martedì 12 ottobre 2010

Mentre noi chiaccheriamo, il riscaldamento continua: Settembre 2010 il più caldo della storia


Mentre c'è ancora chi si gratta la testa su messaggi di posta elettronica vecchi di 10 anni, continua la marcia inarrestabile del riscaldamento globale. 

Gli ultimi dati satellitari dell UAH ci dicono che questo settembre è stato il più caldo della storia, da quando si fanno misure di temperatura. 

Ma si, continuiamo pure a chiaccherare........



lunedì 11 ottobre 2010

Brutto Clima per il Nucleare



Veramente interessante l'articolo che appare oggi sul "New York Times" a proposito della situazione dell'energia nucleare negli Stati Uniti.

Dice, fra le altre cose, che:

"La prospettiva di una domanda in crescita di elettricità, probabili limiti alle emissioni di biossido di carbonio e garanzie di prestiti governativi avevano spinto le compagnie a dire alla Nuclear Regulatory Commission che prospettavano la costruzione di 28 nuovi reattori. La recessione economica, che ha ridotto la domanda, il prezzo di altre energie competitive e il fallimento del Congresso a passare misure legislative sul clima ha cambiato tutto, almeno per il momento."

In sostanza, senza misure che penalizzano le emissioni di CO2, l'industria nucleare non ce la fa a essere competitiva economicamente soprattutto, si evince, nei riguardi del carbone e del gas.

E' curioso pensare che l'industria nucleare è stata messa in ginocchio - in parte - dal Climategate. Il che mi fa pensare che sia vero che è stato un'operazione di PR da parte delle lobby dei fossili. 

E da noi, cosa ancora più curiosa, il governo spinge allo stesso tempo a favore del nucleare e contro i limiti alle emissioni. Certe cose, qualcuno glie le dovrebbe spiegare.

sabato 9 ottobre 2010

Rompere il vetro in caso di riscaldamento globale


Immagine dal blog "Only in for the Gold."  Non c' il link all'originale, comunque è di Tom Toles ed è stata pubblicata sul "Washington Post"


In caso di riscaldamento globale

1. Assicuratevi che tutte le persone nell'edificio siano daccordo che c'è un incendio
2. Chiamate qualcuno scettico dall'esterno e lasciatelo parlare per un bel po'
3. Considerate che potrebbe essere soltanto un piccolo incendio
4.Rendetevi conto che chiamare i pompieri non è gratis
5. Sollevate il martello
6.Rimettete il martello a posto e ripetete le azioni da 1 a 6.
7. Alzate il martello ancora una volta
8. Fermatevi a considerare come farete a ripulire i cocci di vetro


Altri suggerimenti interessanti si trovano sul blog di Michael Tobis, pppure ce li possiamo inventare da noi, per esempio

9. Considerate che un incendio potrebbe in effetti ridurre i costi del riscaldamento dell'edificio. Istituite una commissione di inchiesta

10. Gli incendi sono fenomeni naturali.

11. E' il sole che causa gli incendi

13. Il fumo contiene CO2, quindi fa bene alle piante

14. Esaminate i messaggi di posta elettronica di dieci anni prima di tutti i pompieri e accusateli di inventarsi gli incendi per guadagnarci sopra.

15. Dimostrate che il fuoco è impossibile sulla base della seconda legge della termodinamica. Infatti, se il calore può passare soltanto da un corpo caldo a un corpo freddo, è impossibile accendere un fiammifero.

16 Notate che non esiste una legge precisa che correli la quantità di fumo osservata e la temperatura. Concludete che la scienza non è ancora certa e che quindi bisogna aspettare nuovi dati e nuovi esperimenti prima di dare l'allarme

17. L'incendio è soltanto una teoria

18. Sono i soliti incendisti.

eccetera......

venerdì 8 ottobre 2010

I blog assassini



Un romanzo che ha come trama una serie di delitti compiuti fra i frequentatori di un blog che avevano un po' esagerato con il "flaming". Beh, vi potete immaginare perchè un amico me lo ha regalato.

Fra minacce di morte, filmini splatter e insulti vari, il dibattito sul clima certamente non manca di emozioni - speriamo solo che non si arrivi dal virtuale al reale!

