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venerdì 9 gennaio 2015

Sette eventi scioccanti del 2014

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi 

31 dicembre 2014


L'uccisione dell'orsa conosciuta col nome di Daniza, in Italia, è stato l'evento paradigmatico di un anno disastroso di violenza insensata contro umani e non umani allo stesso modo (immagine sopra di Helga Marsala).


Essere coinvolti negli studi sul picco del petrolio dovrebbe renderci in qualche modo preparati per il futuro. In effetti, per anni, abbiamo dichiarato che l'arrivo del picco del petrolio avrebbe portato tumulto e grandi cambiamenti nel mondo e li stiamo vedendo quest'anno. Tuttavia, il modo in cui questi cambiamenti si manifestano risulta essere scioccante ed inatteso. Questo 2014 è stato un anno particolarmente scioccante; sono successe talmente tante cose. Vi elenco i miei shock personali in ordine sparso

1. Il collasso dei prezzi del petrolio. Le oscillazioni del prezzo erano attese, in prossimità del picco di produzione, ma mi aspettavo una ripetizione degli eventi del 2008, quando il crollo del prezzo è stato preceduto da un crollo finanziario. Ma nel 2014 il collasso del prezzo si è manifestato dal nulla, tutto da solo. Probabilmente, è in corso una grande crisi finanziaria, ma che vedremo il prossimo anno.

2. L'Europa non è più verde. Il mio viaggio a Brussels per un'audizione al Parlamento Europeo è stata un'esperienza scioccante per me, L'Europa che conoscevo era pacifica e dedita alla sostenibilità e allo sviluppo armonico. Ho scoperto che il Parlamento Europeo è diventato un covo di guerrafondai determinati a combattere la Russia ed a trivellare per il petrolio ed il gas in Europa. Non è più la mia Europa. Di chi è quest'Europa?

3. La propaganda è diventata maggiorenne. Ho preso questa espressione da Ilargi su “The Automatic Earth”. La propaganda è in effetti assai più vecchia del 2014, ma di sicuro durante questo anno è diventata molto più squillante ed invasiva di quanto non lo fosse normalmente. E' scioccante vedere quanto rapidamente e facilmente la propaganda abbia potuto convincere tante persone (compresi i Parlamentari Europei) che trivellare di più e il “fracking” fosse la soluzione di tutti i nostri problemi.

4. Il disastro dell'Ucraina. E' stato uno shock vedere quanto facilmente sia stato per un paese europeo sprofondare da una normalità relativa alla guerra civile di milizie che si combattono fra loro e dove i cittadini vengono bombardati regolarmente e costretti a rifugiarsi nelle cantine. Ciò mostra come siano realmente fragili quelle entità che chiamiamo “stati”. Per chi sta suonando la campana ucraina?

5. Il collasso economico dell'Italia. Quello che sciocca di più, spaventa persino, è come sta avvenendo nella calma e nel silenzio assoluto. Il governo sembra essere incapace di agire in qualsiasi altro modo che investire in modi sempre più creativi di aumentare le tasse per spremere quanto più possibile ai già esausti ed impoveriti cittadini. Le persone sembrano essere incapaci di reagire, persino di capire cosa stia succedendo – al massimo si impegnano nel giochino di dare la colpa ai politici, agli immigrati, ai comunisti, agli zingari, all'Euro e alla grande cospirazione mondiale per tutto ciò che gli sta capitando. Una situazione simile c'è in altri paesi dell'Europa meridionale. Per quanto tempo possa durare la calma è tutto da vedere.

6. La perdita di speranza di fermare il cambiamento climatico. Il 2014 è stato l'anno in cui la pubblicazione del Quinto Rapporto di Valutazione del IPCC è stato completata. Il rapporto non ha lasciato traccia nel dibattito. Le persone sembrano pensare che l'arma migliore che abbiamo contro il cambiamento climatico sia dichiarare che non esiste. Ripetono in continuazione i mantra rassicuranti che “le temperature non sono aumentate durante gli ultimi 15 anni”, nonostante il 2014 risulti essere l'anno più caldo mai registrato.

7. L'uccisione di un'orsa, in Italia, è stata una piccola manifestazione di crudeltà sfrenata in un anno che ha visto molto di peggio. Ma è stato un evento paradigmatico che mostra quanto sia difficile – persino impossibile – per gli esseri umani vivere in pace con ciò che li circonda – che siano esseri umani o bestie.

