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lunedì 10 gennaio 2022

Come Stritolare la Scienza. Il Dibattito è Ormai Fuori controllo

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Anni fa, quando facevo le elementari, mi ricordo che mio padre mi trovò che leggevo un libretto illustrato in tricromia con bandiere rosse e simboli di falci e martelli. Preoccupato che suo figlio fosse indottrinato dai comunisti, lo prese in mano, lo guardò attentamente, e poi me lo restituì dicendo. "Va bene, è propaganda nostra.

Erano gli anni 1960, il tempo di Peppone e Don Camillo, con il dibattito fra comunisti e democristiani che si faceva a colpi di bugie opposte e simmetriche. Quel librettino che leggevo era tutta una serie di insulti contro i comunisti sovietici accusati, se non proprio di mangiare i bambini, più o meno di comportamenti altrettanto violenti e disgustosi. La propaganda dei comunisti dell'epoca, a sua volta, era altrettanto rozza e violenta. 

All'epoca, mio padre era politicamente impegnato nella Democrazia Cristiana e considerava del tutto normale che la sua fazione facesse propaganda, anche se erano ovvie bugie ed esagerazioni. E non era solo lui: più di una volta negli anni mi è successo di trovarmi in mezzo al guado fra comunisti e democristiani per aver cercato di prendere una posizione razionale, al di là delle bugie di ambo le parti. Siccome venivo da una famiglia democristiana, i comunisti mi consideravano un nemico, i democristiani un traditore.  

Oggi non ci sono più né comunisti né democristiani, ma la propaganda è rimasta più o meno allo stesso livello di allora, anche se usa una grafica più sofisticata. E, come allora, alle volte mi trovo in mezzo al guado cercando di prendere una posizione razionale fra le bugie di una parte e dall'altra del dibattito (per così dire) attuale. 

Mi è capitato l'ultima volta poco tempo fa, quando ho esaminato un filmato apparso recentemente su "OvalMedia" con un intervista al Dr. "Joseph Tritto." All'inizio, il giornalista introduce l'ospite come 

"Il professor Joseph Tritto, il presidente del "World Academy of BioMedical Technologies fondata sotto l'egida dall'Unesco, quindi controllata in qualche modo dalle Nazioni Unite." 

Tritto è comparso anche in varie interviste precedenti, per esempio su Libero quotidiano nel 2020, dove viene descritto come "microchirurgo, esperto di biotecnologie e nanonotecnologie nonché presidente della Wabt (World Academy of Biomedical Sciences and Technologies), importante accademia nata sotto l'egida dell'Unesco nel 1987." Insomma, un luminare della scienza. 

Ma tutto quello che si legge sul Web va verificato. Così, qualche giorno fa avevo fatto una rapida ricerca sul Web che mi portava ad avere qualche serio dubbio che Tritto fosse davvero un "esperto di fama internazionale", e anche sulla realtà della "World Academy of Biomedical Technology" di cui si dichiara presidente. Avevo anche pubblicato un post preliminare, poi diffuso su Facebook. 

Non l'avessi mai fatto. Entro poche ore mi è arrivata addosso un'ondata di insulti e accidenti per aver osato criticare questo famoso "esperto internazionale" che sicuramente dice la verità. Fra le tante, una mi ha colpito: un tale che mi è saltato addosso dicendo "professore, spetta a lei dimostrare che la WABT non esiste, non spetta a Tritto dimostrare che esiste." Al che avrei potuto rispondere "vogliamo parlare anche di unicorni?"

La cosa stava rapidamente prendendo una piega preoccupante e io ho un fegato solo. Così, ho bannato i più esagitati e ho cancellato il post. Ho poi ri-esaminato tutta la faccenda, sostanzialmente confermando la mia interpretazione iniziale. Più sotto vi faccio un riassunto delle mie considerazioni. Attenzione: NON sto dicendo che Tritto è un impostore o un imbroglione: non me lo sognerei mai sulla base di un'analisi che non può essere che parziale. E non sto nemmeno dicendo che Tritto sia peggiore della banda dei tele-virologi di stato che infestano i media. Mi limito a presentarvi quello che ho trovato sul Web e lascio a voi la conclusione. 

