Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Cristiano Bottone)
Di George Monbiot
Il vero problema – il riscaldamento causato dalle emissioni degli aerei – ci richiede di agire. Ma concentrarsi sulle “scie chimiche” assolve le persone dalla responsabilità di farlo.
Passi anni a cercare di portare le persone ad interessarsi alle emissioni degli aerei. Poi alla fine il problema viene colto – ma nel modo più perverso possibile. Gli inquinanti diffusi dagli aerei sono un grande problema. Danno un contributo significativo al riscaldamento globale, eppure sono esclusi dai negoziati internazionali, come la conferenza che si sta svolgendo a Parigi. Di conseguenza, l'espansione dell'aviazione è scevra da preoccupazioni sul cambiamento climatico. Questa esclusione è ridicola, se non altro perché le emissioni degli aerei hanno un ruolo particolare nel riscaldare il pianeta, a causa dell'altitudine alla quale vengono rilasciate e degli impatti moltiplicatori del vapore acqueo ed altri gas prodotti dagli aerei. Gas che a volte formano scie di condensazione nel cielo.
Potreste aspettarvi che io sia contento del fatto che migliaia di persone si stiano interessando alle scie di condensazione ed ai loro effetti e che stiano protestando contro le linee aeree che le producono. Nemmeno per sogno. Le persone che urlano di più nel protestare contro le emissioni dell'aviazione non hanno alcun interesse per il loro contributo al riscaldamento globale. Proprio il contrario. Molti di coloro che ora denunciano l'inquinamento dei cieli vedono la scienza del clima come parte del problema: una cospirazione di multinazionali, pianificatori militari ed altri interessi malvagi per controllare i cieli. Fino a poco tempo fa, ho ignorato questo movimento, anche se se si è diffuso fra presone che conoscevo. Le voci sono diventate così pervasive che il governo, che raramente risponde alle teorie della cospirazione, quest'estate si è sentito obbligato a produrre una scheda informativa per smontarne le affermazioni principali. Ma è stato solo quando l'editore di una grande rivista ambientalista mi ha mandato ciò che ha chiamato “un saggio notevole”, nella speranza di persuadermi di abbracciare la causa, che ho deciso che non potevo più ignorarlo. Il “saggio notevole” era spazzatura: una lunga serie di fatti sconnessi appiccicati insieme per creare ciò che sembra essere una storia coerente, ma ma che ha a che fare con la realtà quanto un discorso di Donald Trump. In una brutta giornata.
Nella mia città natale, le strade ora sono disseminate di graffiti che pubblicizzano il sito www.look-up.org.uk. Così ho guardato in alto. Potreste immaginare, leggendo quanto segue, che io stia scegliendo un esempio estremo, ma mi dispiace dire che questo è tipico delle centinaia di siti che promuovono questa sciocchezza. Continuo ad incontrare persone anche intelligenti che sembrano pronte a crederci. Ecco i loro contenuti principali:
I misteriosi benefattori degli scienziati devono essere estremamente potenti, tuttavia, in quanto hanno progettato gli attacchi di Parigi (“un altro evento false flag”), per non lasciare niente al caso durante i colloqui sul clima. Tutto conferma la tesi, persino il triste numero di seguaci che il sito è riuscito ad attrarre. Dipende dal ruolo di Facebook – o Fakebook, come preferiscono chiamarlo – nella cospirazione:
“Abbiamo assunto diverse persone intelligenti per analizzare il comportamento e la portata dei nostri post e questi hanno concluso che è stata attuata una restrizione algoritmica per ridurre la portata dei nostri post a sole poche persone, un piccolo numero di abbonati, e di solito si trattava sempre delle stesse persone”.
Quale altra spiegazione potrebbe esserci?
“Sospettiamo anche alcune, se non tutte, queste persone siano operatori che regolarmente mettono un “like” al nostro materiale per assicurarsi che pensiamo di avere un pubblico, mentre quasi nessuno stava vedendo i materiali”.
Così, da un lato abbiamo una minaccia reale, misurabile ed attestabile, che è causata da un'industria identificabile e persiste grazie all'indifferenza ed alla visione a breve termine dei governi mondiali. Dall'altra, abbiamo una cospirazione, attribuita a forze sconosciute e ad interessi non specificati, così potenti e pervasivi, che si estende da Mark Zuckerberg ai terroristi di Parigi. Perché sembra tanto più difficile generare interesse sul problema reale piuttosto che su uno improbabile? Il problema reale – il riscaldamento globale causato dalle emissioni degli aerei – ci richiede di agire. Riducendo il nostro impatto volando di meno, cosa che poche persone sono pronte a fare. Comporta una battaglia estenuante contro un'industria potente e governi insensibili. Significa leggere articoli noiosi, assistere a incontri noiosi ed impegnarsi con un livello di complessità politica e tecnica che molte persone trovano repellente. C'è molto da macinare e poca gloria.