E questo è solo un elenco parziale delle molte cose scioccanti di quest'anno (forse possiamo parlarne ulteriormente nei commenti). Quali shock avremo quindi nel 2015? (nota aggiunta il 9 Gennaio: ieri abbiamo già avuto il primo, a Parigi. Il 2015 non comincia bene)

mercoledì 31 dicembre 2014

Uccidere l'orso – uccidere la speranza

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi


"La famosa invasione degli orsi in Sicilia” è una storia per bambini del poeta e narratore italiano Dino Buzzati. Racconta di come gli orsi sono scesi dalle loro montagne, hanno sconfitto gli esseri umani ed hanno assunto il governo per creare una società in cui gli esseri umani e gli orsi vivono insieme in armonia. Naturalmente si tratta di una favola ed alcuni eventi recenti in Trentino mostrano quanto sia difficile per gli esseri umani e gli orsi vivere insieme in armonia. E questo è un male sia per gli orsi che per gli esseri umani.



Ci sono stati molti eventi scioccanti in questo movimentato 2014, ma quello che mi ha scioccato di più ha avuto luogo nella regione settentrionale del Trentino, dove un'orsa selvatica chiamata “Daniza” è stata cacciata ed uccisa in nome della sicurezza dei turisti della regione. Una storia secondaria, sicuramente, ma che spiega molto sul comportamento degli esseri umani e dei problemi che abbiamo quando cerchiamo di gestire il nostro mondo.

La storia è iniziata lo scorso agosto in Trentino, quando qualcuno di nome Daniele Maturi si è imbattuto in un'orsa selvatica (conosciuta presso gli esseri umani come “Daniza”) ed i suoi due cuccioli mentre cercava funghi nei boschi. Secondo la storia del signor Maturi, sarebbe rimasto lì ad “osservare gli orsi” al posto di allontanarsi il più velocemente e silenziosamente possibile. L'orsa ha reagito attaccandolo, ferendolo leggermente, prima di ritrarsi nel profondo del bosco coi suoi cuccioli. Ciò ha generato una diffusa protesta popolare, con appelli per l'eliminazione del “pericoloso animale”, finché Daniza non è stata cacciata ed uccisa da un'overdose di anestetico. Ufficialmente, è stato un errore, ma più probabilmente è stato il risultato dell'antico atteggiamento che recita “il solo X buono è l'X morto”, in cui X può essere un indiano, un orso e qualsiasi cosa ritenuto non umano o non abbastanza umano. Alla fine, i cuccioli di Daniza potrebbero non essere in grado di sopravvivere dopo l'uccisione della madre, ma i cuccioli umani saranno in grado di passeggiare in un ambiente igienizzato e in un bosco sicuro in cui non rischieranno di essere attaccati da niente di più grande e pericoloso di uno scoiattolo.

Questa triste storia getta molta luce sull'atteggiamento delle persone in Italia riguardo agli orsi e riguardo alla natura selvaggia in generale. Sembra che in Trentino ci sia un vivace movimento “anti orsi” - organizzato principalmente dalla Lega Nord – che, fra le altre azioni, aveva organizzato una cena a base di carne di orso nel 2011 per dimostrare quello che, a loro modo di vedere, si dovrebbe fare con gli orsi selvatici del bosco. Dopo che la storia raccontata dal signor Maturi è apparsa sui quotidiani, i proprietari di hotel hanno riportato che molti dei loro clienti avevano cancellato le loro prenotazioni, per la paura degli orsi selvatici. Dal dibattito sulla stampa e in rete, sembra che un bel numero di persone fossero seriamente preoccupate che i loro figli potessero essere divorati dagli orsi selvatici se avessero fatto una passeggiata nei parchi del Trentino.

Dall'altro lato del dibattito, Daniza veniva elogiata per la moderazione di non aver ucciso l'intruso umano, visto che avrebbe potuto farlo facilmente. Il signor Maturi, invece, è stato insultato e vilipeso in tutti i modi possibili a causa della sua idiozia per non aver abbandonato il posto lasciando in pace l'orsa ed i suoi cuccioli. E' stato anche accusato di far parte di una cospirazione studiata per mettere in cattiva luce gli orsi e favorire la loro eliminazione dai boschi del Trentino (la seconda accusa implica automaticamente la prima).

