Un post di Federico Tabellini
Nei momenti di grande incertezza, negli esseri umani cresce il bisogno d'identità. Gli eventi politici recenti, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, ne sono la prova. Uno spirito anti-globale e localistico ha preso d’assedio le due sponde dell’atlantico. Nonostante la globalizzazione dell’informazione, e forse in parte per sua causa, lo stato-nazione – questo binomio in apparenza inscindibile nel nostro tempo – è riemerso prepotentemente come il frame interpretativo egemone sulla realtà: un vero e proprio manto ideologico che ricopre ogni cosa, alterandone la fisionomia.
Nei momenti di grande incertezza, negli esseri umani cresce il bisogno d'identità. Gli eventi politici recenti, tanto in Europa quanto negli Stati Uniti, ne sono la prova. Uno spirito anti-globale e localistico ha preso d’assedio le due sponde dell’atlantico. Nonostante la globalizzazione dell’informazione, e forse in parte per sua causa, lo stato-nazione – questo binomio in apparenza inscindibile nel nostro tempo – è riemerso prepotentemente come il frame interpretativo egemone sulla realtà: un vero e proprio manto ideologico che ricopre ogni cosa, alterandone la fisionomia.
Gli stati fanno appello all’identità nazionale per
rafforzare la propria coesione interna. Le nazioni che non sono organizzate in
stati (la Catalogna, per esempio) rivendicano un riconoscimento istituzionale:
vogliono costituirsi come stati. Oggi più che quindici anni fa, vediamo attraverso le lenti distorsive
dello stato-nazione, ci sentiamo
parte di esso, e in base a esso ci auto-definiamo
nelle nostre interazioni con gli altri. Persino chi nel proprio intimo non
vede, non sente e non si definisce in rapporto allo stato-nazione, ne è
costretto nei propri rapporti sociali da un lessico culturale comune.
L’alternativa è l’incomprensione, l’isolamento socio-semantico. Siamo
italiani, cinesi, statunitensi o indiani prima che esseri umani. La domanda ‘sei italiano?’ utilizza il verbo essere
in quasi tutte le lingue indoeuropee. Se l’io
è un individuo, il noi, quando non
specificato, è una nazione; il loro è
una nazione.
L’identità, è fatto noto, nasce dalla distinzione. Per
fare parte di qualcosa, occorre auto-escludersi da una realtà più ampia. La
mera somiglianza raramente accende la scintilla identitaria. Tutti siamo umani,
solo alcuni sono italiani: per ciò, mentre con la specie umana non
intratteniamo una relazione emozionale, essere
italiani è un sentimento identitario. Essere italiani è un’esperienza, essere
umani una mera constatazione. Sappiamo
di essere umani ma sentiamo di essere
italiani. E poco importa che essere umani
costituisca una realtà tangibile, biologica, laddove essere italiani rappresenti
un mero costrutto storico-culturale. I costrutti storico-culturali appaiono
spesso più reali della realtà, non è forse vero?
Sì – è vero –, ma
cosa c’entra tutto questo con i temi trattati sul blog? C’entra,
c’entra eccome. La rinnovata importanza delle identità nazionali si ripercuote
sul modo in cui i grandi problemi del presente vengono non solo percepiti, ma
anche affrontati (o ignorati). I
problemi locali diventano magicamente problemi nazionali, problemi degli
italiani. Lo stato se ne deve assumere la responsabilità legale, certamente, ma
sono gli individui ad attribuire ad esso una responsabilità morale. E i
problemi globali, o anche solo transnazionali, non avendo un referente
identitario chiaro cui fare appello, sono avvertiti come seccature esterne
da delegare, o di cui liberarsi al più presto. La colpa è degli indiani, si
dice, dei cinesi, o di un altro
esterno che, guarda caso, è sempre rinchiuso nei confini semantici dello
stato-nazione.
