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sabato 1 gennaio 2022

Le Bufale portano una bandiera con sopra scritto "Bufala." Come evitare di essere imbrogliati

 


Post di Capodanno 2022: nell'anno che viene, continueremo a farci imbrogliare così facilmente come negli ultimi anni? Il primo passo per evitarlo è capire i meccanismi con cui ci imbrogliano. Qui, vi racconto una storia in proposito. Nell'immagine una bufala finanziaria di qualche anno fa. Peccato che il filmato di cui parlo sia sparito dal Web, era un piccolo capolavoro dell'arte dell'imbroglio. (update, il filmato si trova ancora a https://www.youtube.com/watch?v=oFh_GSbLv-4). Guardatelo perché è stupendo!


Quando vi scrive uno che si qualifica come un principe Nigeriano e vi chiede soldi per recuperare 50 milioni di Euro bloccati in una banca svizzera, non ci state a pensare troppo sopra prima di cliccare sul tasto "elimina." Ci possiamo anche domandare come sia possibile che qualcuno caschi in un imbroglio tanto ovvio. Eppure, qualcuno ci deve cascare per davvero, altrimenti gli imbrogli alla nigeriana non esisterebbero, e nemmeno tanti altri imbrogli solo un tantino più sofisticati. (nota: il termine "imbroglio alla nigeriana" è una definizione comune di un certo tipo di imbroglio. Non va inteso come un insulto nei riguardi dei nigeriani che, per quanto mi risulta, sono bravissime persone)  

Questa faccenda apre una finestra su una caratteristica della mente umana che tendiamo a ignorare. E' parte di un conflitto tra bugia e verità che probabilmente continua fin dai nostri antenati del paleolitico. Imbrogliare il tuo prossimo può dare dei grandi benefici, ma è anche pericoloso. Il tuo prossimo si può imbufalire non poco quando scopre il trucco e rincorrerti con la sua ascia di pietra. 

Per questa ragione esistono strategie e contro-strategie della bufala. La principale è quella di dire subito che la bufala è una bufala (le bufale portano la bandiera)

La caratteristica degli imbroglio alla nigeriana è proprio questa: sono imbrogli così ovvi che se uno ci casca poi non può che maledire se stesso. E prima di arrivare a maledire se stesso, cercherà ogni scusa ragionevole e irragionevole per auto-convincersi che quello che gli ha portato via i soldi è veramente un principe nigeriano con un conto in banca in Svizzera. 

Il meccanismo funziona sempre allo stesso modo, anche se non sempre in modo così evidente. Ve lo spiego con un esempio di qualche anno fa, di cui ho parlato in un post su Cassandra's Legacy. Era a proposito di un clip pubblicitario per un sito finanziario dove, subito al primo minuto, compare un signore con l'aria molto sicura di sè che dice "Sono Michael Crawford, avrete sicuramente letto di me su Forbes." (il filmato è nel frattempo sparito dal Web, ma lo potete trovare menzionato anche, per esempio, a questo link.)

Ti bastano 30 secondi per verificare che non esiste nessun Michael Crawford che sia mai stato menzionato su Forbes. Non è un'ingenuità da parte dell'imbroglione: è una scelta precisa per selezionare gli ingenui. 

Una volta selezionato il target, gli puoi raccontare più o meno quello che vuoi. Qui, il protagonista, il cosiddetto Michal Crawford, ripete molte volte -- in modo quasi ossessionante -- che quello che sta facendo non lo fa per profitto. Lo fa per amore dell'umanità, per il puro piacere di aiutare la gente. Anche questa è una tecnica per selezionare gli ingenui. Se credono veramente che un'ipotetico genio della finanza si rivolga a loro soltanto per aiutarli, sono facilmente influenzabili e imbrogliabili. 

Questa tecnica cerca di sviluppare fiducia negli interlocutori. E' impressionante come la si possa ottenere ripetendo esplicitamente "datemi fiducia, me la merito." E' una delle tecniche più note e più efficaci della propaganda. Ripetendo un concetto molte volte, finisce per diventare familiare, e quindi vero. 

Ora, è noto che la verità è sempre basata sulla fiducia, ma la fiducia può essere -- e spesso è -- mal riposta. Lo vedete nel filmato di cui stiamo parlando, ma è normale. 

La cosa interessante della faccenda è che l'abuso della fiducia segue certe regole. Una di quelle di base è di raccontare balle talmente assurde da essere immediatamente smontabili. Facendo così, chi si impegna nella bufala ottiene più di un vantaggio. In primo luogo, seleziona quelli che sono abbastanza ingenui da cascarci. In secondo luogo, quelli che ci cascano si trovano invischiati in un meccanismo in cui ammettere di essere stati imbrogliati vorrebbe dire ammettere la propria ingenuità. Così, finiscono per auto-imbrogliarsi.

A questo punto avete capito come funzionano questi trucchi. Ma la cosa importante è capire quanto è comune e diffuso e lo usano tutti, in particolare i governi. Ti chiedono fiducia per fare qualcosa che vi dicono che stanno facendo soltanto per farvi un piacere. Non vi sto a dire esplicitamente a cosa mi riferisco, ma vi sarete sicuramente accorti del trucco che vi hanno giocato negli ultimi tempi. La grande maggioranza di noi ci sono cascati perché ci è stato proposto da persone che sembravano rispettabili e sembrava sapessero cosa dicevano. Dopo esserci cascati, ovviamente, nessuno vuole ammettere di essere stato imbrogliato. 

Questo è il post di Capodanno del 2022. Sarà un anno difficile, ma cerchiamo perlomeno di non farci imbrogliare così facilmente come è successo negli anni scorsi. E buon anno a tutti!




martedì 12 maggio 2020

CO2 nell'atmosfera: I conti non tornano. La storia del riscaldamento globale era tutta un imbroglio?



Dati dal NOAA sulla concentrazione di CO2 nell'atmosfera misurati il 2 Maggio all'osservatorio di Mauna Loa, alle Hawai'i. Vedete come la concentrazione di CO2 sia aumentata nonostante che il lockdown abbia ridotto le emissioni. Questo, ovviamente, vuol dire che tutta la scienza del clima è un imbroglio. Giusto? Ahem......


Vi ricordate la storiella dei due polacchi in automobile? A un certo punto, quello alla guida chiede all'altro "mi dici se funziona la freccia?" Quello si sporge dal finestrino e dice, "ora si, ora no, ora si, ora no......" 

