E' uscito ora un interessante
articolo sui piani di cottura a induzione su "QualeEnergia". Mi ha ricordato un articolo sullo stesso argomento che avevo scritto qualche anno fa e che ripropongo qui di seguito.
In sostanza, è inutile andare a votare contro le trivellazioni in Adriatico se non ci attrezziamo per fare a meno di petrolio e gas. E questo bisogna farlo in tutte le applicazioni, anche e specialmente quelle quotidiane.
La strada è lunga, ma non abbiamo altra scelta che percorrerla
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da "Nuove Tecnologie Energetiche" 2010
Cucina a induzione
Cucinare a induzione offre la possibilità
di mettere subito in uso l’energia prodotta localmente dalle rinnovabili
e di ridurre la necessità per la rete elettrica di adattarsi alle
variazioni di produzione che sono tipiche di fonti intermittenti come il
fotovoltaico o l’eolico.
C’è un concetto che è ben assodato nell’armamentario delle idee
ambientaliste: quello che usare l’energia elettrica per il riscaldamento
è – come dicono gli americani – un “no-no”; uno spreco che dovrebbe
essere evitato a tutti i costi. Questa idea deriva da un ragionamento
corretto nel contesto di una certa ipotesi. Ovvero, se dobbiamo usare il
gas per generare energia elettrica, poi questa energia la dobbiamo
trasportare a lunga distanza, e poi ritrasformare in energia elettrica
per scaldare la resistenza di una stufetta, beh, ovviamente questo non
ha senso. E’ questa catena di inefficienze che ha generato il termine
molto efficace di “strage termodinamica” per chi usa stufe elettriche
per il riscaldamento. Molto meglio, in questo contesto, usare
direttamente il gas per il riscaldamento, soprattutto se in caldaie
efficienti o, meglio ancora, in cogenerazione.
Anch’io ero convinto di questa idea, tanto è vero che quando abbiamo
cambiato la cucina in casa, qualche anno fa, mi ero sbattezzato per
trovare un forno a gas che non si esisteva in vendita quasi da nessuna
parte. Una volta trovato e montato, mi sono sentito molto “ecologico”
ma, ripensandoci oggi, dopo che ho montato un impianto fotovoltaico a
casa mia, sono proprio sicuro di aver fatto la cosa giusta? Non è invece
che un forno elettrico alimentato da energia solare fotovoltaica
sarebbe stato meno inquinante e meno costoso?
Il concetto del riscaldamento elettrico fotovoltaico mi ha
incuriosito. Da quando ho l’impianto FV sono diventato molto cosciente
dell’energia che consumo nelle varie attività di casa e mi sento molto
stimolato a essere efficiente al massimo. Perciò, mi sono messo a fare
qualche esperimento per vedere quali sono i metodi migliori per scaldare
le cose in cucina.
Ovviamente, le antidiluviane piastre riscaldanti a resistenza non
sono una buona idea. Tuttavia, l’ultimo sviluppo tecnologico in cucina è
la piastra riscaldante a induzione; molto più efficiente. La piastra
funziona secondo il principio, appunto, dell’induzione, ovvero scaldando
oggetti metallici per mezzo del campo elettromagnetico generato da un
solenoide. Ha il vantaggio che scalda unicamente il metallo. Se non c’è
la pentola da scaldare, non funziona; ergo: nessuno spreco di energia.
Se le comprate da incasso, le piastre a induzione sono molto care, ma
quella che vedete in figura costa poco più di 50 Euro comprata su
ebay.it. Messa alla prova, sembra funzionare una meraviglia, ma non
basta la prima impressione, bisogna quantificare.
La piastra non permette una misura dell’energia utilizzata e per
questo scopo mi sono procurato un misuratore di energia per
elettrodomestici comprato su D-mail a una trentina di euro (vedete anche
quello nella figura, in basso a destra). Non è che l’oggetto mi
entusiasmi molto, il minimo che può misurare sono 10 Wh, che è un po’
poco come sensibilità. Ma per queste misure in cucina dovrebbe andar
bene anche questo.
Attrezzato con questi aggeggi, ho fatto un po’ di misure comparative
anche con i fornelli a gas e con il forno a microonde, scegliendo 500 cc
di acqua come sostanza da riscaldare. Ho usato un pentolino d’acciaio
da circa 600 cc, oppure una pentola più grande, oppure, per i test nel
microonde, la stessa quantità di acqua l’ho messa in un’insalatiera di
vetro. Per quanto riguarda i fornelli a gas, ovviamente l’energimetro di
D-Mail mi serviva a poco, ma ho trovato su internet una taratura dei
fornelli AEG in kW (che, purtroppo, da allora non esiste più su
internet, ma mi sono segnato i dati ). Non so se sono esattamente
uguali ai miei fornelli, ma credo che siano misure standard per tutte le
cucine.
Ecco i risultati. Non sono misure super-sofisticate, ma servono per dare un’idea.

Adesso vi dico che cosa deduco da queste misure.