In Italia tanto il voto alle elezioni regionali
quanto quello alle europee è di norma ridotto a un terreno di prova per le
elezioni nazionali, le uniche che sembrano avere valore. La stampa e i media di
massa privilegiano le notizie di portata nazionale, relegando alle pagine
interne tanto quelle locali quanto quelle di portata globale, oppure ponendo
l’attenzione su loro aspetti di livello nazionale. I problemi degli italiani
diventano così più importanti di quelli dei milanesi o degli europei. La crisi
ecologica globale, invece, acquista cogenza e riceve la maggiore attenzione
solo quando la sempre più frequente alluvione o (inserisci-qui-un-disastro)
colpisce la penisola.
Il doppio binario con cui si considera lo
stato-nazione e qualsiasi altra entità politica fa sì che una riforma sgradita
a livello europeo spinga ampie frange della popolazione a voler mandare all’aria l’intera Unione, laddove la
medesima riforma a livello nazionale provocherebbe al più la richiesta di un
cambio nella gestione dello stato. Dai problemi sovra-nazionali si scappa, solo
i problemi nazionali vengono affrontati – spesso male, ma questo è un altro
discorso. Tale atteggiamento è uno dei principali fattori
alla base della paralisi politica di fronte alle grandi sfide globali del
nostro tempo, crisi ecologica in primis. (E la colpa del fallimento, superfluo ribadirlo, è sempre dell’altro, e
l’altro è sempre, immancabilmente, uno stato-nazione).
Vuoi un esempio?
Eccone qua uno: accecati dalla nostra visione stato-centrica del mondo,
dimentichiamo che i cinesi, pur contribuendo per un quarto alle emissioni
globali di Co2, inquinano assai meno degli statunitensi, che concorrono per un
‘mero’ 15%. Eh sì, perché i cinesi sono 1 miliardo e 400 milioni, gli
statunitensi ‘solo’ 320 milioni. Però a noi usare gli stati come metro di
giudizio fa assai comodo. Utilizzare le emissioni pro capite come metro di giudizio
farebbe ricadere la responsabilità sui nostri consumi, sui nostri stili di vita
insostenibili. Utilizzare gli stati ci permette di andare in piazza a
protestare contro il riscaldamento climatico dopo un pranzo veloce al MacDonald.
Grazie alla loro visione stato-centrica del mondo, gli statunitensi possono
illudersi di essere virtuosi. Loro (il ‘popolo americano’, non i singoli americani)
inquinano meno dei cinesi! E gli australiani? Hanno le più alte emissioni pro
capite al mondo dopo l’Arabia Saudita, ma ci sono solo 25 milioni di
australiani. Un altro popolo virtuoso.
Se solo avessimo il
coraggio di scostarci per un istante dagli occhi le nostre preziose lenti
identitarie, il mondo ci apparirebbe diverso, assai diverso. Chissà, potremmo persino
arrivare a condannare gli australiani più dei cinesi, i tedeschi più degli
italiani, gli italiani più degli indiani. Ma sarebbe un errore. Perché non è
questo il punto. Non il principale, almeno. Il punto è che sono gli individui
che inquinano, non i popoli. Ciò non vuol dire che i governi nazionali, in
quanto nucleo del potere politico globale, non abbiano la responsabilità più
grande di avviare il cambiamento. Significa però che la ripartizione dell’onere
di quel cambiamento non può avere come punto di riferimento esclusivo gli
stati. Dividere la popolazione mondiale per le emissioni globali e vedere di
quanto sono superiori a un livello di emissioni pro capite sostenibile per il
pianeta, e usare quel numero come referente individuale,
ha più senso che parlare delle emissioni della Cina, dell’India e degli Stati
Uniti. È anche
probabile che ci faccia passare dalla parte del tort… ah! Hai visto com’è facile?
Ci sono quasi cascato anch'io. Stavo parlando ancora di noi-italiani; mi stavo
rimettendo le lenti davanti agli occhi. Invece proviamo a guardarci come
individui, e a giudicarci come tali, e a usare un plurale (se proprio dobbiamo)
che trascenda i confini immaginari delle nazioni. Un plurale inclusivo, che
responsabilizzi tutti in egual misura, senza discriminare secondo la categoria
più idiota di tutte: il luogo di nascita. Dovremmo farlo a maggior ragione in
questo momento d’incertezza, di crisi identitaria (espressione paradossale,
visto che l’identità l’alimenta, la crisi).
