Un'antica leggenda Maya racconta dell'origine del loro calendario
Il possente Dio Quetzupobotls disse ai suoi sudditi: il calendario sarà per 5125 anni e non di più
Che cosa avverrà quando il calendario finisce? Chiese il popolo.
In quel tempo, una possente civilizzazione dominerà il mondo. Voleranno in uccelli di metallo giganti e mangeranno formaggio da magici contenitori.
Ma molti saranno pigri di mente e ingenui di spirito e crederanno che il calendario segni la fine del tempo.
Ascolteranno storie e guarderanno magiche visioni a proposito della fine del nostro calendario e pagheranno moneta da loro stessi duramente guadagnata per queste storie.
La fine del calendario verrà, ma il mondo non sarà finito. Gli imbecilli urleranno e agiteranno i pugni al cielo, ma non avranno indietro i loro soldi.
Perché? Perchè faresti questo a questa gente? Domandarono i sudditi di Quetzupbotls
Hey, è per fare due risate, no? Fu la risposta.
Non dice proprio così
Alcuni dei glifi sono aperti a diverse interpretazioni
Devo aver colpito davvero nel segno con i miei commenti (uno e due) ai recenti articoli di Paolo Granzotto sul riscaldamento globale. Non solo Granzotto si è sentito in dovere di rispondermi sulla sua colonna, ma anche, oggi, di dedicarmi un'altra paginata.
Granzotto ha accusato il colpo di essere stato paragonato agli oppositori di Galileo Galilei; quelli che si rifiutavano di mettere l'occhio al telescopio per verificare che Giove aveva dei satelliti e la Luna dei crateri. A questo punto, a non gli restano altro che gli insulti: l'ultima risposta di chi non ha più argomenti.
Fra le altre cose, nella sua risposta, Granzotto non menziona minimamente l'immagine dei ghiacciai svizzeri dimezzati che avevo pubblicato nel mio post a a conferma dell'esistenza del riscaldamento globale. Allora, secondo lui, sono dati taroccati dall'IPCC anche quelli?
E' non è solo un problema dei ghiacciai svizzeri - i ghiacciai in tutto il mondo si stanno ritirando con tendenze molto simili. Non è un fenomeno locale come potete vedere da questi dati per i ghiacciai dell'Himalaya:
Eh si, proprio l'Himalaya, di cui si è fatta tanta polemica strumentale in questi giorni. Forse l'IPCC ha esagerato quando ha detto che i ghiacci si scioglierano completamente nel 2035, ma non c'è dubbio che i ghiacci si stanno sciogliendo. Non avete bisogno di dati sulle temperature: lo vedete con i vostri occhi nella foto. E se il ritiro dei ghiacci non è causato dal riscaldamento globale, da cosa? Con buona pace dei negazionisti, la terra si sta scaldando per davvero.
Caro Paolo, ti avverto che Bardi è tornato alla carica e sul suo bloghetto ti manda a dire: «Ahimé, nella sua risposta, il povero Granzotto non riesce a far di meglio che aggrapparsi alla leggenda del giorno. Secondo lui, gli “unici dati” sono “quelli del famigerato IPCC” (curiosamente scritto “Ipcc”). Eh, no: queste sono proprio panzane. L’IPCC - famigerato o no che sia - non ha dati propri. Si limita a riportare i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono, certamente “al suo servizio”. L’IPCC (scritto in maiuscolo) non ha la possibilità di influire sul lavoro di queste migliaia di ricercatori; non più di quanto il “tal Ugo Bardi” abbia la possibilità di influire su quello che si pubblica, per esempio, su Il Giornale». Secondo te ci è o ci fa?
