mercoledì 15 aprile 2015

Le piattaforme glaciali antartiche fondono sempre più in fretta

Da “scienceblog.com/gregladen”. Traduzione di MR

Di Greg Laden


L'Antartide è praticamente coperta di ghiacciai. I ghiacciai sono entità dinamiche che, a meno che non si trovino in piena fusione, tendono a crescere nei pressi delle loro parti più spesse (ecco perché quelle sono le parti più spesse) e si sciolgono all'esterno verso i bordi, dove le aree liminali o fondono (di solito stagionalmente) sul posto oppure cadono in mare.

I ghiacciai dell'Antartide sono circondati da diverse piattaforme glaciali. La piattaforme glaciali in realtà estensioni distali dei ghiaccia in movimento che galleggiano sull'oceano. Questo è uno dei luoghi, al momento probabilmente il luogo, in cui si verifica la fusione accelerata dall'inquinamento di gas serra di origine umana. Le piattaforme glaciali sono ancorate sul posto lungo i margini (di solito ricoprono valli lineari come fiordi) e in un punto di terra al di sotto della piattaforma a qualche distanza dal margine del ghiaccio al di sotto del livello del mare.

martedì 14 aprile 2015

Il risveglio dei Draghi.

Di Jacopo Simonetta

Il primo aprile 2015 sul sito ufficiale della prestigiosa rivista “Nature” è stato pubblicato un articolo che ha suscitato una certa sorpresa.

In questo "pesce d'aprile" in stile tipicamente britannico, gli autori sostengono che, fra le conseguenze più inattese e letali del riscaldamento climatico, potrebbe verificarsi, a breve termine, il risveglio in massa dei draghi che si troverebbero attualmente in letargo.   L’analisi di documentazione storica inedita, proverebbe infatti che questi animali esistono veramente e che in passato hanno a più riprese inferto gravi danni all'umanità.   Non a caso in corrispondenza delle fluttuazioni calde del clima terrestre.

In un mio precedente post ho sostenuto che ci sono solide ragioni scientifiche per ritenere che Godzilla non esista, mentre esiste un ben più temibile mostro: il Leviatano (sensu Hobbes).   Forte di questa esperienza, vorrei qui discutere se, dietro la goliardata, questo articolo non possa celare una verità la cui portata, forse, sfugge agli stessi autori.

Per cominciare, cosa sono i draghi?    Al di la di una miriade di varianti locali e temporanee; al di là soprattutto della loro completa demonizzazione perpetrata in Europa dalla Chiesa, i Draghi sono conosciuti praticamente in tutto il mondo con le seguenti caratteristiche:
  • Dimensioni gigantesche.
  • Corpo serpentiforme, con o senza arti.
  • Lanciano fiamme; di solito con la bocca, ma talvolta dagli occhi.
  • Volano, con o senza ali.
  • Sono strettamente associati sia all'acqua che al fuoco ed all'aria.
  • Sono osservabili specialmente in occasione delle tempeste.
  • Sono sempre estremamente pericolosi, ma non necessariamente ostili.   Talvolta possono anche giovare gli umani, ad esempio mediante la pioggia.
  • Contro la loro ira gli uomini non hanno altra difesa che nascondersi o fuggire.   Solo i maggiori fra gli Dei o fra gli eroi possono, in qualche caso, vincere un drago (in Europa ci sono riusciti Apollo, Perseo e S. Giorgio).
  • Sono irascibili e tendenzialmente feroci, ma talvolta elargiscono agli uomini tesori di una saggezza antica.
  • Quando non volano, sonnecchiano a guardia di luoghi od oggetti della massima importanza, come l’Albero Cosmico.   
  • I loro rifugi sono perlopiù sotto le montagne, o sotto le acque.
Alla nostra mente analitica e materialista, tutto ciò parla solo di contorti meccanismi psicologici e culturali che tessono fantastiche leggende attorno a fenomeni naturali incompresi.   Ma non dimentichiamoci che praticamente tutte le civiltà precedenti la nostra hanno invece praticato con estrema serietà e scrupolo una lettura simbolica della realtà.   I veggenti sono stati per millenni fondamentali nella formazione della cultura, almeno quanto lo sono oggi gli ingegneri e gli avvocati.

