Due settimane fa, Katherine Flegal ha pubblicato su "Progress in Cardiovascular Disease" un resoconto delle critiche ricevute da un suo articolo precedente (2005) sull'effetto dell'obesità sulla salute. L'articolo era stato pubblicato su JAMA (Journal of the American Medical Association).
Una ricercatrice un po' ingenua pubblica un articolo scientifico su una rivista rispettabile. Pensava che il suo articolo fosse semplice e difendibile. Ha utilizzato solo dati disponibili pubblicamente e i suoi risultati erano coerenti con gran parte della letteratura sull'argomento. I suoi coautori includevano due illustri statistici. Con sua sorpresa, la sua pubblicazione è stata accolta con attacchi insoliti da alcune fonti inaspettate all'interno della comunità di ricerca. Questi attacchi sono arrivati spesso non dai normali canali di discussione scientifica. La sua ricerca è diventata il bersaglio di una campagna aggressiva che includeva insulti, errori, disinformazione, post sui social media, pettegolezzi e manovre dietro le quinte e lamentele al suo datore di lavoro. L'obiettivo sembrava essere quello di minare e screditare il suo lavoro. La controversia era qualcosa di deliberatamente fabbricato e gli attacchi consistevano principalmente in ripetute affermazioni di opinioni preconcette. Ha imparato in prima persona l'antagonismo che potrebbe essere provocato da scoperte scientifiche che si rivelano scomode. Le linee guida e le raccomandazioni dovrebbero essere basate su dati oggettivi e imparziali. Lo sviluppo della politica di salute pubblica e delle raccomandazioni cliniche è complesso e deve essere basato sull'evidenza piuttosto che sulla convinzione. Questo può essere difficile quando è coinvolto un argomento scottante.
A naïve researcher published a scientific article in a respectable journal. She thought her article was straightforward and defensible. It used only publicly available data, and her findings were consistent with much of the literature on the topic. Her coauthors included two distinguished statisticians. To her surprise her publication was met with unusual attacks from some unexpected sources within the research community. These attacks were by and large not pursued through normal channels of scientific discussion. Her research became the target of an aggressive campaign that included insults, errors, misinformation, social media posts, behind-the-scenes gossip and maneuvers, and complaints to her employer. The goal appeared to be to undermine and discredit her work. The controversy was something deliberately manufactured, and the attacks primarily consisted of repeated assertions of preconceived opinions. She learned first-hand the antagonism that could be provoked by inconvenient scientific findings. Guidelines and recommendations should be based on objective and unbiased data. Development of public health policy and clinical recommendations is complex and needs to be evidence-based rather than belief-based. This can be challenging when a hot-button topic is involved.