Da “The great change”. Traduzione di MR
"Ci siamo abituati allo spettacolo bizzarro di un mondo intero di 190 paesi tenuto in ostaggio da 60 o 70 milionari repubblicani del Senato degli Stati Uniti”
Di Albert Bates
Ci viene in mente la formulazione classica di Elisabeth Kübler-Ross dei cinque stadi dell'afflizione – negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione – che sono trasferibili su varie gradazioni in modi diversi al cambiamento personale e allo sconvolgimento emotivo risultanti da fattori che non siano la morte o il morire, come l'angoscia da “solastalgia” prodotta dal cambiamento del proprio ambiente casalingo.
Alla conferenza sul clima di Parigi, il negazionismo ha preso il sopravvento sulla contrattazione, mentre l'Arabia Saudita, parlando (apertamente) per gli stati arabi e (indirettamente ma in modo trasparente) per Stati Uniti, Canada ed
Australia, così come per altri paesi produttori di petrolio, ha bloccato il rapporto del Structured Expert Dialogue prima che raggiungesse il piano della plenaria per essere discusso.
Barrate c'erano le 70 raccomandazioni dei Saggi, come quella di escludere qualsiasi nozione per cui i 2°C, o anche 1,5°C, possano essere considerati in qualche modo sicuri, o che in qualche modo ci fossero rimasti spazi liberi nell'atmosfera tali da permettere a Cina ed India di prendersi il lusso di riempire costruendo più centrali a carbone e facendo fracking.
In una sessione in tarda serata di giovedì, mentre diversi piccoli comitati hanno corretto una serie di voci fra parentesi sul testo negoziato, voci sorprendenti come la finanza dell'adattamento (troppo “senza limiti precisi”) e tangenti per la deforestazione evitata, i sauditi hanno obbiettato a “tutto quello che c'è di sostanzioso” nella Review being consegnata alla plenaria.
Per ricapitolare ciò che abbiamo descritto qui ad inizio settimana, lo Structured Expert Dialogue è
iniziato nel 2013 e completato nel 2015, pubblicato a Bonn come bozza, annacquato per la presentazione al Summit e poi programmato per la pubblicazione qui questa settimana. L'Arabia Saudita a disegnato la sua linea sulla sabbia e rifiutato di cedere. Le raccomandazioni procedurali, come le revisioni scientifiche periodiche ogni cinque anni a partire dal 2020, era giusto menzionarle. Soltanto niente di sostanzioso dal rapporto.
Dopo che tutti hanno fatto del loro meglio per far cedere il gruppo arabo e si stava facendo tardi, India e Cina si sono schierate con l'Arabia Saudita e così è stato fatto l'accordo.
Gli obbiettivi della COP 21 non saranno basati sulla scienza. Il negazionismo ha trionfato. Il fatto è che il negazionismo stava già vincendo qui a Parigi. Il dibattito circa la possibilità che potesse essere firmato un trattato vincolante, come è stato promesso sin da prima di Kyoto circa 20 anni fa, è solo necessario perché il più grande inquinatore storico del mondo, genitore orgoglioso del 25% dei gas serra antropogenici che ora riscaldano l'atmosfera, ha una costituzione che conferisce potere sui trattati nelle mani di un Senato di 100 membri, tutti milionari, dei quali una cospicua maggioranza sono negazionisti climatici messi dove sono dai fartelli Koch ed altre fonti fossili di soldi. E così siamo assuefatti allo spettacolo bizzarro di un mondo intero di 190 paesi tenuto in ostaggio da 60 0 70 milionari repubblicani del Senato degli Stati Uniti. Sapendo che questi non ratificheranno mai un trattato che obbliga 190 paesi a piegare la luce intorno alla loro stella.
Veniamo chiamati homo sapiens sapiens, la varietà intelligente, ed ora anche più intelligente, di scimmie nude erette che si è discostata dalle altre scimmie nel Pleistocene, 2,5 milioni di anni fa. Abbiamo avuto quel nome da Carl Linnaeus nel 1758, ma potrebbe essere tardi per un aggiornamento. Se l'Olocene è stata la nostra culla, l'Antropocene è la nostra casa di cura assistita. Probabilmente siamo diventati così dementi da dover essere legati per non farci male da soli.
Quando pensiamo a ciò che ha separato gli esseri umani dagli altri animali, tendiamo a pensare a qualità come la soggettività, la coscienza di sé, l'essere senzienti, la sapienza e la capacità di percepire le relazioni fra noi stessi e il nostro ambiente. Molti filosofi dividono la consapevolezza in consapevolezza fenomenica e coscienza disponibile, che è l'elaborazione delle cose sperimentate.
Se la Conferenza sul Clima di Parigi ci dice qualcosa è che mentre potremmo ancora mantenere la
nostra soggettività, coscienza di sé e capacità comunicative, stiamo costantemente degradando il nostro essere senzienti, la sapienza e la prospettiva di quanto ci siamo allontanati dal mondo naturale. Che un piccolo numero di teste dei paesi che si ergono per approfittare personalmente nel brevissimo termine da tangenti da parte delle industrie dei combustibili fossili possa contrastare un tentativo sincero ed appassionato della maggioranza dell'umanità di arrestare l'Armageddon climatico ci dice che non solo il processo del consenso multilaterale dell'ONU è fallito, ma che abbiamo fallito tutti.
Così, come gli Elfi della Terra di Mezzo, passiamo ad occidente, portando con noi la nostra scienza.
