mercoledì 12 gennaio 2011

Impressionante: il cambiamento climatico in tutta la sua potenza

Ovvero: cosa non farebbe la gente per la propria SUV.




Video assolutamente impressionante delle alluvioni australiane. Semmai vi capitasse una cosa del genere NON fate come quel tizio (a partire dal minuto 1.10 circa) che mette a rischio la pelle per salvare la sua auto. Cosa non farebbe la gente per la propria SUV?


C'è ancora qualche imbecille, la' fuori, che sostiene che parlare di "Cambiamento Climatico" invece che di "Riscaldamento Globale" sia un trucco dei climatologi per "nascondere il declino". Beh, guardatevi il video qui sopra e sappiatemi dire cosa ne pensate.

Qualsiasi cosa stia succedendo al clima, non è cosa buona.

martedì 11 gennaio 2011

Imbrogli, imbrogli, e ancora imbrogli: ne inventano sempre di nuovi.


Figura da Don Easterbrook su "What's up with that" da un articolo intitolato "2010-where does it fit in the warmest year list" Per il momento, questo grafico non è ancora apparso sui siti anti-scienza italiani, per cui mi pregio di anticiparli. Su questo grafico, sicuramente avranno di che auto-convincersi dell'imminente prossima era glaciale. Si divertono così, contenti loro....


Una cosa che va detta a proposito dei "diversamente esperti" della scienza del clima è che sono estremamente attivi a riciclare bugie e anche a inventarsene sempre di nuove.

L'ultima della lunghissima serie arriva da Don Easterbrook, che la pubblica su "WUWT" In sostanza, anche i paleo-anti-allarmisti si sono accorti che il fatto che record di caldo del 2010 deve ben voler dire qualcosa e che smentisce in pieno la bugia che hanno raccontato che "non c'è stato riscaldamento dal 1998 a oggi". Allora, devono correre ai ripari inventandosi qualche altra cosa.

Così, ci prova Don Easterbrook, professore emerito di geologia, che però non sa niente di clima e questo suo articolo lo prova in pieno. Come vedete dalla figura all'inizio del post, Easterbrook cerca di dimostrare che le variazioni climatiche del passato sono state molto più ampie - e più verso il caldo - di qualsiasi cosa stiamo vedendo oggi. E' sbagliato da cima a fondo per tanti motivi, come spiegano bene sia Michael Tobis come Gareth.

L'imbroglio fondamentale di Easterbrook è quello di prendere i dati da una singola stazione di misura, quella del GISP2 della Groenlandia centrale, e di presentarcelo come se fosse l'unica e vera ricostruzione del clima dei passati 5000 anni. In realtà, sappiamo benissimo che il riscaldamento globale varia molto in funzione della latitudine, per cui prendere dei dati così a Nord vuol dire amplificare di molto l'effetto che - se mediato globalmente - sarebbe molto minore.

Il secondo imbroglio (forse un errore, ma più probabilmente voluto) di Easterbrook è correlato al primo. Ovvero lo "zero" della scala dei dati, che lui prende come l'anno 2000, è invece è il 1950. I dati dalla carota di ghiaccio presentati da Easterbrook, in effetti, partono addirittura dal 1855!! Quelli posteriori sono da altre sorgenti.

Allora, sommando queste due distorsioni fondamentali, si ottiene il grafico di cui sopra dove sembra veramente che il riscaldamento globale del passato sia stato enormemente superiore a quello di adesso. Bello vero? Un vero gioco di prestigio.

E invece le cose non stanno per niente così, come fa vedere Gareth in un altro grafico dove i dati del GISP2 usati da Easterbrook sono calibrati con dati di temperatura recenti presi in una zona vicina (questa calibrazione appare come un "offset" nel grafico). Vedete allora come cambiano le cose quando si fanno vedere i dati in modo onesto. Fate caso alle crocette blu a destra in alto: vedete come la temperatura media del 2009 - nella stessa area geografica - sia stata superiore a qualsiasi temperatura media misurata nei passati 10.000 anni!!






Alla fine dei conti, in ogni caso, si sa bene - e non c'era bisogno di Easterbrook per dircelo con tanta fanfara - che si possono sempre trovare dei periodi nel remoto passato in cui la temperatura terrestre è stata più alta di oggi. Al limite, si arriva al Cambriano, quando era diversi gradi più alta, 500 milioni di anni fa. Ma il Cambriano era anche il tempo in cui vivevano i trilobiti, non gli esseri umani. E comunque questo ci dice ben poco sulla situazione attuale, dove vediamo la temperatura in crescita molto rapida senza sapere bene dove andremo a fermarci.

A furia di superare un record di temperatura dopo l'altro, anche certe teste dure dovranno rendersi conto che siamo nei guai. Ma gli ci vuole tempo, proprio perché sono teste dure - e anche, spesso, teste dure intellettualmente disoneste.

