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sabato 21 agosto 2021

Io, Ilaria e la balena

 

di Ugo Bardi

Questo è un piccolo pezzo teatrale per illustrare il nostro lavoro sull'economia e l'ecologia del mare che abbiamo scritto io e la mia collaboratrice Ilaria Perissi. E' un tantino artigianale, ma l'abbiamo improvvisato secondo la tradizione della commedia dell'arte. 

E questo è il nostro libro (la versione in Italiano). E' stato pubblicato l'anno scorso e purtroppo è passato un po' inosservato nel grande marasma del Covid. Ma adesso stiamo cercando di raccontare per quanto possibile, anche mediante questi piccoli pezzi teatrali.


Se avete modo, lo presentiamo questo martedì, 24 Agosto, presso "Il Conventino" via Giano della Bella, n. 20. Ore 18. Conduce la discussione Domenico Guarino di Controradio




lunedì 31 agosto 2020

Recensione de "Il Mare Svuotato"

                                                       


Di Walter Mola

 

 Diciamolo subito: è un bel libro, probabilmente il  migliore scritto da Ugo Bardi, questa volta in compagnia di una ricercatrice Ilaria Perissi, ma lo stile, il modo, con cui  ti presenta un problema grave come l'esaurimento della disponibilità  ittica a livello planetario è coinvolgente e ben documentato, il suo.

Il titolo riprende un altro bel testo scritto nel 2011 sempre per Editori Riuniti, “La Terra Svuotata” in cui si parla dell'esaurimento dei minerali. Ne “Il Mare Svuotato” si affronta il tema del superamento della capacità di rigenerazione dei pesci con una pesca industriale che non tiene conto minimamente dei cicli biologici con l'idea tipicamente estrattivista con cui si va avanti fino all'ultimo. Lo dimostra molto bene facendo notare che ormai oltre la metà del pesce consumato proviene da allevamenti con tutte le problematiche connesse. Gli allevamenti intensivi  sono già fonte di guai sulla terra ferma figuriamoci in mare.

Il libro non si limita all'elenco di disastri causati dall'uomo in mare ma dimostra come di fronte ad un limite evidente (la diminuzione del pescato) invece di comprendere i cicli naturali,  la risposta  sia stata da un lato con l'incremento della capacità dei pescherecci e dall'altro dalla ricerca di nuove aree. 

Utili i riferimenti alla storia dell'esaurimento, quasi estinzione, dei più grandi abitanti dei mari: le balene. Soggette ad una caccia spietata nell'800 erano quasi sparite ma secondo i balenieri non si trattava di estinzione ma di timidezza, si proprio così, dicevano che le balene erano diventate timide e non si facevano più vedere.

Mi è piaciuto molto il riferimento ad equazioni come quella di Lotka-Volterra che spiegano molto bene l'equilibrio tra predatori e prede che in realtà in mare si è rotto da tempo il super  predatore è l'uomo . 

Interessanti tutte le esperienze citate (da cui non si impara mai) in cui si supera la capacità riproduttiva e la “risorsa” sparisce. L'estinzione dello storione e la scomparsa del caviale sono emblematiche come il Merluzzo e il Salmone in certe aree del Nord Atlantico.

Non si parla solo  di pesca ma ci sono continui richiami all'inquinamento, all'esaurimento delle risorse, alle risposte sempre inadeguate e in ritardo alle evidenze di sovrasfruttamento. Si parla pure di idee strampalate come l'estrazione di minerali dall'acqua di mare.  

Mi viene in mente un vecchio Topolino in cui Pippo correva come un matto con la macchina per arrivare prima che la benzina finisse, ecco sembra che l'uomo stia facendo questo, consumare tutto, sempre ed eventualmente rallentare un poco per consumare comunque tutto più a lungo. In mare si sta facendo  questo, addirittura sottraendo il cibo direttamente ad altri legittimi pescatori: gli altri pesci, gli uccelli, balene.

Non mancano i consigli: mangiare pesce o no? Se non si è vegani o vegetariani meglio il pesce piccolo, meno inquinato e ancora disponibile, per quanto non si sa.

wm



                                                          Il Mare Svuotato

                                                 di Ugo Bardi e Ilaria Perissi

                                                           Editori Riuniti

                                                            303 pagine

                                                             18 Euro

lunedì 8 giugno 2020

Giornata Mondiale degli Oceani: Un post di Ilaria Perissi sul nuovo libro "Il Mare Svuotato"

Il nuovo libro di Ugo Bardi e Ilaria Perissi è ricco di informazioni e di dettagli poco noti sul mare e sulla pesca. Qui, Ilaria ce ne descrive una curiosità trattata nel libro: cos'ha a che fare la pesca con la scollatura femminile?


Guest post di Ilaria Perissi


In occasione della odierna Giornata Mondiale degli Oceani🐳 potrebbe interessarvi sapere che la moda del #decolleté femminile potrebbe avere a che fare con la storia della pesca e non per ragioni frivole...bensì per la cura delle malattie ossee come #osteoporosi e #rachitismo.

