lunedì 9 agosto 2010

La storia del pugile suonato: come ignorare che stiamo prendendo una legnata climatica dopo l'altra


I media hanno accuratamente evitato di legare il disastro degli incendi in Russia con il cambiamento climatico. Stiamo prendendole da tutte le parti, ma non riusciamo a reagire

C'è una vecchia barzelletta che Walter Chiari raccontava con un pesante accento romanesco. E' la storia di un pugile non più giovanissimo e un po' suonato che le prende sonoramente dal suo avversario sul ring. Alla fine del round, il suo allenatore, per fargli coraggio gli dice, "vai tranquillo; quello non t'ha manco visto. Proprio nun t'ha pigliato per niente!" E il pugile risponde con voce impastata, "Senti, dai n'occhio all'arbitro perché, lassù, qualcuno che me mena ce sta."

Sembra che di fronte al cambiamento climatico ci stiamo comportando come un pugile suonato che le prende di santa ragione ma non si rende nemmeno conto di dove arrivano le botte. Uragani, alluvioni, ondate di calore; le stiamo prendendo da tutte le parti ma non riusciamo a reagire - non riusciamo nemmeno a capire chi è che ci sta menando.

L'ultima legnata che ci stiamo prendendo è il disastro russo. Questo è probabilmente il peggiore di tutti nella storia recente ed è anche uno che non richiede particolari ragionamenti per essere legato al riscaldamento globale. Non era mai successo nella storia nota che le foreste russe prendessero fuoco con questa intensità e su una scala così vasta. E' una cosa che si spiega soltanto con l'aumento di temperatura che è stato particolarmente elevato nelle regioni del nord del pianeta (come i modelli climatici prevedevano): Fra le altre cose, il termometro dell'aeroporto di Mosca ha misurato oltre 39 gradi centigradi, una cosa che non si ricordava a memoria d'uomo.

Eppure, i media hanno scientificamente evitato di spendere anche mezza parola per collegare il disastro russo con il riscaldamento globale. Appunto, siamo come un pugile suonato che le prende una dietro l'altra.

Quanto deve essere pesante la botta che prendiamo per riuscire finalmente a capire che qualcuno ci sta menando? Basta la carestia planetaria che deriverà dalla perdita di produzione del grano russo? Oppure dobbiamo aspettare qualcosa di ancora peggiore? Uno dei problemi sono quelli che continuano a dirci nell'orecchio "Andate tranquilli, che il riscaldamento globale nun ce piglia per niente." Speriamo bene, ma si rischia veramente di finire knock-out sul pavimento del ring.

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Per mostrare come i giornali abbiano scientificamente ignorato il collegamento fra riscaldamento globale e incendi di mosca, credo che valga la pena riportare per intero questo articolo di "Repubblica" del 9 Agosto.



RUSSIA

Roghi e caldo non danno tregua Emergenza per altra centrale nucleare

MOSCA - Per il quarto giorno la capitale russa è avvolta nella nube di fumo acre e tossico sprigionata dagli incendi di foreste e torbiere. Una situazione che, unita all'ondata di caldo, ha fatto quasi raddoppiare il tasso di mortalità. E mentre i moscoviti fuggono dalla capitale o si rintanano nei centri con aria condizionata predisposti dal Comune, non si placano i timori per gli impianti nucleari e scatta l'emergenza per un'altra centrale, quella di Mayak, negli Urali, minacciata dalle fiamme.

La Russia è oscurata da una nuvola che ha raggiunto la stratosfera. Problemi analoghi a quelli di Mosca si registrano a Nizhni Novgorod, quarta città del Paese (circa un milione e mezzo di abitanti), mentre a San Pietroburgo la coltre bianca comparsa ieri è stata spazzata dal vento. I pompieri e l'esercito combattono con un'area di fuoco che copre 1.740 chilometri quadrati in un'ondata di caldo che è la peggiore degli ultimi 1000 anni. E le previsioni non sono rassicuranti: le temperature saliranno fino a 44 gradi centigradi nelle zone più colpite, nella parte occidentale del Paese. Non solo: la gravissima siccità ha fatto impazzire il mercato dei cereali, spingendo al rialzo i prezzi del grano al tasso più veloce degli ultimi 30 anni e sollevando lo spettro di una crisi alimentare.

