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domenica 17 ottobre 2021

Università: come le élite minimizzano il rischio (per loro)


Compagno di viaggio, George Grader: non tutti i bramini di Boston evitano il rischio


Chuck Pezeshky è professore di ingegneria presso l'università di Washington. Non tutti gli ingegneri hanno una visione "olistica" del mondo, ma è una linea di pensiero che esiste nel campo dell'ingegneria e a volte ha portato a dei notevoli risultati. Basti citare il caso di Jay Forrester, ingegnere, che ha creato un intero campo di studi chiamato "social dynamics" alla base di studi come il famoso "Limiti dello Sviluppo." Chuck Pezeshky si impegna nel campo della comunicazione umana e esamina come sia basata sul concetto di "empatia." Il suo blog si intitola "Il Guru dell'Empatia". Da questo approccio interdisciplinare, nascono molte considerazioni interessanti, come questo che esamina come la tendenza delle elite a evitare ogni rischio a qualsiasi costo (per gli altri) abbia causato una situazione insostenibile nelle università americane. La situazione non è molto diversa in Italia. Chuck scrive in un inglese molto informale e gergale, per cui la traduzione non è facilissima e in certi casi mi sono preso qualche libertà di interpretazione. Le frasi evidenziate in grassetto sono opera mia.  (U.B.)


Di Chuck Pezeshky

Dal Blog "Empathy Guri 2 OTTOBRE 2021

Una delle cose più folli che stanno accadendo, sullo sfondo della più ampia pandemia di COVID, è l'estrema serie di restrizioni adottate dalle università più d'élite degli Stati Uniti. Le restrizioni in università come Stanford, Harvard, Brown e MIT fanno girare la testa. Viene sempre applicata l'intera gamma di interventi, indipendentemente dall'efficacia (perché non ce ne sono che siano significativamente efficaci e benefici per la coorte di età della maggior parte degli studenti universitari - età 18-26). E quando esce fuori una nuova idea, viene clamorosamente strombazzata. Queste nuove cose vanno dal relativamente ragionevole (requisiti di vaccinazione al 100%) al totalmente folle (Harvard vuole che gli studenti non si riuniscano in di gruppi di più di tre e si rimettano le mascherine tra un boccone e l'altro di un panino).

Questi tipi di politiche e dichiarazioni non hanno senso da nessuna prospettiva fisica. Questo eccellente editoriale di uno dei difensori razionali del nostro dibattito attuale, Vinay Prasad, dell'UC-San Francisco, sottolinea questo punto a questo collegamento. Vinay è ancora dentro Matrix, però, parlando della necessità di prove di controllo casuale delle politiche, arriva a stiracchiare la realtà fisica vicina al punto di rottura. Lo sai, Vinay, che quando gli dei vogliono punirti, esaudiscono i tuoi desideri? Vuoi davvero smontare centinaia di studi randomizzati sul COVID per il resto della pandemia?

Ma Prasad fa un piccolo sforzo di uscire dalla rete con questo commento alla fine:

“ Un ultimo punto che vale la pena considerare è il motivo per cui i college impongono queste regole. Sebbene i test diffusi possano essere utili per comprendere la prevalenza di una malattia, queste politiche non si basano su prove convincenti e sembrano più mirate a un altro obiettivo. È improbabile che tali politiche soddisfino la maggior parte degli studenti, ma è molto più probabile che facciano appello alla sensibilità dei loro genitori. La spiegazione più parsimoniosa quindi è che le scuole d'élite si rivolgono a genitori d'élite e si stanno impegnando in queste politiche per dare ai genitori il conforto che i loro ragazzi sono al sicuro - mentre nessuno al mondo sa se queste politiche aiutano e, cosa più importante, se valgono il prezzo di una vita interrotta.”

È un inizio, ed è abbastanza vicino, gli darei mezzo sigaro in premio.