Noi europei, che in gran parte non sentiamo di
esserlo, ripudiamo l’Europa invece di renderla, come sarebbe auspicabile, il
fulcro di uno sforzo comune e coordinato
verso il cambiamento. Ci rifugiamo nei nazionalismi, quando ciò di cui avremmo
disperatamente bisogno è un meta-nazionalismo che ponga al centro l’essere
umano. Un eco-umanismo globalizzato che ci faccia vedere il mondo in termini di
individui (presenti e futuri) e specie – non solo quella umana, ma anche le
numerose altre che stiamo distruggendo giorno per giorno –, anziché in termini
di nazioni. Un meta-nazionalismo che ci faccia sentire più europei che
italiani, e più umani che europei. E che ci faccia vedere in faccia la realtà.
Come dici? Non riesci proprio a vederla? Guarda
qua, l’ho compressa in una frase e ripulita per bene dalle incrostazioni
sovraniste, che di questi tempi quelle si appiccicano ovunque come la muffa.
Ecco, sta qui sotto:
‘Il futuro dell’Europa conta più del futuro
dell’Italia, e il futuro del pianeta infinitamente più di entrambi.’
Abbiamo fatto l’Italia, abbiamo fatto gli
italiani. Ora è tempo di fare l’Europa e gli europei, e l’umanità
soprattutto, e gli esseri umani.
R "Utilizzare le emissioni pro capite come metro di giudizio farebbe ricadere la responsabilità sui nostri consumi, sui nostri stili di vita insostenibili."
RispondiEliminaCaro Prof., in questo post si torna a passare delle emisisoni individuali e non per area omogenea ( la vogliamo chiamare nazione/stato?) Omettere la capacità di carico di una data area omogenea per risorse rinnovabili e non, significa continuare a considerare i dirittti individuali dell'iomo come universali: è lo specismo più brutale ed insosotenible sul piano ecologico. Credo che, anche per evitare dif are disinformazione scientifica, il post vada corretto offrendo un ripasso a tutti del significato e delle prime conseguenze del concetto di capacità di carico, non ultimo quello dis ovrappopolazione di una data area (nazione/stato?)... da Saluti.
Tempo che non c'è più...
RispondiEliminaIl PCI e la sua “intelligentia” non ha saputo mai partorire niente di diverso dall’ideologia Marxista applicando i deliri di Lenin, il quale nel 1915 sentenziò che:"gli Stati Uniti d’Europa sarebbero stati impossibili da farsi oppure se mai ci fossero stati, sarebbero stati un regime capitalista e reazionario e quindi i comunisti avrebbero dovuto osteggiarne la nascita".
Eliminahttps://www.marxists.org/italiano/lenin/1915/8/23-statiunitideuropa.htm
Prodi (presidente della commissione europea 17/9/1999-22/11/2004)
Bonino (commissaria europea 1995-1999)
Renzi (semestre europeo italiano 2016)
non ebbero mai, ad invocare la CED-DeGasperi, anche solo per iniziare un dibattito europeo!.
Berlusconi, non volle uno Stato Federale Europeo, ne mai ne fece menzione (probabilmente temeva il rischio che prima o poi sarebbero stati creati i REATI FEDERALI, essendo Mr.B notoriamente sceso in politica per interessi personali).
Le finestre per accedere alla CED sono chiuse, ormai è tardi.
E' invece probabile che gli USE=CED.ue nascano per reazione, al botto termofinanziario italiano.
dopo migliaia di anni di tentativi di miglioramento della razza umana anch'io penso proprio che siamo arrivati al capolinea.
Elimina@ mago 4 marzo 2020 20:32
EliminaSei IMHO troppo pessimista, io invece non valuto che sia in discussione la sopravvivenza dell'intera razza umana sulla Terra: qualche continente e numerosi paesi del I mondo, si salveranno la buccia
https://youtu.be/b13dWojg0MY
L'Italia però non sarà tra quelli che sopravviveranno al XXI secolo.
La repubblica parlamentare italiana (così per come noi oggi la conosciamo) si dissolverà e disgregherà prima delle GP2. Nei decenni a venire, guerre civili, guerre urbane e pulizie etniche, epidemie, nuclearizzazioni atomiche tattiche, sostituzione etnica degli italiani, saranno liete novelle in cui il popolo italiano scomparirà nella gioia del martirio.
