mercoledì 24 maggio 2023

Capitan Nutella Contro i Veicoli Elettrici



Questo post sul "Fatto Quotidiano" non aveva lo scopo di prendersela con Capitan Nutella che, a mio parere, non è il peggiore della banda di quelli che stanno al governo in questo momento. Menzionare Salvini era semplicemente un modo per attirare l'attenzione per divulgare il messaggio di Roberto Cazzolla Gatti sulla correlazione fra tumori e qualità dell'aria. Francamente, non è stato un gran successo. NESSUNO dei commentatori ha menzionato la questione dei tumori; come se la cosa non ci riguardasse tutti quanti. Come è possibile che ci siamo ridotti a questo livello è difficile dire, ma certamente non è promettente. Non si può più discutere di niente senza buttarlo sulla caciara e sul complotto. Qui lo si vede molto bene. C'è là fuori pieno di gente straconvinta che i veicoli elettrici siano un trucco creato dai poteri forti per farci andare a piedi tutti quanti. E i tumori? Un altro complotto dei poteri forti. Che gli vuoi dire? (UB)


Abolire il superbollo per le auto di grossa cilindrata? Pessima idea di Salvini

il Fatto Quotidiano, 18 Maggio 2023
di Ugo Bardi

Matteo Salvini ha proposto recentemente di abolire il “superbollo” sulle macchine di grossa cilindrata. Lo giustifica per “dare ossigeno al mercato”. Sarà anche vero, forse, ma quali saranno le conseguenze di incoraggiare la diffusione di veicoli grossi e pesanti sull’inquinamento atmosferico?

Abbiamo sempre saputo che l’inquinamento da traffico è un grosso problema. Gli ultimi dati lo confermano, indicando che è un fattore importante nello sviluppo dei tumori. Sarebbe ovviamente eccessivo dire che “le automobili fanno venire il cancro”, però sicuramente contribuiscono al problema in modo significativo. Questo è il risultato di una serie di studi del gruppo di Roberto Cazzolla Gatti, dell’università di Bologna. Trovate il loro lavoro più recente a questo link, e un riassunto in italiano a questo link.

Se avete tempo, vi invito a dare un’occhiata alla figura 3 dell’articolo di Cazzolla Gatti. Vi si apriranno gli occhi su tante cose, e su come la nostra salute è influenzata da fattori come le aree coltivate, aree industriali, siti da bonificare e molto altro. Ne parleremo in dettaglio in altri post, ma qui concentriamoci sull’influenza del traffico veicolare sulla salute. Lo studio dimostra che uno dei fattori più importanti, anche se non il solo, è la densità (non il numero totale) dei veicoli a motore in termini di numero per abitante.



Cosa sta succedendo? Non ci avevano obbligato a mettere le marmitte catalitiche e i filtri anti-particolato? Non bastavano? Apparentemente no. Sono strumenti utili per ridurre le emissioni che derivano dalla combustione del carburante nei motori, ma non possono azzerarle. In aggiunta, sta venendo fuori ultimamente un problema con i metalli nobili, platino e altri, contenuti nelle marmitte, che finiscono in parte dispersi nell’ambiente. Si cominciano a rilevare questi metalli nell’aria che respiriamo e nelle cose che mangiamo. Sono quantità molto piccole, ma non c’erano mai stati prima e il loro loro effetto sulla salute è sconosciuto. C’è poi un problema con il particolato emesso dal rotolamento dei pneumatici e dall’usura dei freni, anche quello cancerogeno

Possiamo migliorare? Certamente, riducendo le emissioni. Questo lo possiamo fare usando veicoli più leggeri, usandoli di meno, incoraggiando il trasporto pubblico e razionalizzando la distribuzione delle attività e dei servizi. Se poi passiamo alla trazione elettrica, eliminiamo completamente le emissioni da combustione. E siccome i veicoli elettrici non hanno bisogno di marmitte catalitiche, in un colpo solo ci liberiamo anche dell’inquinamento da metalli nobili.

Ovviamente, i veicoli elettrici non eliminano le emissioni da rotolamento e da frizione dei freni. C’è anche chi ha detto che emettono di più di quelli convenzionali perché sono più pesanti. In realtà, i risultati sperimentali indicano che non è così. Una delle ragioni è che i veicoli elettrici sono dotati di sistemi di recupero di energia dalla frenata, che consentono di rallentare senza usare i freni. E quindi non c’è ragione di non incoraggiare i veicoli elettrici.