Quello che stiamo davvero guardando qui è il gioco finale della minimizzazione del rischio per l'élite: l'idea è che le élite ci farebbero passare tutti quanti attraverso un cerchio di fuoco che sta sopra la gabbia dei coccodrilli affamati pur di ridurre al minimo il minuscolo rischio per loro di contrarre il COVID. Prasad ha ragione: facciamo meglio a credere che i genitori stiano chiamando l'ufficio del presidente della Duke University con le loro "preoccupazioni". Tranne che probabilmente non sono i genitori del povero ragazzo che ha vinto la lotteria accademica e ottenuto una borsa di studio. Quando ero alla Duke, c'era anche la nipote di Enzo Ferrari. E sì, guidava una 308 GTS azzurra, se la memoria non m'inganna. Quelle persone ora chiedono protezione dagli altri studenti. È una cascata di frattali di minimizzazione del rischio d'élite - il gioco finale del v-Meme a caccia di status legalistico/assolutistico. Se ti sei sempre chiesto se queste stesse élite contemporanee si sarebbero impegnate insieme negli Hunger Games, beh, non c'è bisogno di cercare oltre.

Il tutto viene peggiorato dagli studiosi di quelle stesse università che gridano a favore di politiche di "blocco". Persone come Gavin Yamey, professore di salute globale, sono stati fra i peggiori isterici in tutto il gioco dei ragazzini del college COVID. Qualsiasi emiro che possa mandare suo figlio alla Duke deve solo accedere a Twitter per trovare studiosi apparentemente preminenti di quella stessa università che chiedono l'isolamento sociale del corpo studentesco. E quando non solo tuo figlio arriva con una retta completa, ma con la prospettiva della dotazione di una serie di cattedre complete, non abbiamo difficoltà a credere che quando l'emiro chiamerà, quel presidente farà qualcosa. Lui/lei non prova il dolore dei corpi studenteschi a lui affidati.

Nel frattempo, i presidenti delle università più terrene sono bloccati con un dilemma completamente diverso. A causa dei loro problemi con la versione accademica di Skynet – l'edizione US News and World Report College Ranking (ovvero la classifica mondiale degli atenei) – sono obbligati pedissequamente, un po' come Gollum ne Il Signore degli Anelli, a seguire qualunque cosa stiano facendo le istituzioni d'élite. Tranne che ora stanno guardando una vera situazione di v-Meme di sopravvivenza. La credenza diffusa, anche all'interno delle mura modestamente coperte di edera dell'Università statale di Washington (WSU), è che anche gli studenti siano terrorizzati all'idea di contrarre il COVID. Ma ho saputo da un'autorità piuttosto saggia - i miei studenti - che non lo sono. In effetti, la maggior parte si sente tremendamente imbrogliata ed è estremamente arrabbiata anche per le restrizioni attualmente imposte nelle università statali negli Stati blu (democratici). Tutti danno per scontato che gli studenti siano stupidi e non comprendano l'effettivo rischio di COVID, un virus profondamente stratificato per età. Ma lo fanno, e molti mi hanno detto che se li rinchiuderanno di nuovo, se ne andranno.

Personalmente, dubito che molti studenti della mia classe lo farebbero davvero: dopo tutto, la mia clinica di design industriale è piena di graduati con laurea breve. E la maggior parte di loro è profondamente indebitata, e quindi non ricevere la laurea in un campo professionale dove certe credenziali sono richieste sarebbe oltremodo ridicolo. Ma nel mondo in cui il rapporto costi/benefici è in calo, con i nostri numeri già stretti, immagino che il nostro rettore non sia così stupido. Sa che inizierà la diminuzione delle iscrizioni, con l'effetto di mandare gli studenti a qualche istituto tecnico o a guardare la partita in TV.

E abbiamo già ammortizzatori di presenze fisiche in gioco. Essendo in uno stato Deep Blue (molto democratico), abbiamo già stronzate folli, come le mascherine alle partite di calcio, con cui fare i conti. Una cosa divertente e inapplicabile, tanto per il fatto che le persone stanno mangiando, così come non possono radunare abbastanza persone da assumere fra i commessi dell'Ikea per mandarli a fare le guardie a tempo parziale. Il salario per questi lavori è di $ 14/ora, o qualcosa del genere. Questi dovrebbero essere assunti per dire a uno studente universitario ubriaco di grappa da quattro soldi e succo d'uva di rimettersi la mascherina, fuori, magari sotto la pioggia? Manco per idea!

