venerdì 29 ottobre 2021

Lo Sterminio degli Irlandesi. Un presagio per il futuro?

 


Forse sapete qualcosa della grande carestia irlandese che cominciò nel 1845. Se leggete i libri di storia, si parla di milioni di morti, ma il tutto per noi rimane remoto. Non ci rendiamo conto bene di chi erano le vittime, come, perché, che cosa successe esattamente. Bene, per farvi un'idea più precisa vi suggerisco fortemente di mettere da parte 50 minuti e guardarvi questo film. "Hunger" del 2020. E' in inglese, ma si capisce quello che succede anche solo dalle immagini.

Quello che successe in Irlanda dal 1845 al 1850, circa, non saprei nemmeno come descriverlo: un incubo? Un film dell'orrore? Un quadro fiammingo del trionfo della morte? L'urlo di Munch moltiplicato per un milione? Immaginatevi solo per un attimo cosa potesse essere vivere in quegli anni per gli irlandesi. Senza cibo, senza soldi, senza possedere nulla, senza nessun potere, senza speranza. Anche seppellire i morti diventava impossibile: ci sono ancora le fosse comuni dell'epoca dove i cadaveri venivano buttati alla rinfusa. Il film non menziona il cannibalismo, ma ci sono testimonianze che è avvenuto in almeno due casi. Sicuramente ce ne sono stati molti di più. 

Quello che veramente fa orrore è come il governo inglese ha trattato gli irlandesi. Pensateci un attimo: gli irlandesi erano cittadini del regno unito: l'Irlanda era parte dei domini della corona inglese. Certo, erano cittadini di "serie B", ma non sono stati trattati nemmeno come tali. Ma neanche trattati come non cittadini, sono stati proprio considerati come non appartenenti al genere umano. Vi ricordate degli "untermenschen"? La "sottoumanità" di cui parlavano i Nazisti. Ecco, era quello il concetto. 

E' vero che gli irlandesi avevano fatto i loro errori, certo. Ma se erano poveri come erano era perché gli inglesi avevano sfruttato l'Irlanda in un modo che non si descrive nemmeno con la metafora "fino all'osso". L'avevano sfruttata fino al midollo, e poi divorato anche quello. Agli irlandesi non avevano lasciato che le patate: non possedevano nemmeno il terreno su cui costruivano le loro baracche. Sparite le patate, non gli restava che morire di fame

Complessivamente, al governo inglese non sarebbe costato tanto salvare gli irlandesi o, perlomeno, ridurre i danni. Il film fa vedere come nel resto dell'Europa la perdita del raccolto delle patate non abbia causato grandi carestie. Questo sia perché fuori dall'Irlanda si dipendeva molto meno dalla patata, sia perché i governi si erano dati da fare per gestire l'emergenza alimentare. Ma il governo inglese non fece quasi niente a parte aumentare il contingente militare che teneva in Irlanda. E' probabile che molti in Inghilterra pensassero che "sfrondare" un po' quegli irlandesi pelandroni e scansafatiche fosse tutto sommato una buona idea. 

In un post precedente ho detto che i governi sono la cosa più pericolosa che esista se si va a contare quanta gente hanno ammazzato direttamente con guerre e stermini vari. Ma anche i danni che hanno causato indirettamente i casi come la carestia irlandese sono spaventosi. E oggi i governi hanno molto più potere di quanto ne avessero al tempo della carestia. Droni, armi, telecamere, sorveglianza digitale, anche i nostri soldi sono digitalizzati, quindi il governo ne può fare quello che vuole. Ci hanno già detto che un giorno "non possederemo nulla e saremo felici." Già, proprio come gli irlandesi. 




venerdì 22 ottobre 2021

La Radio di Erevan e gli Sbufalatori Sbufalati

L'ambasciatore ungherese a Roma ci racconta la storia di una bufala apparsa su "La Repubblica", uno dei tanti esempi della cialtroneria dei nostri media. La definisce un esempio di una classica barzelletta ungherese: (leggerissimamente modificata per chiarezza) "La radio di Erevan dice che a Mosca in piazza Lenin stanno distribuendo delle Volvo, è vero? Si, la notizia è vera, con la piccola differenza che non è a Mosca ma a Leningrado, non in piazza Lenin, ma in piazza Mosca, non sono Volvo, ma Volga, e non le distribuiscono ma le rubano (Nell'originale ungherese, fra le parole distribuire è saccheggiare/rubare c'è una sola lettera di differenza)." (Ho modificato molto leggermente il testo per maggiore chiarezza). 