Lo so che nell’infinito rumore che ci circonda il tema dell’inquinamento ambientale è passato di moda, di fronte a problemi molto più importanti, tipo il fatto che il Papa dovrebbe o non dovrebbe benedire i cani. Ma dovremmo anche pensare un po’ alla nostra salute, alle volte anche ascoltando la tanto bistrattata “scienza” che, quando è fatta da persone serie, ci da delle informazioni utili e importanti. Quindi, vedete che l’idea di Salvini di incoraggiare l’uso di auto di grossa cilindrata va esattamente in direzione contraria rispetto a quello che dovremmo fare.



lunedì 22 maggio 2023

Firenze: la "non-città". La trasformazione da cittadini in abitanti

 


Aurora Suleimanovich, nuova cittadina del quartiere di Oltrarno di Firenze e, in quanto tale, appartenente di diritto della compagnia dei "Bianchi."  


Ieri, a Firenze, abbiamo visto la cerimonia della benedizione delle bandiere dei Bianchi nella chiesa di Santo Spirito, una delle quattro compagnie di "calcianti" di Firenze. Bello, coinvolgente, addirittura travolgente. Non ancora, miracolosamente, solo un attrazione turistica, ma una cosa sentita e creduta da molti fiorentini. Le "compagnie", organizzazioni di quartiere spesso in competizione fra loro, sono una tradizione che va indietro al Medio Evo, e che continua tuttora. Sono parte di quello che rende una città un'entità vivente, qualcosa che ha una sua esistenza organica e che crea i cittadini, opposti a quelli che sono semplicemente "abitanti." Purtroppo, Firenze si sta trasformando da una città in un insieme di appartamenti, e i cittadini in abitanti. Forse è inevitabile, o forse le cose cambieranno di nuovo nel futuro. Per il momento, questa è la situazione. I dettagli ve li potete leggere in questo bel post di Miguel Martinez sul suo blog "Kelebek" (La farfalla). 


I Bianchi di Santo Spirito e la Saligia

Oggi ho partecipato al corteo che da Santa Maria del Carmine andava a Santo Spirito, per ottenere la benedizione delle bandiere dei Bianchi: tra poco, i nostri scenderanno nella sabbia di Santa Croce, e se vinceranno (e se sopravviveranno), disputeranno il finale a San Giovanni, il 24 giugno (dove qualche anno fa spaccarono la clavicola al nostro grande Vàllero, e lo mandarono in coma).

Ho scritto Santa/Santo/San quattro volte, e dà un quadro del nostro mondo

E’ gente da moccoli, che non va spesso in chiesa, e il Priore degli Agostiniani, nella sua predica, li smaschera subito, dicendo che cercano la benedizione per vincere, solo che anche i Rossi, i Verdi e gli Azzurri, da furbi, si sono fatti benedire le bandiere anche loro, e quindi si neutralizzano tutti a vicenda.

E’ una piccola umanità di Sioux o di hobbit o semplicemente di beceri, come preferite.

Questa antica umanità (nella foto, da sinistra, ape, antilope e luna) è sull’orlo dell’estinzione, esattamente come tutte le altre umanità, e magari anche la umanità stessa, o la vita stessa, a causa di quella forza impersonale e demoniaca, che si chiama capitalismo.

Nella navata di Santo Spirito, una signora americana dallo splendido sorriso, mi chiede cosa stanno celebrando. E provo in circa centosedici secondi, a spiegarle cos’è il Calcio in Costume; e lei mi sorride, alza il pugno e dice, “I hope the Whites win!”

Ecco, questa è la turista.

Che è l’umanità colta nel suo momento migliore: il momento in cui partiamo con grandi occhi spalancati, cercando di amare e scoprire il mondo.

Ma ecco invece cos’è il turismo.

Dal sito Inside AirBnB, la mappa di puntini rossi dei luoghi su cui la multinazionale AirBnB, proprietà dei signori Brian Chesky, Nathan Blecharczyk e Joe Gebbia, ha creato un impero miliardario, senza magari aver mai messo piede a Firenze.

