giovedì 31 dicembre 2015

Per la fine e per l'inizio, auguri.


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Fonte: wikipedia


Forse che di formiche
dobbiamo avere invidia
di loro che hanno arti
mandibole artigli antenne
occhi dalle mille lenti
menti essenziali minime
unificate in una grande
noi si ha tenaglie trapani
trivelle telescopi celle
connesse come tele
di aracnidi astutissimi
siamo più potenti e fragili
di loro esapodi un po’automi
contiamo gli attimi ed i secoli
stracciamo calendari
e ne stampiano nuovi
siamo molliche d’un intero pane
ed ognuno pane di briciole raduno
per questo ogni bambino
s’incanta del cammino
della formichina sul suo dito.

Marco Sclarandis

Amate questo mondo fino a che vi fa male

Da “toughtcatalog.com”. Traduzione di MR (via Donella Meadows Institute)

Di Leehi Yona



Ultimamente ho sognato di dormire fino a dopo che ha suonato la sveglia. I sogni finiscono sempre nello stesso modo – nei sogni, mi sveglio spaventata, rendendomi conto di quello che è successo, ma a quel punto è già troppo tardi.

Nella vita reale, la sveglia la sento sempre.

Studio il cambiamento climatico. Sono una scienziata in erba. Sono un'organizzatrice di comunità. Sono una ventiduenne troppo consapevole di cosa significhino i gas serra per la mia generazione: vivremo le conseguenze di un problema così monumentale che colpirà ogni aspetto del nostro futuro.

Gran parte della mia ricerca si è svolta nell'Artico. Ricordo la prima volta che ho visto dei ghiacciai staccarsi in Groenlandia.

Erano le due del mattino. C'era il sole – come sempre in estate – basso sull'orizzonte. Facevo un'escursione con altri assistenti di ricerca, camminando lungo la tundra spoglia. Potevo vedere a miglia di distanza. Ogni passo che facevo lasciava un'impronta profonda sull'erba. Sentivo il peso dei miei piedi – conoscendo l'Artico, ero profondamente consapevole che quelle impronte sarebbero durare anni, come minimo.

Ci siamo appollaiati su un costone di montagna seduti di fronte ad una calotta di ghiaccio.

Abbiamo aspettato.

E poi, è venuto – immenso fulmine a ciel sereno. Poi,  un crack penetrante.

Prima che ci si rendesse conto, cinque grattacieli si sono staccati e trasformati in iceberg. Mai nella mia vita mi sono sentita un granello di polvere come in quell'occasione.

La maggior parte di noi conosce fin troppo bene cosa significa il cambiamento climatico per la nostra generazione. Le persone più rispettate, serie ed intellettuali ci dicono che non avremo futuro in cui vivere a meno che la società non si unisca come una sola umanità per ridurre le emissioni di gas serra. Poi, i decisori politici, gli adulti, questa stessa società, ci dicono che il nostro essere giovani ci rende impotenti. Come possiamo vivere con l'afflizione di sapere che non abbiamo delle vite future a cui pensare? Dobbiamo prendere in considerazione il fatto di far nascere dei figli in questo mondo quando sappiamo che il mondo sta tradendo il loro stesso diritto di vivere?

Oggi, i capi mondiali sono riuniti a Parigi per dare inizio ai colloqui sul clima della COP 21 delle Nazioni Unite – la più grande conferenza sul cambiamento climatico di questo decennio. C'erano più Capi di Stato nello stesso posto oggi che in qualsiasi altro momento storico.

Mi sono seduta con altri giovani nelle stesse sale. Abbiamo trattenuto tutti il fiato mentre guardavamo Barack Obama, François Hollande, Vladimir Putin e Justin Trudeau parlare.

“Credo, nelle parole del dottor Martin Luther King Jr., che c'è la possibilità di essere in ritardo”, ha detto il presidente Obama. “E quando si tratta di cambiamento climatico, ci siamo quasi. Ma se qui agiamo, se agiamo adesso, se mettiamo i nostri interessi a breve termine dietro all'aria che respireranno i nostri giovani, il cibo che mangeranno, l'acqua che berranno e le speranze che sostengono le loro vite, allora non saremo in ritardo per loro”.

