sabato 30 gennaio 2010

Paolo Granzotto colpito nel vivo



Devo aver colpito davvero nel segno con i miei commenti (uno e due) ai recenti articoli di Paolo Granzotto sul riscaldamento globale. Non solo Granzotto si è sentito in dovere di rispondermi sulla sua colonna, ma anche, oggi, di dedicarmi un'altra paginata.

Granzotto ha accusato il colpo di essere stato paragonato agli oppositori di Galileo Galilei; quelli che si rifiutavano di mettere l'occhio al telescopio per verificare che Giove aveva dei satelliti e la Luna dei crateri. A questo punto, a non gli restano altro che gli insulti: l'ultima risposta di chi non ha più argomenti.

Fra le altre cose, nella sua risposta, Granzotto non menziona minimamente l'immagine dei ghiacciai svizzeri dimezzati che avevo pubblicato nel mio post a a conferma dell'esistenza del riscaldamento globale. Allora, secondo lui, sono dati taroccati dall'IPCC anche quelli?

E' non è solo un problema dei ghiacciai svizzeri - i ghiacciai in tutto il mondo si stanno ritirando con tendenze molto simili. Non è un fenomeno locale come potete vedere da questi dati per i ghiacciai dell'Himalaya:


Eh si, proprio l'Himalaya, di cui si è fatta tanta polemica strumentale in questi giorni. Forse l'IPCC ha esagerato quando ha detto che i ghiacci si scioglierano completamente nel 2035, ma non c'è dubbio che i ghiacci si stanno sciogliendo. Non avete bisogno di dati sulle temperature: lo vedete con i vostri occhi nella foto. E se il ritiro dei ghiacci non è causato dal riscaldamento globale, da cosa? Con buona pace dei negazionisti, la terra si sta scaldando per davvero.

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Da Il Giornale del 30 Gennaio 2010



Caro Paolo, ti avverto che Bardi è tornato alla carica e sul suo bloghetto ti manda a dire: «Ahimé, nella sua risposta, il povero Granzotto non riesce a far di meglio che aggrapparsi alla leggenda del giorno. Secondo lui, gli “unici dati” sono “quelli del famigerato IPCC” (curiosamente scritto “Ipcc”). Eh, no: queste sono proprio panzane. L’IPCC - famigerato o no che sia - non ha dati propri. Si limita a riportare i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono, certamente “al suo servizio”. L’IPCC (scritto in maiuscolo) non ha la possibilità di influire sul lavoro di queste migliaia di ricercatori; non più di quanto il “tal Ugo Bardi” abbia la possibilità di influire su quello che si pubblica, per esempio, su Il Giornale». Secondo te ci è o ci fa?




Che sagoma quel Bardi (Ugo Bardi, presidente, niente meno, che dell’«Associazione per lo studio del picco del petrolio»). Con piagnucolosa scontrosità mi rimprovera anche la grafia degli acrostici. Dice che Ipcc - Intergovernmental Panel on Climate Change - debba scriversi in tutte maiuscole, IPCC. Ma lui, Fiat, Eni - acrostici di Fabbrica Italiana Automobili Torino e Ente Nazionale Idrocarburi - come li scrive? Boh. In ogni modo, i lettori che si fossero persi la puntata precedente sappiano che Bardi è di quelli che intignano, che non vogliono rinunciare all’idea di veder la Terra arrosto. Alla bella notizia che i dati «scientifici» portati a conferma (ovviamente «scientifica») del surriscaldamento globale erano tutti taroccati - l’ormai noto «climagate» - risponde che fa niente perché ci sarebbero da qualche parte altri dati «veri», «seri», che documenterebbero in modo inequivocabile il vertiginoso aumento delle temperature (come d’altronde ciascuno può constatare da sé in questi giorni di canicola invernale).