Emergenza per centro rifiuti nucleari. Le autorità russe hanno dichiarato lo stato di emergenza per il grande impianto nucleare di Mayak negli Urali minacciato dalle fiamme. "E' stato dichiarato lo stato d'emergenza - si legge in una nota - nelle foreste e nei parchi del distretto di Ozersk a causa del complicarsi della situazione relativa al pericolo di incendio". La centrale, nelle vicinanze della città di Ozersk, è usata principalmente per il trattamento e lo stoccaggio di scorie nucleari. Il centro si trova nella regione di Cheliabinsk, a 2.000 chilometri da Mosca. In precedenza altri due impianti, Sarov e Snezhinsk, erano stati circondati dalle fiamme ma i vigili del fuoco erano riusciti a circoscrivere gli incendi.

Mortalità quasi raddoppiata. I dati forniti dal capo del dipartimento Sanità dell'amministrazione, Andrei Seltsovski, confermano i timori dei giorni scorsi: gli obitori moscoviti sono praticamente pieni, rispetto ai 360-380 decessi che si registrano quotidianamente nei periodi normali, ora se ne contano quasi 700. Inoltre le cifre ufficiali rivelano che nel mese di luglio nella capitale ci sono stati 14.340 decessi rispetto alla media di 10mila, in gran parte di persone anziane.

"Nella capitale situazione sotto controllo". A Mosca gli inquinanti atmosferici sono ancora a livelli pericolosi. Nel weekend le concentrazioni nell'aria di monossido di carbonio e di altri gas erano sette volte il limite massimo giudicato accettabile, oggi sono da due a tre volte oltre il limite. Malgrado la situazione, il Comune ha annunciato che non intende proclamare lo stato di emergenza. "La situazione, pur rimanendo difficile - ha detto oggi il vice sindaco Vladimir Resin - resta sotto controllo. Spero che riusciremo ad affrontarla". L'introduzione dello stato di emergenza comporta, tra l'altro, il pagamento doppio del personale.

Previsioni meteo: tregua dal 20 agosto. Il calo significativo delle temperature nella Russia centrale e nordoccidentale non si verificherà prima del prossimo 20 agosto anche se da mercoledì i venti occidentali potrebbero allentare la morsa dello smog su Mosca, secondo il numero uno di Roshydromet, l'agenzia meteorologica russa, Alexander Frolov.

Strategie di sopravvivenza a Mosca. I moscoviti hanno ormai elaborato le loro strategie di sopravvivenza, come racconta il quotidiano Kommersant. Quelli che possono fuggono in dacia (dove l'aria è solo leggermente migliore ma almeno è più fresco), si spostano in città più sicure o all'estero (ieri dai tre aeroporti russi sono partiti oltre 100mila passeggeri, un numero record da inizio anno). Chi è costretto a rimanere nella capitale, se può passa le notti in alberghi con l'aria condizionata; gli altri si trasferiscono da amici che vivono in appartamenti con impianti di condizionamento, dormono in ufficio o addirittura nell'auto accesa. Di giorno, invece, prendono d'assalto i centri commerciali: ieri lo Ievropeinski, il più moderno del centro, ha registrato un aumento del 50% dei clienti, molti dei quali hanno fatto la coda per pattinare nella pista di ghiaccio al coperto. Il Comune ha aperto 123 centri con aria condizionata per dare ospitalità dalle 9 alle 20 alle persone più sofferenti. Nei reparti di ostetricia, invece, le partorienti arrivano con il ventilatore. Gli agenti della polizia stradale, infine, distribuiscono mascherine anti gas e bottigliette d'acqua in manica di camicia.

Oltre 500 incendi in corso. Ci sono ancora 500 roghi in corso nelle foreste e nelle torbiere russe, che interessano oltre 170mila ettari di terreno, secondo i dati più aggiornati del ministero delle Situazioni di emergenza. Nelle ultime 24 ore, riferisce Interfax, sono stati registrati 247 nuovi focolai e ne sono stati spenti 239. Restano 557 incendi che coprono 174.000 ettari. Ieri c'erano meno focolai, 554, ma su un'area più vasta che superava i 190mila ettari. Sono 162mila le persone al lavoro per spegnere gli incendi, con 42 aerei ed elicotteri.

