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martedì 16 agosto 2022

Le Foreste: Olobionti Orgogliosi

 Tradotto dal blog "Olobionti Orgogliosi"

Avanti, Fratelli Olobionti! 


La faggeta di Abbadia San Salvatore, in Toscana, Italia. Un olobionte vivente in tutto il suo splendore. (foto dell'autore).

Non molte persone, oggi, hanno la possibilità di vedere una foresta completamente cresciuta e matura. Naturalmente, gli alberi sono comuni anche nelle città, e ci sono molti luoghi in cui gli alberi crescono insieme in numero sufficiente da poter essere definiti "boschi". Ma le foreste mature sono diventate rare nel nostro ambiente urbanizzato. 

Una di queste foreste mature sopravvive sulle pendici del monte Amiata ( Monte Amiata ), un antico vulcano situato al centro della Toscana, in Italia. Non proprio una foresta "incontaminata", ma gestita dall'uomo con mano sufficientemente leggera da poter crescere secondo la sua tendenza a formare una foresta "monodominante". È composto quasi completamente da un'unica specie di alberi: il  Fagus sylvatica il faggio europeo. Nella foto, sotto, si vede il versante est del monte Amiata visto dalla valle. 

I nostri remoti antenati erano, molto probabilmente, creature della savana: non erano abituati alle foreste. Possiamo solo immaginare lo stupore che hanno provato quando sono emigrati a nord, dalla loro originaria casa africana, per camminare nelle grandi foreste dell'Eurasia, uscita da poco dall'ultima era glaciale. È una sensazione che possiamo provare ancora, oggi. Non molti di noi conoscono le sottigliezze di un ecosistema forestale, ma possiamo riconoscere che stiamo guardando qualcosa di gigantesco: un'enorme creatura che domina la terra. 

Una foresta è molto più di semplici alberi: è la vera incarnazione del concetto di "olobionte". (almeno nella versione denominata " extended holobiont " di Castell et al.). È un insieme di diverse creature che vivono in simbiosi tra loro. La bellezza del concetto è che le creature che formano un olobionte non sono altruiste. I singoli alberi non si preoccupano della foresta: probabilmente non sanno nemmeno che esiste. Tutti agiscono per la propria sopravvivenza. Ma il risultato è il funzionamento ottimale dell'intero sistema: una foresta è un olobionte è una foresta.

Solo in tempi recenti siamo stati in grado di comprendere parte dell'intricata rete di relazioni che crea l'olobionte forestale. Potreste aver sentito parlare della " micorriza ", l'associazione tra radici degli alberi e funghi, un concetto noto fin dal 19° secolo. È una tipica relazione simbiotica: la pianta fornisce cibo (carboidrati) al fungo, mentre il fungo fornisce minerali alla pianta. L'intricata rete di radici e funghi degli alberi è stata chiamata "Wood Wide Web" poiché collega tutti gli alberi insieme, scambiando zuccheri, azoto, minerali e, probabilmente, informazioni. 

Ma gli alberi si uniscono anche in superficie per sostenersi a vicenda. Un bosco monodominante, come quello dei faggi del Monte Amiata , forma una chioma relativamente uniforme che offre numerosi vantaggi. Ombreggia il terreno, mantenendolo umido ed evitando la crescita di specie concorrenti. Gli alberi si schermano a vicenda anche dalle raffiche di vento che possono far cadere una pianta isolata. 

Il manto è l'interfaccia tra il suolo e l'atmosfera. Gli alberi evaporano enormi quantità di acqua in un processo chiamato "evapotraspirazione". Gli alberi non lo fanno per favorire altri alberi: è il loro modo di sfruttare il calore del sole per estrarre l'acqua e le sostanze nutritive dalle radici alle foglie della chioma. L'acqua evaporata è un sottoprodotto del processo e, tuttavia, è fondamentale per la sopravvivenza della foresta. 

È una storia complessa che vede l'acqua trasferita dal suolo all'atmosfera, dove può condensarsi attorno alle particelle di composti organici volatili (VOC), emesse anche dagli alberi. Il risultato è la formazione di nubi a bassa altezza che schermano ulteriormente il terreno dal calore solare e che alla fine restituiranno l'acqua sotto forma di pioggia. 

Ma non è solo un movimento verticale: la condensazione delle goccioline d'acqua sopra la chioma di una foresta crea una depressione che, a sua volta, genera vento. Questo vento può trasportare nell'entroterra masse umide di atmosfera dagli oceani, dove l'acqua era evaporata. È il meccanismo della "pompa biotica" che garantisce piogge abbondanti ogni volta che esistono foreste. Taglia la foresta e perdi la pioggia. Non basta piantare alberi per riavere la pioggia. Devi aspettare che la foresta maturi e formi un manto uniforme per attivare la pompa biotica. 

