venerdì 7 agosto 2020

Ritirata su tutti i fronti: epicedio per i ghiacciai (e non solo)

 

L'epicedio (in greco antico: ἐπικήδειον μέλος, epikédion mélos) è un tipo di componimento poetico scritto in morte di qualcuno, tipico della letteratura latina

Di Luciano Celi

Krzysztof Kieślowski – regista, sceneggiatore, scrittore e documentarista polacco, considerato uno dei più grandi registi della storia del cinema – diresse e produsse, tra il 1988 e il 1989, 10 brevi film (mediometraggi) di circa 55 minuti, indipendenti per trama l’uno dall’altro: il Decalogo. 

Il Decalogo mette in scena, attraverso storie di vita comuni, l’adesione e soprattutto l’infrangere i dieci comandamenti. Tema antico, anzi antichissimo, già specificatamente individuato da una breve parolina greca – hýbris – ed esemplificato piuttosto dettagliatamente anche nella sua letteratura e tragedia.
Il termine hýbris è spesso tradotto con “orgogliosa tracotanza” e davvero è antico quanto l’uomo: la cacciata dall’Eden ne è solo uno degli esempi perché il frutto proibito è quello della conoscenza. 

Kieślowski nel primo episodio – «Io sono il Signore tuo Dio. Non avrai altro dio all'infuori di me» – narra le vicende del protagonista, suo omonimo perché si chiama Krzysztof, che, fisico e professore universitario separato dalla moglie, deve crescere il figlio Paweł da solo. L’uomo è un grande appassionato di computer e pensa che tutta la vita possa essere descritta matematicamente attraverso l'uso dei calcolatori. Secondo lui non esiste una dimensione trascendente della realtà: non esiste nessun Dio e quando si muore il cervello smette semplicemente di funzionare. Credo che ormai molti siano di questa idea, ma non è qui il caso di divagare sulle credenze di ognuno e atteniamoci alla trama: un giorno il lago vicino a casa ghiaccia e Paweł esprime il desiderio di pattinare.

Il padre, allora, da bravo scienziato esegue una serie di calcoli al computer, che gli permettono di stabilire che il ghiaccio è in grado di reggere il suo peso. Per maggiore sicurezza esegue nuovamente i calcoli e va a verificarne l'esattezza con una prova empirica. Accade però che il ghiaccio si rompe. Il padre non lo sorvegliava (sicuro come era che il ghiaccio non si sarebbe rotto) e non sospetta di nulla nemmeno quando nota dei segnali premonitori (un camion dei pompieri che si dirige verso il lago, gli amici che non lo trovano, la lezione a cui è mancato, le persone che lo cercano per avvisarlo dell'accaduto e dell'inchiostro che si versa in un libro). Comincerà a capire che non tutto è prevedibile quando il calamaio con cui stava scrivendo si rompe senza essere stato toccato. Decide quindi di andare a vedere cosa stava succedendo al lago, vede il buco nel ghiaccio ed i soccorritori ma stenta ancora a crederci (apprende che alcuni ragazzi stavano giocando nelle vicinanze e va a cercare suo figlio). Il padre si arrende all'evidenza solo quando i soccorritori estraggono il corpo senza vita del bambino.1
Questo episodio, visto molti anni fa, mi è tornato alla mente leggendo un bel libro di Enrico Camanni, Il grande libro del ghiaccio, Laterza, Bari, 2020. Descrivendo le sorti dei ghiacci nel mondo – da quelli alpini a quelli polari – l’attenzione dell’autore si ferma sulla Siberia dove, notizia più volte descritta e riportata, il riscaldamento climatico procede a velocità più che doppia rispetto al resto del mondo. Questa regione è oggetto dell’attenzione di un documentarista russo, Viktor Kossakovsky, che nel suo Aquarela filma, tra le altre cose, il lago Baikal, la riserva (chiusa) d’acqua dolce più grande del mondo:
Le conseguenze del riscaldamento climatico sono espresse da trombe d’aria improvvise e allagamenti disastrosi, ma è la sequenza girata sulle acque scongelate del Lago Baikal in Siberia a togliere il fiato allo spettatore. Il Baikal è la nuova icona del clima terrestre. Campo largo: un’automobile avanza nell’imperturbabile silenzio della landa siberiana, puntando leggera verso un orizzonte di montagne; di colpo la superficie del lago si spacca e l’auto sprofonda. Campo stretto (invisibile): i passeggeri si dibattono dentro la loro trappola e i soccorritori si sporgono sull’acqua cercando di tirarli in salvo. Campo largo: la sequenza si ripete senza pietà, nuova automobile, nuovo sfondamento, nuovo bagno gelato; uno dopo l’altro i veicoli e i guidatori s’inabissano nelle crepe del disgelo. Auto viene, auto scompare: è la roulette russa.2 

Verrebbe da dire che mentre il Dio di Kieślowski è veterotestamentario e non perdona la umana hýbris, quello nella realtà è almeno un poco più misericordioso e fa trovare, almeno nelle scene descritte, qualche aiuto ai malcapitati.

