Visualizzazione post con etichetta Firenze. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Firenze. Mostra tutti i post

lunedì 22 maggio 2023

Firenze: la "non-città". La trasformazione da cittadini in abitanti

 


Aurora Suleimanovich, nuova cittadina del quartiere di Oltrarno di Firenze e, in quanto tale, appartenente di diritto della compagnia dei "Bianchi."  


Ieri, a Firenze, abbiamo visto la cerimonia della benedizione delle bandiere dei Bianchi nella chiesa di Santo Spirito, una delle quattro compagnie di "calcianti" di Firenze. Bello, coinvolgente, addirittura travolgente. Non ancora, miracolosamente, solo un attrazione turistica, ma una cosa sentita e creduta da molti fiorentini. Le "compagnie", organizzazioni di quartiere spesso in competizione fra loro, sono una tradizione che va indietro al Medio Evo, e che continua tuttora. Sono parte di quello che rende una città un'entità vivente, qualcosa che ha una sua esistenza organica e che crea i cittadini, opposti a quelli che sono semplicemente "abitanti." Purtroppo, Firenze si sta trasformando da una città in un insieme di appartamenti, e i cittadini in abitanti. Forse è inevitabile, o forse le cose cambieranno di nuovo nel futuro. Per il momento, questa è la situazione. I dettagli ve li potete leggere in questo bel post di Miguel Martinez sul suo blog "Kelebek" (La farfalla). 


I Bianchi di Santo Spirito e la Saligia

Oggi ho partecipato al corteo che da Santa Maria del Carmine andava a Santo Spirito, per ottenere la benedizione delle bandiere dei Bianchi: tra poco, i nostri scenderanno nella sabbia di Santa Croce, e se vinceranno (e se sopravviveranno), disputeranno il finale a San Giovanni, il 24 giugno (dove qualche anno fa spaccarono la clavicola al nostro grande Vàllero, e lo mandarono in coma).

Ho scritto Santa/Santo/San quattro volte, e dà un quadro del nostro mondo

E’ gente da moccoli, che non va spesso in chiesa, e il Priore degli Agostiniani, nella sua predica, li smaschera subito, dicendo che cercano la benedizione per vincere, solo che anche i Rossi, i Verdi e gli Azzurri, da furbi, si sono fatti benedire le bandiere anche loro, e quindi si neutralizzano tutti a vicenda.

E’ una piccola umanità di Sioux o di hobbit o semplicemente di beceri, come preferite.

Questa antica umanità (nella foto, da sinistra, ape, antilope e luna) è sull’orlo dell’estinzione, esattamente come tutte le altre umanità, e magari anche la umanità stessa, o la vita stessa, a causa di quella forza impersonale e demoniaca, che si chiama capitalismo.

Nella navata di Santo Spirito, una signora americana dallo splendido sorriso, mi chiede cosa stanno celebrando. E provo in circa centosedici secondi, a spiegarle cos’è il Calcio in Costume; e lei mi sorride, alza il pugno e dice, “I hope the Whites win!”

Ecco, questa è la turista.

Che è l’umanità colta nel suo momento migliore: il momento in cui partiamo con grandi occhi spalancati, cercando di amare e scoprire il mondo.

Ma ecco invece cos’è il turismo.

Dal sito Inside AirBnB, la mappa di puntini rossi dei luoghi su cui la multinazionale AirBnB, proprietà dei signori Brian Chesky, Nathan Blecharczyk e Joe Gebbia, ha creato un impero miliardario, senza magari aver mai messo piede a Firenze.

Innanzitutto ecco tutta Firenze:

Che poi colpisce ancora di più quando vedi cosa è successo strada per strada nel nostro Rione:

Per ogni puntino rosso, immaginatevi una storia.