Adesso aspettiamo che il grafico menzognero di Easterbrook sia ripreso e glorificato dai soliti blog anti-realtà in Italia. Intanto, stavolta li ho preceduti.


(ringrazio Marisa Cohen per la segnalazione di questa storia)

lunedì 10 gennaio 2011

Il consenso sul riscaldamento globale


Questo risultato non è nuovissimo, è del gennaio del 2009, ma vale la pena di ripubblicarlo ogni tanto per ricordarsi come stanno le cose. I dati sono le risposte di 3146 scienziati nel campo delle "Scienze della Terra" alla domanda "Do you think human activity is a significant contributing factor in changing mean global temperatures?" ovvero se l'intervistato ritiene che l'attività umana sia un fattore significativo nei cambiamenti climatici.

I risultati parlano da se - il 97% dei ricercatori impegnati in ricerca in climatologia ritengono che, si, gli esseri umani hanno un ruolo importante nel cambiamento climatico. Dato che non ci sono state "conversioni" recenti di climatologi al negazionismo climatico, possiamo ritenere che questo elevatissimo consenso si mantenga ancora oggi.

Di queste cose, più uno ne sa, più si preoccupa. Ricordiamocelo.

domenica 9 gennaio 2011

La crisi alimentare: un effetto del cambiamento climatico?


Grafico da "Early Warning" di Stuart Staniford. Gli indici dei prezzi mondiali dei principali generi alimentari secondo la FAO.


La recente rivolta in Algeria è un sintomo che la situazione alimentare mondiale sta peggiorando. I prezzi dei generi alimentari sono in aumento ovunque e questo ha un effetto pesante sui paesi più poveri. In Algeria, evidentemente, hanno ancora le forze per mettere in scena delle proteste. Ci possiamo solo immaginare che cosa stia succedendo nei paesi veramente molto poveri, più poveri anche dell'Algeria.

Dare tutta la colpa della crisi planetaria al cambiamento climatico sarebbe decisamente troppo. Ci sono molti fattori che agiscono tutti nella stessa direzione, ovvero quella di ridurre le capacità produttive dell'agricoltura mondiale. Per esempio, i concimi chimici costano sempre più cari a causa del graduale esaurimento del petrolio. Allo stesso tempo, lo sforzo di produrre biocombustibili sta avendo un effetto sulla disponibilità di terreni adatti per la produzione alimentare. E, ovviamente, il fatto che la popolazione continui ad aumentare non aiuta di certo.

Tuttavia, è chiaro che il cambiamento climatico è un fattore importante - se non l'unico. Basta solo pensare ai danni all'agricoltura che hanno fatto le recenti alluvioni in Australia. Ma non è soltanto un problema di eventi catastrofici singoli. E' tutto un sistema agricolo che sta andando in crisi.

Fino ad oggi, ci siamo basati quasi completamente sull'effetto dei concimi chimici e dei pesticidi per rimediare ai danni fatti al suolo. Per l'irrigazione, abbiamo usato acqua "fossile" (non rinnovabile), tirata fuori da antichissimi aquiferi. Adesso, tutti i problemi stanno venendo fuori aggravati dalla siccità - alle volte dalle eccessive piogge che dilavano il suolo e, più che altro, dalla desertificazione in atto un po' ovunque. Tutti fenomeni causati o aggravati dal cambiamento climatico.

Insomma, è un generale problema di sostenibilità che sta venendo fuori e che non si risolve invocando miracoli tecnologici, tipo gli organismi geneticamente modificati. Non ci sono soluzioni per i problemi di sostenibilità che non siano curarsi di fare le cose in modo sostenibile. Questo vale per l'agricoltura, per il cambiamento climatico e per tutto il resto

Vedi anche questo post sul blog di ASPO-Italia.

sabato 8 gennaio 2011

Isaac Asimov: un'altra Cassandra



Un impressionante video da " Climate Crock of the Week" che ci fa vedere Isaac Asimov che parla di cambiamento climatico nel 1989.

E' in inglese, ma un inglese molto facile da capire. Asimov non era soltanto chiaro quando scriveva, era chiaro anche quando parlava. Qui, ci da una spiegazione veramente chiarissima dell'effetto serra dovuto al biossido di carbonio, cosa che era già perfettamente evidente già verso la fine degli anni 80 - in effetti anche molto prima. Dice che ne parlava già venti anni prima di questa registrazione, e in effetti "Greenman" riporta anche un suo intervento alla radio di venti anni prima.

Non so come vi ricordate voi di Isaac Asimov. Per me, era quello della fantascienza, della trilogia galattica della "Fondazione", delle tre leggi della robotica, e di tante altre cose -  ma anche della "guida alla scienza per l'uomo moderno". Tutti libri che hanno avuto un impatto nella mia vita. Ed era - come è chiaro da questo video - un uomo che aveva chiare tante cose; anche sulla questione climatica.

