sabato 31 agosto 2019

La Rete Sinaptica Mondiale



di Bruno Sebastiani


La potenza elaborativa del nostro cervello dipende dallo straordinario numero di neuroni che vi si sono sviluppati (circa 100 miliardi) e dall’ancor più strabiliante numero di sinapsi che li collegano l’un l’altro (circa 125 mila miliardi).
Da un articolo reperito in rete apprendo che le sinapsi sono così piccole (meno di un millesimo di millimetro di diametro) che gli esseri umani fino ad oggi non sono stati in grado di vedere la loro struttura e le loro funzioni e che alcuni ricercatori della Stanford University School of Medicine (California) hanno condotto uno studio in base al quale hanno scoperto che la complessità del cervello va al di là di quello che avevano immaginato (affermazione di Stephen Smith, professore di fisiologia molecolare e cellulare, autore principale dello studio).
Apprendo anche che «Una sinapsi, da sola, è più simile a un microprocessore, con la memoria di archiviazione ed elementi di elaborazione delle informazioni, rispetto a un altro interruttore on/off. Infatti, una sinapsi può contenere l'ordine di 1000 switch su scala molecolare. Un unico cervello umano ha più switch di tutti i computer e i router e le connessioni internet sul nostro pianeta.» (https://it.emcelettronica.com/cervello-come-microprocessore)
Tralascio di appurare se le affermazioni riportate corrispondono esattamente a realtà: appaiono sufficientemente verosimili e il mio scopo qui è solo di assumerle come punto di partenza di un ragionamento più ampio.
Intendo infatti concentrarmi su un fenomeno che in via analogica richiama a livello planetario la funzione svolta dalle connessioni inter-sinaptiche all’interno del nostro cervello.
Mi riferisco alla rete mondiale di fonia e dati (internet) e, più in particolare, ai dispositivi portatili di dimensioni ridotte che oramai ci seguono dappertutto.
Attraverso questi apparecchi siamo in grado di comunicare con ogni persona con cui entriamo in contatto esattamente come ogni neurone del nostro cervello dialoga con gli altri neuroni (mutatis mutandis).
Non solo. Attraverso questi apparecchi possiamo attingere ad ogni banca dati esistente sul pianeta (l’equivalente della nostra “memoria”), e in futuro il numero e l’ampiezza di questi “depositi di sapere” aumenteranno a dismisura.
Ma non sarà solo la mole dei dati a nostra disposizione ad accrescersi.
Massicci investimenti sono in programma (e già in parte in corso di impiego) per rendere più veloci ed efficienti i sistemi di comunicazione esistenti e per crearne di nuovi.
E questo è uno degli aspetti più preoccupanti della questione.
Citerò tre casi concreti.
1) I satelliti. SpaceX, l’azienda aerospaziale statunitense con sede a Hawthorne (California) costituita nel 2002 da Elon Musk, è stata autorizzata al collocamento in orbita bassa di migliaia di satelliti, nell'ambito di un progetto denominato “Starlink” che ha per obiettivo portare Internet ultraveloce anche nelle zone più isolate del pianeta. Ad oggi sono stati lanciati i primi 60 satelliti quale avanguardia dei 12.000 previsti a regime. Altre aziende di altri Paesi vorranno seguire l’esempio? Da notare che qui si parla solo di dispositivi satellitari per le comunicazioni, mentre esistono già sciagurati progetti per utilizzarne altri a scopi pubblicitari! In questo caso l’azienda è russa, ma con un nome americano StartRocket. Il sistema si chiama “space advertising” e si prefigge di proiettare in cielo di notte immensi cartelloni pubblicitari luminosi. C’è da augurarsi che qualcuno rinsavisca prima di autorizzare un simile oltraggio alla bellezza dell’Universo!
2) I cavi sottomarini. Per comprendere come il mondo sia collegato ad internet bisogna guardare nei fondali degli oceani: sott’acqua passano centinaia di cavi in fibra ottica che sostengono l’intera infrastruttura di connessione. La rete è stata realizzata negli ultimi decenni ad opera soprattutto di società private.
Microsoft e Facebook hanno completato nell’oceano Atlantico una dorsale in fibra ottica (denominata “Marea”) in grado di trasmettere sino a 160 terabit di dati al secondo. È un cavo lungo 6.500 chilometri collocato ad una profondità di oltre 5.000 metri sotto la superficie del mare.