Che va da

  • ho seri problemi economici, affitto la stanza dei figlioli ormai grandi che se ne sono andati di casa, e faccio pure amicizia con l’americana dallo splendido sorriso che vuole sapere tutto del nostro rione
  • ho una seconda casa, e me ne vado a vivere a Soffiano, e affitto quella in centro, e sulla porta ci metto un lucchetto a codice così non devo nemmeno guardare in faccia l’ospite, che sarà solo una transazione sul mio conto corrente
  • ho una casa che ho affittato anni fa per un prezzo ragionevole alla Nonna Nietta che è pensionata, e l’ho venduta a una finanziaria delle Isole Cayman che in realtà appartiene a una finanziaria londinese che campa di soldi sauditi, e la finanziaria di Nonsisadove sta mandando minacce per sfrattare la Nonna Nietta, per affittare casa sua a dieci volte il prezzo

Non immaginatevi mai mostri (nemmeno la Nonna Nietta è perfetta, anche se ci si avvicina).

Smettetela di odiare i padroni.

Pensate al capitalismo, che entra dentro ciascuno di noi e ci corrode, e non ha nome né volto né corpo, ma ci tenta sempre per SaligiaSuperbia, Avarizia, Lussuria, Invidia, Gola, Ira, Accidie. Ciò che gli economisti chiamano, mercato.

Eppure alla fine del capitalismo e della Saligia, dopo le mille scuse che ciascuno di noi avanza, c’è solo la morte.

La morte del rione, la morte della diversità delle culture, la morte delle famiglie, la morte della terra, delle radici, dei funghi, delle identità, degli alberi, dei tassi, delle lingue, delle stagioni, delle donne e degli uomini, l’avvelenamento di terra, acqua, aria.

E da non cristiano, resto fulminato dalle parole che San Paolo (ancora un San!) rivolse agli efesini:

“La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il sangue, ma contro i Principati e le Potestà, contro i dominatori di questo mondo tenebroso, contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti”

sabato 13 agosto 2022

Il Divieto di Annaffiare gli Orti: follia totale.

 


La storia del divieto di annaffiare orti e giardini a Firenze sta scivolando dall'assurdo al ridicolo, e a questo punto atterra nella follia totale. Abbiamo un ordinanza emessa per fronteggiare un'emergenza che non esiste, che colpisce un'attività che comunque non avrebbe nessun effetto sull'emergenza, anche se esistesse. Per finire, gli stessi proponenti non sanno come applicarla in pratica, e hanno deciso di andarsene in ferie per non rispondere alle domande dei cittadini. Sembra che il degrado ambientale vada a braccetto con il degrado delle amministrazioni pubbliche e di tante altre cose. 

Qui, riproduco un articolo di Miguel Martinez. Per saperne di più, andate per prima cosa a vedere l'ottimo articolo "La Terra Devastata" di Carlo Cuppini, e il mio recente articolo sul "Fatto Quotidiano" 



Annaffiatori clandestini fiorentini

Segnalo un articolo dell’ottimo Ugo Bardi uscito oggi sul Fatto Quotidiano sul tema dell’ordinanza ammazzaverde emessa dal Comune di Firenze.

Nella parte essenziale, l’ordinanza dice che il Sindaco:

ORDINA
fino al 30 settembre 2022, agli utenti di tipo domestico di Publiacqua S.p.A., è fatto divieto assoluto, su tutto il territorio comunale, di utilizzare l’acqua potabile proveniente dall’acquedotto per scopi diversi da quelli igienici e domestici ed in particolare è vietato utilizzare acqua potabile fornita dal pubblico acquedotto per:
 l’innaffiamento di giardini, prati ed orti;
 il lavaggio di cortili e piazzali e garage;
 il lavaggio domestico di veicoli a motore;
 il riempimento di vasche da giardino, fontane ornamentali e simili, anche se dotate di impianto di ricircolo dell’acqua.

L’altro ieri, telefono alla Polizia Ambientale del Comune di Firenze (Viale A. Guidoni, 158, tel. n. 055 328 3683, se volete provare anche voi), con una domanda molto semplice.

“Buongiorno, io non ho né un giardino né un orto, ho alcune piante sulla terrazza, tra cui piantine di pomodori e di erbe aromatiche per consumo domestico.

Vorrei sapere se, in base all’ordinanza ORD/2022/00157 del 28/07/2022, posso annaffiarle o le devo lasciare morire?

