sabato 10 gennaio 2015

Cambiamento climatico: come lo vedono gli scienziati?

Da “Is this how you feel?”. Traduzione di MR

Quelle che seguono sono le parole di veri scienziati. I ricercatori che capiscono il cambiamento climatico.

Professor Peter B. deMenocal,
Lamont-Doherty Earth Observatory,
Università della Columbia 


Cari lettori,

vorrei cominciare con un'analogia che spiega meglio come mi sento. Immaginate come si sente un medico che deve informare il suo paziente, un vecchio amico di una vita, di una diagnosi terribile, ma trattabile. L'amico rabbiosamente ignora quello che devi dire, per una serie di ragioni molto umane, e tu lo guardi sconsolatamente mentre il dolore e la malattia si rivelano sul resto della sua breve vita.

C'è una vicinanza simile fra gli scienziati del clima e il pianeta. C'è una sensazione di meraviglia e rispetto. Le nazioni e le economie non amano l'incertezza. Il cambiamento climatico destabilizza le istituzioni che abbiamo costruito in secoli di clima e livello del mare stabile.

Tornando al nostro paziente, mi sento frustrato per il fatto che il mio amico non mi ascolterà. Ma spero che ascolterà altri medici e giungerà ad accettare la diagnosi. Spero che, per ragioni molto umane, il paziente vedrà questo come una scelta positiva che afferma la vita.

Spero che vediamo noi stessi come il paziente.

Saluti,
Peter B. deMenocal


Dottor Jim Salinger
Associato onorario di ricerca in Scienza del Clima, Scuola Ambientale,
Università di Auckland


Caro Joe,

sono diventato uno scienziato del clima professionista nel 1976, ero appassionato dall'osservazione del clima e dal tracciare il clima della Nuova Zelanda dalle prime osservazioni.

Insieme agli altri gruppi climatici, ho installato la mia stazione climatica. Poi mi sono unito allo “Zio Tom Cobbly e tutti gli altri” (Tom Wigley, Phil Jones, Jean Palutikof, Mick Kelly, etc.) al CRU nel 1980 ed eravamo convinti che il riscaldamento globale fosse reale e che fosse attribuibile intorno al 2000.

Essendo nel viaggio ormai per il quinto decennio, è stato affascinante vederlo svilupparsi da uno studio accademico fino a diventare altamente politicizzato. I leader e i politici dei paesi “non lo capiscono”. Ora è il momento che tutti coloro che hanno a cuore la cosa farsi sentire per fare la differenza, in modo da cambiare i nostri comportamenti per indurre coloro che non possono ancora parlare.

Ora dipende da noi.

Se lo vogliamo, non sarà un sogno...

Così mentre ci sono abbastanza persone in gamba ed impegnate, possiamo cambiare il nostro percorso di riscaldamento. Sono sempre speranzoso – ma da 4 a 5°c in più saranno una sfida alla sopravvivenza.

Jim Salinger


Dottoressa Helen McGregor
Ricercatrice, Scuola di Ricerca di Scienze della Terra,
Università Nazionale Australiana 



Cari tutti,

ecco come mi sento:

mi sento come se nessuno stesse ascoltando. Va bene, certo, alcune persone stanno ascoltando, ma non abbastanza dei nostri capi stanno ascoltando – quelli che prendono le decisioni che influenzano tutte le nostre vite. E il cambiamento climatico sta alterando e continuerà ad alterare tutte le nostre vite.

Mi sento come se sarà la peggiore persona anziana - “Ve lo avevo detto” sarà il mio tormentone. Ma quando ci penso meglio e penso a cosa significa questo “a terra”, tanto per dire, per l'umanità, allora non voglio essere davvero una anziana scontrosa. Perché significherebbe che le temperature globali e i livelli del mare sono saliti. Che viviamo estremi meteo più estremi e più spesso. Che le persone stanno soffrendo per la siccità, gli incendi boschivi, le alluvioni e le inondazioni più spesso – chi vuole questo come mondo futuro?

Mi sento perplessa al perché molti dei nostri politici, capi d'azienda e membri del pubblico non capiscono che l'aumento del CO2 nell'atmosfera della Terra è un problema. La stessa premessa che il CO2 intrappola calore è basata sui fondamenti della fisica – la stessa fisica che è così tanto alla base della società moderna. La stessa fisica che ha visto un CO2 più alto collegato a peridi più caldi nel passato geologico. E certo, ci sono stati peridi caldi in passato e la Terra tempestato la tempesta (scusate il gioco di parole), ma allora non c'erano milioni di persone, infrastrutture inamovibili o intere comunità in pericolo.

Mi sento stupefatta che qualcuno mi accusi di far parte di una qualche cospirazione globale per prendere più soldi – se lo facessi per i soldi, sarei rimasta a lavorare come geologa nell'industria mineraria. No, faccio ricerca climatica perché trovo il clima molto interessante, riscaldamento globale o meno.

Sento esasperazione e disperazione in egual misura, perché forse non c'è proprio niente che possa fare. Mi sento vulnerabile, perché forse scrivendo questa lettera mi espongo ai troll e al vetriolo – forse avrei fatto meglio a stare zitta.

Ma come scienziata sono allenata a verificare e riverificare i dati, a mettere in discussione i dati e verificare le ipotesi integrate. I dati sono solidi e c'è tempo, solo per mettere sotto controllo i livelli di CO2.

Quindi sento il bisogno di continuare a parlare meglio che posso.


Dottoressa Helen McGregor


Professor Peter Cox
Theme Leader per il Cambiamento Climatico e i Futuri Sostenibili 
Università di Exeter


Sul cambiamento climatico ho sentimenti contrastanti.

Come scienziato del clima, mi sento privilegiato ad essere vivo mentre le cose cambiano così rapidamente. L'umanità sta attualmente portando avanti un esperimento non intenzionale sul sistema climatico, il che significa che vengono rigurgitate in continuazione nuove domande e la nostra conoscenza sta avanzando rapidamente. Come scienziato ricercatore tutto questo è emozionante!

Come essere uman, specialmente come genitore, mi sento preoccupato del fatto che danneggiamo il pianeta. Non voglio lasciare un casino da sistemare ai miei figli né a quelli di chiunque altro. Attualmente stiamo creando un problema per loro, ad un tasso allarmante – e questo è preoccupante.

In quanto ottimista, spero che possiamo risolvere il problema climatico. E' una sfida enorme perché richiede collaborazione internazionale e che la gente agisca per conto degli altri. Ma questo significa anche che affrontare il cambiamento climatico potrebbe essere un catalizzatore per sviluppare una relazione molto migliore fra esseri umani e ambiente ed un'umanità globale più giusta e connessa.


Entrano i cori celestiali...:-)


Professor James Byrne,
Professore di Geografia,
Università di Lethbridge



Come mi sento rispetto al cambiamento climatico?

Spaventato: per i miei nipoti, per la mia famiglia per le persone. Questo mi tiene sveglio la notte.

Arrabbiato: i combustibili fossili causano un inquinamento terribile e un riscaldamento del clima che porta milioni di morti ogni anno e molti milioni di ammalati. Abbiamo opzioni migliori.

Frustrato: per l'autocompiacimento. I genitori che si butterebbero fra un orso o un leone ed un bambino – vivono nell'ignoranza, nella confusione o, bene che vada, nella paura. Buttatevi nel dibattito sul clima, mamma e papà.

Tristezza: molti sono stati danneggiati, molti di più lo saranno. L'azione rapida sul clima salverà molte vite e preverrà enormi perdite di proprietà a livello globale e nella vostra città.


Sconcertato: quasi tutto gli estremi meteorologici stanno diventando più estremi a causa di un'atmosfera più calda. Perché mai ciò è difficile da capire?

In nervosa attesa: ascoltate la scienza, o la natura. La seconda parlerà con voce più alta, a caso e con terribile cattiveria – tempeste, ondate di calore, siccità, inondazioni, inquinamento – che causerà dolore e sofferenza.

Eccitazione: possiamo sistemare tutto questo! Abbiamo i piani, le politiche e la tecnologia per farlo. Possiamo avere vite meravigliose con energia pulita, sicura e rinnovabile. Per favore dateci una mano! Impegnatevi. Richiedete azione sul clima a tutti i livelli politici.


Gratitudine: grazie per l'ascolto – e per l'azione. Chiedete come se ne avete bisogno.

