mercoledì 1 luglio 2020

Basta scienza!


Il 23 giugno 2020 Ugo Bardi ha pubblicato su Facebook (nel Gruppo The Seneca Effect) un post con la foto di una manifestazione in cui veniva innalzato un cartello con la scritta BASTA SCIENZA.
La manifestazione, organizzata dal movimento 3V (Vogliamo Verità Vaccini), si è svolta il 20 giugno in piazza Santa Croce a Firenze e vi hanno partecipato migliaia di persone contrarie all’uso dei vaccini, ma anche alla rete 5G, alla TAV e via dicendo.
Non entro nel merito di questi argomenti, a cui ho già dedicato un paio di articoli (vedi “Antivaccinismo e dintorni” e “La rete che ci sta per avvolgere”); vorrei invece soffermarmi sullo specifico discorso della scienza, che mi pare di assoluto rilievo.
A caldo ho così commentato il post: “Quel cartello andava issato migliaia di anni fa e doveva recitare: "No alla scienza". Ora è troppo tardi. Solo la scienza può tentare di rimediare ai guai che gli scienziati hanno combinato […]”
Cosa intendevo dire? Provo a rispondere infilando i ragionamenti uno dietro l’altro, in modo consequenziale ma anche estremamente sintetico, in modo da non annoiare chi legge e andare diritti al cuore del problema.
1) La scienza è figlia del pensiero astratto (di quel tipo di pensiero cioè che mette in relazione gli oggetti e ne ricava dei collegamenti immateriali)
2) il pensiero astratto nasce nell’uomo in modo graduale, man mano che il suo cervello cresce e con esso il numero dei neuroni
3) esiste una soglia di sviluppo neuronale, che nessuno è in grado di quantificare, al di sopra della quale inizia a formarsi il pensiero astratto e al di sotto della quale il pensiero rimane “oggettivo”, “concreto”, legato alle sensazioni e nulla più
4) una volta superata la soglia, l’uomo inizia a modificare la natura. Il pensiero astratto gli consente di immaginare forme nuove per gli oggetti esistenti e poi di modificarli come immaginato. Nasce così l’industria litica, poi la caccia di gruppo, la pastorizia, l’agricoltura ecc.
5) nasce la matematica, la geometria, la scienza
6) lentamente, passo dopo passo, si concretizza il mondo artificiale. La scienza mette a disposizione dell’uomo ritrovati sempre più sofisticati che gli consentono di impossessarsi degli spazi che la natura aveva riservato ad altre specie (animali e vegetali)
7) lo strumento mediante il quale l’uomo raggiunge gli obiettivi indicati dalla scienza è il lavoro (a questa attività, bollata un tempo come maledizione e oggi incensata come benedizione, ho recentemente dedicato l’articolo “La retorica del lavoro”)
8) la scienza consente all’uomo di moltiplicarsi a dismisura (tramite igiene diffusa, contrasto alle malattie ecc.), nonché di alimentare questa immensa moltitudine e di fornire energia alla ancor più grande moltitudine di macchine che scienza, tecnica e lavoro hanno prodotto (di questi argomenti tratta il mio nuovo libro “L’impero del cancro del pianeta”)
9) la scienza ha quindi contribuito in modo determinante all’edificazione di questa rete mondiale che sta soffocando la biosfera come le masse tumorali distruggono i tessuti sani degli ammalati di cancro
10) ma solo la scienza ha anche le chiavi per il sostentamento di questa enorme massa umana, per continuare a far marciare la macchina finché ci sarà carburante disponibile. Rinunciare oggi alla scienza significherebbe innescare anzitempo la catastrofe. Il mondo artificiale ha i secoli contati (o decenni?). Solo la scienza, la colpevole di tutto, può ancora elargirci cure palliative in grado di allungare un poco l’esistenza della biosfera che noi conosciamo. Dobbiamo rinunciarvi? Chi non tenterebbe di alleviare le sofferenze di un ammalato di cancro in fase terminale?
Ecco riassunti in 10 punti i termini del dramma che stiamo vivendo.
In Siberia si sono toccati 38 gradi di calore. La pandemia partita dalla Cina ha raggiunto tutto il mondo, in conseguenza del global warming, della deforestazione, della desertificazione, dell’inquinamento, della sovrappopolazione, e così via.
Tutto a causa della scienza, figlia del pensiero astratto, che ci ha consentito di dar vita al mondo artificiale.
E, prima ancora, a causa della crescita eccessiva del nostro encefalo.
Causa, non colpa. Qui nessuno è colpevole. È accaduto e basta.
Ma ora, al punto in cui siamo, credo che sia giunto il momento di svelare il vero senso del cammino che abbiamo sin qui percorso.
A questa “impresa” è consacrato il mio prossimo libro, che avrà per titolo “Rivelazione”, e per sottotitolo: “Discorso alle cellule malate”. Con questa opera, che vedrà la luce non prima del 2021, mi propongo di approfondire analiticamente il ruolo svolto dal nostro cervello, dal pensiero astratto e dalla scienza nell’infausta attività di distruzione della natura che stiamo portando avanti con ritmi sempre più frenetici.
Cionondimeno credo che il decalogo sopra riportato possa avere una sua utilità nell’incuriosire il lettore in buona fede sui problemi innescati dalla scienza e sul fatto che solo la scienza è in grado di decifrarli e di tentare di arginarli.
Un’ultima annotazione relativamente al movimento organizzatore della manifestazione di Firenze.
Un suo fan ha scritto: “BASTA SCIENZA!”, ma il secondo punto programmatico di questo neonato movimento afferma: “La Repubblica è fondata sul lavoro ed essa riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro”.
Alla luce del ragionamento fin qui svolto (vedi punto 7) dovrebbe apparire evidente la contraddizione di chi intendesse fermare la “scienza” e al tempo stesso riconoscere al “lavoro” un ruolo centrale nella vita della Repubblica.
Ma tant’è! Protestare contro tutto e contro tutti è molto più facile che costruire un sistema ideologico coerente.