Innanzitutto ecco tutta Firenze:

Che poi colpisce ancora di più quando vedi cosa è successo strada per strada nel nostro Rione:

Per ogni puntino rosso, immaginatevi una storia.

Che va da

  • ho seri problemi economici, affitto la stanza dei figlioli ormai grandi che se ne sono andati di casa, e faccio pure amicizia con l’americana dallo splendido sorriso che vuole sapere tutto del nostro rione
  • ho una seconda casa, e me ne vado a vivere a Soffiano, e affitto quella in centro, e sulla porta ci metto un lucchetto a codice così non devo nemmeno guardare in faccia l’ospite, che sarà solo una transazione sul mio conto corrente
  • ho una casa che ho affittato anni fa per un prezzo ragionevole alla Nonna Nietta che è pensionata, e l’ho venduta a una finanziaria delle Isole Cayman che in realtà appartiene a una finanziaria londinese che campa di soldi sauditi, e la finanziaria di Nonsisadove sta mandando minacce per sfrattare la Nonna Nietta, per affittare casa sua a dieci volte il prezzo

Non immaginatevi mai mostri (nemmeno la Nonna Nietta è perfetta, anche se ci si avvicina).

Smettetela di odiare i padroni.

Pensate al capitalismo, che entra dentro ciascuno di noi e ci corrode, e non ha nome né volto né corpo, ma ci tenta sempre per SaligiaSuperbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidie. Ciò che gli economisti chiamano, mercato.

Eppure alla fine del capitalismo e della Saligia, dopo le mille scuse che ciascuno di noi avanza, c’è solo la morte.

La morte del rione, la morte della diversità delle culture, la morte delle famiglie, la morte della terra, delle radici, dei funghi, delle identità, degli alberi, dei tassi, delle lingue, delle stagioni, delle donne e degli uomini, l’avvelenamento di terra, acqua, aria.

E da non cristiano, resto fulminato dalle parole che San Paolo (ancora un San!) rivolse agli efesini:

“La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”

domenica 21 maggio 2023

Tutto Cambia. Il Blog di Ugo Bardi

 


Tutto cambia. Anche questo blog, che adesso prende il nome di "Il Blog di Ugo Bardi." Continueremo a parlare di molte e svariate cose; con un atteggiamento se possibile un po' meno catastrofistico di quello che il concetto di "Dirupo di Seneca" poteva far pensare (Ma Seneca non è mai stato un catastrofista).

Tace anche il blog in Inglese ("The Seneca Effect") sabotato dai poteri forti e diventato un bersaglio per la peggio gente di questo pianeta che trovavano offensiva l'idea che ci potevano essere dei rimedi per evitare o mitigare il collasso. Persone che ragionano come un necrofilo che improvvisamente si accorge che l'oggetto del suo interesse romantico è vivo e vegeto. 

In Inglese, vedrò di bloggare principalmente sull'argomento "energia" sul blog intitolato "Il Paradigma del Girasole" che almeno non promette necrofilia catastrofica. E anche sul blog delle chimere

Su questo blog, rimangono valide le regole di prima, commenti razzisti, nazisti, o semplicemente antipatici vengono cassati sul nascere. Vedrò di attivare anche una politica di moderazione un tantino più selettiva. Finora ho passato qualunque fesseria purché non offensiva. Diciamo che non tutte le fesserie passeranno. 

E, come al solito, chi non rispetta le regole è soggetto alla maledizione Assiro-Babilonese della perdita delle ruote del carro da guerra in piena battaglia. 

Andiamo avanti, e prendiamola con ottimismo. Gracias a la vida






mercoledì 17 maggio 2023

Ha fatto bene la Germania a chiudere le centrali nucleari?







Dal "Fatto Quotidiano" 8 Maggio 2023

E così, ci siamo arrivati. Sia pure con quattro mesi di ritardo rispetto al previsto, la Germania ha chiuso le sue ultime tre centrali nucleari il mese scorso. La notizia ha generato critiche un po’ da tutte le parti. Un certo settore del movimento ambientalista (incluso Greta Thunberg) ha sostenuto che le centrali non dovevano essere spente perché questo causerà un aumento della produzione di carbone e si è parlato con orrore della necessità di “aprire nuove miniere di lignite”. I nuclearisti, sia italiani che tedeschi, hanno lanciato urla di orrore, parlando di errore strategico irrimediabile.

