dente avvelenato e rifiutano qualsiasi ragionamento che sia vagamente basato su fatti e dati scientifici.

3. Ogni discussione razionale su problemi importanti è ormai diventata impossible. Non vale più neanche la pena di provarci. 

E allora? E allora, andrà come deve andare e avremo quello che ci meritiamo -- queste sono le regole dell'universo. 









sabato 9 settembre 2023

"Oscura e Celeste": Capolavoro e Fallimento

 


A mio parere, Marco Malvaldi è uno dei migliori scrittori italiani come intelligenza, brillanza e creatività. E' noto principalmente per i suoi romanzi polizieschi della serie del "Barlume" ma la sua produzione copre anche altri campi. Qui si cimenta nel "giallo storico" con risultati che sono allo stesso tempo eccellenti e pessimi; che del resto è quello che ti aspetti dalle persone geniali. Non è un caso che Malvaldi abbia scelto Galileo nel ruolo di investigatore, visto come lui fu censurato e ridotto al silenzio. E' una vicenda che oggi si sta ripetendo nei confronti di ogni innovazione in quella strana entità che chiamiamo "scienza"


Di questo libro di Marco Malvaldi mi sentirei di usare allo stesso tempo la definizione di "capolavoro" e di "fallimento". E' un libro estremamente interessante che vale la pena di leggere, e, allo stesso tempo, un libro deludente, che ti lascia con l'idea che avrebbe potuto essere qualcosa che non è stato. 

Ma andiamo nei dettagli, cominciando dal titolo. E' una delle cose sbagliate del libro. Dalla copertina, non si capisce di cosa si tratti, ma nel retrocopertina si legge che "Oscura e Celeste" si riferisce alla figlia di Galileo Galileo, Virginia, ovvero Suor Maria Celeste, nota per avere assistito il padre durante gli ultimi anni della sua vita. Si, che tipo di libro è? Uno si aspetterebbe una storia della vita di Suor Maria Celeste, magari romanzata. Ma, in realtà, la figlia di Galileo ha un ruolo molto marginale nel romanzo, dove invece il protagonista indiscusso è Galileo Galilei stesso.

Così, cominci a leggere senza sapere esattamente cosa aspettarti, e ti trovi immediatamente immerso in una ricostruzione della vita a Firenze nel '600, scritta con una maestria e un'attenzione veramente eccezionali. Del resto, non ti aspetteresti di meno da uno scrittore geniale come Marco Malvaldi che riesce a rivitalizzare i personaggi di quel periodo, da Galileo in persona, al granduca Ferdinando II di Toscana. La descrizione è condita con osservazioni dei paralleli fra allora e oggi che aiutano a capire come la storia di Galileo e della censura a cui fu sottoposto si sta ripetendo oggi. Sta succedendo esattamente la stessa cosa nei riguardi di chiunque cerchi di innovare e cambiare qualcosa in quella struttura ormai ossificata e inutile che chiamiamo "scienza".

Via via che leggi, ti aspetti che l'autore approfondisca la questione del dibattito scientifico al tempo in cui si discuteva del modello geocentrico e di quello eliocentrico; una discussione che fu allo stesso tempo l'apoteosi e la disgrazia di Galileo. Però, gradualmente, il romanzo cambia soggetto e vira verso un "giallo storico" in cui Galileo si trova a investigare sulla morte di una suora del convento in cui viveva sua figlia Virginia. 

Qui, Malvaldi entra in un campo che conosce bene, quello del romanzo poliziesco, e costruisce una storia molto ben congegnata, in cui Galileo gioca il ruolo di Sherlock Holmes, mentre il suo ex allievo e discepolo, il canonico Niccolò Cini, gioca più o meno quello di Watson. E' una bella sfida costruire un'inchiesta di tipo moderno in un'epoca in cui di queste cose non se ne parlava proprio. Ma Malvaldi ci riesce piuttosto bene, con Galileo che dipana l'imbroglio basandosi strettamente soltanto sulle conoscenze che poteva avere all'epoca. 