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Il libro di Jeffery Deaver, francamente, non ve lo consiglio come romanzo. Personaggi ritagliati dal cartoncino bristol, scenari in cartapesta, una trama che sembra fatta con la manovella: un colpo di scena ogni 100 pagine; tutti talmente prevedibili che puoi saltare da uno all'altro senza leggere cosa passa nel mezzo. In più, errore odioso per un romanziere professionista, lo stile lento e pesante. In quei famosi libri dove ti dicono come si scrive un romanzo, la prima regola che ti dicono è quella "show, do not tell" - questo qui dovrebbe tornare a scuola di scrittura creativa. Difettucci non da poco, ma alla fine si fa leggere e la storia ha il merito di essere un tantino originale, con la sua enfasi sul mondo virtuale dei blog e dei giochi on line. Mi sembra di capire chè è una novità nel campo dei romanzi di questo tipo.

domenica 3 ottobre 2010

Come screditare gli ambientalisti con un video disgustoso



In questo video, vedete degli "ambientalisti" che uccidono degli scolaretti, facendoli esplodere. Quando una cosa del genere arriva da un gruppo che si definisce "ambientalista" è difficile pensare che siamo di fronte solo a un caso di stupidità. E' probabile invece che sia un caso di "astroturfing," ovvero un'azione da parte di falsi ambientalisti per screditare tutti quelli che sono preoccupati per il cambiamento climatico

Recentemente, mi è capitato in mano un volantino di un cosiddetto "gruppo spontaneo" contro l'energia eolica. E' una cosa così platealmente falsa che lo posso considerare solo come un imbroglio ordito dalla lobby dei combustibili fossili per sfruttare la buona fede degli ecologisti. Non sarebbe certamente la prima volta che il lupo si veste da agnello e che certi gruppi spontanei non lo sono affatto. E' molto facile imbrogliare la gente presentandosi sotto mentite spoglie; in effetti è una delle tattiche più efficaci in qualsiasi tipo di conflitto. Nel caso di un conflitto militare si parla di tecniche di "infiltrazione" o "False Flag" (Falsa Bandiera) che sono parte del concetto più generale di spionaggio.

La tecnica dell'infiltrazione non si usa soltanto in campo militare. In politica e in business, spesso si parla dello stesso concetto con il nome di Astroturfing. E' un termine che deriva da un mantello di erba sintetica usato per i campi sportivi; sembra erba, ma non lo è. Astroturfing indica l'azione di movimenti apparentemente spontanei ma che sono in realtà al soldo di qualche lobby o gruppo politico. Ci sono molti casi di Astroturfing provati, e molti di più sospettati. Per esempio, un caso classico è quello dei comitati spontanei per la difesa della "libertà di fumare" che, come si è scoperto poi - erano stati creati e stipendiati dall'industria del tabacco. (vedi la voce di Wikipedia su "astroturfing")

L'astroturfing  è una delle armi più efficaci dell'arsenale della propaganda moderna. Richiede un passo in più rispetto alle tecniche classiche che, normalmente, si basano soltanto sull'uso dei media (fra le altre cose, l'astroturfing è illegale nella pubblicità commerciale). Ma, quando ci sono le risorse, la volontà e sufficiente mancanza di scrupoli, l'astroturfing può avere un'efficacia devastante. E' l'equivalente di un virus che attacca un organismo dall'interno; se riesce a non farsi bloccare dal sistema immunitario, non lascia scampo. Ho citato prima l'esempio della campagna contro l'energia eolica che sfrutta la buona fede degli ambientalisti che sembrano particolarmente sensibili a cadere in queste trappole. E' possibile che la disintegrazione del movimento ambientalista come entità politica sia stata ottenuta mediante tecniche di infiltrazione di questo tipo.

Ma, nel campo del cambiamento climatico, l'astroturfing si è rivelato poco efficace, perlomeno fino ad oggi. Il dibattito è pieno di persone che si fingono scienziati - alcuni in buona fede, altri no - per negare la realtà del cambiamento climatico. Molte brave persone sono cadute nella trappola di credere a certi impostori, ma è difficile per chi non è uno scienziato improvvisarsi tale. Così, la scienza del clima ha resistito fino ad oggi ai vari tentativi di infiltrazione.