Lo so che da noi questo tipo di barzellette non hanno i polacchi come bersaglio (come invece si usa in America). Mi scuso con gli amici polacchi, ma capiranno per quale ragione li ho menzionati. In ogni caso, la storiella non va intesa come un'offesa per le persone diversamente intelligenti per motivi fisici che meritano ogni rispetto da parte nostra, ma come una critica per quelli che hanno un cervello normale ma non lo usano. 

Mi riferisco a una discussione che si è vista recentemente su Facebook, dove qualcuno ha presentato il grafico che vedete più sopra argomentando che tutta la faccenda del CO2 come gas serra era una fesseria e, a proposito di Greta Thunberg, "ora la bimba possiamo rimandarla a scuola." 

Ne è seguita la solita baruffa, con commenti a lettere maiuscole, insulti vari, e accidenti qui e là contro gli scienziati e tu sei un incompetente, no tu, eccetera. Il che ha dimostrato come molta gente non ha ritegno a comportarsi come quello che diceva della freccia che funziona "ora si, ora no...."

E, come al solito, certe cose ti fanno cadere le braccia (o altre parti del corpo, a piacere). Non importa essere climatologi per capire come stanno le cose. Ci vogliono pochi minuti per fare una ricerchina sul Web e capire come stanno le cose. E se poi non la sapete fare basta chiedere a chi ha un minimo di competenza scientifica per farla. Guardate, ve lo racconto rapidamente

Allora, l'osservatorio ti Mauna Loa misura la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Sono un po' di più di 700 miliardi di tonnellate di carbonio che corrispondono a una concentrazione MEDIA di un po' di più di 400 parti per milione (ppm). 

Ogni anno emettiamo circa 10 miliardi di tonnellate (Gt) di carbonio bruciando combustibili fossili. Di questi, circa 5 Gt rimangono in atmosfera, il resto è assorbito dall'oceano o dalla biosfera. In pratica ogni anno si osserva un aumento MEDIO della concentrazione di circa 2.5 parti per milione. 

Questo vuol dire che l'aumento GIORNALIERO è poche parti per MILIARDO. E vedete benissimo dal grafico come l'errore sperimentale giornaliero è ben superiore (per non parlare delle misure a risoluzione oraria!) In pratica, l'aumento di concentrazione della CO2 si vede solo su una media su scala annuale. Su scale più brevi è mascherato, oltre che dall'errore sperimentale, dalle oscillazioni stagionali del metabolismo della biosfera. 

Aggiungiamo anche che qui si pretenderebbe di vedere una variazione di una variazione! Ovvero, mettiamo che il lockdown abbia ridotto le emissioni del 30% negli ultimi due mesi -- questo vorrebbe dire cercare di vedere una variazione di 2.5*2/12*.3= circa 0.1 ppm! Siamo ben sotto i limiti di rilevazione sperimentale e l'apparente aumento del 2 Maggio è soltanto un'oscillazione nella misura, come se ne vedono in tutte le misure. Infatti, se guardiamo la stessa serie di dati com'era l'11 Maggio lo vediamo bene:

Dovremo aspettare almeno alcuni mesi -- meglio un anno -- per vedere l'effetto della riduzione delle emissioni. Guardare i dati solo per qualche giorno è come pensare che la freccia di un automobile funzioni o non funzioni a seconda che uno la veda accesa o spenta in quel momento.

Ma allora, ragazzi, quando vi mettete a discutere su Facebook, non sarebbe il caso di connettere il cervello alla tastiera per non fare la figura del polacco in automobile?


(nota: i commenti del blog sono chiusi per evitare un'invasione di polacchi. Semmai, commentate sulla mia pagina di Facebook.)

giovedì 28 marzo 2019

Un esercizio di decifrazione sul Web: chi è la misteriosa donna del WC da 3 Miilioni di dollari?.

Sull'Internet si trovano le cose più strane e tutti sembrano non avere altra occupazione che cercare di imbrogliarci. Allora, ecco un piccolo esempio di stranezza decifrata



L'altro giorno giravo per Internet quando mi è apparsa davanti l'immagine che vedete qui sopra. Per la cronaca, stavo sull'orribile sito climatonegazionista di Anthony Watts, ma le pubblicità che ti arrivano non dipendono dal sito su cui sei. E, sempre per la cronaca, cliccando sull'immagine mi portava a un sito dove si dicono meraviglie di Silvio Berlusconi -- una tipica foto da "click-bait."

Però, mi è rimasta la curiosità di cosa fosse questa immagine. La tipa è fatta di gomma, o cosa? E poi, che vuol dire "La donna imbarazzata lascia il WC $ 3,3 milioni più ricco!" Eh? Probabilmente il testo ha perso comprensibilità perché è stato tradotto da qualche lingua che non è l'Italiano. Mi era anche venuto in mente che in spagnolo "embarasada" vuol dire "incinta" -- ma la tipa non è certamente incinta. Diciamo che potrebbe essere pre-incinta nel senso dei segnali di richiesta di accoppiamento che manda ai maschi della sua specie, ma questo non è certamente il senso della didascalia.

Sono quelle cose che ti incuriosiscono abbastanza da farci una ricerca sopra. L'Internet è pieno di cose strane, questa è una di quelle. Allora chi è la tizia così ben plastificata e cosa vuol dire quella strana scritta del WC da 3 milioni di dollari? Mi sono messo a lavorarci sopra.

Usando "tineye" un motore di ricerca inverso per immagini, si riesce a ritrovare l'originale della foto duplicata più sopra. Eccolo qui



Dal sito di Getty images, potete anche tirar fuori il nome della signora, che risulta non essere di gomma (perlomeno non tutta) e chiamarsi Maria Yotta, ovvero Maria Hering prima di sposarsi con il sig. Bastian Yotta. E' tedesca ed è nata nel 1988. La trovate facilmente sul Web, spesso vestita in abiti alquanto succinti. Apparentemente, questa signora e suo marito facevano una vita principesca in America, belle case con piscina, Ferrari nel cortile, quel tipo di cose. Poi si sono lasciati, e adesso la trovate su Facebook come Maria Hering.

Trovato chi è la tizia, rimane il mistero del significato della didascalia. Qui, posso fare un ipotesi che mi sembra ragionevole. Maria Yotta è tedesca, quindi può essere che il testo in italiano sia stato tradotto dal tedesco. Ora, in tedesco, WC ha lo stesso significato che ha in Italiano e in Inglese, ma in tedesco si usa anche l'abbreviazione WG, Wohngemeinschaft, che vuol dire "appartamento in comune." Allora, forse un intervento del correttore automatico ha trasformato WG in WC. 