James Byrne, PhD, Professore
Università di Lethbridge


Professoressa Gabi Hegerl
Professoressa di Scienza dei Sistemi Climatici,
Università di Edimburgo


Sono sia affascinata sia frustrata dal cambiamento climatico. Molto della mia vita lavorativa riguarda lo studio del cambiamento climatico e il modo in cui funziona il sistema climatico è molto affascinante per me. Capire un po' di più nel tempo è elettrizzante.

Poi guardo i miei bambini e penso a quello che so che sta arrivando per loro e mi preoccupa per come li condizionerà.

Gabi Hegerl


Dottor Kevin E Trenberth
Distinto Scienziato Senior
Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica




Non sono riuscito a ricevere una lettera scritta a mano dal Professor Trenberth, ma mi ha gentilmente fornito la copia digitata sopra. 

Il cambiamento climatico indotto dagli esseri umani sta avvenendo, su questo non c'è dubbio. Eppure ogni tanto c'è un barlume di speranza che lo possiamo affrontare in maniera sostanziale. Penso che ai combustibili fossili dovrebbe applicarsi un principio di “l'utente paga”, di modo che tutti i costi a valle dell'inquinamento dell'aria e del cambiamento climatico vengano incorporati nel prezzo attraverso una tassa o imposta sul carbonio, o un qualche meccanismo analogo. Cambiare l'economia dell'energia  ed anche sovvenzionare le rinnovabili mentre si tassano in modo appropriato i combustibili non rinnovabili potrebbe portare una grande rivoluzione condotta dal settore privato. Non fermerà il cambiamento climatico, ma non dobbiamo fermarlo del tutto, lo dobbiamo rallentare molto per permettere che l'adattamento avvenga in modo ragionevole. C'è speranza.


La popolazione che cresce rapidamente e la sua domanda di risorse è un problema più grande. Noi esseri umani danneggiamo gli altri, per così dire, in parte cambiando la composizione dell'atmosfera. Non era tanto un problema quando eravamo qualche miliardo – non molto tempo fa – ma ora ce ne sono oltre 7 miliardi che vivono in modo insostenibile. In generale mi sento piuttosto pessimista sul futuro e il tipo di pianeta che lasceremo alle future generazioni. Sembra probabile che continueremo ad espanderci e poi andare in rovina in un modo o nell'altro. Il modo principale in cui “affrontiamo” questo è facendo molte guerre e conflitti regionali. Cosa succede quando il regionale diventa intercontinentale? Facciamo un passo indietro dal nostro pianeta ed osserviamo la nostra specie e la sua (mancanza di) governance. Ora questo spaventa.

Dottor Kevin E Trenberth
Distinto Scienziato Senior
Centro Nazionale per la Ricerca Atmosferica,
Boulder, Colorado, USA


Distinto Professore Michael E. Mann
Direttore del Centro per la Scienza del Sistema Terrestre (Earth System Science Center – ESSC).
Università di Stato della Pennsylvania


Caro Joe

Come mi sento rispetto al cambiamento climatico?

Be', è una domanda difficile. Vedi, mi sento diverse emozioni contrastanti. Sento preoccupazione, disorientamento, frustrazione, disgusto, rabbia e speranza. Sì, più di tutto sento speranza. Ci tornerò dopo.

Perché sento preoccupazione? Sento la preoccupazione che ci lasceremo dietro un pianeta fondamentalmente degradato per i nostri figli. Sento preoccupazione che mia figlia di 8 anni, i suoi figli e nipoti potrebbero finire per chiedersi perché la mia generazione non ha agito in tempo per evitare una catastrofe. Le decisioni che prendiamo oggi avranno delle conseguenze profonde per quale tipo di pianeta ci lasciamo dietro per le future generazioni. Se continuiamo a bruciare combustibili fossili e ad aumentare le concentrazioni di gas serra nell'atmosfera, rischiamo di bloccarci in cambiamenti climatici pericolosi e potenzialmente irreversibili – cambiamenti che causeranno molta soffrenza a noi a alle future generazioni.

Perché sento disorientamento? Perché il caso scientifico è chiaro. Gli scienziati del mondo hanno raggiunto un consenso sul fatto che il cambiamento climatico è reale, causato da noi e una minaccia se non agiamo. Eppure, in gran parte dell'opinione pubblica, siamo ancora bloccati in un dibattito sostanzialmente in cattiva fede sul fatto che il problema esista.

Sento la frustrazione che i politici, nel complesso, non fanno nulla per il problema, anche se le prove scientifiche e i motivi per agire diventano sempre più chiari. Sento disgusto perché, mentre parte dell'ignoranza dei nostri rappresentanti eletti è reale, molta è caparbia. L'opposizione più vociante all'azione proviene da politici al soldo degli interessi particolari dei combustibili fossili. Questi interessi particolari e coloro che ne sono complici ipotecherebbero prontamente la salute del pianeta per le future generazioni nel nome del profitto a breve termine mi fa arrabbiare.

Infine, poi, com'è che sento speranza? Siamo ad una congiuntura cruciale: il tempo sta sfuggendo. Eppure c'è ancora tempo per fare i cambiamenti nel comportamento e le politiche necessarie per evitare gli impatti più pericolosi del cambiamento climatico. C'è un innalzato livello di consapevolezza fra le persone rispetto alla sfida che affrontiamo. Il recente successo della marcia popolare per il clima a New York City lo testimonia. Storicamente, quando ci siamo trovati su un precipizio – che fosse a causa della pioggia acida o dell'esaurimento dell'ozono, o di altre minacce ambientali – abbiamo agito in tempo. Ho fede che lo faremo anche stavolta.

Così, in fin dei conti, è proprio la speranza, fra tutte le mie emozioni contrastanti, che vince su di me.


Saluti,

Michael E. Mann
Distinto Professore
Direttore del Centro per la Scienza del Sistema Terrestre (Earth System Science Center – ESSC).


Professor Pramod Aggarwal
Capo Regionale di Programma (South Asia)
Programma di Ricerca sul cambiamento Cliamtico CGIAR, Sicurezza Agricole e Alimentare (CCAFS)


Caro Joe,

l'India, il mio paese natale, il paese natale di quasi il 20% della popolazione mondiale, compreso il 40% dei poveri del mondo. Una ragione chiave di questa povertà diffusa è che grandi parti del paese sono molto inclini agli estremi climatici, che colpiscono regolarmente la produzione agricola e il sostentamento dei contadini. E' doloroso vedere un così alto numero di persone, specialmente bambini, abdare a letto affamati per diversi giorni.

La cosa ironica è che anche se questa povera gente non sta contribuendo al cambiamento climatico, sono quelli che ne sono più colpiti. Il mondo deve agire rapidamente per controllare le emissioni di gas serra e ridurre il ritmo del cambiamento climatico per il nostro ambiente comune e per il futuro. Come ricercatori facciamo sforzi sinceri per sviluppare tecnologie adattate al clima per assicurare forniture di cibo costanti. Affrontare i problemi simultanei di povertà, capitale umano, istituzione e governance è ugualmente importante per assicurare la sicurezza alimentare e di conseguenza la felicità e la qualità della vita aumentano per tutti.

Pramod Aggarwal


Professor Mat Collins
Presidente Aggiunto  del Met Office,
Università di Exeter, Regno Unito



Caro Joe,

la mia ricerca si occupa di fare proiezioni del cambiamento climatico usando modelli climatici complessi.

Pensavo che questa ricerca fosse in qualche modo ipotetica. Stiamo rispondendo a domande come “Come sarà il clima della Terra se seguiamo questo scenario di emissioni di gas serra?” Scherzavo coi miei colleghi sul fatto che potremmo pubblicare i nostri risultati sulla “Rivista della scienza non verificabile”.

Ora mi sembra che stiamo seguendo questi scenari di aumento continuo di concentrazioni di gas serra. Le nostre proiezioni di scenari ipotetici potrebbero essere verificati nella realtà.

Da un punto di vista scientifico, è sembre un bene avere nuovi dati per verificare le proprie teorie. Ma temo che abbiamo ancora molto da imparare sui dettagli del cambiamento climatico in futuro.

Senza dubbio ci saranno sorprese nel mondo reale che non ci sono nei nostri modelli.

Auguri,

Mat Collins.


Professor Michael Raupach
Direttore dell'Istituto per il Cambiamento Climatico,
Università Nazionale Australiana

I miei sentimenti sul cambiamento climatico sono un misto di soggezione, speranza, disperazione, frustrazione e rabbia.

Soggezione: Il cambiamento climatico è parte del clima e il clima è parte del mondo naturale che ci sostiene. E' bello e maestoso.

Speranza: Gli esseri umani sono incredibilmente intelligenti. Abbiamo le capacità di sistemare il clima e di alleggerire la nostra impronta adattandola a quella che il pianeta può sostenere.