Da venerdì 63.693 voli cancellati. La fitta coltre di fumo causata dagli incendi crea problemi anche nel trasporto aereo: da venerdì scorso sono 63.693 i voli cancellati nella Russia europea. Il denso fumo, secondo quanto ha reso noto Aleksandr Frolov, capo del servizio meteo russo RosHydromet, ha mandato in tilt anche gli aeroporti moscoviti di Domodiedovo e Vnukovo, gli unici del Paese insieme a Sheremietevo e a Pulkovo (San Pietroburgo) a essere dotati di strumentazione per il decollo e l'atterraggio anche con visibilità zero (anche se l'ultima parola spetta sempre ai piloti).

Autorità sanitarie temono colera. Le autorità russe temono un'ondata di epidemie, in particolare di colera, per la prolungata ondata di caldo. "Temiamo l'importazione del colera dal sud est dell'Asia, dal Pakistan, dove la situazione non è buona", ha spiegato il capo medico-sanitario Ghennadi Onishenko. I servizi sanitari, ha aggiunto, hanno "rafforzato il controllo delle malattie infettive" a causa di alcuni segnali, come il moltiplicarsi di casi di gastroenterite acuta e il deterioramento della qualità dell'aria in 52 delle 83 regioni russe". "Prendiamo delle misure per organizzare il controllo del cibo ed esigiamo la fornitura di acqua potabile laddove si siano ridotte le fonti di alimentazione", ha proseguito.

(09 agosto 2010)

sabato 7 agosto 2010

Cristo non è morto dal sonno, ovvero il CO2 scalda l'atmosfera.


Il titolo di questo post mi viene da una cosa che mi diceva sempre mio nonno, che di riscaldamento globale non sapeva niente ma che in tanti anni aveva trovato tanta gente che aveva cercato di imbrogliarlo


Agosto è un buon periodo per girellare in santa pace per internet. Si trovano le cose più strane e più assurde e i blog dei negazionisti sono un'infinita sorgente di orrore.

L'ultima che mi è capitata è un post su "Wattsupwiththat" di un certo Tom Vonk, che viene definito "fisico," dove il pover'uomo si affanna a dimostrare con sottili argomenti che il CO2 non può scaldare l'atmosfera.

Ora, non vi sto a demolire punto per punto le fesserie che racconta Vonk. Vi dico solamente che gli stessi negazionisti - alcuni dei quali non sono completamente rincoglioniti - si sono sentiti in dovere di specificare che, in effetti, sono fesserie.  Questo lo trovate nei commenti al post e in un post specifico di "Jeff Id".

Fatemi aggiungere, comunque, che bisognerebbe far notare al sig. Vonk che se fosse vera la sua teoria, che immagino si debba applicare a tutti i gas serra, allora la temperatura media del nostro pianeta dovrebbe essere 20 gradi sottozero, invece che ai 14-15 gradi come è oggi. Questo a meno che Vonk non si metta anche a demolire la teoria del corpo nero.

Ma quello che stupisce in questa faccenda non è il fatto che ci sia qualcuno in giro che non ha capito niente di fisica dell'atmosfera. E', piuttosto, l'ammontare di lavoro messo su per dimostrare l'indimostrabile. Vonk si arrabatta a dimostrare su solide basi fisiche che l'acqua non è bagnata, che le mele non cascano dagli alberi e che il piombo galleggia sull'acqua. E lo fa con una certa proprietà di linguaggio - effettivamente costui deve aver studiato fisica in un certo momento della sua esistenza. Quale misterioso corto-circuito cerebrale l'ha portato a disonorare gli studi che ha fatto? Soffre di Alzheimer? Di delirium tremens? Di sindrome del clavicembalo mal temperato? O cosa? E quello che gli ha pubblicato il post (Anthony Watts) di cosa soffre?

Un'altra cosa che stupisce è la grande quantità di commenti favorevoli che il post di Vonk ha ricevuto. In assoluta beatitudine, molti i commentatori rispondono, più o meno, "Nun c'ho capito gnente di quello che hai scritto, però, ammazzate-o, Come sei bbravo!" Ci deve essere qualcosa di profondamente sbagliato nel modo in cui funziona la testa di certa gente.

Diceva mio nonno, buonanima, che a furia di chiacchere ti possono convincere anche che Cristo è morto dal sonno. Allora, stiamoci attenti a quelli che ti riempiono la testa di chiacchere. Se volete capire bene come funziona il meccanismo di riscaldamento globale, non date retta a Vonk, ma leggetevi articoli scritti da gente seria.  Questo, per esempio, è molto buono su "realclimate."