Poi, però, il Bardi scrive che l’Icpp, deputato dall’Onu, non dal Circolo dei climatologi della domenica, a far luce sui cambiamenti climatici «riporta i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono certamente al suo servizio». Vero, verissimo. Sta però di fatto che elaborando quella montagna di dati sull’andamento medio delle temperature, i mammasantissima dell’Ipcc, (Michael Mann, per fare un nome a caso) si resero conto con raccapriccio che dal 1998 esso risultava stazionario con un lieve accenno alla diminuzione. In pratica, l’annunciato riscaldamento globale non era confermato dalle scrupolose misurazioni effettuate da migliaia, dicesi migliaia di tecnici, esperti, accademici, luminari, ricercatori, cultori della materia e scienziati d’ogni nazionalità (meno quei tre o quattro amici del Bardi). E allora che cosa fecero, i mammasantissima dell’Icpp (uno per tutti: il professor Michael Mann)? Con un trucchetto - il «trucchetto di Mann», appunto - diedero una sistematina ai grafici così che risultasse che il pianeta si stava riscaldando vieppiù e che dunque era fatale che presto sarebbe andato arrosto. Non è dunque l’Icpp, come sostiene il Bardi in versione Pangloss, a influire «sul lavoro di queste migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca». Sveglia, Bardi! Erano le migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che influivano sull’Iccp fino a quando l’Iccp medesima, visto che il lavoro di migliaia eccetera eccetera non si conformava ai suoi desiderata, decise di truccare le carte. Le quali, se non truccate, avrebbero rivelato che la temperatura media non si sta alzando, che i ghiacciai dell’Himalaya non si stanno squagliando e qui dove sono, in Italia, mica in Siberia, nevica che Dio la manda.

mercoledì 27 gennaio 2010

Il giorno della memoria: Shoah e Porrajmos



Kevin e Rusat del campo Rom di Sesto Fiorentino, impegnati al computer. Stanno imparando a navigare in Internet.


Nel giorno della memoria, ricordiamo la Shoah e tutte le altre stragi di popoli del passato. Ricordiamo anche il "Porrajmos" ("il divorare") detto anche "Kali Tras" ("il terrore nero"); la strage dei popoli Rom e Sinti nei campi di concentramento in Europa al tempo del Nazismo. Le stime vanno dai 200.000 al milione e mezzo di persone sterminate nei campi di concentramento.


Oggi, i Rom e i Sinti non hanno trovato ancora una loro collocazione nella società Europea e, purtroppo, certe cose che abbiamo sentito di recente ci ricordano il tempo del Porrajmos. Ma i tempi stanno cambiando. Come vedete nella foto; i giovani Rom non sono più nomadi, ma ragazzi che vanno a scuola e usano il computer. Si può sperare che le cose cambino per il meglio.



martedì 26 gennaio 2010

Cosa succede al collasso?

Interessarsi di collasso economico può avere un aspetto morboso ma, d'altra parte, ci sono delle cose che non si possono ignorare. I collassi economici ci sono e negli ultimi decenni ce ne sono stati tanti; anche di paesi che sembravano politicamente ed economicamente ben solidi.



Vi passo un pezzetto del "Washington Post" del 2002 (traduzione mia) che ci da un'idea di quello che può succedere. Questo è il caso dell'Argentina - un collasso di qualche anno fa ma che sarebbe bene non dimenticare.




Disperazione in Argentina, una volta un paese orgoglioso

Dopo il collasso economico, la profonda povertà rende la dignità una vittima.


By Anthony Faiola
Washington Post Foreign Service
Tuesday, August 6, 2002; Page A01



ROSARIO, Argentina -- La notizia si è diffusa rapidamente attraverso i grandi slum urbani che circondano Rosario. C'è cibo sull'autostrada - ancora vivo.

Un camion di bestiame si era rovesciato vicino alla città rugginosa, lasciando cadere 22 capi di vacche di razza Angus sull'autostrada spazzata dal vento. Alcune erano morte. La maggioranza ferite. Alcune stavano bene.

Una folla si è mossa da Las Flores, una città di baracche di metallo e cumuli di immmondizia che trasuda di rifugiati dal collasso finanziario di quella che era una volta la nazione più ricca di tutta l'America Latina. In pochi minuti, 600 persone affamate sono arrivate sulla scena con machete e coltelli. Improvvisamente, secondo quanto raccontano i presenti in quel giorno di Marzo, si è udito un grido.

"Ammazzate le vacche!" ha urlato qualcuno. "Prendete quello che potete!"