Gran parte del dibattito sembra non cogliere il punto fondamentale di questa storia, che è che sia gli esseri umani sia gli orsi si sono comportati secondo la propria impostazione genetica e, probabilmente, non si sarebbero potuti comportare diversamente. Non possiamo escludere che l'orsa Daniza fosse abbastanza intelligente da scegliere di non uccidere il signor Maturi per evitare di irritare troppo gli esseri umani. Ma, più probabilmente, si è semplicemente comportata nel modo in cui le femmine di orso si sono sempre comportate: difendendo aggressivamente i propri cuccioli contro ogni pericolo percepito. Dall'altra parte, il signor Maturi, i politici e la maggioranza della gente, si sono comportati semplicemente nel modo in cui gli esseri umani si sono sempre comportati, sfruttando qualsiasi cosa percepiscano come una “risorsa” ed eliminando aggressivamente qualsiasi cosa vedano come un ostacolo. Altri paesi potrebbero avere un'atteggiamento meno cattivo verso gli orsi selvatici di quello che abbiamo visto in Italia ma, ovunque, se la natura selvaggia è un ostacolo al profitto, la natura selvaggia perde sempre.

I un test per il QI, gran parte degli esseri umani (probabilmente compreso anche il signor Maturi) avrà un punteggio migliore di quello della maggior parte degli orsi. Ma, se gli esseri umani sono individualmente più intelligenti degli orsi (perlomeno nella loro capacità di manipolare simboli astratti), ciò non significa che sono più intelligenti degli orsi come specie. Il modo in cui si comportano, in realtà, non mostra alcun segno di intelligenza in quanto tirano semplicemente dritto, calpestando senza pietà tutto ciò che percepiscono li fermi nel loro percorso. E' il nostro destino come esseri umani quello di distruggere ciò che ci tiene in vita. Ma, alla fine, è inevitabile: è quello che siamo. Potremmo cambiare in meglio in futuro? Probabilmente no: uccidere l'orsa ha ucciso questa speranza. La campana per Daniza sta suonando per noi.


Incidentalmente, un risultato della storia di Daniza è stata una campagna nazionale per boicottare la regione Trentino, Potreste considerarla, forse non tutta la speranza è perduta...


venerdì 12 settembre 2014

Requiem per Deniza.

Jacopo Simonetta

L’orsa Deniza è morta per un’overdose di anestetico ed è estremamente improbabile che i suoi due cuccioli riescano a diventare adulti.   Con ogni probabilità moriranno, oppure saranno catturati e parcheggiati in uno zoo.   Al di la delle polemiche e degli immancabili scarica-barile, si sapeva da subito che sarebbe finita così, eppure la notizia ha suscitato reazioni che, secondo me, indicano che dietro un livello cosciente di pensiero, Deniza riveste un valore simbolico per molti di noi.   Innanzitutto perché era una mamma che ha difeso i suoi cuccioli, ma soprattutto perché era un animale grande, selvaggio e molto raro, evocativo di tutto ciò che la Natura è stata e non è più.   Questo, credo, più di tutto, ne fa un simbolo che tocca direttamente le corde del cuore di quasi tutti, sia pure in modo molto diverso. Da un lato, infatti, vi sono persone che avvertono come inammissibile che una bestia selvaggia possa attaccare un uomo; dall’altro vi sono altri che trovano criminale uccidere un animale di quel genere semplicemente perché ha lievemente ferito un cercatore di funghi.

Cosa muove i primi?   Innanzitutto vi è l’attuale ossessione per la sicurezza: nell’immaginario collettivo odierno il fatto che la vita comporti un grave rischio di morire è inaccettabile. Non siamo più nel medioevo (o nell’età della pietra, secondo i casi)!   Siamo andati sulla Luna e non deve esistere che qualcuno possa essere in pericolo.  Un atteggiamento tanto radicato da determinare oramai gran parte della nostra vita quotidiana ed una parte crescente del bilancio delle famiglie e delle istituzioni.  Perfino del  nostro paesaggio come avvenuto, ad esempio, con la progressiva eliminazione delle alberature stradali, ritenute responsabili di incidenti in cui gli autisti, non gli alberi, avevano il controllo dei veicoli. Ma si tratta di un sentimento molto forte, tanto che il dichiarare che ognuno potrebbe esser responsabile di quello che fa e di dove mette i piedi è spesso sufficiente a scatenare reazioni irose, talvolta violente.