Ma non c'è niente di noioso nelle teorie della cospirazione. Danno un senso di come è a volte un mondo senza senso. Ti dicono che sei fra gli eletti: consapevole del grande schema che altre persone (o persone-pecora/persone che dormono – sheeple/sleeple – come amano chiamarle spesso i siti cospirazionisti) sono incapaci o non disposti a vedere. Ti dicono che sei un crociato solitario che combatte il male, dello stesso tipo di quelli che trovi solo nei film sui supereroi. E se in pochi leggono il tuo sito, ciò prova soltanto quanto sei importante: per quale altro motivo le autorità si spingono così lontano per limitare chi ti segue? Questo ti assolve anche dalla responsabilità di agire. Certo, potresti sentirti spinto a creare un sito, fare qualche foto, forse firmare qualche strana petizione o persino partecipare ad una o due manifestazioni rumorose. Ma non devi cambiare niente, perché da qualche parte, sepolto in profondità nel prosencefalo, c'è la consapevolezza che in realtà non c'è niente da cambiare. Hai la gloria senza macinare. Forse questi movimenti sono anche una risposta al senso di impotenza. In un mondo così complesso, caotico e mal governato, tanto che i suoi dilemmi più pericolosi sembrano spesso inaffrontabili, paradossalmente è confortante credere che ci siano poteri quasi divini al comando, anche se questi poteri sono maligni. Ci allontaniamo dalle realtà scomode creando irrealtà comode. E sembra che non importi quanto queste possano diventare irreali.
www.monbiot.com
Di George Monbiot
Il vero problema – il riscaldamento causato dalle emissioni degli aerei – ci richiede di agire. Ma concentrarsi sulle “scie chimiche” assolve le persone dalla responsabilità di farlo.
Un aereo di linea vola dall'aeroporto di Heathrow a Londra mentre il cielo è solcato da scie di condensazione. Foto: Toby Melville/Reuters
Passi anni a cercare di portare le persone ad interessarsi alle emissioni degli aerei. Poi alla fine il problema viene colto – ma nel modo più perverso possibile. Gli inquinanti diffusi dagli aerei sono un grande problema. Danno un contributo significativo al riscaldamento globale, eppure sono esclusi dai negoziati internazionali, come la conferenza che si sta svolgendo a Parigi. Di conseguenza, l'espansione dell'aviazione è scevra da preoccupazioni sul cambiamento climatico. Questa esclusione è ridicola, se non altro perché le emissioni degli aerei hanno un ruolo particolare nel riscaldare il pianeta, a causa dell'altitudine alla quale vengono rilasciate e degli impatti moltiplicatori del vapore acqueo ed altri gas prodotti dagli aerei. Gas che a volte formano scie di condensazione nel cielo.
Potreste aspettarvi che io sia contento del fatto che migliaia di persone si stiano interessando alle scie di condensazione ed ai loro effetti e che stiano protestando contro le linee aeree che le producono. Nemmeno per sogno. Le persone che urlano di più nel protestare contro le emissioni dell'aviazione non hanno alcun interesse per il loro contributo al riscaldamento globale. Proprio il contrario. Molti di coloro che ora denunciano l'inquinamento dei cieli vedono la scienza del clima come parte del problema: una cospirazione di multinazionali, pianificatori militari ed altri interessi malvagi per controllare i cieli. Fino a poco tempo fa, ho ignorato questo movimento, anche se se si è diffuso fra presone che conoscevo. Le voci sono diventate così pervasive che il governo, che raramente risponde alle teorie della cospirazione, quest'estate si è sentito obbligato a produrre una scheda informativa per smontarne le affermazioni principali. Ma è stato solo quando l'editore di una grande rivista ambientalista mi ha mandato ciò che ha chiamato “un saggio notevole”, nella speranza di persuadermi di abbracciare la causa, che ho deciso che non potevo più ignorarlo. Il “saggio notevole” era spazzatura: una lunga serie di fatti sconnessi appiccicati insieme per creare ciò che sembra essere una storia coerente, ma ma che ha a che fare con la realtà quanto un discorso di Donald Trump. In una brutta giornata.