L’addetta della Polizia Ambientale mi dice che il Regolamento della Regione Toscana approvato con D.P.G.R. n. 29/R del 26 maggio 2008 “Disposizioni per la riduzione e l’ottimizzazione dei consumi di acqua erogata a terzi dal Gestore del Servizio Idrico Integrato” vieta solo

l’utilizzo dell’acqua potabile erogata da pubblico acquedotto per:
· irrigare orti e giardini con superficie superiore a 500 m2
· innaffiare e irrigare superfici adibite ad attività sportive;
· alimentare impianti di climatizzazione ed impianti di qualsiasi altro tipo;
· riempire piscine ad uso privato

e che quindi non c’è problema, non ho un “orto con superficie superiore a 500 m2”.

Le faccio presente che l’ordinanza del sindaco di Firenze è molto più restrittiva del regolamento della Regione Toscana, e parla di “divieto assoluto” di utilizzo dell’acqua pubblica per “scopi diversi da quelli igienici e domestici”.

A questo punto mi dice che la questione non è di competenza della Polizia Ambientale, e mi invita a telefonare al Reparto Quartiere 1 Zona Centrale, Via delle Terme, 2, tel. n. 055 2616057, per competenza di zona.

Telefono stamattina al numero che la signora mi ha gentilmente dato.

Mi risponde una voce maschile, a cui pongo la stessa domanda.

Mi dice che la questione è di competenza della Polizia Ambientale di Viale Guidoni, e che devo chiamare loro.

Gli spiego che sono proprio loro che hanno detto che la competenza è invece sua.

Mi dice che gli sembra strano, poi mi legge il brano dell’ordinanza che riporto sopra.

Gli chiedo,

“sì, l’ordinanza l’ho letta anch’io. Ma voglio sapere se posso o no annaffiare i vasi che ho sulla terrazza, che non sono un giardino, un prato o un orto”.

Mi risponde, dicendo,

“l’ordinanza mi sembra molto chiara”.

“Cioè secondo lei io posso annaffiare le piante sulla mia terrazza, o le devo lasciar morire?”

“l’ordinanza mi sembra molto chiara.”

“Ma scusi, se lei mi vede annaffiare le piante sulla mia terrazza, lei mi multa o no?”

“L’ordinanza mi sembra molto chiara. Comunque io devo rispondere adesso a richieste per permessi.”

“Io cosa devo fare? Posso chiederle una risposta sì o no, e chiederle il suo nome?”

“La saluto, buongiorno”.

“Buongiorno”.

Stamattina ho provato quattro o cinque volte a richiamare la Polizia Ambientale, nell’orario indicato sul sito del Comune, ma non risponde.

venerdì 5 agosto 2022

Quando le buone Intenzioni fanno solo danni. L'ordinanza contro gli sprechi di acqua a Firenze

 


La situazione dell'invaso di Bilancino che rifornisce di acqua Firenze. Quest'anno è piovuto meno di altri anni, ma la situazione non è assolutamente di emergenza. Ci sono oltre 60 milioni di metri cubi nell'invaso, più o meno come gli anni scorsi. Questa quantità è più che sufficiente per arrivare all'inverno, quando ricomincerà a piovere. Il problema della siccità NON è un problema di quantità di pioggia, è un problema di distribuzione della pioggia.  


Qui abbiamo un buon esempio di come la politica del "fare qualcosa" da l'impressione che i politici facciano qualcosa di utile, mentre in realtà non lo stanno facendo. Anzi, peggiorano la situazione.  

Qui, Carlo Cuppini, fra le altre cose un mio vicino di casa, racconta la storia dell'ordinanza che vieta di innaffiare orti e giardini a Firenze fino al 30 Settembre. Serve a qualcosa? 

In realtà, è solo greenwashing. Il problema che abbiamo a Firenze non è che manchi l'acqua. La situazione dell'invaso di Bilancino, che ci rifornisce di acqua, è del tutto normale per questa stagione dell'anno -- con 60 milioni di metri cubi d'acqua non ci sono problemi. Il problema climatico non si manifesta in termini di quantità assolute, ma in termini di distribuzione. Abbiamo estati più calde e più secche, e inverni più umidi, ma la quantità di pioggia non è cambiata molto negli ultimi anni. 