Queste malattie si manifestano sia in età adulta che in età pediatrica quando la nostra dieta non contiene abbastanza #vitaminaD e non ci esponiamo a sufficienza alla #LucedelSole: per questa ragione sono storicamente più ricorrenti nei paesi nordici, ma ...non da sempre!

Infatti, solo da quando il nord Europa cominciò ad essere più urbanizzato dall'arrivo di persone che lasciarono le coste meridionali in concomitanza con il declino delle Impero Romano (V secolo d.C.), il pesce, ricco in Vitamina D (formula chimica nella foto), che rappresentava l'elemento fondamentale della dieta degli europei del Nord, non era più sufficiente a sfamare la crescente popolazione e la dieta fu integrata principalmente con cereali. Già che in questi paesi l'irraggiamento solare -che serve per attivare vitamina D nel processo di calcificazione ossea- non era molto, se in più la vitamina D cominciava a scarseggiare, l'aumento delle suddette malattie ossee fu la conseguenza.

Il rimedio era allora "scoprirsi" di più, ma non che questo venne fatto coscientemente: nessuno aveva la minima idea di cosa fosse la vitamina D e che ruolo avesse nel metabolismo umano. È probabile che, semplicemente, la #moda, che variava a quell’epoca così come varia oggi, abbia fatto si che le donne che scoprivano un po’ di più il collo e le spalle, presentavano una salute e una forma migliore e così il loro stile è stato imitato dalle altre.

Ma come mai proprio spalle e collo? Perchè non le gambe o le braccia? ....eh eh...per l'intera storia vi invito a leggere Il Mare Svuotato di Ugo Bardi e Ilaria, lo trovate su Amazon e in Libreria! https://www.amazon.it/mare-svuotato-Ilaria-Perissi/dp/8835981387

Da una idea di Ugo Bardi!


venerdì 29 maggio 2020

Le balene e io: la strana storia di un libro

"Il Mare Svuotato" di Ugo Bardi e Ilaria Perissi (con Ugo in mezzo alle balene). Si può già ordinare dall'editore. Disponibile dagli altri distributori a partire dal 4 Giugno. Qui vi racconto qualcosa dell'origine di questo libro che non parla solo di balene, ma parecchio di balene. Poi vi darò qualche ulteriore dettaglio di cosa contiene il libro in futuri post.


Tutta la storia comincia, credo, negli anni 1980, quando mi trovai al largo di San Francisco in una crociera di "Whale Watching". L'idea era di vedere le balene dal vero. Quel viaggio è stata la mia unica esperienza come baleniere e vi posso raccontare che non abbiamo visto neanche una balena -- solo qualche spruzzo in lontananza, e forse solo nell'immaginazione di chi ha detto di averlo visto. Per quanto riguarda me, per la maggior parte del viaggio sono stato a pregare che finisse presto e con quello finisse il mal di mare che mi ha fatto star male come non ero mai stato prima in vita mia. Le onde dell'Oceano Pacifico non perdonano i marinai dilettanti.

Eppure, vi devo anche dire che ho un certo feeling per le balene nonostante non ne abbia mai vista una viva e vegeta nel suo ambiente naturale. Non solo un feeling, proprio una cosa particolare, un interesse che non so da dove venga fuori, ma c'è. Altro che se c'è! Per le balene ci sento enormemente, tantissimo, una cosa che mi manda fuori di testa!

Forse sarà che uno dei primi libri che ho letto da piccolo è stato "Moby Dick", forse perché ho vissuto in California, dove le balene sono un vero culto. Ma credo di non essere il solo ad avere questo feeling particolare. Le balene sono creature aliene, ma veramente tanto aliene. Eppure, abbiamo un antenato comune che ha vissuto su questo pianeta forse 65 milioni di anni fa. Ed è questa la cosa affascinante. Noi siamo esseri umani, loro balene: siamo così diversi ma abbiamo qualcosa in comune.

Non so se questo spiega perché mi sono messo a scrivere questo libro insieme alla mia collaboratrice Ilaria (una terragna anche lei). Il libro non parla solo di balene, parla anche di tante altre cose, ma le balene ricompaiono qua e là praticamente in tutti i capitoli. Ma, come per tante cose, si trova una ragione anche dove forse non c'è. O forse si. Ma andiamo avanti.

Allora, le balene sono qualcosa di ricorrente nella mia vita, ogni tanto mi ritrovo a ragionarci sopra per un motivo o per un altro. E così, anni fa è successo che quando ho cominciato a occuparmi di petrolio mi sono messo a cercare un modello matematico che descrivesse il processo di estrazione. E, non so come, mi sono trovato a cercare dati sull'industria baleniera. Li ho trovati e mi sono sorpreso a scoprire che le curve di produzione dell'olio di balena avevano la stessa forma di quelle di produzione del petrolio. Si, la "curva a campana" detta la "curva di Hubbert" -- quella del famoso "Picco del Petrolio."