Si sono tirati indietro gli impiegati della ditta del trasporto bestiame che cercavano di recuperare il salvabile. E il macello ha avuto inizio. L'odore del sengue, di morte e di carne fresca ha riempito l'autostrada. Le vacche si lamentavano mentre venivano fatte a pezzi senza criterio da gruppi di uomini, donne e bambini. C'erano lotte per pezzi di carne sanguinanti.

"Mi sono guardato in giro e ho visto gente che si portava via zampe di mucca, teste e organi. Non potevo credere ai miei occhi," dice Alberto Banrel, 43 anni, che ha lavorato nell'edilizia fino al Gennaio scorso, quando si è scoperchiata la voragine economica dopo che l'Argentina ha sofferto la peggiore crisi di debito estero nella storia del mondo e una pesante svalutazione della moneta.

"Eppure ero li', col mio coltello insanguinato e un pezzo di carne,", dice Banrel. "Mi sono sentito come se fossimo diventati un branco di animali selvaggi..... come i pirana che si vedono su Discovery Channel. La nostra situazione ci ha fatto diventare così."
 

domenica 24 gennaio 2010

Paolo Granzotto continua a rifiutarsi di mettere l'occhio al telescopio




In un post precedente, avevo criticato Paolo Granzotto paragonando il suo atteggiamento riguardo al riscaldamento globale a quello degli oppositori di Galileo Galilei. Ai quei tempi, c'era chi si rifiutava di guardare dentro il telescopio e negava le scoperte di Galileo soltanto sulla base dei loro arzigogoli filosofici.  Allo stesso modo, Granzotto si rifiuta di prendere in considerazione i dati e nega il cambiamento climatico sulla base dei propri arzigogoli mentali.

Devo aver colpito nel segno, perché Granzotto si sente ora in dovere di rispondere (vedi sotto) a "un tal Ugo Bardi, presidente, niente meno, che dell'associazione per lo studio del picco del petrolio"

Ahimé, nella sua risposta, il povero Granzotto non riesce a far di meglio che aggrapparsi alla leggenda del giorno. Secondo lui, gli "unici dati" sono "quelli del famigerato IPCC" (curiosamente scritto "Ipcc"). Eh, no: queste sono proprio panzane. L'IPCC - famigerato o no che sia - non ha dati propri. Si limita a riportare i dati raccolti da migliaia di ricercatori indipendenti e centri di ricerca che non sono, certamente "al suo servizio". L'IPCC (scritto in maiuscolo) non ha la possibilità di influire sul lavoro di queste migliaia di ricercatori; non più di quanto il "tal Ugo Bardi" abbia la possibilità di influire su quello che si pubblica, per esempio, su "Il Giornale."

Insomma, Granzotto continua a basarsi sull'ideologia, rifiutandosi  di guardare dentro il telescopio climatico. Ma, alla fine, la scienza di Galileo l'ha avuta vinta e lo stesso succederà per la scienza del clima.

Devo dire però anche qualcosa a favore di Granzotto che, perlomeno, non rifiuta il confronto. In questo tipo di dibattiti, la strategia fondamentale è quella di far sparire l'avversario nell'invisibilità mediatica; ignorandolo. Questo, Granzotto poteva farlo facilmente sfruttando il potere mediatico del "Giornale" che è infinitamente superiore a quello del blog del "tal Ugo Bardi". Granzotto, se non brilla per competenza, peraltro dimostra un certo coraggio. Onore al merito!

Non c'è dubbio, in effetti, che ci vuole un gran coraggio a sostenere che il mondo non si scalda di fronte all'evidenza. Per esempio, questo francobollo che illustra il ritiro dei ghiacciai; emesso dalle poste svizzere  (e non dall' "Ipcc"!)




(Ringrazio Leonardo Libero per la segnalazione dell'articolo di Granzotto e per l'immagine del francobollo delle poste svizzere)
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Ecco l'articolo di Granzotto pubblicato su Il Giornale di sabato 23 gennaio 2010


Il global warming sta cuocendo nuove «bufale»

di Paolo Granzotto
Caro Granzotto, un amico mi ha riportato questa battuta: «tranquilli, del riscaldamento globale si tornerà a parlare in luglio». Ma è poi una battuta?
e-mail