Non  ci sono più gli sbufalatori di una volta, quelli detti anche "debunkers," tipo Paolo Attivissimo o quelli di BUTAC (bufale un tanto al chilo). Anch'io mi ero messo nel gruppo con un certo gusto di sbufalare certe fesserie particolarmente orrende, specialmente sull'argomento del cambiamento climatico. Ma già Attivissimo mi aveva molto deluso anni fa con una sua bufala personale sull'eolico che fa male. Ma ultimamente se ne è uscito con qualcosa tipo "la stessa scienza che manda le sonde su Marte è quella che ci dice di indossare le mascherine contro il Covid." Ahimè, non ci siamo proprio

Per non parlare di "bufale.net" che se ne uscito ultimamente con una critica al recente articolo di Franco Bechis sulla "Stampa" che parte dai dati ISS per sostenere che soltanto il 3% delle vittime del Covid sono veramente morte "di Covid" -- tutti gli altri avevano gravi patologie pregresse. Secondo "Bufale" questa è una bufala perché non si può dire con certezza che quelli che sono morti con il covid non siano morti di Covid. Diciamo piuttosto debolina come critica...... Ma il problema è che sia Bechis che Bufale fanno un gran pasticcio, raccontando cose che si sapevano da un pezzo come se fossero nuove di zecca: non si potrà mai dimostrare con certezza che una certa persona che risultava positiva al Covid sia morta "di" Covid (come diceva mio nonno buonanima "L'unica cosa sicura è che Cristo non è morto di sonno"). 

Poi, c'è stata la faccenda della bufala raccontata da "La Repubblica" sulla faccenda di un presunto scandalo delle ferrovie ungheresi, che il povero ambasciatore ungherese in Italia ha cercato di smascherare, ma nessuno degli sbufalatori più o meno professionisti gli ha dato minimamente retta. E nemmeno "La Repubblica", perlomeno fino ad ora. 

Per finire vi voglio raccontare una cosetta. Ultimamente, ho condiviso su Facebook questa immagine che ho preso dal sito di Galina Belaeva



Un'immagine che è apparsa sul quotidiano svizzero "Blick" dove si parlava del ministro in visita ai pazienti ammalati di Covid in Ospedale. 

Qui, Blick ha fatto esattamente la scena di Radio Erevan: "La notizia è vera, salvo che il ministro non visitava un ospedale ma una scuola di medicina e i pazienti non erano pazienti ma manichini per fare esercitare gli studenti."  

Il buffo è che qualcuno su FB mi ha criticato dicendo che la storia dei manichini era una bufala. Perché no? Beh, perché era solo "un errore di didascalia", come hanno detto gli autori in una rettifica e come gli sbufalatori professionisti si sono affrettati a confermare. 

Si, certo. Chissà perché questi "errori" vanno sempre nella direzione di spaventare la gente. Leggete come i poveracci si arrampicano sugli specchi per giustificarsi. 



 E allora, scusate, ma io mi dimetto dalla truppa degli sbufalatori e arrivederci a tutti. 



domenica 17 ottobre 2021

Università: come le élite minimizzano il rischio (per loro)


Compagno di viaggio, George Grader: non tutti i bramini di Boston evitano il rischio


Chuck Pezeshky è professore di ingegneria presso l'università di Washington. Non tutti gli ingegneri hanno una visione "olistica" del mondo, ma è una linea di pensiero che esiste nel campo dell'ingegneria e a volte ha portato a dei notevoli risultati. Basti citare il caso di Jay Forrester, ingegnere, che ha creato un intero campo di studi chiamato "social dynamics" alla base di studi come il famoso "Limiti dello Sviluppo." Chuck Pezeshky si impegna nel campo della comunicazione umana e esamina come sia basata sul concetto di "empatia." Il suo blog si intitola "Il Guru dell'Empatia". Da questo approccio interdisciplinare, nascono molte considerazioni interessanti, come questo che esamina come la tendenza delle elite a evitare ogni rischio a qualsiasi costo (per gli altri) abbia causato una situazione insostenibile nelle università americane. La situazione non è molto diversa in Italia. Chuck scrive in un inglese molto informale e gergale, per cui la traduzione non è facilissima e in certi casi mi sono preso qualche libertà di interpretazione. Le frasi evidenziate in grassetto sono opera mia.  (U.B.)


Di Chuck Pezeshky

Dal Blog "Empathy Guri 2 OTTOBRE 2021

Una delle cose più folli che stanno accadendo, sullo sfondo della più ampia pandemia di COVID, è l'estrema serie di restrizioni adottate dalle università più d'élite degli Stati Uniti. Le restrizioni in università come Stanford, Harvard, Brown e MIT fanno girare la testa. Viene sempre applicata l'intera gamma di interventi, indipendentemente dall'efficacia (perché non ce ne sono che siano significativamente efficaci e benefici per la coorte di età della maggior parte degli studenti universitari - età 18-26). E quando esce fuori una nuova idea, viene clamorosamente strombazzata. Queste nuove cose vanno dal relativamente ragionevole (requisiti di vaccinazione al 100%) al totalmente folle (Harvard vuole che gli studenti non si riuniscano in di gruppi di più di tre e si rimettano le mascherine tra un boccone e l'altro di un panino).

Questi tipi di politiche e dichiarazioni non hanno senso da nessuna prospettiva fisica. Questo eccellente editoriale di uno dei difensori razionali del nostro dibattito attuale, Vinay Prasad, dell'UC-San Francisco, sottolinea questo punto a questo collegamento. Vinay è ancora dentro Matrix, però, parlando della necessità di prove di controllo casuale delle politiche, arriva a stiracchiare la realtà fisica vicina al punto di rottura. Lo sai, Vinay, che quando gli dei vogliono punirti, esaudiscono i tuoi desideri? Vuoi davvero smontare centinaia di studi randomizzati sul COVID per il resto della pandemia?