A questo punto, le cose sembrano avere una certa logica. Se la tipa si è lasciata con il suo uomo, Bastian Yotta, deve aver lasciato anche l'appartamento che valeva 3.3 milioni di dollari che avevano in comune. Questo la potrebbe effettivamente avere "imbarazzata" nel senso di "sconvolta" un po'. Allora, questo è il significato della misteriosa didascalia. Vedete il metodo scientifico? Wunderbar!!!

Allora, che cosa si impara da questa storia? Non credo che vi interessi particolarmente sapere altre cose su Maria Hering salvo notare come la poveraccia si è ridotta per avere un po' di notorietà. Chisà, magari è anche una persona intelligente, ma in quello stato non è una qualità che nessuno noterà di lei. 

A parte questo, il punto è che se avete un po' di pazienza abbiamo gli strumenti per capire molte cose di quello che ci raccontano. Su internet tutti cercano di imbrogliarvi, ma avete anche gli strumenti per evitarlo. Se ci cascate, non avete scuse!!



giovedì 14 aprile 2016

La trappola della scimmia


Di Jacopo Simonetta.

Questo articolo è già stato pubblicato sul n. 8 della rivista online "Overshoot".   Il numero è scaricabile gratuitamente a questo link:  http://www.rientrodolce.org/

La trappola della scimmia è un recipiente che contiene qualcosa di molto buono da mangiare; la scimmia vi infila la mano per prenderlo, ma il pugno chiuso non può uscire dalla bocca del vaso.   In realtà niente impedisce all'animale di lasciare l’esca e andarsene, ma non vuole rinunciare alla sua leccornia e così continua a stringere.   Ma più si agita, più monta il panico e più si stringono le dita, finché arriva il cacciatore che uccide la scimmia e se la mangia.

Oggetto reale o metafora dell’avidità umana poco importa. Qui vorrei utilizzarla come spunto per una riflessione su qualcosa che a noi umani è molto caro.   Qualcosa da cui siamo abituati ad attenderci ogni bene e che può diventare una trappola mortale.

Per arrivarci vorrei partire da un modello economico proposto da Herman Daly per spiegare come l’incremento della produzione di beni e servizi non necessariamente giova all'economia; anzi può diventare la macchina che la distrugge.  Sembra un paradosso, ma non lo è, come molti dei fenomeni che stanno condizionando il nostro presente ed il nostro futuro.

Partiamo da una semplice considerazione: ad ogni incremento della produzione corrisponde un aumento del vantaggio per il produttore.  Se vendere 100 pizze al giorno porta un determinato vantaggio, poniamo 100 euro di guadagno netto, produrre 200 pizze dovrebbe dare un vantaggio maggiore.   Di solito è così, ma di quanto?   Non di altri 100 €.   Perché?   Perché incrementando la disponibilità di un bene diminuisce il desiderio per il medesimo, mentre aumentano le spese per produrlo e commercializzarlo.

Ad ogni attività commerciale, come ai processi biologici, si applica l’implacabile legge dei ritorni decrescenti.   Qualunque cosa cresca, da un certo momento in poi, comincia ad incontrare una resistenza sempre maggiore al suo sviluppo finché questo necessariamente si arresta.
In termini termodinamici la faccenda si spiega col fatto che, man mano che qualcosa cresce, aumentano le sue necessità e, dunque, le sue difficoltà a reperire abbastanza energia per continuare a crescere.

Contemporaneamente, ogni accrescimento comporta anche un aumento dei costi, siano questi energetici, monetari o d’altro genere.   Per fare più pizze è necessario non solo comprare più farina e mozzarella, ma anche ingrandire il forno ed assumere personale.   Per reperire più cibo è necessario camminare di più.   Per catturare più luce occorre mantenere tronchi e rami sempre più grandi e pesanti.   Per pompare più petrolio è necessario perforare pozzi sempre più profondi eccetera.   Finché le uscite equivalgono alle entrate e la crescita si ferma.    Una legge che gli economisti conosco bene e che chiamano “legge del quando fermarsi”.

Quello che di solito non si dice è che, col tempo, le strutture realizzate per catturare energia si usurano ed aumenta quindi il bisogno di energia per la loro manutenzione.   Man mano che il tempo passa, il fabbisogno di energia aumenta, aumentano le difficoltà a reperirne abbastanza ed i sistemi cominciano a diventare fatiscenti, finché collassano.

Tutte le strutture dissipative, di qualunque natura e dimensione, invecchiano e muoiono; dalle cellule alle galassie.   Ed è un bene, perché è proprio questo che consente l’evoluzione.   “La Morte è l’artificio mediante cui si mantiene la Vita” diceva Goethe.

Tornando alle nostre preoccupazioni economiche, se è assodato che i vantaggi marginali non possono che diminuire ed i costi marginali non possono che aumentare, come è possibile pensare che la crescita economica possa proseguire all'infinito?

Sostanzialmente per due motivi:

Il primo è che, comunemente, si ritiene che i ritorni decrescenti si applichino alle singole attività, ma non alle economie complessive.   Si presume infatti che ci sia sempre la possibilità di inventare nuovi prodotti o servizi, man mano che quelli già disponibili raggiungono il fatidico livello d’arresto.   Un’idea che era perfettamente ragionevole quando fu concepita un paio di secoli or sono.

All'epoca, sulla Terra c’era meno di un miliardo di persone, abbondanza di risorse e spazi apparentemente illimitati in cui disperdere i nostri rifiuti.   Pensare la stessa cosa oggi, in un mondo in cui ogni giorno ci sono 300.000 persone in più a grattare il fondo del barile di risorse come l’acqua, il suolo, la biodiversità e l’aria; un mondo in cui le caratteristiche chimiche e fisiche dell’atmosfera e degli oceani sono state gravemente alterate dall'accumulo di rifiuti è semplicemente una stupidaggine.

Il secondo motivo è più interessante perché è vero che disponiamo di potenti mezzi in grado di spostare il famoso punto di equilibrio del “quando fermarsi” sia a livello di singole attività che di intere economie: la crescita demografica, la pubblicità (e tutti gli altri trucchi del consumismo), il progresso tecnologico.

Per capirne il ruolo dobbiamo osservare con più attenzione il modello di Daly.

a) 1 = Limite economico; 2 = Limite di saturazione; 3 = Catastrofe.  
Da H. Daly modificato.
 All'aumentare dei consumi, il vantaggio marginale diminuisce ed i costi salgono, fino a che si equivalgono.   Oltrepassare questo punto di equilibrio significa investire per distruggere ricchezza, anziché costruirne.  Chi potrebbe fare una cosa simile?   Eppure succede.

Vediamo meglio i tre punti di possibile crisi.

