Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR
Il rapporto fra clima e collasso delle civiltà è un tema molto discusso. Dal recente collasso dello stato Siriano a quello molto più antico della civiltà dell'Età del Bronzo, i cambiamenti climatici sono stati visti come i colpevoli di diversi disastri successi alle società umane. Tuttavia, un punto di vista alternativo del collasso della società lo vede come il risultato naturale (“sistemico”) dei ritorni decrescenti che una società ottiene dalle risorse che sfrutta. E' il concetto definito “ritorni decrescenti della complessità” da Joseph A. Tainter. Su questo punto, potremmo dire che potrebbero benissimo esserci diverse cause del collasso di una società. Cambiamento climatico ed esaurimento delle risorse possono indebolire sufficientemente le strutture di controllo di qualsiasi civiltà da piegarla e farla scomparire. Nel caso dell'Impero Romano d'Occidente, tuttavia, i dati pubblicati da Buentgen et al. confermano totalmente l'interpretazione di Tainter del collasso dell'Impero Romano: è stato un collasso sistemico, NON è stato causato dal cambiamento climatico.
dai dati, possiamo vedere che c'è stato un episodio di raffreddamento che probabilmente ha condizionato tutta l'Eurasia e che è cominciato con l'inizio del sesto secolo D.C.. Questo periodo si chiama LALIA (Late Antiquity Little Ice Age) e sembra essere stato più forte della più famosa LIA (Little Ice Age) che si è verificata durante il diciottesimo e diciannovesimo secolo. Apparentemente, la LALIA è stata causata da una serie di eruzioni vulcaniche che hanno iniettato grandi quantità di particolato nell'atmosfera, raffreddandola riflettendo la luce solare. In generale, le temperature sono scese di un paio di gradi in confronto al periodo che chiamiamo “Periodo Romano Caldo”.
Un raffreddamento davvero brutale, sì, e sicuramente ha avuto effetti sulla vita umana, come discusso in modo esteso nell'articolo di Buentgen et al.. Ma non ha avuto niente a che fare con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il cui declino era iniziato almeno due secoli prima. L'Impero ha iniziato la sua fase di disintegrazione finale con l'inizio del quinto secolo, quando non è più stato in grado di presidiare le fortificazioni ai confini. Poi, Roma è stata saccheggiata una prima volta nel 410 D.C. E infine distrutta dai Vandali nel 455 D.C. E' stata questa la vera fine dell'Impero d'Occidente, anche se, per qualche decennio, ci sono stati ancora individui che rivendicavano il titolo di Imperatori. Ma tutto questo è avvenuto in un periodo di clima relativamente stabile, perlomeno da quello che possiamo dire circa i dati disponibili. Così, il collasso è stato sistemico, collegato a fattori diversi dal clima e, secondo me, principalmente legati al collasso del sistema finanziario Romano, causato a sua volta dall'esaurimento dei minerali.
Ma potrebbe essere che, dopo tutto, ci sia una correlazione fra il collasso Romano e il cambiamento climatico? Solo che potrebbe essere il contrario di ciò che a volte abbiamo proposto: può il collasso Romano aver causato il raffreddamento di LALIA (o, perlomeno, aver contribuito ad esso)? L'idea non è fuori di testa: il collasso della popolazione verificatosi con la caduta dell'Impero potrebbe aver portato a livelli considerevoli di riforestazione dell'Europa occidentale e ciò avrebbe riassorbito il CO2 dall'atmosfera. Questo avrebbe potuto essere un fattore aggiunto al raffreddamento da vulcani. E' un'idea già espressa qualche anno fa da William Ruddiman. Sembra essere fuori moda, oggigiorno, ma penso che dovrebbe essere esplorata di più.
Alla fine, questa storia ci può insegnare molto: per prima cosa, quanto sia fragile il clima. Nell'interpretazione di Buentgen et al., solo tre eruzioni vulcaniche – relativamente grandi, ma non realmente gigantesche – sono state sufficienti a causare un raffreddamento di 2°C esteso su tutta l'Eurasia. Pensate a quale potrebbe essere l'effetto se dovesse succedere qualcosa di simile ai giorni nostri! Poi, mostra anche in che modo la situazione, oggi, sia del tutto cambiata. Le temperature hanno preso una tendenza completamente diversa con l'inizio di emissioni su vasta scala di emissioni di gas serra nell'atmosfera. Incidentalmente, questi dati confermano i dati della "Mazza da Hockey" di Michael Mann ed altri. Il riscaldamento globale è reale, il clima terrestre è fragile e siamo in guai seri.