Ma il politico non può limitarsi a dire "le cose non vanno poi così male" -- deve "fare qualcosa," mostrarsi attivo, poter dire "siamo intervenuti con forza di fronte all'emergenza." Notate la frase chiave dell'intervista di Carlo Cuppini:

ci sono state pressioni: l'autorità idrica ha mandato la richiesta di fare ordinanze contro lo spreco dell'acqua il 3 giugno; molti sindaci le hanno fatte subito; noi siamo gli ultimi, abbiamo rimandato, ma alle riunioni era tutto un dire "perché noi l'abbiamo fatta e Firenze non fa l'ordinanza?", alla fine abbiamo dovuto farla anche noi.

Invece, bisognerebbe fare qualcosa di serio per riportare la situazione idrica e meteorologica a quella che era una volta. A parte la lotta contro le emissioni di gas serra, c'è una questione di riforestazione e di cura del suolo in modo tale che non si perda immediatamente la pioggia che arriva -- con tutti i danni che fanno le piogge intense. Ma questo è complicato, costoso, e richiede tempo. Invece, (altra frase chiave dell'intervista) "qualcosa bisogna pur fare."

E qui stiamo.


di Carlo Cuppini

Ve lo riferisco con riluttanza, sgomento. Non avrei neanche voglia di scriverlo, questo post. Ma devo farlo.

Questa mattina mi sono attaccato al telefono per avere delucidazioni sull'ordinanza che vieta, tra l'altro, di innaffiare orti e giardini a Firenze fino al 30 settembre (vedi mio post di ieri "Declinazioni provinciali...").

L'impiegato della Direzione Ambiente che mi ha risposto mi ha detto che non sapeva niente e mi ha dato il diretto di un dirigente. Quello, appena ha capito che volevo parlare dell'ordinanza 157, mi ha stoppato e mi ha dato il numero della persona che ha scritto il documento (non farò il nome, perché lo scopo di questo posto non è fare gogne mediatiche: giornalisti eventualmente interessati ad approfondire, contattatemi in privato).

L'ho chiamata, mi ha risposto, abbiamo avuto una lunga e cordiale conversazione. Io non ho fatto polemiche: non volevo affermare le mie ragioni, volevo capire le sue, e per questo volevo che si sentisse a suo agio, che si sentisse compresa.

Le ho chiesto prima di tutto se l'ordinanza avesse delle omissioni, dei sottintesi, delle deroghe non espresse. Risposta: quello che c'è scritto è.

Le ho chiesto se quindi avrei dovuto lasciare seccare le mie piante di pomodori. Risposta: sì, a meno di ingegnarsi (attingere acqua a una fonte, ricavarla da un pozzo...).

Le ho chiesto del prato. Risposta: anche quello, da far seccare.

Le ho chiesto se, oltre ai pomodori e al prato, dovrei lasciar morire anche gli alberi e le piante che si trovano nel mio giardino. Risposta: eh, bisogna ingegnarsi.

Le ho chiesto se il Comune di Firenze è cosciente che questa ordinanza condanna alla distruzione migliaia e migliaia di piante e alberi nel territorio comunale; le ho chiesto a che genere di idea "green" corrisponda questa strategia. Risposta: sì, certo, ne siamo coscienti, ma qualcosa bisogna sacrificare. È meglio sacrificare i suoi pomodori che un'attività produttiva, no?

Le ho chiesto se dunque la mia famiglia deve davvero rinunciare alle quattro piante di pomodori che soddisfano interamente il nostro fabbisogno fino a ottobre. Risposta: Sì, è meglio che lei perda i suoi pomodori, tanto può comprarli al supermercato, piuttosto che togliere l'acqua a un autolavaggio, che poi entra in ballo un discorso di occupazione, di sindacati...

Le ho chiesto se il territorio di Firenze sta vivendo davvero una crisi idrica così drammatica da preferire la distruzione del verde, degli alberti, delle piante. Risposta: In realtà no, l'invaso di Bilancino è ancora pieno per l'80% [più o meno come l'anno scorso, e l'anno prima, e l'anno prima ancora in questo periodo – nota mia]; ma ci sono state pressioni: l'autorità idrica ha mandato la richiesta di fare ordinanze contro lo spreco dell'acqua il 3 giugno; molti sindaci le hanno fatte subito; noi siamo gli ultimi, abbiamo rimandato, ma alle riunioni era tutto un dire "perché noi l'abbiamo fatta e Firenze non fa l'ordinanza?", alla fine abbiamo dovuto farla anche noi.