1 - Il “ Limite economico” si raggiunge quando la curva dei benefici calanti incrocia quella dei costi montanti.   E’ questo il famoso punto “quando fermarsi”.   Qui è fondamentale tener presente che, parlando di intere economie e non di singole attività, la curva dei costi include necessariamente anche tutte le esternalità che, invece, non figurano nei bilanci delle imprese.   Questo è uno dei motivi per cui spesso le imprese trovano vantaggioso spingere l’economia generale in territorio collettivamente negativo.

2 – Il “limite di saturazione” può trovarsi in qualunque punto della curva e corrisponde a quando la gente ne ha fin troppo di qualcosa.   Smette di comprare, la curva dei vantaggi precipita e finisce il gioco.   L’economia neoclassica nega formalmente l’esistenza di questo limite con il postulato di “non sazietà” la cui validità è però smentita dai fatti, oltre che dallo sviluppo iperbolico dell’industria pubblicitaria e, più in generale, tutto l’armamentario del consumismo.  



Ma anche altre forzanti, in particolare la crescita demografica, possono facilmente spostare il limite economico ben addentro al territorio della crescita anti-economica.    Cioè in posizioni in cui la somma dei costi, comprese le esternalità, supera i ricavi.   Parlando di economie, il fatto di aver raggiunto od anche superato il punto di equilibrio non significa infatti che tutte le attività siano negative.   Anzi, di solito alcune vanno meglio di prima ed altre nuove nascono, anche se si sviluppano a spese di altre che chiudono.
In pratica, l’economia diventa un gioco a somma negativa, ma ciò non impedisce che vi siano dei vincitori e poiché sono proprio questi che assurgono al potere vi sono ben poche possibilità che fermino la macchina.
Ma quel che è più importante, è che in questo modo ci avvicina al terzo limite.

3 – Il “Limite della catastrofe ecologica”.   Sappiamo, o dovremmo sapere, che qualunque attività umana modifica l’ecosistema da cui preleva le risorse necessarie e scarica i rifiuti risultanti.   Entro certi limiti, l’ecosistema si adatta, mantenendo comunque una sua funzionalità.

Oltre questo limite, l’ecosistema collassa in un sistema quasi privo di vita, completamente incapace di sostenere qualsivoglia attività umana.   L’esempio classico è quello della messa a coltura di territori vergini che può portare allo sviluppo di agro-ecosistemi molto complessi e vitali, così come a lande desolate a seconda dell’intensità con cui si sfruttano i suoli, l’acqua e la biodiversità.

Anche l’esistenza di questo limite viene esplicitamente negata, o perlomeno ridotta ad una possibilità del tutto teorica, dalla scuola economica corrente in base al presupposto che lo sviluppo economico sia in grado di produrre anche i mezzi per riparare i danni che produce.  Il fatto che un’infinità di attività e di economie siano già collassate assieme agli ecosistemi di cui vivevano non sembra interessare i grandi guru del denaro.

Ma ciò che qui ci interessa è il ruolo chiave rivestito dalla tecnologia.   L’effetto principale del progresso tecnico è infatti quello di rendere più efficienti i processi produttivi.

L’intera élite mondiale ed anche buona parte della risicata nicchia ambientalista conta proprio sull'aumento dell’efficienza produttiva per togliere dal fuoco le castagne dell’umanità senza che nessuno si faccia troppo male.

Ma se i processi produttivi diventano più efficienti, i costi di produzione diminuiscono, la curva dei costi marginali si sposta verso il basso ed il punto di equilibrio verso destra.   Eventualmente fino a coincidere con il punto di rottura che scatena la catastrofe.   Oltre, ovviamente, non ci sono più attività economiche di sorta.

Parlando di economia globale, non sappiamo esattamente dove questo “punto” si trovi, anzi potremmo addirittura averlo già superato.   Non possiamo saperlo, ma possiamo essere certi che c’è.


In altre parole, l’aumento di efficienza produttiva e commerciale portano benefici a chi se ne serve, ma a costo di avvicinare progressivamente il sistema alla soglia di collasso.   Finché vi sono ampi margini di manovra, rappresentati da risorse e possibilità di smaltimento prive di forti controindicazioni, i vantaggi superano certamente gli svantaggi.

Non per nulla in ogni società che è collassata i successi del passato hanno indotto la gente a tenersi stretto il suo progresso.   Esattamente come fa la scimmia con la sua pagnotta.

D'altronde, per la scimmia fare diversamente significherebbe rimanere a pancia vuota.   Per una società umana mollare la presa significherebbe avviare volontariamente il proprio declino politico ed economico.   Cioè restare a pancia vuota, essere invasi o, perlomeno, rischiare parecchio.   Ma continuare ad alzare la posta ha sempre avuto il risultato di rimandare la resa dei conti finché non sopraggiunge il cacciatore, nelle vesti di una raffica di catastrofi tanto più devastanti, quanto più a lungo è stato possibile rimandare.

Sono pochissimi e parziali gli esempi storici di società che sono state capaci di fermarsi ad un livello a cui era ancora possibile stabilizzare il sistema per periodi relativamente lunghi.

Dunque il rilancio economico ed ancor più il progresso tecnologico da cui ci attendiamo salvezza sono esattamente quelle cose che hanno già condannato a morte molti di noi e forse l’umanità intera, se non la Biosfera.

Dovremmo allora considerare “cattiva” la tecnologia?    Sarebbe come se un gatto considerasse cattivi i propri artigli perché gli hanno permesso di catturare tutti i topi del quartiere.   Non ha senso.   Tra l’altro, avremo bisogno di tutto quel che abbiamo per scendere la parte destra del “Picco di Seneca”.

Il fatto è semplicemente che abbiamo elaborato una forma di evoluzione troppo efficiente e questo ci ha permesso di distruggere una buona fetta del Pianeta.  Per chi ne ha assaporato i frutti, è stato bello non sentire più la fame, poter guarire da tante malattie, andare in vacanza ed in pensione, viaggiare in automobile o in aereo, eccetera.   Niente di strano che più sentiamo sfuggirci tutto ciò, più forte stringiamo le dita.   E chi è vissuto sperando di realizzare lo stesso sogno, ucciderà e morirà prima di rinunciarvi. La tecnologia ci ha spacciati non già perché sia cattiva, bensì perché funziona troppo bene!

Ci sarebbero, o ci sarebbero stati, a mio avviso almeno due modi per sfuggire alla trappola.   Man mano che la tecnologia riduceva i costi di produzione, si sarebbero dovuti imporre limiti crescenti alla disponibilità delle risorse e/o al diritto di acquistare determinati beni o servizi.   Gli strumenti per ottenere questo erano molti: dalla tassazione al razionamento, ma in ogni caso una cosa simile avrebbe significato semplicemente la fine dell’economia di mercato.