Tuttavia, la posta in gioco è enorme e le forze dell'antiscienza continuano a combattere con tutte le forze che hanno, soprattutto in questo momento in cui il falso scandalo del "Climategate" sta perdendo forza ed efficacia. E allora, sono sicuro che si sono domandati come possono utilizzare l'astroturfing per i loro scopi. Se non riescono a infiltrarsi nel mondo scientifico, possono però infiltrarsi facilmente nei movimenti ecologisti. Quindi, per screditare il concetto di cambiamento climatico, quale strategia migliore che quella di inventarsi un gruppo di fanatici ambientalisti che ammazzano quelli che non la pensano come loro? Detto fatto, appare il gruppo (cosiddetto) ambientalista  "10:10" che già appare sospetto come obbiettivi e come strategia. Il gruppo poi se ne esce con un filmino molto professionale che pare fatto apposta per screditare tutti quelli che si preoccupano del cambiamento climatico.

Come ci si poteva aspettare, a un giorno di distanza dall'apparizione del film, tutto il web in inglese è già pieno di attacchi contro gli ambientalisti e gli ecologisti, accusati, sulla base del video, di voler sterminare non solo chi non la pensa come loro ma l'umanità intera (per esempio qui, in un blog dai colori particolarmente brutti).

Ripeto il concetto: certi casì di stupidità sono troppo mostruosi per non pensare che dietro ci sia qualcuno che sta usando tecniche di astroturfing per imbrogliarci. Ma loro possono imbrogliarci soltanto sfruttando la nostra ingenuità - se non ci facciamo fregare la loro tattica non servirà a niente: dipende soltanto da noi.

giovedì 30 settembre 2010

Il clima e i nostri corpi II: "in difesa del cibo" di Michael Pollan


In un post precedente ho esaminato il problema di come sia difficile per noi gestire sistemi complessi e basati su feedback come sono il pianeta e i nostri corpi. In entrambi i casi, non ci riusciamo proprio, anzi, stiamo combinando dei veri disastri. Questo lo si vede - fra gli altri esempi - sia per l'epidemia di obesità come per il riscaldamento globale incontrollato. In questo post, esamino la cosa sulla base di un recente libro di Michael Pollan "In difesa del cibo". 


Anni fa, quando abitavo in Giappone, mi capitò di incrociare in un parco di Tokyo delle ragazze occidentali che vendevano aranciata ai passanti. Mi fermai a chiaccherare con loro e venne fuori che erano figlie di impiegati dell'ambasciata americana, che era lì vicino. Erano tutte molto orgogliose di quello che stavano facendo; dal loro punto di vista era un'espressione di iniziativa individuale e di spirito imprenditoriale.

Non mi sembra gli passasse per la testa che per i giapponesi la cosa era disdicevole; altrettanto di come sarebbe per noi mandare i nostri figli a chiedere l'elemosina al semaforo. Gli unici passanti che si fermavano erano dei giovanotti evidentemente più interessati alle ragazze che all'aranciata; tutti gli altri giapponesi erano inorriditi dallo spettacolo.

Chiaccherando con le ragazze, non mi sentii di criticarle per il loro passo falso culturale - in ogni caso non ne sarebbe venuto fuori un incidente diplomatico. Mi provai invece a far notare che - forse - la robaccia che vendevano sotto il nome di aranciata non era il massimo dal punto di vista della qualità. Non poteva esattamente far bene alla salute una roba ottenuta mischiando con acqua una polverina giallastra; sicuramente una miscela di zucchero e coloranti e aromi artificiali. Ma una di loro mi fece vedere orgogliosamente la lista degli ingredienti dicendomi, "Ma no! E' buona; non vedi che è arricchita con vitamina C?"

Questa storia mi è tornata in mente leggendo il libro di Michael Pollan "In difesa del cibo" ("In defense of food").