Le ho chiesto se la distruzione del verde riguarderà anche i produttori. Risposta: no, le attività produttive non possono essere toccate, neanche l'autolavaggio, per l'appunto. L'ordinanza riguarda solo le utenze domestiche.

Le ho chiesto del verde pubblico. Risposta: eh, anche noi abbiamo dovuto decidere. Ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo fatto una lista: questo prato lo salviamo, quest'altro lo lasciamo seccare. Pensando anche agli investimenti fatti: se un prato era stato piantato qualche mese prima non si poteva far seccare. Facciamo tanti investimenti per il verde...

Le ho chiesto se aveva presente la differenza tra far seccare un prato o un'aiuola, che poi ripianti i semi e dopo tre settimane sono uguali, e far morire un albero vecchio di dieci, venti, trent'anni, con tutte le sue relazioni complesse con l'ecosistema. Risposta: Eh, bisogna che uno si ingegni.

Le ho chiesto se queste decisioni non siano in contraddizione con la norma che impedisce di abbattere un albero che si trovi nel proprio giardino senza un apposito permesso e senza che sia prevista la sua sostituzione. Risposta elusiva.

Le ho chiesto se per caso l'ordinanza sia stata fatta con la convinzione che tanto verrà ignorata da moltissime persone e non farà grossi danni. Risposta: Le norme vanno rispettate; ma poi basta vedere quanti cartelli di divieto di sosta ci sono, e quante macchine parcheggiate...

Le ho chiesto come potrei ignorare questa norma se avessi un vicino litigioso e incattivito nei miei confronti, che non vede l'ora di avere un pretesto per mettermi nei guai e che chiamerebbe immediatamente la municipale vedendomi con la sistola in mano. Risposta: be', sì, del resto le norme sono fatte per essere rispettate, non per essere eluse.

Ho chiesto se quindi il Comune sia cosciente del fatto che con questa ordinanza – salvo ribellione in massa – trasformerà la città di Firenze in un deserto nel giro di tre mesi, con relativo aumento della temperatura, distruzione dell'ecosistema, della catena alimentare, della biodiversità. Risposta: Sì, ma anche se in questo momento noi non siamo in emergenza, qualcosa bisogna pur fare.
La conversazione è stata davvero pacata e piacevole. Nessuna provocazione, polemica o protesta da parte mia. Non volevo prendermela con la dottoressa XY: volevo capire. Volevo ascoltare la voce dell'ultimo anello della catena che rappresenta la follia al potere. E in questo sono stato accontentato: era una persona normale.
Normali e perbene sono le persone che negli ultimi due anni e mezzo hanno varato, votato, apprezzato, rispettato - senza mai osare fare un rilievo critico –i i provvedimenti che stanno alla base di questa deriva irrazionale, dispotica, punitiva e totalitaria, ormai talmente diffusa nella mentalità comune da essere diventata invisibile, completamente disciolta, e quindi inarginabile e incommentabile. Infatti sono andato in internet e non ho trovato un solo articolo o commento critico su questa norma (che si ritrova quasi identica in molti Comuni dal Nord al Sud della Penisola). Neanche uno. Davvero non avevate capito che i "noi consentiamo / noi non consentiamo" avrebbero portato dritto a questo? Adesso è dura tornare indietro. E non so neanche quanti vorrebbero farlo.
Io penso agli orti che in questo momento si stanno seccando. Agli animali, che, di conseguenza, stanno morendo. Penso agli alberi decennali che stanno morendo. Penso all'invaso di Bilancino che oggi contiene 60 milioni di metri cubi d'acqua, pronti per essere utilizzati. Penso a quanta acqua serve per produrre un chilo di carne o un hamburger. A quanta viene divorata dal digitale (guardare un film in streaming costa 400 litri d'acqua, ci diceva nel 2016 l'Imperial College - io ne uso 40 al giorno per irrigare i miei 30 metri di orto-giardino). Penso alle mie piante, che danno da mangiare a me e ai miei figli, che in questo momento "dovrebbero" stare morendo.