Ma gli studenti sopporteranno la costante violazione dei limiti dei test PCR in luoghi come il MIT. Vogliono quella stella d'oro per la vita. Quindi staranno zitti e andranno avanti. Ma sono anche giovani. Abbiamo bisogno che abbiano un buon cervello: dopotutto, saranno probabilmente il prossimo gruppo di élite a dirigere lo spettacolo, considerando come la mobilità sociale sia essenzialmente crollata negli Stati Uniti. Il vero problema non viene mai discusso nella maggior parte dei media: stiamo prendendo quella che è una delle esperienze sociali più profonde che una persona avrà nella sua vita e la stiamo trasformando in merda.

E questo ha una conseguenza più grande per tutti questi giovani rispetto ai semplici ricordi. La connessione sociale collega il cervello e, se non ci credete, non ho idea del motivo per cui siete su questo blog. Quello che stiamo realmente facendo, inseguendo l'eradicazione di un virus respiratorio già probabilmente endemico, è rendere un intero gruppo di giovani, già tormentati dalla frammentazione sociale dell'istruzione sotto il manto delle sparatorie nelle scuole e quant'altro, facendoli diventare fondamentalmente meno bene cablati per affrontare la complessità. Nessuna università è mai esistita solo per dare un pezzo di carta chiamato laurea. È l'ambiente sociale che compensa la nostra pedagogia spesso sciatta e le aule affollate. Le relazioni che gli studenti sviluppano fra di loro sono le cose reali che allenano le giovani menti.

Ciò che, a un certo livello, è ugualmente sorprendente, è che nessuna di queste università d'élite, molte con scuole di medicina e scuole di salute pubblica impressionanti sulla carta, non stia riflettendo sul fatto che la storia non tratterà gentilmente la loro ripugnante ignoranza e il rifiuto di aggiornarsi. Tutto ciò mette profondamente in discussione la loro fondamentale competenza. E non fatemi dire niente a proposito della loro umiltà. È vero che il COVID è stato una bella botta all'inizio e potete tornare indietro con i miei post su questo blog per vedere sia i miei successi, sia i miei fallimenti nella logica. E credo che vada detto: niente di tutto ciò ha a che fare con la mia formazione accademica formale. Non ho nessuna intenzione di "rimanere nella mia corsia accademica". Ma dalle voci più forti non senti altro che arroganza. E qualcuno gli deve dire che stanno sbagliando. A questo punto della pandemia, non possiamo fare altrimenti. 

Mentre concludo questo, penso di dover sottolineare ancora una volta che evitare di sottomettersi non è il modo in cui i ragazzi del college agiranno in questo scenario. Certamente non per gli studenti degli istituti di seconda categoria, come la nostra. Tutti i miei studenti, e anche il sottoscritto, si sono messi in fila per ottenere le nostre vaccinazioni, la maggior parte di noi prima del mandato del nostro recente governatore. Alla WSU, ci stiamo avvicinando al 100% di conformità con il nostro mandato di vaccinazione nella popolazione studentesca, o almeno così mi dicono le mie fonti interne. Quindi non raccontatemi questa scemenza su come gli studenti universitari non possano seguire ordini ragionevoli o siano fondamentalmente antiautoritari.

Ma se qualcuno pensa che non ci siano conseguenze a valle di questa profonda dimostrazione di mancanza di empatia, per ciò che è veramente la minimizzazione del rischio per le elite, quello sta sognando. Gli studenti universitari di oggi sono i decisori di domani e i loro ricordi saranno lunghi. Ricorderanno come la maggior parte di quello che è stato fatto è stato fatto a loro nome, ma non a loro vantaggio. E questo non li farà sentire gentili verso quelli di noi che saranno anziani.

E vorrei che qualcuno si preoccupi di me quando sarò costretto a indossare il mio bavaglino a cena.



mercoledì 12 maggio 2021

Memi assassini: I Roghi delle Streghe e Altre Follie Popolari

 From "The Seneca effect - di Ugo Bardi


Una moderna interpretazione di Anna Göldi. giustiziata nel 1782 per stregoneria a Glarona, in Svizzera. Si dice che sia stata l'ultima strega giustiziata in Europa, almeno a seguito di un processo. La storia delle grandi cacce alle streghe del XVI e XVII secolo rimane per molti aspetti un mistero. Che cosa ha fatto sì che questa follia si impadronisse delle menti degli europei? Ancora più strano, cosa fece sparire quella follia? Il male sembra avere un ciclo naturale di crescita e declino. È possibile accelerare il declino di un meme assassino se le brave persone si uniscono per rifiutarlo.