Per alcuni, sembra che l'affidabilità del messaggero non sia importante rispetto al messaggio. Ho ricevuto dei commenti sul tono: "cosa importa chi è Tritto? Quello che conta è che quello che dice è giusto!" Ma su che basi possiamo dire che le opinioni di Tritto sono quelle "giuste"? Evidentemente, perché si accordano meglio con le opinioni preconcette di chi le ascolta. Ma è un gioco di specchi in cui ognuno vede riflessa la propria verità.

Insomma, siamo arrivati a un dibattito che somiglia molto a quello degli anni 1950 e 1960 fra Peppone e Don Camillo. Potete dimostrare su basi scientifiche che il comunismo è meglio del capitalismo o viceversa? Capite quello che voglio dire. 

Alla fine chi ci rimette è la povera scienza, stritolata fra posizioni opposte sostenute da persone che parlano senza sapere cosa dicono (e alcuni di loro non chiederei neanche al signore di perdonarli). Da questa botta, può darsi che la scienza non si riprenderà mai. 

Comunque, concludo con una cosa: mio padre, buonanima, i comunisti non li sopportava (e per delle buone ragioni). Ma non mi ha mai detto che mangiavano i bambini e non mi ha mai impedito di leggere quello che mi pareva.   


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Alcune considerazioni su "Joseph Tritto" 

Premetto che capire esattamente cosa c'è di vero nelle varie affermazioni che si trovano sul Web su chi è il "professor Tritto" richiederebbe una ricerca estesa per la quale io non ho né il tempo né gli strumenti necessari. Mi limito a proporvi qualche risultato di un'analisi preliminare che, se non altro, lascia dubbi molto seri sull'affidabilità di quello che leggiamo. Poi, provate voi a farmi sapere nei commenti cosa avete trovato. Se avete qualche dato contrastante, lo includo volentieri in questa sezione. 

Allora, per prima cosa, una persona chiamata "Joseph Tritto" esiste praticamente soltanto come autore del libro in Italiano "Cina-Covid19" uscito nel 2021. Se cercate Joseph Tritto sulla letteratura scientifica, i risultati sono zero. 

Esiste invece un "Giuseppe Tritto" che sembra essere la stessa persona. Perché abbia deciso di cambiarsi il nome di battesimo è impossibile dire ma al momento che cominciate a cercare, qualche risultato sulla letteratura scientifica lo trovate. 

La bibbia di queste cose è il "Web of Science" dove potete cercare "G. Tritto" come autore di articoli scientifici. Qui, però, c'è il problema che ci sono altri due "G. Tritto" che pubblicano articoli in campo medico (Giovanna Tritto e Giovanni Tritto) e quel Tritto che cerchiamo cambia affiliazione continuamente. Quindi, non si riesce a capire bene se certi "G. Tritto" siano lui o altri. In ogni caso, quel Tritto che cerchiamo sembra aver pubblicato solo pochi articoli su riviste di bassa qualità o in congressi scientifici. Il suo campo sembra aver poco a che fare con i virus, più che altro sulla microchirurgia, trattamenti laser, e cose del genere. 

Poi, non si sa esattamente dove sia localizzato questo signore: dove vive? Dove lavora? Negli ultimi lavori (l'ultimo che sembra suo risale al 2016), lui dice di essere affiliato, in effetti presidente, a questo WABT, World Academy of BioTechnologies. Ma dove sta questo WABT? Su Linkedin, Tritto dichiara che la WABT di cui lui è presidente sta a Parigi -- anche se lui sembra abitare a Lecco, in Lombardia. Nelle sue presentazioni (inclusa quella di Ovalmedia) il link a cui WABT dovrebbe corrispondere non funziona  (https://wabt.org/). Il sito risulta disponibile: è in vendita a circa Eur 3.700. Su Researchgate, danno come indirizzo "Wabtec". Ma se andate a vedere il sito di Wabtec e vedete che non ha nulla a che fare con la biotecnologia. E' una ditta che si occupa di trasporti. E, manco a dirlo, non risulta in nessun posto un Tritto che sia presidente di Wabtec.