Da come si stanno mettendo le cose è probabile che sì, resterà una buona battuta di spirito. Non credo infatti che al disgelo gli sciamani del global warming rialzeranno la cresta e, approfittando del solleone, la rimenino col surriscaldamento climatico. Essi temono d’esser presi a pernacchie, come capita già da adesso (gli Usa sono sempre all’avanguardia) al loro idolo Al Gore, incessantemente sbertucciato da stampa e tivvù di un’America sepolta sotto una coltre di neve, attanagliata da temperature polari. La verità è, caro Mascielli, che «è sempre più sottile il ghiaccio su cui camminano i climatologi», come scriveva la brava Elena Dusi sulla Repubblica (quotidiano che ha sposato, ma forse converrebbe dire che sposò, la visione apocalittica del pianeta che sta finendo arrosto). Ghiaccio che finirà presto per cedere, sprofondando negli abissi del ridicolo il global warming, i suoi sostenitori e i fanatici adepti della religione ambientalista, degli adoratori di Gea, la Terra Madre. Prima lo scandalo del climagate, la più grande truffa scientifica dai tempi di Cagliostro, con le famose e-mail che i climatologi si scambiavano per concordare aggiustamenti, ritocchi e tarocchi ai rilevamenti delle temperature medie, alzandole di qualche grado per conformarle alla favola del riscaldamento globale. Poi la storia dei ghiacciai dell’Himalaya che secondo il Rapporto dell’Ipcc, il comitato dell’Onu che si occupa dei cambiamenti climatici, si sarebbero sciolti del tutto entro il 2030. Una balla grande come una casa che tuttavia fruttò all’Ipcc il Nobel e fece piangere di dolore e di rabbia Al Gore, smentita dallo stesso capo del comitato, il miliardario indiano Rajendra Pachauri.


Eppure, le tremende mazzate alla credibilità della sala comando del riscaldamento globale sembra non turbino le coscienze dei più cocciuti fra coloro che quella bufala abbracciarono con fideistico entusiasmo. Essi seguitano a ripetere la stessa litania e cioè che stando ai dati raccolti «il riscaldamento del clima è inequivocabile e sta avvenendo a ritmi molto sostenuti» (il virgolettato è di Giampiero Maracchi, professore di climatologia all’Università di Firenze). Chi, rabbrividendo dal freddo, rifiuta di crederci viene poi liquidato come «negazionista», cioè individuo indegno, colpevole di mortale peccato civile. Come fa, a esempio e chiamandomi in causa, un tal Ugo Bardi, presidente, niente meno, che della «Associazione per lo studio del picco del petrolio». Anche il Bardi è di quelli che insistono nell’affermare che «i dati veri, documentabili, pubblicati su riviste internazionali» parlano chiaro confermando che fa caldo, sempre più caldo. Ma quali sarebbero questi dati «veri»? Gli unici a far testo, gli unici a far aggio sono quelli del famigerato Icpp che ha al suo servizio migliaia - dicesi migliaia - di scienziati e di «esperti» i quali si dedicano solo ed esclusivamente a controllare l’andamento climatico. Ed è sulla base dei dati e dei rapporti dell’Ipcc, non di altri, che fu lanciato l’allarme, decretata l’emergenza per il surriscaldamento del pianeta, formulato il Protocollo di Kyoto e concordata la road map della recente conferenza di Copenaghen. Bene, quei dati sono risultati falsi. Quei rapporti (dove si leggeva che in base a rilevamenti scien-ti-fi-ci i ghiacciai dell’Himalaya avevano gli anni contati) sono risultati inattendibili se non proprio fraudolenti. E chi sostiene il contrario è un negazionista, ecco che cos’è.


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venerdì 22 gennaio 2010

A John Tomlinson il premio spazzatura per il peggior articolo sul clima del 2009

Il premio spazzatura (Christopher Brook Award) è stato assegnato quest'anno da Georger Monbiot a John Tomlinson per il suo articolo che contiene la maggior densità di falsità mai concentrate in un articolo scritto da mano umana.