Nel 1841, Charles MacKay pubblicò il suo libro, "Delusioni popolari straordinarie e la pazzia delle folle." Fu una pietra miliare: il primo studio del campo che oggi chiamiamo memetica, termine coniato da Richard Dawkins per indicare come le idee ("memi ") si diffondono nella coscienza umana collettiva.  MacKay fu forse il primo nella storia a dichiarare pubblicamente che le grandi cacce alle streghe della fine del XVI e dell'inizio del XVII secolo erano una forma di follia collettiva . Nemmeno Voltaire (1694 - 1778) aveva toccato quell'argomento, nonostante le sue critiche a tutti i tipi di superstizioni religiose

Fra i vari stermini di massa, la guerra alle streghe non è stata la peggiore mai registrata. In Europa, ha causato circa 50mila vittime, in circa un secolo. Ma fu estremamente scioccante e crudele, soprattutto per aver colpito per lo più donne che non avevano la possibilità di difendersi. Oggi, viene ricordata come una forma particolarmente virulenta di follia collettiva. L'espressione "caccia alle streghe" è rimasta addirittura proverbiale. 

Questa fase storica ha generato molti studi nei tempi moderni, per lo più concentrati sulla spiegazione del motivo per cui è iniziata la caccia alle streghe. Le spiegazioni sono molte ma, in generale, si concorda che fosse correlata allo stress generato dalla Riforma e dalle guerre associate. Apparentemente, torturare e uccidere donne era una forma di rilascio dello stress. La mente umana deve avere molti seri problemi, evidentemente, ma questo lo sappiamo già, e non solo a causa della caccia alle streghe.

In ogni caso, è successo quello che è successo e dovremmo essere contenti che non sia durato più di quanto sia durato. Ma questo genera un'altra domanda: cosa ha fatto cessare la caccia alle streghe? È un punto fondamentale: se potessimo capire cosa fa smettere le persone di credere nei memi assassini, potremmo fermarli prima. 

Ma pochi degli studi che esaminano la guerra alle streghe hanno fatto uno sforzo specifico per capire perché la persecuzione è cessata. L'idea generale sembra essere che quando le condizioni che hanno causato la caccia alle streghe sono scomparse, le cose sono tornate al loro stato normale. A volte, si propone anche che l'illuminismo abbia posto fine agli omicidi. Lesson e Ross  (1) hanno proposto nel 2018 che:

"Il diciassettesimo secolo, tuttavia, fu il periodo della rivoluzione scientifica, i cui effetti potrebbero aver alla fine eroso la credenza popolare nella stregoneria, erodendo la richiesta popolare di procedimenti penali per stregoneria insieme ad essa fino a quando i processi alle streghe potrebbero essere finalmente abbandonati facilmente dai produttori religiosi".

Non per screditare uno studio eccellente sotto molti aspetti, ma questa interpretazione mi sembra completamente sbagliata. La pena di morte per le persone riconosciute colpevoli di avvelenamento o danneggiamento di altri aveva l'aspetto di una risposta razionale della società a una minaccia che, all'epoca, sembrava reale e documentata. Durante il XVI e il XVII secolo, la scienza aveva poco o nulla da dire sulla possibilità o meno di avvelenare le persone usando miscele di erbe o altri metodi.

Come dice Chuck Pezeshky, "la verità è la rappresentazione affidabile e valida delle informazioni che consente il coordinamento condiviso dell'azione all'interno di un social network". In alcuni casi, questa rappresentazione sociale coincide con la visione scientifica, ma questa non è la regola e non è nemmeno una cosa comune.  

Scovare le streghe non era soltanto il lavoro degli inquisitori. Dal libro di Trevor-Roper "The European Witch-Craze" (1991) potete capire quanto l'idea della minaccia delle streghe fosse diffusa a tutti i livelli della società. E di quanto intensamente si credesse che eliminare le streghe fosse un dovere sociale, una cosa che tutti dovevano fare per il bene di tutti gli altri. Un leader che non si impegnava nella caccia alle streghe non era considerato un buon leader. In certe regioni, esprimere dubbi sulla bontà dell'idea di sterminare le streghe poteva essere pericoloso per chi lo faceva.