Nel frattempo, gli Stati Uniti sono ancora un paese che mina deliberatamente il processo climatico dell'ONU.

Siamo giovani, e terrorizzati.

La nostra paura ha radici nell'immenso amore che nutriamo per questo mondo.

La mia paura più grande nella vita è di vedere i capi del mondo agire per il cambiamento climatico – vedere i nostri governi riconoscere cosa significhi essere umani e sentire la sofferenza degli altri, per mostrare compassione – piangere di felicità e poi svegliarmi.

Siamo tutti giovani in cerca di un senso – abbiamo a malapena formato le nostre identità.

Come possiamo amarci, amarci fra noi, in un mondo tanto a pezzi?

Come possiamo amare questo mondo se è così a pezzi? Come possiamo sperare quando, mentre parliamo, i capi del mondo si tengono per mano mentre si incamminano verso l'oblio? Stanno negoziando sul nostro futuro.

Amate questo mondo fino a che vi fa male. Fomentate un amore doloroso per qualsiasi cosa intorno a noi – cieli limpidi, denti di leone, neve intonsa, luce del sole, la sensazione dell'erba morbida sotto i nostri piedi nudi.

Trovatelo dentro di voi come amare questo mondo nonostante sia a pezzi. Amatelo perché è a pezzi.

Di fronte al cambiamento climatico, l'amore è la sola cosa che ci rimane. C'è speranza nel cuore di tutto questo – siamo giovani, ma sappiamo come può essere il futuro e il nostro amore per il mondo ci spinge a continuare a lavorare per renderlo migliore.

Le sveglie stanno suonando.



mercoledì 30 dicembre 2015

Il 2016 è destinato ad essere l'anno più caldo mai registrato a livello globale

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Climate Central)

Il Met Office del Regno Unito stima che il 2016 sarà perlomeno caldo quanto il 2015, il che significherebbe i tre anni più caldi mai verificatisi uno in fila all'altro


La fusione della calotta glaciale della Groenlandia e il suo effetto sull'area che circonda la Groenlandia stessa è uno degli effetti più immediati del cambiamento climatico. Foto: John Mcconnico/AP

Di Damian Carrington

Il 2016 è destinato ad essere l'anno più caldo mai registrato, secondo una previsione pubblicata dal MET Office giovedì. Si pensa che il cambiamento climatico e il picco del fenomeno meteorologico de El Niño portino la temperatura media globale del prossimo anno oltre il record, ora sicuro, che verrà stabilito dal 2015, che a sua volta batte un nuovo record stabilito nel 2014. La previsione arriva solo cinque giorni dopo che 195 nazioni hanno concordato un accordo storico per combattere il riscaldamento globale al summit delle Nazioni Unite di Parigi mantenendo l'aumento della temperatura al di sotto dei 2°C, con un'ambizione di limitare l'aumento a 1,5°C.

martedì 29 dicembre 2015

La crescita inesorabile della popolazione umana

Da “The Independent”. Traduzione di MR (via Population Matters)

Anche una guerra mondiale o una pandemia darebbero come risultato una popolazione di perlomeno 5 miliardi di persone nel 2100

Di Steve Connor


Attualmente ci sono circa 7,1 miliardi di persone (qui il numero reale aggiornato momento per momento, ndt)  sulla Terra e i demografi stimano che questo numero potrebbe salire a circa 9 miliardi nel 2050. (Getty) 

La popolazione globale umana è “bloccata” ad un aumento inesorabile in questo secolo e non sarà facilmente spostata, nemmeno da eventi apocalittici come una terza guerra mondiale o pandemia letale, ha scoperto uno studio. Non ci sono “soluzioni facili” alla bomba a orologeria della popolazione, perché ora ci sono così tante persone che nemmeno un disastro globale inimmaginabile fermerà la crescita, hanno concluso gli scienziati.

Anche se le misure progettate per ridurre la fertilità umana nelle parti del mondo in cui la crescita della popolazione è più veloce alla fine avranno impatti a lungo termine sui numeri, questo deve andare a braccetto con politiche mirate a ridurre il consumo di risorse naturali, hanno detto. Due importanti ecologisti, che di solito studiano le popolazioni di animali selvaggi, hanno concluso che il numero di persone nel mondo oggi costituirà uno dei problemi più scoraggianti per una vita sostenibile sul pianeta nel secolo a venire – anche se ogni paese adottasse la politica draconiana del “figlio unico”.