Non mi sembra che ci sia una cosa equivalente in Italiano, forse se qualcuno di voi mi può segnalare un buon link? Comunque, questa estate vedrò di scriverci sopra qualcosa io.

martedì 3 agosto 2010

Dal Libano con ondata di calore


Inversione termica sulle valli a est di Beirut, vista da circa 1000 metri alle 6:30 del 3 Agosto 2010.

Sono di ritorno da un viaggetto in Libano per un convegno sul progetto RAMSES. Con calma, avrò diverse cose da raccontare su questo viaggio, ma una che vi racconto subito è la temperatura che ho trovato. Una roba veramente infernale. Descritta come "la peggiore ondata di calore che il paese ha vissuto negli ultimi 10 anni" 33 gradi C sulla costa, 35-36 gradi sulla montagna e 42-43 gradi nella valle della Bekaa, all'interno. Ma dove si stava peggio era probabilmente sulla costa, perché il calore era accompagnato da un'umidità opprimente.

Non ci sono foto che rendano l'idea della situazione. Mi piacerebbe potervi far vedere qualche foto dei ragazzi dell'esercito libanese, costretti a stare agli angoli delle strade di Beirut in uniforme, incluso il giubbetto antiproiettile. Poveracci, grondavano di sudore, ma non li ho potuti fotografare per ovvie ragioni. La foto che vedete all'inizio forse rende l'idea meglio di altre dell'oppressiva umidità delle zone basse della costa.

Ovviamente, i libanesi si difendono dal caldo accendendo l'aria condizionata e questo ha causato una serie di black-out in tutto il paese. Già la rete elettrica libanese è abbastanza disastrata; se ci si mettono poi anche i condizionatori a tutta forza, allora è veramente una pena. Fra le altre cose, tutti hanno dei motori diesel come backup della rete, per cui l'effetto è di inquinare l'aria con delle belle colonne di fumo nero che si vedono un po' dappertutto.

E' abbastanza normale che faccia caldo in Libano in estate. Tuttavia, mi hanno detto quelli che conosco che un'ondata di calore così non se la ricordavano. Questo specialmente sulla montagna a Est di Beirut, dove è tradizione rifugiarsi per trovare un po' di fresco. Quest'anno, si moriva di caldo anche li'. Un'ondata di calore non è di per se una prova del riscaldamento globale in atto, ma il riscaldamento si deve manifestare in qualche modo percepibile; non solo nei grafici del NOAA. Ci aspettiamo ondate di calore sempre più intense e più frequenti ed è quello che stiamo vedendo.

Così questo 2010 continua con un'estate torrida fra ondate di calore e incendi devastanti. Fino ad oggi, infatti, è stato l'anno più caldo nella storia; da quando si fanno misure globali di temperatura.

Una sola cosa mi domando: dove sono finiti quelli che prevedevano la nuova era glaciale in arrivo?

lunedì 26 luglio 2010

Gamberogate: Monckton bollito tenta con l'intimidazione

Il visconte spampanato, Christopher Monckton, non demorde. Sbugiardato in pieno da John Abraham, fa fuoco e fiamme. Definisce Abraham "una faccia da gambero stracotto", offende lui, il rettore dell'università di St. Thomas, organizza un mail bombing contro l'università, minaccia azioni legali, chiede un compenso monetario e - nonostante tutto questo - se la prende contro Abraham per averlo attaccato "ad hominem." (!!) Potete sentire il visconte spezzettato tuonare in questa intervista e leggere un articolo in proposito sull'associated press. Come si vede, Monckton e i suoi emuli usano l'intimidazione come mezzo per portare avanti le loro tesi - come si è visto bene anche nel caso del Climategate.

E' una difesa disperata questa del visconte assatanato, ma si sa che nella lotta mediatica vince chi urla di più e - in quanto a urlare - il visconte sciaguattato Monckton ha pochi rivali. Quindi c'è il rischio che Monckton - non dico che ne esca vincitore - ma riesca a confondere le acque a sufficienza per continuare con la sua opera di disinformazione.

Allora, c'è ancora tempo e modo di difendersi e contrattaccare firmando la petizione in favore di John Abraham  Fatevi un piacere, cliccate e lasciate un commento - siamo già a oltre mille!