In realtà, la chiusura delle centrali non era una decisione affrettata. Era inevitabile. Erano antiquate e obsolete e tenerle in funzione avrebbe richiesto pesanti costi di manutenzione; era meglio mettere quei soldi in nuovi impianti rinnovabili che rendono di più per la stessa spesa. Per non parlare dei problemi di sicurezza inerenti a tenere in vita centrali progettate negli anni 1970. C’era poi anche un problema strategico non da poco. La Germania non produce uranio sul suo territorio, e neppure ha impianti di arricchimento dell’uranio. Sembra (ma i dati non sono chiari) che finora la Germania abbia importato uranio arricchito principalmente dalla Russia e, chiaramente, non era il caso di trovarsi di nuovo a rischio di ricatto come con il gas naturale, anche quello importato dalla Russia.

In ogni caso, le ultime tre centrali producevano solo il 6% dei consumi della Germania e la loro chiusura viene compensata dall’efficientamento dei consumi e da nuovi impianti rinnovabili. Le emissioni di gas serra in Germania sono in discesa continua dal 1990, e non c’è nessuna evidenza di una ripresa della produzione di carbone.

Così, quello che stiamo vedendo non è altro che è il risultato di un programma di transizione verso l’energia rinnovabile, detto “EnergieWende” in tedesco. E’ un idea che è in giro dagli anni 1990, ma che sta diventando una realtà, non più soltanto uno slogan. Il piano è di dimezzare (come minimo) le emissioni di gas serra in Germania entro il 2030, per poi portarle a zero entro il 2050. I tedeschi hanno i loro difetti, come tutti, ma non sono noti per non saper pianificare le cose a lunga scadenza. Visto lo sviluppo rapido, addirittura esplosivo, delle rinnovabili negli ultimi anni, l’obbiettivo di emissioni zero entro il 2050 è non solo raggiungibile, ma addirittura conservativo.

Paesi come la Svizzera, il Belgio, la Spagna e la Svezia, stanno seguendo l’esempio della Germania e hanno pianificato la chiusura delle loro centrali nei prossimi anni. Rimane la Francia, il paese più “nuclearizzato” d’Europa, ma anche loro stanno cercando di ridurre la loro dipendenza da un parco di reattori obsoleti. Altri paesi europei stanno producendo nuovi reattori o considerando la possibilità di costruirli; ma nel complesso il ciclo dell’energia nucleare in Europa Occidentale si avvia verso la sua conclusione entro un paio di decenni.

Per quanto riguarda l’Italia, le prospettive dell’energia nucleare non sono buone. L’Italia non ha risorse minerali di uranio e ha abbandonato la tecnologia nucleare da un pezzo. Se volessimo ripartire, come alcuni propongono, dovremmo ricominciare da zero, importando materiali, conoscenza, e combustibile dall’estero a dei costi insostenibili. E i risultati non arriverebbero prima di un decennio, come minimo.

L’International Atomic Energy Agency, parla di 7-10 anni necessari per costruire nuovi impianti in paesi che hanno ancora una filiera di produzione, ma almeno 15-20 anni per quelli che non ce l’hanno, come l’Italia. Senza poi nessuna garanzia che quando gli impianti saranno in grado di produrre qualcuno ci darebbe il combustibile necessario per farli funzionare. Insomma, un certo ciclo è finito, mettiamoci il cuore in pace.

Possiamo pensare a nuove tecnologie nucleari che cambierebbero le carte in tavola? Forse sì, ma bisogna parlare di cose serie, non di annunci mirabolanti sui media senza prove che dietro ci sia qualcosa di funzionante. E quindi, vista la situazione, teniamo i piedi per terra e andiamo avanti con la transizione energetica più adatta per il “paese del sole”. Forza con le rinnovabili.

venerdì 12 maggio 2023

La transizione ai veicoli elettrici non si ferma più. L’Italia è indietro, ma passerà anche questa







Questo mio post sul "Fatto Quotidiano" del 30 Aprile 2023 ha avuto un notevole successo, perlomeno a giudicare dal numero dei commenti (428 al momento). L'auto elettrica suscita un notevole interesse e, in alcuni, un odio viscerale che si esprime con dei commenti che vanno dal ridicolo all'incomprensibile. Comunque, stiamo andando avanti



Esce in questi giorni il nuovo rapporto dell’International energy agency (IEA) sulle tendenze del mercato dei veicoli elettrici. In breve: la transizione verso l’elettrico nel mondo è partita e ormai non si ferma più.