Che sagoma quel Bardi (Ugo Bardi, presidente, niente meno, che dell’«Associazione per lo studio del picco del petrolio»). Con piagnucolosa scontrosità mi rimprovera anche la grafia degli acrostici. Dice che Ipcc - Intergovernmental Panel on Climate Change - debba scriversi in tutte maiuscole, IPCC. Ma lui, Fiat, Eni - acrostici di Fabbrica Italiana Automobili Torino e Ente Nazionale Idrocarburi - come li scrive? Boh. In ogni modo, i lettori che si fossero persi la puntata precedente sappiano che Bardi è di quelli che intignano, che non vogliono rinunciare all’idea di veder la Terra arrosto. Alla bella notizia che i dati «scientifici» portati a conferma (ovviamente «scientifica») del surriscaldamento globale erano tutti taroccati - l’ormai noto «climagate» - risponde che fa niente perché ci sarebbero da qualche parte altri dati «veri», «seri», che documenterebbero in modo inequivocabile il vertiginoso aumento delle temperature (come d’altronde ciascuno può constatare da sé in questi giorni di canicola invernale).
Poi, però, il Bardi scrive che l’Icpp, deputato dall’Onu, non dal Circolo dei climatologi della domenica, a far luce sui cambiamenti climatici «riporta i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono certamente al suo servizio». Vero, verissimo. Sta però di fatto che elaborando quella montagna di dati sull’andamento medio delle temperature, i mammasantissima dell’Ipcc, (Michael Mann, per fare un nome a caso) si resero conto con raccapriccio che dal 1998 esso risultava stazionario con un lieve accenno alla diminuzione. In pratica, l’annunciato riscaldamento globale non era confermato dalle scrupolose misurazioni effettuate da migliaia, dicesi migliaia di tecnici, esperti, accademici, luminari, ricercatori, cultori della materia e scienziati d’ogni nazionalità (meno quei tre o quattro amici del Bardi). E allora che cosa fecero, i mammasantissima dell’Icpp (uno per tutti: il professor Michael Mann)? Con un trucchetto - il «trucchetto di Mann», appunto - diedero una sistematina ai grafici così che risultasse che il pianeta si stava riscaldando vieppiù e che dunque era fatale che presto sarebbe andato arrosto. Non è dunque l’Icpp, come sostiene il Bardi in versione Pangloss, a influire «sul lavoro di queste migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca». Sveglia, Bardi! Erano le migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che influivano sull’Iccp fino a quando l’Iccp medesima, visto che il lavoro di migliaia eccetera eccetera non si conformava ai suoi desiderata, decise di truccare le carte. Le quali, se non truccate, avrebbero rivelato che la temperatura media non si sta alzando, che i ghiacciai dell’Himalaya non si stanno squagliando e qui dove sono, in Italia, mica in Siberia, nevica che Dio la manda.
Kevin e Rusat del campo Rom di Sesto Fiorentino, impegnati al computer. Stanno imparando a navigare in Internet.
Nel giorno della memoria, ricordiamo la Shoah e tutte le altre stragi di popoli del passato. Ricordiamo anche il "Porrajmos" ("il divorare") detto anche "Kali Tras" ("il terrore nero"); la strage dei popoli Rom e Sinti nei campi di concentramento in Europa al tempo del Nazismo. Le stime vanno dai 200.000 al milione e mezzo di persone sterminate nei campi di concentramento.
Oggi, i Rom e i Sinti non hanno trovato ancora una loro collocazione nella società Europea e, purtroppo, certe cose che abbiamo sentito di recente ci ricordano il tempo del Porrajmos. Ma i tempi stanno cambiando. Come vedete nella foto; i giovani Rom non sono più nomadi, ma ragazzi che vanno a scuola e usano il computer. Si può sperare che le cose cambino per il meglio.
Interessarsi di collasso economico può avere un aspetto morboso ma, d'altra parte, ci sono delle cose che non si possono ignorare. I collassi economici ci sono e negli ultimi decenni ce ne sono stati tanti; anche di paesi che sembravano politicamente ed economicamente ben solidi.
Vi passo un pezzetto del "Washington Post" del 2002 (traduzione mia) che ci da un'idea di quello che può succedere. Questo è il caso dell'Argentina - un collasso di qualche anno fa ma che sarebbe bene non dimenticare.
Disperazione in Argentina, una volta un paese orgoglioso
Dopo il collasso economico, la profonda povertà rende la dignità una vittima.
By Anthony Faiola
Washington Post Foreign Service
Tuesday, August 6, 2002; Page A01
ROSARIO, Argentina -- La notizia si è diffusa rapidamente attraverso i grandi slum urbani che circondano Rosario. C'è cibo sull'autostrada - ancora vivo.