Disperazione: Gli esseri umani sono incredibilmente stupidi. Troviamo molto difficile pensare al di là di noi, oltre il qui ed ora. Eppure la nostra impresa è quella di mettere a posto una generazione di problemi che sono globali e centenari – imparare a condividere un pianeta finito.

Frustrazione: La situazione è chiara da decenni e non siamo andati avanti da allora.

Rabbia: Il cambiamento climatico è diventato il parafulmine di tutti, un percorso per portare grandi accuse. I contrari lo vogliono usare per colpire la sinistra; la sinistra lo vuole usare per colpire il capitalismo; i tossici disperati vogliono usarlo per colpire tutti.

La verità non ha scampo.

Michael Raupach
Direttore dell'Istituto per il Cambiamento Climatico.



Professor Corey Bradshaw
Direttore della Modellazione Ecologica,
Università di Adelaide



Caro Joe,

la mia emozione travolgente è la rabbia; rabbia alimentata non tanto dall'ignoranza quanto dall'avidità e dalla speculazione ai danni delle future generazioni. Non mi riferisco a qualche legame vago ed esistenziale alla razza umana futura. Piuttosto, parlo da padre di una bambina di 7 anni che ama gli animali e la natura in generale. Come biologo, vedo prove irrefutabili ogni giorno che la distruzione climatica alimentata dagli esseri umani si rivelerà essere uno dei motori principali dell'evento di estinzione di massa dell'Antropocene che già in corso. 

A parte l'indifferenza della gente e la visione a breve termine, sono furioso perché politici come Abbott e i suoi accoliti anti-ambiente stanno rubando il futuro di mia figlia e ridono di questo mentre si riempiono le tasche con l'oro figurato offerto dell'industria dei combustibili fossili. Che sia pura stupidità, avidità, deliberata disonestà o tutte e tre, il risultato è lo stesso – distruzione del sistema ambientale che sostiene la vita e che ci mantiene vivi e prosperosi. I climi cambiano, ma la rapidità con la quale stiamo distruggendo il clima attuale oltre alla già fortemente compromessa salute ambientale del pianeta, rende terribile la situazione. 

La mia frustrazione rispetto a questi bastardi avidi e bugiardi è personale. La distruzione climatica causata dall'uomo non è una credenza – è uno dei fenomeni meglio studiati sulla Terra. Persino un mezzo scemo lo può capire. Come farebbe ogni padre, qualsiasi persona che minacci la mia famiglia si troverà dalla parte di chi riceve la mia ira e vendetta. Questa rabbia è la manifestazione del mio amore profondo per mia figlia e la tristezza che provo dentro di me per il fatto che altri ne stanno minacciando il futuro. 

Segnatevi le mie parole, voi plutocrati, negazionisti, galoppini dei combustibili fossili e ciarlatani della scienza – verrà il tempo in cui sarete messi con le spalle al muro dall'ira di miliardi di persone che hanno sofferto per la vostra avidità e stupidità e io sarò in prima linea a mettervici.  

Professor Corey Bradshaw
Direttore della Modellazione Ecologica,
Università di Adelaide


Dottoressa Jennie Mallela
Scuola di Ricerca di Biologia e Scuola di Ricerca di Scienze della Terra,
Università Nazionale Australiana


Caro Joe,

durante l'ultimo anno sono diventata madre e mi sono ritrovata a guardare mio figlio e a chiedermi come giustificherò ai suoi occhi la perdita di così tanta bellezza e diversità. La mia generazione ha il potere di fermare e persino di invertire questa morte ambientale, eppure è la generazione successiva, quella di mio figlio, che porterà il peso delle nostre scelte e ne affronterà le conseguenze ambientali e sociali. 


Sono fortunata ad essere stata una biologa marina negli ultimi 20 anni. Guardo le mie foto subacquee di barriere coralline incredibili, pesci diversi e tartarughe marine che covano e mi sento molto triste che mio figlio, i suoi amici e i loro figli potrebbero non vedere mai le cose incredibili che ho visto io.Eppure quando guardo le foto della generazione precedente alla mia, mi rendo anche conto che le cose sono state in declino per diverso tempo. Le loro foto mostrano ancora più pesce, immensi coralli sani e acque cristalline in luoghi in cui ora fatico a vedere la mia mano davanti alla mia faccia, visto che l'acqua è così sporca. 

Tuttavia io sono un'ottimista, credo che le persone siano capaci di cose incredibili e credo che il cambiamento climatico possa essere fermato e persino invertito. Spero solo che accada durante la mia vita. Non voglio diventare la generazione di cui i bambini del futuro parlano come di quella che ha distrutto il pianeta. Mi piacerebbe essere la generazione che ha combattuto (e vinto) contro il cambiamento climatico antropogenico. La generazione che ha capito come vivere in armonia col pianeta – quella generazione!

Jennie


Professor David Griggs
Direttore dell'Istituto di Sostenibilità Monash, 
Università di Monash.


Caro Joe,

come mi sento rispetto al cambiamento climatico:


- Mi sento confuso dal fatto che molte persone sembrano incapaci di capire ciò che a me sembra ovvio, che abbiamo bisogno di agire urgentemente sul cambiamento climatico

- Mi sento frustrato del fatto che coloro che hanno il potere di condizionare la trasformazione di cui abbiamo bisogno sembrano incuranti della necessità di agire

- Di tanto in tanto mi sento ottimista quando vedo sviluppi nelle rinnovabili o delle società che abbracciano pratiche sostenibili

- Più spesso mi sneto depresso quando penso quanto dobbiamo fare e quanto poco tempo abbiamo per affrontare il cambiamento climatico

- Mi sento in colpa per il fatto di non ottenere di più per risolvere il problema e impotente nel non sapere che altro fare

- Sento un grande senso di perdita per le specie che si sono estinte mentre ne eravamo responsabili e le molte di più che stiamo per perdere

- Mi sento privilegiato per aver lavorato con così tanta gente intelligente, lavoratrice, etica e completamente bella che ha dedicato  la propria vita a rendere il mondo un posto migliore

- Ma più di tutto mi sento davvero dispiaciuto per la generazione i miei figli e i miei (ipotetici) nipoti per tutte le cose belle del mondo che non vedranno. 

Professor David Griggs,
Università di Monash.


Professor Steven Sherwood
Capo Ricercatore,
Centro di Eccellenza per la Scienza del Sistema Climatico ARC


Le cose principali che sento riguardo a questo sono profonda delusione e rabbia, anche se probabilmente dovrei cercare di non provarle. 

La gente ha sempre affrontato sfide e avversità. Quando queste vengono accettate ed affrontate insieme, ciò può far emergere il meglio di noi – credo che sia questo che permette alla gente del mondo che sopporta grandi difficoltà a rimanere felice nonostante tutto. 

Con questo problema sta succedendo il contrario. Affrontiamo un problema che potrebbe essere affrontato con sacrifici condivisi relativamente piccoli, invece c'è uno sforzo di massa per ignorare, rinviare, negare e mentire. Sapendo che questo ricadrà principalmente sui nostri figli e sui loro figli. Da parte della gente – di una generazione – che è più distante dalle difficoltà di quasi chiunque altro nella storia. 

Il riscaldamento globale non mi disturba quanto quello che sta rivelando degli esseri umani. Forse devo solo crescere e superare questa cosa!

Ma questo non aiuterà affatto i miei figli.

Steve Sherwood


Dottor Wenju Cai
Capo del Flusso di Caratterizzazione e Previsione del Clima Oceanico (CSIRO)


Ho studiato la variabilità e il cambiamento del clima per più di 20 anni. Un punto che dev'essere enfatizzato è che molti di noi vengono fuorviati da una piccolo aumento della temperatura globale finora di meno di 1°C da prima pagina. Gli impatti associati a un aumento di 2°C possono essere enormi su scala regionale, eppure i numeri più piccoli tendono a creare compiacimento. Gli impatti del cambiamento climatico tendono a manifestarsi sotto forma di eventi estremi. Gli incendi del Sabato Nero sono un esempio di tali estremi, quando le temperature di Melbourne sono salite a 46,4°C. 

La ricerca ha mostrato che se l'emissione di gas serra continua al tasso attuale, eventi estremi di El Nino, come è avvenuto nel 1982/83, che hanno contribuito alle severità dell'incendio del Mercoledì delle Ceneri, raddoppieranno in frequenza, gli estremi climatici indotti dai cambiamenti nell'Oceano indiano aumenteranno di un fattore di tre. Tali estremi sono stati responsabili delle alluvioni catastrofiche nei paesi dell'Africa Orientale, uccidendo molte migliaia di persone e costringendone diverse centinaia di migliaia a spostarsi. 