Stiamo vedendo una crescita esplosiva che porterà i veicoli elettrici a dominare il mercato in pochi anni: ci si aspetta che la produzione di veicoli elettrici supererà quella dei veicoli termici entro il 2030, anche se la sostituzione totale di quelli termici circolanti richiederà più tempo. In questo momento, la crescita è in gran parte condotta dalla Cina. Segue la Germania, anche lì con una crescita rapida. Altri mercati sono un po’ più indietro, ma sono tutti in crescita.

In parallelo alla crescita delle vendite, vediamo anche la crescita delle infrastrutture e lo sviluppo di nuove tecnologie. La diffusione dei veicoli elettrici va in parallelo con quella dell’energia rinnovabile, con la prospettiva di una sinergia che ci aiuterà a superare il problema dell’intermittenza della produzione. I veicoli elettrici non sono solo dei consumatori di energia, ma le loro batterie possono funzionare come sistemi di accumulo, fornendo energia alla rete quando necessario, oppure facendo da generatore di emergenza in caso di black-out. E’ una possibilità ancora da esplorare, ma che si sta già proponendo in termini concreti.

Allo stesso tempo, nuove tecnologie per le batterie promettono di superare il problema di una possibile futura carenza di litio. Stanno nascendo impianti per il riciclo del litio, si stanno diffondendo batterie al litio che usano ferro invece di cobalto come elemento ausiliario, e le nuove batterie al sodio si stanno affacciando sul mercato. Se diventano comuni, il problema della carenza di minerali critici cesserà di porsi: il sodio è fra i metalli più abbondanti nella crosta terrestre.

Si tratta a questo punto di superare il segmento di mercato che ha dato inizio alla transizione verso l’elettrico, quello delle auto di alta gamma, tipo la Tesla. Non è un caso che si sia partiti da quel settore, dove le industrie automobilistiche hanno trovato la possibilità di fare maggiori profitti. Ma è una strategia che ha dato origine alla leggenda che le auto elettriche siano necessariamente più costose di quelle termiche. Non è così. E’ tipico delle innovazioni che all’inizio siano più care delle tecnologie che sostituiscono, ma a lungo andare i veicoli elettrici sono destinati a costare meno di quelli termici a parità di prestazioni: sono più semplici, usano meno risorse, e durano più a lungo.

Adesso, dobbiamo muoverci verso la diffusione della trazione elettrica nei veicoli più comuni e diffusi: utilitarie, veicoli da trasporto, mezzi speciali, e autobus. E’ una tendenza che stiamo già vedendo.
Questo rapido sviluppo tecnologico sta sparigliando molte certezze che non sono più tali. L’IEA parla di qualcosa come 5 milioni di barili di petrolio al giorno che in qualche anno non avranno più mercato a causa dell’introduzione dei veicoli elettrici. Non è tantissimo rispetto ai circa 90 milioni di barili al giorno prodotti oggi nel mondo, ma è comunque l’inizio del declino dell’“era del petrolio”. E’ un declino ormai reso inevitabile dal graduale esaurimento dell’ultima risorsa petrolifera che sembrava abbondante, il petrolio di scisto americano. Il passaggio alla trazione elettrica renderà il declino più rapido. Potrebbero anche finire le “guerre per il petrolio”? Perlomeno, lo possiamo sperare.