Un camion di bestiame si era rovesciato vicino alla città rugginosa, lasciando cadere 22 capi di vacche di razza Angus sull'autostrada spazzata dal vento. Alcune erano morte. La maggioranza ferite. Alcune stavano bene.
Una folla si è mossa da Las Flores, una città di baracche di metallo e cumuli di immmondizia che trasuda di rifugiati dal collasso finanziario di quella che era una volta la nazione più ricca di tutta l'America Latina. In pochi minuti, 600 persone affamate sono arrivate sulla scena con machete e coltelli. Improvvisamente, secondo quanto raccontano i presenti in quel giorno di Marzo, si è udito un grido.
"Ammazzate le vacche!" ha urlato qualcuno. "Prendete quello che potete!"
Si sono tirati indietro gli impiegati della ditta del trasporto bestiame che cercavano di recuperare il salvabile. E il macello ha avuto inizio. L'odore del sengue, di morte e di carne fresca ha riempito l'autostrada. Le vacche si lamentavano mentre venivano fatte a pezzi senza criterio da gruppi di uomini, donne e bambini. C'erano lotte per pezzi di carne sanguinanti.
"Mi sono guardato in giro e ho visto gente che si portava via zampe di mucca, teste e organi. Non potevo credere ai miei occhi," dice Alberto Banrel, 43 anni, che ha lavorato nell'edilizia fino al Gennaio scorso, quando si è scoperchiata la voragine economica dopo che l'Argentina ha sofferto la peggiore crisi di debito estero nella storia del mondo e una pesante svalutazione della moneta.
"Eppure ero li', col mio coltello insanguinato e un pezzo di carne,", dice Banrel. "Mi sono sentito come se fossimo diventati un branco di animali selvaggi..... come i pirana che si vedono su Discovery Channel. La nostra situazione ci ha fatto diventare così."
In un post precedente, avevo criticato Paolo Granzotto paragonando il suo atteggiamento riguardo al riscaldamento globale a quello degli oppositori di Galileo Galilei. Ai quei tempi, c'era chi si rifiutava di guardare dentro il telescopio e negava le scoperte di Galileo soltanto sulla base dei loro arzigogoli filosofici. Allo stesso modo, Granzotto si rifiuta di prendere in considerazione i dati e nega il cambiamento climatico sulla base dei propri arzigogoli mentali.
Devo aver colpito nel segno, perché Granzotto si sente ora in dovere di rispondere (vedi sotto) a "un tal Ugo Bardi, presidente, niente meno, che dell'associazione per lo studio del picco del petrolio"
Ahimé, nella sua risposta, il povero Granzotto non riesce a far di meglio che aggrapparsi alla leggenda del giorno. Secondo lui, gli "unici dati" sono "quelli del famigerato IPCC" (curiosamente scritto "Ipcc"). Eh, no: queste sono proprio panzane. L'IPCC - famigerato o no che sia - non ha dati propri. Si limita a riportare i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono, certamente "al suo servizio". L'IPCC (scritto in maiuscolo) non ha la possibilità di influire sul lavoro di queste migliaia di ricercatori; non più di quanto il "tal Ugo Bardi" abbia la possibilità di influire su quello che si pubblica, per esempio, su "Il Giornale."
Insomma, Granzotto continua a basarsi sull'ideologia, rifiutandosi di guardare dentro il telescopio climatico. Ma, alla fine, la scienza di Galileo l'ha avuta vinta e lo stesso succederà per la scienza del clima.
Devo dire però anche qualcosa a favore di Granzotto che, perlomeno, non rifiuta il confronto. In questo tipo di dibattiti, la strategia fondamentale è quella di far sparire l'avversario nell'invisibilità mediatica; ignorandolo. Questo, Granzotto poteva farlo facilmente sfruttando il potere mediatico del "Giornale" che è infinitamente superiore a quello del blog del "tal Ugo Bardi". Granzotto, se non brilla per competenza, peraltro dimostra un certo coraggio. Onore al merito!