Troviamo altri dati usando la "Wayback Machine," un archivio di Internet che permette di trovare la storia di un sito. Qui, troviamo che la prima incarnazione di WABT sul Web con l'indirizzo wabt.org risale al 2001, dove leggiamo che la World Academy of Biotechnologies è stata fondata nel 1997 come un'agenzia dell'UNESCO. Fino al 2003, non si trova traccia di "Tritto" sul sito, ma da quella data in poi leggiamo che Giuseppe Tritto è il "delegato ad interim" per gli "Studi e i colloqui." Non leggiamo in nessuna versione del sito che Tritto sia presidente di WABT. Sembrerebbe che in questa fase WABT fosse veramente un'agenzia dell'UNESCO, ma che da un certo momento in poi, UNESCO l'abbia chiusa. Il sito viene aggiornato per l'ultima volta nel 2003, poi sparisce dal Web nel 2005. Oggi, nel sito dell'UNESCO (unesco.org) non si trova traccia di WABT e neppure il nome "Tritto"

Curiosamente, WABT ricompare dalle sue ceneri nel 2015, ma a un altro indirizzo: www.thewabt.com, con una grafica e una struttura completamente diversa, e con Giuseppe Tritto come presidente. Il sito sembra attivo perché è stato aggiornato di recente, ma i link che contiene sono quasi tutti "morti". C'è una lunga lista di collaboratori e uffici internazionali, ma nessun link, indirizzo, riferimento, contatto, o altri dati verificabili. 

Come vedete, ci sono molti punti oscuri riguardo alla persona e alle qualifiche del Dr. Tritto. Attenzione, non sto dicendo che Tritto è un impostore o che ha falsificato i dati. Mi limito a presentare un'analisi del Web fatta in un paio d'ore con strumenti pubblici, certamente non sufficiente ad arrivare a una conclusione definitiva. Ma, come minimo, quello che ho trovato dovrebbe raccomandare una certa cautela nell'accettare le dichiarazioni del Dr. Tritto così come sono riportate sui media. 

Per finire con questa vicenda, Tritto sembra essere correlato con un altra figura controversa nel campo della virologia, Giulio Tarro, che si dichiara "Chairman of the Virus Sphere World Academy of Biomedical Technologies (WABT) UNESCO, Paris." In effetti, Tarro compare nel sito "thewabt.com" come "Chairman Delegate WABT Committees and Commissions." Su questa storia, qualcun altro è andato a investigare, trovando risultati simili ai miei. Ovvero che "Tarro dichiara di essere anche presidente, dal 2007, di una Commissione sulle biotecnologie della virosfera alla World Academy of Biomedical Technologies, ente dell'UNESCO tale ente non risulta però esistere in seno all'UNESCO e lo stesso Ente ha dichiarato di non avere alcuna correlazione con la sua figura." 

Insomma anche su questa WABT bisogna andarci con molta cautela, come minimo. A parte che non se ne trova traccia su Wikipedia, su Google Scholar, trovo un totale di 52 pubblicazioni dal 2015 in cui uno degli autori si dichiara affiliato a qualcosa che si chiama "WABT". Di questi, alcune non hanno niente a che fare con le tecnologie biomediche, ma con altre cose tipo il "West African Center of Excellence for Global Health Bioinformatics Research Training Program (WABT). Le altre sono quasi tutte comunicazioni a congressi o articoli auto-pubblicati.  Per un'accademia così importante, certamente come risonanza internazionale non è che sia gran che. 





domenica 14 marzo 2021

Seneca e il virus: perché la pandemia cresce e poi cala?