L’Italia, come al solito, è indietro sia in termini di diffusione dei nuovi mezzi, sia in termini di produzione dal parte dell’industria nazionale. Ci deve essere qualche ragione profonda per il rifiuto di questa innovazione che ci mette ai margini di una tendenza planetaria. Forse è il risultato di una martellante campagna anti-elettrico sui media sponsorizzata non si sa da chi, ma che è stata efficace a convincere molte brave persone che i veicoli elettrici hanno problemi che in realtà non esistono. Tipo che prendono fuoco facilmente, che non funzionano quando è freddo, che sono più inquinanti di quelli termici, e persino che non sono adatti per andare a trovare la zia che sta male. Ma anche questo passerà: certe rivoluzioni non si possono fermare.


lunedì 8 maggio 2023

Elly Schlein Spiegata agli Americani

Post tradotto dal mio blog in Inglese "The Seneca Effect" 

 

Più di una volta, l'Italia è stata un laboratorio politico che ha influenzato il resto del mondo. Basta pensare a Mussolini e, più di recente, a come un governo guidato da un oscuro burocrate di nome Giuseppe Conte abbia avviato la tendenza dei lockdown a livello nazionale, adottati poi ovunque nel mondo. L'Italia può essere un paese arretrato, ma è un torbido pool memetico che produce microbi memetici. Sopra, vediamo  la signora Elly Schlein, recentemente eletta segretaria del "Partito Democratico" italiano (PD) come mostrata in una recente intervista nell'edizione italiana di Vogue. Penso che sentiremo parlare molto di questa signora in futuro.


Quando Elly Schlein è stata eletta segretaria del Partito Democratico (PD) in Italia, due mesi fa, ho pensato che fosse solo un tentativo disperato di rilanciare un partito che non aveva più niente da dire in politica. Ma  mi sbagliavo. Elly Schlein non è il risultato delle convulsioni di un'organizzazione allo sbando. È una grande innovazione nelle pubbliche relazioni, progettata per rivoluzionare il panorama politico italiano e forse mondiale. 

Fino a non molto tempo fa, i politici tendevano a proiettare l'immagine dell'uomo forte, il "padre della patria" le cui decisioni erano sempre sagge. È un passato che se n'è andato, forse per sempre. Le leve del potere politico si sono spostate verso le oscure lobby che controllano i governi, mentre il compito dei politici è ora principalmente quello di mantenere una parvenza di partecipazione popolare al processo di governo. Insomma, tutta immagine e niente sostanza. 

La signora Schlein è parte di questa evoluzione. È la punta di un'innovativa campagna di pubbliche relazioni lanciata dal PD e dai suoi sponsor, e sta usando la stessa strategia che Silvio Berlusconi, ex premier italiano, ha usato per decenni: non importa quante persone ti odiano: ciò che conta  è quante persone ti votano. 

Così, Berlusconi ha preso di mira le fasce meno colte della popolazione italiana con un'immagine personale di un uomo ricco che poteva fare quello che voleva. Se sei povero, è una figura che potresti sognare di imitare. Molte persone odiavano Berlusconi per la sua immagine, ma lui ha costantemente vinto le elezioni nel corso di una carriera politica decennale. 

Elly Schlein sta facendo qualcosa di simile. Non sta cercando di apparire ai suoi potenziali elettori come "una di noi", ma, piuttosto, "quello che ognuna di noi vorrebbe essere", almeno per il target a cui si rivolge; quella dei giovani occidentali di sinistra. Quindi, proietta la sua immagine di giovane, indipendente, bisessuale, globalista, femminista e, soprattutto, una  donna di successo  che può gestire se stessa e le sue preferenze sessuali come vuole. Tra l'altro, non ha avuto remore a rivelare che si avvale di un " armocromista" una sorta di assistente a 300 Euro/ora per curare gli abbinamenti cromatici degli abiti che indossa. Insomma, l'immagine perfetta del "radical chic", oggi meglio conosciuto con il nome di "woke". E il fatto il fatto che non assomigli a una modella mostra che il suo successo è il risultato delle sue capacità, non del suo aspetto. 

La strategia di PR di Elly Schlein ha avuto molto successo, almeno fino ad ora. Un gran numero di persone "di sinistra" si sono precipitate alla tastiera per  criticarla su tutti i social media per aver tradito la classe operaia  a causa della sua intervista con Vogue, dei suoi vestiti alla moda e della sua assistente armocromista. Sorprendentemente, nessuno di loro si è accorto che stavano facendo esattamente ciò che i responsabili delle pubbliche relazioni di Schlein volevano che facessero. Volevano che attirasse l'attenzione dei media; ed evitare di ripetere l'errore che avevano commesso con lo scialbo ex-segretario, Enrico Letta. Queste brave persone di sinistra insistono a fare lo stesso errore che avevano fatto con Berlusconi: più lo attaccavano, più lo rendevano popolare. Di nuovo, non importa quante persone ti odiano; ciò che conta è quante persone votano per te. 