“L'inesorabile spinta demografica della popolazione umana globale sta rapidamente erodendo il sistema di supporto vitale della Terra”, dicono il professor Corey Bradshaw dell'Università di Adelaide e il professor Barry Brook dell'Università della Tasmania nel loro studio, pubblicato negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze. “Ipotizzando una continuazione delle attuali tendenze nella riduzione della mortalità, anche una rapida transizione ad una politica mondiale del figlio unico porta ad una popolazione analoga a quella di oggi nel 2100”, dicono. “Persino un evento catastrofico di morte di massa di  due miliardi di persone in una finestra ipotetica a metà del XXI secolo darebbe ancora circa 8 miliardi di persone per il 2100”, aggiungono.

Attualmente ci sono circa 7,1 miliardi di persone sulla Terra e i demografi stimano che questo numero possa aumentare a circa 9 miliardi per il 2050 – e a 25 miliardi per il 2100, anche se questo si basa sugli attuali tassi di fertilità, che sono attesi in diminuzione nei prossimi decenni.


Il numero di persone nel mondo oggi costituirà uno dei problemi più scoraggianti per una vita sostenibile sul pianeta nel secolo a venire. (Getty)

Il professor Bradshaw ha detto al The Independent che lo studio è stato progettato per guardare i numeri umani con lo sguardo di un ecologista che studia gli impatti naturali sugli animali per determinare se fattori come pandemie e guerre mondiali possano influenzare drammaticamente le proiezioni della popolazione. “Fondamentalmente abbiamo scoperto che la dimensione della popolazione umana è così grande da avere una spinta propria. E' come una macchina in accelerazione che viaggia a 150 miglia all'ora. Si può pigiare forte sui freni, ma ci vuole comunque tempo per fermarsi”, ha detto il professor Bradshaw. “la popolazione globale è aumentata così rapidamente che circa il 14% di tutti gli esseri umani che siano mai vissuti sono ancora vivi oggi – questo è un dato statistico che fa pensare”, ha detto.


“Abbiamo esaminato vari scenari di cambiamento della popolazione umana globale fino al 2100 adattando i tassi di fertilità e di morte per determinare la gamma plausibile di dimensioni della popolazione alla fine del secolo. “Persino una politica mondiale del figlio unico come quella della Cina, implementata durante il secolo a venire, o eventi di mortalità catastrofica come un conflitto globale o una pandemia, risulterebbero comunque probabilmente in una popolazione dai 5 ai 10 miliardi di persone per il 2100”, ha aggiunto.

I ricercatori hanno ideato nove diversi scenari che potrebbero influenzare i numeri umani in questo secolo, che vanno dal “business as usual” con gli attuali tassi di fertilità ad un improbabile politica di un figlio per famiglia in tutto il mondo, a catastrofi su scala globale in cui muoiono miliardi di persone. “Siamo rimasti sorpresi che uno scenario di cinque anni di Terza Guerra Mondiale che imitano la stessa proporzione di persone uccise nella Prima Guerra Mondiale e nella Seconda Guerra Mondiale insieme abbiano registrato a malapena un sussulto sulla traiettoria della popolazione umana di questo secolo”, ha detto il professor Brook.

Le misure per controllare la fertilità attraverso le politiche di pianificazione familiare alla fine avranno un impatto sulla riduzione della pressione sulle risorse limitate, ma non immediatamente, ha detto. “I nostri bis-bis-bis-bis-bisnipoti potrebbero alla fine beneficiare di una tale pianificazione, ma le persone che vivono oggi no”, ha detto il professor Brook. Simon Ross, il dirigente esecutivo della Onlus Population Matters, ha detto che introducendo la moderna pianificazione famigliare nel mondo in via di sviluppo costa meno di 4 miliardi di dollari – circa un terzo del bilancio di aiuti annuale del Regno Unito. “Così, mentre la riduzione della fertilità non è una soluzione rapida, è relativamente conveniente, affidabile e popolare per i più, con effetti collaterali generalmente positivi. Diamo il benvenuto al riconoscimento del potenziale della pianificazione famigliare e dell'educazione riproduttiva per alleviare la disponibilità di risorse sul lungo termine”, ha detto il signor Ross.