 Tutta la storia la potete leggere sul blog di Cassandra.

domenica 25 luglio 2010

Knorr non è un dado per il brodo: ancora imbrogli sulla concentrazione del CO2

Wolfgang Knorr ha pubblicato di recente un articolo che alcuni hanno interpretato come demolizione totale della scienza del clima. Putroppo per loro, avrebbero potuto altrettanto bene sostenere che il Dr. Knorr è un dado per il brodo: il suo articolo non dice assolutamente le cose che alcuni ci hanno visto dentro. Il problema è che la scienza del clima è di una vastità immensa e per chi vuol fare disinformazione è facile attaccarsi anche alle più piccole ambiguità. Quindi, non bisogna trascurare niente, bisogna stare attentissimi: ci sarà sempre qualcuno che - per imbecillità o malafede - cerca di imbrogliarci.


E' una tranquilla serata di Luglio; gran caldo e mi metto a vagare su internet. Cerco su google le parole "climate hoax." E' un esercizio interessante: non sai mai che cosa ci trovi, e spesso trovi delle cose che vanno dall'esilarante al deprimente. Stavolta, arrivo a un sito che si chiama "hockeyschtick" che distorce la parola "hockey stick", la "mazza da hockey" di Michael Mann, ovvero quella ricostruzione delle temperature dei passati 1000 anni che i negazionisti continuano pervicacemente a dare per "sbagliata" nonostante le centinaia di dimostrazioni che invece è giusta.

Mi scorro "hocheySchtick" per curiosità. Ci si trovano le solite fesserie dei negazionisti: la temperatura non si alza, i ghiacci polari non calano, gli orsi polari nuotano allegramente, eccetera, eccetera.

A un certo punto, però, faccio un salto sulla sedia. Trovo scritto:

No rise of CO2 fraction over past 160 years

Research just published in Geophysical Research Letters
To assess whether the airborne fraction is indeed increasing, Wolfgang Knorr of the Department of Earth Sciences at the University of Bristol reanalyzed available atmospheric carbon dioxide and emissions data since 1850 and considers the uncertainties in the data. In contradiction to some recent studies, he finds that the airborne fraction of carbon dioxide has not increased either during the past 150 years or during the most recent five decades

Cioè, secondo loro Knorr avrebbe trovato che il CO2 nell'atmosfera ("the airborne fraction") non è aumentato negli ultimi 150 anni. Al primo colpo, sembrerebbe che ci sono solo sono due possibilità: o questo sig. Knorr è un dado per il brodo, ovvero ha fatto un gran minestrone e ha sbagliato tutto, oppure è la scienza del clima a essere tutta sbagliata.

Guardo un po' meglio e trovo che l'articolo è stato pubblicato su una rivista seria (geophysical research letters). Possibile che non abbia causato una rivoluzione nella scienza climatica? Vado a cercarmi il riferimento originale, che trovo a questo link (credo che sia "free access"). Mi bastano 30 secondi di lettura per capire che Knorr non è un dado per il brodo, ma una persona seria il cui lavoro è stato capito alla rovescia, come al solito o per malafede o per pura stupidità.

E' chiarissimo dall'articolo che quando Knorr parla di "frazione di CO2" non intende la frazione della concentrazione di CO2 nell'atmosfera, ma il rapporto fra il CO2 antropogenico assorbito dagli oceani e quello che rimane nell'atmosfera. Trova che questa frazione è rimasta approssimativamente costante negli ultimi 150 anni. Ma si vede benissimo nelle curve che fa vedere Knorr che la concentrazione atmosferica del CO2 è aumentata, come tutti sanno e come tutte le misure fanno vedere. E le curve di Knorr questi di hockeyschtick le fanno anche vedere sul loro sito! Ma dove hanno lasciato la testa? Al deposito bagagli della stazione?

Dopo di che, per curiosità, mi sono andato a vedere se qualcuno in Italia si era bevuto la bufala. Chiaro che si. Qui la trovate addirittura con sottofondo musicale!! La trovate anche pubblicata in grande evidenza su "altrogiornale" da parte di Vincenzo Zappalà che ci illumina sulla faccenda dicendoci che:

Scusate, ma come dice Marcello nell’Amleto: “C’è del marcio in Danimarca!” E guarda caso Copenhagen si trova proprio in Danimarca… Possibile che nessuno se ne fosse accorto prima? O magari si è preferito tacere? Non aggiungo alcuna considerazione personale e lascio ai lettori la conclusione. Dirò solo che il “trend” della CO2 negli ultimi 150 anni è stato stabilmente intorno a 0.7 +/- 1.4 per decade. Per chi mastica appena appena un po’ di matematica, questo risultato vuol dire praticamente ZERO. Il professor Knorr conclude che il risultato da lui trovato si spiegherebbe bene abbassando all’82% il valore delle emissioni “stimate” finora. In fondo un misero errore del 20%, che però ha significato terrore, potere, e soldi, tanti soldi indirizzati verso una sola direzione. Stiamo comunque tranquilli: nessuno parlerà di questa scoperta!

