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sabato 9 luglio 2016

Distruzione della domanda e picco del petrolio

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Roger Baker è un sostenitore della riforma del trasporto e dell'energia che vive in texas, ad Austin. Da tempo membro di ASPO, ci siamo incontrati nella vita reale ad una delle prime conferenze di ASPO, quella tenuta a Pisa nel 2006. Qui discute dell'attuale situazione del petrolio greggio e dell'economia globale.  (U.B.)

Di Roger Baker

Siamo pienamente sotto l'influenza della distruzione della domanda di petrolio. Il mercato globale del petrolio non può funzionare senza conoscere il vero prezzo di produzione del petrolio, che non è un dato che esiste nell'attuale economia globale deflazionaria, cosa che spinge i produttori indebitati a vendere ben al di sotto del costo.

giovedì 7 luglio 2016

La Brexit e l'equazione energetica

Da “Resource Insight”. Traduzione di MR

Di Kurt Cobb

La preoccupazione dei mercati finanziari dopo che i votanti del Regno Unito hanno deciso di misura di lasciare l'Unione Europea (UE), un passo denominato Brexit, è stata in misura minore per gli effetti immediati – non ce ne sono, visto che ci vorrebbero fino a due anni perché la Gran Bretagna si distacchi – e in misura maggiore per un presagio che altri paesi vorranno a loro volta uscire.

Inoltre, alcuni pensano che sia probabile che l'indipendenza scozzese sarà di nuovo nell'agenda. Gli scozzesi erano fortemente a favore di rimanere nell'UE. Le forze politiche centrifughe sono negative per gli affari visto che gettano incertezza ed alla fine disgregazione se giungono a compimento come accaduto in Gran Bretagna riguardo alla UE. E, naturalmente, la Gran Bretagna non è il solo paese in Europa che ha movimenti secessionisti. Il popolo della regione della Catalogna, in Spagna, per qualche tempo ha inseguito un referendum per l'indipendenza dalla Spagna. Solo lo scorso anno i separatisti catalani hanno ottenuto la maggioranza del governo regionale. Il movimento cita ragioni culturali e linguistiche per dichiarare l'indipendenza, ragioni che potrebbero esse sostenute da molti gruppi in tutta Europa e portare ad ulteriore instabilità.

lunedì 29 febbraio 2016

La caduta dell'Impero Romano d'Occidente: un effetto del cambiamento climatico?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Immagine dall'articolo di Buentgen et al., pubblicato su  "Nature Geoscience" l'8 febbraio 2016. Le curve rosse sono i cambiamenti di temperatura ricostruiti dagli anelli degli alberi nell'Altai russo (curva in alto) e della Alpi europee (curva in basso). Osservate il notevole crollo delle temperature che ha avuto luogo a partire dal sesto secolo D.C.. Ma, a quel punto, l'Impero Romano d'Occidente è bello che andato. Il suo collasso NON è stato causato dal cambiamento climatico. 

Il rapporto fra clima e collasso delle civiltà è un tema molto discusso. Dal recente collasso dello stato Siriano a quello molto più antico della civiltà dell'Età del Bronzo, i cambiamenti climatici sono stati visti come i colpevoli di diversi disastri successi alle società umane. Tuttavia, un punto di vista alternativo del collasso della società lo vede come il risultato naturale (“sistemico”) dei ritorni decrescenti che una società ottiene dalle risorse che sfrutta. E' il concetto definito “ritorni decrescenti della complessità” da Joseph A. Tainter. Su questo punto, potremmo dire che potrebbero benissimo esserci diverse cause del collasso di una società. Cambiamento climatico ed esaurimento delle risorse possono indebolire sufficientemente le strutture di controllo di qualsiasi civiltà da piegarla e farla scomparire. Nel caso dell'Impero Romano d'Occidente, tuttavia, i dati pubblicati da Buentgen et al. confermano totalmente l'interpretazione di Tainter del collasso dell'Impero Romano: è stato un collasso sistemico, NON è stato causato dal cambiamento climatico.

lunedì 2 novembre 2015

Uno specchio lontano: il bimillenario delle campagne di Cesare Germanico

Da “Resource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi


(Immagine: una scena di battaglia che mostra le truppe Romane che combattono i Barbari. Questo rilievo è molto posteriore ai tempi di cui si parla in questo post, ma da l'idea di come queste battaglie erano viste ai tempi dei Romani: "Grande Ludovisi Altemps Inv8574" di Autore Sconosciuto - Jastrow (2006).  Concesso in licenza per il dominio pubblico via  Commons ) 


Giulio Cesare Germanico, nipote dell'Imperatore Augusto, è stato chiamato “Germanico” non perché amasse i popoli germanici, piuttosto perché è stato impegnato in una campagna spietata che fatto terra bruciata contro di loro. Ciononostante, è riuscito ad ottenere pochissimo, principalmente mostrare che l'Impero Romano, nonostante tutta la sua grandezza, non poteva conquistare la Germania








Il successo, a volte, mostra i nostri limiti più della sconfitta. E' una lezione che i Romani hanno dovuto imparare in modo duro quando hanno cercato di soggiogare le tribù germaniche ad est del Reno, fra il primo secolo AC e il primo secolo DC. Il tentativo ha richiesto una lunga serie di campagne e, forse, il culmine è stato raggiunto 2000 anni fa, dal 14 al 16 DC, quando i Romani hanno invaso la Germania con non meno di otto legioni sotto il comando di Tiberio Claudio Nero, conosciuto come Germanico, nipote di Augusto e figlio adottivo dell'Imperatore Tiberio. Il numero totale di truppe impiegate poteva essere stato di almeno 80.000 uomini, forse vicino ai 100.000. Circa un terzo dell'intero esercito Romano. Usando un termine moderno, potremmo dire che i Romani stavano cercando di spianare i loro nemici con un rullo compressore.

venerdì 28 agosto 2015

La resa energetica ('EROEI') della guerra

DaThe Oil Crash”. Traduzione di MR



Di Antonio Turiel

Cari lettori,

Data la situazione di decrescita energetica alla quale ci vediamo inevitabilmente condannati come società, un aspetto antipatico, anche se necessario, da analizzare è quello del rendimento, non tanto economico quanto energetico, della guerra. Poiché di sicuro la guerra è un modo di ottenere risorse e in particolare risorse energetiche, che sono quelle che in ultima istanza muovono tutta l'economia. Inoltre, è importante analizzare ciò che rappresenta la guerra da questo punto di vista, perché senza un cambiamento di rotta deciso dalla politica internazionale (poco probabile in questo momento), il futuro ci riserva una serie di guerre che si andranno concatenando senza soluzione di continuità e senza che i nostri esperti più avvezzi comprendano quale sia il filo conduttore di tutte (proprio il contrario: in questo momento c'è un'autentica offensiva mediatica per negare che il picco del petrolio si stia approssimando, proprio quest'anno che sembra che si verificherà il picco del petrolio in volume – in energia è stato nel 2010.

Di fronte alla moltitudine di conflitti armati che sorgeranno dal collasso dei paesi produttori (oggi l'Egitto, Libia, Siria o Yemen, domani Nigeria, Venezuela e Algeria) e dando per scontato il travisamento mediatico che ci sarà su tutte queste guerre fino a che l'esplosione di qualche produttore (per esempio rivolte in Arabia Saudita nel prossimo decennio) ponga gli orgogliosi paesi occidentali in ginocchio, credo che sia importante analizzare cosa significano le guerre come strumento per garantire che le risorse continuino ad arrivare alle nazioni più ricche e, in ultima istanza, analizzare il loro EROEI, inteso in questo contesto come il guadagno di energia che ottiene un paese che entra in guerra in confronto all'energia che consuma nel fare la guerra stessa. Il fatto è che, analogamente a quello che succede con le fonti di energia, ci sono certi modi di fare la guerra, i più semplici, che hanno EROEI alti, mentre in scenari geopolitici più maturi l'EROEI delle guerre è sempre più basso fino a giungere al punto in cui la guerra non è una sorgente ma un pozzo di risorse.

Dal punto di vista etico, parlare del rendimento o beneficio della guerra sembra di un cinismo insopportabile, poiché innanzitutto la guerra è morte, feriti, distruzione, epidemie, fame, famiglie distrutte, illusioni perdute, caos, perdita di civiltà... Non c'è niente di eroico nella guerra per quanto la propaganda la glorifichi e pensare alla guerra in termini del proprio beneficio è deplorevole. Tuttavia, le guerre si fanno sempre per guadagnare qualcosa e la maggior parte delle volte (se non tutte) il beneficio preteso è abbastanza tangibile e materiale, persino prosaico. D'altra parte, discutere del beneficio materiale della guerra può essere utile se si può dimostrare che tale beneficio materiale non si realizzerà, perché non è raggiungibile o perché semplicemente non esiste. Di fatto, nella misura in cui la nostra civiltà va consumando il suo prevedibile transito di decrescita energetica, le guerre successive saranno sempre meno interessanti dal punto di vista del beneficio. Addirittura, passato un certo punto (quello dei ritorni decrescenti), andare in guerra accelererà il nostro cammino verso il collasso, anziché ritardarlo. La Storia mostra e dimostra, tuttavia, che riconoscere che ci si trova in un punto di ritorno negativo (in qualsiasi attività, non solo nella guerra) è molto difficile e generalmente si continua a fare la stessa cosa che si è sempre fatta, “abbiamo sempre fatto questo”, per inerzia, finché quella stessa inerzia è quella che accelera la nostra caduta. Quanti imperi aggressivamente espansionisti hanno collassato nella Storia ancora più rapidamente di quanto si siano espansi, proprio perché le nuove guerre finivano per porre un carico maggiore dei benefici che apportavano? Il fenomeno si ripete in continuazione nella Storia, dai Maya fino agli Unni, da Alessandro magno ad Annibale, dall'Impero Romano all'Impero ottomano, dall'Impero Austro-Ungarico al Terzo Reich. Comprendere e spiegare come mai la guerra sia materialmente onerosa può essere utile per far riflettere coloro che non vengono toccati dagli argomenti etici, ma che sono sensibili alle variazioni del loro portafoglio.

Distinguerò tre tipi di guerra, a seconda del loro rendimento energetico: le guerre di saccheggio, quelle di dominio e quelle egemoniche. Non è una classificazione molto esaustiva e probabilmente non l'unica possibile, ma personalmente mi quadra abbastanza con le grandi linee delle guerre.

Guerre di saccheggio: E' il tipo più semplice e di base di azione bellica, quello che ha l'EROEI più elevato. L'attaccante assalta un determinato territorio con l'intenzione più o meno dichiarata di prendere tutto ciò che può. Non si tratta di tenere una posizione, ma di prendersi il bottino e scappare di corsa. Questo tipo di conflitti di solito hanno dimensioni limitate, non essendo tipici di stati-nazione ma di bande mercenarie, pirati e simili. Esempi storici di questo tipo di guerra sarebbero su piccola scala, quelle intraprese dai Vichinghi su tutta la costa del nord Europa o quella dei pirati nei sette mari, ma grandi nazioni lo hanno tenuto come forma di finanziamento. Per esempio, la Spagna del XVI e XVII secolo finanziava le proprie armate, praticamente mercenari, col saccheggio delle popolazioni conquistate (in certe parti d'Europa sono ben ricordati alcuni “saccheggi” storici).