Non c'è dubbio, in effetti, che ci vuole un gran coraggio a sostenere che il mondo non si scalda di fronte all'evidenza. Per esempio, questo francobollo che illustra il ritiro dei ghiacciai; emesso dalle poste svizzere (e non dall' "Ipcc"!)
(Ringrazio Leonardo Libero per la segnalazione dell'articolo di Granzotto e per l'immagine del francobollo delle poste svizzere)
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Ecco l'articolo di Granzotto pubblicato su Il Giornale di sabato 23 gennaio 2010
Caro Granzotto, un amico mi ha riportato questa battuta: «tranquilli, del riscaldamento globale si tornerà a parlare in luglio». Ma è poi una battuta?
e-mail
Da come si stanno mettendo le cose è probabile che sì, resterà una buona battuta di spirito. Non credo infatti che al disgelo gli sciamani del global warming rialzeranno la cresta e, approfittando del solleone, la rimenino col surriscaldamento climatico. Essi temono d’esser presi a pernacchie, come capita già da adesso (gli Usa sono sempre all’avanguardia) al loro idolo Al Gore, incessantemente sbertucciato da stampa e tivvù di un’America sepolta sotto una coltre di neve, attanagliata da temperature polari. La verità è, caro Mascielli, che «è sempre più sottile il ghiaccio su cui camminano i climatologi», come scriveva la brava Elena Dusi sulla Repubblica (quotidiano che ha sposato, ma forse converrebbe dire che sposò, la visione apocalittica del pianeta che sta finendo arrosto). Ghiaccio che finirà presto per cedere, sprofondando negli abissi del ridicolo il global warming, i suoi sostenitori e i fanatici adepti della religione ambientalista, degli adoratori di Gea, la Terra Madre. Prima lo scandalo del climagate, la più grande truffa scientifica dai tempi di Cagliostro, con le famose e-mail che i climatologi si scambiavano per concordare aggiustamenti, ritocchi e tarocchi ai rilevamenti delle temperature medie, alzandole di qualche grado per conformarle alla favola del riscaldamento globale. Poi la storia dei ghiacciai dell’Himalaya che secondo il Rapporto dell’Ipcc, il comitato dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, si sarebbero sciolti del tutto entro il 2030. Una balla grande come una casa che tuttavia fruttò all’Ipcc il Nobel e fece piangere di dolore e di rabbia Al Gore, smentita dallo stesso capo del comitato, il miliardario indiano Rajendra Pachauri.
Eppure, le tremende mazzate alla credibilità della sala comando del riscaldamento globale sembra non turbino le coscienze dei più cocciuti fra coloro che quella bufala abbracciarono con fideistico entusiasmo. Essi seguitano a ripetere la stessa litania e cioè che stando ai dati raccolti «il riscaldamento del clima è inequivocabile e sta avvenendo a ritmi molto sostenuti» (il virgolettato è di Giampiero Maracchi, professore di climatologia all’Università di Firenze). Chi, rabbrividendo dal freddo, rifiuta di crederci viene poi liquidato come «negazionista», cioè individuo indegno, colpevole di mortale peccato civile. Come fa, a esempio e chiamandomi in causa, un tal Ugo Bardi, presidente, niente meno, che della «Associazione per lo studio del picco del petrolio». Anche il Bardi è di quelli che insistono nell’affermare che «i dati veri, documentabili, pubblicati su riviste internazionali» parlano chiaro confermando che fa caldo, sempre più caldo. Ma quali sarebbero questi dati «veri»? Gli unici a far testo, gli unici a far aggio sono quelli del famigerato Icpp che ha al suo servizio migliaia - dicesi migliaia - di scienziati e di «esperti» i quali si dedicano solo ed esclusivamente a controllare l’andamento climatico. Ed è sulla base dei dati e dei rapporti dell’Ipcc, non di altri, che fu lanciato l’allarme, decretata l’emergenza per il surriscaldamento del pianeta, formulato il Protocollo di Kyoto e concordata la road map della recente conferenza di Copenaghen. Bene, quei dati sono risultati falsi. Quei rapporti (dove si leggeva che in base a rilevamenti scien-ti-fi-ci i ghiacciai dell’Himalaya avevano gli anni contati) sono risultati inattendibili se non proprio fraudolenti. E chi sostiene il contrario è un negazionista, ecco che cos’è.