Quindi, abbiamo tutte le ragioni per rimanere sbalorditi alla vista di una foresta completamente cresciuta. E abbiamo tutte le ragioni per mantenerlo così com'è. L'intero ecosistema planetario dipende da foreste sane e solo di recente abbiamo appreso quanto siano importanti. Eppure, continuiamo a tagliarle e bruciarle. È troppo tardi per rimediare al danno fatto? Forse no, ma dovremo scoprirlo nel futuro. 

Per saperne di più

Holobionts: https://theproudholobionts.blogspot.com/2022/08/holobionts-new-paradigm-to-understand.html

Informazioni sulla pompa biotica:  https://www.bioticregulation.ru/pump/pump.php

Sul ruolo delle foreste sul clima:  https://www.nature.com/articles/s41467-021-24551-5 , vedi anche h ttps://theproudholobionts.blogspot.com/2022/08/forests-do-they -cool-earth-or-do-they.html

Sotto: uno dei faggi del Monte Amiata, raffigurato con Grazia, moglie di Ugo Bardi, e sua nipote Aurora




venerdì 22 gennaio 2021

Olobionte: L'Evoluzione per Selezione Naturale non è più Quella di una Volta


 

Una presentazione del concetto di "Olobionte" -- un'idea diffusa da Lynn Margulis negli anni 1990 che rivoluziona molte cose nel campo della biologia evolutiva. L'idea darwiniana di "evoluzione per selezione naturale" rimane valida. Ma non è la sopravvivenza del più forte che muove l'evoluzione, è piuttosto la collaborazione che è il motore principale che tiene in movimento l'ecosistema. 

L'olobionte è l'entità centrale di questa nuova sintesi evolutiva: non più singoli organismi che si combattono per riprodursi, ma insiemi di organismi che si aiutano a vicenda. L'Olobionte umano è formato da un organismo principale, il mammifero che chiamiamo "homo sapiens," aiutato da un grandissimo numero di microorganismi che vivono in simbiosi tutti insieme. 

Ma il concetto di olobionte va oltre quello della simbiosi fra mammiferi e micro-organismi. Gli olobionti esistono a tutte le scale: un albero è un'olobionte, ma lo è anche un'intera foresta. E l'olobionte principale, quello che tiene insieme tutto l'ecosistema terrestre, è quella creatura variegata e complessa che chiamiamo "Gaia."


 

lunedì 30 novembre 2020

Gli Olobionti alla Conquista del Mondo: Vinceremo!

Un post di Alessandro Chiometti già apparso il 12 Ottobre sul blog molto Cassandrista "Aspettando la Fine del Mondo"

Di Alessandro Chiometti

Vivere Mantova durante il festivaletteratura è sempre una delle migliori esperienze che si può fare in questo paese. Ti dimentichi di molta dell’arretratezza culturale che siamo costretti a vedere giornalmente sui social network e nelle chiacchiere razziste e qualunquiste che ormai imperversano ovunque.

Capita che ti trovi seduto al ristorante vicino al tavolo vicino a Michela Murgia che si alza per abbracciare con affetto la sua amica Lella Costa, che incontri Carlo Lucarelli che non disdegna mai due chiacchiere con i suoi fan su qualche mistero di blu notte, che vedi Jeffrey Deaver scrutare l’architettura di qualche chiesa e magari pensi che sta progettando il plot di qualche suo nuovo thriller.

Soprattutto, visto che la divulgazione scientifica affianca filosofia e letteratura,  divulgatori e scienziati come Guido Barbujani, Telmo Pievani o Piergiorgio Odifreddi sono diventati ospiti fissi del festival ed è sempre un piacere aggiornarsi sulle loro ultime scoperte.

Proprio in una conferenza di Telmo Pievani ci capita di sentire la giovanissima Lynn Chiu che a vederla seduta così giovane al suo tavolo, da italico maschio medio senza speranza di evoluzione, uno pensa: “sarà la stagista!”.  Dopo di che la giovane Ph.D docente di filosofia della scienza,  nonché ricercatrice pluripremiata con il suo inglese perfetto ti dice “Buongiorno olobionti” e ci fa precipitare in un abisso di nuova consapevolezza.