Ma Prasad fa un piccolo sforzo di uscire dalla rete con questo commento alla fine:

“ Un ultimo punto che vale la pena considerare è il motivo per cui i college impongono queste regole. Sebbene i test diffusi possano essere utili per comprendere la prevalenza di una malattia, queste politiche non si basano su prove convincenti e sembrano più mirate a un altro obiettivo. È improbabile che tali politiche soddisfino la maggior parte degli studenti, ma è molto più probabile che facciano appello alla sensibilità dei loro genitori. La spiegazione più parsimoniosa quindi è che le scuole d'élite si rivolgono a genitori d'élite e si stanno impegnando in queste politiche per dare ai genitori il conforto che i loro ragazzi sono al sicuro - mentre nessuno al mondo sa se queste politiche aiutano e, cosa più importante, se valgono il prezzo di una vita interrotta.”

È un inizio, ed è abbastanza vicino, gli darei mezzo sigaro in premio.

Quello che stiamo davvero guardando qui è il gioco finale della minimizzazione del rischio per l'élite: l'idea è che le élite ci farebbero passare tutti quanti attraverso un cerchio di fuoco che sta sopra la gabbia dei coccodrilli affamati pur di ridurre al minimo il minuscolo rischio per loro di contrarre il COVID. Prasad ha ragione: facciamo meglio a credere che i genitori stiano chiamando l'ufficio del presidente della Duke University con le loro "preoccupazioni". Tranne che probabilmente non sono i genitori del povero ragazzo che ha vinto la lotteria accademica e ottenuto una borsa di studio. Quando ero alla Duke, c'era anche la nipote di Enzo Ferrari. E sì, guidava una 308 GTS azzurra, se la memoria non m'inganna. Quelle persone ora chiedono protezione dagli altri studenti. È una cascata di frattali di minimizzazione del rischio d'élite - il gioco finale del v-Meme a caccia di status legalistico/assolutistico. Se ti sei sempre chiesto se queste stesse élite contemporanee si sarebbero impegnate insieme negli Hunger Games, beh, non c'è bisogno di cercare oltre.

Il tutto viene peggiorato dagli studiosi di quelle stesse università che gridano a favore di politiche di "blocco". Persone come Gavin Yamey, professore di salute globale, sono stati fra i peggiori isterici in tutto il gioco dei ragazzini del college COVID. Qualsiasi emiro che possa mandare suo figlio alla Duke deve solo accedere a Twitter per trovare studiosi apparentemente preminenti di quella stessa università che chiedono l'isolamento sociale del corpo studentesco. E quando non solo tuo figlio arriva con una retta completa, ma con la prospettiva della dotazione di una serie di cattedre complete, non abbiamo difficoltà a credere che quando l'emiro chiamerà, quel presidente farà qualcosa. Lui/lei non prova il dolore dei corpi studenteschi a lui affidati.

Nel frattempo, i presidenti delle università più terrene sono bloccati con un dilemma completamente diverso. A causa dei loro problemi con la versione accademica di Skynet – l'edizione US News and World Report College Ranking (ovvero la classifica mondiale degli atenei) – sono obbligati pedissequamente, un po' come Gollum ne Il Signore degli Anelli, a seguire qualunque cosa stiano facendo le istituzioni d'élite. Tranne che ora stanno guardando una vera situazione di v-Meme di sopravvivenza. La credenza diffusa, anche all'interno delle mura modestamente coperte di edera dell'Università statale di Washington (WSU), è che anche gli studenti siano terrorizzati all'idea di contrarre il COVID. Ma ho saputo da un'autorità piuttosto saggia - i miei studenti - che non lo sono. In effetti, la maggior parte si sente tremendamente imbrogliata ed è estremamente arrabbiata anche per le restrizioni attualmente imposte nelle università statali negli Stati blu (democratici). Tutti danno per scontato che gli studenti siano stupidi e non comprendano l'effettivo rischio di COVID, un virus profondamente stratificato per età. Ma lo fanno, e molti mi hanno detto che se li rinchiuderanno di nuovo, se ne andranno.

Personalmente, dubito che molti studenti della mia classe lo farebbero davvero: dopo tutto, la mia clinica di design industriale è piena di graduati con laurea breve. E la maggior parte di loro è profondamente indebitata, e quindi non ricevere la laurea in un campo professionale dove certe credenziali sono richieste sarebbe oltremodo ridicolo. Ma nel mondo in cui il rapporto costi/benefici è in calo, con i nostri numeri già stretti, immagino che il nostro rettore non sia così stupido. Sa che inizierà la diminuzione delle iscrizioni, con l'effetto di mandare gli studenti a qualche istituto tecnico o a guardare la partita in TV.

E abbiamo già ammortizzatori di presenze fisiche in gioco. Essendo in uno stato Deep Blue (molto democratico), abbiamo già stronzate folli, come le mascherine alle partite di calcio, con cui fare i conti. Una cosa divertente e inapplicabile, tanto per il fatto che le persone stanno mangiando, così come non possono radunare abbastanza persone da assumere fra i commessi dell'Ikea per mandarli a fare le guardie a tempo parziale. Il salario per questi lavori è di $ 14/ora, o qualcosa del genere. Questi dovrebbero essere assunti per dire a uno studente universitario ubriaco di grappa da quattro soldi e succo d'uva di rimettersi la mascherina, fuori, magari sotto la pioggia? Manco per idea!