Il libro è ricco di spunti interessanti non solo sul cibo, ma in generale sul problema di gestirsi sistemi complessi. Per esempio, leggendo Pollan si capisce subito che il caso dell'aranciata sintetica venduta nel parco di Tokyo non è per niente un caso isolato. Sta nella categoria che lui chiama il "riduzionismo alimentare".

Di solito non mi piace la parola "riduzionismo", ma qui mi sembra appropriata. Pollan la riferisce all'abitudine dell'industria di creare cibi spogliati di tutte le loro caratteristiche migliori, per poi "rinforzarli" o "migliorarli" con l'aggiunta di qualcosa che si suppone faccia bene. Nel caso della miscela di acqua, zucchero e coloranti che passava per aranciata in quel parco di Tokyo, il fatto di aggiungere vitamina C all'orribile mistura la nobilitava in qualche modo, rendendola buona e salutare. La faccenda di "fortificare" gli alimenti con vitamine e altre cose è addirittura patologica negli Stati Uniti, ma esiste anche qui da noi. Basti pensare al pane bianco e ai supplementi di fibra alimentare che si vendono entrambi al supermercato.

Questo tipo di fissazione su un singolo elemento non è solo una pratica industriale: è un atteggiamento che gli esseri umani hanno spesso. Di fronte a un sistema complesso, tendiamo a semplificare drasticamente; il che ci porta spesso ad atteggiamenti "riduzionisti," ovvero a ridurre tutto a un solo parametro.

Nel caso dell'alimentazione, abbiamo varie teorie strampalate su cosa mangiare e cosa non mangiare. Un esempio piuttosto datato è quello di "mangiare in bianco." Ma ce ne sono di tanti assai piu moderni; a partire da quella dei santoni indiani che si nutrono di luce e di aria (e c'è chi ci crede!), la dieta della carota viola, quella del pompelmo, quella delle fave di fuca, delle rape, eccetera. (c'è veramente una dieta della carota viola, dette il "supercibo del futuro"!). Questi sono casi un po' estremi, ma evidentemente c'è qualcosa di profondamente sbagliato nella dieta occidentale, come mostra l'epidemia di obesità che c'è in occidente. Pollan sostiene che questo è dovuto, perlomeno in parte, proprio all'atteggiamento riduzionista prevalente. Uno dei problemi è che l'aggiunta di "nutrienti" più o meno artificiali nobilità alimenti che fanno malissimo alla salute; come appunto la miscela di zucchero e aromi artificiali che passava per aranciata a Tokyo.

Nel suo libro, "In difesa del Cibo", Michael Pollan sostiene un approccio "integrato" oppure "sistemico" al cibo. Dice "eat food"; "mangiate cibo". Ovvero, mangiate cose che i nostri antenati avrebbero riconosciuto come tali (detta in altre parole: non mangiate niente che vostra nonna non avrebbe riconosciuto come roba che si può mangiare). La raccomandazione di Pollan è leggermente più articolata: "mangiate cibo, non troppo, più che altro verdura."  Fra le altre cose, Pollan non è vegetariano e sostiene che siamo geneticamente programmati per mangiare carne; almeno in piccole quantità - cosa che mi trova personalmente d'accordo.

Ma, a parte il fatto di essere vegetariani o no, se ci pensate un attimo lo spirito di questa raccomandazione è in pieno accordo con quella che si chiama la "dinamica dei sistemi". Se vogliamo capire come funziona un sistema, dobbiamo prenderlo tutto intero; non spezzettarlo e pretendere poi di rimetterlo insieme, come se volessimo la rana ancora viva dopo averla vivisezionata. Ovvero, c'è questa profonda verità che il "cibo" è qualcosa di più della somma dei "nutrienti" che lo compongono. Questa è la ragione per la quale non ci nutriamo di pillole, come si leggeva che avremmo fatto nella fantascienza degli anni '50.