Certo, la politica non è solo una questione di immagine fisica; devi avere opinioni, programmi e piattaforme. In questo campo Schlein sembra aver compreso il punto critico della politica moderna. Puoi essere criticato per quello che hai detto ma non per quello che non hai detto. Quindi, l'abilità di un politico moderno è saper parlare molto senza dire nulla. Schlein sembra aver padroneggiato questa abilità, almeno da quello che possiamo leggere nella sua recente intervista con  Vogue Magazine . estratti in inglese ). Fa tutto parte dell'immagine: è così che funziona la politica al giorno d'oggi. 

Quindi, penso che stiamo assistendo alla nascita di una nuova tendenza. Si noti come l'immagine di Schlein sia simile a quella dell'ex primo ministro neozelandese, Jacinda Arden. 


Poiché i politici sono un prodotto, l'industria che li produce (l'industria delle pubbliche relazioni) tende a imitare e riproporre prodotti di successo. In un post precedente  ho notato come il leader ucraino Volodymyr Zelensky abbia adottato un dress code molto simile a quello del leader della destra italiana Matteo Salvini. A proposito di Schlein e Arden, si noti come entrambe le donne abbiano volti relativamente allungati, una caratteristica spesso associata a un  aspetto "maschile"Queste donne tendono a produrre un'immagine di indipendenza, fiducia in se stessi e assertività. Al momento, non esiste un esatto equivalente nel panorama politico statunitense, sebbene Alexandra Ocasio-Cortez abbia alcuni elementi di somiglianza con loro. Forse il politico statunitense che assomiglia di più a Schlein è Barack Obama, almeno nel senso di essere un altro esperto nel parlare molto senza dire niente.   

La mia impressione è che a partire dall'Italia, questo tipo di figure politiche femminili fortemente promosse per mezzo di pubbliche relazioni possa presto diffondersi in tutto il mondo occidentale. Non che qualcosa cambierà; avremo solo "persone di facciata" piuttosto che "uomini di facciata" al vertice. E continuiamo a marciare verso il futuro, qualunque esso sia.

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Come ulteriore nota, ecco l'avversaria di Schlein in Italia, Giorgia Meloni, leader della destra. 


È una politica più tradizionale: una classica posizione "populista". È aggressiva e schietta, ma nel complesso proietta un'immagine più "femminile" rispetto a Schlein, e sarebbe difficile immaginarla impiegare un'armocromista personale. La mia impressione è che uno degli scopi della creazione dell'immagine di Elly Schlein fosse quello di preparare un'arma memetica anti-Meloni. Secondo me, se arriva il momento critico, Schlein potrebbe distruggere facilmente la Meloni facendola sembrare una venditrice di frutta in un mercato di provincia. Ma questo lo vedremo.


mercoledì 3 maggio 2023

Notizia in anteprima: si ripubblica "Viaggiare Elettrico" in versione aggiornata

 


Pubblicato nel 2017, "Viaggiare Elettrico" non aveva avuto una grande diffusione; era probabilmente troppo presto per parlare di certe cose al grande pubblico. Ma si è rivelato assai profetico. Oggi, la produzione e la vendita dei veicoli elettrici sta letteralmente esplodendo, causando anche dei discreti mal di pancia ai fautori delle vecchie auto a combustione e generando una certa perplessità nel pubblico, che ancora non ha chiaro molte cose riguardo ai nuovi mezzi. 

Così, l'autore (Ugo Bardi) e l'editore (Luciano Celi) si sono messi d'accordo per una riedizione aggiornata del libro. Ci stiamo lavorando sopra, speriamo di poterlo fare uscire in tempi abbastanza brevi. Aggiornato, espanso, con nuovi dati e nuove prospettive. 

Nel frattempo, se proprio non potete aspettare per saperne di più sui veicoli elettrici, potete ancora acquistare la versione corrente del libro sul sito dell'editore!