giovedì 12 marzo 2015

Due gradi di riscaldamento sono più vicini di quanto si potrebbe pensare

DaArctic News”. Traduzione di MR (h/t Michael Mann)

Di David Spratt

Ci sono voluti cento anni di emissioni di gas serra antropogeniche per alzare la temperatura globale di circa un grado Celsius(1°C), quindi un altro grado è ancora lontano. Giusto? E sembra esserci stata una “pausa” del riscaldamento negli ultimi due decenni, quindi per arrivare a 2°C ci vorrà un bel po' e potremmo avere più tempo di quanto pensassimo. Sì?

Sbagliati entrambi i conti.

mercoledì 11 marzo 2015

Grafici che mostrano il legame a lungo termine fra PIL ed energia (Seconda parte di Una nuova teoria di energia ed economia)

Da “Our Finite World”. Traduzione di MR

Di Gail Tverberg

Nella prima parte di questa serie, ho parlato del perché i combustibili fossili a buon mercato agiscano per la creazione di crescita economica. In questo post, vedremo alcuni dati di sostegno che ci mostrano come funziona questa connessione. I dati riguardano un periodo di tempo molto lungo, alcuni dei quali risalgono al all'anno 1 dell'era cristiana. Sappiamo che c'è uno stretto collegamento fra l'uso di energia (e di fatto dell'uso di petrolio) e la crescita economica negli ultimi anni.


Figura 1. Confronto di una crescita media di tre anni del PIL reale del mondo (basata sui valori della USDA in dollari del 2005) e l'offerta di petrolio e di energia. L'offerta di petrolio e di energia provengono dalla Revisione Statistica dell'Energia Mondiale della BP del 2014. 

In Questo post vedremo come sia stato stretto il legame, risalendo fino all'anno 1 dell'era cristiana. Vedremo anche che le economia che possono potenziare la proprie energia umana con energia supplementare economica ottengono un vantaggio sulle altre economie. Se l'energia diventa un costo alto, vedremo che i paesi perdono il loro vantaggio sugli altri paesi e i loro tassi di crescita economica rallentano.

martedì 10 marzo 2015

Mentre scende la notte

Da “The Archdruid Report”. Traduzione di MR (h/t Richard Heinberg)

Mi ha rattristato sapere, pochi giorni fa attraverso una telefonata di un collega scrittore, che William R. Catton Jr. è morto all'inizio del mese, poco dopo il suo 89° compleanno. Alcuni dei miei lettori non avranno idea di chi fosse; altri potrebbero ricordare vagamente che ho menzionato ripetutamente lui e il suo libro più importante, "Overshoot", in questi post. Coloro che si sono presi il tempo di leggere il libro appena nominato si potrebbero chiedere perché nessuno dei siti della blogosfera del picco del petrolio abbia messo un annuncio funebre o perlomeno notato la morte dell'uomo. Non ho la risposta a quest'ultima domanda, anche se ho i miei sospetti. Ho incontrato Overshoot per la prima volta in una libreria universitaria di Bellingham, a Washington nel 1983. Delle lettere rosse su una copertina rigida gialla enunciavano il titolo, una parola che conoscevo già dalle mie lezioni di ecologia e teoria dei sistemi. L'ho preso dallo scaffale e ho scoperto il futuro che mi stava fissando. Ecco cosa c'è sulla copertina sotto il titolo:


Capacità di carico: carico massimo sopportabile in modo permanente.
Mito cornucopiano: credenza euforica in risorse senza limiti.
Drenaggio: rubare risorse dal futuro.
Culto del cargo: illusione che la tecnologia ci salverà sempre dal
Overshoot (superamento): crescita al di sopra della capacità di carico di un'area che porta al
Collasso: moria.

lunedì 9 marzo 2015

Aporia

DaThe Great Change”. Traduzione di MR

 "Strategicamente, tutto si riduce a giocare la carta della paura o quella della speranza, anche se non si escludono l'una con l'altra".