Ma gli studenti sopporteranno la costante violazione dei limiti dei test PCR in luoghi come il MIT. Vogliono quella stella d'oro per la vita. Quindi staranno zitti e andranno avanti. Ma sono anche giovani. Abbiamo bisogno che abbiano un buon cervello: dopotutto, saranno probabilmente il prossimo gruppo di élite a dirigere lo spettacolo, considerando come la mobilità sociale sia essenzialmente crollata negli Stati Uniti. Il vero problema non viene mai discusso nella maggior parte dei media: stiamo prendendo quella che è una delle esperienze sociali più profonde che una persona avrà nella sua vita e la stiamo trasformando in merda.

E questo ha una conseguenza più grande per tutti questi giovani rispetto ai semplici ricordi. La connessione sociale collega il cervello e, se non ci credete, non ho idea del motivo per cui siete su questo blog. Quello che stiamo realmente facendo, inseguendo l'eradicazione di un virus respiratorio già probabilmente endemico, è rendere un intero gruppo di giovani, già tormentati dalla frammentazione sociale dell'istruzione sotto il manto delle sparatorie nelle scuole e quant'altro, facendoli diventare fondamentalmente meno bene cablati per affrontare la complessità. Nessuna università è mai esistita solo per dare un pezzo di carta chiamato laurea. È l'ambiente sociale che compensa la nostra pedagogia spesso sciatta e le aule affollate. Le relazioni che gli studenti sviluppano fra di loro sono le cose reali che allenano le giovani menti.

Ciò che, a un certo livello, è ugualmente sorprendente, è che nessuna di queste università d'élite, molte con scuole di medicina e scuole di salute pubblica impressionanti sulla carta, non stia riflettendo sul fatto che la storia non tratterà gentilmente la loro ripugnante ignoranza e il rifiuto di aggiornarsi. Tutto ciò mette profondamente in discussione la loro fondamentale competenza. E non fatemi dire niente a proposito della loro umiltà. È vero che il COVID è stato una bella botta all'inizio e potete tornare indietro con i miei post su questo blog per vedere sia i miei successi, sia i miei fallimenti nella logica. E credo che vada detto: niente di tutto ciò ha a che fare con la mia formazione accademica formale. Non ho nessuna intenzione di "rimanere nella mia corsia accademica". Ma dalle voci più forti non senti altro che arroganza. E qualcuno gli deve dire che stanno sbagliando. A questo punto della pandemia, non possiamo fare altrimenti. 

Mentre concludo questo, penso di dover sottolineare ancora una volta che evitare di sottomettersi non è il modo in cui i ragazzi del college agiranno in questo scenario. Certamente non per gli studenti degli istituti di seconda categoria, come la nostra. Tutti i miei studenti, e anche il sottoscritto, si sono messi in fila per ottenere le nostre vaccinazioni, la maggior parte di noi prima del mandato del nostro recente governatore. Alla WSU, ci stiamo avvicinando al 100% di conformità con il nostro mandato di vaccinazione nella popolazione studentesca, o almeno così mi dicono le mie fonti interne. Quindi non raccontatemi questa scemenza su come gli studenti universitari non possano seguire ordini ragionevoli o siano fondamentalmente antiautoritari.

Ma se qualcuno pensa che non ci siano conseguenze a valle di questa profonda dimostrazione di mancanza di empatia, per ciò che è veramente la minimizzazione del rischio per le elite, quello sta sognando. Gli studenti universitari di oggi sono i decisori di domani e i loro ricordi saranno lunghi. Ricorderanno come la maggior parte di quello che è stato fatto è stato fatto a loro nome, ma non a loro vantaggio. E questo non li farà sentire gentili verso quelli di noi che saranno anziani.

E vorrei che qualcuno si preoccupi di me quando sarò costretto a indossare il mio bavaglino a cena.



sabato 9 ottobre 2021

America: la Grande Crisi Mistica in Corso

Questo post è la trascrizione di un commento di Tucker Carson alle esternazioni della governatrice di New York Kathy Hochul. Vale la pena di leggerlo: gli Stati Uniti sono sempre stati un paese che cade facilmente in preda a crisi mistiche. Qui sta succedendo di nuovo. E’ un fenomeno impressionante, inarrestabile, al di fuori di ogni possibilità di ragionamento logico. Leggetelo, perché ne vale la pena. (ah, qualcuno potrebbe obbiettare che non è bello linkare al sito di destra di Breitbart, ma se dicono le cose giuste, io mi riservo il diritto di ascoltarli e di diffondere quello che dicono)  (UB):


https://www.breitbart.com/clips/2021/09/28/carlson-america-has-not-lost-its-religion-it-just-replaced-it-with-the-cult-of-the-coronavirus/

CARLSON: "Dio è morto?" Questa è la domanda che Time Magazine ha posto notoriamente nel lontano 1966, quando Time Magazine contava ancora qualcosa. La risposta allora e adesso è: "No, Dio non è morto". Ma si scopre che molte delle persone che credevano in Lui sono morte.