Sempre Facebook ha in programma la posa di un altro cavo destinato a circumnavigare l’intero continente africano. Nome del progetto: Simba.
Google entro il 2020 poserà “Dunant” tra Francia e USA. Il volume di traffico che Google muove ogni giorno è straordinario, il 25% del totale mondiale, ma la capacità della rete non è infinita. Per questo motivo la società di Mountain View intende ampliare le sue infrastrutture di rete collegando con cavi sottomarini proprietari diverse aree del globo, come il Cile con Los Angeles, gli Stati Uniti con la Danimarca e Hong Kong con l'isola di Guam.
Anche la cinese Huawei Marine Networks, azienda nata nel 2008, sta investendo ingenti risorse per realizzare nuovi cavi sottomarini.
3) La rete 5G. Se le infrastrutture sin qui citate (satelliti e cavi sottomarini) sono destinati a sostenere il traffico dati di maggiori dimensioni, l’incombente rete 5G avrà il compito di portare l’informatica “veloce” in ogni casa e di far dialogare tra loro in tempo reale tutti i dispositivi dotati di una scheda elettronica di comunicazione.
Il 5G permetterà infatti di usare la rete mobile per tutta una serie di servizi che finora sono stati appannaggio di altri mezzi. In futuro dovrebbe soppiantare le attuali connessioni in fibra dando vita all’era degli apparati sempre connessi, senza necessità di passare continuamente da Wi-Fi a rete mobile.
Ma quali i rischi? Secondo l’appello internazionale Stop al 5G sulla Terra e nello spazio (firmato al 31 agosto 2019 da 126.962 persone e organizzazioni di 203 nazioni) «Il 5G aumenterà in modo massiccio l'esposizione alle radiazioni a radiofrequenza (RF) sulle reti 2G, 3G e 4G per le telecomunicazioni già installate».
Che influenza potrà avere un simile bombardamento di onde radio a frequenze assai elevate su piante e animali, esseri umani compresi?
Inoltre. Le alte frequenze garantiscono l’aumento della velocità, ma rendono la propagazione del segnale più difficile, perché maggiormente sensibili agli ostacoli fisici. Quanti alberi andranno abbattuti per far transitare liberamente le onde del 5G in città e in campagna? Quanti più ripetitori di segnale ci vorranno per una copertura capillare del segnale?
Obiettivo è modificare la rete da fisica a virtuale, definita da software, composta da slices definiti da algoritmi: il network slicing è la capacità di creare dinamicamente “fette” di rete per rispondere ai requisiti delle diverse applicazioni ed è una delle tecnologie chiave del 5G.
Cosa si aspetta l’essere umano da questa “rete sinaptica mondiale” che sta costruendo? Vi sono senz’altro importanti aspetti economici e commerciali che spingono a realizzare questa nuova tecnologia, ma di questi non ci occupiamo perché attengono al lato “venale” dell’uomo.
Vi è invece a mio avviso un aspetto molto, ma molto, più inquietante, sbandierato dai fautori del 5G come assai positivo: essi sostengono, a ragione, che la nuova rete consentirà livelli di interconnessione finora mai raggiunti. Ma, posto che l’uomo pur in assenza di tali livelli è riuscito a devastare ampiamente la biosfera, fin dove si spingerà questa opera distruttiva con l’avvento di una rete di collegamento tanto più efficiente?
La massima ambizione prometeica (o diabolica?) dell’uomo è di accrescere a dismisura il suo potere sulla Terra. Per realizzarla occorre una dose supplementare di intelligenza sia individuale che collettiva. Relativamente alla prima si veda il mio precedente articolo: “Verso cervelli più potenti e con più memoria”. La rete sinaptica mondiale di cui abbiamo parlato risponde al secondo tipo di intelligenza da implementare, quella collettiva.
Vi è poi la concretizzazione dell’intelligenza artificiale quale ulteriore sistema di assoggettamento e dominio della biosfera. Di questa parlerò in altro articolo.
Resta il fatto che tutti questi progetti convergono verso quella attività umana di aggressione alle cellule sane del pianeta che ricorda assai da vicino l’attività svolta dalle cellule cancerogene ai danni delle altre cellule dell’organismo ospitante.