Se dunque facciamo un piccolo sforzo di lettura simbolica, non risulta difficile identificare il Drago con la Tempesta che, per l’appunto, associa in un unico fenomeno altamente pericoloso e spesso distruttivo il fuoco dei fulmini, l’acqua della pioggia e delle piene, il vento.   Anzi, il Drago potrebbe essere semplicemente la forma con cui i veggenti “vedono” la tempesta.

In quest’ottica, la sostanziale uniformità strutturale con cui vengono descritti i draghi, articolata però in una miriade di varianti, sarebbe il frutto dell’interazione tra un fenomeno reale ed universale, ma non dotato di una forma definita, con il bagaglio culturale e l’immaginazione (sensu Schopenhauer) dell’osservatore.

Certo, non tutti i draghi sono riconducibili a fenomeni meteorologici estremi, ma moltissimi si.   Se questa interpretazione fosse corretta, si dovrebbe riconoscere a Hansen il merito di aver compiuto lo sforzo maggiore per mettere in guardia l’umanità da questo flagello.   Non vi è alcun dubbio, infatti, che il riscaldamento climatico stia risvegliando i Draghi in tutto il mondo.   Forze incontrollabili che, in maniera del tutto imprevedibile, travolgono noi  e  le nostre città  con la stessa disinvoltura con cui gli umani travolgono e devastano gli ecosistemi.

Ma quale potrebbe essere la relazione fra le tempeste e l’Albero Cosmico?   Ovviamente dipende dall'interpretazione che diamo di questo simbolo.   La più accreditata è che si tratti dell’asse di rotazione terrestre, ma altre ne sono possibili e compatibili.   In fondo, la potenza della mitologia risiede proprio nel fatto che presenta numerose realtà contemporaneamente.  

Un’altra interpretazione possibile dell’Albero Cosmico è che rappresenti la struttura portante delle realtà in cui viviamo.   In quest’ottica, l’Albero rappresenterebbe quindi il mondo vegetale su cui vivono gli animali e che crea la vita, armonizzando i quattro elementi in cui è contemporaneamente immerso: Aria, Acqua, Terra e Fuoco.

In parole contemporanee: l’ecosistema globale, in cui la vegetazione crea sinergia tra i fattori abiotici (atmosfera, acqua, suolo, energia).   Ma possiamo immaginare che le Tempeste ne siano i guardiani?   Francamente non ne sono sicuro, ma forse si, nella misura in cui le avversità climatiche hanno sempre rappresentato un potente fattore limitante per l’umanità.    Perlomeno finché l’uso industriale del petrolio non ci ha permesso di sviluppare tecnologie talmente potenti da prevalere perfino sul clima.   Temporaneamente; perché le conseguenze inattese di questo fatto stanno destando una nuova razza di “Draghi” sempre più temibili, mentre le nostre risorse per contrastarli iniziano a scarseggiare.

E che la prudenza sia una consigliera più affidabile della superbia è forse uno dei tesori di saggezza antica che i Draghi stanno cercando di insegnarci.  Per il momento, invano.

Dunque, potremmo dire che i Draghi stanno attaccando il Leviatano.   Per ora si tratta di eventi che, per quanto tragici a livello locale, hanno un impatto molto marginale sull'umanità nel suo complesso.   E certamente il Leviatano ha ancora molte carte da giocare in materia di sviluppo tecnologico, ma nel suo slancio di crescita indefinita e di dominio assoluto, sta oramai digerendo il suo stesso corpo.   Questo lo indebolisce, mentre Draghi sempre più forti e numerosi stanno sorgendo dagli abissi del cielo e degli oceani.

Draghi contro Leviatano!   Non ci crederete, ma stiamo partecipando ad una battaglia mitologica, eppure tanto reale da causare migliaia di morti e miliardi di danni ogni anno.