Siamo a un livello di 38 falsità o distorsioni su un articolo di poco più di 800 parole. Ovvero, una falsità ogni 21 parole. Non ve le sto a elencare tutte, vi ci potete divertire da voi. Solo per curiosità, ne cito alcune delle più clamorose. Per esempio, "La Terra è stata molto più calda di oggi nei passati 10.000 anni", "Secondo la NASA gli anni 1930 sono stati i più caldi del secolo e ancora oggi siamo sotto quella temperatura", "Come capo del GISS Hansen determina personalmente i valori delle temperature pubblicate", "I dati dell'università dell'Alabama non supportano assolutamente la teoria del riscaldamento globale", eccetera, eccetera, eccetera

Un record che probabilmente nemmeno i nostri negazionisti più sfegatati riescono a raggiungere. Va detto, però, i vincitori del premio "a qualcuno piace caldo", Gaspari e Cascioli, hanno fatto niente male anche loro in termini di falsità e bugie climatiche.

Nel seguito vi passo il testo dell'articolo di Tomlinson del 29 Marzo 2009. E' veramente notevole e se qualcuno avesse voglia di tradurlo in Italiano e di commentarlo forse ne varrebbe la pena per il puro gusto dell'orrore.

Rimane però la domanda fondamentale: Cosa deve avere nella testa una persona per scrivere una cosa del genere? Ci crede davvero? Sghignazza dentro di se per come prende in giro la gente? Si frega le mani per i soldi che gli danno? Mah?

Ma la cosa che fa impressione e che nel "dibattito" a gente così viene dato lo stesso spazio - e forse di più - che agli esperti di clima. Come diavolo facciamo a prendere delle decisioni serie in questo modo? C'è qualcosa di profondamente sbagliato nell'universo.....



John Tomlinson

Global warming (GW) alarmists love to rant. But one question always shuts them up: What is the correct temperature for Earth?



For most of the last 10,000 years, Earth was much warmer than today. Was the earth wrong? Even a 1,000 years ago it was much warmer. Was the Earth wrong to be so warm?

About 1300 A.D., Earth entered the "Little Ice Age." Temperatures plunged until 1850, then rose, peaking in 1934. According to NASA, the 1930s was our warmest decade in the 20th century. We're still below that temperature.

Next, a sharp cooling trend began, bottoming in 1979. This produced the now infamous "ice age" scare. GW alarmists always start their numbers from this bottom because temps rose until 1998, before dropping once again. Now, 11 years later, that bounce is almost gone.

How do we know? The whole GW argument hinges on which temperature source you quote. Many climatologists believe the University of Alabama-Huntsville is the world's foremost temperature monitoring source because it uses satellite scanning, as opposed to ground stations. Its data absolutely do not support GW theory -- which it openly admits.

It's the other global temperature monitoring source, the Goddard Institute of Space Studies (GISS), that started the scare. In 1988, testifying before Congress, Dr. James Hansen, head of GISS and an expert in computer modeling, said CO2 production was destroying Earth.

Hansen used his position over the next 10 years to scare everybody. Enlisting Al Gore and his Hollywood minions, they brought fear to the hearts and minds of women and children everywhere.

Here's how: As head of GISS, Hansen personally determines the temperature numbers they publish. Incredibly, he refuses to say how he got them. Nevertheless, two Canadians, Stephen McIntyre, a mathematician, and environmental economist Ross McKitrick, decided to check.

They first achieved fame in 2004 by completely discrediting Michael E. Mann, famous for creating the "hockey stick"-shaped temperature graph Gore used to scare the bejesus out of people.

Mann also refused to reveal his methodology. So McIntyre and McKitrick retro-engineered it from raw data. According to MIT's Technology Review, Mann crunched his numbers using Principal Component Analysis and improperly normalized the data.

From there, they discovered that his approach can't make anything but hockey sticks! Did you know Gore's key GW "fact" was completely destroyed five years ago? No, because to this day, the mainstream media won't mention it.

Fortunately, Canadians know their hockey sticks! Riding that success, McIntyre and McKitrick took on Hansen's data to see if maybe he made any mistakes. Sure enough, he did. On Aug. 8, 2007, NASA announced these guys had found a gaping flaw in Hansen's numbers.

The error was huge: .8 degrees Celsius annually. To put this error into context, the entire GW scare is over a net rise of .6 degrees Celsius in the 20th century. Once NASA re-did Hansen's numbers, 1934 became our hottest year and 1998 only a secondary peak.

But Hansen's embarrassment hasn't ended.

McKitrick, assistant professor at Guelph University, published a study on GISS data collection in the Journal of Geophysical Research-Atmospheres in 2007. He found GISS, which relies on surface measures, overstated warming by "about half" due to a laundry list of collection errors.