Ai nostri nipoti dobbiamo azioni concrete per ridurre l'emissione di gas serra, di modo che il loro mondo sia un posto più sicuro e meno colpito da estremi climatici. 


Professor Nathan Bindoff
Capo del programma di Ricerca  - Cambiamento Climatico e Processi Oceani,
Istituto di Studi Marini ed Antartici


Caro Joe,

Di tanto in tanto penso al futuro. Il mio sogno è che il quadro che dipingiamo così frequentemente sarà diverso. Non la catastrofe che viene così frequentemente prevista, ma un mondo dove i problemi stringenti vengono fermati, elusi con ingegno umano, consapevolezza e sforzo collaborativo di mobilitazione. 

Un mondo dove gli esseri umani decidono che il futuro sia sostenibile e trasformato, uno che si riconcili con successo il cambiamento climatico e le nostre necessità di cibo, energia e di tutta la vita. 

Questo è ciò che immagino possiamo raggiungere.

N Bindoff

Professore di Oceanografia Fisica


Professore Aggiunto Will Steffen
Scuola di Ambiente e Società Fenner,
Università Nazionale Australiana


In una recente visita alla Terra di Arnhem, sono rimasto colpito dalla bellezza del paesaggio e del panorama marino, la ricca varietà di specie e l'impressionante quantità di arte, che va indietro di 60.000 anni, che permea il paesaggio. I primi australiani avevano chiaramente imparato come vivere inarmonia con la terra, comprendendo e rispettando i grandi cicli del pianeta Terra che forniscono i beni ed i servizi che sostengono la vita umana. 

Noi pensiamo di essere andati lontano rispetto a loro ma – in un aspetto molto importante – siamo regrediti in modo significativo. I primi australiani erano intimamente connessi con la biosfera intorno a loro e si assicuravano che le future generazione avessero lo stesso sistema di supporto stabile che avevano avuto loro. Gli australiani di oggi, tuttavia, si sono allontanati sempre di più dalla biosfera, ignoranti del suo funzionamento ed ella sua importanza, erodendone rapidamente l'integrità. 

Il cambiamento climatico è uno dei molti cambiamenti globali che stanno destabilizzando il nostro sistema di supporto vitale planetario. Alla fine è una questione di valori fondamentali. Possiamo cambiare i nostri valori fondamentali abbastanza rapidamente – e con abbastanza decisione – da fermare la nostra scivolata verso il collasso? E' questa la domanda più importante per l'umanità del 21° secolo!

Will Steffen


Dottor Will Hobbs
Centro di Eccellenza per la Scienza del Sistema Climatico ARC
Instituto di Studi Marini ed Antartici


Viviamo in un mondo rumoroso. Chiunque viva in una nazione sviluppata è bombardato dall'informazione; notiziari 24 ore su 24, la blogosfera, twitter, facebook, tutti in competizione per pochi preziosi secondi dei nostri globi oculari. Sol le storie scandalose o semplicemente piccanti più spettacolari sono in grado di guadagnarsi attrattiva in mezzo al rumore.  

Il cambiamento climatico in quanto problema viene inevitabilmente inquadrato allo stesso mod, un problema di tutto-o-niente che compete per la nostra attenzione. Il cambiamento climatico deve essere un fenomeno assolutamente catastrofico de Giorno del Giudizio, altrimenti non è importante. Come scienziati, dobbiamo essere assolutamente, completamente certi, e se non lo siamo allora ovviamente non ne abbiamo idea; non c'è posto per le sfumature o il giudizio in una breve intervista di 30 secondi!

La realtà è che il cambiamento climatico, quasi certamente, non causerà un'apocalisse improvvisa in stile Hollywoodiano. E' meglio pensarlo come un processo onnipresente e insidioso che influenzerà quasi tutto, a volte in modi che non sono affatto ovvi. Il clima non ha creato le tensioni politiche che hanno portato alla “Primavera Araba”, ma la siccità ed i prezzi del cibo alti ne sono stati decisamente un fattore; la Grande Barriera Corallina affronta molte minacce ambientali, l'aumento dei livelli del mare costituiscono solo un fattore aggravante; l'aumento della diseguaglianza della ricchezza non è dovuta al cambiamento climatico, ma il fatto che le emissioni umane colpiscono in modo sproporzionato le nazioni con meno risorse per affrontarle non aiuta. 

Dobbiamo smettere di pensare al Giorno del Giudizio e pensare piuttosto a Tutti i Giorni

Will Hobbs



Dottoressa Elvira Poloczanska
Ecologa del Cambiamento Climatico
CSIRO


Stiamo cambiando il nostro clima. Sta accadendo, non è una storia di un libro di fantascienza, o un film di Hollywood. Mi sorprende che le persone mettano ancora in dubbio se noi, come specie, stiamo avendo un impatto sul nostro pianeta e sul clima. Siamo 7 miliardi di persone sul pianeta. 

Siamo 7.000.000.000

Sette miliardi di persone, tutte che hanno bisogno di cibo, acqua, energia e alloggio. Io sono uno dei sette miliardi, come lo sei tu. Abbiamo costruito città e strade, abbiamo arato la terra, addomesticato gli animali, pescato nei nostri oceani e costruito fabbriche che producono una miriade di beni. Ma nel corso di tutto questo, abbiamo creato problemi globali. Il cambiamento climatico è un problema globale che è considerato la più grande sfida ambientale, economica e sociale che affrontiamo. La scienza è stabilita, la decisione su come rispondere spetta a noi. 

Dottoressa Elvira Poloczanska
CSIRO


Dottor Roger Bodman
Borsista di Ricerca Postdottorato
Università di Victoria


Mi piace la mia ricerca, lavorare con puzzle e problemi, analizzando dati e sviluppando nuova conoscenza e visione. Astratto dal mondo reale è interessante ed avvincente.

Pensando alle implicazioni pratiche è molto più preoccupante. La scienza di base indica un mondo in rapido riscaldamento che condizionerà negativamente molte migliaia di persone. 

Ci sono soluzioni, ma la mancanza di progresso e di azioni positive genera una sensazione di disperazione. Agire con efficacia e presto, abbiamo ancora una possibilità di evitare le conseguenze peggiori. 

Ho un certo ottimismo sul fatto che ci riusciremo insieme, ma ci sono un sacco di ostacoli – e di opportunità. 

Borsista di Ricerca Postdottorato
Università di Victoria


Professore Associato Kevin Walsh
Scuola di Scienze della Terra
Università di Melbourne


Vorrei che il cambiamento climatico non fosse vero.

Questa può sembrare una cosa strana a dirsi per uno scienziato del clima, ma è vero. Se il cambiamento climatico non fosse reale, non ce ne dovremmo preoccupare. Non dovremmo preoccuparci del futuro delle nostre risorse idriche, già erose dalla sovrappopolazione. Non dovremmo preoccuparci del del livello del mare che aumenta le inondazioni delle nostre città costiere e delle aree basse e densamente popolate dei paesi poveri. Soprattutto, non dovremmo preoccuparci del fatto che il cambiamento climatico sia già fonte di conflitto in un mondo già in tensione. 

La vita sarebbe molto più semplice se il cambiamento climatico non esistesse. Ma come scienziati, non possiamo permetterci il lusso di fingere.

Kevin Walsh
Professore Associato e Relatore Kevin Walsh
Scuola di Scienze della Terra
Università di Melbourne


Anthony Richardson
Ecologista del Cambiamento Climatico,
Università del Queensland



Come mi fa sentire il cambiamento climatico.

Sento un vortice di emozioni

Sono esasperato. Esasperato perché nessuno ascolta.
Sono frustrato. Frustrato perché non risolviamo il problema.
Sono ansioso. Ansioso di cominciare ad agire adesso.
Sono perplesso. Perplesso che l'urgenza non venga colta.
Sono attonito. Attonito dalla nostra inazione.
Sono angosciato. Angosciato perché stiamo cambiando il nostro pianeta.
Sono irritato. Irritato per ciò che significherà la nostra inazione per la vita.
Sono infastidito. Infastidito da come i media rappresentano la scienza.
Sono arrabbiato. Arrabbiato perché gli interessi privati pregiudicano il dibattito. 
Sono infuriato. Infuriato perché stiamo distruggendo il pianeta. 

Ma più di tutto sono preoccupato. Preoccupato del futuro dei nostri bambini.