Si, ma a spese della coerenza del romanzo, che perde l'aggancio con quello che avrebbe potuto essere il suo tema principale: quello del parallelo fra i tempi di oggi e i tempi moderni. Un parallelo che comincia bene all'inizio, ma poi svanisce gradualmente. E, onestamente, ci sarebbe piaciuto sapere di più della personalità di Suor Maria Celeste, che invero rimane oscura sia nella storia come nel romanzo. Che vale comunque la pena di essere letto: ricco di idee, geniale, istruttivo, e avvincente. 

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A parte il giudizio sul romanzo, vorrei aggiungere qualcosa proprio sul fatto che l'autore abbia scelto Galileo come protagonista. Malvaldi è laureato in chimica, ha cominciato la sua carriera come ricercatore, per poi darsi principalmente alla scrittura. Ma rimane uno scienziato, e ha scritto recentemente un saggio sull'entropia (che mi propongo di leggere appena posso). 

Ora, quella cosa che chiamiamo "scienza" comincia con Galileo Galilei, rimane in sordina per un paio di secoli, e poi diventa l'ideologia (o religione, se volete) ufficiale del mondo occidentale nel diciannovesimo secolo -- e lo è tuttora. Con il trionfo della scienza, arriva la sua versione narrativa, il romanzo "giallo" moderno. Lo si fa partire con "I delitti della Rue Morgue" (1841) di Edgar Allan Poe,  ma il genere "sfonda" con Conan Doyle e la sua serie di Sherlock Holmes, di cui il primo romanzo fu pubblicato nel 1886. Sherlock Holmes è il prototipo dello scienziato: uno che ragiona soltanto secondo la logica e prove scientifiche. E non è un caso che Malvaldi abbia trasformato Galileo in uno Sherlock Holmes ante-litteram. I romanzi gialli, o polizieschi se preferite,  sono diventati oggi talmente popolari che non si riesce a pubblicare un romanzo, o a produrre una serie televisiva, se non in forma di un giallo o comunque di un'investigazione.

L'idea del romanzo giallo è che un investigatore, pubblico o privato che sia, si impegna a scoprire l'assassino sulla base di logica, esperimenti, e prove inconfutabili. E quasi sempre ci riesce: è così che deve essere la storia. Ma perché tanto successo di un genere che fino all'800 non esisteva proprio? E' perché fino all'800 la scienza non era ancora la religione ufficiale dello stato moderno. Il romanzo poliziesco come esaltazione della scienza è un genere perfettamente parallelo alle vite dei santi nel medioevo come esaltazione della religione del tempo, il cristianesimo. 

In entrambi i casi, gialli e vite dei santi, la fantasia e il mondo reale hanno poco a che vedere l'una con l'altro. Certo, nelle inchieste giudiziarie, il metodo galileiano aiuta molto, ma non è quasi mai decisivo. Leggetevi la storia dell'omicidio di Marta Russo nell'ottimo libro di Vittorio Pezzuto "Di sicuro c'è soltanto che è morta" e capirete cosa voglio dire. Dopo anni di investigazioni, il meglio che tutto il nostro sistema giudiziario è riuscito a fare è stato condannare due persone senza uno straccio di prova, letteralmente a furor di popolo, . Un'operazione di demonizzazione perfettamente simile ai processi per stregoneria di qualche secolo fa. Negli Stati Uniti, c'è stato il caso di O.J. Simpson e dell'omicidio di sua moglie, anche quello simile sotto molti aspetti.