Nel frattempo, una rapida incursione nell'iconografia popolare, dimostra che queste creature stanno vivendo un autentico "revival" nell'iperspazio virtuale.   Sempre più, i draghi dilagano infatti ovunque si lasci spazio alla fantasia: nel cinema, nei videogiochi, nell'arte, su internet, eccetera.    Ma ancora più interessante è il fatto che il nostro atteggiamento verso queste creature sta cambiando.   Da simbolo di un Male assoluto da distruggere, a simbolo di una Natura indomita, ma non intrinsecamente ostile.   Per alcuni, perfino un simbolo di speranza.
I Draghi non esistono come animali e non sono la causa delle tempeste o dei terremoti, ma esistono sicuramente come simboli.   Al di la degli scherzi, un così diffuso e radicale cambiamento di atteggiamento nei loro confronti potrebbe quindi essere indizio che qualcosa di molto profondo sta davvero ambiando nell'inconscio collettivo di una frazione marginale, ma consistente dell'umanità.
Come andrà a finire?   Si accettano profezie.



lunedì 13 aprile 2015

Lo strano caso dei conciatori climatologi

Vero cuoio? Probabilmente si, ma sarà vera la lettera sul cambiamento climatico che è arrivata dall'unione nazionale industrie conciarie (UNIC)?



Che ne pensereste se un'associazione di climatologi si mettesse a spiegare ai conciatori come si conciano le pelli? Se per caso avvenisse una cosa del genere, come minimo i climatologi che ci si fossero impegnati andrebbero gentilmente indirizzati a uno psichiatra.

Altrettanto strano sarebbe che un'associazione di conciatori di pelli tirasse fuori un comunicato dove si spiega ai climatologi che hanno sbagliato tutto fino ad ora e che la vera scienza del clima la sanno loro, i conciatori!

Bene, sembra che sia avvenuta proprio una cosa del genere con l'Unione Nazionale Industria Conciaria (UNIC) che ha inviato ai propri associati delle lettere sul clima completamente assurde.

Nella prima lettera, datata il 20 Marzo 2015, si spiega, fra le altre cose, che il riscaldamento globale non esiste, che comunque è causato dal sole e che stiamo andando verso una nuova era glaciale. La lettera arrivava dal "Servizio Ambiente" dell'UNIC, con firma illeggibile. Qualche giorno dopo, in data 1 Aprile, è arrivata un'altra lettera sull'argomento, ancora più assurda e piena di errori (fra le altre cose, sbagliando l'IPCC con l'IPPC - che è tutta un'altra cosa). Questa seconda lettera è firmata da S. Mercogliano, Direttore Generale di UNIC.

Ora, queste due lettere avevano tutta l'aria di un pesce d'Aprile, specialmente la seconda. Ma non era chiaro e, comunque, come pesce d'Aprile sembrava alquanto di cattivo gusto. Perciò mi è parso il caso di scrivere a UNIC sul loro sito, chiedendo gentilmente se era opera loro (e, nel qual caso, come la si dovesse intendere) oppure se qualcuno avesse scritto questo documento per metterli in cattiva luce.

Due settimane dopo, nessuna risposta da UNIC.

A questo punto, dobbiamo veramente credere che il direttore Generale dell'Unione Nazionale Industria Conciaria si sia improvvisamente scoperto climatologo e abbia scritto delle lettere del genere? Lettere, poi, spedite a nome di un'associazione teoricamente seria e che dovrebbe rappresentare un'intera categoria di industrie italiane? E' possibile che le industrie italiane del cuoio accetino di essere rappresentate da persone che si lanciano pubblicamente a scrivere colossali sciocchezze sul clima terrestre?

Non vi so che dire, l'unica cosa che posso commentare al momento è che non siamo ancora in Estate, per cui l'ipotesi di un colpo di sole sembrerebbe da scartare, almeno per ora.

Se qualcuno dell'UNIC, o lo stesso Sig. Mercogliano, vogliono smentire la provenienza di questi documenti, sarò lieto di pubblicare la loro smentita su questo blog. Altrimenti, mettiamo questa strana storia in archivio come "lo strano caso dei conciatori climatologi;" una delle tante assurdità del dibattito sul clima.


Di questa curiosa storia ha parlato anche Ocasapiens sul blog di Repubblica, come pure Daniele Pernigotti, qui, e qui (che ringrazio per avermi i documenti  dell'UNIC)

Ecco le due lettere

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La circolare n. 43 dell'UNIC (??)

Milano, 20 marzo 2015
 

CIRCOLARE N. 43 ALLE AZIENDE ASSOCIATE
RISCALDAMENTO GLOBALE?
 