Professore Associato Anthony J. Richardson
Ecologista del Cambiamento Climatico


Dottoressa Ailie Gallant
Scuola della Terra, dell'Atmosfera e dell'Ambiente
Università di Monash


Caro Joe,

Mi sento nervosa. Mi preoccupo e mi innervosisco, ma mi incuriosisco anche un po'. La curiosità è strana, un sentimento paradossale del quale a volte mi sento in colpa. Dopotutto, si tratta del futuro delle persone che amo. 

Sono molto frustrata, dalle certezze, dalle incognite e dalla mancanza di azione. Mi arrabbio alle opinioni sbagliate che pervadono tutto in quest'era di informazione indiscriminata, in cui le prove sembrano giocare un ruolo di secondo piano rispetto a chi urla più forte. Spesso avrei voglia di gridare... 

Ma aiuterebbe realmente? Ho la sensazione che non ascolterebbero comunque. Dopotutto, abbiamo urlato per anni. 

Odio sentirmi impotente. Mi vergogno di dire che, a volte, la mia frustrazione mi porta all'apatia. Odio sentirmi apatica. 

Ma a volte leggo delle cose, o vedo delle cose, da parte di singoli individui, da parte di comunità come “Un milione di pannelli solari installati nelle case australiane” e l'ottimismo mi solletica. 

Continuerò a fare il mio lavoro. Continuerò ad urlare nel mio piccolo. Sarò ottimista sul fatto che faremo qualcosa per questo, in modo collettivo. Vivo nella speranza che il cambiamento climatico dei grafici che fisso tutti i giorni non sarà così grave come mi dicono i miei dati, perché avremo lavorato insieme per trovare una soluzione. Tutto quello che posso sperare è che le persone condividano il mio ottimismo e lo trasformino in Azione.

Cordiali Saluti,

Dottoressa Ailie Gallant
Scuola della Terra, dell'Atmosfera e dell'Ambiente,
Università di Monash.


Professor Andrew Pitman
Direttore del Centro di Eccellenza per la Scienza del Sistema Climatico ARC


Caro Joe,

Mi chiedi come mi fa sentire il cambiamento climatico.

Non ho una sola risposta.

In egual misura, il cambiamento climatico mi fa sentire frustrato perché la mia comunità non riesce a vincere l'ignoranza e l'apatia. Mi sento spaventato da quello che porta il futuro. Ma più di tutto, ad essere onesto, mi sento sfidato dalla scienza, mi sento rinvigorito dalla brillantezza del mio gruppo e mi sento molto fortunato che ogni giorno porti nuove sfide da affrontare e a volte da vincere. 

A.J. Pitman
Professor di Scienza del Clima presso UNSW.


Dottoressa Sarah Perkins
Scienziata del Clima, Specialista in Eventi Estremi
Università del Nuovo Galles del Sud.


Mio caro amico,

Da qualche tempo a questa parte sono terribilmente preoccupato. Avrei preferito non riconoscerlo, ma tutto ciò che temevo sta accadendo. Pensavo di essere paranoico, ma è vero. (La Terra) Ci sta scivolando via. Ci ha mostrato i segni di una malattia acuta molto a lungo, ma nessuno ha fatto veramente qualcosa. Il suo comportamento sempre più irregolare è una cosa che ho osservato in particolare. Alcuni comportamenti che erano solo comportamenti rari, stanno cominciando a verificarsi più spesso e con rabbia accresciuta. Ho cercato di evidenziare questi cambiamenti in continuazione, così come la loro velocità di aumento, ma nessuno ha prestato attenzione. 

Sembra quasi che mi abbiano ignorato completamente tutti e non ho capito bene perché. E' più facile far finta che non ci sia la malattia, sperando che se ne vada da sola? O perché non hanno mai dovuto vivere senza di lei (la Terra) per cui il pensiero della sua morte è impossibile? Forse non sono in grado di vedere che le hanno fatto questo. Lo abbiamo fatto tutti.

Per me questa è una logica falsa. Come si può ignorare la grave malattia di qualcuno col quale si è inestricabilmente connessi e dal quale dipendiamo? Come si può lasciare che il proprio egoismo e la propria avidità prendano il controllo e non protegga e nutra chi ne ha più bisogno? Come è possibile che nessuno senta una sensazione travolgente di cuara e responsabilità quando chi ci è così caro è così disperatamente malato? Come si può spingere tutto questo nei recessi della propria mente? Questa è una cosa che non capirò mai. Forse sono io quello strano, l'anomalia della razza umana. Quello che si prende cura, che ha compassione, da volerla aiutare a stare meglio. 

Il fatto è che noi possiamo farla stare meglio. Se lavoriamo insieme, possiamo curare questa tremenda malattia e riportarla (la Terra) com'era prima, prima che la sfruttassimo. Il tempo passa e dobbiamo agire adesso. 

Cordiali saluti,

Dottoressa Sarah Perkins
Scienziata del Clima, Specialista in Eventi Estremi
Università del Nuovo Galles del Sud.



Professore Emerito Tony McMichael
Centro Nazionale di Epidemiologia e salute della Popolazione
Università Nazionale Australiana, Collegio di Medicina, Biologia e Ambiente


Caro Joe,

è difficile immaginare che le persone stiano facendo così tanti danni al mondo naturale. E' triste quando una società come la nostra non riesce a vedere oltre al proprio conto in banca ed inciampa ciecamente in un futuro in cui i bambini non saranno in grado di godersi lo scorrere dei fiumi, la neve in montagna, gli uccelli colorati e gli animali del bosco. Non abbiamo nessuna responsabilità verso le altre creature, foreste e fiumi? Mi vergogno del nostro comportamento. 

Sembra così stupido continuare a comportarsi così – anche se, ascoltando i nostri politici che parlano, sembra che produrre e consumare di più sia il significato ultimo della vita. Di sicuro il caldo terribile che abbiamo sofferto a causa delle recenti ondate di calore e i terribili incendi che hanno terrorizzato le comunità rurali negli ultimi due anni ci stanno dicendo che qualcosa sta andando davvero per il verso sbagliato.

Gli amici scienziati dicono che probabilmente è perché stiamo rendendo il mondo più caldo aggiungendo “gas serra” nell'aria. Quindi stiamo seriamente danneggiando il mondo intorno a noi e sappiamo anche perché!

E' davvero triste che alcuni dei nostri bambini del posto sembrino piuttosto perplessi e preoccupati da quello che vedono in TV su questo e ascoltando ciò che dicono gli adulti. Spero che la mia famiglia e la nostra comunità possano provare ad aiutare a risolvere questi problemi spaventosi. 

Saluti.
Tony McMichael
Professore Emerito,  Università Nazionale Australiana.


Professoressa Associata Katrin Meissner
Centro di Ricerca sul Cambiamento Climatico,
Università del Nuovo Galles del Sud


So quello che c'è in gioco, so che sono una delle poche persone che capisce la dimensione delle conseguenze e che quindi si rende conto che la maggior parte delle persone intorno a me sono inconsapevoli. Alcune persone non sono solo inconsapevoli, non vogliono capire. Hanno deciso, forse sulla base dell'opinione di qualcuno di cui si fidano, qualcuno di famiglia, un amico, forse sulla base di una convinzione politica, ma di sicuro non sulla base dei fatti. 

Ma fa star male. Guardo miei figli e mi rendo conto che non avranno la stessa qualità di vita che abbiamo avuto noi. Nemmeno lontanamente. Che vivranno in un mondo che affronta gravi carenza di cibo ed acqua, un mondo segnato da guerre causate dalle conseguenze del cambiamento climatico.

Mi rattrista. E mi spaventa. Mi spaventa più di qualsiasi altra cosa. Vedo un gruppo di persone seduta su una nave che ondeggia allegramente, che fa foto, che non sa che quella nave sta navigando diretta verso delle potenti e mortali cascate. Siamo ancora in tempo a tirarli fuori dalla corrente. Potremmo perdere un po' di strumentazioni della nave, ma potremmo essere in grado di salvare le persone che ci sono sopra. Ma nessuno si muovi. E' il tempo sta per scadere. 

Professoressa Associata Katrin Meissner
Prossima Borsista ARC


Professoressa Lesley Hughes
Dipartimento di Scienze Biologiche, Università di Macquarie,
Membro Fondatore del Consiglio Australiano per il Clima


Sono diventata una biologa professionista perché amavo gli animali – guardarli, giocarci, studiarli. Era una bambina la cui stanza era piena di vasetti e scatole di cose che strisciavano, scivolavano e saltavano. L'idea che potessi realmente essere pagata per fare questo, da adulta, è stata davvero magnifica. 