Penso che adesso è abbastanza fresco per uscire e dare una bella annaffiata.

Anche le tartarughe ne saranno contente, e anche il discreto popolo degli insetti. L'alveare, incastonato nel buco tra le pietre del muro davanti alla casa, brulica di api. E pensare che stiamo solo a un chilometro da Porta Romana.
E mi chiedo infine: c'è un avvocato, un giurista, un magistrato, disposto a dire che, semplicemente, questa follia non si può fare, perché una follia del genere - a livello giuridico e politico - ha la stessa legittimità, giustificazione e plausibilità di altre follie ancora più criminali?

martedì 12 luglio 2016

Il bello delle grandi opere - come andrà a finire con il nuovo aeroporto di Firenze?


L'auditorium di Piazza del Mercato, a Fiesole, in provincia di Firenze. Annunciato nel 2003, avrebbe dovuto essere finito in due anni. Oggi, dopo oltre un decennio, questo gigantesco arnese in vetro e cemento giace abbandonato in una piazza, mai terminato. Un destino che potrebbe abbattersi su altre "grandi opere" in programmazione nella provincia di Firenze, incluso il nuovo mega-aeroporto nella piana di Sesto.


Alle volte ti sentiresti contento a poter dire di aver avuto ragione, anche se non ti hanno dato retta. In realtà, vedere che tutto è andato come tu e altri avevano previsto - ovvero malissimo - non ti da nessuna soddisfazione. Questo è il caso dell'auditorium di Fiesole, edificio che fu annunciato in pompa magna nel 2003 dall'allora sindaco come "una necessità irrinunciabile per la città."

A questo annuncio, molte associazioni locali reagirono con critiche; principalmente sulle dimensioni previste per l'auditorium. Fiesole è una piccola cittadina in cima a una collina: non ha gran che in termini di ricettività alberghiera, non ha grandi parcheggi adiacenti a dove doveva sorgere l'auditorium, e il servizio di autobus dal centro di Firenze non solo è scomodo, ma anche inesistente negli orari in cui opera di solito un auditorium. E allora, a cosa poteva servire un auditorium di 312 posti?

Ma, come vi potete immaginare, quelli di noi che si opponevano furono accusati di tutto e di più: di essere contro lo sviluppo, di essere contro i posti di lavoro, di volere il male di Fiesole; di essere nemici del popolo lavoratore. Mi ricordo che ci infamarono anche alcuni dei vecchietti della società filarmonica di Fiesole, la cui sede è stata inglobata poi nell'edificio. Sembravano convinti che il comune stesse costruendo l'auditorium apposta per fare un regalo a loro.

Così, i lavori per l'auditorium sono partiti e i "due anni" sono diventati oltre un decennio. Oggi, dopo 13 anni dal primo annuncio, se fate una passeggiata nella piazza del Mercato, a Fiesole, ci troverete l'oggetto in vetro-cemento che vedete nella foto, più sopra. Non c'è che dire, un bel pugno in un occhio; assolutamente sproporzionato per una piccola cittadina come Fiesole. Ma, peggio della sproporzione è il fatto che non è ancora finito e probabilmente non lo sarà mai.

In questo momento, l'amministrazione comunale di Fiesole sta lottando disperatamente per evitare la bancarotta dovuta a certe operazioni finanziarie alquanto disinvolte delle amministrazioni precedenti. Non è detto che ci riesca, ma anche se ci riuscisse non ci sarebbero certamente i soldi per finire l'auditorium. E, anche se qualcuno li trovasse, chi si prenderebbe all'anima di gestire un arnese del genere? Il comune, no di certo; un privato, forse? Ma chi prenderebbe in gestione un grande cinema-teatro in cima a una collina quando ci sono già decine di cinema e teatri nel centro di Firenze? Insomma, ti trovi a camminare davanti a questo arnese e ti viene lo sgomento (e dicono anche che ci piove dentro!).