Siamo a un livello di 38 falsità o distorsioni su un articolo di poco più di 800 parole. Ovvero, una falsità ogni 21 parole. Non ve le sto a elencare tutte, vi ci potete divertire da voi. Solo per curiosità, ne cito alcune delle più clamorose. Per esempio, "La Terra è stata molto più calda di oggi nei passati 10.000 anni", "Secondo la NASA gli anni 1930 sono stati i più caldi del secolo e ancora oggi siamo sotto quella temperatura", "Come capo del GISS Hansen determina personalmente i valori delle temperature pubblicate", "I dati dell'università dell'Alabama non supportano assolutamente la teoria del riscaldamento globale", eccetera, eccetera, eccetera
Un record che probabilmente nemmeno i nostri negazionisti più sfegatati riescono a raggiungere. Va detto, però, i vincitori del premio "a qualcuno piace caldo", Gaspari e Cascioli, hanno fatto niente male anche loro in termini di falsità e bugie climatiche.
Nel seguito vi passo il testo dell'articolo di Tomlinson del 29 Marzo 2009. E' veramente notevole e se qualcuno avesse voglia di tradurlo in Italiano e di commentarlo forse ne varrebbe la pena per il puro gusto dell'orrore.
Rimane però la domanda fondamentale: Cosa deve avere nella testa una persona per scrivere una cosa del genere? Ci crede davvero? Sghignazza dentro di se per come prende in giro la gente? Si frega le mani per i soldi che gli danno? Mah?
Ma la cosa che fa impressione e che nel "dibattito" a gente così viene dato lo stesso spazio - e forse di più - che agli esperti di clima. Come diavolo facciamo a prendere delle decisioni serie in questo modo? C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'universo.....
Global warming (GW) alarmists love to rant. But one question always shuts them up: What is the correct temperature for Earth?
For most of the last 10,000 years, Earth was much warmer than today. Was the earth wrong? Even a 1,000 years ago it was much warmer. Was the Earth wrong to be so warm?
About 1300 A.D., Earth entered the "Little Ice Age." Temperatures plunged until 1850, then rose, peaking in 1934. According to NASA, the 1930s was our warmest decade in the 20th century. We're still below that temperature.
Next, a sharp cooling trend began, bottoming in 1979. This produced the now infamous "ice age" scare. GW alarmists always start their numbers from this bottom because temps rose until 1998, before dropping once again. Now, 11 years later, that bounce is almost gone.
How do we know? The whole GW argument hinges on which temperature source you quote. Many climatologists believe the University of Alabama-Huntsville is the world's foremost temperature monitoring source because it uses satellite scanning, as opposed to ground stations. Its data absolutely do not support GW theory -- which it openly admits.
It's the other global temperature monitoring source, the Goddard Institute of Space Studies (GISS), that started the scare. In 1988, testifying before Congress, Dr. James Hansen, head of GISS and an expert in computer modeling, said CO2 production was destroying Earth.
Hansen used his position over the next 10 years to scare everybody. Enlisting Al Gore and his Hollywood minions, they brought fear to the hearts and minds of women and children everywhere.
Here's how: As head of GISS, Hansen personally determines the temperature numbers they publish. Incredibly, he refuses to say how he got them. Nevertheless, two Canadians, Stephen McIntyre, a mathematician, and environmental economist Ross McKitrick, decided to check.
They first achieved fame in 2004 by completely discrediting Michael E. Mann, famous for creating the "hockey stick"-shaped temperature graph Gore used to scare the bejesus out of people.
Mann also refused to reveal his methodology. So McIntyre and McKitrick retro-engineered it from raw data. According to MIT's Technology Review, Mann crunched his numbers using Principal Component Analysis and improperly normalized the data.
From there, they discovered that his approach can't make anything but hockey sticks! Did you know Gore's key GW "fact" was completely destroyed five years ago? No, because to this day, the mainstream media won't mention it.
Fortunately, Canadians know their hockey sticks! Riding that success, McIntyre and McKitrick took on Hansen's data to see if maybe he made any mistakes. Sure enough, he did. On Aug. 8, 2007, NASA announced these guys had found a gaping flaw in Hansen's numbers.