Il costo di questo tipo di guerra è molto limitato: un uomo, un'arma e un sacco in cui mettere tutto ciò che si può saccheggiare. Al contrario, il rendimento è molto elevato, soprattutto in regioni dove da tempo non si verificava un saccheggio. Possiamo fare una stima del rendimento del saccheggio in funzione della sua frequenza: più tempo passa fra un saccheggio e l'altro, maggiore è il rendimento del saccheggio precedente. L'EROEI è sicuramente alto, anche se la quantità totale di energia ottenuta è relativamente piccola (pertanto soddisfa una popolazione piccola di saccheggiatori). Le popolazioni di saccheggiatori non possono crescere in modo illimitato, visto che ci sono vari fattori che ne limitano l'espansione: la disponibilità di obbiettivi sufficientemente ricchi da garantire la sopravvivenza del gruppo come tale fino al saccheggio seguente, la necessità di lasciar passare un certo tempo prima di tornare a saccheggiare lo stesso luogo perché si possano riparare i danni e si troni a generare una ricchezza sufficiente che valga la pena di saccheggiare, la difficoltà crescente a saccheggiare se la presenza dei saccheggiatori è molto nota, visto che le città rafforzano le proprie difese, ecc. Le popolazioni saccheggiatrici si uniscono e si possono abbordare obbiettivi più pericolosi ma di maggior ricompensa. Se le circostanze peggiorano, il gruppo saccheggiatore può essere decimato ma la parte che sopravvive potrà sussistere saccheggiando popolazioni più piccola e indifese. Essenzialmente, i gruppi saccheggiatori svolgono il ruolo di predatori nei modelli predatore-preda, con popolazioni molto minori di quelle delle prede e governati dalla dinamica di queste ultime, comprendendo la lotta fra predatori come meccanismo di adattamento della propria popolazione se le prede cominciano a scarseggiare.

Questo modello di guerra ha una certa somiglianza con le società dei cacciatori-raccoglitori (con la differenza che questa non si dedicavano all'uccisione di nessuno), visto che si specializzano nel prendere le risorse dall'ambiente senza alterarlo, lasciandolo evolvere liberamente. Ma, al contrario dei cacciatori-raccoglitori, è molto difficile che i saccheggiatori raggiungano un equilibrio col proprio ecosistema e la cosa più probabile è che alla fine i saccheggiati si organizzino e finiscano per distruggerli, inseguendoli fino alle loro case se necessario.

Guerre di conquista: Questo tipo di guerra è quello preferito dagli stati-nazione. L'obbiettivo della guerra di conquista è mantenere il controllo permanente di un territorio e quindi delle sue risorse. Non basta, quindi, entrare in un territorio, bisogna occuparlo. Pertanto questo implica dispiegare un contingente militare ben addestrato e mantenerlo a tempo indeterminato su un territorio per garantire il flusso di risorse. Anticamente, gli Stati occupanti rimanevano fisicamente al comando dei paesi occupati. Oggigiorno, approfittando del fatto che tutto il mondo è organizzato in Stati-nazione, gli Stati occupanti collocano un'amministrazione locale favorevole ai propri interessi e si rivolgono allo stesso esercito locale come garante della pace e dell'ordine in favore dei suoi interessi. L'unica cosa che l'occupante mette in campo, a lungo termine, sono le imprese dedite all'estrazione delle risorse della nazione soggiogata. Grazie a questo sotterfugio di esternalizzare l'occupazione con “subappaltatori locali” si è riusciti a diminuire di molto i costi di questo tipo di guerra, che in passato era molto onerosa (in passato più di un impero ha ceduto a causa degli alti costi di una sola campagna militare fallita). Per questo motivo, le guerre di occupazione del passato avevano un EROEI molto basso e si occupavano soltanto paesi ricchi di risorse deisderate (un buon esempio di ciò è stata la spartizione dell'Africa alla Conferenza di Berlino del 1884). L'attuale sistema di esternalizzazione ha ridotto i costi per i paesi occupanti a quelli della prima campagna destinata ad annichilire la resistenza locale ed instaurare il governo amico, il che è molto più economico che incorrere in costi continui per anni, compreso quello di una opinione pubblica che di solito finisce per essere contraria, soprattutto quando si organizza una resistenza nel paese occupato che comporta vittime umane per l'occupante che si accumulano (e senza contare gli arruolamenti forzati).

L'esternalizzazione ha funzionato molto bene per tutto il XX secolo, permettendo di dissimulare il motivo della nostra ricchezza. Quando diciamo che l'EROEI del petrolio è di 20, di solito non teniamo conto del fatto che l'alto valore energetico per noi è il frutto del fatto che in origine è sicuramente maggiore (30 o più), ma che lì non si estrae ma viene importato ad un prezzo monetario che non corrisponde al guadagno energetico che ci porta. Tuttavia, col crollo naturale, per ragioni fisiche e geologiche, dell'EROEI dei giacimenti di materie prime energetiche, le aziende occidentali si ritrovano in una situazione compromessa: per mantenere l'alto rendimento energetico delle sue fonti per l'occidente devono ridurre il beneficio netto per la popolazione locale. Nascono così abusi ambientali e di diritti come quelli del delta del Niger o delle sabbie bituminose del Canada, arrivando persino a guerre con alcuni produttori importanti per garantire che il flusso di petrolio a buon mercato continui ad arrivare. Il problema è che la guerra è un metodo pessimo per combattere con la geologia. Un esempio paradigmatico lo troviamo in Libia. Pensate a come si è evoluta la produzione di petrolio in quel paese negli ultimi anni:




Si possono dare molte interpretazioni a quello che è successo in Libia, ma il grafico sopra ci mostra alcuni dati curiosi. Per esempio, che apparentemente è arrivata al proprio picco del petrolio nel gennaio del 2009 e che negli anni successivi, nonostante i prezzi del petrolio alti e i suoi sforzi, la Libia non è riuscita a recuperare i quasi 1,8 milioni di barili al giorno di allora. Nel gennaio 2011 comincia l'offensiva che praticamente ferma la produzione del paese e, una volta “liberato”, si riprendono livelli leggermente inferiori a quelli del 2011 per poco più di un anno, per poi crollare e vivere di continui alti e bassi. La situazione della Libia è talmente instabile che le diverse fazioni lottano fra loro, deteriorando il flusso della sua principale fonte di introiti e, senza un esercito occupante potente che imponga la propria legge, la situazione non si stabilizzerà. Ma i paesi occidentali si sono specializzati in eserciti di azione rapida e fulminante, che causano un grande danno iniziale con poco rischio per le proprie truppe, e non in occupazioni a lungo termine. Per questo le occupazioni a lungo termine, come quella dell'Afghanistan, sono tanto disastrose, perché hanno bisogno di un approccio militare diverso che implica un costo più alto che, semplicemente, non si vuole e non si può pagare. Pertanto, l'EROEI delle moderne guerre di conquista sta diminuendo in perfetto parallelo con l'EROEI delle fonti energetiche che si vogliono controllare. Per questa ragione, imbarcarsi in guerre in paesi che hanno già superato il loro picco del petrolio non è solo eticamente disprezzabile, è anche economicamente ed energeticamente rovinoso. Per questo invadere l'Iran non è solo un errore perché è un paese densamente popolato, con un'orografia che rende difficile le azioni militari sul terreno e una popolazione ed un esercito fortemente consapevoli, è che il premio per ciò per cui si lotta è un petrolio di qualità sempre peggiore, più pesante, di minore EROEI e, soprattutto, la produzione di petrolio dell'Iran è in declino.




Si potrebbero applicare ragionamenti simili, per esempio, al Venezuela e ad altri paesi che a loro volta sono nel mirino di alcune grandi potenze.

Le guerre di conquista hanno alcune analogie con le società agricole: si vuol ottenere il controllo permanente di una risorsa, anche modificando l'ambiente per migliorarne il rendimento. Il problema delle guerre di conquista attuali è che le risorse desiderate non sono rinnovabili, pertanto il rendimento è obbligato a cadere, fino a rendere questo tipo di guerra un pozzo, anziché una sorgente, di risorse.

Guerre per l'egemonia: questo tipo di guerra è quello proprio di un impero o, con una terminologia più moderna, di una superpotenza. L'obbiettivo della guerra per l'egemonia è mantenere lo status quo della metropoli. Queste guerre non hanno generalmente l'obbiettivo di ottenere il controllo di una risorsa, ma di mantenere un controllo che si ha già e a volte non si fa neanche contro il paese che ha le risorse, ma contro uno dei paesi satellite, a loro volta controllati, che danno sostegno logistico alle operazioni. Questo tipo di guerra è sempre un pozzo di risorse. Esempi di questo è il tipo di guerra che ha vissuto l'Afghanistan, sia con l'Unione Sovietica prima sia con gli Stati Uniti poi. Anche qui la tendenza è all'esternalizzazione: sono le guerre in prestito o guerre proxy, guerre fatte da manovalanza appoggiata dalle superpotenze che si disputano l'egemonia sul territorio. Un esempio di questo tipo è la guerra civile che sta avvenendo in Ucraina, col controllo del flusso di gas naturale russo all'Europa sullo sfondo.

Le guerre per l'egemonia, come abbiamo detto, hanno per definizione un EROEI minore di 1 (cioè, che si guadagna meno di quello che si consuma), quando non direttamente uguale a 0 (non si guadagna niente), perché l'obbiettivo molte volte non è tanto guadagnare ma non perdere. Nella misura in cui una superpotenza è più globale e controlla più territori, deve combattere, direttamente o indirettamente, sempre più guerre per mantenere quello che ha già. Essenzialmente sono guerre completamente territoriali, tipiche del maschio alfa, che hanno senso solo quando altri territori provvedono alle risorse necessarie per mantenerle. Sono anche, per il loro EROEI basso, il principale pozzo di risorse di molti imperi, siccome di solito sono ricorrenti nelle fasi di decadenza degli imperi, di solito sono anche la causa della loro perdizione.

Anche se queste guerre sono tipiche degli imperi, nella misura in cui questi si decompongono emergono paesi che si contendono lo spazio ora vacante, anche aspirando a diventare un impero che sostituisce un altro impero. Ma siccome a quel punto sono molti i paesi che si contendono quel luogo, su scala sempre più regionale, queste guerre sono sempre più complicate e in realtà non si possono mai vincere in modo definitivo. Servono semplicemente a dissipare risorse più rapidamente, in un processo frattale che ricorda la dissipazione di energia in un fluido turbolento. Un politico con una visione strategica potrebbe comprendere, a seconda della fase del declino nella quale si trova il suo paese, quali guerre non gli interessa scatenare e quali sono vitali per trattenere la parte salvabile fino fino a quel momento del suo potere. Tuttavia, questo tipo di capo di solito è raro, per cui pochissimi paesi riescono a prosperare a spese degli altri, semplicemente mantenendosi ai margini e senza richiamare l'attenzione né risvegliare l'avidità dei nuovi contendenti.

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Come vedete, a lungo termine non tornano i conti per nessun tipo di guerra e in realtà la più redditizia è la più banale: il saccheggio. Se la nostra società deve fare affidamento sulla guerra come modo di mantenere la propria sopravvivenza (anche se cinicamente negheremo di accettare che è per questo che si fanno le guerre, le nostre guerre), allora sicuramente non vale la pena che il nostro modello sociale sopravviva. Pensa a questo, caro lettore, quando i tamburi della guerra cominciano a rullare, gioiosi, vicino a casa tua.