Questo libro, in generale, è molto bello: ricco di riferimenti che vanno dalla scienza alla letteratura, passando per un po’ di antropologia e storia, mi ha stupito perché in primo luogo ci ho letto una specie di “inconscia” descrizione di me stesso.

Il 20 agosto 2009 Chamonix era una città rovente. […] Era un mondo capovolto. Nella capitale dell’alpinismo i turisti cercavano refrigerio nei negozi con l’aria condizionata, dove maneggiavano ramponi e maglioni con le mani sudate, oppure sfogliavano i libri che raccontavano di neve, gelo e seracchi. Alle Aiguilles e ai ghiacciai preferivano le vecchie fotografie. Si era rotta la relazione logica tra i panorami delle pagine illustrate e gli stessi panorami inquadrati dalle finestre […]. Fuori il sole era talmente bollente che i turisti preferivano rifugiarsi tra gli scaffali del grande magazzino, e alla fine, sfogliando e sfogliando, trovavano più attraenti gli scenari patinati dei libri e delle cartoline dei fondali svaporati della montagna vera.3 

Non ero a Chamonix ma al bookshop del Forte di Bard, nella “bassa” valdostana; non era il 20 agosto 2009, ma il 29 luglio 2020 e questo libro, per il titolo e la bella confezione, mi è sembrata subito un’ottima evasione dal caldo e forse il suo acquisto è stato anche inconsciamente dettato dal percorso psicologico che l’autore stesso racconta in queste righe.

Certo in Val d’Ayas, poco sotto Brusson, la casa era fresca e abbiamo dormito con un piumino leggero la sera; in almeno una escursione nella quale ci siamo avventurati, abbiamo potuto godere della vista del massico del Monte Rosa, ancora innevato, ma tutto questo non è consolatorio perché le vicende e i fatti descritti nel libro sono, purtroppo, terribili e reali.

Lo è (stato) il “canto funebre” (epicedio) del ghiacciaio islandese lo scorso anno (qui si trova ancora la notizia), “replicato”, in Italia, da due iniziative simili: lo scioglimento del ghiacciaio dei Forni in alta Valtellina, che ha avuto, come dice Camanni, «un riverbero mediatico più da evento folcloristico che da allarme epocale» e ha portato in quota, alla capanna Branca, un’intera orchestra di “musicisti-montanari” devoti alla causa il 20 luglio 2019 e, due mesi dopo, alle sorgenti del Lys, davanti ai seracchi del Monte Rosa.

La targa per la scomparsa del ghiacciaio Ok.

Fino ad arrivare alla notizia, sempre riportata da Camanni, che il parroco di Fiesch, in Svizzera, non pregava più che il ghiacciaio lasciasse in pace i suoi fedeli. I montanari della Fieschertal – racconta Camanni – si erano rivolti formalmente a papa Benedetto XVI per avere il permesso di modificare il rito di Sant’Ignazio, perché la preghiera storica non aveva più senso. Una volta la processione invocava la ritirata del fiume gelato, adesso volevano pregare Dio che gli restituisse il loro ghiacciaio.
Sembrano notizie di folklore, ma è lo zeitgeist, lo spirito di un tempo che, pretendendo di fare a meno del rispetto dell’ecosistema in cui vive – senza scomodare Dio… – non può che intonare canti funebri.

1 Wikipedia, alla voce: «Decalogo 1».
2 Camanni, Il grande libro del ghiaccio, Laterza, Bari, 2020, p. 294.
3 Op. cit., p. 302.

16 commenti:

  1. mi pare che tentare Dio cercando con preghiere di fargli fare il nostro volere, sia un'azione satanica. Dio sa da Sè qual'è il nostro bene. Certo che rifiutare lo spirito del decalogo, come hanno fatto gli ebrei prima e i cristiani dopo, non è stata una grande trovata e i risultati sono di fronte a tutti noi. La prima beatitudine e il primo vizio capitale siano le due facce della stessa medaglia, ma un pochino questo fatto andrebbe meditato, ma o l'umanità non ha più questa capacità o è una meditazione troppo difficile da fare. In ogni caso un'umanità senza Dio, è un'umanità fottuta, di sicuro da un punto di vista spirituale. Per quello materiale ci vorrà ancora un pò di tempo.