Se la verità è un concetto sociale, allora dobbiamo comprendere la caccia alle streghe in un contesto sociale, nella forma delle entità che chiamiamo memi. Cosa fa vivere e morire i memi? Charles MacKay ci dà un suggerimento interessante quando dice: “Gli uomini, è stato detto, pensano in branchi; si vedrà che impazziscono in branchi, mentre recuperano i sensi solo lentamente, e uno per uno. "  

Come ho detto, MacKay è stato un grande innovatore e questa frase, di per sé, è un'affermazione corretta di come i meme si propagano. Si comportano esattamente come gli agenti patogeni fisici in un'epidemia: sei infettato dagli altri ma ti riprendi da solo. 

In effetti le infezioni memetiche possono essere descritte dalle stesse equazioni utilizzate in epidemiologia, come abbiamo mostrato in un articolo del 2018 insieme alle mie colleghe Ilaria Perissi e Sara Falsini. Le epidemie sono il risultato di feedback interni che, a loro volta, sono il risultato della struttura di rete del sistema. Questa struttura genera i tipici cicli "a campana". I processi di stregoneria sono probabilmente il primo caso storico di un ciclo memetico per il quale disponiamo di dati quantitativi (dati di Leeson e Ross, 2018 (1))). La curva a campana è chiaramente visibile.

Il modello ci dice che la diffusione di un'epidemia memetica è un fenomeno collettivo dovuto al fatto che le persone vengono infettate da altri. Al contrario, l'epidemia diminuisce perché le persone diventano individualmente "immuni" al meme. Il concetto di "immunità di gregge" vale non solo per le epidemie fisiche, ma anche per quelle virtuali. È ciò che alla fine rende la società resistente a questi memi assassini.

C'è un punto ancora più fondamentale sul declino dei meme killer, ben espresso da Trevor-Roper:

Intellettuali e funzionari di terzo grado hanno iniziato a dire che la mania era ingiusta e irrazionale. E quello che hanno detto è stato dato per scontato. Poi è arrivata l'intellighenzia, che ha mostrato che ciò che era stato detto per due secoli era sbagliato a causa di alcuni piccoli dettagli nell'interpretazione delle scritture. E quella fu la fine del processo.

Questa affermazione segna una differenza tra epidemie fisiche e memetiche. Un'epidemia fisica non si preoccupa troppo delle gerarchie umane. Un re può morire di peste proprio come qualsiasi cittadino comune. Ma, in un social network, la propagazione dei meme è influenzata dalla struttura gerarchica: le persone tendono a fidarsi delle autorità. Trevor-Roper ha identificato una verità profonda con la sua dichiarazione: la caccia alle streghe declinò perché la gente comune ("intellettuali e funzionari di terzo grado") iniziò a rendersi conto che il meme era malvagio e che loro (o le loro mogli, sorelle o madri) rischiavano di essere bruciate sul rogo. Quindi cessarono di dar retta ai loro leader e combatterono il meme.

Sembra che se vogliamo fermare i memi malefici, dobbiamo farlo partendo dal basso. Non possiamo riporre troppa speranza in leggi, tribunali, trattati e nobili principi: sono tutti sotto il controllo delle élite e possono essere piegati, trasmogrificati o ignorati. Ma la guerra memetica viene combattuta a tutti i livelli del social network. Le persone comuni possono rimanere stordite per un po' dal trattamento "Shock and Awe" che ricevono, ma a lungo andare capiscono. Non possiamo aspettarci di essere in grado di fermare il male rapidamente, ma un meme malvagio non può durare a lungo quando persone oneste si uniscono per combatterlo. Se la storia è una guida, il male è sorprendentemente fragile.


An meiner Wand hängt ein Japanisches Holzwerk
Maske eines bösen Dämons, bemalt mit Goldlack.
Mitfühlend sehe ich
Die geschwollenen Stirnadern, andeutend
Wie anstrengend es ist, böse zu sein.

Sulla mia parete è appesa una scultura giapponese,
La maschera di un demone malvagio, decorata con lacca dorata.
Con simpatia osservo
le vene gonfie della fronte, indicando
che fatica è essere malvagi.

 Bertolt Brecht