Una mostruosità che solo a dirla scatena derisione e scandalo, ma che accadrà comunque in un futuro non lontano e senza bisogno di riesumare ideologie che hanno già ampiamente fallito.   Basterà che una risorsa insostituibile raggiunga costi di estrazione, raffinazione e trasporto eccessivi per il mercato. Per fare un esempio fra i tanti possibili, che faremo quando il petrolio avrà dei costi di “produzione” di 150 $ al barile?   A quel prezzo non potrà essere venduto, ma neppure se ne potrà fare a meno.   Dunque, semplicemente, l’industria petrolifera sarà in qualche modo nazionalizzata o militarizzata e continuerà a lavorare come potrà, consegnando i suoi prodotti ai servizi essenziali (oltre che ad una ristretta cerchia di oligarchi).

In conclusione, è possibile che nel nostro futuro si verifichi un repentino collasso delle attività economiche.   Molti lo temono, ma personalmente credo più probabile che ad una serie di crisi parziali si risponderà con una progressiva militarizzazione dell’economia e della società.   Perlomeno in quei paesi che al momento avranno i mezzi e la capacità per poterlo fare.   Non sarà piacevole, ma potrebbe andare anche peggio.


venerdì 1 aprile 2016

Svelato l'imbroglio: 9 ragioni per cui l'energia fotovoltaica non è una soluzione

Dal blog "Cassandra's legacy"


A little problem with photovoltaic panels (image from "The Telegraph")

di Ugo Bardi

Dal comitato "salvateci dal sole"

Non si è mai parlato tanto di energia fotovoltatica come oggi, quando c'è chi ce la presenta come la soluzione miracolosa per tutti i problemi. Bene, vi possiamo dire che non è così facile, e vi spieghiamo perché.

1. Le celle fotovoltaiche non possono funzionare. Vi racconteranno che l'energia fotovoltaica viene creata da arcani processi generati dalla meccanica quantistica. Ma in realtà la meccanica quantistica è basata sul cosiddetto "principio di indeterminazione di Heisemberg." E come può una scienza basarsi su qualcosa che è indeterminato fin dall'inizio? E' come è possibile che funzionino cose basate su fondazioni così incerte?

2. Le celle fotovoltaiche non funzionano. C'è un semplice test che lo prova. Prendete in mano una cella fotovoltaica. Esponetela al sole. Toccatela in qualsiasi punto: sulla superficie, sui contatti, dove vi pare. Avete preso la scossa? No. Eppure, ci dicono che queste celle creano energia elettrica. Ma non è vero. E un ovvio imbroglio

3. Ci raccontano che i pannelli fotovoltaici funzionano con l'energia solare. Ora, se questo è vero, e se è vero che ci sono tanti pannelli fotovoltaici in giro, come stà che potete accendere il vostro asciugacapelli anche di notte o quando è nuvoloso? Evidentemente, siamo di fronte a un imbroglio.

4. Fate caso alla Casa Bianca. Vi ricordate di quando Jimmy Carter aveva montato dei pannelli fotovoltaici sul tetto della Casa Bianca? Era il 1979, e nel 1981 il presidente Reagan li aveva fatti togliere. Non vi sembra che ci doveva essere una ragione per questa decisione del presidente? Ovviamente, aveva scoperto la verità sui pannelli fotovoltaici. Non funzionano! Recentemente, Obama ha rimesso dei pannelli solari sul tetto della Casa Bianca. Ma questo prova soltanto che lui non è soltanto un Kenyota che ha usurpato la carica di presidente, ma che anche lui è parte del grande complotto.

5. Lo sapete delle scie chimiche? Su quelle terribili sostanze chimiche che sono sparpagliate nel cielo da cosiddetti aerei civili. Alcune di queste scie chimiche hanno a che vedere con l'imbroglio fotovoltaico. Non possiamo darvi dettagli, perché temiamo che i gatekeeper ci mandino i loro accoliti per metterci a tacere. Ma il fatto che i pannelli fotovoltaici non funzionano è altrettanto vero del fatto che le scie chimiche esistono; come ben sapete.

6. I pannelli fotovoltaici sono pericolosi per chi ci vive accanto. Come possiamo dire una cosa del genere? Beh, per prima cosa è ben noto che le pale eoliche sono cancerogene: è assolutamente provato. E si presume che i pannelli fotovoltaici creino la stessa forma di energia creata dalle torri eoliche. Ci deve ben essere una relazione! In aggiunta, ci sono tante persone che si ammalano di qualcosa e che hanno pannelli fotovoltaici sul tetto di casa. Non vi pare che questo vuol dire qualcosa?

7. I pannelli solari nascondono il sole: lo sapevate che risucchieranno tutto il sole e che non ce ne sarà più per voi? E' vero, leggete qui.

8. I pannelli solari fanno strage di uccelli. In effetti, questo viene detto più che altro per i sistemi solari a concentrazione e per le pale eoliche. Ma noi siamo sicuri che anche i pannelli fotovoltaici uccidono gli uccelli, anche se il meccanismo non è ancora chiaro. Dopotutto, questi impianti sono costruiti dalle stesse persone, per cui devono avere gli stessi effetti.

9. Il ruolo dei gatekeeper. Vi rendete conto che ci sono persone che perdono tempo a dir male di cose ormai ben chiare, come il fatto che la "fusione fredda" funziona?  e, allo stesso tempo, a dir bene dell'imbroglio fotovoltaico? Si, c'è per esempio questo tal Ugo Bardi che racconta di essere un professore universitario. Anche assumendo che lo sia per davvero, come mai perde tanto tempo a dir male di Andrea Rossi e del suo E-Cat, se non fosse che è pagato dalla lobby del fotovoltaico? Un'altra prova che è tutto un imbroglio



Il comitato "Salvateci dal sole" è un gruppo di persone preocculate che si dedicano a svelare l'imbroglio dell'energia rinnovabile e a smascherare gli alieni che si nascondono fra di noi. La sede del gruppo è in un luogo non specificato oltre il circolo polare artico.

mercoledì 23 settembre 2015

Cosa possiamo imparare dal "caso Volkswagen? Principalmente, che il motore a scoppio è obsoleto

Da "Cassandra Legacy", traduzione di UB


Credo che a questo punto non sia rimasto più nessuno sull'intero pianeta che non ha sentito dire che la Volkswagen ha imbrogliato i suoi clienti falsificando i dati dei test di emissione dei suoi motori diesel. Forse ci sono delle buone ragioni per questa caccia alle streghe, ma credo che andrebbe anche presa con una certa cautela. In effetti, con molta cautela.