Saluti.
AMT


venerdì 3 aprile 2015

Il problema del debito man mano che raggiungiamo i limiti del petrolio

DaOur Finite World”. Traduzione di MR

Di Gail Tverberg

(Questa è la terza parte della mia serie – Una nuova teoria di energia ed economia. Questi sono i link alla prima e alla seconda parte).

Molti lettori mi hanno chiesto di spiegare il debito. Essi si chiedono anche “Perché non possiamo semplicemente cancellare il debito e ricominciare da capo?” se stiamo raggiungendo i limiti e questi limiti minacciano di destabilizzare il sistema. Per rispondere a queste domande, devo parlare del tema delle promesse in generale, non solo quello che chiameremmo debito. In un certo senso, il debito ed altre promesse sono ciò che tiene insieme le nostra economia in rete. Il debito ed altre promesse permettono la divisione del lavoro, perché ognuno può “pagare” gli altri del gruppo per il lavoro con una promessa di qualche genere, piuttosto che con un pagamento immediato in beni.

L'esistenza del debito ci permette di avere molte forme di pagamento convenienti, come le banconote, le carte di credito e gli assegni. Indirettamente, le molte forme convenienti di pagamento permettono il commercio ed anche il commercio internazionale.



Figura 1. Cupola costruita con i Bastoncini di Leonardo

Ogni debito, e di fatto ogni promessa di qualsiasi tipo, comporta due parti. Dal punto di vista di una parte, l'impegno è quello di pagare una certa quantità (o una certa quantità più l'interesse). Dal punto di vista dell'altra parte, si tratta di un guadagno futuro – una quantità disponibile in un conto in banca, o una busta paga o un impegno da parte di un governo a pagare delle indennità di disoccupazione. Le due parti sono in un certo senso legate fra loro da questi impegni in un modo analogo a quello in cui gli atomi sono legati nelle molecole.

Non ci si può sbarazzare del debito senza sbarazzarsi dei benefici che il debito fornisce – il che è un enorme problema. E' stato scritto molto sulle bolle del debito ed i collassi del passato. La situazione che abbiamo di fronte oggi è diversa. In passato, l'economia mondiale stava crescendo, anche se un'area specifica stava raggiungendo i limiti, come per esempio la troppa popolazione in relazione al terreno agricolo. Anche se un'area locale collassava, il resto del mondo poteva andare avanti senza di loro. Ora, l'economia mondiale è molto più collegata, quindi un collasso in un'area condiziona anche altre aree. C'è molto più pericolo di un collasso diffuso. La nostra economia è costruita sulla crescita economica. Se la quantità di beni e servizi prodotti ogni anno comincia a scendere abbiamo un enorme problema. Ripagare i prestiti diventa molto più difficile.


Figura 2. Ripagare i prestiti è facile in un'economia in crescita, ma molto più difficile in un'economia in contrazione.

Infatti, in un'economia in contrazione, le promesse che non sono debito, come le promesse di pagare le pensioni e le spese mediche per gli anziani come parte delle tasse, diventano a loro volta più difficili da pagare. La quantità che ci resta di spese voluttuarie diventa molto inferiore. Queste pressioni tendono a spingere un'economia ulteriormente verso la contrazione e rende le nuove promesse ancora più difficili da ripagare. 

La natura del debito

In senso allargato, il debito è una promessa di qualcosa di valore in futuro. Con questa definizione allargata, è chiaro che una banconota da 10 dollari è una forma di debito, perché è una promessa che ad un certo punto in futuro voi o, la persona a cui passate la banconota da 10 dollari, sarete capaci di scambiare la banconota da 10 dollari con qualcosa di valore. In un certo senso, anche le monete d'oro sono una promessa di valore per il futuro. Questa però non è necessariamente una promessa sulla quale possiamo contare. A volte in passato le le monete d'oro sono state confiscate. I derivati ed altri prodotti finanziari hanno a loro volta caratteristiche di debito. Per capire quanto sia importante il debito, dobbiamo pensare ad un'economia senza debito.

Un'economia del genere potrebbe avere un mercato centrale dove ognuno porta beni da scambiare. Ma anche in un'economia del genere, ci sarebbe un problema se non c'è una corrispondenza precisa delle necessità. Se porto mele e voi portate patate, possiamo scambiarcele a vicenda (“barattare”). Ma se voi non avete bisogno di patate? Potremmo avere la necessità di portare un terza persone nel cerchio, così ognuno di noi può ricevere ciò che vuole. Visto che il baratto è così complicato, non è mai stato usato per le transazioni quotidiane all'interno delle comunità

Un approccio che sembrava funzionare meglio è menzionato nel libro di David Graeber Debito: i primi 5.000 anni. Con questo sistema, un tempio gestiva un mercato. L'operatore del mercato forniva un “prezzo” per ogni oggetto, in termini di un'unità comune, come “stai di grano”. Ogni persona poteva portare beni al mercato (e forse anche servizi – lavorerò per un giorno in una vigna) e scambiarli con altri in base al valore. Non servivano in realtà “soldi” perché l'operatore prendeva una tavoletta d'argilla e su quella faceva il calcolo del valore in “stai di grano” che la stessa persona riceveva in cambio e si assicurava che le due cose combaciassero.

Naturalmente, appena permettiamo che “un giorno di lavoro” sia scambiato in questo modo, torniamo al problema delle promesse future e di assicurare che si verifichino realmente. Inoltre, se permettiamo ad una persona di riportare un bilancio da un giorno all'altro – per esempio portando una grande quantità di beni che non possono essere venduti in un giorno – entriamo nell'area delle promesse future. O se permettiamo ad un contadino di comprare semi a credito, con una promessa di ripagarli quando arriva il raccolto entro pochi mesi, ancora una volta entriamo nell'area della promesse future. Quindi anche in questa situazione semplice, dobbiamo essere capaci di gestire il problema delle promesse future. 

Promesse future anche prima del debito

Ogni qualvolta ci sia una divisione del lavoro, ci deve essere un accordo su come avrà luogo quella divisione – quali sono le responsabilità di ogni partecipante. Nel caso più semplice, ci sono i cacciatori-raccoglitori. Se c'è la decisione per cui gli uomini si occuperanno della caccia e le donne si occuperanno della raccolta e dei bambini, allora deve esserci un accordo su come funzionerà la disposizione. L'approccio usuale sembra sia stato una specie di “economia del dono”. In un'economia del genere, tutti condividevano qualsiasi cosa fossero in grado di ottenere con gli altri e guadagnavano lo status a seconda della quantità che potevano mettere in condivisione. Al posto del coinvolgimento di un debito formale, c'era un accordo tacito secondo cui se le persone volevano partecipare al gruppo dovevano seguire le regole dettate quella particolare cultura dettava, compreso, molto spesso, condividere tutto. Le persone che non seguivano le regole venivano escluse. A causa della difficoltà di vivere da soli in un ambiente del genere, chi lo era probabilmente moriva. Così, i partecipanti erano in un certo senso legati insieme dai costumi che sottostavano alle economie del dono.

Ad un certo punto, man mano che si è costruita più di un'economia, c'è stata la necessità di uno o più capi, così come un qualche modo di sostenerli finanziariamente. Così, si è presentato anche il bisogno di una specie di tassazione. Mentre la tassazione per sostenere il capo non veniva considerata debito, questa ha molte delle caratteristiche del debito. Si tratta di un obbligo di pagamento continuo. Il capo e gli altri membri del gruppo pianificano le loro vite come se questa situazione dovesse continuare. In un certo senso, i servizi di governo e la tassazione risultante aiutano a legare insieme l'economia.  

Benefici del debito

I benefici del debito sono davvero grandi, compresi i seguenti
  1. Il debito permette che si facciano transazioni che non avvengono esattamente nello stesso momento e luogo. Posso ordinare beni e farmeli consegnare a casa. Un datore di lavoro può pagarmi per un mese di lavoro con un assegno anziché dovermi dare cibo o altri articoli di baratto che corrispondono ad ogni ora che lavoro. Non c'è bisogno di avere miliardi di monete d'oro (o altre valute di metallo prestabilite) per facilitare qualsiasi transazione e di portarsele in giro. Ognuno di noi può avere un conto in banca. Dal punto di vista della banca, la quantità contenuta in un conto bancario è un obbligo (debito) dovuto al depositante. 
  2. Il debito addizionale dà potere d'acquisto addizionale ai singoli individui, ai governi o alle imprese. I fondi addizionali disponibili possono essere spesi immediatamente. Molto spesso, il rimborso (con gli interessi) viene spalmato su diversi anni, rendendo accessibili i beni che non lo sarebbero. Così il debito aumenta la “domanda” di beni ed anche di commodity usate per creare quei beni.
  3. Siccome il debito rende i beni più accessibili, il debito addizionale tende a “pompare” il prezzo dei beni. Questi prezzi più alti fanno sì che per le imprese valga la pena di piantare più acri di cibo. Il debito, in particolare il debito a basso costo, rende accessibile alle imprese la costruzione di nuove fabbriche e l'apertura di nuove miniere.
  4. Il debito permette un forte incremento dello standard di vita, come quello ottenuto aggiungendo carbone o petrolio ad un'economia. Il debito permette l'acquisto di beni che cambieranno sostanzialmente il futuro di una persona, come il passaggio in un nuovo paese, o l'acquisto di un'educazione universitaria, o l'acquisto di un veicolo per le consegne per far partire un'attività. Senza debito, è improbabile che sarebbe mai stato possibile estrarre i combustibili fossili; i consumatori non sarebbero mai stati in grado di permettersi i beni forniti dai combustibili fossili e le imprese avrebbero avuto difficoltà a finanziare le molte nuove fabbriche necessarie per produrre i beni usando questi combustibili. Vedete il mio post Perché Malthus ha sbagliato la sua previsione.
  5. Aggiungere debito è auto-rinforzante. Supponete che una quantità considerevole di debito venga aggiunta per ciò che è considerato un buon obbiettivo, come estrarre petrolio in Nord Dakota. Le società petrolifere useranno il debito che ricevono per molti scopi diversi – compreso pagare i dipendenti, le royalty ai proprietari terrieri e le tasse allo stato. I dipendenti compreranno nuove case ed automobili, stipulando prestiti. I residenti del Nord Dakota che ricevono le royalty potrebbero decidere di stipulare dei prestiti per ristrutturare le proprie case, aspettandosi che le royalty continueranno ad arrivare. Lo stato potrebbe sistemare le proprie strade con i propri proventi, dando ulteriore reddito (che potrebbe portare a nuovo debito) ai lavoratori stradali. Una catena di negozi potrebbe decidere di costruire un nuovo punto vendita (prendendo in prestito soldi per farlo), alimentando ulteriormente la catena. Ciò che accade è che, indirettamente, il debito delle nuove società petrolifere rende molte persone più ricche, almeno temporaneamente. Questi individui temporaneamente più ricchi possono “avere diritto” a prestiti più consistenti di quanto non sarebbe possibile diversamente, dando loro di più da spendere e permettendo ad altri ancora di avere diritto ai prestiti.  
  6. Accordi che non sono debito, ma più di debito subordinato, fanno sentire le persone più sicure del sistema attuale. Ci sono programmi assicurativi piani pensionistici e per i conti bancari, fino alla copertura di bilanci determinati per conto. Questi programmi assicurativi generalmente non contengono molti soldi, in confronto a ciò che assicurano. Ma fanno sentire bene le persone, specialmente se c'è un governo che potrebbe subentrare e prendere in consegna, al di là del reale finanziamento del programma assicurativo. 