Ma dove si può fare in futuro per la nostra specie? La nostra biodiversità è il nostro sistema di supporto vitale, ogni specie un prezioso sistema di supporto, ogni specie un elemento ereditario prezioso e insostituibile. Abbiamo raccolto, ripulito, saccheggiato e spogliato. Ogni anno il nostro capitale naturale declina un po' di più mentre sperperiamo la nostra eredità e la sottraiamo ai nostri discendenti.  

Ed ora abbiamo questa nuova minaccia, che è probabile che sia la più grande di tutte. 

E' probabile che il cambiamento climatico diventi il più grande killer di specie di sempre, impoverendo il nostro pianeta e la nostra razza. 

Abbiamo tanto da perdere. 

Professoressa Lesley Hughes


Dottor Alex Sen Gupta
Centro di Ricerca sul Cambiamento Climatico,
Università del Nuovo Galles del Sud



Come mi fa sentire?
Mi sento frustrato. Le prove scientifiche sono schiaccianti. Sappiamo cosa sta succedendo, sappiamo perché succede, sappiamo quanto diventeranno gravi le cose eppure, dopo tanti anni, non stiamo ancora facendo praticamente niente per fermarlo. 

Mi sento tradito dai nostri capi che non mostrano alcuna leadership e che pongono l'ideologia al di sopra delle prove, disposti a dire qualsiasi cosa per promuovere le proprie agende – capi che sono bene che vada negligenti e male che vada complici nel permettere che questo accada con consapevolezza delle possibili conseguenze. Mi sento perplesso. Perplesso del fatto che a scienziati che hanno passato anni o decenni a comprendere come funzioni tutto questo venga data la stessa credibilità dei politici, [sic], dei commentatori dei media e dei portavoce dell'industria con evidenti interessi privati e la cui sola credenziale è la loro capacità di leggere blog screditati. 

Mi sento preoccupato che se non mitigata, la nostra inazione causerà una terribile sofferenza a coloro che sono meno in grado di affrontare il cambiamento e che entro la durata della mia vita molti dei luoghi che rendono così speciale questo pianeta – le nevi del Kimimanjaro, la Grande Barriera Corallina, persino l'Artico ricoperto di ghiaccio, saranno degradati ed irriconoscibili – la nostra eredità per la prossima generazione.

Sento anche un barlume di speranza. La Cina e gli Stati Uniti stanno cominciando a muoversi nella giusta direzione e a mostrare un minimo di leadership globale su questo problema, anche se l'Australia sta indietreggiando verso una posizione di ritardo ed ostruzionismo. 

Alex Sen Gupta
Docente Senior (Oceanografia)
Centro di Ricerca sul Cambiamento Climatico,
Università del Nuovo Galles del Sud


Professor Brendan Mackey
Direttore del Programma di Risposta al Cambiamento Climatico Griffith,
Università di Griffith



Non sono riuscito a ricevere una lettera autografa dal professor Mackey, ma mi ha fornito gentilmente la copia digitata sopra.

Cara Terra,

solo una breve nota per ringraziarti tanto per gli ultimi 4 miliardi di anni o giù di lì. E' stato fantastico. I sistemi di supporto vitale planetari hanno funzionato molto bene, tutta la storia dell'evoluzione biologica è stata una bella sorpresa ed ha significato che gli esseri umani che sono apparsi ed io esisto!

Mi dispiace molto per gli ultimi duecento anni – abbiamo davvero incasinato le cose, non è vero?! Ho pensato che noi scienziati del clima potessimo essere in grado di salvare il salvabile ma, ahimè, nessuno ci ha presi davvero sul serio. Tutti vogliono continuare ad aprire nuove miniere di carbone e, per qualche ragione che mi sfugge, sono felici di ignorare il fatto che il gas naturale è un combustibile fossili. Be, nessuno può dire che non ci abbiamo provato! 

Tu sei probabilmente silenziosamente felice che il tempo del “picco degli esseri umani” si arrivato e andato e che ora il suo declino ci abbia presi, anche se immagino che tu sia piuttosto scocciata da quello che abbiamo fatto al tuo amabile ecosistema (le foreste e i coralli sono un tocco splendido, a proposito) e ancora scusa per le tigri, gli squali, ecc. 

In caso te lo stessi chiedendo, i nostri modelli suggeriscono che i tuoi cicli globali bio-geo-chimici (specialmente quello del carbonio) dovrebbero raggiungere un nuovo equilibrio dinamico in circa 100.000 anni. Immagino che sarà un percorso piuttosto accidentato fino a lì, be', nessuno ha detto che l'universo doveva essere stabile!

Tanti auguri e cerca di mantenere quell'atteggiamento “si può fare” che amiamo così tanto.

Professor Brendan G. Mackey, Dottorato di Ricerca,

30 luglio 2014

venerdì 9 gennaio 2015

Ma il 2015 sarà sicuramente l'anno della ripresa!




(immagine trovata su internet - scusate se non so l'attribuzione precisa. Qui sotto, l'andamento del PIL italiano insieme ai consumi di idrocarburi in Italia)


Sette eventi scioccanti del 2014

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi 

31 dicembre 2014


L'uccisione dell'orsa conosciuta col nome di Daniza, in Italia, è stato l'evento paradigmatico di un anno disastroso di violenza insensata contro umani e non umani allo stesso modo (immagine sopra di Helga Marsala).


Essere coinvolti negli studi sul picco del petrolio dovrebbe renderci in qualche modo preparati per il futuro. In effetti, per anni, abbiamo dichiarato che l'arrivo del picco del petrolio avrebbe portato tumulto e grandi cambiamenti nel mondo e li stiamo vedendo quest'anno. Tuttavia, il modo in cui questi cambiamenti si manifestano risulta essere scioccante ed inatteso. Questo 2014 è stato un anno particolarmente scioccante; sono successe talmente tante cose. Vi elenco i miei shock personali in ordine sparso

1. Il collasso dei prezzi del petrolio. Le oscillazioni del prezzo erano attese, in prossimità del picco di produzione, ma mi aspettavo una ripetizione degli eventi del 2008, quando il crollo del prezzo è stato preceduto da un crollo finanziario. Ma nel 2014 il collasso del prezzo si è manifestato dal nulla, tutto da solo. Probabilmente, è in corso una grande crisi finanziaria, ma che vedremo il prossimo anno.

2. L'Europa non è più verde. Il mio viaggio a Brussels per un'audizione al Parlamento Europeo è stata un'esperienza scioccante per me, L'Europa che conoscevo era pacifica e dedita alla sostenibilità e allo sviluppo armonico. Ho scoperto che il Parlamento Europeo è diventato un covo di guerrafondai determinati a combattere la Russia ed a trivellare per il petrolio ed il gas in Europa. Non è più la mia Europa. Di chi è quest'Europa?

3. La propaganda è diventata maggiorenne. Ho preso questa espressione da Ilargi su “The Automatic Earth”. La propaganda è in effetti assai più vecchia del 2014, ma di sicuro durante questo anno è diventata molto più squillante ed invasiva di quanto non lo fosse normalmente. E' scioccante vedere quanto rapidamente e facilmente la propaganda abbia potuto convincere tante persone (compresi i Parlamentari Europei) che trivellare di più e il “fracking” fosse la soluzione di tutti i nostri problemi.

4. Il disastro dell'Ucraina. E' stato uno shock vedere quanto facilmente sia stato per un paese europeo sprofondare da una normalità relativa alla guerra civile di milizie che si combattono fra loro e dove i cittadini vengono bombardati regolarmente e costretti a rifugiarsi nelle cantine. Ciò mostra come siano realmente fragili quelle entità che chiamiamo “stati”. Per chi sta suonando la campana ucraina?

5. Il collasso economico dell'Italia. Quello che sciocca di più, spaventa persino, è come sta avvenendo nella calma e nel silenzio assoluto. Il governo sembra essere incapace di agire in qualsiasi altro modo che investire in modi sempre più creativi di aumentare le tasse per spremere quanto più possibile ai già esausti ed impoveriti cittadini. Le persone sembrano essere incapaci di reagire, persino di capire cosa stia succedendo – al massimo si impegnano nel giochino di dare la colpa ai politici, agli immigrati, ai comunisti, agli zingari, all'Euro e alla grande cospirazione mondiale per tutto ciò che gli sta capitando. Una situazione simile c'è in altri paesi dell'Europa meridionale. Per quanto tempo possa durare la calma è tutto da vedere.