Queste considerazioni si applicano bene anche ad altri sistemi complessi. Ci sarebbe molto da dire su come ci stiamo gestendo male il problema climatico per via del nostro atteggiamento riduzionista. L'equivalente, qui, delle varie teorie strampalate è quello di ridurre il problema (appunto, il riduzionismo) a singoli dettagli; da Eric il Rosso al vino in Inghilterra del Medio Evo, fino a considerare che l'elemento fondamentale di tutta la storia sono certi messaggi che alcuni ricercatori si scambiavano 10 anni fa. Da qui, si passa ad attribuire il cambiamento climatico a qualche fattore specifico, per esempio i vulcani, oppure alle macchie solari, o ai raggi cosmici o che altro.  (*)

E, invece, il sistema climatico è un sistema complesso che va studiato in modo scientifico, altrimenti non si capisce niente di come funziona e si fanno degli errori clamorosi - questi errori ci stanno portando al surriscaldamento planetario così come quelli dietetici portano la gente all'obesità. Il nostro pianeta, proprio come i nostri corpi, ha bisogno di un po' di rispetto e di attenzione. Va curato per quello che è, un sistema complesso e delicato che non si presta ad essere maltrattato pensando che si ripari da se. E' una di quelle cose - come il cibo - che vale di più della somma dei singoli elementi che lo compongono.

Il libro di Pollan è pieno di altri spunti interessanti. Vedrò di tornarci sopra in altri post. E' pubblicato da Adelphi in Italiano.




* Curiosamente, la mentalità riduzionista di certa gente è talmente radicata che non riescono nemmeno a capire che può esistere un atteggiamento diverso e più articolato. Ne fa fede l'accusa comunissima agli scienziati di sostenere che "soltanto il CO2" ha effetto sul clima. Non è così, basta leggersi l'ultimo rapporto dell'IPCC per capirlo.


martedì 28 settembre 2010

Il Lupo ha pagato Pierino? Il falso allarme sulla "catastrofe del 2013"




Non potrebbe essere che Pierino gridava "al lupo!" perché era pagato dal lupo stesso? Di certo, gli ha fatto un bel favore. Potrebbe essere che certi casi di evidente allarme esagerato - tipo la "catastrofe elettromagnetica del 2013" - non siano una questione di ingenuità o ignoranza, ma il risultato di un progetto di disinformazione da parte di gente "pagata dal lupo".


Qualche giorno fa, al bar della stazione, mi è capitata fra le mani una copia del quotidiano che va per la maggiore dalle mie parti. Fra le tante fesserie, una mi ha colpito in particolare: la notizia della "catastrofe elettromagnetica del 2013", quando "secondo gli scienziati della NASA" che si sono "riuniti in un summit a Washington" il nostro pianeta sara colpito da "una gigantesca eruzione solare" che causerà danni inenarrabili, eccetera, eccetera. 

Arrivato a casa, non mi ci è voluto molto a capire di cosa si trattava. Molta fatica me la ha risparmiata Paolo Attivissimo, efficiente come al solito con il suo blog "il disinformatico". In sostanza, la storia della catastrofe elettromagnetica del 2013 è una bufala. E' normale che ogni 11 anni circa il sole passi per un massimo di attività. Questo provoca tempeste elettromagnetiche che possono fare danni alle reti di comunicazione. Non è una cosa da trattare come una catastrofe; ci siamo già passati molte volte e non è successo nulla di orribile. Non c'è nessun allarme lanciato dagli scienziati; non c'è stato nessun recente "summit a Washington." Ci sono solo alcune dichiarazioni del ministro della difesa britannico Liam Fox che in una conferenza stampa ha menzionato la vulnerabilità delle reti di trasmissione all'attività solare. Insomma, una bufala quasi totale.

Un punto che non viene fuori chiaramente dal post di Attivissimo è l'origine esatta di questa bufala. Io l'ho letta su "La Nazione" il 23 Settembre e la stessa notizia è stata pubblicata su quasi tutti i maggiori quotidiani; la Repubblica, il Corriere ed altri. Ma tutti questi giornali hanno ripreso la notizia pubblicata il giorno prima (il 22 Settembre) sull'edizione on line della sezione "tuttoscienze" della  "Stampa" del 22 Settembre. Eccola qua; dal blog di Attivissimo.


A sua volta, La Stampa è andata a riprendere una notizia apparsa il giorno prima (il 21) sul Daily Mail, "rinforzandola" in termini di allarme dando per scontate certe cose che la stampa inglese aveva dato soltanto per possibili.