Insomma, quello che la nuova biologia evoluzionistica ci dice, confortata da un buon numero di fatti e di evidenze scientifiche, è che questi bipedi infestanti auto-definitesi “umani” con evidente sprezzo del ridicolo, i quali non sono stanno distruggendo l’unico pianeta che hanno a disposizione ma riescono anche a non accorgersene, non dovrebbero essere più considerati una singola specie ma degli Olobionti per l’appunto. Ovvero: organismi eucarioti multicellulari con più specie di simbionte persistenti.

Dati di fatto? Eccovene uno abbastanza significativo: l’insieme di 70-80 kg di massa corporea che mediamente ci portiamo dietro con la nostra deambulazione ha un numero di cellule batteriche maggiore delle cellule umane. Circa 380.000 miliardi di cellule batteriche contro circa 300.000 miliardi di cellule umane.

Il concetto di Olobionte cerca di spiegare i complessi rapporti simbiotici con questa enorme massa batterica con cui conviviamo; come possiamo pensare che una presenza così invadente non ci condizioni? E soprattutto quando parliamo (ad esempio) di reazioni avverse non previste a qualche tipo di farmaco, di reazioni allergiche non consuete, insomma di anomalie non previste… come possiamo non tenerne conto? La PhD Lynn Chiu ci dice come questo rivoluzioni il concetto di self-non self e di come si dovrebbe passare al modello living with the trouble .

Ma dal punto di vista teorico questo non è l’unico motivo, anzi forse neanche quello più importante. Come cerca di spiegare anche questo articolo dell’università di Padova, se l’uomo è in realtà un olobionte anche il suo genoma sarà un ologenoma ovvero l’insieme dei geni umani e dei geni batterici e deve essere considerato un’unica entità evolutiva.

Sorridiamo ripensando ancora al fatto di come tutto ciò possa avere un impatto sull’eterna discussione “che cosa è la vita”, questione su cui nessuno riesce a trovare una definizione intrinseca per quanto ci sforziamo.

Ovviamente ci sono anche molti critici di questa teoria, che non ritengono necessario arrivare a tanto per spiegare il compelsso rapporto con i nostri ospiti, e che è meglio seguire la strada di comprendere meglio i processi di commensalismo, parassitismo e mutualismo che verrebbero messi in secondo piano se si segue la teoria dell’olobionte.

Perché ovviamente la discussione scientifica sulla scienza è sempre viva, attiva e affascinante. Certo che il problema è che una volta fuori dagli incontri scientifci di Mantova è difficile farlo comprendere  a coloro che non hanno ancor accettato l’idea di essere scimmie nude.

Del resto  anche per le strade di questa illuminata Mantova l’inquietante e invadente presenza dei Testimoni di Geova (uno degli ultimi gruppi di fanatici religiosi che credono ancora al creazionismo biblico), ci riporta alla brusca realtà della nostra specie. Di cui, olobionti o meno, ancora non sappiamo se sia il caso augurarne l’estinzione.

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martedì 29 settembre 2020

Bibbia e Olobionti: in un mondo dove più nessuno legge, proviamo a tornare alla comunicazione orale

 

 
Cliccando sull'immagine, o su questo link,  arrivate a un nuovo video che ho messo sulla mia pagina di Youtube. Si parla di sistemi compless, di Olobionti, e della storia biblica di Tamar e Judah. Cosa c'entrano queste cose messe tutte insieme? Per scoprirlo, dovete guardare il video
 
 
Dopo molte elucubrazioni, sono arrivato alla conclusione che la società "alfabetizzata" sta scomparendo. Non so cosa ne pensate voi, ma quasi tutti quelli che conosco non leggono ormai quasi più nulla salvo quegli spezzoni di frasi che gli arrivano nei vari social media. E dal livello grammaticale di certe conversazioni, si arriva a capire che stiamo lentamente, o forse rapidamente, perdendo quell'alfabetizzazione generale che veniva considerata una conquista qualche decennio fa. Sembra che la grande maggioranza o non sa leggere, o non gli interessa più.

Forse è una perdita, ma forse anche no. Siamo veramente sicuri che una società complessa non può esistere se la popolazione non sa leggere? Certamente, stiamo sviluppando dei metodi di comunicazione sempre più efficaci e che si basano sempre di meno sul testo. E quindi vediamo il dilagare di media come Youtube, mentre Facebook, ancora basato parecchio sul testo, sta chiaramente perdendo terreno. Forse, se Facebook dovesse essere sostituito da Youtube, non sarebbe poi un così gran danno. In fondo, nella storia umana, la frazione di persone capaci di leggere e scrivere è quasi sempre stata minuscola. 