1. La piastra a induzione è, effettivamente, molto efficiente. Molto
di più del gas, ed è anche più rapida. Possiamo fare un piccolo calcolo
di efficienza ragionando che la capacità termica dell’acqua è di
4.2J/k/g, per scaldare 500 cc ci vogliono 168 kJ, ovvero 46e-3 kWh.
Notate che la lettura di “50 Wh” sullo strumento che ho usato va letta
come un valore compreso fra 50 e 60 per cui se ne conclude che
riscaldare a induzione ha un’efficienza dell’ordine dell’80%. Niente male!
2. Notate che c’è una differenza nei risultati a seconda della forma e
dimensioni della pentola. Sia l’induzione sia il gas fanno più fatica a
scaldare una pentola più grande. Questo è abbastanza ovvio, dato che
entrambi devono scaldare una massa di metallo maggiore.
3.
C’è una notevole perdita di efficienza a scaldare una pentola piccola su un fornello a gas troppo grande. Molto del calore si disperde nell’aria.
4. Il forno a microonde è la cosa meno efficiente e più lenta di
tutte per portare l’acqua all’ebollizione. In realtà, ho il dubbio che
questo sia dovuto in parte al fatto che ho usato un recipiente non
specifico per le microonde. Può darsi che molta energia sia finita per
scaldare il recipiente. Ma è una questione accademica, dato che nessuno
usa il forno a microonde per fare la pastasciutta.
5. In termini di costi (senza fotovoltaico),
non c’è molta differenza fra gas e induzione. Prendiamo
la tariffa attuale per l’energia elettrica
di .12 euro per kW. Scaldare 500 cc con l’induzione, richiede .05 kWh,
ovvero 0.006 euro (0.6 centesimi) in condizioni favorevoli. Con il gas
piccolo, secondo i dati AEG, abbiamo una portata di 0.095 m3/h. Per 9
minuti, fanno 0.014 m3.
Al prezzo attuale di 0.320 euro/m3 fanno
0.0045 euro (0.45 centesimi), leggermente meno dell’induzione. Ma se si
scalda con la tariffa notturna (0.08 Eur/kWh) allora vince l’induzione.
Se poi c’è il FV, ovviamente, non c’è confronto, l’induzione stravince.
6. In termini di emissione di gas serra, se c’è il FV, ovviamente,
l’induzione stravince sul gas. In assenza di FV o usando la piastra di
sera, è difficile dire. La piastra è molto più efficiente localmente
(circa un fattore 3) del gas, ma bisogna considerare tutta la catena di
produzione dell’energia elettrica. Quanti gas serra si emettono dipende
dalla fonte primaria. Se è idroelettrica, per esempio, le emissioni sono
zero. Se è a carbone, al contrario, le emissioni sono alte.
Normalmente, l’energia elettrica che utilizziamo arriva da un mix del
quale non possiamo conoscere la composizione. Bisogna un po’ vedere dove
e quando, ma
la piastra a induzione potrebbe essere spesso migliore del gas anche per quanto riguarda l’emissione dei gas serra.
Questa serie di dati, credo, è già sufficiente per rivoltare il
concetto che vuole che il metano sia sempre più “ecologico” dell’energia
elettrica per applicazioni termiche (non sempre il metano ti da una
mano). Se usata con la tecnologia giusta, e soprattutto se generata dal
sole,
l’energia elettrica in cucina sembrerebbe spesso meno costosa, più rapida e più sicura del gas.
Ora, si tratta di vedere quanto queste considerazioni possono essere
estese oltre la cucina dove, tutto sommato, di energia se ne usa
abbastanza poca. Possiamo dire che se uno ha il fotovoltaico gli
conviene tornare allo scaldabagno elettrico o, addirittura, alle
stufette elettriche? Beh, qui non è detto. Un problema è che gli
impianti elettrici delle case attuali non sarebbero in grado di reggere
il carico di una casa “tutta elettrica”. Allo stesso modo, un impianto
fotovoltaico che sta su un tetto non sarebbe probabilmente in grado di
reggere il consumo di una casa che usasse solo stufe elettriche a
resistenza per il riscaldamento. D’altra parte, è anche vero che
esistono dei sistemi di riscaldamento casalingo molto più efficienti
delle resistenze elettriche. Mi sembra probabile che un sistema di
riscaldamento basato su fotovoltaico e pompe di calore possa essere meno
inquinante e meno costoso di un sistema tradizionale a caldaia e,
forse, anche di un sistema a cogenerazione. Quest’ultimo, per quanto
efficiente possa essere, dipende pur sempre dai combustibili fossili.
Tutte queste cose vanno studiate ulteriormente. Nel frattempo,
teniamo conto che la faccenda “mai usare l’elettricità per il
riscaldamento” si potrebbe rivelare una leggenda in molti casi.
(ringrazio Emilio Martines per i suoi suggerimenti a proposito della
piastra a induzione e Corrado Petri per i suoi commenti a proposito di
questa nota)