Ho lavorato per circa vent'anni in progetti in collaborazione con l'industria automobilistica e credo di sapere come funzionano queste ditte. E vi posso dire che non sono attrezzate per "imbrogliare", nel senso di infrangere la legge o ignorarla. Non lo fanno, capiscono benissimo che il risultato potrebbe essere qualcosa tipo quello che sta succedendo oggi alla Volskwagen, che corre seriamente il rischio di scomparire come industria automobilistica. Al contrario, le industrie automobilistiche tendono a un approccio estremamente legalistico e ad applicare alla lettera le regole e le leggi.

Ciò detto, è chiaro anche che le industrie automobilistiche lavorano per il profitto e che i loro manager devono "ottenere risultati". Ne consegue che, se le leggi e le regolazioni non sono chiare, o se non dicono esplicitamente che una certa cosa è proibita, se quella cosa porta un vantaggio all'industria, è possible che la si metta in pratica.

Questo è, credo, quello che è successo in questo caso. E' ben noto che i risultati dei test di emissione fatti in laboratorio sono sempre molto migliori di quelli su strada. Ed è ben noto che le prestazioni dei veicoli sotto test in condizioni standardizzate sono sempre molto migliori di quelli dei veicoli normali. Lo si sa bene, per esempio potete guardare quiqui. (h/t G.Meneghello).

Allora, se tutti imbrogliano (oppure, più gentilmente "interpretano" la legge), perché prendersela in particolare con la Volkswagen? Forse hanno fatto qualcosa di particolarmente orribile, ma non sarei sorpreso se venisse fuori che non erano i soli a usare il trucco di cui sono accusati per nascondere le emissioni di ossidi di azoto. In ogni caso, sono sicuro che, prima di fare quello che hanno fatto, hanno sentito il loro ufficio legale e ne hanno avuto un qualche tipo di autorizzazione a procedere, probabilmente basata sul ragionamento che tutto quello che non è esplicitamente proibito è legale. Lascio comunque ai complottisti di ragionare sulle ovvie implicazioni di questa faccenda.

Piuttosto, vorrei concentrarmi su qualcosa che ho imparato nel mio lavoro con l'industria automobilistica; ovvero che la riduzione dell'inquinamento nei motori a scoppio è un buon esempio dei ritorni decrescenti della tecnologia. E non solo questo; illustra anche come le buone intenzioni sono spesso in conflitto con la realtà, e alle volte danno risultati opposti a quelli sperati.

E' una storia lunga e affascinante che, qui, posso solo riassumere nelle sue linee principali (*). Comunque, il concetto di "inquinamento" era diventato popolare negli anni 1970 e divenne rapidamente chiaro che una delle maggiori sorgenti di inquinamento erano le emissioni dai motori autobobilistici. Questo ha portato a un esteso dibattito: secondo alcuni, bisognava liberarsi dai motori a scoppio e rimpiazzarli con motori elettrici. Secondo altri, era possibile ridurre a livelli accettabili l'inquinamento prodotto dai motori tradizionali. La seconda posizione si è imposta, non senza una dura lotta (vi ricordate il film "chi ha ucciso l'auto elettrica"?). Questo ha portato a promulgare un gran numero di leggi che miravano a produrre motori più efficienti e meno inquinanti. Nel complesso, i risultati sembrano essere stati buoni (vedi, per esempio,qui).

Tuttavia, lo scandalo Volkswagen ci dice che, probabilmente, i miglioramenti degli ultimi anni tempi sono stati ottenuti, se non proprio imbrogliando, perlomeno mediante un'interpretazione creativa delle leggi. Un punto particolarmente importante qui ha a che vedere con lo specifico inquinante che ha condotto all'incriminazione di VOlkswagen: l'abbattimento degli ossidi di azoto. E' un problema particolarmente rognoso perché deriva da esigenze contrastanti. Una è di avere un basso livello di inquinamento, l'altro bassi consumi. Per avere bassi consumi, bisogna migliorare l'efficienza del motore e questo si può fare con il motore diesel, invece di quello convenzionale a benzina. I motori diesel lavorano a più alte temperature e pressioni e questo li rende più efficienti. Ma questo fa anche si che producano più ossidi di azoto. E' un problema che ha a che vedere con la termodinamica della combustione, e tutti sanno (o dovrebbero sapere) che se uno prova a far la guerra alla termodinamica, la termodinamica vince sempre. Il problema è sostanzialmente irrisolvibile, perlomeno a costi compatibili con il prezzo di un veicolo ordinario. E quando uno si trova di fronte a un problema irrisolvibile, la tentazione è spesso quella di imbrogliare. Questo è, evidentemente, quello che è successo con l'industria automobilistica e i risultati ci appaiono evidenti oggi con lo scandalo  Volkswagen.

Tuttavia, se è vero che non possiamo vincere contro la termodinamica, è anche vero che non dobbiamo necessariamente combatterla. Una battaglia contro il motore a scoppio è stata persa negli anni 1970, ma possiamo ancora vincere la guerra. L'auto elettrica sta avendo un ritorno spettacolare. I motori elettrici non producono alcun tipo di inquinamento gassoso, sono molto più efficienti dei motori a scoppio e, in più, sono compatibili con l'energia rinnovabile. Che cosa possiamo chiedere di più? Questa volta, vediamo di evitare gli errori del passato!




 (*) E' una storia che spero di poter raccontare in un nuovo libro sul quale sto lavorando.

lunedì 1 giugno 2015

Internet: il grande imbroglio del rinnovo automatico (e un trucco per liberarsene)




L'altro giorno, mi arriva il messaggio che vedete qui sopra dove mi dicono che rinnoveranno automaticamente il mio abbonamento al loro software, ovviamente facendo un prelievo sulla mia carta di credito. Su questa vicenda ci ho perso una buona mattinata di arrabbiature, per cui ho pensato di raccontare tutta la storia sul blog - forse potrà essere utile a qualcuno che si viene a trovare nella stessa situazione.

Per cominciare, mi ricordo che questo software, "Stopzilla" l'avevo effettivamente comprato due anni fa per vedere di eliminare un virus assassino che mi aveva acchiappato un laptop. E mi sembra di ricordarmi che aveva anche funzionato. Ma sono anche strasicuro che NON avevo firmato nessun contratto di rinnovo automatico. Non lo faccio mai, non sono mica fesso. Eppure non basta: o c'era qualche trucco per cui mi hanno fatto cliccare su qualcosa di nascosto, oppure se lo sono inventato. Insomma, questi mi scrivono che si sentono in diritto di farmi un prelievo sulla mia carta di credito a meno che non gli dica esplicitamente di non farlo. (e meno male che questo messaggio non è finito nello spam!)