Quindi, accettiamo le cose che non possiamo cambiare e andiamo avanti. Prendiamo atto che la gente non legge più e proviamo a comunicare oralmente. Qui vedete un mio tentativo di fare qualcosa del genere, producendo un video che è quasi tutto semplicemente parlato, senza immagini. E' una semplificazione voluta, ispirata in parte dai video di Roberto Mercadini (che anche lui spesso parla di Bibbia!)

Il risultato di questo tentativo è questo primo video (link) dove si parla di Bibbia e Olobionti (scusate per qualche glitch nell'audio). Vedete un po' cosa ve ne pare e commentate su Youtube, oppure qui, sul blog di Cassandra. 






giovedì 25 giugno 2020

Sesso per Olobionti -- Perché le persone si toccano fra loro?

Uso il traduttore di Google per presentarvi un post strabiliante dal blog in lingua inglese di Ugo Bardi.

Innanzitutto, trovo il tema incredibilmente più importante del 90% delle cose di cui si parla nei media in questi giorni.
Secondariamente, da traduttore luddista, mi preoccupa il fatto che l’Intelligenza Artificiale stia rapidamente arrivando al mio livello: dieci anni fa, dire “sì, hai usato Google per tradurre!” era un insulto.
Oggi, IA sa pure cosa sono gli olobionti.
Lasciamo la parola a Ugo Bardi

Perché le persone si toccano continuamente? Le vie del sesso tra gli olobionti



Al giorno d’oggi, siamo incoraggiati a sterminare il nostro microbioma cutaneo mediante varie sostanze velenose. Ma questa non è una buona idea. Siamo olobionti e il nostro microbioma fa parte di noi. Se uccidiamo il microbioma, uccidiamo noi stessi. Toccarsi l’un l’altro è un modo per mantenere vivo il nostro microbioma, è una forma di sesso (“olosesso”) intesa come una forma di comunicazione. La signora in questa foto sembra capire il punto, almeno a giudicare dalla sua espressione infelice. (vedi anche il gruppo “proud holobionts” su Facebook)


Gli umani tendono a toccarsi. Si abbracciano, picchiettano, si strofinano, si baciano, si coccolano, si stringono, si accarezzano, eccetera. Pensiamo all'abitudine del bacio (“la bise”) tipica della società francese, si fa anche in Italia e in altri paesi latini. Nella maggior parte delle società, almeno un qualche tipo di contatto con la pelle dovrebbe essere un segno di fiducia reciproca.

Ma oggi vediamo uno schema completamente diverso che si diffonde in tutto il mondo. Con l’epidemia di coronavirus, le persone non si stringono più la mano, per non dire nulla sul baciarsi e abbracciarsi. Non solo le persone non vogliono toccare altre persone, ma hanno anche una paura positiva di avvicinarsi l’una all’altra. Si chiama “social distancing” e comporta una serie di comportamenti ritualizzati di dubbia efficacia contro l’epidemia che includono indossare maschere per il viso, disinfettare le mani, spruzzare disinfettanti su persone e cose, alzare barriere di plexiglass e altro ancora.

Allora, cosa sta succedendo? Il distanziamento sociale è solo un’esigenza temporanea o qualcosa che durerà in futuro? La risposta dipende dal fatto che il contatto con la pelle sia utile per qualcosa: in caso contrario, potremmo anche abbandonarlo, a parte le esigenze strettamente riproduttive. Ma perché le persone si toccano? Per prima cosa, potremmo essere ragionevolmente sicuri che se il contatto reciproco fosse dannoso per noi, la selezione naturale avrebbe eliminato questo comportamento dal nostro pool genetico e dalle nostre abitudini culturali. Al contrario, toccarsi ha vantaggi positivi. È perché siamo tutti olobionti.

Lasciatemi spiegare: io sono un olobionte, tu sei un olobionte, tutte le creature viventi che ti circondano sono olobionti. Il termine è un po astruso e ancora poco conosciuto, ma ha fatto spettacolari progressi in biologia da quando è stato proposto da Lynn Margulis nel 1991. Probabilmente hai sentito parlare di Margulis come co-sviluppatore con James Lovelock del concetto di “Gaia “come sistema di controllo dell’ecosfera terrestre. E, sì, anche Gaia è un holobiont!

