Ma avete letto questo titolo da "Repubblica" di oggi? Non è uno scherzo; c'è scritto veramente così: "L'estinzione degli orsi polari non sarà repentina ma graduale." E questo secondo loro vuol dire "smentiti i catastrofisti"
Immagino che dopo un po' di tempo a fare il mestiere di prendere la gente per i fondelli, uno ci prenda anche gusto. Ma questo è veramente esagerare. Cos'hanno nella testa? Pinguini.........?
Da "Repubblica" del 18 Dicembre 2010
La cosa angosciante è che, mentre nello stesso commento ipotizzavo che il giornalista non sapesse di cosa parlava, la persona in questione è il titolare del blog tematico sui cambiamenti climatici intitolato "2050", sempre su Repubblica.it: http://gualerzi.blogautore.repubblica.it/
RispondiEliminaIn qualche modo, insomma, è colui che cura questo tema per la testata...
Dottore, però non esageriamo, ho letto l'articolo, e non dice sciocchezze, ha scritto "Catastrofisti" probabilmente per marcare la differenza con " Ambientalisti".
RispondiEliminaMa l'articolo in se non è male.
Caro Kurdt, è proprio questo il punto. L'articolo non è male, è il titolo che ci prende per scemi.
RispondiEliminaCaro Ugo,
RispondiEliminatutto ciò temo dimostri una cosa sola: di giornalisti non al soldo delle lobbies, o semplicemente non acefali, ne sono rimasti pochissimi
Diceva Oscar Wilde: "La sola differenza che corre tra la letteratura e il giornalismo è questa: che il giornalismo è illeggibile e la letteratura non è letta"
mah si la stessa storia che quando nevica tutti li a dire "anvedi che freddo che fa, lo vedi che il global warming e'una fesseria".
RispondiEliminaLa rana cuoce a fuoco lento e non vuole neanche ammetterlo.
@kurdt
RispondiEliminaL'articolo dice il contrario di quello che c'è c'è scritto su Nature.
Il modello 2007 diceva che fino ai 2/3 degli orsi potrebbero scomparire entro il 2050, mica che a quella data sarebbero estinti. Gli scenari usciti su di Nature lo confermano, salvo tagli immediati alle emissioni di CO2 per tornare al livello del 2000.
Gli autori ci credono poco: "viste le recenti tendenze delle emissioni, c'è da aspettarsi poca divergenza dal modello 2007".
I giornalisti, specialmente nostrani e attualmente in auge, soffrono di amigdalopatia acuta.
RispondiEliminaPer loro l'emozione deve sempre regnare sovrana su qualsiasi altro atteggiamento e stato psichico.
Per loro, il sano ragionamento del lettore, anche se alla fine diventa necessario e inevitabile è sempre un fatto estremamente pericoloso.
Ma unire emozione e ragione, calcolo e sentimento, è un' arte difficile e faticosa,che oltretutto non può essere esercitata se non si possiedono sufficienti talento e determinazione.
E poi, detto papale papale, o vescovile vescovile, a quanti di noi importa sul serio del destino dell'orso artico o di quelle specie in via di fulminea estinzione a causa del nostro predominio?
Per come ci comportiamo non sembra che ci preoccupiamo neanche tanto della nostra stessa estinzione, sia che possa avvenire per cause fatali o per colpevole inettitudine.
E poi, non incombe su tutti noi il drammatico annus terribilis (mi si perdoni il latino se non dovesse essere corretto) 2012?.
A quel punto, orso più od orso meno, Orson Wells o Il Rimorso degli antenati, che cosa ce ne importerà di svanire nell'abisso della paleontologia con qualche pelliccia animata ed ansimante in più o in meno a farci compagnia?
Comar Ndra Claiss
Comunque fa più danni un titolo così che mille evidenze, visto che la maggioranza dei lettori si ferma su quello, e pensa: Vedi che in fondo... Se poi si legge tutto si arriva al punto ".... La ricerca pubblicata su Nature ritiene che adottando decise misure di riduzione ec.ecc"
RispondiEliminaC'è forse in vista anche la minima possibilità di "decise riduzioni"o è molto probabile che almeno per i prossimi vent'anni ci saranno decisi aumenti? Un giornalista così che tratta temi così delicati con tanta faciloneria (e con logica zero) per i danni che fa dovrebbe essere lasciato un'oretta in balia di uno di quegli orsi (un cucciolo, beninteso, ma vivace)
Roberto Doliana
I titoli degli articoli non li scrive l'autore degli articoli, ma un caporedattore a cui portano i pezzi e che decide il titolo in base allo spazio a "esigenze di comunicazione".
RispondiEliminaPer questo un titolo a volte è semplicistico o approssimativo. Il suo compito è di "strillare" qualcosa per convincere a leggere il resto.
Comunque a me quella dell'articolo sembra una buona notizia
L'unica cosa di cui meravigliarsi e' che ci siano ancora lettori de La Repubblica, cartaccia che ho smesso di leggere dopo una incredibile serie di svarioni, inclusi una stazione metropolitana londinese inesistente (con tanto di cartina manomessa dall'impaginatore), le interviste fasulle sul Venerdi' e i fantasiosi ricami su un gruppo di orsi polari in affogamento.
RispondiEliminaE no, non leggo neanche Il Giornale o Libero...
Chi e' rimasto a scrivere seriamente di scienza sui quotidiani? La Stampa? Caprara sul Corriere?