E' chiaramente un imbroglio, ma come fermarli? E' venuto fuori che non è per niente facile fermare questo tipo di truffa. 

Notate per prima cosa che nel messaggio non ti danno nessun altro modo di contattarli se non un numero di telefono negli Stati Uniti. Certo, ho l'indirizzo dal quale mi è arrivato il messaggio (is3@avangate.com), ma è ovvio che scrivergli quell'indirizzo è equivalente a scrivere a Babbo Natale; non ti puoi aspettare che ti rispondano o che ti diano retta.

Così, non mi resta che provare a telefonare. Vi dirò che ci ho provato per ben tre volte. La prima volta, mi hanno riattaccato in faccia. La seconda mi hanno chiesto il mio numero di telefono e mi hanno detto che mi richiamavano (ovviamente non l'hanno fatto). La terza, mi hanno detto "adesso siamo chiusi - richiami più tardi". La tipa che rispondeva al telefono (sempre la stessa), evidentemente, aveva studiato le tecniche della guerriglia urbana applicate al telemarketing. Insomma, niente da fare e se insistevo spendevo chissà quanto di telefono per non arrivare a nulla.

Ho provato allora a telefonare al servizio clienti della mia carta di credito. Qui, uno si aspetterebbe di avere un certo controllo su cosa paghi e a chi. E invece no. Il tizio del servizio clienti mi dice, "Se hai fatto una sottoscrizione con rinnovo automatico, loro hanno diritto di fare il prelievo" Io gli rispondo, "ma non è vero, è un imbroglio. Non ho fatto nessuna sottoscrizione del genere". Risposta (più o meno): "l'hai fatta se loro dicono che l'hai fatta." Insisto: "Ma come posso cancellarla?" "Devi dire a loro che la vuoi cancellare. Solo dopo, se ti fanno il prelievo, puoi contestare il pagamento."

Comincio a sentirmi leggermente alterato. Dico al tipo, "ma questi non mi hanno dato altro che un numero di telefono in America per contattarli. E quando gli telefono non mi danno retta." Quello mi risponde, più o meno, "non è un problema nostro."  Dico, "E se per caso non sapessi parlare in inglese?" Risposta: "è un problema tuo".

Rabbia montante: provo a vedere se ritrovo l'originale dell'ordine che avevo fatto. Ma nessuna traccia di quel nome e di quell'indirizzo e-mail. Eppure ho tutti i messaggi mandati e ricevuti da almeno cinque anni. Ma questo "avangate" non esiste nei miei record. Devono aver cambiato nome o chissà cosa hanno inventato. Un trucco anche questo, in ogni caso.

A questo punto, sto veramente fumando. Considero l'ipotesi di dichiarare lo smarrimento della mia carta di credito, così perlomeno li blocco per davvero. Ma è una cosa complicata e poi magari va a finire che mi ridanno lo stesso numero per la nuova carta. E non mi ricordo nemmeno se per caso avevo invece pagato con paypal. Ma porca miseria.....

Finalmente, mi viene un'ideuzza: guardare il "source" del messaggio che mi è arrivato, chissà che non ci fosse un'email valida? E lì succede il miracolo: eccolo qua:


Vedete? Invisibile se guardato in modo normale, c'era nel source un testo nascosto con i dati su come fare a cancellare l'opzione di "auto-renewal." Come abbiano fatto a fare in modo che non apparisse sul mio client di posta, non ho idea, ma sicuramente c'è qualche trucco per farlo. In ogni caso, è probabile che per legge fossero obbligati a mandare queste informazioni, ma in questo modo uno le riceve, ma non le può vedere.

Anche dopo aver scoperto il messaggio segreto non è stato facile cancellare l'ordine. Il loro sito sembra fatto apposta per non farti trovare la pagina giusta, quasi peggio del sito dell'INPS. Ma, con un bel po' di lavoro e tanti accidenti, alla fine sono riuscito a trovare la pagina giusta. Ho scoperto che stavano per farmi pagare 49,90 dollari e ho cliccato via la spuntatura sul "rinnovo automatico. Sembrerebbe sia andata bene e, in effetti, mi è persino arrivata una notifica di cancellazione (dopo aver cercato di imbrogliarmi in tutti i modi, ora fanno i bravi.....)

Certo però, di tutta questa vicenda ne viene fuori che effettivamente comprare qualcosa su internet può essere rischioso. Il trucco di questi qui è di portarti via piccole cifre, sperando che uno non se ne accorga; oppure che si scoraggi di fronte alla difficoltà di cancellare, che rimandi alla prossima volta e poi se ne dimentichi. Stavolta, ho trovato un trucchetto per fregarli, ma chissà quanti altri imbrogli ti possono inventare.

La cosa strana, però, è che tu non puoi dire alla tua compagnia di carta di credito che vuoi interrompere un servizio di pagamento automatico. Questa è veramente un'assurdità, considerando il gran numero di questi imbrogli che girano su internet; ci provano tutti e ci provano sempre. A me è capitato che un noto provider italiano abbia continuato ad farmi pagare per un sito che non esisteva più per almeno tre anni, senza dirmi niente.

Possibile che non si possa fare qualcosa per fermarli senza costringere un poveraccio a dover hackerare la propria posta elettronica?









sabato 17 gennaio 2015

L'imbroglio del cambiamento climatico: le temperature non salgono più dal 1998.....

.... oops! Sembra proprio che non sia così. Il 2014 è stato l'anno più caldo mai registrato!



Link - : il 2014 è stato l'anno più caldo mai registrato.

lunedì 9 giugno 2014

Il grande imbroglio del PIL 2014



Questa faccenda del "PIL truccato" l'avevo già fatta notare in un post precedente su "Effetto Risorse". Come è ovvio, non sono stato il solo ad accorgersene; ecco qui un commento recente da "Scenari Economici" che stima che la revisione del PIL con l'inclusione delle attività illegali potrebbe portare a un aumento di oltre il 10% (!!). In sostanza, quando non funziona più nulla, non rimane che truccare i conti.


da "Scenari Economici" di "GPG"

#arrivailBidone – La Revisione del PIL potrebbe pesare tra il 6 ed il 14% del PIL

Su scala planetaria, di recente, c’e’ un gran da fare per revisionare i metodi di calcolo del PIL. Qualche mese fa si parlava dell’adozione nel PIL della spesa in ricerca e sviluppo, attualmente conteggiata come un costo e che invece rientrerà tra gli investimenti, e quindi nel PIL, sulla scorta di quanto fatto negli USA. Si stimava (vedi QUI) un impatto in europa del 2% (appena l’1-2% per l’Italia dove tali spese hanno minore incidenza). Di recente pero’, si sa che in autunno arrivera’ una revisione del PIL che includera’ oltre a quanto sopra, anche l’inclusione nel PIL delle attivita’ criminali. La domanda da porsi e’: quanto pesera’ tutto cio’?