6. La perdita di speranza di fermare il cambiamento climatico. Il 2014 è stato l'anno in cui la pubblicazione del Quinto Rapporto di Valutazione del IPCC è stato completata. Il rapporto non ha lasciato traccia nel dibattito. Le persone sembrano pensare che l'arma migliore che abbiamo contro il cambiamento climatico sia dichiarare che non esiste. Ripetono in continuazione i mantra rassicuranti che “le temperature non sono aumentate durante gli ultimi 15 anni”, nonostante il 2014 risulti essere l'anno più caldo mai registrato.

7. L'uccisione di un'orsa, in Italia, è stata una piccola manifestazione di crudeltà sfrenata in un anno che ha visto molto di peggio. Ma è stato un evento paradigmatico che mostra quanto sia difficile – persino impossibile – per gli esseri umani vivere in pace con ciò che li circonda – che siano esseri umani o bestie.

E questo è solo un elenco parziale delle molte cose scioccanti di quest'anno (forse possiamo parlarne ulteriormente nei commenti). Quali shock avremo quindi nel 2015? (nota aggiunta il 9 Gennaio: ieri abbiamo già avuto il primo, a Parigi. Il 2015 non comincia bene)

giovedì 8 gennaio 2015

Groenlandia: il ghiaccio se ne sta andando più in fretta del previsto

DaScience Direct”. Traduzione di MR (h/t Bill Everett)

Un imponente studio fornisce il primo sguardo dettagliato su come sta svanendo il ghiaccio della Groenlandia



Questa visualizzazione della NASA mostra il cambiamento nell'elevazione della superficie della calotta galciale della Groenlandia fra il 2003 e il 2012. L'assottigliamento vicino alle regioni costiere viene mostrato in verde, blu e porpora. In aggiunta, i flussi blu/bianchi indicano la direzione e la velocità del movimento del ghiaccio. Nel nuovo studio, la geofisica dell'Università di Buffalo Beata Csatho e la sua squadra hanno scoperto aree di contrazione rapida nel sud-ovest della Groenlandia che gli attuali modelli climatici non affrontano e che suggeriscono che la calotta glaciale potrebbe perdere ghiaccio più rapidamente nel prossimo futuro di quanto si pensasse precedentemente.

La calotta glaciale della Groenlandia è il secondo corpo ghiacciato sulla Terra. Ricopre un'area di circa 5 volte lo Stato di New York e del Kansas messi insieme e se si fonde completamente, gli oceani potrebbero salire di 6 metri. Le comunità costiere dalla Florida al Bangladesh subirebbero dei danni estesi. Ora, un nuovo studio sta rivelando quanto poco capiamo questo colosso nordico. Condotto dal fisico Beata Csatho, dottorato di ricerca, una professoressa associata all'Università di Buffalo, la ricerca fornisce ciò che gli autori pensano che sia il primo quadro generale di come il ghiaccio della Groenlandia sta svanendo. Lo studio suggerisce che gli attuali studi della calotta glaciale fatti coi modelli sono troppo semplicistici per prevedere con precisione i contributi futuri di tutta la calotta glaciale della Groenlandia all'aumento del livello del mare e che la Groenlandia possa perdere ghiaccio più rapidamente nel prossimo futuro di quanto si pensasse precedentemente. “La grande importanza dei nostri dati è che, per la prima volta, abbiamo un quadro generale di come sono cambiati i ghiacciai della Groenlandia nell'ultimo decennio”, dice la Csatho. “Queste informazioni sono cruciali per sviluppare e validare modelli numerici che prevedono come potrebbe cambiare la calotta glaciale e contribuire al livello globale del mare nei prossimi secoli”, dice Cornelis J. van der Veen, dottorato di ricerca e professore al Dipartimento di Geografia dell'Università del Kansas, che ha svolto un ruolo chiave nell'interpretazione dei cambiamenti dei ghiacci.

Il progetto è stato un'impresa imponente, usando dati satellitari ed atmosferici del ICESat della navicella spaziale della NASA e della campagna sul campo Operation IceBridge, per ricostruire com'è cambiata l'altezza della calotta glaciale della Groenlandia in circa 100.000 postazioni dal 1993 al 2012. La perdita di ghiaccio ha luogo in modo complesso, con la calotta glaciale con la calotta glaciale che fonde e perde ghiaccio nell'oceano. Lo studio ha fatto due grandi scoperte:


  • Primo, gli scienziati sono stati in grado di fornire nuove stime dalla perdita annuale di ghiaccio con una risoluzione spaziale molto alta
  • Secondo, la ricerca ha rivelato che gli attuali modelli non colgono con precisione quanto stia cambiando l'intera calotta glaciale della Groenlandia e quanto contribuisca all'aumento degli oceani. 


Il secondo punto è cruciale per chi fa modelli sul cambiamento climatico. Le simulazioni odierne usano l'attività di 4 ghiacciai ben studiati - Jakobshavn, Helheim, Kangerlussuaq e Petermann – per prevedere come l'intera calotta glaciale scaricherà ghiaccio negli oceani. Ma la nuova ricerca mostra che l'attività in questi quattro punti potrebbe non essere rappresentativa di quello che sta succedendo ai ghiacciai in tutta la calotta glaciale. Infatti, i ghiacciai subiscono schemi di assottigliamento e di ispessimento che le attuali simulazioni di cambiamento climatico mancano di affrontare, dice la Csatho. “Ci sono 242 ghiacciai in uscita più larghi di 1,5 km sulla calotta glaciale della Groenlandia e ciò che vediamo è che il loro comportamento è complesso nello spazio e nel tempo”, dice la Csatho. “Il clima locale e le condizioni geologiche, l'idrologia locale – tutti sono fattori che hanno un effetto. Gli attuali modelli non affrontano questa complessità”. La squadra ha identificato aree di rapida contrazione nel sudest della Groenlandia che i modelli di oggi non riconoscono. Ciò porta la Csatho a credere che la calotta glaciale potrebbe perdere ghiaccio più rapidamente in futuro di quanto le simulazioni di oggi suggerirebbero. I risultati saranno pubblicati il 15 dicembre negli Atti dell'Accademia Nazionale delle Scienze.

Quanto ghiaccio sta perdendo la calotta glaciale della Groenlandia?

Per analizzare come stia cambiando l'altezza della calotta glaciale, la Csatho e professore, ricercatore e fotogrammetrista dell'Università di Buffalo, Anton Schenk, dottorato di ricerca, ha sviluppato una tecnica computerizzata chiamata Ricostruzione dell'Elevazione della Superficie e Rilevamento del Cambiamento per fondere insieme i dati satellitari della NASA e quelli delle missioni sul posto. L'analisi ha scoperto che la calotta glaciale della Groenlandia ha perso circa 243 gigatonnellate di ghiaccio all'anno – equivalenti a circa 277 km cubici di ghiaccio all'anno – dal 2003 al 2009, il periodo per il quale la squadra ha avuto i dati più completi. Si stima che questa perdita abbia aggiunto circa 0,68 mm d'acqua agli oceani ogni anno. Le cifre sono medie e la perdita di ghiaccio è variata di anno in anno e di regione in regione.

Perché le proiezioni odierne dell'aumento del livello del mare sono sbagliate e come possiamo correggerle?

I ghiacciai non perdono semplicemente gradualmente massa quando la temperatura aumenta. Questa è una delle ragioni per cui è difficile prevedere la loro risposta al riscaldamento globale. Nello studio, gli scienziati hanno scoperto che alcuni dei ghiacciai della Groenlandia si sono ispessiti anche quando la temperatura è aumentata. Altri hanno mostrato un assottigliamento accelerato. Alcuni hanno mostrato sia assottigliamento sia ispessimento, con inversioni improvvise. Come passo per costruire modelli migliori dell'aumento del livello del mare, la squadra di ricerca ha diviso i 242 ghiacciai della Groenlandia in 7 grandi gruppi sulla base del loro comportamento dal 2003 al 2009. “Capire i raggruppamenti ci aiuterà a scegliere esempi di ghiacciai che rappresentano il complesso”, dice la Csatho. “Possiamo poi usare i dati di questi ghiacciai rappresentativi nei modelli per fornire un quadro più completo di cosa stia accadendo”. In Un nuovo progetto, lei ed i suoi colleghi stanno investigando perché ghiacciai diversi rispondono diversamente al riscaldamento. I fattori potrebbero comprendere la temperatura dell'oceano circostante, il livello di frizione fra un ghiacciaio e la roccia sottostante, la quantità di acqua al di sotto di un ghiacciaio e la geometria del fiordo. “La fisica di questi processi non è ben compresa”, dice la Csatho.