@chip 65C02
Elimina"La repubblica parlamentare italiana (così per come noi oggi la conosciamo) si dissolverà e disgregherà prima delle GP2. Nei decenni a venire, guerre civili, guerre urbane e pulizie etniche, epidemie, nuclearizzazioni atomiche tattiche, sostituzione etnica degli italiani, saranno liete novelle in cui il popolo italiano scomparirà nella gioia del martirio."
Non credo proprio. E' nei momenti di peggior stress sistemico che l'Italia diventa maggiormente "creativa" politicamente. E' successo negli anni '20 del secolo scorso e, auspicabilmente, succederà nei '20 di questo, evitando di ripetere gli errori di allora.
Altro che "sostituzione etnica"...
"Gli Stati Uniti d'Europa IN REGIME CAPITALISTICO sarebbero o impossibili o reazionari"
EliminaAltro che delirio
Aveva proprio ragione Lenin
Complimenti vivissimi per il post.
RispondiEliminaFare di peggio era assolutamente impossibile.
Non tema l'autore. Il mondo nel quale lui spera è sempre più reale ed è stato, è e sarà la causa unica di quello sperabile collasso di cui qui tanto si parla.
Quasi 20 anni fa di notte ascoltavo radio Maria. Si cianciava di satana scatenato. Devo chiedere scusa a quelle trasmissioni.
Guido.
Pur non condividendone il taglio religioso, non posso fare altro che ringraziare Guido per avermi evitato lo spiacevole compito di denigrare una pagina che trovo... come?... boh! "Inconsistente"? "Ideologica"? "Fideistica"? "Propagandista"? L'elenco, che potrebbe procedere over and over (figo l'inglese, eh? fa tanto global) è così lungo da rendermi impossibile procedere a una sintesi.
Eliminaper convincersi che satana sia scatenato, basta guardare gli intervalli pubblicitari in TV. E' un continuo invito all'avidità e all'egoismo, ma quasi nessuno li vede così, perchè piace illudersi che in fondo i discorsi su satana siano delle ciance, proprio come facevi tu 20 anni fa. Io spengo sempre la TV per quei 5 o 6 minuti, ma anche le trasmissioni contengono i soliti inviti, quindi sarebbe meglio non avere la TV in casa (io ce ne ho solo una di pochi pollici), se non si ha una mente critica.
Elimina@ MrKeySmasher 4 marzo 2020 15:46
EliminaA me piace politicamente FdI, la Meloni è l'unica che inizia a parlare di qualcosa che rassomiglia alla CED DeGasperi. Fa ancora molta confusione tra cosa sia una Confederazione e Federazione, però è positivo, che la DX italiana abbia iniziato una maturazione, nella direzione giusta. Peccato che sia tardi per l'Italia.
L’unico modo per incontrare il diavolo è andare in bicicletta nella bassa in certi pomeriggi d’estate. Lo diceva Guareschi.
Eliminahttps://www.lastampa.it/cronaca/2020/03/06/news/l-oms-si-prepara-alla-pandemia-il-virus-non-si-puo-piu-bloccare-1.38555483/amp/
EliminaChi desidera il governo mondiale in qualche sua forma, farebbe bene a leggere cosa scrive La Stampa. E dedurne tutte le conseguenze: a questo proposito l'articolo che propongo mi sembra essere estremamente chiaro.
Si preparano ore buie. Le più terribili da secoli, se non millenni, per la nostra penisola.
Guido.
Sarebbe interessante sapere cosa propone di fare la Meloni per il cambiamento climatico e l'esaurimento delle risorse fossili a buon mercato, giusto per capire il livello di conoscenza scientifica del soggetto.
EliminaNon c'è un politico della cosiddtta destra (ancora ste finte ideologie circolano destra/sinistra conservatori/progressisti, comunisti/capitalisti, bel vecchiume post bellico) in Italia e a livello internazionale che abbia la più pallida idea di questi impellenti pericoli (non va meglio comunque tra i finiti sinistri) anzi il negazionismo si annida proprio li per la maggior parte, vedi, tra gli altri, Trump, Bolsonaro, Morrison, Orban, la destra polacca e il nostrano felpato verde.