24 commenti:

  1. Un mondo distopico, a mio giudizio.
    Homo Cancer, Homo Demens.

    Barzelletta :
    Due pianeti si incontrano nello spazio :
    "Ciao, pianeta Terra, come va?"
    "Caro amico mio, va male, ho un attacco di Homo Sapiens"
    "Non ti preoccupare, Terra, dura poco".

    Gianni Tiziano

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  2. Il paragone col cancro credo sia del tutto inappropriato: le rete di interconnessione globale renderà la società umana molto più dirigisticamente pianificabile e organizzabile di quanto non sia già da ora, cioè l'opposto di una proliferazione cancerosa. Ciò fra l'altro sposterà in là nel tempo il collasso ecologico, e può anche darsi che farà nascere una Gaia come organismo onnicomprensivo dotato di coscienza neurale vera e propria, seppure estremamente semplificato rispetto all'apparente, e per gli uomini inaccettabile, caos di adesso.
    Il che a mio modesto avviso sarà MOLTO peggio di un semplice, stupido cancro.

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    1. meglio la morte, che una vita da schiavi. Lo zio di mio babbo, ufficiale di marina, raccontava di un nero caricato a forza 100 anni fa circa per fare il mozzo. Pare che preferì bere benzina e morire. Anche a Guam 16.000 civili giapponesi preferirono suicidarsi prima di cadere nelle mani degli americani. Ma noi italiani siamo di un'altra pasta. Lo siamo sempre stati dal 476 D.C., tranne una piccola parentesi tra il 1861 e il 1943, anno della firma dell'armistizio di Cassibile, costretti dalla minaccia della distruzione di Roma da parte di migliaia di bombardieri alleati. Il paradosso fu che poi furono accolti come liberatori, quelli che poco prima senza farsi tanti scrupoli avrebbero fatto di Roma un cimitero.

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    2. Dalle mie parti, i miei genitori e i miei parenti più addietro non sono stati altrettanto fortunati. Vuoi ridere? Se chiedo ai ragazzini di oggi chi abbia bombardato la nostra città, una buona percentuale cade schiettamente dalle nuvole, mentre la maggioranza risponde convintamente "i Tedeschi" (anche se, spero, nessuno ha mai detto loro una castroneria del genere). La cosa vale anche per un numero impressionante di miei coetanei cinquantenni! Ecco dove arriva la propaganda, tra cose volutamente travisate e altre pelosamente non ricordate nella consapevolezza che i più, non avendo il tempo o la voglia di informarsi, "intuiranno" proprio quel che si vuole che "intuiscano".

      Le stesse tecniche si applicano in un'infinità di campi, con un'efficacia davvero difficile da spiegare se applicate ad una specie che non perde occasione per definirsi sapiens sapiens.

      Ecco perché non credo più a niente di quel che non posso verificare con i miei sensi (no, miei cari scienziati, neppure a quel che raccontate voi che, per quanto istruiti, non siete diversi dagli altri). A rimetterci sono quei pochi ai quali nego la fiducia anche se magari se la meriterebbero.

      MrKeySmasher

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    3. portare la democrazia ha i suoi costi e effetti collaterali. Anche portare il benessere li ha: basta guardare dal satellite Amazzonia, Congo e Siberia. Il capitalismo ha le sue regole e così è se vi pare. E (sottinteso) anche se non vi pare.

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    4. Vi ricordo che siamo stati noi italiani a dichiarare guerra agli stati uniti d'america, l'11 dicembre 1941, 4 giorni dopo l'attacco giapponese a Pearl Harbor che sembrò mettere in ginocchio gli Usa distruggendone parte importante della flotta. Piccolo errore, opportunistico, di valutazione.

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    5. Fai bene a ricordarlo, ma a voler andare avanti la catena dei ricordi si può allungare all'infinito. E ci si trova per chiunque di che vergognarsi ampiamente. Vuole davvero iniziare questa "partita verso il peggio"?

      A salvarci è la consapevolezza che le responsabilità stanno in capo alle dirigenze, non certo a chi tira la carretta e deve poi pagare il prezzo delle loro scelte chiaramente dettate da forme patologiche più o meno gravi ma sempre presenti.

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    6. Ho dimenticato di firmarmi:

      MrKeySmasher

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    7. M.K.S:
      "le responsabilità stanno in capo alle dirigenze, non certo a chi tira la carretta"

      GRANDE tema! Proprio come diceva il mio babbo: "il pesce comincia a puzzare dalla testa", mi diceva.

      E se facessimo un po' per uno? Una Djrigenza che, per quanto fuori di testa, si scontrasse con una Resistenza diffusa e tignosa, non potrebbe durare a lungo, e nemmeno quel poco bastante a dichiarare la guerra, mi pare.