lunedì 28 dicembre 2015

World Energy Outlook 2015: Prospettive di decrescita imminente

Da “The Oil Crash”. Traduzione di MR


Cari lettori,

il rapporto annuale per eccellenza nel mondo dell'energia, il World Energy Outlook (WEO), pubblicato ogni anno dalla IEA in questo periodo, è stato appena presentato a Parigi lo scorso 10 novembre. Si tratta, come sempre, di un rapporto voluminoso (718 pagine, quest'anno) in cui l'agenzia commissionata dall'OCSE perché consigli i governi degli stati membri in materia di politica energetica ci dà i dettagli di quali sono gli scenari di futuro sull'evoluzione dell'energia e dell'economia nei prossimi decenni. Date le caratteristiche del rapporto (numerosissime statistiche, previsioni non contestualizzate storicamente, poca tracciabilità della veridicità o non veridicità delle edizione passate, testo ampolloso e molto esteso, eccesso di focalizzazione su alcuni dettagli poco importanti e scarso accento su altri più rilevanti, uso deliberato di un linguaggio di basso profilo e molteplicità di scenari per eludere responsabilità in caso di previsioni molto sbagliate) portano al risultato che rimestare fra i dati e le previsioni della IEA per i prossimi anni comporti sempre una certa fatica. Tuttavia, dato che si tratta di un documento centrale nelle discussioni sul cambiamento politico e che i dati inventariati contenuti nel rapporto (le sue previsioni sul futuro sono altra cosa) sono di fatto di buona qualità, si rende necessario prendersi un certo tempo e leggere il rapporto, salvando alcune conclusioni che si annidano nel rapporto stesso che a volte sono importanti e che la IEA comunica in modo aperto ma non pubblicizzato. Come negli anni precedenti, esporrò nelle prossime righe una revisione preliminare degli aspetti più salienti che ho trovato ad una lettura rapida del WEO 2015, lasciando a post successivi lo sviluppo di qualche aspetto che credo valga la pensa di evidenziare.

domenica 27 dicembre 2015

Uccidete gli scienziati! (Il trionfo del negazionismo)

Da “The great change”. Traduzione di MR

"Ci siamo abituati allo spettacolo bizzarro di un mondo intero di 190 paesi tenuto in ostaggio da 60 o 70 milionari repubblicani del Senato degli Stati Uniti”


Di Albert Bates

Ci viene in mente la formulazione classica di Elisabeth Kübler-Ross dei cinque stadi dell'afflizione – negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione – che sono trasferibili su varie gradazioni in modi diversi al cambiamento personale e allo sconvolgimento emotivo risultanti da fattori che non siano la morte o il morire, come l'angoscia da “solastalgia” prodotta dal cambiamento del proprio ambiente casalingo.


sabato 26 dicembre 2015

La grande bufala delle scie chimiche

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Cristiano Bottone)

Di George Monbiot

Il vero problema – il riscaldamento causato dalle emissioni degli aerei – ci richiede di agire. Ma concentrarsi sulle “scie chimiche” assolve le persone dalla responsabilità di farlo.



Un aereo di linea vola dall'aeroporto di Heathrow a Londra mentre il cielo è solcato da scie di condensazione. Foto: Toby Melville/Reuters 

Passi anni a cercare di portare le persone ad interessarsi alle emissioni degli aerei. Poi alla fine il problema viene colto – ma nel modo più perverso possibile. Gli inquinanti diffusi dagli aerei sono un grande problema. Danno un contributo significativo al riscaldamento globale, eppure sono esclusi dai negoziati internazionali, come la conferenza che si sta svolgendo a Parigi. Di conseguenza, l'espansione dell'aviazione è scevra da preoccupazioni sul cambiamento climatico. Questa esclusione è ridicola, se non altro perché le emissioni degli aerei hanno un ruolo particolare nel riscaldare il pianeta, a causa dell'altitudine alla quale vengono rilasciate e degli impatti moltiplicatori del vapore acqueo ed altri gas prodotti dagli aerei. Gas che a volte formano scie di condensazione nel cielo.