"Ci siamo abituati allo spettacolo bizzarro di un mondo intero di 190 paesi tenuto in ostaggio da 60 o 70 milionari repubblicani del Senato degli Stati Uniti”
Di Albert Bates
Ci viene in mente la formulazione classica di Elisabeth Kübler-Ross dei cinque stadi dell'afflizione – negazione, rabbia, contrattazione, depressione, accettazione – che sono trasferibili su varie gradazioni in modi diversi al cambiamento personale e allo sconvolgimento emotivo risultanti da fattori che non siano la morte o il morire, come l'angoscia da “solastalgia” prodotta dal cambiamento del proprio ambiente casalingo.
Alla conferenza sul clima di Parigi, il negazionismo ha preso il sopravvento sulla contrattazione, mentre l'Arabia Saudita, parlando (apertamente) per gli stati arabi e (indirettamente ma in modo trasparente) per Stati Uniti, Canada ed
Australia, così come per altri paesi produttori di petrolio, ha bloccato il rapporto del Structured Expert Dialogue prima che raggiungesse il piano della plenaria per essere discusso.
Barrate c'erano le 70 raccomandazioni dei Saggi, come quella di escludere qualsiasi nozione per cui i 2°C, o anche 1,5°C, possano essere considerati in qualche modo sicuri, o che in qualche modo ci fossero rimasti spazi liberi nell'atmosfera tali da permettere a Cina ed India di prendersi il lusso di riempire costruendo più centrali a carbone e facendo fracking.
In una sessione in tarda serata di giovedì, mentre diversi piccoli comitati hanno corretto una serie di voci fra parentesi sul testo negoziato, voci sorprendenti come la finanza dell'adattamento (troppo “senza limiti precisi”) e tangenti per la deforestazione evitata, i sauditi hanno obbiettato a “tutto quello che c'è di sostanzioso” nella Review being consegnata alla plenaria.
Per ricapitolare ciò che abbiamo descritto qui ad inizio settimana, lo Structured Expert Dialogue è
iniziato nel 2013 e completato nel 2015, pubblicato a Bonn come bozza, annacquato per la presentazione al Summit e poi programmato per la pubblicazione qui questa settimana. L'Arabia Saudita a disegnato la sua linea sulla sabbia e rifiutato di cedere. Le raccomandazioni procedurali, come le revisioni scientifiche periodiche ogni cinque anni a partire dal 2020, era giusto menzionarle. Soltanto niente di sostanzioso dal rapporto.
Dopo che tutti hanno fatto del loro meglio per far cedere il gruppo arabo e si stava facendo tardi, India e Cina si sono schierate con l'Arabia Saudita e così è stato fatto l'accordo.
Gli obbiettivi della COP 21 non saranno basati sulla scienza. Il negazionismo ha trionfato. Il fatto è che il negazionismo stava già vincendo qui a Parigi. Il dibattito circa la possibilità che potesse essere firmato un trattato vincolante, come è stato promesso sin da prima di Kyoto circa 20 anni fa, è solo necessario perché il più grande inquinatore storico del mondo, genitore orgoglioso del 25% dei gas serra antropogenici che ora riscaldano l'atmosfera, ha una costituzione che conferisce potere sui trattati nelle mani di un Senato di 100 membri, tutti milionari, dei quali una cospicua maggioranza sono negazionisti climatici messi dove sono dai fartelli Koch ed altre fonti fossili di soldi. E così siamo assuefatti allo spettacolo bizzarro di un mondo intero di 190 paesi tenuto in ostaggio da 60 0 70 milionari repubblicani del Senato degli Stati Uniti. Sapendo che questi non ratificheranno mai un trattato che obbliga 190 paesi a piegare la luce intorno alla loro stella.
Veniamo chiamati homo sapiens sapiens, la varietà intelligente, ed ora anche più intelligente, di scimmie nude erette che si è discostata dalle altre scimmie nel Pleistocene, 2,5 milioni di anni fa. Abbiamo avuto quel nome da Carl Linnaeus nel 1758, ma potrebbe essere tardi per un aggiornamento. Se l'Olocene è stata la nostra culla, l'Antropocene è la nostra casa di cura assistita. Probabilmente siamo diventati così dementi da dover essere legati per non farci male da soli.
Quando pensiamo a ciò che ha separato gli esseri umani dagli altri animali, tendiamo a pensare a qualità come la soggettività, la coscienza di sé, l'essere senzienti, la sapienza e la capacità di percepire le relazioni fra noi stessi e il nostro ambiente. Molti filosofi dividono la consapevolezza in consapevolezza fenomenica e coscienza disponibile, che è l'elaborazione delle cose sperimentate.
Se la Conferenza sul Clima di Parigi ci dice qualcosa è che mentre potremmo ancora mantenere la
nostra soggettività, coscienza di sé e capacità comunicative, stiamo costantemente degradando il nostro essere senzienti, la sapienza e la prospettiva di quanto ci siamo allontanati dal mondo naturale. Che un piccolo numero di teste dei paesi che si ergono per approfittare personalmente nel brevissimo termine da tangenti da parte delle industrie dei combustibili fossili possa contrastare un tentativo sincero ed appassionato della maggioranza dell'umanità di arrestare l'Armageddon climatico ci dice che non solo il processo del consenso multilaterale dell'ONU è fallito, ma che abbiamo fallito tutti.
Così, come gli Elfi della Terra di Mezzo, passiamo ad occidente, portando con noi la nostra scienza.