La teoria del riscaldamento globale di origine antropica, propagandata da media e governi, risulta sempre più lontana dalla realtà. I fatti dicono che i ghiacci dell’Artico non stanno scomparendo, che dal 2000 al 2014 la temperatura media globale non è aumentata e le aree desertiche sono in diminuzione. Secondo alcuni studi scientifici, l’aumento della temperatura media del globo riscontrato nel secolo scorso è spiegabile sulla base dell’andamento dell’attività del Sole, deducibile dall’analisi delle macchie solari.

In base alle recenti rilevazioni compiute dai ricercatori, dal 1938 al 2000 l’attività delle macchie solari ha manifestato un periodo di forte intensità, indice di una maggiore radiazione solare (energia) trasmessa nello spazio circostante e quindi verso la Terra. Le variazioni di energia solare hanno un impatto sul clima terrestre sia diretto, tramite il calore che influisce direttamente sulla temperatura, che indiretto, attraverso la formazione delle nuvole (effetto raffreddante).

Dal 2000 l’analisi dei cicli di macchie solari mostra una diminuzione dell’attività solare e l’inizio di un “ciclo” freddo, che porterà nei prossimi anni ad un sensibile raffreddamento ed a maggiori precipitazioni. 

SERVIZIO AMBIENTE Prot. n. 123.436 SM/FO 


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UNIONE NAZIONALE INDUSTRIA CONCIARIA
Aderente a Confindustria
20123 Milano, Via Brisa, 3 – Italy
Tel. 02 880771.1 Fax 02 860032
e-mail unic@unic.it
www.unic.it
Milano, 1 aprile 2015
Prot. n. 123.452 SM/FO
 

ALLE AZIENDE INTERESSATE
RISCALDAMENTO GLOBALE
 

Steve Cohen, direttore dell’Earth Institute della Columbia University di New York, uno dei maggiori centri internazionali di studi ambientali, ha ammesso che il catastrofismo ha stancato.
 

Il filosofo francese Pascal Bruckner ha contestato le comunicazioni verdi “alla Al Gore”, tese a spaventare per estorcere sacrifici (e finanziamenti).
 

Naomi Klein, famosa no-global anti-capitalista, ha riconosciuto che il movimento ha fallito, sia per essersi affidato a testimoni messianici (Obama) sia per aver rifiutato sistematicamente senza alcuno spirito costruttivo.
 

I dati sul surriscaldamento terrestre oggi sono controversi.
 

L’Hadley Centre dell’ufficio meteorologico britannico ed il Climatic Research Unit dell’Università East Anglia hanno rilevato che l’aumento delle temperature si è fermato da un quindicennio.
 

Gli si contrappone, spinto da potenti lobby, l’IPPC, organismo ONU, che da decenni addossa ogni colpa alle emissioni di anidride carbonica provocate dall’uomo.
 

Nel frattempo multinazionali ed industrie private hanno adottato autonomamente processi ed impatti sostenibili, per risparmiare e per maggiore efficienza, come è avvenuto per la conceria italiana.
 

Chicco Testa, ex leader ambientalista e parlamentare di sinistra, ha constatato che la furia anti-capitalista di gran parte degli schieramenti ecologisti ha sbagliato; anzi, proprio gli imprenditori hanno saputo fare propri i temi e trasformarli in mode di consumo. Ha inoltre dichiarato che Greenpeace è diventata una società di comunicazione, che raccoglie soldi dai donatori attraverso la “spettacolarizzazione” continua dei problemi: balene, carbone, pozzi petroliferi. Gridando all’emergenza avrebbero racimolato l’anno scorso 200 milioni di dollari.
 

Il prof. Maurizio Masi, Direttore del Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica del Politecnico di Milano, che collabora con noi, condivide l’approccio pragmatico verso l’uso razionale delle risorse, attestato da: report di sostenibilità, redazione di capitolati sostenibili, efficienza energetica. I calcoli attualmente in discussione sull’impronta ambientale (carbon footprint), che ci vedono penalizzati a causa degli atteggiamenti di burocrazia comunitaria e lobby di terzi (macellatori francesi), dovranno pertanto essere rivisti in chiave più favorevole alla concia.
 