Le missioni della NASA: un'impresa colossale

Lo studio ha unito dati di varie missioni della NASA, comprese:


  • ICESat della (Satellite per lo studio dell'elevazione di ghiaccio, nuvole e terra), che ha misurato l'elevazione della calotta glaciale diverse volte all'anno in ognuna delle 100.000 postazioni dal 2003 al 2009
  • La colossale indagine aere dalla NASA che impiega aerei di ricerca altamente specializzati per raccogliere dati ad intervalli meno frequenti di quelli di ICESat. Queste missioni sono cominciate misurando l'elevazione della calotta glaciale della Groenlandia nel 1993. Operation IceBridge è stata avviata nel 2009 per collegare la tempistica fra ICESat-1 ed ICESat-2 e continuerà perlomeno fino al 2017, quando si pensa che i satelliti ICESat-2 di prossima generazione diventino operativi. La Csatho dice che il nuovo studio mostra perché un monitoraggio attento sia cruciale: data la natura complessa del comportamento dei ghiacciai, dei buoni dati sono cruciali per costruire modelli migliori.


Collaboratori

Oltre a Csatho, Schenk e van der Veen, il progetto ha incluso ricercatori aggiunti dall'Università di Buffalo, da quella di Utrecht in Olanda, dall'Università Tecnica della Danimarca e dall'Università atlantica della Florida.

Fonti della storia

La storia sopra è basata su materiali forniti dall'Università di Buffalo. L'articolo originale è stato scritto da Charlotte Hsu. Nota: i materiali potrebbero essere modificati in contenuto e lunghezza.

Riferimento della rivista


  1. Beata M. Csatho, Anton F. Schenk, Cornelis J. van der Veen, Gregory Babonis, Kyle Duncan, Soroush Rezvanbehbahani, Michiel R. van den Broeke, Sebastian B. Simonsen, Sudhagar Nagarajan, E Jan H. van Angelen. L'altimetria laser rivela schemi complessi delle dinamiche della calotta glaciale della Groenlandia. PNAS, 15 dicembre 2014 DOI: 10.1073/pnas.1411680112 

Il CO2 e il cambiamento climatico brusco

Dascripps.ucsd.edu”. Traduzione di MR (h/t Paul Chefurka)

Un nuovo studio mostra tre impulsi improvvisi di CO2 durante l'ultima deglaciazione


Grande passo avanti dopo che un progetto sul campo raccoglie carotaggi di ghiaccio riccamente dettagliati in Antartide

Un nuovo studio multi-istituzionale che comprende l'Istituzione Oceanografica Scripps, Università della California di San Diego, mostra che l'aumento del biossido di carbonio atmosferico che ha contribuito alla fine dell'ultima era glaciale più di 10.000 anni fa non è avvenuto gradualmente, ma è stato caratterizzato da tre “impulsi” in cui il CO2 è aumentato improvvisamente. Gli scienziati non sono sicuri di cosa abbia causato questi tre aumenti improvvisi, durante i quali i livelli di biossido di carbonio, un gas serra, sono aumentati di circa 10-15 parti per milione (ppm) – o circa il 5% per episodio – in un periodo di uno o due secoli. E' stata probabilmente una combinazione di fattori, dicono, che comprendono la circolazione oceanica, il cambiamento dei modelli dei venti e processi terrestri. Il geoscienziato della Scripps Jeff Severinghaus ha detto che i tre episodi, che hanno avuto luogo 16.100, 14.700 ed 11.700 anni fa, sono fortemente collegati ad eventi climatici improvvisi che hanno avuto luogo nell'Emisfero settentrionale. “Il cambiamento climatico improvviso ha i proprio impatti piccoli ma significativi sul CO2 atmosferico e nessuno lo sapeva prima”, ha detto Severinghaus, coautore dello studio. I risultati dello studio finanziato dalla Fondazione Nazionale delle Scienze appare oggi nella rivista Nature.

La mente dei negazionisti climatici

Da “eurekalert”. Traduzione di MR

Gli atteggiamenti nei confronti del cambiamento climatico dipendono dal senso di appartenenza delle persone al pianeta


Una nuova ricerca condotta dall'Università di Exeter ha scoperto che le persone che hanno una percezione dello spazio a livello globale più ampio del livello nazionale è più probabile che accettino che il cambiamento climatico sia causato dalle attività umane. 

Una nuova ricerca condotta dall'Università di Exeter ha scoperto che le persone che hanno una percezione dello spazio a livello globale più ampio del livello nazionale è più probabile che accettino che il cambiamento climatico sia causato dalle attività umane. Questa è la prima che viene mostrato volta che l'accettazione delle cause umane del cambiamento climatico è  collegato alla percezione dello spazio a livello globale. Le scoperte hanno delle implicazioni significative sia per la comunicazione del cambiamento climatico sia per la comprensione di spazio ed identità. Lo studio “Il mio paese o il mio pianeta?”, esplorando l'influenza degli attaccamenti ai luoghi e delle credenze ideologiche molteplici che pesano sugli atteggiamenti e le opinioni verso cambiamento climatico, ha scoperto che gli individui con attaccamenti globali più forti di quelli locali è più probabile che percepiscano il cambiamento climatico come un'opportunità piuttosto che una minaccia – per esempio, percependo gli impatti economici che emergono dalle risposte al cambiamento climatico ed il potenziale per costruire un senso della comunità più forte in tutto il mondo. Questi individui erano con più frequenza donne, più giovani e non si identificavano con nessuna religione, era più probabile che votassero verde e che fossero caratterizzati da livelli minori di credenze autoritarie a di dominio sociale di destra.

Il professor Patrick Devine-Wright di Geografia dell'Università di Exeter ha detto: “I risultati di questo studio suggeriscono che gli attaccamenti al locale non sono fortemente legati alle credenze sul cambiamento climatico. Coloro che hanno una più forte percezione del globale piuttosto che del nazionale è più probabile che accettino che il cambiamento climatico sia causato dalle azioni umane e possa essere un'opportunità, per la società, di unire le persone, non solo una minaccia all'economia”. Le persone di solito vedono il senso delllo spazio in termini puramente locali – l'area intorno a dove vivono. Lo studio amplia questa percezione in modi importanti per includere forme di appartenenza nazionali e globali – conosciuti come attaccamenti ai luoghi ed alle identità. La ricerca è stata condotta in Australia, in collaborazione con il Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (CSIRO), usando un metodo di indagine con un campione che rappresenta una nazione. Il professor Devine-Wright ha detto: “Dato che lo studio è stato condotto in Australia, dobbiamo replicarlo in altri contesti nazionali, per esempio nel Regno Unito o negli Stati Uniti, per vedere se si troveranno risultati analoghi”.

Lo studio è pubblicato nella rivista Global Environmental Change: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0959378014001794 

mercoledì 7 gennaio 2015

L'industria petrolifera del Mare del Nord è “vicina al collasso”

Da “BBC News”. Traduzione di MR (h/t Dario Zampieri)

Di Ben King, giornalista economico, BBC News


L'industria petrolifera del Regno Unito è in “crisi” per la diminuzione dei prezzi, ha detto un leader del settore alla BBC.

Le compagnie petrolifere e i fornitori di servizi stanno tagliando il personale e gli investimenti per risparmiare soldi. Robin Allan, presidente dell'associazione di esploratori Brindex, ha detto alla BBC che l'industria era “vicina al collasso”. Quasi nessun progetto nel Mare del Nord è redditizio con il petrolio al di sotto dei 60 dollari al barile, dichiara.

“Si ritirano tutti” 

“Ciò è già successo in precedenza e l'industria si adatta, ma l'adattamento è quello di tagliare le
persone, tagliare i progetti e ridurre i costi ovunque sia possibile e questo è doloroso per il nostro personale, doloroso per le compagnie e doloroso per il paese. Siamo vicini al collasso. In termini di nuovi investimenti – non ce ne saranno, tutti si stanno ritirando, le persone vengono licenziate dalla maggior parte delle società questa settimana e in quelle a venire. I bilanci per il 2015 vengono tagliati da tutti”. Il signor Allan ha detto che molti dei dei tagli ai posti di lavoro in tutta l'industria non sarebbero stati annunciati pubblicamente. I lavoratori del petrolio lavorano spesso come liberi professionisti e sono più facili da licenziare per i datori di lavoro. Le sue osservazioni fanno eco ai commenti fatti dal veterano del petrolio e consigliere governativo Sir Ian Wood, che la settimana scorsa ha previsto un'ondata di perdite di posti di lavoro nel Mare del Nord nei prossimi 18 mesi.