Non molto tempo fa, questo era un paese entusiasticamente cristiano. Di recente, nel 2009, il settantasette per cento degli americani ha detto ai sondaggisti di considerarsi cristiani credenti. Poi in soli 10 anni, nel corso dell'amministrazione Obama, quel numero è sceso di 12 punti. Nello stesso periodo, il numero di atei e di persone non religiose in America è diminuito drasticamente. Questo era prima del COVID.

I politici hanno usato la pandemia in tutto il Paese per chiudere migliaia di chiese e gettare in prigione i cristiani per aver praticato la loro fede. Questa è stata la scena, ad esempio, lo scorso autunno in Idaho, in cui la polizia ha arrestato una congregazione per aver cantato inni all'aperto.


CARLSON: Inno cantato all’aperto e socialmente distanziato, quindi quali erano esattamente i crimini di queste persone? Quel nastro sarà studiato dalle future generazioni di storici che cercheranno di capire cosa stesse succedendo. Cosa hanno sbagliato queste persone?

Bene, hanno affermato pubblicamente la loro fede in un potere superiore al governo, questo non è consentito.

Sempre meno americani lo fanno o ci pensano, ma questo non significa – e questo è il punto critico – non significa che questo sia diventato un paese laico. Non ci sono paesi laici, così come non ci sono persone laiche. Tutti credono in qualcosa. Tutti noi siamo nati con il bisogno di adorare qualcosa. La domanda è, cosa?

Quindi, no, l'America non ha perso la sua religione, ha solo sostituito la sua religione. Quello che sta morendo è la fede che ha creato la civiltà occidentale: il cristianesimo. Al suo posto c'è un nuovo credo e come tutte le religioni ha i suoi sacramenti, i suoi testi sacri. È il culto del coronavirus.

Kathy Hochul è una delle alte sacerdotesse di questa nuova fede. Lei è il governatore di New York. Nessuno ha votato per lei come governatore e questo sembra strano per un politico, ma è tipico per un leader religioso. Nessuno ha votato nemmeno per Jim Jones. (n.d.t Jones era un leader religioso che ha sterminato i suoi seguaci col veleno nel 1978).

Ieri Kathy Hochul ha tenuto il suo primo servizio come leader della diocesi di New York del culto del coronavirus. Al collo, non indossava una croce, che è il simbolo di ieri, ma invece una collana di vaccinazione. Quella collana significava per i fedeli riuniti che Hochul è ascesa al sacerdozio di coloro che hanno preso la piena comunione endovenosa.

Ascoltate la predica del vescovo Hochul.

GOV. KATHY HOCHUL (D-NY): E indosso sempre la mia collana di vaccinata per dire che sono vaccinata, tutti voi, sì, lo so che siete vaccinati. Siete quelli intelligenti, ma sapete che là fuori ci sono persone che non ascoltano Dio e ciò che Dio vuole. Lo sapete.

Sapete chi sono io. Ho bisogno che siate i miei apostoli. Ho bisogno che ognuno di voi esca fuori e ne parli e dica che abbiamo un dovere verso gli altri. Ci amiamo. Gesù ci ha insegnato ad amarci l'un l'altro e come mostrare quell'amore, ma dobbiamo imparare a prenderci cura l'uno dell'altro abbastanza da dire: "Per favore, fatti vaccinare perché ti amo. Voglio che tu viva".

CARLSON: Come mostrate il vostro amore? Il vecchio modo era quello di visitare le persone, diciamo in ospedale, mentre morivano. Non è più permesso. Il nuovo modo per mostrare il tuo amore è prendere il vaccino. Dio stesso vuole che tu prenda il vaccino. "Ho bisogno che siate i miei apostoli", ha tuonato Hochul.

Nessuno viene al Padre se non attraverso l’inoculazione. I peccatori sono nelle mani di un operatore sanitario arrabbiato.

Al pulpito, Kathy Hochul, non super brillante come avrete notato, sembrava improvvisamente trasformata, una trasfigurazione se vuoi. In piedi lì, non era semplicemente un mediocre governatore non eletto di uno stato morente a causa del maltempo, no, Hochul era il messia del vaccino che predicava la parola immortale di Sant'Antonio Fauci. Posso avere un, amen, signore e signori?

Ora può sembrare improbabile a quelli di voi abituati alle fedi più antiche, ma molti si stanno unendo a questa nuova chiesa e per $ 39,00 in questo momento, su Amazon, anche voi potete acquistare una collana in argento che dichiara che sei stato vaccinato, lo dichiara letteralmente. Lo scrive semplicemente in corsivo, "vaccinato".

Non c'è dubbio che tu sia una persona incredibilmente brava. Lo vedranno tutti. Potete anche acquistare braccialetti della vaccinazione e spille della vaccinazione e orecchini della vaccinazione, magliette della vaccinazione, calzini della vaccinazione. È tutto nel negozio di articoli da regalo della chiesa di Kathy Hochul. Andateci oggi.