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  2. Deus sive Natura; una delle leggi dell'ecologia secondo Barry Commoner: 3 - La natura sceglie sempre la strada migliore.; mettiamola così; Dio non ci serve affatto e diventa una scusa, ma le regole ci sono e sono quelle del sistema ecologico in cui viviamo

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    1. Spinoza intendeva tutt'altro, ma come mi ha fatto intendere il rumeno col diesel in moto davanti alla mia porta, a cui avevo fatto notare che inquinava, che in fondo non gli importava più di tanto. Gli ho risposto che è vero che non gliene frega niente a nessuno. Mi ha sorriso. Il che dimostra che è una persona intelligente. Dovrebbe aver capito.

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  3. Mi stavo giusto chiedendo, quanto tempo doveva passare prima di veder passare una bloggata sullo squagliamento dei ghiacciai in Europa!

    frana il ghiacciaio Turtmann in Svizzera
    https://www.ildolomiti.it/video/cronaca/2020/il-video-come-muore-un-ghiacciaio-il-collasso-del-turtmann-e-impressionante-il-crollo-ripreso-in-diretta

    tra un po' LOL

    toccherà anche al ghiaccio sul Monte Bianco in Italia
    https://www.ladige.it/popular/montagna/2020/08/06/monte-bianco-allarme-ghiacciaio-evacuate-30-abitazioni-val-ferret

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    1. LOL, tantissimo

      http://www.mia-calignaia.tk
      http://www.foreste-casentinesi.tk

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  4. R Tema antico, anzi antichissimo, già specificatamente individuato da una breve parolina greca – hýbris – ed esemplificato piuttosto dettagliatamente anche nella sua letteratura e tragedia.

    "Il secolo XX sia stato il secolo non delle guerre o dei mali incurabili, ma della ubris insita nella sommatoria di n. miliardi di diritti individuali. Il XXI secolo è già il secolo della resa dei conti con la natura della nostra ubris morale.- J. Lovelock parla del ventesimo secolo come del secolo della “ubris cartesiana- James Lovelock in The Revenge of Gaia a pag.48: “The philosopher Mary Midgley in her pellucid writng reminds us that the twentieth century was the time when Cartesian science triumphed. It was a period of excessive ubris and called itself the century of certainty; at its start there were eminent physicists..were seeking the teory of everything”...Come non cogliere in queste parole di Lovelock una critica morale neppure tanto velata alla “teoria del tutto”di Stephen Hawking ? Come a dire che prima del cielo bisogna occuparsi della Terra.- La dottoressa J. Strozseck brillantemente ci riporta che la nozione del limite era ben chiara agli stessi sacerdoti dei templi delle divinità pastorali nell’antica Grecia: dalle iscrizioni si ricava che per esempio a Tegea il sacerdote poteva tenere solo 27 capre, e doveva pagare se voleva averne di più e farle pascolare oltre la zona del tempio."

    Dal mio saggio terzo al premio nazionale di Filosofia di Certaldo
    "Il dio Pan, pastore di empatia"




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  5. https://www.zerohedge.com/markets/china-faces-food-shortage-droughts-flooding-and-pests-ruin-harvest
    voler dare il consumismo occidentale a 1,4 mld di persone è senz'altro una bella trovata. Malthus si starà rivoltando nella tomba, ma in fondo era solo un catastrofista.

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    1. Argomento scottante, ti ricordo che la politica militare si è evoluta nella "guerra a spettro completo" ed è praticata da tutti i giocatori, la definizione è sibillina ma si traduce in una visione della guerra che contempla ogni possibile azione per disturbare o mettere in svantaggio gli avversari, dall'economia alla propaganda, dalla guerriglia alle interferenze ecologiche, ogni aspetto è incluso al fine di avere un vantaggio nell'inevitabile guerra cinetica.
      Ti ho citato un campo particolare che è la guerra ecologica, da anni è possibile interferire con gli ecosistemi (gli studi risalgono all'introduzione di specie aliene in Australia) e oggi è possibile addirittura utilizzare patogeni, non a caso la DARPA ha pubblicato studi sugli insetti a questo fine. Sulla possibilità di guerre climatiche alcuni anni fa il generale F. Mini aveva rilasciato dichiarazioni interessanti, da militare confermava che ufficialmente non vi sono armi climatiche dispiegate ma che esiste una altissima probabilità che almeno le conoscenze per realizzarle siano disponibili. Lo scontro tra la Cina emergente e gli USA in declino farebbero pensare ad una trappola di Tucidide con annesse scaramucce "a tutto spettro".

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    2. allora ci stanno attaccando militarmente con ragni velenosi, di cui uno grosso nero con striscie gialle mi ha fatto venire l'infezione sotto il polpaccio sx da un mese, vespe cinesi che la puntura delle nostre è poco più di una zanzara, locuste, che le ho viste sotto casa mia. Se ci mettiamo i migranti contagiosi di covid, Hiv, dengue, malaria e chissà quanti altri solluccheri (i miei coetanei che praticavano le prostitute nigeriane sono tutti morti o su una sedia a rotelle) il nostro futuro è segnato. Viva i diritti inalienabili e la globalizzazione. Meno male che la padrona stasera vuole che la porti a 1000 m con 12° a vedere le Perseidi e assaggiare le fettuccine ai funghi dell'agriturismo a miserabili 5 Euro. Speriamo di sopravvivere.