Cosa c'è di sbagliato nel debito e in altre promesse finanziarie

  1. Come detto all'inizio del post, il debito funziona molto male se l'economia è in contrazione.
    Diventa impossibile ripagare il debito con gli interessi, senza ridurre il reddito voluttuario. I programmi governativi, come il servizio sanitario per gli anziani, diventa a sua volta più costoso in relazione ai redditi attuali. 
  2. I pagamenti degli interessi sul debito tendono a trasferire  ricchezza dai membri più poveri della società a quelli più ricchi.
    Gli economisti hanno avuto la tendenza ad ignorare il debito, perché rappresenta una transazione più o meno bilanciata fra due individui. Però rimane il fatto che i membri più poveri delle società si trovano particolarmente nella necessità di debito e molti pagano tassi di interesse molto alti. Coloro che prestano soldi tendono ad essere più ricchi. A causa di questo assetto, nel tempo i pagamenti degli interessi tendono ad aumentare le disparità di ricchezza. 
  3. Troppo spesso, il flusso dei pagamenti dal quale dipende il debito si dimostra insostenibile.
    Nell'esempio fatto sopra, tutti pensano che il petrolio del Nord Dakota continuerà per un po', quindi stipulano prestiti come se fosse così. Se invece non è così, c'è una situazione difficile. Nel caso dei prestiti studenteschi negli Stati Uniti, molti studenti non sono mai in grado di avere posti di lavoro con salari sufficientemente alti per pagare i prestiti ricevuti. 
  4. I governi tendono a implementare programmi che sono più costosi di quelli che potrebbero realmente permettersi sul lungo termine.
    Man mano che un'economia diventa più ricca (a causa dell'uso di più combustibili fossili), c'è una tendenza ad aggiungere nuovi programmi. Vengono aggiunte cure mediche e pensioni per gli anziani, così come le indennità di disoccupazione e livelli scolastici più avanzati. Sfortunatamente, è difficile stimare opportunamente quali saranno i costi a lungo termine di questi programmi. Inoltre, anche se i programmi fossero sostenibili con un alto livello di combustibili fossili, quasi sicuramente non lo sarebbero se la disponibilità di energia declina. E' virtualmente impossibile ritirare i programmi, anche se non sono garantiti, una volta che le persone pianificano la loro vita sui nuovi programmi. La Figura 3 mostra un grafico delle spese del governo ststunitense (tutti i livelli) in confronto ai salari (comprese le quantità pagate ai titolari delle aziende, compresi gli agricoltori). Uso questa base, piuttosto che il PIL, perché i salari non sono stati al passo col PIL negli ultimi anni. Le quantità mostrate comprendono programmi come la Sicurezza Sociale e le prestazioni sanitarie per gli anziani, in aggiunta alla spesa su cose come scuola, strade e assicurazione di disoccupazione.

                         
    Figura 3. Confronto di spese e entrate del governo statunitense (tutti i livelli insieme) sulla base dei dati dell'Ufficio per la Ricerca Economica degli Stati Uniti. 

    Chiaramente, le spese governative sono aumentate molto più rapidamente dei salari. Immagino che questo valga in molti paesi.
  5. Non c'è nessun collegamento reale fra quantità di debito emesso e ciò che verrà effettivamente prodotto in futuro.
    Ci viene detto che i soldi sono una riserva di valore e che questi trasferiscono il potere d'acquisto dal presente al futuro. In altre parole, non possiamo contare sui bilanci dei nostri conti in banca e, di fatto, in tutti i titoli cartacei straordinari. Questa storia è vera soltanto se l'economia può continuare a creare una quantità di beni e servizi crescente per sempre. Se, infatti, la produzione di beni e servizi scende drammaticamente (molto probabilmente perché i prezzi non possono crescere a sufficienza per incoraggiare una sufficiente estrazione di beni), abbiamo un grosso problema. Per ogni anno, tutto ciò che abbiamo a disposizione è la quantità reale di risorse che possono essere tirate fuori dal sottosuolo, più la quantità reale di cibo che può essere coltivato. Insieme, queste quantità determinano in che modo sono disponibili molti beni e servizi. I soldi fungono da distributori dei beni e dei servizi disponibili. Presumibilmente, le persone che lavorano all'estrazione e alla produzione di questi beni e servizi devono essere pagate per prime, o tutto il processo si fermerebbe. Questo lascia fondamentalmente le “rimanenze” da condividere fra coloro che ora sono sostenuti dagli i9ntroiti delle tasse e da coloro che possiedono titoli cartacei di qualche tipo. E' difficile immaginare che chiunque, oltre ai lavoratori che producono i beni e i servizi, avrà molto se perdiamo l'uso dei combustibili fossili. I lavoratori diventeranno meno efficienti e la produzione diminuirà troppo.  
  6. I derivati ed altri prodotti finanziari espongono il sistema finanziario a rischi significativi. Alcune grandi banche hanno scoperto di poter guadagnare introiti considerevoli vendendo derivati ed altri prodotti finanziari, permettendo alle persone o alle imprese essenzialmente di scommettere su certi risultati – come il crollo del prezzo del petrolio al di sotto di un dato prezzo, o la crescita molto rapida dei tassi di interesse, o una certa società che fallisce. Finché tutto va bene, non c'è un problema enorme. La preoccupazione ora è che con i prezzi dei beni che cambiano rapidamente, e i livelli delle valute che cambiano rapidamente, le società potrebbero fallire e potrebbero essere innescati grandi pagamenti. In teoria, alcuni di questi pagamenti potrebbero essere compensativi – i soldi dovuti da un cliente potrebbero compensare i soldi dovuti ad un altro cliente. Ma anche se fosse così, i default a volte possono impiegare anni per assestarsi. Potrebbero anche esserci problemi con molti dei prodotti con la capacità di una delle parti di pagare. Un particolare problema con molti dei prodotti è l'uso del modello tariffario di Black-Scholes. Questo modello è applicabile quando gli eventi sono indipendenti e distribuiti normalmente. Non è così quando ci avviciniamo ai limiti petroliferi e ad altri limiti di un mondo finito. 
  7. I governi tendono ad essere negativamente condizionati da un'economia in contrazione, quindi potrebbero essere di poco aiuto quando ci serve di più.
    Come osservato in precedenza, i pagamenti ai governi si comportano praticamente come il debito. Man mano che un'economia si contrae, i programmi che sembravano sostenibili in passato diventano meno sostenibili ed devono essere tagliati con urgenza. Così, i governi tendono ad avere problemi esattamente nello stesso momento in cui li hanno le banche ed altri prestatori. I governi dei paesi “sviluppati” ora hanno livelli di debito che sono alti per gli standard storici. Se c'è un'altra grossa crisi finanziaria, il piano sembra essere quello di usare salvataggi delle banche analoghi a quelli di Cipro, invece di salvare le banche usando il debito governativo. In un auto-salvataggio, i depositi bancari vengono scambiati col patrimonio della banca in fallimento. Per esempio, a Cipro il 37% dei depositi oltre i 100.000 euro sono stati trasformati in azioni di Classe A della banca. Questo approccio ha molte difficoltà. Le imprese hanno bisogno dei loro fondi, per scopi come il pagamento dei dipendenti e la costruzione di nuove fabbriche. Se i loro fondi vengono presi in un salvataggio interno, la capacità dell'impresa di andare avanti potrebbe esserne danneggiata. Anche i singoli consumatori dipendono dai loro conti bancari. Come osservato sopra, l'assicurazione sul deposito in teoria è disponibile, ma la vera quantità di fondi per questo scopo è molto bassa in confronto alla quantità potenzialmente a rischio. Quindi torniamo al problema se i governi possano e saranno in grado di salvare le banche ed altre istituzioni finanziarie dal fallimento. 
  8. Serve più debito per nascondere la mancanza di crescita economica in un'economia mondiale sofferente. Questo debito diventa sempre più difficile da ottenere, man mano che i salari ristagnano a causa dei ritorni decrescenti.
    Se i salari crescono abbastanza velocemente, i salari stessi possono essere usati per pompare la domanda di beni e così aumentare i prezzi. I nostri salari sono praticamente fermii salari medi sono diminuiti negli Stati Uniti. Se i salari non crescono a sufficienza, l'aumento del debito dev'essere usato per accrescere la domanda. Il debito sta crescendo lentamente nel settore famigliare, secondo le cifre compilate dal McKinsey Global Institute. Il debito delle famiglie è cresciuto solo del 2,8% all'anno fra il quarto trimestre del 2007 e il quarto trimestre del 2014, in confronto al 8,5% all'anno nel periodo fra il quarto trimestre del 2000 e il quarto trimestre del 2007. Anche includendo la domanda delle imprese, il debito non sta crescendo abbastanza rapidamente per mantenere alti i prezzi dei beni. Questa mancanza di crescita sufficiente del debito (e mancanza di crescita della domanda oltre al debito in crescita) sembra essere un motivo importante della diminuzione dei prezzi di molti beni dal 2011.
  9. Politica diversa rispetto ai tassi di interesse e quantitative easing  sembra avere la possibilità di fare a pezzi il sistema finanziario mondiale.
    In un'economia in rete, non allontanarsi troppo dallo status quo è un indubbio vantaggio. Se le politiche statunitensi hanno l'effetto di aumentare il valore del dollaro e le politiche di altri paesi hanno la tendenza ad abbassare le loro valute, l'effetto netto è quello di rendere il debito detenuto in altri paesi ma denominato in dollari statunitensi impagabile. E rende anche inaccessibile i beni venduti dalle società americane. L'economia, per come è oggi, è stato reso possibile da paesi che lavorano insieme. Con le sanzioni contro l'Iran e Russia, ci stiamo già allontanando da questa situazione. I prezzi del petrolio bassi ora stanno mettendo a rischio le economie degli esportatori di petrolio. Man mano che i paesi provano approcci diversi riguardo i tassi di interessi, questo aggiunge un'altra forza ancora, demolendo le economie. 
  10. L'economia comincia a comportarsi in modo molto strano quando troppo dell'attuale reddito è bloccato nel debito e in strumenti simili al debito.
    I modelli economici suggeriscono che se i prezzi del petrolio scendono, la domanda di petrolio crescerà in modo robusto e e l'offerta scenderà rapidamente. Se i produttori di petrolio sono protetti da contratti futuri che bloccano un prezzo alto, potrebbero non rispondere nella maniera attesa. Infatti, se sono obbligati a effettuare i pagamenti del debito,potrebbero continuare a trivellare anche quando altrimenti non avrebbe senso finanziario farlo. Analogamente, i consumatori sono a loro volta condizionati da impegni precedenti. Se gran parte del reddito dei consumatori è legato ai pagamenti del condominio, dell'auto e delle tasse, questi potrebbero non avere molta capacità di rispondere ai prezzi del petrolio più bassi. Al posto di aumentare le spese voluttuarie, i consumatori potrebbero saldare parte del loro debito con il loro reddito ritrovato.
Conclusione

Se l'attuale sistema economico collassa e diventa necessario crearne un altro, il nuovo sistema dovrà avere a che fare col fatto di avere una quantità di beni e servizi disponibili sempre minore per un periodo di transizione piuttosto lungo. Questo è uno dei grafici che ho mostrato in passato su come la crescita dei prodotti energetici, e quindi la crescita in beni e servizi, potrebbe apparire.