Nel Congresso degli Stati Uniti 150 tra deputati e senatori, per la maggior parte GOP, sono a libro paga delle multinazionali dei combustibili fossili
https://www.climatizzati.ch/it/articoli/2019-01-28-la-lobby-delle-energie-fossili-fa-shopping-di-parlamentari-
Guido, ci chiuderanno in casa e butteranno via la chiave. La paura fa 90, quindi niente autoblindo agli incroci, basta uno starnuto. Sta funzionando. Vedremo se con gli starnuti si salverà il pianeta.
Elimina@ Anonimo 6 marzo 2020 16:27
EliminaAl punto in cui siamo, IMHO penso sia irrilevante.
La realtà storica del XXI secolo trasuda di tantissimi segnali d'Early Warning, ci sono anche eclatanti Eventi Clone, da cui è persino possibile fare previsioni a breve, azzeccandoci subito e prima che sia trascorso il decile di tempo.
E' da molto tempo, che il contesto del nord Africa è mutato diventando instabile, in prospettiva sarà anche peggio, dato che il NordEst Africa sarà un violento teatro di guerra, che spaventerà l'Europa.
C'è rimasto circa 10 anni di "relativa pace nel Mediterraneo", poi inizieranno gli inviluppi delle guerre del cambiamento climatico nel mondo.
h0: se la detonazione delle GP2 avverrà nel 2030s, allora è possibile che i segnali d'early warning & eventi clone, inizieranno ad approssimarsi rapidamente a quanto previsto dai modelli di GP2 per Universo Pessimista, perchè le cause contingenti al contesto saranno sostituite rapidamente dalle vere cause di detonazione di lungo periodo.
h1: se la detonazione delle GP2 avverrà nel 2040s e/o nel 2050 allora gli eventi clone & segnali d'early warning si spalmeranno su un periodo più lungo, affioreranno in modo caotico e diluito nel tempo, ma poi diventeranno sempre più densi e/o simili a quanto previsto dai modelli di GP2 per Universo Pessimista, perchè le cause contingenti al contesto saranno sostituite dalle cause di detonazione di lungo periodo.
Qualsiasi cosa l'Europa voglia e/o tenti di fare sul Climate Change, sarà inefficace a livello planetario!.
�� Quanto resta prima della notte della civiltà umana?
https://www.youtube.com/playlist?list=PLeSK8oZavDZkRfvQ9Pk1uvpZg-izIxlwV
Le Guerre del Cambiamento Climatico Mediterraneo e Siberia 2050
�� http://www.climate-change-wars.tk
Sono cose drammatiche e scomode, implicano un violento declino con guerre urbane, pulizie etniche e guerre civili, nella penisola italiana; i partiti politici le rigettano:
a)rifiuto irrazionale per shock psicologico della dura realtà prospettica
b)c'è il disperato bisogno partitocratico di costruire narrazioni politiche ottimiste (ancorchè inconsistenti) da rifilare all'elettorato, i Mass Media spacciano disinformazione stupefacente all'elettorato, la saggia premessa è che il futuro è un istante del 1980s, immutabile e dilatato nell'infinito!.
Politici stupidi e ladri producono decisioni stupide: grandi responsabilità, grandi errori, grandi fiamme!.
Federico, come economista, che effetto ti fa leggere articoli come questo?
RispondiEliminahttps://srsroccoreport.com/fed-repo-injections-hit-record-level-global-contagion-negatively-impacting-financial-markets/
Nel caso dovesse realmente avverarsi uno scenario del genere, come farà l’Europa a restare unita senza che prevalgono le spinte secessionistiche all’interno dei vari stati che la compongono?