Immagine dall'articolo di Buentgen et al., pubblicato su "Nature Geoscience" l'8 febbraio 2016. Le curve rosse sono i cambiamenti di temperatura ricostruiti dagli anelli degli alberi nell'Altai russo (curva in alto) e della Alpi europee (curva in basso). Osservate il notevole crollo delle temperature che ha avuto luogo a partire dal sesto secolo D.C.. Ma, a quel punto, l'Impero Romano d'Occidente è bello che andato. Il suo collasso NON è stato causato dal cambiamento climatico.
Il rapporto fra clima e collasso delle civiltà è un tema molto discusso. Dal recente collasso dello stato Siriano a quello molto più antico della civiltà dell'Età del Bronzo, i cambiamenti climatici sono stati visti come i colpevoli di diversi disastri successi alle società umane. Tuttavia, un punto di vista alternativo del collasso della società lo vede come il risultato naturale (“sistemico”) dei ritorni decrescenti che una società ottiene dalle risorse che sfrutta. E' il concetto definito “ritorni decrescenti della complessità” da Joseph A. Tainter. Su questo punto, potremmo dire che potrebbero benissimo esserci diverse cause del collasso di una società. Cambiamento climatico ed esaurimento delle risorse possono indebolire sufficientemente le strutture di controllo di qualsiasi civiltà da piegarla e farla scomparire. Nel caso dell'Impero Romano d'Occidente, tuttavia, i dati pubblicati da Buentgen et al. confermano totalmente l'interpretazione di Tainter del collasso dell'Impero Romano: è stato un collasso sistemico, NON è stato causato dal cambiamento climatico.
dai dati, possiamo vedere che c'è stato un episodio di raffreddamento che probabilmente ha condizionato tutta l'Eurasia e che è cominciato con l'inizio del sesto secolo D.C.. Questo periodo si chiama LALIA (Late Antiquity Little Ice Age) e sembra essere stato più forte della più famosa LIA (Little Ice Age) che si è verificata durante il diciottesimo e diciannovesimo secolo. Apparentemente, la LALIA è stata causata da una serie di eruzioni vulcaniche che hanno iniettato grandi quantità di particolato nell'atmosfera, raffreddandola riflettendo la luce solare. In generale, le temperature sono scese di un paio di gradi in confronto al periodo che chiamiamo “Periodo Romano Caldo”.
Un raffreddamento davvero brutale, sì, e sicuramente ha avuto effetti sulla vita umana, come discusso in modo esteso nell'articolo di Buentgen et al.. Ma non ha avuto niente a che fare con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente, il cui declino era iniziato almeno due secoli prima. L'Impero ha iniziato la sua fase di disintegrazione finale con l'inizio del quinto secolo, quando non è più stato in grado di presidiare le fortificazioni ai confini. Poi, Roma è stata saccheggiata una prima volta nel 410 D.C. E infine distrutta dai Vandali nel 455 D.C. E' stata questa la vera fine dell'Impero d'Occidente, anche se, per qualche decennio, ci sono stati ancora individui che rivendicavano il titolo di Imperatori. Ma tutto questo è avvenuto in un periodo di clima relativamente stabile, perlomeno da quello che possiamo dire circa i dati disponibili. Così, il collasso è stato sistemico, collegato a fattori diversi dal clima e, secondo me, principalmente legati al collasso del sistema finanziario Romano, causato a sua volta dall'esaurimento dei minerali.
Ma potrebbe essere che, dopo tutto, ci sia una correlazione fra il collasso Romano e il cambiamento climatico? Solo che potrebbe essere il contrario di ciò che a volte abbiamo proposto: può il collasso Romano aver causato il raffreddamento di LALIA (o, perlomeno, aver contribuito ad esso)? L'idea non è fuori di testa: il collasso della popolazione verificatosi con la caduta dell'Impero potrebbe aver portato a livelli considerevoli di riforestazione dell'Europa occidentale e ciò avrebbe riassorbito il CO2 dall'atmosfera. Questo avrebbe potuto essere un fattore aggiunto al raffreddamento da vulcani. E' un'idea già espressa qualche anno fa da William Ruddiman. Sembra essere fuori moda, oggigiorno, ma penso che dovrebbe essere esplorata di più.