Non faccio commenti su questo paragrafo, che sarebbe cosa impietosa. Ma fatemi notare almeno una cosa: per certa gente, gli scienziati sono sempre degli imbroglioni quando dicono qualcosa che non si adatta alle proprie idee preconcette. Invece, quando dicono qualcosa che ci si adatta (o così sembra), per miracolo sono dei luminari, come questo "professor Knorr."


Tutto questo può sembrare una chiosa marginale, ma credo che sia importante far vedere come certa gente si attacca veramente a tutto pur di capire le cose al contrario. Il povero Knorr sicuramente non si aspettava che parlando di questa "frazione" della CO2 che non aumenta avrebbe dato il destro a qualcuno per sparare un po' delle solite scemenze. Quindi, bisogna stare estremamente attenti a quello che si dice o si scrive, perché ci sarà qualcuno imbecille o in malafede che si approfitterà di ogni ambiguità, anche infinitesimale.

Volete un altro esempio? Eccolo qua: pochi giorni fa, Suzan Lozier ha pubblicato un articolo su "Science" intitolato "Deconstructing the conveyor belt." E' uno studio che dimostra come il famoso "nastro trasportatore oceanico" è un sistema molto complesso e non perfettamente continuo e che questo rende difficile capire quale sarà l'interazione del sistema con il riscaldamento globale. Notate che la Lozier non dice che il nastro trasportatore non esiste o cose del genere. Anzi, dice chiaramente il contrario che "Recent evidence that the ocean’s overturning limbs are not spatially and temporally continuous should not cast a shadow on the certainty of the overturning itself: There is clear and abundant evidence that ocean waters overturn" Ovvero: il rovesciamento oceanico, lo scambio fra acque fredde e calde, esiste senza alcun dubbio.

Ma vi pareva che non ci sarebbe stato qualcuno che ha capito tutto al contrario, ovvero che l'articolo di Lozier demolisce le basi della scienza del clima? Ovvio che si, fra le altre cose traducendo come "demolizione" il termine "deconstructing" che non è assolutamente la stessa cosa.

Insomma, bisogna stare molto attenti: non dire mai niente che possa essere interpretato in modo ambiguo e, soprattutto, non dar retta (come sempre) alle fesserie che certa gente ci racconta sul clima.

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Nota: non tutti hanno capito così totalmente all'incontrario il lavoro di Knorr, ma ci sono altri modi di interpretarlo male. Per esempio, Paolo Mezzasalma, su "climatemonitor" perlomeno ha capito correttamente che Knorr parla di frazioni relative e non di concentrazioni atmosferiche, ma si lancia comunque a dire che "l'oceano ha una capacità  enorme di sequestrare per secoli la CO2 emessa. Questa continuerà  ad aumentare anche in atmosfera, ma a velocità  infinitamente inferiori a quanto affermato dai soliti noti." Il che è decisamente un'estrapolazione eccessiva dei dati dell'articolo. 

Nota II. Mi accorgo dopo aver pubblicato questo post che anche Sylvie Coyaud si era occupata della bufala su Knorr. 

mercoledì 21 luglio 2010

Il Giugno più caldo della storia e 39 gradi a casa mia.


Misura della temperatura massima del 20 Luglio 2010 fatta con il termomentro di casa mia. Non mi ricordavo di aver mai misurato temperature così alte: normalmente da me, che sto in collina, fa almeno un grado più fresco che in città, a Firenze.

Allora, niente di particolarmente strano che in estate faccia caldo, come non c'è niente di strano che in inverno faccia freddo. Ma mi domando dove sia finita la gran banda di imbecilli che questo inverno si erano messi a urlare "Oddio che freddo! Arriva l'era glaciale!!" Con la stessa logica, ora si dovrebbero mettere a urlare, "Oddio che caldo! Arrivano i dinosauri!"

A parte le temperature di casa mia, questo giugno è stato il più caldo da quando si fanno queste misure: come si vede in questi dati del NOAA. Ma ormai stiamo battendo un record dopo l'altro, non fa più nemmeno notizia