      Dice che in democrazia le Dirigenze ce le scegliamo
      ...

      ...

      Cmq, a proposito del "meglio la morte che una vita da schiavo" del prolifico mago (5 su 15, al momento), direi che nella situazione bisogna trovarcisi, prima di tranciare.

      Idem per il "meglio un giorno da leone che cento da pecora" recentemente riproposto su questi schermi: bisogna trovarcisi; un mio zio, per esempio, che ha fatto la Campagna di Abissinia, mi racconta'

      ...

      mi raccontava cose allucinanti:
      il Comandante comandava, e lui (LUI! Pacifico, equanime, schivo) obbediva. Tanto, se l'ordine non lo avesse eseguito lui, lo avrebbe eseguito qualcun altro, noh? e in più lo avrebbero fucilato ...
      Come la mettiamo? Chi andrà all'Inferno per questo, la Dirigenza, gli esecutori, tutti quanti, nessuno ...?

      E vi risparmio aneddoti e adagi dei miei nonni, delle nonne, e del resto del parentado.

      Saluti.

      R

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    8. R, se ti disturbo, mi dispiace, ma puoi fare a meno di leggere ciò che scrivo, anche se lo faccio con le migliori intenzioni. Per quello che riguarda chi va all'inferno, pochi giorni fa è morto il mio medico ateo e sono sicuro che è andato in Paradiso, perchè era la persona più rispettosa del prossimo che conoscessi.

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    9. poi a me pare di essere l'unico che approfondisce i link segnalati, perchè nessuno risponde in materia. Sarò anche prolisso, ma almeno non sono qualunquista e superficiale come le locuste.

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  3. Da quando han preso ad imporcelo in ogni dove, l'inglese mi sta sempre più sull'anima, però mi piace citare "What goes up must come down". E quando vieni giù, più cadi dall'alto, più vai veloce, più ti fai male.

    Nonostante l'abbondanza dei cavi defecati in ogni dove, questi non connettono. Il bello è che quando dobbiamo additare qualche malvagio-tipo continuiamo ad andare a cercarlo nella storia di 70/80 anni fa, laddove abbiamo nell'attualità quotidiana una pletora di esempi assai più calzanti e assai più bassamente perniciosi.

    MrKeySmasher

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  4. Matrix sta chiudendo la trappola.

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  5. https://peakoil.com/production/usa-oil-production
    come avevo anticipato all'inizio dell'anno linkando un commentatore americano indipendente che avvertiva della fine della corsa al rialzo della produzione di scisto a causa dell'impossibilità di sostituire il forte calo della produzione del petrolio da fracking, pare che ci siamo. La crisi economico finanziaria del 2008 fu preceduta da un plateau cominciato nel 2006. Se le cose non cambiano nel 2021 o giù di lì avremo un'altra crisi, stavolta globale. Tempi interessanti ci attendono.

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  6. Lo suggerisco anche qua: date una lettura a Sapiens, di Yuval Noah Harari. Interessante disamina della storia dell'homo sapiens. Parte come lavoro storiografico e divaga un po' nella polemica, dalla metà in poi, ma l'autore condivide pensieri molto interessanti - e controversi - a mio avviso: la visione dell'agricoltura come fregatura; la questione se l'umanità, pur progredita, sia davvero più felice; gli sviluppi futuri tra cibernetica e genetica; i mali del capitalismo e dell'individualismo, con conseguente smantellamento del senso di comunità, alienazione dell'individuo, distruzione dell'ambiente; etc.
    Consigliato, a mio avviso.

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    1. ieri ho avuto il piacere di ascoltare Don Ciotti: tutto bello, aiuto al povero, immigrazione libera, servizi sociali, buona gestione politica (di parte ovviamente), aiuti ai giovani e agli immigrati, ecc. Ma a nessuno viene in mente che i 10.000 incendi che stanno quotidianamente divorando i polmoni verdi del pianeta son anche causati dal buonismo di stampo consumistico e capitalistico?