E mentre fai shopping, assicurati di prendere una candela di preghiera Tony Fauci. Anzi, prendine due. 

Tutte le brave persone perbene ne hanno più di una. Per soli 15 dollari su Etsy, puoi acquistare una candela di preghiera del Santo Patrono del lockdown. Tutto questo è vero: leggete le recensioni. Eccone una: "La adoro". (Punto esclamativo). "Penso che potrei allestire un piccolo altare su cui posizionarla." (Un altro punto esclamativo). C'è un nuovo convertito.

Ecco un'altra recensione di una donna di nome Kelly Hannon, che dice: “L'ho messa nel mio ufficio. Mi occupo di sanità pubblica e questa candela mi fa sorridere ogni volta che lo guardo”. Certo, ti fa sorridere, Kathy Hannon. La virtù è la sua stessa ricompensa.

Ora per coloro che stanno ancora attraversando la dura transizione da una religione occidentale tradizionale, una religione basata su Dio, a questa nuova religione che non riguarda Dio, sappiate che riguarda davvero te e solo tu e più di te e tu, tu, tu, tu. Prendete il presepe mascherato che si vende on line. Sembra una cosa abbastanza convenzionale, ma guardate attentamente.

Presenta Maria, Giuseppe e il Bambino Gesù, tutti con i volti coperti come dovrebbero essere anche in una mangiatoia. Sono mascherati proprio come noi.

In questa religione del narcisismo, le figure più sante sembrano esattamente come noi. Questo è il punto. Torneremo indietro di 2000 anni e cambieremo l'aspetto dei personaggi storici per assomigliare esattamente agli abitanti di Williamsburg, Brooklyn. Ecco di cosa tratta questa religione.

E a proposito di neonati, possiamo celebrare il battesimo dei tuoi figli con la vaccinazione, acquistando un testo sacro per ricordare questo momento. Consigliamo questo libro da colorare di Tony Fauci adatto all'età. Questo libro promette, "Pagine da colorare illustrate a mano con il protagonista dei tuoi sogni in quarantena". Non sorprende che le recensioni online siano brillanti. Piace a tutti con un'eccezione. Certo, c'è sempre un apostata, il tipo di persona per cui sono stati creati i roghi.

Ecco cosa ha detto quel cattivo non credente nel modo più sarcastico possibile, "C'è una sezione sul retro del libro in cui i bambini colorano numerose pagine di nero per aiutare il dottor Fauci a coprire il suo coinvolgimento nella pandemia". Sì, immagino che adesso sappiamo chi denunciare alla polizia religiosa.

Per il resto di noi, però, ci sono spille Tony Fauci, tazze Tony Fauci, ornamenti natalizi Tony Fauci. C'è una cornucopia di Fauciana. Fa tutto parte della pratica di questa fede giovane, ma in crescita.

Presto i devoti partiranno in pellegrinaggio per Wuhan, in Cina, dove si è verificato il primissimo miracolo della trasmissione umana del pangolino. Alcuni credono che una visita al mercato del cibo fresco li guarirà, e chi siamo noi per dire che non lo farà?

Non sentiremo Joe Biden dubitare di questa nuova religione, Joe Biden è il suo sommo apostolo. Sa che il regno del coronavirus può esistere proprio qui sulla Terra e che durerà per sempre, ma prima tutti devono convertirsi, fino all'ultima persona.

Questa è una fede evangelica. Se necessario, sarà diffusa con la spada.

Ecco Joe Biden che si vaccina oggi.


DOMANDA: Quanti americani hanno bisogno di essere vaccinati per tornare alla normalità? Qual è la percentuale? Quanti vaccini in totale devono essere distribuiti?

JOE BIDEN (D), PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI: Beh, penso - guarda, penso che otterremo la stragrande maggioranza come quello che sta succedendo in alcune delle - alcune industrie e alcune scuole dal 97 al 98 percento. Penso che siamo andati terribilmente vicini e - ma non sono uno scienziato, credo - ma una cosa è certa, un quarto del paese non può non vaccinarsi e, in caso contrario, continueremo ad avere un problema.

CARLSON: Ecco, ha un'altra occasione, un'altra. Perchè no? Non è solo una volta all'anno, no, non per i devoti. Alcune persone fanno la comunione ogni giorno. Joe Biden vorrebbe vedere tutti coinvolti in questo programma, tutti credendo con tutto il cuore in questa nuova fede. Ha chiesto che il 98 percento degli Stati Uniti d'America si convertano, siano inoculati.

Uno, due, tre, forse ogni domenica. Questo è tanto. Questa è una bella percentuale di persone.

Per stabilire il contesto, secondo il CDC - e l'abbiamo verificato oggi - solo il 92 percento dei bambini americani di due anni è vaccinato contro la polio e alcuni dicono che la polio è grave quasi quanto il coronavirus, ma ecco la differenza, combattere la polio non è mai stato una religione, era solo scienza.

L'intero progetto è stato supervisionato da un ometto logico chiamato Jonas Salk. Jonas Salk non ha indossato una collana di vaccini, ha creato il vaccino, ma non gli è mai venuto in mente di creare gioielli con la causa scritta sopra. Nessuno ha acceso candele a nome di Jonas Salk.