Figura 4. Stima della produzione di energia futura dell'autrice. Dati storici basati sulla BP adattati ai raggruppamenti della IEA. 

A causa di ciò, il nuovo sistema dovrà essere molto diverso da quello attuale. La maggior parte delle promesse dovranno essere di breve durata. I trasferimenti fra persone che vivono in una particolare area potrebbero ancora essere facilitati da un sistema finanziario, ma sarebbe difficile avere contratti a lungo termine e a lunga distanza. Di conseguenza, la nuova economia avrà probabilmente bisogno di essere molto più semplice di quella attuale. E' dubbio che possa includere i combustibili fossili. Molte persone chiedono perché non possiamo semplicemente cancellare il debito e ricominciare da capo. Fare questo probabilmente significherebbe cancellare anche tutti i conti in banca. Gran parte dei nostri attuali posti di lavoro probabilmente sparirebbe. Saremmo probabilmente senza rete elettrica e senza petrolio per le auto. Sarebbe molto difficile ricominciare da una situazione del genere. Dovremmo davvero ricominciare dal nulla. Non ho parlato delle distinzioni fra “fondi presi in prestito” e “patrimonio netto accumulato”. Una tale distinzione è a sua volta importante. Se ci sono problemi reali, tutto ciò che non è fisico finisce nella categoria generale di “ricchezza sulla carta”. Non possiamo contare sulla ricchezza sulla carta (o, in quel campo, su nessuna ricchezza) sul lungo termine. Ogni anno, la quantità di beni e servizi che l'economia può produrre è limitata dalle prestazioni dell'economia stessa, dati i limiti che stiamo raggiungendo. Se la quantità di questi beni e servizi comincia a crollare rapidamente, i governi potrebbero fallire, in aggiunta ai nostri problemi coi default del debito. Coloro che hanno ricchezza sulla carta non possono contare di ricevere molto. I lavoratori che producono qualsiasi bene e servizio che vengono realmente prodotti dovranno probabilmente essere pagati per primi.   

martedì 3 marzo 2015

La profezia di Keynes: il Bengodi che non arrivò mai

Di Jacopo Simonetta.


In una conferenza del 1928 (pubblicata nel 1930)   John Maynard Keynes si lasciò andare ad una “profezia”: Quali saranno le possibilità economiche dei nostri pronipoti?    Poiché quei pronipoti siamo noi e Keynes è stato certamente uno dei maggiori economisti, penso che sia interessante rileggere quelle pagine.

In sintesi, il nostro sostiene che dall'antichità fino al 1.700 circa ci fu solo un’alternanza di periodi migliori e peggiori, ma non un sostanziale progresso a causa della mancanza di importanti miglioramenti tecnologici e dell’incapacità ad accumulare capitale.

Per l’accumulo di capitale Keynes aveva un’idea precisa: cominciò con l’aumento dei prezzi e dei profitti che seguirono la massiccia importazione di oro ed argento dal Nuovo Mondo durante il XVI secolo.

In particolare per l’Inghilterra, Keynes indica l’inizio dei tempi moderni con il 1580.   Data in cui Drake consegnò alla Regina Elisabetta un carico di oro (rubato agli spagnoli che lo avevano saccheggiato in Perù), tale da permettere alla sovrana di saldare il debito ed finanziare le prime compagnie coloniali.   Dapprima la Compagnia del Levante, seguita dalla Compagnia delle Indie orientali.    Complessivamente, Elisabetta investì circa 40.000 sterline che, con un tasso medio di interesse del 3,5 % all'anno, portarono ai 4 miliardi di sterline che era l’ammontare degli investimenti esteri inglesi nel 1930.    In pratica, ogni sterlina portata da Drake, aveva fruttato 100.000 sterline in 250 anni.   Miracoli dell’accumulo degli interessi composti.

Circa un secolo più tardi, cominciò la grande èra del progresso tecnologico, con un numero incalcolabile di grandi invenzioni e lo sviluppo di ogni tipo di macchine.   E’ notevole il fatto che Keynes dichiara di non sapere perché il progresso tecnologico non fosse cominciato prima, malgrado tutte le tecnologie di base fossero già note da secoli.

Comunque, il risultato fu un enorme incremento della popolazione mondiale e dunque dei consumi.   Contemporaneamente, in Europa ed negli Stati Uniti il tenore di vita quadruplicava ed il capitale centuplicava.    Punto importante, Keynes si aspettava che, a quel punto, la popolazione globale tendesse a stabilizzarsi, mentre sia il miglioramento tecnologico che l’accumulo di capitale sarebbero proseguiti a crescere esponenin maniera esponenziale.

Questo straordinario progresso, prevedeva il nostro, avrebbe creato un serio problema di disoccupazione, ma si sarebbe trattato di una fase temporanea, legata alla velocità del processo.   Nel giro di un secolo da allora (dunque adesso) il tenore di vita nei paesi avanzati sarebbe stato fra le 4 e le 8 volte superiore.    Od anche più.

Quali gli effetti di questo straordinario benessere economico?  

Keynes classifica i bisogni umani un due grandi categorie:   i bisogni assoluti (quelli che sentiamo indipendentemente dagli altri) ed i bisogni relativi (quelli che soddisfano il nostro desiderio di essere superiori agli altri).   Mentre i secondi sono potenzialmente insaziabili, i primi non lo sono e si può presumere che, superato un certo grado di benessere, la gente preferisca dedicarsi ad attività non economiche.

Dunque, giunti ai giorni nostri, l’economia avrebbe cessato di rappresentare una preoccupazione per l’umanità, ma attenzione!   Solo a condizione che nel frattempo non si fossero verificate né grosse guerre, né grossi incrementi di popolazione.

Fin qui la parte più strettamente economica di questa “profezia” che, come generalmente accade con questo genere di previsioni, si presenta come un mosaico di aspetti centrati ed altri completamente sbagliati.    Bisogna dire che, a pensarci bene, qualche grossa guerra nel frattempo c’è stata.   E che la popolazione umana sia triplicata spiega sicuramente molti dei nostri attuali problemi.    Quello che mi ha colpito, piuttosto, è che non vi sia nessun cenno alla disponibilità di risorse (energetiche e non), come alla possibilità di un loro scadimento qualitativo o quantitativo.   Non vi è cenno al fatto che la possibilità di ricombinare un insieme di tecnologie medioevali per creare un sistema industriale sia stata data dall'invenzione più prometeica della storia: la macchina a vapore.   Mancando questo, è comprensibile che manchi anche il minimo cenno alla possibilità che l’alterazione degli ecosistemi possa portare a controindicazioni gravi, financo catastrofiche.   Così come al fatto che un’economia ed una tecnologia in crescita costante richiedono livelli crescenti di complessità che, oltre certi limiti, cominciano a loro volta e diventare limitanti.

In sintesi, colpisce la totale assenza di ogni riferimento alla legge dei “ritorni decrescenti” che, peraltro, il nostro conosceva benissimo.

La seconda parte della conferenza si concentra sulle conseguenze sociali di questo straordinario benessere.

In particolare, Keynes paventa il rischio che il venir meno in pochi decenni di preoccupazioni e necessità pratiche tanto profondamente radicate, possa provocare dei “crolli nervosi” in molte persone.   Analogamente a quanto, secondo lui, stava già allora accadendo alle donne della buona borghesia; infelici perché la ricchezza le aveva già allora private di divertimenti quali pulire, lavare, cucinare, accudire i figli.

Senza nulla togliere al piacere di accudire una casa ed una famiglia, non so quante signore dell’epoca avrebbero sottoscritto questa dichiarazione.    Ho perciò riletto più volte questo passaggio, cercandovi una traccia di “British humour” che non ho trovato.

Dunque, prosegue l’insigne economista, sarebbe stato necessario ancora per molto tempo mantenere un minimo di orario lavorativo.   Suggeriva che, probabilmente, 3 ore al giorno sarebbero state sufficienti ad evitare complicazioni eccessive.

Ma annunciava anche cambiamenti ben più importanti.   Una volta che l’accumulo di denaro fosse stato tale da perdere la sua importanza sociale, l’umanità avrebbe finalmente potuto sbarazzarsi dell’ipocrisia con cui si esaltano come virtù i vizi peggiori.

“Saremo liberi di tornare ad apprezzare i principi religiosi e le virtù tradizionali.   Di tornare a considerare che l’avarizia è un vizio, che l’usura è un crimine, che l’amore per i soldi è detestabile.  Potremmo tornare a valorizzare gli scopi più dei mezzi e preferire il buono ed il bello all'utile.   Ad apprezzare le deliziose persone che sanno metter gioia nella vita propria ed altri.”
 “Ma attenzione.   – Ammonisce. -  Tutto questo non ancora.   Per ancora cento anni dobbiamo pretendere da noi stessi e dagli altri che il giusto sia sbagliato e viceversa perché l’errore è utile e il giusto non lo è.   Bisogna che avarizia ed usura continuino ad essere i nostri dei ancora per un poco, perché solo loro possono condurci fuori dal tunnel  del bisogno, alla luce del benessere.”

Secondo l’autore, la velocità di avvicinamento a questo bengodi sarebbe stata governata da quattro cose: “La capacità di controllo della popolazione, la determinazione nell'evitare guerre e rivolte, la volontà di dare alla scienza una direzione propriamente scientifica, il margine di accumulo al netto dei consumi.”

“In conclusione, la strenua brama di coloro che fanno soldi ci potrà condurre tutti in un’epoca di abbondanza, ma saranno coloro che saranno riusciti a sopravvivere coltivando l’arte di vivere senza vendersi che potranno veramente godersi questa abbondanza.”

Singolare punto di vista.   Chissà cosa direbbe Keynes se oggi potesse vedere come se la stanno cavando i pronipoti di cui vagheggiava?   Sarebbe ancora così sicuro che l'insaziabile avidità può avere il potere taumaturgico di condurre l'umanità in una sorta di paradiso terrestre?   Non sta piuttosto accadendo il contrario?

Il Paese di Bengodi è, ch'io sappia, una favola medioevale che i nostri antenati si raccontavano per ingannare le lunghe serate trascorse a pancia vuota.    Nessuno ha mai creduto che potesse esistere davvero, fino ai giorni nostri in cui un'umanità dotata di mezzi e conoscenze prima inimmaginabili si sta rapidamente suicidando.    Perché?    In fin dei conti, per non rassegnarsi al fatto che il paese di Bengodi non esiste e non può esistere.    Una verità che i nostri analfabeti predecessori capivano benissimo.


martedì 24 febbraio 2015

Una nuova teoria di energia ed economia. Parte prima: generare crescita economica

DaOur Finite World”. Traduzione di MR

Di Gail Tverberg

Come funziona davvero l'economia? Secondo me, ci sono molte teorie errate nella letteratura pubblicata. Ho fatto ricerca su questo argomento e sono giunta alla conclusione che sia l'energia sia il debito giochino un ruolo estremamente importante nel sistema economico. Una volta che la fornitura energetica ed altri aspetti dell'economia cominciano ad arrivare ai ritorni decrescenti, c'è una seria possibilità che un'implosione del debito farà cadere l'intero sistema.