Quindi, cos’è un olobionte? È una comunità di esseri viventi che condividono cibo, riparo, risorse e si proteggono a vicenda. Un albero è un holobiont, una foresta è un holobiont, una barriera corallina è un holobiont, il tuo cane è un holobiont. E, come ho detto, come essere umano sei un olobiont. Sei un’entità formata da un organismo umano e un grande microbioma formato da un ecosistema completo di microrganismi che vivono sulla tua pelle, colonizzando il tuo intestino, aiutando varie sintesi ormonali più o meno ovunque nel tuo corpo. Senza un microbioma, non sopravvivresti a lungo, anche se potresti vivere un’esistenza precaria con un set ridotto della versione a pieno titolo.

E, come olobionte, fai sesso continuamente con altri olobionti (e, sì, anche con il tuo cane!). Questo deve essere spiegato come parte del grande fascino per il concetto di olobionte. Stiamo iniziando a sviluppare una definizione di “sesso” che va oltre quella convenzionale. Nel nostro caso, come esseri umani, pensiamo al sesso come allo scambio di materiale genetico tra un maschio e una femmina della stessa specie (in realtà, pratichiamo anche varietà di sesso non orientate alla riproduzione, ma questa è un’altra storia). Il risultato del sesso riproduttivo è la meiosi e un nuovo individuo con un genoma misto. Si chiama anche “sesso verticale”, il che significa che il materiale genetico viene trasferito dai genitori alla prole.

Al contrario, il trasferimento genico orizzontale è il movimento di materiale genetico da un organismo donatore a un organismo ricevente che non è la sua progenie. I batteri, di gran lunga la forma di vita più comune sulla Terra, scambiano materiale genetico semplicemente facendolo passare attraverso le loro membrane, un meccanismo chiamato “coniugazione”. E i virus sono grandi macchine per lo scambio genetico: sono pacchetti di DNA e RNA che si spostano da un ospite all’altro.

Un olobionte è, come si dice, un altra caraffa di coltura batterica. È formata da un insieme di organismi, quindi non ha un genoma adeguato. Ma ha un ologenoma, l’insieme dei genomi degli organismi che lo compongono. L’ologenoma ha lo stesso significato del genoma, è il “progetto”, per così dire, dell’olobiont. E poiché gli olobionti sono creature viventi, nascono e muoiono. Quindi, l’ologenoma deve essere trasmesso dall’uno all’altro. È la trasmissione di informazioni costitutive. È un tipo di sesso che possiamo chiamare “olosesso”.

Per mezzo dell'olosesso, gli olobionti trasmettono l’ologene, scambiano informazioni da un individuo all’altro. È in questo modo che si verifica l’evoluzione: gli olobionti “cattivi”, ovvero quelli che sono instabili o incapaci di garantire la sopravvivenza dell’organismo, vengono deselezionati e scompaiono. È una forma di selezione naturale, non esattamente nel senso neo-darwiniano, ha un certo grado di trasmissione “lamarckiana” di informazioni. In altre parole, gli olobionti si scambiano continuamente materiale genetico da un individuo all’altro. Se un holobiont ha sviluppato alcune capacità che altri olobionti simili non hanno – diciamo, resistenza a un parassita specifico – può trasmetterlo direttamente ad altri olobionti dallo scambio di microrganismi. Non è necessario attendere che la popolazione venga sostituita da una nuova generazione di individui che hanno ereditato un determinato tratto.

Ma allora come funziona esattamente quell’olosesso, il sesso tra gli olobionti? Bene, non hai bisogno di organi speciali e, ovviamente, non c’è distinzione maschio / femmina. Il materiale ologenetico si presenta principalmente sotto forma di forme di vita microbiche di vario tipo. Per scambiare queste piccole creature, gli olobionti devono essere in contatto tra loro o, almeno, vicini l’uno all’altro. Quindi, il passaggio dei microbi avviene principalmente per contatto con la pelle, anche se ci sono altre possibilità.

Ecco perché gli olobionti tendono a toccarsi: si abbracciano, si accarezzano, si strofinano e si baciano: è scambiare pezzi del loro ologenoma, esibirsi in olosesso, se ci piace usare questo termine. Tendono, come possiamo immaginare, a essere cauti nel farlo perché potrebbero scambiare microbi “cattivi” ed essere infettati da qualche malattia. Come tutti sappiamo, il sesso è necessario, ma nessuno ha mai detto che non è pericoloso. Gli olobionti hanno bisogno dell’olosesso per trasmettere e mantenere la loro struttura ologenetica. Niente sesso, niente vita. Almeno non per molto.

Ciò significa che, prima o poi, torneremo a toccarci e, forse, in Francia, ricominceranno con la bise. Ora sembra obsoleto come i rituali danzanti sulla Dea della luna nella notte, ma potrebbe tornare di moda anche questo. E così, avanti, compagni olobionti!