5 commenti:

  1. Mah, io rimango convinto che, purtroppo, per tutta una serie di motivi di cui si potrebbe discutere a lungo, il problema è che molta gente non ha la più pallida idea di che cosa sia effettivamente la scienza e di come funzioni realmente, e l'equivoco principale è proprio quello di confondere appunto la scienza con la tecnica. La scienza infatti osserva, indaga, studia, produce conoscenza e tenta di descrivere il mondo tramite la costruzione di modelli e teorie, sostanzialmente, ma non produce nè vaccini, nè 5G o ferrovie. Sono altri che decidono semmai come utilizzare questa conoscenza. Non si possono annullare le differenze tra i due concetti, altrimenti si mette a rischio l'esistenza di entrambi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. già S.Paolo 2000 anni fa aveva compreso che l'intelligenza può essere utilizzata in modo malvagio e anche tanti filosofi prima di lui, in occidente, ma anche in oriente. Questo ovviamente succede perchè l'intelligenza da sola non è capace di controllare ciò che genera. Il controllo deve scaturire dalla morale: per questo i grandi pensatori hanno sempre avvertito che la mancanza di sinergia tra intelligenza e moralità, spirito in San Paolo, super-io in Freud, virtute in Dante determina azioni umane degradate e deleterie per l'umanità e tutto il creato. Ciò che ha determinato, è sotto gli occhi di tutti e non promette bene per ciò che determinerà. La scienza, poverina, fa il suo lavoro. Le sue applicazioni nel mondo reale non sono decise dagli scienziati, ma da degli immorali. Cancellare migliaia di anni di scienza non ha senso. Avrebbe senso cancellare migliaia di anni di malvagità, ma sappiamo tutti com'è andata a finire.

      Elimina
  2. In questi lunghi mesi segnati da una epidemia dopata mass-mediaticamente e da una “emergenza nazionale” altrettanto dopata per via amministrativa – con omissioni, errori, ritardi, recuperi a valanga ... più disastrosi del morbo in sé – abbiamo assistito, come utenza, al dramma di una Scienza bistrattata quotidianamente attraverso una pessima comunicazione, come quel celebre divulgatore-? ed inteso come “luminare” dalle masse, saltato al volo sul treno lucroso delle consulenze connesse con il nuovo coronavirus e onnipresente in televisione fino all'altro ieri, che, a forza di trasmettere concetti scientifici nei 280 caratteri di Twitter – inevitabilmente deformati quando non stravolti, ridotti ad arroganti diktat da dittatore di Bananas – ha poi trasportato la stessa posa retorica davanti alle telecamere.
    “La Scienza non è democratica”, ebbe a dire.

    ===

    RispondiElimina
  3. Sempre i grillini:


    https://scenarieconomici.it/dopo-i-gatti-lupi-ed-orsi-il-governo-conte-pronto-a-lasciar-abbattere-la-fauna-selvatica-pur-di-sopravvivere/

    Quelli che avevano capito tutto. Volontari, ambientalisti ed eroi vari

    RispondiElimina
  4. Rimango dell'idea che in questo periodo la scienza sia stata usata come comodo "dogma religioso" dalla politica, usando l'analogia scienza = quello che dice l'esperto X.
    La scienza è il sapere raccolto con il metodo scientifico, la tecnica è l'applicazione del sapere a problemi pratici, le opinioni sono opinioni. Ho tremato quando ho sentito parlare di vaccinazioni obbligatorie per l'approccio antiscientifico con cui gli "scienziati" da TV si lanciavano in voli dogmatici, obbligare ad un trattamento sanitario per la "salute pubblica" ha senso solo se la malattia influisce sull'attività generale del pubblico fino a minacciare il funzionamento della società ma gli "esperti" si lanciavano in voli di parole conditi di concetti come "immunità di gregge" e "costi sociali" per imporre i vaccini a malattie esantematiche endemiche da millenni. Sulla questione specifica L'approccio dimostra la fallacia, l'immunità vaccinale copre il singolo e basta e l'immunità di gregge è semplicemente il punto in cui i focolai sono statisticamente non rilevabili, affermare che l'immunità di gregge protegga chi è immunocompromesso è follia pura! La teoria esclude infatti i portatori sani e le sacche di malattia sempre presenti, l'argomento però è toccante ed efficace per introdurre il concetto quindi un bambino immunodepresso in TV che dice che "non può andare a scuola perchè i compagni non sono vaccinati" colpisce al cuore il pubblico e la scienza: un immunodepresso non può andare a scuola perchè rischia una qualsiasi malattia o può per qualsiasi malattia, la distinzione tra malattie con e senza vaccinazione disponibile è arbitraria, ovviamente la questione legale per la scuola....
    Diciamo semplicemente magari che se si vuol far diventare la scienza uno spettacolo o un metodo di manipolazione dell'opnione alla lunga se ne erode la credibilità, io interpreto quindi il cartello come una critica all'uso della scienza come paravento di decisioni squisitamente politiche e/o economiche, non credo che il signore metta in dubbio le scoperte di Galileo e Newton.

    RispondiElimina