In questo post, mi occuperò della prima parte di questa storia, che riguarda il modo in cui l'economia è collegata all'energia e come la leva dell'impatto dell'energia a buon mercato crei crescita economica. Perché si verifichi crescita economica, i salari dei lavoratori devono arrivare sempre più lontano nell'acquisto di beni e servizi. I prodotti energetici a basso costo sono molto più efficaci nel produrre questa situazione di quelli ad alto costo. Ci si può attendere che sostituire i prodotti energetici a basso costo con quelli ad alto costo porti ad una minore crescita economica.

Cercare di affrontare questo argomento è un'impresa scoraggiante. Il soggetto attraversa diversi campi di studio, compresi antropologia, ecologia, analisi sistemica, economia e fisica del sistema termodinamicamente aperto. Comporta anche il raggiungimento dei limiti in un mondo finito. Gran parte dei ricercatori hanno affrontato il tema senza capire i molti problemi coinvolti. Spero che la mia analisi possa gettare un po' di luce su di esso.

Sto pensando di aggiungere dei post collegati in seguito.

Panoramica di un'economia in rete

L'economia è un sistema in rete di clienti, imprese e governi. E' tenuta insieme da un sistema finanziario e da molte leggi e costumi che si sono sviluppati negli anni. Rappresento la rete economica come un giocattolo per bambini fatto di bastoncini che si connettono fra loro, ma che possono collassare, se distribuiti nel modo sbagliato.


Figura 1. Cupola costruita usando i Bastoncini di Leonardo

L'economia è un sistema auto-organizzato. In altre parole, è cresciuto gradualmente nel tempo, un pezzo alla volta. Nuove imprese si sono aggiunte ed altre vecchie sono scomparse. Nuovi clienti si sono aggiunti ed altri se ne sono andati. I prodotti venduti sono cambiati gradualmente. I governi hanno gradualmente aggiunto nuove leggi e rimosso quelle vecchie. Quando sono stati fatti i cambiamenti, il sistema si è ri-ottimizzato automaticamente ai cambiamenti. Per esempio, se un'impresa aumentasse i suoi prezzi su un prodotto mentre le altre non lo fanno, alcuni dei clienti passerebbero all'impresa che vende il prodotto al prezzo più basso. 

L'economia viene rappresentata come vuota perché, man mano che i prodotti diventano obsoleti, questa si adatta gradualmente al prodotto sostitutivo e perde il sostegno per i prodotti precedenti. Un esempio sono le auto che hanno sostituito i cavalli col calesse negli Stati Uniti. Ci sono meno cavalli oggi molti meno costruttori di calessi. Le città in genere non hanno parcheggi per cavalli per quando si fa shopping. Invece ci sono molte pompe di benzina e parcheggi per le auto. 
A causa del modo in cui l'economia si adatta ad una nuova tecnologia, diventa virtualmente impossibile “tornare indietro” alla vecchia tecnologia. Ogni cambiamento che viene fatto dev'essere piccolo ed incrementale – mettendo qualche cavallo ai margini della città, per esempio. Cercare di mettere troppi cavalli sarebbe distruttivo. I cavalli intralcerebbero le auto e lascerebbero i loro bisogni sulle strade cittadine. 

L'economia è un sistema adattivo complesso e una struttura dissipativa

Gli analisti sistemici chiamerebbero un sistema come l'economia un sistema complesso adattivo, a causa della sua tendenza a crescere e ad evolvere in modo auto-organizzato. Il fatto che questo sistema cresca e si auto-organizzi proviene dal fatto che l'economia opera un un sistema termodinamicamente aperto – cioè, l'economia riceve energia da fonti esterne e a  causa di questa energia può crescere e diventare più complesso. Il nome di un tale sistema da un punto di vista fisico è struttura dissipativa. Gli esseri umani, e di fatto piante ed animali, sono strutture dissipative. Lo sono gli uragani, le galassie, e le regioni di formazione stellare. Tutti questi sistemi dissipativi partono da piccole origini, crescono e alla fine collassano e muoiono. Spesso vengono sostituiti da nuove strutture simili che si sono meglio adattate all'ambiente che cambia. Lo studio dei tipi di sistemi che crescono e si auto-organizzano è uno studio nuovo. Ilya Prigogine ha ricevuto il Premio Nobel per la Chimica nel 1977 per il lavoro pionieristico sui sistemi dissipativi. Uno scrittore (in francese) di economia come struttura dissipativa è François Roddier. Il suo libro, pubblicato nel 2012, si intitola Thermodynamique de l’evolution.

Perché l'energia è cruciale per l'economia

Se l'economia è un sistema dissipativo, è chiaro che l'energia dev'essere al centro del suo funzionamento. Ma supponiamo di partire da un passo indietro e cerchiamo di dimostrare che l'economia è un sistema basato sull'energia che cresce man mano che viene aggiunta più energia esterna. 

Cominciamo anche da prima che gli esseri umani apparissero sulla scena. Tutte le piante e gli animali hanno bisogno di un'energia di qualche tipo di modo che l'organismo possa crescere, riprodursi, muoversi e percepire i cambiamenti dell'ambiente. Per le piante, quest'energia spesso proviene dal sole e dalla fotosintesi. Per gli animali, proviene dal cibo di diversi tipi. 
Tutte le piante e gli animali sono in competizione con altre specie e con altri membri della loro stessa specie. Le conseguenze possibili sono:

  1. Vincere, vivere ed avere prole che a sua volta possa vivere
  2. Perdere e morire
L'accesso al cibo adeguato (una fonte di energia) è una chiave per vincere la competizione. L'energia esterna può essere a sua volta utile. L'uso di strumenti è un approccio che è usato da qualche animale così come dagli esseri umani. Anche se l'approccio è semplice, come tirare una pietra ad una vittima, la pietra amplifica l'effetto dell'uso dell'energia stessa dell'animale. In molti casi, l'energia serve a fare un attrezzo. Questa può essere energia umana, come per scheggiare una pietra con un'altra pietra, o può essere energia termica. Da 70.000 anni, gli esseri umani hanno scoperto che trattare termicamente la pietra rendeva più facile dare la forma di strumenti alla pietra. 

Un passo avanti più grande per gli esseri umani rispetto ad imparare ad usare gli strumenti – di fatto, ciò che sembra averli distinti dagli altri animali – è stato imparare ad usare il fuoco. Ciò ha avuto inizio 1 milione di anni fa. L'uso controllato del fuoco ha avuto molti benefici. Col fuoco il cibo poteva essere cotto, riducendo drasticamente la quantità di tempo necessario a masticare. Gli alimenti che non potevano essere mangiati in precedenza potevano essere cotti e mangiati e si poteva ottenere più nutrimento dagli alimenti che venivano mangiati. I denti e l'intestino degli esseri umani si sono gradualmente ridotti e il cervello si è ingrandito, mentre i corpi umani si sono adattati a mangiare cibo cotto. Ci sono stati altri benefici nell'essere capaci di usare il fuoco. Col tempo liberato non avendo bisogno di masticare tanto a lungo, c'era più tempo a disposizione per fare strumenti. Il fuoco poteva essere usato per scaldarsi e quindi allargare il raggio in cui gli esseri umani potevano vivere. Il fuoco poteva anche essere usato per avere un vantaggio su altri animali, sia nella loro caccia sia per spaventarli. 

Gli esseri umani hanno avuto un incredibile successo nella loro competizione con altre specie, sterminando le specie apicali carnivore in ogni continente in cui si insediavano, usando solo strumenti semplici è la combustione di biomassa. Secondo il paleontologo Niles Eldredge, la Sesta Estinzione di Massa è cominciata quando gli esseri umani erano ancora cacciatori-raccoglitori, quando si sono spostati per la prima volta fuori dall'Africa, 100.000 anni fa. L'impatto negativo degli esseri umani sulle altre specie è diventato significativamente maggiore una volta che sono diventati agricoltori ed hanno dichiarato che alcune piante erano “erbacce” e ne hanno selezionato altre per un uso maggiore. Per molti versi, l'economia basata sull'energia che gli esseri umani hanno costruito negli anni è semplicemente un approccio per compensare le nostre scarse capacità: 

  • Bisogno di calore – vestiti, case, calore quando fa freddo, aria condizionata se fa caldo
  • Bisogno di cibo – strumenti in metallo, irrigazione, refrigerazione, fertilizzante, erbicidi, pesticidi
  • Capacità di conoscenza/pensiero degli esseri umani – libri, scuole, Internet
  • Mobilità – aerei, automobili, camion, navi, strade
  • Vulnerabilità ai germi – medicina, igiene

Una chiave in ognuno di questi tipi di adattamenti è l'energia di qualche tipo appropriato. Questa energia può venire in varie forme:

  • Energia grigia immagazzinata negli strumenti ed altri beni strumentali che possono essere riutilizzati in seguito. Parte dell'energia impiegata per fare questi strumenti è energia umana (compresa la capacità umana di pensare) e parte proviene da altre fonti, come il calore della combustione di legna o di un altro combustibile 
  • Energia umana – Gli esseri umani hanno molte capacità che possono usare, compreso muovere le braccia e le gambe, pensare, parlare, vedere e assaggiare. Tutti sono resi possibili dall'energia che gli esseri umani ottengono dal cibo 
  • Energia dagli animali – I cani possono aiutare a cacciare e a pascolare; i buoi possono aiutare ad arare; i cavalli possono essere cavalcati per il trasporto
  • L'energia dalla combustione di legna ed altre forme di biomassa, compresa la torba
  • Energia dalla combustione di combustibili fossili (carbone, gas naturale o petrolio)
  • Elettricità prodotta in qualsiasi modo – idroelettrico, nucleare, carbone o gas naturale e da dispositivi che trasformano il vento, il sole o l'energia geotermica
  • Energia eolica – usata per navigare e in dispositivi alimentati dal vento, come i mulini per pompare l'acqua. Le turbine eoliche (con un'energia incorporata significativa) generano a loro volta elettricità
  • Energia solare – Gran parte dell'energia dal sole è “gratis”. Mantiene caldi, fa crescere il cibo ed evaporare l'acqua, senza nessun “aiuto” aggiuntivo. Ci sono anche dispositivi come i pannelli solari FV e il solare termico che catturano energia dal sole. Questi dovrebbero forse essere classificati come strumenti con un'energia incorporata significativa.

Un uso chiave dell'energia supplementare è quello di ridurre la quantità di lavoro umano necessario in agricoltura, liberando le persone permettendo loro di lavorare in altri tipi di impiego. Il grafico sotto mostra come la percentuale della popolazione che lavora in agricoltura tende a crollare men mano che cresce la quantità di energia supplementare. 


Figura 2. Percentuale di forza lavoro in agricoltura sulla base dei dati del Libro dei Fatti della Cia, messi a confronto con il consumo di energia pro capita sulla base dei dati EIA del 2012. 

L'energia pro capite mostrata nella Figura 2 include solo le fonti energetiche che vengono comprate e vendute nei mercati e quindi che possono essere facilmente conteggiate. Queste includerebbero energia da combustibili fossili ed elettricità generata da diverse fonti (combustibili fossili, idroelettrico, nucleare, eolico, solare FV). Non include altre fonti di energia come: 
  • Energia grigia di dispositivi fatti precedentemente
  • Energia umana
  • Energia animale
  • Letame, legna ed altre biomasse raccolte localmente
  • Energia solare libera che tiene calde le persone e fa crescere i raccolti

Inoltre, riducendo la proporzione della popolazione necessaria per il lavoro in agricoltura, le altre cose che fanno le “moderne” forme di energia sono: 
  1. Permettere a molte più persone di vivere sulla Terra e
  2. Permettere a quelle persone di avere molte più “cose” - grandi case ben riscaldate, automobili, illuminazione dove la si desidera, bagni in casa, negozi pieni di cibo, refrigerazione, telefoni, televisione e Internet. 