The error was huge: .8 degrees Celsius annually. To put this error into context, the entire GW scare is over a net rise of .6 degrees Celsius in the 20th century. Once NASA re-did Hansen's numbers, 1934 became our hottest year and 1998 only a secondary peak.
But Hansen's embarrassment hasn't ended.
McKitrick, assistant professor at Guelph University, published a study on GISS data collection in the Journal of Geophysical Research-Atmospheres in 2007. He found GISS, which relies on surface measures, overstated warming by "about half" due to a laundry list of collection errors.
Interestingly, GISS lost about 50 percent of its stations after the U.S.S.R. fell in the early 1990's. As those stations were replaced with computer simulations, Hansen's "new" numbers began to show a huge acceleration in global warming.
Today, the vast majority of GISS sites are in the U.S. Computer guestimates cover outlying areas, particularly across continents such as Africa and South America, where data collection is almost nonexistent.
GISS' biggest problem however, is this: Water covers 70 percent of Earth's surface. Because GISS relies on surface stations, its ocean coverage is abysmal.
NASA oceanographer John Willis found that ocean temperatures have been falling since at least 2003. GISS had no idea. Now, it turns out, even GISS can't find any GW whatsoever in the Southern Hemisphere.
Imagine, 70 percent of Earth's surface temperature dropping sharply, and the global warming geniuses didn't have a clue. That's why so many scientists, meteorologists and climatologists fight GW dogma. Nobody even knows if the earth's temperature is wrong. Maybe earth is readjusting, moving back up to its average for the last 10,000 years.
GW is all about confiscating wealth and power. While Gore makes millions of dollars selling carbon credits and Hansen gets monster grant money, we lose our freedom, e.g., Congress passed a law making it illegal (in five years) to use incandescent lightbulbs because they cause GW.
That's how we're slowly losing our freedom: chancing prison for using politically incorrect light bulbs. Will people risk jail time putting up Christmas lights inside and out? If not, that tradition is gone.
Truly, the world isn't getting warmer, but it's definitely getting darker
- Tutto quello che chiediamo è che il concetto dell'origine intelligente dei fulmini sia insegnato a scuola insieme alla "teoria della scarica elettrica"
- Ora, non stiamo dicendo che sia il Dio Thor di per se. Potrebbe essere qualsiasi forma di intelligenza con una barba rossa e un grosso martello.
LOX news: Obama nega di essere un rettile alieno. Rifiuta di sfilare il suo strato facciale per provarlo
- OK - guarda. Tuoni e fulmini sono causati da processi naturali ben noti. L'evidenza che lo supporta è schiacciante. Non ci sono scienziati credibili che lo negano.
- Abbiamo una lista di 400 PhD che non sono daccordo con te su questo punto.
- Ho visto la lista. Nessuno di questi 400 ha un dottorato in campi di alcuna rilevanza. La metà di loro ha preso il dottorato all'università del Valhallismo, che tu stesso paghi.
LOX news. Sondaggio. L'85% delle ragazze che hanno gravidanze minorili ha visto il film di Harry Potter.
- Campi rilevanti? E' così che imbrogliano il pubblico! Censurando le teorie che si oppongono e insegnando soltanto la loro versione della verità
- Tu non hai una teoria. Hai soltanto una vecchia storiella che hai ritirato fuori e rispolverato.
- Vedi? Vedi come mi stanno censurando?
LOX News. Il Canada ha petrolio. Sostiene di non ospitare terroristi.
- Guarda, Lox News, non è necessario dare spazi uguali a tutti gli strampalati che non sono daccordo con la realtà. Sapete, non tutti i punti di vista sono uqualmente meritevoli. Fare finta che sia così soltanto per aumentare gli indici vi mette in cattiva luce e fa un cattivo servizio al pubblico
- Censura!
- Ma stai zitto!
- Vedi?
Lox News: L'imbroglio del riscaldamento globale: trovato ghiaccio al polo sud.
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Nota: c'è in questa striscia un gioco di parole intraducibile fra "Fox News" e "Lox News" dove "Lox" in Inglese vuol dire "salmone affumicato"