martedì 28 giugno 2016

La catastrofe climatica in arrivo verso il 2020

Da “Huffington Post”. Traduzione di MR

Di Eric Zuesse 

Il primo studio che integra tutta la ricerca scientifica precedente per proiettare approssimativamente quando il cambiamento climatico produrrà conseguenze catastrofiche permanenti è stato accettato e verrà presto pubblicato sulla rivista scientifica Nature. Scopre che le cose cominceranno ad andare molto male nei tropici intorno 2020 e nella nostra parte del mondo intorno al 2047.

Nature condivide con Science e PNAS (Proceedings of the National Academy of Sciences) l'onore di essere considerate alla pari come le tre riviste scientifiche più prestigiose del mondo ed un articolo non viene pubblicato in queste riviste a meno che non abbia superato un peer-review estremamente rigoroso. Così i negazionisti climatici non avranno alcuna credibilità professionale nell'attaccare lo studio, come ci si aspetta che facciano i fratelli Koch ed i loro amici, visto che hanno un così grande profitto da ciò che causa il riscaldamento globale – la combustione di combustibili basati sul carbonio.

lunedì 27 giugno 2016

Il mestiere del capro espiatorio: le ragioni del fallimento del movimento ecologista

Questo documento di qualche anno fa, di Donella Meadows, ci racconta la storia di come i "verdi" abbiano preso il posto dei comunisti come capro espiatorio e bersaglio privilegiato per tutti i guai che ci affliggono.


Da “Donnella Meadows Institute”. Traduzione di MR

Di Donella Meadows, 4 giugno 1992

Qualche settimana fa ho avuto l'onore, presumo, di apparire National Public Radio con Dennis Avery, una persona che si autodefinisce esperto agricolo presso l'Istituto Hudson. Non avevo mai incontrato il signor Avery, ma visto che l'Istituto è un'organizzazione radicalmente conservatrice, mi aspettavo che la discussione fosse accesa.

domenica 26 giugno 2016

Politiche di immigrazione secondo Donella Meadows


Un articolo di venti anni fa, ancora perfettamente attuale, anche in relazione al Brexit. (U.B.)

Da “Donnella Meadows Institute”. Traduzione di MR

Di Donella Meadows
19 gennaio 1995

"Datemi le vostre genti stanche, i vostri poveri,
Le vostre masse accalcate che anelano a respirare libere,
I miseri reietti dei vostri lidi brulicanti,
Mandateli a me i senza casa, sbattuti dalla tempesta,
Io alzo la mia fiaccola vicino alla porta d'oro!"

Emma Lazarus ha scritto queste parole ispirate in dedica alla Statua della Libertà nel 1886. Sono scese in profondità nella psiche di questa terra di immigrati, anche se la porta d'oro di fatto non è mai stata del tutto aperta. I soli miseri reietti che abbiamo accolto in un primo momento erano quelli del Nord Europa. Abbiamo fatto entrare persone di culture non occidentali principalmente come schiavi o lavoratori a contratto. Eppure, nel corso della nostra storia, abbiamo accettato rifugiati con una grazia senza paralleli fra le nazioni. Siamo stati premiati con una popolazione variegata e talentuosa e con un'immagine internazionale che ancora brilla nonostante il suo appannamento.

venerdì 24 giugno 2016

Brexit: e ora?

Una recente intervista di Gaël Giraud si è rivelata profetica. (U.B.)


Morta l'Europa se ne fa un'altra, anzi, due.


Carlo Melato
22 giugno 2016

«In caso di Brexit c’è una notizia buona e una cattiva. La cattiva è che la Germania si rafforza e diventa l’unica potenza al comando in Europa. Quella buona più che altro è una speranza: Italia, Francia, Spagna e Irlanda potrebbero iniziare chiedersi se convenga rimanere…». Non si direbbe, ma chi parla è un europeista convinto, anche se difficilmente etichettabile. Gaël Giraud ha alle spalle una brillante carriera come consulente di banche d’investimento parigine, mentre oggi concilia due vite: quella di chief economist dell’Agence française de développement e quella di prete gesuita.

Nemico della finanziarizzazione dell’economia, ma contrario alla demonizzazione della finanza, quando non dice messa siede al tavolo di Francois Hollande e lo turba con le sue teorie rivoluzionarie che si possono ritrovare nel libro Transizione Ecologica, scovato in Francia dalla casa editrice dei missionari italiani (EMI).

Professor Giraud, si può davvero essere europeisti e augurarsi la Brexit?

Prima bisogna capire che il progetto europeo, nato sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, è stato completamente tradito. Dagli anni Ottanta si è scelto di imboccare la strada senza ritorno della finanziarizzazione della società, compiutasi nel 1992 con il Trattato di Maastricht. Il risultato? La mobilità dei capitali è diventata prioritaria su quella delle persone.