Cordialità
 

S.Mercogliano

domenica 12 aprile 2015

La circolazione atlantica è la più debole degli ultimi mille anni

Da “Climate Central”. Traduzione di MR (h/t Michael Mann)

Di John Upton 

Un trascinante sistema di trasporto oceanico che introduce acque calde tropicali nel Nord Atlantico sembra avere parzialmente recuperato da un quasi collasso più o meno quando si sono sciolti i Beatles, ma il sistema rimane più debole di quanto fosse da quando gli esseri umani hanno trovato il modo di scrivere musica su una pagina. Le potenti correnti dell'Oceano Atlantico alimentano il i flussi del Golfo, condizionano i livelli del mare, riscaldano le città dell'Europa Continentale e del Nord America e trasportano i nutrienti in superficie dalle profondità dell'oceano che aiutano a sostenere gli ecosistemi marini e la pesca. Ma una valanga di acqua fredda proveniente dalla fusione della calotta glaciale della Groenlandia sembra che stia rallentando la circolazione oceanica a livelli mai verificatisi in più di 1.000 anni.

sabato 11 aprile 2015

Livelli di metano inizio 2015

Da “Arctic News”. Traduzione di MR

Di Sam Carana

L'immagine sotto mostra le letture medie più alte di metano nello stesso giorno, in questo caso il 10 marzo, in tre anni diversi, 2013, 2014 e 2015, ad altitudini prestabilite. Il confronto indica che l'aumento di metano in atmosfera sta accelerando, specialmente ad altitudini maggiori.


Dobbiamo farla finita con questa assurdità del “effetto sgocciolamento” una volta per tutte

Da “The Guardian”. Traduzione di MR

La mercificazione delle nostre vite sta creando una società povera di tempo che danneggia la nostra felicità e il nostro pianeta e alla fine danneggerà anche la nostra economia


‘Storicamente, la crescita e la disuguaglianza sono state partner di una danza macabra di reciproca legittimazione'. Foto: Jorge Royan/Alamy 

Quali sono i mattoni di una politica post crescita? E come possiamo arrivarci da qui? Una parte cruciale della risposta è che ci serve una profonda riformulazione delle domande centrali della politica. In primo luogo, dovremmo parlare di meno di economia come macchina per produrre più beni (molti dei quali risultano essere dei 'mali'). Dovremmo parlare di più dello scopo di un'economia: soddisfare bisogni, creare una società migliore e migliorare la nostra qualità di vita. Una volta fatto questo, vediamo che la crescita continua può essere controproducente, così come impossibile in un sistema finito come il pianeta in cui viviamo.

venerdì 10 aprile 2015

Il contesto del nostro collasso

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR



Cari lettori,

qualche giorno fa la rivista L'esprill (www.uv.es/lespill) ha pubblicato un articolo (nel numero 48) che ho scritto per loro qualche mese fa. Col loro permesso, pubblico qui la traduzione in castigliano (e quindi in italiano) dello stesso.

Saluti cordiali,
Antonio

Il contesto del nostro collasso

Antonio Turiel

Dopo quasi cinque anni a fare divulgazione sui gravi problemi di sostenibilità della nostra società, in particolare della crisi energetica, attraverso il blog The Oil Crash, le molteplici conferenze che tengo e alcune interviste che mi sono state richieste dai mezzi di comunicazione, ho osservato che c'è una domanda che la gente mi fa in continuazione. Molte volte sostengo che se non si prendono misure decise che rompano col paradigma irrazionale e suicida della nostra società dei consumi – unico modo per uscire da questa crisi economica senza fine - , questo impasse storico del nostro sistema economico causerà una disfunzionalità crescente della nostra società e alla fine ci porterà al collasso. L'idea del collasso, e ancora di più del collasso sociale, era un concetto per niente abituale nelle conversazioni di qualche anno fa, anche se ora si sta trasformando in un tema ricorrente, specialmente da quando la NASA (1) o grandi ditte di intermediazione finanziaria (2) pubblicano studi sul tema. Quando emerge questa parola, collasso, di solito si hanno due tipi di reazione, una minoritaria e l'altra maggioritaria. La minoranza mi chiede cosa sia un “collasso sociale”, nonostante che più o meno tutti abbiano un'immagine mentale di questo tipo di evento (non necessariamente tutti, comunque, hanno la stessa idea di cosa sia un collasso). La maggioranza mi chiede una cosa ben diversa, cioè quando sopraggiungerà questo collasso che prevedo.

Quando. Non tutti coloro che mi chiedono quando si verificherà il collasso hanno le stesse motivazioni, ma disgraziatamente quasi tutti giungono alla stessa conclusione: l'inazione.