Certo se si riuscisse a mantenere la coesione sarebbe meglio. Molto meglio.
la vera causa di questo sconquasso finanziario e dell'epidemia covid-19:
Eliminahttps://energydatabook.com/oil-peaks-past-peak
è lo stesso dei subprime. Allora plateau della produzione di petrolio, ora diminuzione di 2 mln/d. Nel giro di qualche decennio il mondo sarà simile a quello di inizio XX° secolo, se non al 1600.
la vera causa di questo sconquasso finanziario e dell'epidemia covid-19:
Eliminahttps://energydatabook.com/oil-peaks-past-peak
è lo stesso dei subprime. Allora plateau della produzione di petrolio, ora diminuzione di 2 mln/d. Nel giro di qualche decennio il mondo sarà simile a quello di inizio XX° secolo, se non al 1600. L'unica possibilità di mitigare il disastro in arrivo sarebbe che gli umani smettessero di fregarsi l'un l'altro, ma questa è la qualità principale che ci ha contraddistinti negli ultimi 200.000 anni di homo sapiens. Non penso che ci sarà qualche possibilità in extremis di miglioramento repentino, ma non si sa mai. Ritorno di Gesù, giudizio finale e nuova terra con nuovi cieli come anticipato dalle sacre scritture? Se sarà, non mi toccherà, perchè da quello che ho intuito dai messaggi dati dalla Madonna nelle varie apparizioni nel mondo in questi ultimi 40 anni, non avverrà prima di 30 - 50 anni. Buona fortuna a quei pochi che avranno ancora un poco di fede per allora. Ma come disse Gesù: "Quando il Figlio dell'Uomo ritornerà, troverà ancora la Fede sulla Terra?". Questo discorso escatologico, alla luce di quel poco che ho potuto vedere nella mia breve vita di quasi settantenne, a me pare molto chiaro.
Ricordo un vecchio slogan di Fritjof Capra.
EliminaDiceva: agire in piccolo e pensare in grande.
Direi che finora è stato fatto tutto il contrario. Ma i nuovi tempi insegnano.
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum
l'unica realtà veramente grande è Dio, tutte le azioni umane miserabili. Tutte le religioni lo dicono, poi perseverano nel male. I non religiosi nemmeno lo dicono, ma il risultato non cambia. D'altra parte in Paradiso ci si va da soli e all'inferno in tanti.
EliminaArticolo sicuramente opportuno, intellettualmente onesto e coraggiosamente in controtendenza di fronte alla risorgente idolatria dello Stato nazionale idealistico-romantico ottocentesco "a sovranità assoluta", ormai del tutto inadeguato per affrontare in maniera efficace problemi chiaramente inter-sovra-trans-nazionali (e tendenzialmente interconnessi) come quello del degrado ecologico, quello molto attuale delle epidemie medico-sanitarie e (detto en passant, ma non troppo) quello dell'ipertrofia demografica afro-asiatica... Saluti
RispondiEliminaInterrompo lo stop ai commenti per ringraziare l'autore del post. Non so perché, ma a me è venuto in mente questo:
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=4x2KFllOFro
La natura se ne strabatte dei consumi procapite. Davvero pensate che cambi qualcosa a versare un litro di cromo esavalente in falda se sopra ci vivono in diecimila o in diecimilioni!?
RispondiEliminaL'ideologia distorsiva è quella ugualista (siamo umani - sigh!) e sìglobal.
Essere ostili alle comunità e alle nazioni è come essere ostili ai denti perché "c'hanno le carie!".
Il delegare la soluzione al "globale" è proprio nello spazio del problema.
Non c'è nulla di più antieconomico della distruzione delle differenze.
No grazie!
Il correttore-distorsore del furbofono ci ha messo lo zampino.
Elimina-> Non c'è nulla di più antiecologico della distruzione delle differenze.
dove ho sentito dire che una pandemia è quello che ci vuole per imporre al mondo dei governi sovranazionali? Non ricordo, ma sarebbe abbastanza realistico, se avvenisse ovviamente.
RispondiEliminaDacci anche oggi il nostro autorazzismo quotidiano. L'unica struttura politica continentale o globale che può funzionare (conservando al contempo libertà individuale e la democrazia rappresentativa e pertecipativa) nel medio lungo periodo è quella di tipo CONFEDERALE, non certo quella unionistica. Megastrutture burocratiche monolitiche accentratrici su questa scala sono instabili, non resilienti e prone alla frammentazione caotica.
RispondiElimina@ SpaceToyer5 marzo 2020 12:50
EliminaQuali sono le differenze fondamentali tra una Confederazione ed una Federazione?