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  7. Tutto sta avvenendo prima del previsto..
    http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2019/09/03/esperto-artico-russoallarme-permafrost_372633fb-a280-4177-9612-1046427400b3.html

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    1. https://www.meteogiornale.it/notizia/60796-1-europa-nel-baratro-del-cambiamento-meteo-climatico
      catastrofe climatica in arrivo nei prossimi anni. Quella degli idrati di metano cui si riferisce in commento anonimo sopra, è l'apocalisse innescata da aumenti repentini di oltre 6° del passato, causata da rilasci molto consistenti di gas dal permafrost e che pare abbia accompagnato o generato alcune estinzioni del passato. Il pericolo esiste, ma quello evidenziato dall'articolo, non è un pericolo, è un fatto dimostrato scientificamente dati alla mano, per non parlare del metodo empirico personale, ossia l'esperienza di quei pochi, come me, che con pochi strumenti di misurazione e molta memoria, si rendono conto di quello che sta accadendo intorno a loro. Ma le locuste, o non se ne accorgono, o non gliene frega niente.

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    2. Mago, stai mandando decisamente troppi commenti - finisce che invadi il forum. Di solito li passo, ma ora ti metto in moderazione per qualche tempo. Scusa, ma ne guadagni anche tu in efficacia se ti limiti un po'

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  8. Il mio commento oggi è
    UNA LACRIMA.

    Siamo Homo? Si, nessun dubbio.

    Sapiens anche, se per sapienza si intende il sapere come distruggere la vita sul pianeta Terra.

    Ci aggiungerei Demens, cioè la pazzia di attuare tale distruzione, con pervicacia e ottusità.

    Gianni Tiziano

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  9. https://scenarieconomici.it/si-interrompono-alcune-tratte-per-loriente-la-crisi-e-fra-noi/
    la crisi è fra noi
    La valutazione del rallentamento mondiale nel commercio è essenziale per poter comprendere se la crisi economica e finanziaria che sembra imminente sarà solo un elemento di passaggio o se lascerà degli effetti significativi sull’economia.

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    1. Saluto con grande piacere il rallentamento del commercio globale, ed auspico che rallenti ancora molto, in quanto gran parte della merce prodotta e trasportata non risponde a bisogni primari, bensì risponde a bisogni indotti che non possiamo più permetterci.

      Veramente è da un pezzo che non avremmo potuto permetterceli, e difatti abbiamo vissuto a credito; ora arriva il conto da pagare, e l'Esattore -per l'esattezza la Esattrice, aka Gaia- è senza riguardi.
      ...

      ...

      Oddìo, chi può spendere se la caverà meglio, naturalmente, o un po' più a lungo ... ma con risorse strettamente locali -a parte qualche rotolo di tessuto di seta dalla Cina, qualche barile di caviale dalla Russia, e un po' di avorio dall' Africa, da far bastare per tutto l' Occidente.

      Nel frattempo, la metà di chi resta dovrà darsi alla agricoltura. Come ai tempi di Marco Polo, all'incirca, quando sull'Arno a Firenze vivevano delle risorse di quel fiume a centinaia fra pescatori, barcaioli, e renaioli.
      I renaioli son quelli che con le loro barche piatte, spinte da una pertica, cavavano la rena (sabbia) dal fondo del fiume, e io son tanto vecchio da aver fatto da manovale a bordo di una di queste barcacce; a ritirare la rena veniva un carrettiere il cui carretto aveva ruote del diametro di un metro e ottanta, e il suo cavallaccio tirava mezzo metro cubo di rena da Bellariva a Settignano.
      Un viaggio al giorno, per lui e per noi.
      E ci siam trovati a combattere con autocarri che portano quindici metri cubi, a velocità venti volte superiore
      ...
      sabbia cavata da una Draga che cavava mezzo metro cubo AL MINUTO!!!

      E cosa mangiavamo? Boh, chi se ne ricorda! Pane, principalmente: con l'olio, con la trippa, con i fagioli; e il cavallo mangiava fieno del Valdarno, tozzi di pane secco, foglie di cavolo.

      Però ogni tanto si andava alla Nave a Rovezzano, dove la moglie del traghettatore friggeva pesciolini avvolti in foglie di salvia (un pesciolino in ogni foglia), due lire a involtino.
      Per cui con quindici lire ci toccavano cinque involtini e un bicchiere di vino, e tornare a Bellariva con la pancia piena, la testa leggera, e a favore di corrente, se c'era Dante a vederci passare due o tre terzine ce le componeva di sicuro.

      ...

      ehm

      ...

      Vabbe', saluti.

      R

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    2. https://peakoil.com/publicpolicy/greens-save-the-planet-screw-the-people
      Bernie Sanders, probabile futuro candidato presidenziale dei democratici, ha una visione totalmente opposta ai burocrati europei e religioni dominanti riguardo alla sovrappolazione.

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