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    3. Se ti interessa ti linko alcuni punti interessanti:
      -Il progetto DARPA per utilizzare gli insetti, trasmettono virus in grdo di modificare il dna "delle piante" https://www.darpa.mil/program/insect-allies
      - Le armi climatiche https://www.carabinieri.it/editoria/natura/la-rivista/home/tematiche/ambiente/armi-climatiche
      - La versione cinese della guerra "a spettro completo" https://www.difesaonline.it/evidenza/punti-di-vista/la-continuazione-della-politica-con-altri-mezzi

      La somma degli scenari porta ad una conclusione paradossale: chi possiede i modelli migliori vince. Tutte queste tecnologie e strategie hanno effetti molto non lineari, il principio di base che regola lo scontro rimane però sempre il medesimo, chi ha miglior controllo della scacchiera vince, il controllo però si ottiene solo tramite la capacità di prevedere gli effetti delle proprie ed altrui azioni. La stessa epidemia COVID-19, a priori di ogni considerazione, è un evento chiave nella capacità di modellare una pandemia ed i vettori di contagio dalla Cina verso il resto del mondo, ha permesso di verificare le debolezze e le forze di ogni strategia di contenimento e di verificare la capacità effettiva di risposta ad una bioarma (il vaccino di Putin dice qualcosa?).
      Forse ora la mia ossessione per comprendere i modelli e le loro debolezze è più chiara.

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    4. ma te l'avresti sperimentato il vaccino su tua figlia? Mi pare che questo la dica lunga su questo vaccino. Celentano lo diceva 60 anni fa: https://www.letras.com/adriano-celentano/412584/

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    5. Ovviamente no se sospettassi anche vagamente di possibili problemi, se la tecnica però è quella riportata da sputnik la cosa è diversa..... https://it.sputniknews.com/infografica/202008129416491-uninfografica-spiega-come-funziona-il-vaccino-russo-al-covid-sputnik-v-/
      Far esprimere le spike di membrana da un virus innocuo è una soluzione semplice e geniale, se il virus poi è già stato superato dall'organismo semplicemente la reazione immunitaria è automatica ma impara a riconoscere il nuovo antigene.
      Questione di fiducia, gli sviluppatori se lo sono testati addosso (pratica brutale ma un ottimo metodo per garantire la qualità del lavoro)....

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    6. dubito che se lo siano testati addosso. Comunque, se arriverà, anche se credo preferiranno uno occidentale, ho capito che hai una infinita fiducia in quello che dicono i media, anche se dici di essere ossessionato dalla certezza e dalla ricerca della verità. Un pò come i preti, che alla fine devono scegliere tra Dio ed il denaro. In fondo tutto si riduce a questa scelta, anche se quasi nessuno si pone il dilemma, rinunciando così alla piena coscienza.

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    7. Attenzione, la tecnica non è originale ma ampiamente provata e basata sul CRISPR/Cas9 https://www.unitn.it/ateneo/68544/cose-il-sistema-crisprcas9. Sul fatto che se lo siano provati su di loro e Putin sulla figlia posso crederci, usando adenovirus il rischio è realmente minimo, si tratta realmente di iniettarsi il raffreddore comune. Ovviamente poi probabilmente è una bufala ma aspetto la fase III.

      La mia fiducia nei media è mediamente bassina ma valuto non la fonte quanto la notizia in se, sorprendentementefacile per altro. Per quanto sia ridicolo spesso le notizie più manipolate sono facilmente smentite o corrette dai siti ufficiali: "non c'è nulla di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. Pertanto ciò che avrete detto nelle tenebre, sarà udito in piena luce; e ciò che avrete detto all'orecchio nelle stanze più interne, sarà annunziato sui tetti" Lc 12, 1-7. "Ecco: io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe" Mt16, finita poi anche nella regola francescana, ogni cosa va approcciata con la prudenza e la pazienza dei serpenti ma conservando in cuor proprio il candore dei fanciulli che credono agli adulti. Ci provo e ci provo, spesso mancano più le colombe che i serpenti nel mio agire.

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  6. https://www.meteogiornale.it/news/2020/08/troppo-caldo-artico-collassa-enorme-calotta-di-ghiaccio/
    dopo i ghiacciai alpini epicedio per l'ultima piattaforma di ghiaccio rimasta intatta dell'artico canadese. Perso in un colpo solo il 43% del ghiaccio pari ad una superficie grande come la piana che da Prato va a Firenze. Franasse realmente anche il nostro prof ci finirebbe. Una specie di dirupo di Seneca. In fondo chi la fa, l'aspetti.

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