Le Federazioni sono composte da stati Nazionali che spariscono verso l'esterno, ma gli Stati Nazionali continuano ad esistere come Stati Nazionali nei rapporti interni tra gli altri Stati membri della Federazione.
Nelle Federazioni gli Stati Nazionali
.devolvono la difesa
.devolvono la politica estera
.devolvono la politica monetaria
.devolvono i saldi di bilancio pubblico nazionale
.accettano la solidarietà finanziaria per gli impegni di bilancio federale
.hanno diritto ad una rappresentanza politica al governo federale
.sono compresse le libertà positive/negative del cittadino con un codice penale federale
.esiste in qualche forma, "una magistratura" e forze di polizia che si occupano di reati federali
Prima della nascita dell'FBI (forze di polizia che effettuano repressione sui cittadini che perpetrano reati federali e sono finanziati dal bilancio federale) c'erano i *Marshall* sceriffi che erano finanziati dagli stessi stati federati che impiegavano tali forze per reprimere i reati federali perpetrati dai cittadini e tali forze locali, avevano giurisdizione legale anche dentro gli altri stati. Questo sistema era assai inefficiente e nel 1896 nacque l'ente federale che poi divenne FBI.
In sintesi, nelle Confederazioni gli Stati Nazionali
.non devolvono la difesa
.non devolvono la politica estera
.non comprimono le libertà positive/negative devolvendo la competenza ad un codice penale federale
.non devolvono l'autonomia di bilancio
@ SpaceToyer5 marzo 2020 12:50
EliminaLa Meloni parla impropriamente di Europa Confederale dimenticando che la UE è già una Confederazione.
Per avere una difesa comune ed una politica estera comune (CED DeGasperi) gli stati nazionali europei dovrebbero devolvere la potestà della DIFESA E DELLA POLITICA ESTERA, trasformando così la UE in USE.
Essendoci in Europa già da tempo lo Stato Sociale (declinato in ogni paese europeo a seconda della propria storia e tradizione) NON OCCORRE UNA SOCIAL SECURITY EUROPEA (essendoci per altro, già i fondi europei i quali non sono spesi dalle regioni del Sud perchè
a)i dipendenti del sud non sanno leggere/scrivere in inglese
b)tutte le spese di struttura finiscono per pagare gli stipendi ai dipendenti pubblici e non ci sono soldi per finanziare investimenti o cofinanziamenti (40% dell'investimento, perchè il restante 60% sarebbe finanziato dai fondi UE).
Non è politically correct, disvelare al pubblico perchè in Italia la p.a. decentrata non spende i Fondi Europei perchè sono tanti i partiti comunisti che stanno a SX, Centro, a DX e pure in Vaticano, ma che dal 31/10/2019 hanno finito anche i danari di Draghi.
Ma quale Europa Confedrale???
EliminaIl punto chiave che denota la putrida struttura parassitaria accentratirice della UE come UNIONISTICA è esattamente questo: le Confederazioni ***.non devolvono l'autonomia di bilancio***!
Ed è ESATTAMENTE il punto che sta strozzando l'Italia.
Il resto sono marginalia.
Potresti mettere un nuovo commento con il riassunto delle puntate precedenti? Grazie.
Elimina@ SpaceToyer 6 marzo 2020 11:07
Eliminariassunto puntate precedenti
UE: Stati Nazionali che devolvono la politica monetaria e controlli bancari, la circolazione delle merci e persone, norme di libera concorrenza, gli stati nazionali (in teoria) rinunciano agli aiuti di stato alle proprie aziende, i saldi di bilancio pubblico (per convergere verso i target del 60% debito/pil e deficit/pil temporanei non superiori al 3%)
CSI: libera circolazione di merci e persone, coordinamento con l'Head Quarter russo per la difesa aerea ed il patrolling dei confini.
Le Confederazioni non evitano le guerre tra Stati Nazionali, a differenza delle Federazioni.
Gli USA nacquero come confederazione: 1776 le colonie ribelli una volta vinta la guerra, costruirono un piccolo esercito confederale (continental army) ma ogni stato doveva sempre fornire divisioni (guardia nazionale) in caso di guerra.