E così succedono le cose: impegnarsi in un nuovo campo di studio è un po' come innamorarsi. Prima una certa persona non la consideravi neanche, poi trovi che ha degli aspetti che ti incuriosiscono. Poi ti accorgi che è una persona interessante, poi che è anche bella, in effetti molto bella. E poi ti trovi completamente preso: non riesci a pensare a niente altro che a quella persona. Nel mio caso, erano le balene. Ci si può innamorare delle cose più cose strane, sapete? In effetti, si dice che l'amore e cieco (e le balene non è che ci vedano bene).

La storia prosegue con il primo modello che ho fatto della caccia alla balena che ho sperimentato un giorno che ero a letto con l'influenza. Non sapevo che fare e avevo tra le mani un computer portatile così vecchio e brutto che non so come è stato comunque in grado di far girare un algoritmo di fitting fatto alla buona. E, miracolo, dimostrando che il modello funzionava. Da lì, sono nati altri modelli e, si, anche quello dell' Effetto Seneca di cui parlo spesso.

Poi c'è stato il mio allievo e poi collaboratore Alessandro Lavacchi, molto più bravo di me a maneggiare numeri ed equazioni che mi ha aiutato a fare un modello migliore. E poi Ilaria Perissi, anche lei mia allieva e poi collaboratrice, anche lei molto più brava di me in tante cose, che ha applicato il modello a casi diversi di pesca oltre a quello delle balene, trovando che funzionava quasi sempre. A furia di lavorarci sopra, abbiamo trovato che gli esseri umani stanno veramente svuotando il mare. Proprio così, distruggendo ogni forma di vita che nuota, e va sempre peggio. E non solo quello, abbiamo scoperto tantissime cose che hanno a che vedere non solo con il mare, ma con come stiamo distruggendo mezzo pianeta, anzi, piano piano, proprio tutto.

E alla fine ci siamo detti, io e Ilaria, "Beh, se abbiamo trovato tutte queste cose interessanti, perché non ci scriviamo un libro sopra? Una cosa semplice, magari che piaccia ai bambini, senza perderci troppo tempo. Abbiamo troppe altre cose da fare." Ma scrivere un libro è come avere un figlio, è un impegno che non è mai leggero, e non ti puoi mai aspettare di non perderci troppo tempo. E così è stato. L'abbiamo scritto, è stato un gran lavoro, ma ora c'è -- come un bambino che è nato (fra le altre cose, è il primo libro di Ilaria).


Quindi, ci siamo trovati con questo manoscritto in mano, un po' titubanti. Il curioso di questa faccenda è che né io né Ilaria siamo esperti di pesca o di cose marine. Siamo tutti e due terragni fiorentini e Firenze non è che sia nota come una città di mare. Anzi, si diceva una volta che c'erano tanti fiorentini che non avevano mai visto il mare. E, chissà, forse c'è ancora qualche vecchio fiorentino che davvero non il mare non l'ha mai visto. E allora, come fanno due fiorentini a scrivere un libro sul mare?

A quel punto mi è venuto in mente di sentire quello che è probabilmente il più grande esperto mondiale di pesca, Daniel Pauly, che sta in Canada e che mi era capitato di incontrare una volta in Svizzera. Sempre un po' titubanti, gli abbiamo chiesto, "ma tu che ne penseresti di un libro così e così?" Lui ci ha risposto, "mandatemelo. Io non parlo italiano, ma sono di madrelingua francese, forse una scorsa glie la posso dare."

Il bello della vicenda è che il libro gli è piaciuto talmente tanto che si messo a decifrarlo parola per parola anche senza sapre bene l'Italiano e poi si è offerto di scrivere l'introduzione. E nell'introduzione ha scritto qualcosa tipo, "guardate, questi due tali, Bardi e Perissi, non sono esperti di pesca, ma proprio per questo gli esperti di pesca dovrebbero leggere il loro libro per imparare certe cose che non sanno. Come ne ho imparate io!"

Beh, nella vita ci sono delle soddisfazioni e questa è stata piuttosto notevole, ma non la sola. Alla fine, è venuta fuori anche una versione in inglese del libro che sarà stampata da Springer e che diventerà anche un "Rapporto al Club di Roma" della stessa serie che ha come capostipite il famoso, famosissimo, "I Limiti dello Sviluppo" del 1972. Uscirà prima dell'estate. Anche questa è stata una bella soddisfazione!

E così questa è la storia del libro. Piano, piano, vi racconterò altre cose in proposito su questo blog, nel frattempo stiamo già pensando al prossimo, anche se non abbiamo ancora deciso quale sarà il soggetto. La vita è tutta una scoperta e continui sempre a innamorarti di cose nuove. Così, vi lascio con una foto di io e Ilaria davanti alla statua in grandezza naturale del capodoglio Giovanni che è stato per un po' di tempo nel "Giardino dei Semplici" a Firenze. Il vantaggio della statua è che per vederla da vicino non c'è bisogno di farsi venire il mal di mare!