Andiamo a vedere cosa dice l’ISTAT. Nel paper “Cambia il Sistema dei conti nazionali” ci dice che”
Il 2014 è un anno di importanti cambiamenti per il Sistema dei conti nazionali (Sec), l’impianto che definisce la metodologia armonizzata per la produzione di dati di contabilità nazionale all’interno dell’Unione europea. In Italia, come in gran parte dei paesi Ue, il passaggio ad una nuova versione delle regole di contabilità (ovvero la transizione dalla versione 1995 a quella 2010 del Sec) è il momento più adatto per adottare i necessari miglioramenti dei metodi di misurazione e per introdurre nuove fonti informative che si sono rese disponibili negli anni recenti.
Aprendo l’allegato si sa che la nuova stima del PIL arrivera’ il 3 Ottobre 2014. Vediamo alcuni passaggi:
Le innovazioni dei metodi di misurazione e delle fonti che saranno introdotte nei nuovi Conti Nazionali sono state suddivise in tre categorie principali:

a) I cambiamenti metodologici introdotti dal Sec2010
 Qui si parla di considerare nella nuova versione dei conti, le spese in Ricerca e Sviluppo come spese di investimento (e quindi PIL) e non come costi. Cio’ si porta dietro anche gli ammortamenti dello stock di capitale di R&S delle PA. Anche le spese per armamenti, verranno riclassificate da spese per consumi intermedi a spese per investimento.

b) Le altre modifiche sulle pratiche di compilazione dei conti
Qui c’e’ un po’ di tutto, e cio’ nasce da rilievi Eurostat. Tuttavia, la rilevanza maggiore, riguarda l’inserimento nei conti delle attività illegali, che già il Sec95 aveva previsto, in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico. La misurazione di tali attività è molto difficile, per l’ovvia ragione che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni. Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol).

c) Innovazioni e miglioramenti nelle misurazioni combinati a nuove fonti informative
 Innovazioni connesse al modello di definizione dell’input di lavoro e i metodi di misura dell’economia non osservata e, in particolare, della componente connessa con la sotto-dichiarazione dell’attività economica da parte della imprese. Il nuovo modello di costruzione delle stime dell’occupazione è basato sulla completa integrazione a livello micro di tutte le fonti amministrative con informazioni relative all’attività lavorativa (e ai relativi redditi) e sul loro collegamento puntuale con le informazioni raccolte dal lato degli individui mediante l’indagine continua sulle Forze di Lavoro. E’ stata sviluppata una revisione completa ed approfondita dell’insieme delle metodologie utilizzate per la misurazione dell’economia non osservata … e nella misurazione delle componenti non osservate dell’economia riguarda la stima dei redditi da lavoro dipendente per il lavoro irregolare.
Ricapitolando:
 a) I cambiamenti metodologici introdotti dal Sec2010 (Spese Ricerca e Sviluppo, etc): queste sono stimate avere un impatto sul PIL dell’ordine dell 1-2% in Italia
b-c) Aaltre modifiche, inserimento nel PIL delle attivita’ illegali e criminali (traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando), nuova stima dell’economia sommersa.

L’Istat, già inserisce nel Pil il sommerso economico, ovvero tutte quelle attività di produzione che, pur essendo legali, sfuggono al controllo diretto attraverso il sistema di frode fiscale e contributiva. Le ultime stime in questo senso risalgono al 2008 e indicano come il valore aggiunto prodotto nell’area del sommerso sia stimato tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di euro, per un peso percentuale sul Pil che si aggira tra il 16,3% e il 17,5%. Queste verranno riclassificate, ma non si sa l’impatto sul PIL.
La vera novita’ e’ l’inserimento nel calcolo del Pil di alcune attività illegali. La cosa e’ complessa per la misurazione di questo tipo di attività che, per evitare di incorrere in sanzioni legislative, si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione.
Eurispes stimo’ che nel 2007 l’intera economia criminale pesava l’11% del PIL.  Confesercenti fece una stima analoga parlando del 7% del PIL. Banca d’Italia fece uno studio approfondito (opera di Ardizzi, Petraglia, Piacenza e Turati) relativo al quadriennio 2005-2008, valutando il peso dell’economia illegale al 10,9% del PIL (vedi QUIQUI). Un’altro studio condotto da Argentiero, Bagella e Busato parla del 12% di attivita’ di riciclaggio. Quardate cosa c’e’ scritto nello studio della Banca d’Italia:
Dai risultati emerge un’incidenza media dell’economia sommersa e di quella illegale pari rispettivamente al 16,5 e al 10,9 per cento del PIL. Questa evidenza conferma che, trascurando la componente di scambi illegali, si rischia non solo di imputare erroneamente a comportamenti di evasione una parte di transazioni in contanti derivante invece da attività illecite, ma anche di sottostimare il valore complessivo dell’economia irregolare. Tuttavia, rivedere la stima dell’economia sommersa non implica automaticamente una pari revisione nel livello del PIL, che consegue da un articolato processo di combinazione e bilanciamento di un vasto insieme di indicatori della domanda e dell’offerta, tra cui le attività sommerse.”

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In sintesi, la Revisione del PIL che arrivera’ ad Ottobre, vedra’:

A) Una crescita del PIL dell’1-2%  per l’adozione del SEC 2010 (spese R&S, etc)

B-C) Una crescita del PIL che verosimilmente puo’ essere del 5-12% legata alla stima di gran parte dell’economia illegale e dalla ritaratura dell’economia sommersa

Conclusione) L’Impatto sul PIL dovrebbe essere tra il 6% ed il 14%. Verosimilmente sara’ dell’8-10%.


Cosa implica cio’? Ipotizziamo che il PIL venga rivisto al rialzo del 10%.

  • Il Debito Pubblico del 2014 verrebbe rivisto dal 136% al 124%

  • Un Deficit del 3,3% (con l’attuale contabilizzazione) varrebbe il 3,0% (col PIL revisionato), e quindi vi sarebbe un “extra-deficit” teorico per rispettare il 3% superiore a 5 miliardi

  • Magicamente le Uscite e le Entrate dello stato, attualmente nell’ordine del 51% e 48% del PIL, passerebbero rispettivamente al 46-47% e 43-44%.


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Ovviamente nessun problema dell’Italia verra’ minimamente risolto, ma molti saranno indotti a pensare che le cose vanno meglio.
GPG