Credo che ci sia più di una cosa da imparare da questa storia. Una è che io credo che quelli che hanno spinto per costruire l'auditorium non avevano il guadagno personale come obbiettivo - perlomeno non il principale. L'hanno fatto in perfetta buona fede; in nome della crescita economica. E, 15 anni fa, quando si cominciò a parlarne, sembrava in effetti abbastanza ovvio che quella fosse la giusta direzione. Se qualcuno avesse detto, allora, che il comune di Fiesole non si sarebbe potuto permettere di gestire un cinema-teatro, ti avrebbero guardato come un marziano. Si dovrebbe imparare da questo (ma non lo si imparerà) che il futuro è sempre diverso da quello che ti aspetti.

A proposito di non imparare dagli errori del passato, oggi è il turno del nuovo aeroporto di Firenze: guardate il progetto (foto da Kelebek)


Notate come la nuova pista va a piazzarsi nel mezzo di una zona altamente urbanizzata, con il centro storico di Firenze a pochi chilometri di distanza. Fra le altre cose, se realizzata, la nuova pista costringerà a spostare gran parte degli edifici del Polo Scientifico dell'università di Firenze, per non parlare della distruzione delle ultime zone verdi della piana.

Ma, a parte queste cosucce; la nuova pista non vi sembra una cosa sproporzionata? Serve, essenzialmente, a fare atterrare i grandi aerei carichi di turisti che oggi non possono atterrare sulla pista esistente. Evidentemente, nove milioni di turisti all'anno a Firenze sono considerati troppo pochi. Ma quanti turisti può effettivamente gestire una città come Firenze prima di scoppiare per il sovraffollamento? E siamo sicuri che continueranno ad aumentare per sempre?

Eppure, quando sentite il presidente della regione Toscana dichiarare “C’è una priorità assoluta: aeroporto, aeroporto, aeroporto” sembra di sentire il sindaco di Fiesole (fra l'altro suo compagno di partito) quando dichiarava che l'auditorium era una "priorità irrinunciabile."

Andrà a finire nello stesso modo?












venerdì 29 maggio 2015

Presentazione di Ugo Bardi, stasera a Firenze



Stasera Ugo Bardi parla allo Chalet Fontana; un locale storico fiorentino sul Viale dei Colli, recentemente restaurato e riproposto come luogo di incontri culturali e scientifici.

Viale Galileo Galilei, 7, Firenze. Ore 19, ingresso libero, aperitivo e/o cena opzionali.


domenica 11 gennaio 2015

Nonostante tutto, esiste ancora un mondo reale: la manifestazione per i Nidiaci di Firenze





In un mondo dominato dalla televisione, c'è ancora modo di trovarsi tutti insieme in carne ed osssa e all'aria aperta in un quartiere per difendere gli spazi pubblici che rimangono. Questo è quello che è successo ieri nel quartiere di San Frediano, a Firenze - uno dei più antichi della città.

Ecco qualche immagine della manifestazione in favore del mantenimento dello spazio pubblico del giardino dei "Nidiaci", donato al quartiere un secolo fa dal benefattore Carlo Matteo Girard, e ora acquisito per una speculazione edilizia.

Ci vogliono queste cose per ricordarci che il mondo è fatto di cose reali e non solo di immagini viste in TV.

h/t Kelebek


(Nota: l'autore di questo post note non risiede al momento a San Frediano, ma è nato in quella zona e tuttora "ci sente" parecchio)

venerdì 18 luglio 2014

Italia: come ci si adatta al collasso

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR


Il nuovo centro commerciale San Lorenzo a Firenze. Un'area all'americana progettata principalmente con in mente il turismo internazionale. E' un esempio del tentativo dell'economia italiana di adattarsi al collasso in corso dei sui settori produttivi tradizionali, cercando di sfruttare nuove risorse di guadagno. Finora, questa modalità nuova modalità sembra aver avuto successo. Sfortunatamente, tuttavia, persino i turisti stranieri potrebbero essere una risorsa insostenibile. 