Peggio ancora, il metodo Galileiano non funziona nemmeno quando applicato a quello che dovrebbe essere proprio il suo campo, la scienza vera e propria.  Pensate alla recente pandemia da Covid: ogni tanto arrivava un provvedimento teoricamente basato sulla "scienza" (che si suppone essere galileiana); bavagli, chiusure, distanziamenti, disinfezioni: su cosa si basavano? Sostanzialmente, sul nulla, a parte le esternazioni dell'esperto di turno che sosteneva di parlare in nome della scienza. O pensate al cambiamento climatico: potete portare tutte le prove che volete, ma tantissimi vi risponderanno che non ci credono e che è tutto un imbroglio. E non c'è modo di convincerli. 

In sostanza, dopo un paio di secoli di entusiasmo, ci stiamo accorgendo che la scienza non è per niente quella meraviglia che pensavamo che fosse. Lo sapevamo già che Sherlock Holmes non è mai esistito, ma ora sappiamo anche che non potrebbe mai esistere. E allora smetteremo di scrivere e leggere romanzi gialli? Probabilmente si. Personalmente, lo spero dato che non mi sono mai piaciuti. 











martedì 5 settembre 2023

Perché le scimmie nude hanno la bocca piccola. Lo spiega Meuianga Mera, capo scienziato della Flotta Stellare Rettiliana




-- Argh... Meuianga. Cos'è questa roba?
-- Ci stai prendendo in giro, Meuianga. Cos'è questa schifezza?
-- Sembra disgustoso. 
-- Aie... disgustoso, davvero. È qualcosa vomitato da un Nawipkeyzätx?

Aspettate, aspettate, cadetti. Non saltate alle conclusioni troppo in fretta. Se vi mostro questo oggetto è perché fa parte della vostraa formazione. Le scimmie la chiamano pizza e la mangiano. È fatto con semi di verdure macinate, un po' di carne e altre sostanze vegetali

-- Che cosa?
-- Davvero, lo mangiano ?
-- Accidenti.... incredibile.
-- Ma come possono........?

Tutto ha una spiegazione, cadetti. E non tutte le specie nella galassia hanno gli stessi usi che abbiamo noi. Lo so, tutti noi amiamo la carne di una preda appena uccisa mangiata a morsi, ma, miei cari alunni, permettetemi di farvi una domanda. Quante volte vi siete potuti concedere di uccidere un Leetlapxkxay e mangiarlo crudo, di recente?

-- Ah, beh, Meuianga, è vero
-- Siamo su un'astronave. Non è facile trovare un Leetlapxkxay all'interno
-- E il viaggio è stato lungo. Anche un buon cacciatore rettiliano deve fare i conti con la realtà. 

SÌ. Quindi siamo tutti abituati alle nostre super-meta razioni. Sono buone. Ci danno forza. Anche se, devo dire, non così gustose. Ma questa è un'altra questione. Oggi voglio spiegarvi come le scimmie nude del pianeta Terra si comportano con il cibo. Ed è una questione legata ad altre caratteristiche di questa specie. Ricordatevi che nella nostra lezione precedente ti parlavo della funzione delle escrescenze carnose che chiamano "labbra". Ma un'altra caratteristica interessante della loro bocca è quanto sia piccola. Ecco una foto di uno di loro. Per inciso, anche se è una scimmia, è piuttosto intelligente. In realtà è una delle loro migliori scienziate. Forse un giorno la farò teletrasportare sulla nostra astronave, così potrete incontrarla. Chiacchierare con queste creature può essere piuttosto divertente. Ma ecco la foto di cui ho parlato,


-- Eh? È davvero una di quelle scimmie nude?
-- Sembra un insetto!
-- Strano. Con quegli occhi grandi!
-- Non ha nemmeno le pupille! 