 

Tradotto da "The Seneca Effect"

di Ugo Bardi

Seneca, il filosofo romano, conosceva il termine "virus", che per lui aveva il significato del nostro termine "veleno". Ma ovviamente non aveva idea che un virus, inteso in senso moderno, fosse una creatura microscopica che si riproduceva all'interno della cellula ospite. Visse anche in un'epoca, il I secolo d.C., in cui le grandi epidemie erano praticamente sconosciute. Fu solo più di un secolo dopo la sua morte che una grave pandemia, la peste antonina, colpì l'Impero Romano. 

Ma Seneca era un ottimo osservatore della natura e quando diceva che "la rovina è rapida" aveva sicuramente in mente, tra molte altre cose, quanto rapidamente una persona sana poteva essere colpita da una malattia e morire. Naturalmente Seneca non aveva strumenti matematici che gli permettessero di proporre una teoria epidemiologica quantitativa, ma la sua osservazione, che ho chiamato " Effetto Seneca ", rimane valida. Non solo le persone possono essere rapidamente uccise dalle malattie, ma anche le epidemie spesso seguono la curva di Seneca, crescendo, raggiungendo un picco e diminuendo. 

Naturalmente, i concetti di crescita e collasso dipendono dal punto di vista. In molti casi la fortuna di un uomo è la rovina di qualcun altro. Ciò che vediamo come una buona cosa, la fine di un'epidemia, è un collasso visto dal lato del virus (o dei batteri, o qualsiasi altra cosa). Ma allora, perché le epidemie divampano e poi si placano? È una storia affascinante che ha a che fare con il comportamento dei sistemi complessi. Per raccontarlo dobbiamo partire dall'inizio. 

Una cosa da notare dell'attuale pandemia di Covid-19 è la notevole ignoranza non solo del pubblico in generale sull'epidemiologia, ma anche di molti degli esperti altamente propagandati. Basta notare quante persone hanno detto che l'epidemia cresce "in modo esponenziale". Dopo di che, si sono dati da fare per estrapolare la curva all'infinito, prevedendo centinaia di migliaia, o addirittura milioni, di morti. Ma, parafrasando Kenneth Boulding, "qualcuno che afferma che i sistemi naturali crescono in modo esponenziale deve essere un pazzo o un economista". Semplicemente non funziona in questo modo!

Ma come cresce esattamente un'epidemia? La forma di base di una curva epidemiologica è "a campana" (sì, proprio come la curva di Hubbert per l'estrazione del petrolio). 

Il motivo di questa forma è facile da capire in termini qualitativi. Inizialmente, il virus (o l'agente patogeno) ha un'intera popolazione da infettare, quindi cresce rapidamente (quasi, ma non esattamente, in modo esponenziale). Quindi, man mano che cresce, il suo numero di obiettivi diminuisce. Alla fine il virus non può più crescere per mancanza di bersagli. Raggiunge un picco e inizia a diminuire. 

Queste considerazioni possono essere poste in forma matematica: si tratta del modello denominato "SIR" (suscettibile, infetto, rimosso), sviluppato già nel 1927. Potreste essere sorpresi di scoprire che le equazioni SIR sono esattamente le stesse che descrivono la crescita dell'industria petrolifera e il fenomeno del "picco del petrolio". Sono anche le stesse equazioni che descrivono il comportamento di una catena trofica in un sistema biologico. Non entrerò nei dettagli, qui. Con i miei colleghi Perissi e Lavacchi, stiamo preparando un documento che descrive come questi e altri sistemi fisici sono collegati tra loro. 

Ovviamente, i moderni modelli epidemiologici sono molto più complicati del semplice modello SIR, ma è un approccio che ci dice cosa aspettarci. Nessuna epidemia cresce per sempre e anche se non fai nulla per fermarla, alla fine svanirà da sola. Dopotutto, gli agenti patogeni hanno lo stesso problema che abbiamo con il petrolio greggio: stanno sfruttando una risorsa limitata (noi).