Se vi capita di visitare Firenze, in questi giorni, potreste notare il centro commerciale nuovo di zecca al piano superiore del vecchio mercato centrale. E' una grande ristrutturazione di ciò che era una volta un mercato ortofrutticolo, che veniva frequentato principalmente dalla gente del posto. Ora è una una “zona ristorante” tipicamente americana con molti ristoranti diversi che condividono gli stessi tavoli. Per la mia esperienza personale, posso dirvi che il cibo in questo luogo è di qualità media; troppo caro, ma non terribilment. E' il tipo di cibo che i turisti stranieri sono giunti ad attendersi a Firenze, lo chiamerei cibo misto con una vena fiorentina. Notate che non ho intenzione di scoraggiarvi dal provare questo posto. Al contrario, perlomeno è un modo di evitare le molte abominevoli trappole per turisti che in cui potreste imbattervi a Firenze se siete abbastanza sfortunati (vi potrebbe piacere anche dare un'occhiata ad alcune mie osservazioni sull'antica cucina fiorentina). Volevo solo osservare come la nuova zona ristorante sia un esempio delle tendenze attuali dell'economia italiana.


Ho già discusso del collasso italiano in post precedenti (uno e due). Il collasso continua a procedere e gli ultimi risultati provenienti dall'ISTAT indicano che l'Italia ha perso il 25% della propria produzione industriale dopo il 2008, senza nessun segno di miglioramento in vista. I politici blaterano di “far ripartire la crescita”, ma c'è poco che si possa fare di fronte a un tale disastro. La cosa migliore che sembrano in grado di concepire è di truccare le statistiche per creare l'apparenza di una ripresa inesistente.

Il collasso è il risultato principalmente del fardello sempre più pesante dei beni minerali importati sull'economia italiana. Questo fardello supplementare ha distrutto la competitività dell'industria manifatturiera italiana. Di conseguenza, il sistema economico italiano si sta attivamente riadattando, cercando di trovare nuove risorse. Deve trovare mercati di nicchia “leggeri”, aree in cui non servono grandi quantità di energia e di minerali perché vengano gestite. Li sta trovando principalmente nelle industrie della moda e e in quella alimentare.

Se vivete in Italia, specialmente a Firenze, non potete evitare di notare come stia prosperando l'industria della moda; lo potete vedere anche da iniziative fortemente discutibili come il "vestimento" del Battistero a Firenze come se fosse un gigantesco foulard. I tradizionali centri manifatturieri sono andati e con loro se ne è andato gran parte del tradizionale potere finanziario italiano. Il Monte dei Paschi è sopravvissuto alla Morte Nera nel Medio Evo, ma potrebbe non sopravvivere al picco del petrolio! Persino il celebrato nuovo Primo Ministro italiano, Matteo Renzi, è una conseguenza del nuovo equilibrio del potere economico in Italia.

Anche il turismo sta rapidamente guadagnando un nuovo status di risorsa fondamentale nell'economia italiana. Il turismo è sempre stato un'industria tradizionale in Italia, ma ora sta diventando qualcosa di nuovo: con gli italiani impoveriti che viaggiano sempre meno, il turismo internazionale sta diventando dominante. Ma non è più il tempo in cui i visitatori internazionali rimanevano in Italia per mesi o anni, per esplorare l'antica cultura ed il paesaggio. Ora i turisti restano pochi giorni al massimo ed hanno poco interesse o nessuno nel visitare altre cose rispetto alle visite guidate nelle città d'arte: Venezia, Firenze e Roma. Il risultato è la concentrazione del turismo in aree in cui può essere sfruttato efficientemente da iniziative come l'area ristorante a Firenze di cui parlavo. Al di fuori di questi centri il turismo è a sua volta in pericolo.

Finora, le economie in espansione di alcuni paesi, principalmente la Cina, stanno fornendo un flusso di turisti in aumento verso le principali mete turistiche italiane. Tuttavia, ci vuole poco ad esporre la fragilità di questo piccolo boom economico in Italia. Pensate alla possibilità di una nuova crisi finanziaria, come quella del 2008, e potete immaginare cosa succederà. Il piano superiore di San Lorenzo tornerà ad essere quello che era? Forse, e la mia impressione che abbiamo davvero perso qualcosa smantellando il vecchio mercato ortofrutticolo.