No, no, cadetti. Non è un insetto. È una delle scimmie che stiamo studiando. Indossa semplicemente sopra i suoi occhi biologici uno strumento che loro chiamano "occhiali" - è un altro tipo di segnale sessuale secondario per loro, ma ne parleremo in una lezione successiva. Vi mostro questa immagine perché questa giovane scimmia mostra piuttosto chiaramente la caratteristica di cui volevo parlarvi oggi: la bocca piccola. Effettivamente è piccola. Confrontatelo con la vostra bocca e lo vedete subito. Posso anche mostrarvi un paragone con la bocca di un'altra specie di scimmie di questo pianeta. È una creatura che chiamano "Scimpanzè" insieme a quella di una scimmia nuda. Sono entrambi primati, strettamente imparentati tra loro in termini genetici. Ma la bocca della scimmia nuda è molto più piccola.



Ora, la domanda è: perché. Potete indovinare? 

-- Ho un'idea, Meuianga. Dipende da cosa mangiano? 

Buona osservazione, cadetto Hämi Te Yuepxoe 'Ipxpaä'itans. E, in effetti, è una possibile spiegazione. Ti posso dirti che la mia prima impressione quando ho esaminato la bocca di queste creature è stata che succhiassero sangue. Questo spiegherebbe perché la loro bocca è così piccola. Non hanno bisogno di masticare e si nutrono di un cibo molto nutriente. Diverse specie su questo pianeta sopravvivono grazie al sangue di altre creature. Le scimmie nude li chiamano "vampiri" e anche noi usiamo questo termine. 

-- È vero, Meuianga? Succhiano davvero il sangue di altre creature?
-- Sono tutti vampiri?

No, cadetti, non proprio. Anche se, occasionalmente, lo fanno, ma non sopravvivono con quello. I vampiri sono piccole creature che mangiano il sangue di creature molto più grandi: possono farlo perché sono così piccoli da non uccidere il loro bersaglio. Sul pianeta Terra, le più grandi specie di vampiri che potremmo identificare sono chiamate "pipistrelli" dagli scienziati scimmie. Sono veramente piccoli. Circa un centesimo del peso di una scimmia nuda. Per mantenere la proporzione, queste scimmie dovrebbero nutrirsi di creature così grandi da non poter esistere su questo pianeta. La gravità li schiaccerebbe!

-- Ah, bene, Meuianga. In un certo senso siamo rassicurati.
-- Queste scimmie nude sono creature interessanti. Ma i vampiri... beh, sarebbe davvero disgustoso. 
-- E anche preoccupante. 

Non preoccupatevi, cadetti, queste scimmie non vi succhieranno il sangue. A dire il vero, hanno alcune strane storie su creature delle loro dimensioni che fanno esattamente questo. Ma non ho mai potuto verificare queste storie, quindi presumo semplicemente che facciano parte di quel mondo virtuale che le scimmie chiamano "leggende". In ogni caso, il motivo della bocca piccola è forse ancora più interessante che se fossero vampiri. 

-- Ci stai incuriosendo, Meuianga
-- Dicci il motivo! 

Ebbene, cadetti, le ragioni possibili sono due, una delle quali non credo sia del tutto soddisfacente, ma vale comunque la pena esaminarla. E ha a che fare con l'oggetto che ti ho mostrato all'inizio di questa lezione. 

-- Ah.... quella cosa che hai chiamato "pizza"?
-- E dici che lo mangiano?

SÌ. la storia è che mangiano cibo pre-digerito. 

-- ........?
-- Cosa fanno......?
-- Veramente?
-- Sembra davvero orribile. 
-- Già....
-- Ma cosa significa "pre-digerito"?

Ah... semplice cadetti, semplice. Sapete che la digestione è un processo che scompone il cibo nei suoi componenti di base. È il lavoro di enzimi secreti dal corpo. Ora, qualcosa di simile può essere fatto riscaldando il cibo, un processo che le scimmie chiamano "cucina".

-- Cucina?
-- Non abbiamo mai sentito nulla del genere.
-- Cosa sarebbe?