Il compito di Jonas Salk era debellare una malattia, e lo ha fatto. Non gli è mai venuto in mente di iniziare una setta.




domenica 3 ottobre 2021

I Limiti della Scienza: Come Dimostrare che le Mascherine Funzionano (Oppure no?)

 


Una discussione dei limiti della scienza quando si tratta di valutare sistemi complessi che non si prestano a un approccio "Galileiano" di misure in condizioni controllate. Per quanto riguarda le mascherine protettive, con tutta la buona volontà, la scienza non ci può dare risultati certi e validi ovunque, nonostante le affermazioni dei virologi televisivi (vedi anche questo articolo di Scorrano e altri). 

Per anni ho seguito il blog di Paolo Attivissimo, "Il Disinformatico" trovandolo spesso utile e informativo. Ho smesso di seguirlo quando Attivissimo se n'è uscito con una frase particolarmente infelice. "La stessa scienza che manda sonde su Marte ci dice di indossare le mascherine antivirus." (cito a memoria).

Sono quelle cose che ti fanno dubitare della logica dell'intero universo. La scienza che manda sonde su Marte non è -- enfaticamente NON è -- la stessa scienza che valuta l'efficacia delle mascherine. Nemmeno per idea. Non ci siamo proprio.

Quando si parla di "Scienza" (quella con la "S" maiuscola) di solito ci si riferisce alle affermazioni dei virologi televisivi i quali, a loro volta, tendono a parlare di una cosa che si chiama "metodo scientifico," quello di Galileo. Ma Galileo si occupava di astronomia e di vari aggeggi meccanici. Non aveva gli strumenti per analizzare quelli che oggi chiamiamo "sistemi complessi." Sono due mondi completamente diversi.

Per dare un'idea della confusione che regna anche fra gente che dovrebbe saperne di più, all'inizio della pandemia sono apparse delle riprese al rallentatore delle goccioline di saliva (dette da taluni "sputazzi") emesse quando uno parla. Si vede, come vi aspettereste, che la mascherina intercetta un buon numero di goccioline. Da qui, alcuni (anche miei colleghi) hanno dedotto che la mascherina funziona, concludendo con una frase che oggi è di moda, "serve altro?" 

Si. Serve altro. Molto altro. 

Non c'è modo di misurare direttamente la trasmissione di un virus da una persona a un'altra, tantomeno usando una telecamera. Al massimo lo può stimare con metodi di tracciamento, ma con enormi incertezze. Per studiare sistemi complessi di questo tipo ci vogliono metodi statistici. Già questo non è un concetto facile da passare in un mondo in cui ci si aspetta che dalla TV arrivi una risposta "si o no" a tutte le domande. Ma gli studi statistici, anche se fatti bene (e non sempre è il caso) hanno dei grossi limiti. 

Un buon esempio è quello delle mascherine anti-virus. Sono efficaci oppure no? I virologi televisivi ci dicono di si perché loro, i virologi, sono "La Scienza." (serve altro?). Ma se vai a vedere i risultati degli studi, le cose non sono affatto chiare. Ve lo raccontano, per esempio, Luca Scorrano e i suoi collaboratori in un recente review dei dati disponibili dove vi dicono chiaramente che "i dati disponibili non suggeriscono l'uso universale, spesso improprio, di mascherine facciali per la popolazione come misura protettiva contro il COVID-19"

Allora, come mai in TV vi dicono una cosa mentre altri scienziati ne dicono un'altra? Ha a che vedere con l'incertezza dei risultati statistici, per cui se uno vuole trovare dei dati che confermano la sua opinione, riesce di solito a trovarli. Vi faccio un esempio. Si è letto ultimamente di un lavoro che arriva dal Bangladesh che è stato presentato sui media (e persino sulle riviste scientifiche, tipo "Nature") come una conferma dell'efficacia delle mascherine (serve altro?). 

Ma è vero? Premetto che è uno studio ben fatto, per quanto possibile. Ma, anche così, i risultati sono incerti e difficili da interpretare. Andiamo brevemente a esaminarlo.

Nello studio, I ricercatori hanno preso in esame un gran numero di villaggi nel Bangladesh. In alcuni si distribuivano mascherine gratis e gli abitanti venivano incoraggiati a indossarle, come pure a mantenere il distanziamento. In altri, non si faceva niente del genere, per cui quasi nessuno indossava mascherine o si teneva a distanza. Dopodiché, i ricercatori hanno analizzato la presenza di anticorpi nel sangue delle persone sintomatiche. 

L'approccio è quello giusto e il lavoro ha esaminato oltre 300.000 persone. Una statistica senza dubbio significativa. E i risultati? In buona sostanza sono:

1. Il distanziamento non ha nessun effetto sulla trasmissione del virus

2. Le mascherine in stoffa non hanno nessun effetto nel ridurre la trasmissione del virus

3. Le mascherine chirurgiche riducono di circa l'11% la trasmissione del virus

Diciamo che sono risultati abbastanza sensati a parte certi dettagli un po' strani: per esempio che i villaggi dove si portavano le mascherine hanno avuto lievemente PIU' persone con sintomi di quelli dove non si portavano (lo dicevo che queste cose non sono mai semplici!). 