Nella mia città natale, le strade ora sono disseminate di graffiti che pubblicizzano il sito www.look-up.org.uk. Così ho guardato in alto. Potreste immaginare, leggendo quanto segue, che io stia scegliendo un esempio estremo, ma mi dispiace dire che questo è tipico delle centinaia di siti che promuovono questa sciocchezza. Continuo ad incontrare persone anche intelligenti che sembrano pronte a crederci. Ecco i loro contenuti principali:
- “Gli aerei non devono produrre nuvole, eppure li vediamo farlo sui nostri cieli ogni giorno”.
- “Tre enormi multinazionali ora possiedono quasi tutte le linee aeree del mondo. Hanno modificato i loro aerei per spruzzare sostanze chimiche sconosciute nei nostri cieli durante il volo”.
- “Grandi multinazionali private [stanno]... modificando la nostra atmosfera senza la consapevolezza e il consenso della società”.
- “Pensiamo che il loro folle piano di bloccare il nostro sole sia inutile, pericoloso e non abbia niente a che fare con la scienza o col proteggerci, ma abbia più a che fare col controllo meteorologico per motivi finanziari”.
I misteriosi benefattori degli scienziati devono essere estremamente potenti, tuttavia, in quanto hanno progettato gli attacchi di Parigi (“un altro evento false flag”), per non lasciare niente al caso durante i colloqui sul clima. Tutto conferma la tesi, persino il triste numero di seguaci che il sito è riuscito ad attrarre. Dipende dal ruolo di Facebook – o Fakebook, come preferiscono chiamarlo – nella cospirazione:
“Abbiamo assunto diverse persone intelligenti per analizzare il comportamento e la portata dei nostri post e questi hanno concluso che è stata attuata una restrizione algoritmica per ridurre la portata dei nostri post a sole poche persone, un piccolo numero di abbonati, e di solito si trattava sempre delle stesse persone”.
Quale altra spiegazione potrebbe esserci?
“Sospettiamo anche alcune, se non tutte, queste persone siano operatori che regolarmente mettono un “like” al nostro materiale per assicurarsi che pensiamo di avere un pubblico, mentre quasi nessuno stava vedendo i materiali”.
Così, da un lato abbiamo una minaccia reale, misurabile ed attestabile, che è causata da un'industria identificabile e persiste grazie all'indifferenza ed alla visione a breve termine dei governi mondiali. Dall'altra, abbiamo una cospirazione, attribuita a forze sconosciute e ad interessi non specificati, così potenti e pervasivi, che si estende da Mark Zuckerberg ai terroristi di Parigi. Perché sembra tanto più difficile generare interesse sul problema reale piuttosto che su uno improbabile? Il problema reale – il riscaldamento globale causato dalle emissioni degli aerei – ci richiede di agire. Riducendo il nostro impatto volando di meno, cosa che poche persone sono pronte a fare. Comporta una battaglia estenuante contro un'industria potente e governi insensibili. Significa leggere articoli noiosi, assistere a incontri noiosi ed impegnarsi con un livello di complessità politica e tecnica che molte persone trovano repellente. C'è molto da macinare e poca gloria.
Una parodia di pubblicità di Revolt Design a Parigi recita: “Affrontare il cambiamento climatico? Naturalmente no... i profitti delle società sono più importanti di salvare il pianeta. Così facciamo delle lobby coi politici... Non ditelo a nessuno. Air France è parte del problema”. Foto: Brandalisim
Ma non c'è niente di noioso nelle teorie della cospirazione. Danno un senso di come è a volte un mondo senza senso. Ti dicono che sei fra gli eletti: consapevole del grande schema che altre persone (o persone-pecora/persone che dormono – sheeple/sleeple – come amano chiamarle spesso i siti cospirazionisti) sono incapaci o non disposti a vedere. Ti dicono che sei un crociato solitario che combatte il male, dello stesso tipo di quelli che trovi solo nei film sui supereroi. E se in pochi leggono il tuo sito, ciò prova soltanto quanto sei importante: per quale altro motivo le autorità si spingono così lontano per limitare chi ti segue? Questo ti assolve anche dalla responsabilità di agire. Certo, potresti sentirti spinto a creare un sito, fare qualche foto, forse firmare qualche strana petizione o persino partecipare ad una o due manifestazioni rumorose. Ma non devi cambiare niente, perché da qualche parte, sepolto in profondità nel prosencefalo, c'è la consapevolezza che in realtà non c'è niente da cambiare. Hai la gloria senza macinare. Forse questi movimenti sono anche una risposta al senso di impotenza. In un mondo così complesso, caotico e mal governato, tanto che i suoi dilemmi più pericolosi sembrano spesso inaffrontabili, paradossalmente è confortante credere che ci siano poteri quasi divini al comando, anche se questi poteri sono maligni. Ci allontaniamo dalle realtà scomode creando irrealtà comode. E sembra che non importi quanto queste possano diventare irreali.
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