Di Albert Bates


Ultimamente abbiamo ponderato strategie attraverso le quali le persone consapevoli si sono approcciate alla minaccia esistenziale posta dal cambiamento climatico. Ha poco senso sprecare tempo in strategie che sono destinate a fallire, quindi periodicamente dobbiamo chiederci se il tempo dedicato alla rabbia, a reinventarci e a re-inquadrarci sia ben speso. In numerosi anni nel passato abbiamo adottato un approccio “tutto quello di cui” al consiglio di mitigare il cambiamento climatico, concedendo ugual peso ai processi esasperanti dei negoziati e agli arresti di massa. Da un lato ci impegniamo nella ritualità complessa degli incontri lunghi settimane delle Nazioni Unite cercando di metterci d'accordo su codici di condotta vincolanti. Dall'altro ci rallegriamo alle dimostrazioni di piazza ed ascoltiamo discorsi di incoraggiamento delle celebrità che ci dicono che dobbiamo modificare i nostri stili di vita, diventare verdi, conservare.

domenica 8 marzo 2015

Febbraio 2015: i fallimenti accelerano nel settore petrolifero

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR


di Antonio Turiel

Cari lettori,

potrebbe sembrare che non sta succedendo nulla di particolarmente rilevante sulla scena internazionale, tenendo conto della relativa stagnazione dell'evoluzione del prezzo del petrolio brent durante le ultime settimane. Dopo essere sceso dai 110 dollari al barile del giugno 2014 a meno di 50 dollari al barile nel gennaio del 2015, sembrava che la situazione si invertisse con una ripresa relativamente repentina di 10 dollari al barile a fine gennaio. Tuttavia, quasi un mese più tardi il prezzo del barile continua a rimanere da quelle parti.


In realtà è tutto il contrario: si sta verificando una rivoluzione che non viene percepita dalla maggior parte degli analisti economici, cioè, coloro che guardano solo l'evoluzione dei prezzi senza cercare di capire cosa ci sia dietro. E questa rivoluzione non è una rivoluzione energetica sullo stile di quella che è stato tanto sbandierato che stessero facendo gli Stati Uniti, ma proprio il crollo di questo gigante dai piedi d'argilla. Uno sguardo rapido alle statistiche della società di servizi dell'industria petrolifera Baker Hughes ci mostra il brutale crollo del numero di perforazioni orizzontali (caratteristiche, anche se non esclusive, del fracking) negli Stati Uniti, di più del 30% dal loro massimo dell'ottobre 2014:



E di conseguenza si avvicendano le notizie sulle estrazioni petrolifere e del gas, molte delle quali vincolate dal fracking, che stanno chiudendo per colpa dei propri debiti o licenziando in massa (metto i link delle sole notizie degli ultimi due mesi. Negli ultimi mesi del 2014 c'è una raccolta di queste della stessa dimensione):



Ma questa è solo la punta dell'iceberg, visto che non solo le estrazioni col fracking stanno soffrendo. Dall'altro lato della frontiera, la situazione non è molto meglio per le estrazioni delle sabbie bituminose in Canada:



Il disastro che sta avvenendo nel settore delle sabbie bituminose del Canada dà, sicuramente, un'altra dimensione, economica ed interessata, al recente veto del presidente Obama alla costruzione dell'oleodotto Keystone XL.

E una conseguenza davvero preoccupante: non chiudono solo le estrazioni da fracking negli Stati Uniti, ma anche, e ad un ritmo più rapido, le trivellazioni verticali in quel paese (le quali sono tipiche dell'estrazione di petrolio convenzionale). Come vedrete nel grafico allegato, la caduta in questo caso è di circa il 50%, partendo inoltre da un punto da un numero che era molto più stabile nel tempo:


Nel frattempo, il Dipartimento dell'Energia statunitense, attraverso la EIA, riconosce nel suo rapporto di congiuntura che l'offerta ha superato la domanda già da più di un anno (anziché avere il tipico incrocio di curve stagionale) e non si prevede che le due variabili comincino ad equilibrarsi fino alla prossima estate:


Finora, queste eccedenze di petrolio prodotto, oltre ad abbassare il prezzo, sono servite alle grandi potenze per approvvigionarsi di oro nero. Così, le riserve di petrolio degli Stati Uniti e della Cina sono colme, cosa che alcuni analisti male intenzionati usano per ingannare il profano dicendo – letteralmente – che “le riserve degli Stati Uniti sono ai massimi storici”, confondendo così il petrolio stoccato nei depositi (che serve solo per coprire pochi mesi di consumo) con le riserve geologiche di petrolio. Il grafico del Dipartimento dell'Energia statunitense ci mostra che prevedono che la domanda di petrolio cominci a recuperare verso l'estate. Se tale previsione non si verifica (perché si scatena una recessione su scala globale) e la domanda non sale, essendo oltretutto i depositi di petrolio pieni, la produzione globale di petrolio sarebbe a grave rischio, visto che i prezzi si deprimeranno ancora di più e si chiuderebbero ancora più pozzi e giacimenti, alcuni dei quali non sarebbero tanto facili da riattivare nel caso di una eventuale ripresa economica successiva. 

Tutti questi indizi fanno prevedere che si avvicina un momento di rottura. O meglio il prezzo del petrolio comincia ad aumentare presto, per rilanciare finalmente la domanda (poco probabile) o perché la caduta della produzione finalmente si incontri con l'attuale livello di domanda, o meglio, una crisi finanziaria col fracking come epicentro è servita. Attendiamo gli eventi.

Saluti
AMT

Affrontare i terremoti indotti dall'iniezione di fluido

Da “Phys.org”. Traduzione di MR (h/t Cristiano Bottone)

Sull'argomento dei terremoti correlati all'iniezione di fluidi nel sottosuolo, vedi anche questo post di Aldo Piombino.

Di Susan Garcia


Sismogramma registrato da un sismografo all'Osservatorio Weston in Massachusetts, USA. Foto da Wikipedia

Un saggio pubblicato oggi su Science fornisce un caso di maggiore trasparenza e raccolta di dati per l'attivazione di strategie per mitigare gli effetti dei terremoti antropogenici causati dall'iniezione di acque reflue associate alla produzione di petrolio e gas negli Stati Uniti. Il saggio è il risultato di una serie di laboratori condotti dagli scienziati dell'USGS in collaborazione con l'Università del Colorado, dell'Oklahoma Geological Survey e del Laboratorio Nazionale Lawrence di Berkeley, suggerisce che è possibile ridurre il rischio di sismicità indotta attraverso la gestione delle attività di iniezione.

Grandi aree degli Stati Uniti che erano soggette a pochi terremoti o a nessuno, negli ultimi anni hanno registrato un aumento notevole dell'attività dei terremoti che ha causato una considerevole preoccupazione e danni alle strutture. L'aumento dell'attività sismica, specialmente negli Stati Uniti centrali, non è il risultato di processi naturali. Piuttosto, l'aumento della sismicità è dovuto all'iniezione di fluido associato alle nuove tecnologie che favoriscono l'estrazione di petrolio e gas da riserve precedentemente improduttive. Queste moderne tecniche di estrazione danno come risultato grandi quantità di acque reflue prodotte insieme a petrolio e gas. Lo smaltimento di queste acque reflue attraverso la loro iniezione in profondità occasionalmente provoca terremoti che sono abbastanza forti da essere percepiti e a volte persino dannosi. L'iniezione in profondità delle acque reflue è la causa principale del drammatico aumento dei terremoti rilevati e del corrispondente aumento del rischio sismico negli Stati Uniti centrali.

sabato 7 marzo 2015

Stasera, Luca Pardi in TV!



Da non perdere: Stasera Luca Pardi, presidente di ASPO-Italia, parla di petrolio e di fracking in TV.

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Stasera seconda puntata di SCALA MERCALLI su Rai3 ore 21:30 :
Carbone, gas, petrolio: sono gli idrocarburi che hanno permesso all'uomo la crescita degli ultimi duecento anni. Ma estrarre risorse naturali è sempre più difficile e costoso.
Inquinamento in Cina, esempio positivo della Danimarca, architettura eco-biocompatibile in Italia.

http://www.scalamercalli.rai.it/dl/portali/site/news/ContentItem-461075e5-4f21-455a-aae5-b05d17b1e4b2.html?refresh_ce
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Si possono vedere le puntate già trasmesse qui :

http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/page/Page-5b5f6bd2-5128-4d7f-9987-212ab3949511.html?set=ContentSet-e700c6bd-340d-4c48-b0b6-5bddaf753356&type=V

h/t Gianni Tiziano.