Vi è poi un livello più profondo che ha che fare direttamente con la malattia, la sofferenza e la morte.   Sappiamo bene che moriremo, ma saperlo ed accettarlo sono due cose molto diverse, non per nulla il progresso della medicina e l’allungamento della vita media sono le due conquiste della modernità più universalmente apprezzate. Non per nulla il modo più sicuro per un politico di perdere le elezioni sarebbe ammettere che bisognerà tagliare i fondi alla sanità.

Ma vi è, secondo me, un livello ancora più profondo, tanto è vero che vi sono incidenti accettati ed altri no. Ad esempio, il 14 agosto 2014 l’auto blu su cui viaggiavano il presidente ed il vicepresidente della provincia di Trento ha ammazzato una persona e ne ha spedite altre 5 all’ospedale, ma questo non ha suscitato petizioni e manifestazioni per catturare il presidente ed il suo autista e confinarli in uno zoo; oppure per bandire le auto di grossa cilindrata dalle strade. In questo livello, l’immagine della bestia che osa attaccare l’uomo viene sentita come un completo rovesciamento dell’ordine cosmico   Una sensazione analoga allo sbigottimento che prende molti di fronte agli effetti che le “forze scatenate della natura” possono avere sulle nostre opere e che, secondo me, deriva dal contrasto violento fra come si sente che “dovrebbero andare le cose” e come, viceversa, vanno. Insomma, per coloro che hanno caldeggiato la cattura dell’orsa, l’aggressione ad un essere umano da parte di una belva è qualcosa che somiglia molto ad un sacrilegio.

Nel campo opposto troviamo altre persone che possono condividere o meno i primi due livelli, ma che, viceversa, sentono l’uccisione di un animale che ha difeso i suoi cuccioli ed il suo territorio come una profonda ingiustizia.   Un assassinio, insomma.

Ma l’emotività sollevata dal fatto denota, almeno in alcuni, un livello ancora più intimo in cui l’orso assurge a simbolo di una sacralità della Natura che l’uomo non ha il diritto di violare.   Insomma, c’è chi sente l’uccisione di Deniza come una sorta di sacrilegio.

Si potrà facilmente obbiettare che nessuna delle religioni praticate in zona considera sacrilega l’aggressione di un animale ad un uomo o viceversa.   E questo è probabilmente vero, ma dietro le regole e le convinzioni che ogni fede si è date, esiste una sensibilità e, soprattutto, un modo di percepire e capire il mondo che dipende da archetipi molto profondamente radicati nell’inconscio e relativamente indipendenti dal “catechismo”.   Ed i sentimenti che ci scuotono, sia in positivo che in negativo, non sono generati tanto dalle nostre convinzioni coscienti, quanto da come eventi o parole interagiscono con questo sistema subconscio di valori e di riferimenti.   Per questo motivo le stesse identiche parole, pronunciate in un certo modo ed in certo contesto, ci possono riempire di ira o di sdegno, mentre pronunciate in altri modi o contesti ci sono indifferenti.   Il “moccolo” tirato da qualcuno cui è caduto un martello sul piede non offende nessuno, mentre le stesse parole declamate in chiesa offenderebbero anche i non credenti eventualmente sul posto.

Ed è proprio su questo livello che agiscono i simboli, soprattutto quelli di cui non siamo perfettamente coscienti.

La verità non è venuta al mondo ignuda, ma vestita di immagini e simboli” (vangelo di Filippo).

Se tutto questo è solo parzialmente vero, dietro la reazione di indignazione (chi per l’aggressione all'uomo e chi per quella all'orsa) si cela una frattura insanabile fra due modi profondamente e totalmente incompatibili di concepire la vita: chi sente la Natura come un pericolo che l’uomo ha il diritto di soggiogare ed utilizzare a suo piacimento e chi, viceversa, sente sé stesso e la propria specie come un pericolo per una Natura cui si deve prima di tutto rispetto.

E credo che questo sia un discrimine insuperabile tanto per gli uni che per gli altri.   La differenza è semmai nel fatto che i “suprematisti umani” avranno nel futuro anche prossimo molte cattive notizie.   I “suprematisti naturali” dovranno affrontare le stesse difficoltà pratiche degli altri durante tutta la fase declinante della nostra civiltà, ma perlomeno avranno modo di farsene una ragione.

Magari non è molto, ma fa la differenza.