Il disegno originario va ripensato perché l’Europa odierna è destinata a distruggere le economie del Sud e a riaccendere l’odio tra i popoli. Se la Brexit è l’occasione giusta, ben venga.

Sperando in una sorta di effetto domino?

Nonostante le apparenze anche chi chiede alla Gran Bretagna di rimanere si è già attrezzato. Sono a conoscenza di un “Piano B” dei governi del Nord Europa (Germania, Austria, Olanda, Finlandia, e probabilmente Lussemburgo) per costruire una “zona marco” autonoma. Nel caso mi auguro solo che la Francia rimanga fuori dal club perché insieme all’Italia rappresenta la leadership naturale dell’Europa del Sud. Questi due paesi hanno le carte in regola per costruire un nuovo sistema politico che veda alla guida i cittadini e non i banchieri.

Nel suo libro, al di là dell’ipotesi Brexit, già li invitava a fare il primo passo: sfidare la Germania e le istituzioni europee stampando moneta. Ma quali sarebbero i rischi?

Se nascesse un’eurozona del Sud, la nuova moneta, che potremmo chiamare Euro 2.0, rischierebbe di crollare sui mercati finanziari mentre la bilancia commerciale potrebbe andare in deficit. L’inflazione a quel punto sarebbe una conseguenza inevitabile. Tenga conto però che questa è una buona notizia, dato che oggi siamo nella trappola molto più pericolosa della deflazione.

Ma continuiamo pure l’elenco dei guai possibili: potremmo avere problemi di accesso ai mercati finanziari per finanziare i debiti sovrani e gli spread italiani e francesi non tarderebbero ad esplodere.

E quali sarebbero le possibili contromosse?
Stampare la nuova moneta comune in modo da avere nella nuova eurozona diverse denominazioni nazionali il cui tasso di cambio verrebbe deciso a livello politico, senza tenere conto della schizofrenia dei mercati finanziari.
In questo modo potremmo ad esempio svalutare la valuta greca del 50% per le sole transazioni interne all’eurozona del Sud – in modo da dare ossigeno a un Paese messo in ginocchio dall’austerity – e allo stesso tempo, all’esterno, mantenere una valuta forte per poter comprare petrolio.

Fin qui tutto bene, anche se bisogna aspettarsi l’opposizione di qualcuno.

A chi si riferisce?
Alle banche. Se decidessimo ad esempio di procedere con una svalutazione in Italia molti istituti bancari del vostro Paese andrebbero in bancarotta, avendo molto debito privato denominato in altre monete.

Anche in questo caso però non vedo grossi problemi: basta nazionalizzarle e forzarle a fare il loro mestiere: lavorare per l’economia reale e non per le speculazioni finanziarie.

A quel punto questa nuova eurozona, liberata dai vincoli attuali, potrebbe realizzare quella che lei chiama la “transizione ecologica”?
Esattamente. Occorre affrontare al più presto la questione energetica e quella ambientale, rinnovando gli edifici dal punto di vista termico, ripensando la mobilità, liberandoci dalla dipendenza dal petrolio. D’altronde siamo costretti ad andare verso un’economia post-carbone, basta non chiudere gli occhi davanti ai dati allarmanti dell’inquinamento e del surriscaldamento globale. Si tratta di un programma costoso, ma in grado di creare milioni di posti di lavoro.

Portare avanti un programma del genere al di fuori di uno scenario in cui l’Europa si divida in due non è possibile?
Purtroppo no. Se oggi un governo democratico volesse sposare la transizione ecologica la Bce e le banche private glielo impedirebbero. Chiuderebbero i rubinetti dicendo che non produce profitti a breve termine. La colpa, come spiegavo prima, è antica: abbiamo scelto di privatizzare la moneta e di incatenare gli Stati.

Oggi occorre solo essere coscienti della situazione e attrezzarsi a ciò che prima o poi accadrà. Mi auguro per l’Italia che Renzi abbia imparato la “lezione greca” e lo stia facendo. Altrimenti continuerà a puntare tutto su una ripresa che purtroppo però non può arrivare…

giovedì 23 giugno 2016

Perché Gianni l'idraulico non vuole l'energia rinnovabile

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Gianni (Joe) l'idraulico è una persona vera, ma anche un'astrazione per indicare l'operaio metalmeccanico americano pieno di problemi.


In un post precedente, ho sostenuto che una transizione globale al 100% di energia rinnovabile sarebbe molto costosa, ma possibile, e che potrebbe anche essere sufficientemente rapida da evitare di superare gli obbiettivi di emissioni stabiliti dalla COP21. Questa opinione ha innescato il solito flusso di commenti negativi, basati principalmente su vecchie fandonie o ragionamenti ideologizzati. Ha generato anche una discussione in un forum privato dove si è sostenuto che potremmo fare la transizione se potessimo convincere l'opinione pubblica che l'energia rinnovabile è una cosa buona. Mi sono trovato in parziale disaccordo con questa interpretazione ed ho risposto con un commento che riproduco qui, con poche modifiche.  