È una forma di predigestione. Ad esempio, denatura le proteine ​​in forme più facilmente assorbibili e rompe anche le pareti cellulari per liberare nutrienti e molto altro ancora. Cadetti, lasciate che vi dica che queste scimmie sono piuttosto sofisticate nella loro idea di cucina. Ed è un modello culturale interessante, molto interessante. Quelle pizze sono, in effetti, molto buone. 

.. Ehm... Meuianga, cosa significa?
-- Hai mangiato cibo pre-digerito fatto dalle scimmie?
-- È vero?

Cadetti, una scienziata rettiliana non ha paura di testare personalmente le materie che studia.

-- Sì, Meuianga, ma cibo pre-digerito...
-- Aw... sì. Sembra, sembra....
-- Schifoso.... sembra schifoso.

Lo so, cadetti, sembra disgustoso. Ma fa parte della vostra formazione. 

--Eh...? Vuoi dire che dovremo....?
-- Veramente?
-- Hai.... hai mangiato questa cosa? Questa "pizza"?
-- È questa una prova che dobbiamo superare?

Non ora, cadetti, non ora. Ma man mano che avanzate nella vostra formazione, dovrete superare diversi test. E vi potrebbe anche piacere la pizza... O forse potreste iniziare con il tipo di cibo che chiamano  Sushi . È pesce crudo.

-- Ah... suona meglio
-- Un buon guerriero rettiliano mangia pesce crudo.
-- Certo che lo fa. 

Sì, e il pesce crudo è accompagnato da una dose di etanolo aromatizzato chiamato Sake che ha lo scopo di alterare un po' l'attività sinaptica del cervello. Potete provare anche quello. 

-- Meuianga, per favore, non scandalizzarci così tanto.
-- Lo faremo, se fa parte del nostro addestramento, ma....
-- Meuianga.... per favore...

Cadetti, sono sicuro che farete del vostro meglio. Ma lasciatemi tornare a ciò di cui stavamo discutendo. Stavamo esaminando la piccola bocca delle scimmie nude, e questa idea del cibo pre-digerito, o "cotto", potrebbe spiegarlo. Se la cottura rende il cibo più denso in termini di contenuto nutrizionale, allora queste creature non hanno bisogno di ingoiarne grandi quantità e possono avere una bocca più piccola. Non ha senso per voi?

-- Forse sì, Meuianga.
-- Almeno come l'hai affermato tu. 
-- Ma in che modo la pre-digestione aumenta il contenuto nutrizionale del cibo? 

Ah... bella osservazione, cadetto Kewpxzi'ì Te Lìpuaynin Stìuyi'itan. La cottura aiuta soprattutto a rendere il cibo più facilmente digeribile, ma non ne aumenta tanto il valore nutritivo. Ma è una spiegazione ragionevole perché rende anche il cibo più morbido, e quindi non serve una grande bocca per masticarlo. Quindi è possibile. In realtà, è stato proposto per primo da uno scienziato scimmia di nome Richard Wrangham alcuni anni fa. Ecco un'immagine del "libro" dove lo ha proposto. Notate la cosa divertente sulla testa dello scimpanzé - è quello che chiamano "cappello" - ne parleremo più avanti.  



Wrangham è un'altra scimmia intelligente; L'ho incontrato alcune volte. Ha cercato di convincermi che la sua spiegazione è quella giusta, ma non ne sono sicura. Perché, davvero, non mi sembra sufficiente. Penso che ci sia una spiegazione molto migliore. Ma dobbiamo approfondire il comportamento di queste scimmie e questo lo vedremo in un'altra lezione. Quindi, grazie per l'attenzione, cari cadetti, e buon relax con il vostro super-meta quotidiano. Oppure, se vi piacesse provare una di quelle cose.... pizze.... posso teletrasportartene alcune.

- Ah...
- Beh.
- Forse.
- E in fondo hai ragione quando dici che quelle super-meta razioni non sono poi così gustose. 
- Non dovremmo.... ?
- Perché no?
- Meuianga.... ci fidiamo di te!

 


h/t Ilaria Perissi