Alla fine, questa storia ci può insegnare molto: per prima cosa, quanto sia fragile il clima. Nell'interpretazione di Buentgen et al., solo tre eruzioni vulcaniche – relativamente grandi, ma non realmente gigantesche – sono state sufficienti a causare un raffreddamento di 2°C esteso su tutta l'Eurasia. Pensate a quale potrebbe essere l'effetto se dovesse succedere qualcosa di simile ai giorni nostri! Poi, mostra anche in che modo la situazione, oggi, sia del tutto cambiata. Le temperature hanno preso una tendenza completamente diversa con l'inizio di emissioni su vasta scala di emissioni di gas serra nell'atmosfera. Incidentalmente, questi dati confermano i dati della "Mazza da Hockey" di Michael Mann ed altri. Il riscaldamento globale è reale, il clima terrestre è fragile e siamo in guai seri.
certo che decine di mln di schiavi in meno a tagliare alberi per riscaldare le case e le caserme dei romani devono aver contribuito alla riforestazione con forte riduzione di legna bruciata per i più molteplici usi, non solo per riscaldamento. Fucine per armi e per altri metalli (ho visto tubi di piombo nelle rovine di una stazione di posta romana a Collesalvetti, che non avevano nulla da invidiare a quelli attuali in ferro) dovevano essere all'ordine del giorno fino al crollo dell'impero.uò essere una prova che un collasso della popolazione comporta un raffreddamento.
RispondiEliminaI grandi imperi asiatici, contemporanei ai romani, non hanno avuto la stessa sorte. Il rapporto popolazione territorio non era certo l'attuale. Cerchiamo di vedere le cose con un po' di obbiettività e meno euro-centrismo )-:
RispondiEliminaScusate ma a mè questa storia che l'Impero Romano abbia influenzato il clima in un senso con l'emissione di CO2 a causa del riscaldamento a Ipocausto o delle Terme e nell'altro con la riforestazione dopo la sua caduta mi sembra una fesseria.
RispondiEliminaL'impronta sull'ambiente che aveva un Romano rispetto ai giorni nostri era come minimo di un ordine di grandezza inferiore, oggi un Europeo emette a testa CO2 per un ordine di grandezza superiore e per quanto riguarda la copertura delle foreste abbiamo tagliato un ordine di grandezza in più oggi che l'Impero allora,và calcolato anche il taglio delle foreste equatoriali e dei territori degli attuali USA e quindi se bastasse questo a questo punto il mondo sarebbe già finito.
Poi che l'economia dell'Impero Romano si basasse sulle conquiste e quindi destinato a crollare in partenza per esaurimento delle risorse conquistabili è la solita giustificazione che gli storici danno copiandosi l'un l'altro da almeno un secolo a questa parte senza la briga di eseguire qualche verifica scientifica, la giustificazione nasce dalla malafede di chi pensa che la caduta sia stata dovuta ad una cattiva gestione interna e siccome noi siamo più intelligenti non ci accadrà la stessa cosa, altrimenti bisognerebbe ammettere che anche noi siamo potenzialmente a rischio visto che non è sta una questione di intelligenza ammesso di dire che noi siamo intelligenti quanto i Romani e su questo ho qualche dubbio, in termini di gestione di grandi sistemi forse loro erano più bravi di noi che praticamente non siamo capaci di gestire nulla, la nostra è una economia mercantilistica pura, basata sul profitto dello scambio dei beni tra privati, senza nessuna possibilità di essere guidata , non siamo nemmeno capaci di rispettare i seppur modesto protocollo di Kyoto o forse ma solo grazie alla crisi economica , quello della crisi economica è un'altra dimostrazione che non stiamo gestendo nulla.
La stragrande parte dell'economia dell'Impero non era basata sulle conquiste, ma sull'agricoltura ed essenzialmente sulla coltivazione dei cereali che fornivano l'80% dell'apporto calorico alle popolazioni, a partire dal I secolo DC il clima nell'Europa si è raffreddato e la piovosità ha cominciato a diminuire nell'Africa del nord soprattutto in Egitto che era una importante fonte di cereali per l'Impero, per esempio l'Egitto da esportatore netto di Cereali divenne a malapena in grado di garantire l'autosufficienza .
Le piramidi che adesso sono in mezzo al deserto una volta si trovano in mezzo ad una zona verde e Cartagine che adesso è su un territorio arido ai tempi dell'Impero Romano era in un territorio lussureggiante.