La Figura 3 sotto mostra che la popolazione umana è aumentata notevolmente da quando l'uso dei moderni combustibili è iniziato in quantità circa 200 anni fa.



Figura 3. Popolazione dall'Ufficio del Censo Statunitese, sovrapposto all'uso di combustibili fossili (rosso) di Vaclav Smil da Transizioni Energetiche: Storia, Requisiti, Prospettive.

Inoltre, più cibo e migliore, igiene e medicina, parte di ciò che ha permesso alla popolazione di crescere così tanto è stata una riduzione della conflittualità, specialmente fra gruppi di popolazioni vicine. Questa riduzione della violenza sembra essere anche il risultato di una maggiore disponibilità di energia. Nel regno animale, animali simili agli esseri umani come gli scimpanzé, hanno istinti territoriali. Questi istinti territoriali tendono a mantenerne bassa la popolazione totale, perché i singoli maschi tendono a marcare vaste aree come territori propri e combattono con altri della stessa specie che vi entrano. Gli esseri umani sembrano aver superato gran parte della loro tendenza verso la territorialità. Ciò è avvenuto man mano che la diffusa disponibilità di combustibili ha incrementato l'uso del commercio internazionale e reso più vantaggioso per i paesi cooperare coi vicini piuttosto che combatterli. Avere un sistema monetario internazionale è stato a sua volta importante. 

Come “funziona” il sistema di energia ed economia

Ci scambiamo molti prodotti, ma di fatto, il 'valore' di ognuno di quei prodotti è parecchio collegato all'energia. Alcuni che non sembrano essere collegati all'energia, ma che in realtà lo sono, sono i seguenti: 

  • Terreni senza costruzioni – Il valore delle terre dipende da (a) la loro posizione in relazione ad altre posizioni, (b) la quantità di infrastrutture costruite disponibili, come strade, acqua dolce, fognature e rete elettrica e (c) l'adeguatezza della terra alla coltivazione. Tutte queste caratteristiche sono collegate all'energia. La terra con una buona prossimità ad altre posizioni richiede meno combustibile, o meno tempo e meno energia umana, per viaggiare da una posizione all'altra. Le infrastrutture sono beni strumentali, costituiti di energia grigia, che sono già disponibili. L'adeguatezza della terra alla coltivazione ha a che fare col tipo di suolo, la sua profondità, la sua fertilità e la disponibilità di acqua dolce, piovana o da irrigazione. 
  • Educazione – L'educazione non è disponibile in nessuna misura significativa a meno che i lavoratori non possano essere liberati dalle attività agricole attraverso l'uso die moderni prodotti energetici. Studenti, insegnanti e coloro che scrivono libri hanno tutti bisogno che il loro tempo sia liberato dal lavoro in agricoltura, attraverso prodotti energetici avanzati che permettono che bastino meno lavoratori nei campi. Howard T. Odum nella Discesa Prospera ha scritto riguardo all'educazione che riflette un tipo di energia grigia.
  • Energia umana – Prima dell'avvento delle moderne fonti di energia, il valore dell'energia umana proveniva in gran parte dall'energia meccanica fornita dai muscoli. L'energia meccanica oggi può essere fornita in modo molto più economico dai combustibili fossili e da altra energia moderna a buon mercato, abbassando il valore del cosiddetto “lavoro non qualificato”. Nel mondo di oggi, il valore principale che apportano gli esseri umani è la loro capacità intellettuale e le loro capacità comunicative, entrambe migliorate dall'educazione. Come discusso sopra, l'educazione rappresenta un tipo di energia grigia. 
  • Metalli – I metalli abbondanti sono possibili soltanto con le fonti energetiche di oggi che alimentano le attrezzature di estrazione e permettono le enormi quantità di calore necessario per la raffinazione. Prima dell'uso del carbone, la deforestazione era un problema enorme per coloro che usano carbone di legna per fornire il calore necessario alla fusione. E' stato in particolar modo così quando le economie hanno cercato di usare la legna anche per il riscaldamento. Due concetti strettamente collegati sono: 
  • La tecnologia – La tecnologia è un modo di mettere insieme sostanze fisiche (oggi spesso metalli), educazione e energia umana in un modo che permetta la produzione abbondante di dispositivi che migliorino la capacità dell'economia di produrre beni e servizi in modo economico. Come discuterò più aventi, la “convenienza” è una caratteristica importante di qualsiasi cosa venga scambiata nell'economia. Quando la tecnologia rende l'uso dei metalli e di altri prodotti energetici più conveniente, l'estrazione di questi elementi collegati all'energia aumenta grandemente.
  • Specializzazione – la specializzazione è ampiamente usata, anche fra gli insetti come api e formiche. Spesso è possibile che un gruppo di individui ottenga un migliore uso dell'energia a loro disposizione, se i diversi individui del gruppo si occupano di compiti separati. Ciò può essere semplice come il livello di cacciatori-raccoglitori, quando spesso gli uomini si specializzavano nella caccia e le donne nella cura dei bambini e nella raccolta delle piante. Può avvenire anche a livelli avanzati, quando l'educazione (usando energia) può produrre specialisti che possono prestare servizi che in pochi sono in grado di fornire. 

Tecnologia e specializzazione sono modi di costruire complessità nel sistema. Joseph Tainter nel Collasso delle società complesse osserva che la complessità è un modo per risolvere i problemi. Le società, man mano che hanno più energia a propria disposizione, usano l'energia supplementare per aumentare le loro popolazioni e per sostarsi verso una maggiore complessità. Nella mia Figura 1 (che mostra la mia rappresentazione dell'economia), man mano che si aggiunge complessità, vengono aggiunti più nodi al sistema. In senso fisico, questo è il risultato della maggiori disponibilità di energia che scorre nell'economia, forse attraverso l'uso di una nuova tecnologia, come l'irrigazione, o attraverso un'altra tecnica per aumentare l'offerta di cibo, come il taglio degli alberi in un'area fornendo più terra agricola. 

Man mano che fluisce più energia nel sistema, vengono aggiunte imprese sempre più specializzate. Vengono aggiunti più consumatori. I governi spesso giocano un ruolo sempre più ampio, man mano che l'economia si avvale di più risorse per sostenere il governo ed ha ancora risorse per i singoli cittadini. Un'economia nelle sue fasi iniziali è ampiamente basata sull'agricoltura, con pochi ingressi energetici al di fuori dell'energia solare libera, del lavoro umano e di quello animale. L'estrazione di minerali utili può essere fatta comunque. Man mano che vengono aggiunti prodotti energetici (in particolare energia sotto forma di calore), l'economia si allarga rapidamente e può essere aggiunta della produzione. 



Figura 4. Consumo energetico annuale a testa (megajoule) in Inghilterra e nel Galles dal 1561-70 al 1850-9 ed in Italia dal 1861-70. Figura di Wrigley

Man mano che questi prodotti energetici si esauriscono, un'economia tende a spostare la produzione in altre località altrove e a specializzarsi invece sui servizi, che possono essere forniti con minore uso di energia. Quando si fanno questi cambiamenti, un'economia diventa “svuotata” dentro – non può più produrre u beni ed i servizi fondamentali che allo stesso tempo può fornire a sé stessa. 

L'economia diventa invece dipendente da altri paesi per la produzione e l'estrazione di risorse. Gli economisti si rallegrano di un'economia apparentemente meno dipendente dai combustibili fossili, ma questa è un'illusione creata dal fatto che l'energia grigia nei beni importati non viene mai misurata o considerata. Il paese diventa allo stesso tempo più dipendente dai fornitori di tutto il mondo. 
Il modo in cui l'economia è tenuta insieme è attraverso un sistema finanziario. In un certo senso, il prezzo di vendita di qualsiasi prodotto è il valore di mercato dell'energia grigia contenuta in quel prodotto. C'è anche un costo (che è in realtà un costo energetico) della creazione del prodotto. Se il costo di vendita è al di sotto del costo di creazione del prodotto, il mercato riequilibrerà gradualmente, in un modo collimi coi beni e servizi che possono essere creati ad un prezzo di pareggio o più alto, considerando tutti i  costi, anche quelli indiretti come le tasse e la necessità di capitale per l'investimento. Tutti questi costi sono collegati all'energia con parte di questa energia che è energia umana. 

Sia (a) la quantità di beni e servizi prodotti da un'economia e (b) il numero di persone all'interno di un'economia, tendono a crescere nel tempo. Se (a), cioè, la quantità di beni e servizi prodotti, cresce più rapidamente di (b), la popolazione , per cui in media anche gli individui, si ritrovano il proprio standard di vita in crescita. Se succede il contrario, gli individui si ritrovano che il loro standard di vita sta diminuendo. 

La seconda situazione, quelle di uno standard di vita in diminuzione, è la situazione in cui si trovano ora molte persone nei paesi “sviluppati”. A causa della modalità in rete in cui funziona  l'economia, il principale modo per cui questa mancanza di beni e servizi viene ritrasmessa è attraverso al crollo dei salari adattati all'inflazione e alla fine dei default del debito. 

Se la situazione viene rovesciata – cioè l'economia produce più beni e servizi pro capite – il modo in cui quest'informazione viene “telegrafata” alle persone nell'economia è attraverso una combinazione di aumento della disponibilità di posti di lavoro, aumento dei salati al netto dell'inflazione, disponibilità di nuovi prodotti economici sul mercato e surplus per il governo. In una situazione del genere, è probabile che il debito diventi sempre più disponibile a causa delle apparenti buone prospettive dell'economia. La disponibilità di questo debito fa ulteriormente leva sulla crescita dell'economia.
Prodotti energetici esterni come modo di sfruttare l'energia umana

Gli economisti ci dicono che il valore proviene dalla catena di transazioni che viene messa in atto ogni qualvolta qualcuno di noi compra qualche tipo di bene o servizio. Per esempio, se compro una mela in un negozio di alimentari avvia una catena di pagamenti. Il negoziante paga i suoi impiegati, che poi comprano alimenti per sé stessi. Questi poi comprano altri beni di consumo, pagano tasse sul reddito e forse comprano petrolio per i loro veicoli. Gli impiegati pagano i negozi da cui acquistano e questi pagamenti avviano nuove catene di transazioni indirettamente collegate al mio acquisto iniziale di una mela. 

L'acquisto iniziale di una mela potrebbe aiutare anche il negoziante a fare un pagamento sul debito (pagamento + interesse) che il negozio ha, forse un mutuo. Il proprietario del negozio potrebbe anche mettere parte del denaro proveniente dalla mela nel pagamento dei dividendi di un'azione dei proprietari del negozio. Presumibilmente, tutti i recipienti di queste quantità usano le quantità inizialmente provenienti dall'acquisto della mela per pagare a loro volta altre persone nelle proprie catene di spesa. 

In che modo l'uso del petrolio o del carbone o degli animali da tiro differisce dalla semplice creazione della catena di transazioni evidenziata sopra? Prendiamo un esempio che può essere fatto col lavoro manuale unito a un po' di energia grigia degli strumenti o con l'uso di combustibili fossili: le scarpe.