Avendo gli USA un continente vuoto, aprirono le porte all'immigrazione, solo agli immigrati europei fu dato un calcio nel cul* dicendo loro -va e costruisci in libertà, la tua vita- mentre gli africani finirono in catene nei campi del sud. Non è che fossero rose e fiori, gli immigrati europei subirono attacchi indiani, la giustizia non c'era e nemmeno le forze d'ordine pubblico, c'era però il diritto in costituzione di detenere un'arma per legittima difesa.
1861 la Guerra Civile Americana, più o meno fu l'epoca in cui gli USA mutarono in Federazione: una norma federale impose formalmente libertà positive/negative ad una parte della popolazione americana, che un secolo prima era stata deportata con la forza, e poi era diventata nativa. Gli unici americani d'america, i pellirossa, invece erano presi sistematicamente a fucilate.
Dal 1900 gli stati federati americani hanno tutti devoluto la difesa, la politica estera, la politica monetaria e controlli bancari, le norme della circolazione delle merci e persone, norme di libera concorrenza (antitrust dal 1900s AFAIK), i saldi di bilancio pubblico.
Sono vietati i deficit ed i debiti pubblici negli stati federati, gli investimenti in deficit possono essere fatti solo con un veicolo finanziario privato che gestisce direttamente l'investimento ponendo una tassa e ripagando il debito contratto.
I debiti accesi irregolarmente dagli stati federati con spese correnti, restano sul groppone di ogni stato federato, non esiste solidarietà o riequilibrio. La California non di rado pone a casa e senza stipendio i suoi dipendenti pubblici, ma in Ohio, nord/sud Dakota, quanto nel Kentocky o nel Tennesse ecc... non frega niente di cosa accade ai dipendenti statali californiani per il maxidebito pubblico californiano.
Molte sono le materie normate dai governatori che presiedono gli stati federati: le norme sulle società e persone, l'ambiente, la gestione del territorio, la sanità, la prevenzione e gestione degli eventi estremi ecc... l'ordine pubblico (ad esempio NYPD dipartimento di polizia di New York, sarebbero i nostri vigili urbani, non esistono negli USA istituzioni per l'ordine pubblico come CC/PPSS/GdF, c'è solo la polizia locale, l'FBI per i reati federali. Dopo la WWII fu aggiunta la CIA e la NSA finanziate dal budget federale.
Nel 1935 nacque una social security negli USA
Nel 2017 furono introdotte assicurazioni pubbliche sanitarie (da spendersi in ospedali caritatevoli) per abbassare il prezzo delle prestazioni sanitarie, e migliorare l'accesso alla sanità degli americani.
qui stanno morendo diversi ultraottantenni, più della media. Peccato che non facciano i tamponi ai cadaveri, perchè pare che il covid-19 danneggi anche reni, fegato e sistema nervoso. Il mio amico pizzarolo, da cinico amante dei soldi, dice che hanno trovato i soldi per quota 100. E se avesse ragione lui? I prossimi mesi ce lo diranno.
RispondiEliminainfine ci chiediamo perché nonostante l’ allarme dell’ Oms lanciato lo scorso anno sulla minaccia in arrivo di una ‘ pandemia x’ che avrebbe sconvolto il mondo, causando milioni di morti e distrutto economie di interi Stati, l’ Ue non abbia provveduto a porre all’ ordine del giorno la questione attraverso un piano di emergenza europeo. Ma ora occupiamoci di salvare l’ Italia. Penseremo poi a mettere in discussione il modello di sviluppo economico attuale, a ridimensionare la globalizzazione e a rafforzare le economie nazionali reali, fondate sulla produzione, sul lavoro e sulla difesa dei valori su cui si fonda l’ Occidente, a rifondare quest’ Europa fatta di beceri egoismi”, conclude Rampelli".
RispondiEliminaIl programma mi sembra chiaro: distruzione di questo modello economico a causa di una "pandemia X", poi discuteremo come ricostruire il tutto su nuove basi.
https://www.umbriajournal.com/scienze-salute/oms-pronta-a-dichiarare-pandemia-da-coronavirus-covid-19-non-si-ferma-350399/
RispondiEliminadimenticavi il link.