Ora, tornando all'effetto Seneca, abbiamo detto che implica che la rovina deve essere più veloce della crescita. In altre parole, la forma della "curva Seneca" dovrebbe essere qualcosa del genere:
 
 
Ci sono casi di questo tipo nella storia delle epidemie. Per esempio, l'epidemia di colera che colpì Londra a metà del XIX secolo ( dati da Wikipedia Commons )
 

E qui si vede chiaramente la forma "tipo Seneca". Il declino del ciclo del colera è stato significativamente più veloce della sua crescita. I dati per le epidemie di colera più recenti mostrano la stessa forma. 

Tuttavia, quella "tipo Seneca" non è comune nelle epidemie. Spesso vediamo il tipo opposto di asimmetria. Ecco un esempio: Epatite A, con dati tratti da Wikipedia . Vedete come la curva declina più lentamente di quanto non cresca. 

Ecco un altro esempio pre-Covid: la sindrome respiratoria acuta del 2003 a Hong Kong. 


Non esiste una regola fissa in questi casi storici, diciamo solo che questa forma asimmetrica è piuttosto comune. Quindi, passiamo all'attuale pandemia, ed ecco alcuni dati per il primo ciclo del 2020. (Immagine da "The Economist"). Anche qui la tendenza è chiara: il declino è più lento della crescita.

 

 
 
È una tendenza comune in tutto il mondo e potremmo chiamarlo effetto "Anti-Seneca". Ma, oltre a dargli un nome, perché questa forma?

La risposta non è univoca: sono diversi i fattori che possono influenzare la forma della curva. In questo caso, la spiegazione più semplice ha a che fare con il parametro che descrive la velocità con cui le persone infette smettono di essere infettate, o perché sono guarite o perché muoiono. Se guariscono / muoiono velocemente, la curva scende velocemente, altrimenti è il contrario. E' un'interptretazione sensata: il colera può uccidere le persone colpite in poche ore, se non è curato. Invece, le persone infettate dal Sars-Cov-2 possono sopravvivere una o due settimane. Questo spiegherebbe la diversa forma delle curve.
 
Ma attenzione! Come ho detto, ci sono altre possibili spiegazioni. Ad esempio, se confrontiamo la Svezia con l'Italia, vediamo che la curva di mortalità è più asimmetrica per la prima. Perché? Probabilmente è una questione di geografia. La popolazione svedese è concentrata nelle regioni meridionali, dove la pandemia ha colpito per prima. Ci è voluto del tempo prima che il virus si diffondesse verso nord e questo spiega la "coda" nella curva di mortalità. In Italia, invece, la prima ondata pandemica si è limitata alle regioni del Nord, relativamente omogenee per popolazione. Probabilmente, gli effetti geografici spiegano le forme curve asimmetriche comunemente osservate dell'epidemia di COVID-19 in altre regioni del mondo. 
 
Con le vaccinazioni, il modello SIR mostra che dovremmo vedere le curve epidemiche cadere rapidamente, almeno se le vaccinazioni vengono avviate prima del picco. Finora, questo effetto non si è visto da nessuna parte, potrebbe essere troppo presto. Con il progredire delle vaccinazioni, dovremmo essere in grado di dire di più su questo argomento.

Come per tutto ciò che riguarda la scienza, l'epidemiologia richiede un po 'di lavoro per essere appresa, una virtù difficile da trovare nella discussione sui social media. Anche gli esperti di virologia e malattie non studiano realmente l'epidemiologia, il loro lavoro è curare le persone, non creare modelli matematici. Questo è il motivo per cui il comportamento del virus è così ampiamente frainteso. Ma, come diceva Einstein, "Il Signore Dio è sottile, ma non malvagio". L'epidemiologia può essere sottile, ma non è impossibile capire come crescono e si diffondono le epidemie.