Se un calzolaio fa le scarpe, probabilmente gli ci vorrà molto tempo – diverse ore. Da qualche parte un conciatore dovrà tingere la pelle per fare la scarpa e un agricoltore dovrà allevare animali la cui pelle venga usata nel processo. Prima che venissero aggiunti i combustibili moderni, tutti questi passaggi comportavano molta manodopera. Comprare un paio di scarpe era piuttosto costoso – diciamo l'equivalente alla paga di un giorno o due. Gli stivali potevano valere l'equivalente della paga di una settimana.

Il vantaggio di aggiungere combustibili come il carbone e il petrolio è che ciò permette di fare le scarpe in modo più economico. Il lavoro oggi viene fatto in una fabbrica dove delle macchine alimentate a corrente svolgono gran parte del lavoro che prima veniva svolto dagli esseri umani e i veicoli alimentati a petrolio trasportano i beni al compratore. Il carbone è importante per fare macchine alimentate a corrente usate in questo processo e potrebbe anche venire usato per la generazione di elettricità. L'uso del carbone e del petrolio abbassa i costi di un paio di scarpe ad un prezzo molto più basso – diciamo l'equivalente di due o tre ore di paga. Così, il maggior vantaggio dell'uso dei combustibili moderni è che ciò permette al salario di una persona di arrivare più lontano. Una persona non solo può comprare un paio di scarpe, ma le rimangono soldi per altri beni.

Il fatto che il lavoratore dipendente ora possa comprare ulteriori beni col suo stipendio avvia altre catene di pagamenti – catene che non sarebbero state disponibili se la persona avesse speso una larga fetta del suo salario in scarpe. Questo aumento della “domanda” (in realtà accessibilità) è ciò che permette al resto dell'economia di espandersi più rapidamente degli aumenti della popolazione. 

Così, il grande vantaggio di aggiungere carbone e petrolio all'economia è stato che questi hanno permesso ai beni di essere fatti in modo economico, rispetto a farli soltanto col lavoro umano. In un certo senso, il lavoro umano è molto caro. Se una persona che usa una macchina azionata a petrolio o elettricità fatta col carbone, può fare lo stesso tipo di beni in modo più conveniente, ha amplificato le proprie capacità personali con le capacità del combustibile. Possiamo chiamare questo tecnologia, ma senza il combustibile (per fare le parti di metallo della macchina, per far funzionare il macchinario e per trasportare il prodotto all'utilizzatore finale) non sarebbe stato possibile fare e trasportare le scarpe in modo così conveniente. 

Tutte le aree dell'economia beneficiano di questo approccio basato sull'energia esterna che permette essenzialmente di rendere il lavoro umano più efficiente. I salari aumentano riflettendo l'apparente efficienza del lavoratore (in realtà di lavoratore + macchina + combustibile per la macchina). Così, se un lavoratore ha un lavoro nell'economia condizionato da questo miglioramento, potrebbe ottenere un doppio beneficio – salario più alto e il beneficio del prezzo delle scarpe più basso. I governi avranno delle entrate dalle tasse maggiori, sia sui salari (a causa della nuova catena di valori e del salario più alto per via della “efficienza”) sia sulle tasse pagate in relazione all'estrazione del petrolio, ipotizzando che l'estrazione venga fatta localmente. Le entrate governative addizionali possono essere usate per fare strade. Queste strade forniscono ai produttori di scarpe un modo per consegnare i loro beni a mercati più lontani, migliorando ulteriormente il processo. 

Cosa succede se il prezzo del petrolio aumenta a causa dei costi di estrazione? Ci si può attendere che tale aumento del costo di estrazione alla fine si verifichi, perché estraiamo prima il petrolio più facile e più economico da estrarre. Quando viene fatta ulteriore estrazione in seguito, i costi sono maggiori per diverse ragioni: i pozzi devono essere più profondi, o in zone più difficilmente accessibili, o richiedono il fracking, o sono in paesi che necessitano di proventi dalle tasse alti per mantenere buone le popolazioni locali. I costi maggiori riflettono il fatto che usiamo più lavoratori e più risorse di ogni tipo per produrre un barile di petrolio. 

Qualcuno vedrebbe questi costi più alti come un impatto “buono”, visto che questi portano a nuove catene di pagamenti, per esempio, collegate alla sabbia per il fracking ed altri prodotti che prima non venivano usati. Ma il costo maggiore rappresenta in realtà un tipo di ritorno decrescente che ha un impatto molto negativo sull'economia. 

La ragione per cui il maggiore costo del petrolio ha un effetto negativo sull'economia è che i salari non salgono per compensare questa nuova serie di costi di produzione. Se guardiamo l'esempio precedente, è un po' come tornare parzialmente indietro a fare le scarpe a mano. Gli economisti spesso sottolineano che i maggiori prezzi di produzione del petrolio danneggiano gli importatori di petrolio. Questa è solo una metà del problema, però. I maggiori costi della produzione di petrolio portano ad una situazione in cui nel mondo vengono prodotti meno beni e servizi (rispetto a quelli che verrebbero altrimenti prodotti), perché l'uso concentrato di risorse da parte del settore petrolifero per produrre solo un piccola quantità in più di petrolio rispetto a quella prodotta in passato. Quando ciò accade, meno risorse (compresi i lavoratori) rimangono a disposizione del resto del mondo per produrre altro. L'aumento dell'uso di risorse da parte del settore petrolifero è una specie di cancro che cresce fiaccando la forza di un paziente. Le nazioni importatrici di petrolio vengono colpite due volte, perché partecipano alla diminuzione mondiale della produzione di beni e perché, come importatrici, perdono i benefici di estrarre vendere il petrolio. 

Un altro modo di vedere l'impatto dei prezzi del petrolio più alti è guardando la situazione dal punto di vista dei consumatori, delle imprese e dei governi. I consumatori riducono le spese voluttuarie per adattarsi al prezzo del petrolio più alto, come si riflette sui maggiori prezzi di petrolio e cibo. Questa riduzione innesca tutta una catena di riduzioni in altri acquisti. Le imprese si rendono conto che un grande costo di produzione (il petrolio) è più alto, ma i salari dei compratori non lo sono. Rispondo come possono – spuntando i salari (visto che sono un altro costo di produzione), delocalizzando la produzione in parti del mondo con salari più bassi o automatizzando ulteriormente il processo, tagliando di più i salari più alti dal processo. I governi si ritrovano appesantiti da più disoccupazione e meno introiti dalle tasse. 

Infatti, se guardiamo i dati, vediamo esattamente l'effetto atteso. I salari tendono ad aumentare quando i prezzi del petrolio sono bassi e perdono la capacità di aumentare quando i prezzi del petrolio sono alti (Figura 5) Il livello del prezzo del petrolio dal quale i salari smettono di crescere sembra essere di circa 40 dollari al barile, negli Stati Uniti.



Figura 5. Salari medi in dollari del 2012 confrontati col prezzo del Brent, sempre in dollari del 2012. I salari medi sono i salari totali basati sui dati BEA adattati da CPI-Urban, divisi per la popolazione totale. Così, riflettono i cambiamenti della percentuale di popolazione impiegata così come i livelli di salario. 

E se i prezzi del petrolio sono artificialmente e temporaneamente bassi? L'inganno è che non tutti i costi delle società produttrici di petrolio possono essere pagati con prezzi così bassi. Forse il costo della gestione di giacimenti già esistenti sarebbe a posto e le spese quotidiane dell'estrazione di petrolio mediorientale potrebbero essere coperte. Le parti della catena che vengono spremute per prime sembrano essere meno essenziali su base quotidiana – tasse ai governi, finanziamenti per nuove esplorazioni, finanziamenti per ripagare il debito e finanziamenti per i dividendi degli assicurati. 

Sfortunatamente, non possiamo far funzionare il business del petrolio su un sistema così parziale. Le imprese hanno bisogno di coprire sia i loro costi diretti che indiretti. I prezzi del petrolio bassi creano un sistema pronto a collassare, man mano che la produzione petrolifera diminuisce e la capacità di sfruttare il lavoro umano con fonti di energia più economiche diminuisce. I prezzi del petrolio in aumento fino al livello di prezzo pieno necessario probabilmente sarà un problema in futuro, perché le società petrolifere richiedono debito per finanziare nuova produzione. (Questa nuova produzione è richiesta per compensare i declini dei giacimenti esistenti). Coi prezzi del petrolio bassi – o anche coi prezzi altamente variabili – la quantità che può essere presa in prestito diminuisce e i costi dell'interesse aumentano. Questa combinazione rende impossibili i nuovi investimenti. 

Se l'aumento del costo dei prodotti energetici, dovuto ai ritorni decrescenti, tende ad eliminare la crescita economica, come aggiriamo il problema? Per produrre crescita economica è necessario produrre beni in modo tale che questi diventino sempre più convenienti nel tempo in relazione ai salari. E' chiaro che questo non è accaduto recentemente. La tentazione che le imprese hanno di fronte nel cercare di produrre questo effetto è quella di eliminare del tutto i lavoratori – di automatizzare il processo. Questo non funziona, perché sono i lavoratori che devono essere in grado di comprare i prodotti. I governi devono diventare enormi per gestire i pagamenti di trasferimento a tutti i lavoratori disoccupati. E chi pagherà tutte quelle tasse?

La risposta popolare al nostro problema di ritorni decrescenti è più efficienza, ma l'efficienza raramente aggiunge più del 1 o 2% alla crescita economica. Abbiamo lavorato duramente sull'efficienza negli ultimi anni, ma i risultati di crescita economica complessivi non sono stati granché negli Stati Uniti, in Europa e in Giappone. Sappiamo che i sistemi dissipativi funzionano usando sempre più energia finché non raggiungono un punto in cui i ritorni decrescenti alla fine lo spingono al collasso. Così, un'altra soluzione sembra essere di continuare ad aggiungere tanta energia economica possiamo al sistema. Questo approccio non funziona a sua volta granché bene. Il carbone tende ad essere inquinante, sia da un punto di vista dell'aria (vedi in Cina) sia da un punto di vista del CO2. E' stato suggerito anche il nucleare, ma ha altri problemi di inquinamento e può essere a sua volta caro. Sostituire con una fonte di produzione di elettricità più costosa una fonte già esistente di produzione di energia funziona nella direzione opposta – nella direzione di un prezzo più alto dei beni in relazione ai salari e quindi più ritorni decrescenti. Andare avanti con la crescita economica a sua volta non funziona. Ciò tende a ridurre il sistema del debito, che è parte integrante di tutto il sistema. Ma questo è un argomento per un altro post. 

Nota su altre misure energetiche

Il lettore noterà che nella mia analisi, uso il costo (in dollari o altre valute) della produzione di energia, compresi i costi indiretti che sono difficili da misurare, come i finanziamenti necessari ai governi da parte delle tasse, il costo di interessi e dividendi e il costo dei nuovi investimenti. Il mondo accademico usa altri parametri che pretendono di misurare i requisiti energetici. Questi non misurano la stessa cosa. 

Serve cautela nell'uso di questi parametri, gli studi che usano questi parametri sembrano spesso raccomandare l'uso di una fonte di energia che è costosa da produrre e distribuire se vengono considerati tutti i costi. La mia analisi indica che i prodotti energetici ad alto costo promuovono la contrazione economica a prescindere da quanto i loro risultati di EROEI o Life Cycle Assessment - LCA (Valutazione del Ciclo di Vita) sembrano suggerire.