Comunque, se non altro i risultati provano che le "goccioline" (ovvero gli "sputazzi") NON trasmettono il virus, altrimenti le mascherine di stoffa le avrebbero fermate, almeno in parte. Invece, le mascherine chirurgiche hanno dei pori più piccoli e bloccano una frazione le particelle submicrometriche dell'aerosol che trasmette il virus. Era una cosa che si sapeva già da un pezzo, questa è una conferma (serve altro?). 

Fin qui, bene. Ma che cosa ne deduciamo nella pratica? Eh, beh, la faccenda si fa complicata.

Per prima cosa, c'è un problema di fondo con questo e tanti altri studi. Gli autori stessi dichiarano che  erano partiti con l'idea di provare che le mascherine funzionano. E' chiaro che ne erano convinti fin dall'inizio. Ora, domandatevi cosa sarebbe successo se non avessero trovato nessun effetto. Avrebbero pubblicato l'articolo lo stesso? Sarebbe stato citato sui media? Immaginatevi quelli che hanno finanziato lo studio arrabbiatissimi con i ricercatori che gli dicono, "avete sprecato un sacco di soldi per non trovare nulla!" 

E se qualcun altro avesse fatto uno studio simile dove non trova nessun'effetto, sarebbe stato pubblicato e citato? Questo è un problema ben noto nella scienza medica: uno studio che non riesce a provare un'ipotesi viene lasciato di solito in un cassetto. Il fatto che un medicinale NON funziona non porta vantaggi a nessuno, quindi non c'è interesse a farlo sapere in giro. Il risultato è che si pubblicano solo articoli dove si prova qualcosa, oppure, peggio, si interrompono i test quando i dati disponibili sembrano dimostrare qualcosa. Non si sa mai: facendo altre misure l'effetto trovato potrebbe sparire! 

Seconda cosa: lo studio ha il limite di essere stato fatto su dei villaggi del Bangladesh dove, con tutta la buona volontà, le condizioni di vita, le distanze sociali, l'areazione degli spazi interni, e tantissime altre cose, non sono le stesse che in Europa. Basti dire che quando uno si prova a comparare i risultati della Svezia (dove non si portano mascherine) con quelli dell'Italia (dove le si portano quasi ovunque) ti arriva la critica "ma la Svezia è diversa dall'Italia" -- figuriamoci allora il Bangladesh!

Ma la cosa fondamentale è cosa fare con questo dato dell'11% in meno di infezioni, assumendo che sia vero. E' una questione di bilanciamento costi/benefici: vale la pena costringere un'intera popolazione a portare mascherine per ottenere un beneficio di questa entità? I ricercatori che hanno scritto l'articolo ci hanno ragionato sopra arrivando alla conclusione che, si, l'effetto delle mascherine è piccolo, ma che può valere la pena indossarle se sono prodotte su larga scala per ridurre i costi.  

Forse è vero, ma qui c'è un problema tipico dei sistemi complessi che si esprime dicendo "in un sistema complesso, non puoi fare una cosa soltanto." Al momento in cui cominci a parlare di mettere su un'industria intera per fabbricare mascherine chirurgiche che poi tutti devono indossare, poi ti trovi il problema di cosa fare quando le cose cambiano. Il calcolo del rapporto costi/benefici è stato fatto per quattro mesi di dati, ma si sa che l'epidemia va su e giù e le cose cambiano sempre. E se nuovi dati ti dicono che la mascherina non serve, cosa fai del sistema di produzione che hai costruito? E cosa fai di quelli che ci lavorano? E dei soldi che ci hai speso sopra? Capite il problema.  

E poi, quali sono gli effetti a lungo termine delle mascherine chirurgiche su persone che hanno difficoltà respiratorie? Nessuno lo sa e nemmeno si può sapere perché sono, appunto, a lungo termine. Per non parlare poi degli effetti psicologici, che sono difficilmente quantificabili, ma ci sono, specialmente sui bambini e sui giovani. Tutte cose di cui nell'articolo non si parla, ma che sono importanti.

E l'inquinamento causato dalle mascherine usate? Nell'articolo, se la cavano dicendo che fino ad ora è stato circa "un terzo di quello causato dalle borse di polietilene" come per dire, "non è poi così tanto". Ma vi sembra poco aver aumentato l'inquinamento da microparticelle del 30%? E questo è per una situazione in cui indossare mascherine era una cosa ancora rara in Bangladesh. Cosa succederebbe se tutti se la mettessero? Anche qui, nessuno sa quantificare i danni a lungo termine causati dalle microparticelle delle mascherine sparpagliate in giro. Eppure è un altro parametro fondamentale che dovremmo considerare per prendere delle decisioni. 

Insomma, vedete come sono complicate e difficili le cose. In confronto, mandare una sonda su Marte è cosa molto semplice per "La Scienza," nella sua forma Galileiana. Ma quando si tratta di quantificare effetti deboli tipo le mascherine come mezzo contro la diffusione di un virus, beh, la Scienza è in grossa difficoltà. Al massimo, ti da delle indicazioni. E non si dovrebbero usare queste indicazioni per terrorizzare la gente. E invece.....