Quindi, l'origine della bufala in Italia si trova in "Tuttoscienze" e Paolo Attivissimo ha scritto una cortese lettera di protesta al direttore della rubrica, Gabriele Beccaria. Quest'ultimo ha risposto mandandolo a quel paese senza tanti complimenti. (trovate la lettera di Attivissimo sul suo blog ma non la risposta, che Attivissimo ha giudicato non pubblicabile).

L'opinione generale di fronte a queste cose è che i giornalisti siano semplicemente degli incompetenti in materia scientifica. Ovvero, che valga la massima "non bisogna cercare di spiegare con dei complotti delle cose che si possono spiegare semplicemente con la stupidità.
La massima è attraente, ma ho l'impressione che non sia valida in tutti i casi. Anzi, che ce ne siano molti dove non vale per niente. Su questa cosa, devo dire che mi trovo più daccordo con Gianluca Freda che con Paolo Attivissimo. Il primo (Freda) vede complotti dappertutto, il secondo, (Attivissimo), cerca di smontarli tutti. In questo caso, io credo veramente che ci sia qualcuno che sta cercando di imbrogliarci senza darlo a vedere. Magari non chiamiamolo complotto, ma è cose come l'allarme sulla catastrofe del 2013 non si spiegano con la semplice ignoranza.
Quelli che gestiscono i media saranno anche ignoranti di scienza, ma sono dei professionisti di alto livello nel loro campo; che è di ottenere il "consenso" del pubblico. Ora, il consenso del pubblico si può ottenere in molti modi e per certe persone importa poco se per questo scopo si usano bugie, distorsioni della verità e cose del genere. E' tutto parte di quell'antica arte che va sotto vari nomi; da quello vecchio e un po' fuori moda di "propaganda" a quello un po' più moderno di "public relations" (PR), che è la stessa cosa. 

Al momento, è in corso una campagna di PR mirata a convincere il pubblico che il riscaldamento globale non esiste, o che non è un problema, o che, comunque, è inevitabile. Il caso del "Climategate" è un esempio dei metodi usati; in questo caso, l"assassinio del personaggio". Ma non è il solo; un altro è quello di sminuire la portata della catastrofe climatica incombente creando ad arte delle catastrofi inesistenti. E' la tattica di Pierino; quello del lupo.
Se ci pensate sopra un attimo, la storia di Pierino e il Lupo è un perfetto esempio di tecniche di PR. Pierino - in pratica -  mette in atto una strategia per indebolire la capacità di reazione dei pastori. Di fronte a una serie di messaggi che segnalano catastrofi inesistenti (arriva il lupo!) i pastori finiscono per non reagire più di fronte alla vera minaccia - quando il lupo arriva per davvero. Nella storia, Pierino fa quello che fa soltanto perché è un po' tonto e si diverte, ma il suo comportamento si spiega molto meglio se assumiamo che era in combutta con il lupo.
Gabriele Beccaria, direttore della sezione "tuttoscienze" de "La Stampa" non è nuovo alla tattica di Pierino, ovvero lanciare allarmi per catastrofi inesistenti. Già lo aveva fatto con l'annuncio di un'imminente era glaciale. Non c'è da stupirsi che ci riprovi con la storia della catastrofe elettromagnetica del 2013. E' tutto parte di una strategia per sminuire la vera catastrofe incombente: quella del riscaldamento globale. 
Quindi, Beccaria è un serio professionista di PR che fa il suo mestiere e lo fa anche molto bene per gli scopi che si è prefisso. Non è certamente un ingenuo e molto probabilmente è il primo a non credere all'allarme che il suo giornale ha lanciato. L'ingenuo, semmai, è chi gli manda una lettera per spiegargli che la catastrofe del 2013 non esiste - come ha fatto Attivissimo. Non c'è da stupirsi che Beccaria abbia risposto come ha fatto; in modo sprezzante. 
Del resto, pensateci un momento: immaginate che le pecore scrivano una lettera al lupo per lamentarsi del fatto che ogni tanto una di loro viene mangiata. Come pensate che risponderebbe il lupo?