Tutti i sondaggi indicano che la “opinione pubblica” è ampiamente favorevole all'energia rinnovabile, eccetto una minoranza dura a morire che sfoga le proprie frustrazioni commentando i post che non gli piacciono. Quindi non ci serve un grande sforzo per convincere "Gianni l'idraulico" che l'energia solare è una buona idea.

Sfortunatamente, è più probabile che Gianni non abbia soldi sufficienti per installare pannelli solari nel suo giardino. Al contrario, probabilmente è in rosso e se qualcuno se ne esce dicendogli, “guarda, la tua bolletta elettrica è il risultato dei sussidi all'energia rinnovabile”, lui ci crederà. Probabilmente continuerà a pensare che l'energia solare è una buona idea, ma non vorrà pagare per averla (né, in generale, per qualsiasi cosa collegata alla “sostenibilità” o a “combattere il cambiamento climatico”).

Alla fine, non importa granché ciò che pensa o fa Gianni. Il punto è come convincere quella entità nebulosa che chiamiamo “sistema finanziario” a convogliare grandi quantità di denaro in energia rinnovabile prima che sia troppo tardi. E con grandi intendo GRANDI: se i grandi investitori non si muovono, e velocemente, siamo spacciati.

La difficoltà del problema è evidente se consideriamo ciò che è successo durante l'ultimo decennio, quando il “sistema finanziario” ha riversato enormi quantità di denaro nell'industria del gas e del petrolio di scisto. E conosciamo tutti la storia della grande bolla che sta scoppiando proprio in questo momento. Ma non è solo una questione di soldi: è stato un incredibile uso scellerato delle risorse che ha condizionato l'intera civiltà, una cosa che potrebbe averla anche condannata definitivamete, anche in termini di grandi quantità di gas serra emessi e che non avevano bisogno di essere emessi.

Non riesco a non pensare, “e se tutti i soldi e le risorse fossero state usate per le rinnovabili, invece?” Il mondo oggi sarebbe del tutto diverso. Quindi chi ha deciso di spingere tutti quei soldi nella direzione sbagliata? Gli gnomi di Zurigo? I Troll di Budapest? I Goblin di Southampton? Gli Orchi di Bratislava? Chi?

Penso sia questo il nocciolo della questione. Come potete vedere nel mio post, gli investimenti in energia rinnovabile sembrano essersi stabilizzati dopo il 2011.




E questo è MOLTO preoccupante. D'altra parte, è anche vero che vediamo una tendenza all'aumento durante gli ultimi due anni. Ciò potrebbe indicare un ritorno di interesse del sistema finanziario per le rinnovabili. E l'impressione è che, sì, che ci sia una chiara tendenza in quella direzione. Pertanto forse abbiamo una possibilità, ma ci dobbiamo muovere.

h/t Adam Siegel


mercoledì 22 giugno 2016

La produzione di petrolio greggio mondiale: comincia il grande declino?

Da “Peak Oil Barrel” Traduzione di MR

Di Ron Patterson

Sembra che la EIA abbia smesso di pubblicare le sue Statistiche Internazionali sull'Energia. Al loro posto ora pubblicano una versione ridotta sulla loro pagina web Total Energy dal titolo: Tabella 11.1b produzione mondiale di petrolio greggio. Ecco perché pubblicano i numeri di produzione di greggio + condensato di nazioni del Golfo Persico, Paesi selezionati non-OPEC, Totale non-OPEC e Mondo. I “paesi produttori selezionati non-OPEC sono Canada, Cina, Egitto, Messico, Norvegia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti. Hanno appena pubblicato i loro ultimi dati fino a febbraio 2016.

lunedì 20 giugno 2016

Niente spiritello nella macchina: l'umanità soffre di un'epidemia globale di Alzheimer?

Da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR



Il cervello umano è la cosa più complessa conosciuta in tutto l'universo. Così complesso e così delicato e fragile! (fonte dell'immagine)

I miei genitori erano sposati da 58 anni quando è morta mia madre. E' stata una perdita terribile per mio padre, che allora aveva 86 anni ed io ero molto preoccupato per la sua salute. Ma mi sono sentito sollevato quando ho visto che, dopo pochi mesi, sembrava essersi ripreso dallo shock. E' rimasto attivo e poteva gestire la sua vita quotidiana senza un aiuto particolare. Poteva prendere l'autobus, da solo, e camminare da solo nel vicinato. Si era persino fatto dei nuovi amici e passava del tempo con loro. Tuttavia, c'era qualcosa di sbagliato in lui. Di terribilmente sbagliato.