Certo, se Asimov vedesse oggi come la scienza viene attaccata e brutalizzata da una legione di ignoranti irresponsabili.....

venerdì 7 gennaio 2011

Il galoppo dell'anti-scienza


Il climatologo texano Michael Tobis è fra i più attivi nello smascherare i trucchi della propaganda anti-scienza sul riscaldamento globale. In un recente articolo su "Real Climate" ci parla di quello che viene a volte definito "Il galoppo di Gish". E' una tecnica retorica che consiste nell'affrontare l'avversario con uno sbarramento di dettagli destinati a sviare il dibattito dalle questioni essenziali.

E' una tecnica molto efficace che funziona sia nel dibattito orale che in quello scritto. E non è certamente una cosa che si usa soltanto in inglese. E' diffusissima anche da noi come se ne è accorto chiunque si sia impegnato in un dibattito sull'argomento. Da noi, lo potremmo definire come "il galoppo di Claudio Costa" per citare qualcuno che questa tattica la usa in modo estensivo.

Vi passo una traduzione dei primi paragrafi dell'articolo di Tobis - il resto lo potete leggere con calma (in inglese) su "Real Climate"

La ricca lista delle insensatezze di Forbes.
Michael Tobis

Mentre non ci dovrebbe più sorprendere, rimane sempre scoraggiante vedere un attacco violento contro la scienza del clima nelle riviste finanziarie, dove dovremmo vedere articoli ben ponderati a proposito della politica climatica. Naturalmente, la strategia che vi sta dietro è di far finta che non esiste nessuna evidenza che il cambiamento climatico esiste e perciò ogni sforzo per far qualcosa sul cambiamento climatico è uno spreco di risorse.

Un pezzo recente di Larry Bell in Forbes, intitolato “Hot Sensations Vs. Cold Facts”, (calde sensazioni contro fatti freddi) ne è un esempio classico. Bell usa la classica tecnica che i negazionisti usano nei dibattiti, soprannominata da Eugenie Scott il "Galoppo di Gish", così chiamata dal nome di un maestro dello stile - l'anti-evoluzionista Duane Gish. Il galoppo di Gish su basa su uno sbarramento di fatti e imbrogli oscuri e marginali che danno l'impressione immediata di far dubitare sull'intero edificio sotto attacco ma che non hanno nessun valore in questo senso quando sono esaminati con cura. Nei dibattiti in tempo reale, è facile che il negazionista riesca a cogliere l'avversario di sorpresa con gran numero di particolarità. Questa è la ragione per la quale i nemici della scienza favoriscono questo tipo di dibattiti. Non importa sapere qualcosa in termini di una visione olistica di qualsiasi scienza per mettere insieme un attacco a lupara del genere.

Questo approccio funziona abbastanza anche per scritto, se i riferimenti sono abbastanza oscuri e numerosi. Idealmente, qualcuno dovrebbe prendere il tempo per rispondere a un attacco del genere, ma esiste un'asimmetria fondamentale delle forze all'opera. In effetti, è più facile mettere insieme un'accusa contro la scienza che andarsi a ritrovare una spiegazione ragionevole di cosa significano i fatti e i dati riportati e come si adattano nel bilancio dell'evidenza. Inoltre, le cognizioni necessarie per difendere la scienza sono maggiori di quelle necessarie per attaccarla. Quindi, i difensori dei dati sono messi in minoranza e sopraffatti come potenza di fuoco. Tuttavia, a volte un articolo è sufficientemente importante da meritare una risposta dettagliata.

Leggi la critica di Tobis al pezzo di Bell su Forbes.

giovedì 6 gennaio 2011

Il risveglio dell'Etrusco: sale il metano nell'atmosfera


I dati più recenti sulla concentrazione di metano arrivano dal NOAA (via Lou). Dopo un periodo di pausa, vediamo una netta tendenza alla ripresa della crescita, che sembra anche accellerare. E' quello che Debora Billi ha chiamato "il risveglio dell'Etrusco" ispirandosi a un vecchio film dell'orrore. In effetti, il metano è una bomba climatica i cui effetti sul clima potrebbero essere spaventosi.


Il metano è un gas serra molto potente, molto di più del biossido di carbonio (CO2). Per fortuna ce n'è molto meno nell'atmosfera e, fino a qualche tempo fa, sembrava non crescere, a differenza del CO2. Ultimamente, invece, ha ripreso a crescere e la cosa è preoccupante. Qualunque fosse il "sink" che aveva fermato il metano, adesso si è esaurito e il metano ricomincia ad accumularsi nell'atmosfera. 

Il rischio, a questo punto, è il rilascio dagli idrati di metano sottomarini e artici. Questo genererebbe ulteriore riscaldamento; il che genererebbe ulteriore rilascio, insomma, il risveglio dell'Etrusco, come lo ha definito Debora Billi

Non so a voi, ma a me fa paura.