Interestingly, GISS lost about 50 percent of its stations after the U.S.S.R. fell in the early 1990's. As those stations were replaced with computer simulations, Hansen's "new" numbers began to show a huge acceleration in global warming.

Today, the vast majority of GISS sites are in the U.S. Computer guestimates cover outlying areas, particularly across continents such as Africa and South America, where data collection is almost nonexistent.

GISS' biggest problem however, is this: Water covers 70 percent of Earth's surface. Because GISS relies on surface stations, its ocean coverage is abysmal.

NASA oceanographer John Willis found that ocean temperatures have been falling since at least 2003. GISS had no idea. Now, it turns out, even GISS can't find any GW whatsoever in the Southern Hemisphere.

Imagine, 70 percent of Earth's surface temperature dropping sharply, and the global warming geniuses didn't have a clue. That's why so many scientists, meteorologists and climatologists fight GW dogma. Nobody even knows if the earth's temperature is wrong. Maybe earth is readjusting, moving back up to its average for the last 10,000 years.

GW is all about confiscating wealth and power. While Gore makes millions of dollars selling carbon credits and Hansen gets monster grant money, we lose our freedom, e.g., Congress passed a law making it illegal (in five years) to use incandescent lightbulbs because they cause GW.

That's how we're slowly losing our freedom: chancing prison for using politically incorrect light bulbs. Will people risk jail time putting up Christmas lights inside and out? If not, that tradition is gone.

Truly, the world isn't getting warmer, but it's definitely getting darker

giovedì 21 gennaio 2010

Obama nega di essere un rettile alieno. Rifiuta di sfilarsi il suo strato facciale per provarlo



Da "Aragoste arboree" (cliccare sulla figura per ingrandire)

- Tutto quello che chiediamo è che il concetto dell'origine intelligente dei fulmini sia insegnato a scuola insieme alla "teoria della scarica elettrica"
- Ora, non stiamo dicendo che sia il Dio Thor di per se. Potrebbe essere qualsiasi forma di intelligenza con una barba rossa e un grosso martello.

LOX news: Obama nega di essere un rettile alieno. Rifiuta di sfilare il suo strato facciale per provarlo

- OK - guarda. Tuoni e fulmini sono causati da processi naturali ben noti. L'evidenza che lo supporta è schiacciante. Non ci sono scienziati credibili che lo negano.
- Abbiamo una lista di 400 PhD che non sono daccordo con te su questo punto.
- Ho visto la lista. Nessuno di questi 400 ha un dottorato in campi di alcuna rilevanza. La metà di loro ha preso il dottorato all'università del Valhallismo, che tu stesso paghi.

LOX news. Sondaggio. L'85% delle ragazze che hanno gravidanze minorili ha visto il film di Harry Potter.

- Campi rilevanti? E' così che imbrogliano il pubblico! Censurando le teorie che si oppongono e insegnando soltanto la loro versione della verità
- Tu non hai una teoria. Hai soltanto una vecchia storiella che hai ritirato fuori e rispolverato.
- Vedi? Vedi come mi stanno censurando?


LOX News. Il Canada ha petrolio. Sostiene di non ospitare terroristi.




- Guarda, Lox News, non è necessario dare spazi uguali a tutti gli strampalati che non sono daccordo con la realtà. Sapete, non tutti i punti di vista sono uqualmente meritevoli. Fare finta che sia così soltanto per aumentare gli indici vi mette in cattiva luce e fa un cattivo servizio al pubblico
- Censura!
- Ma stai zitto!
- Vedi?


Lox News: L'imbroglio del riscaldamento globale: trovato ghiaccio al polo sud. 


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Nota: c'è in questa striscia un gioco di parole intraducibile fra "Fox News" e "Lox News" dove "Lox" in Inglese vuol dire "salmone affumicato"




martedì 19 gennaio 2010

Le tre leggi dell'incompetenza

Questo post ha avuto origine l'anno scorso, quando ho notato un comunicato del presidente dell'autorità per la concorrenza pieno di errori elementari, fino addirittura a sbagliare il numero di litri che stanno in un barile di petrolio (qui il mio commento). Come è possibile, mi sono chiesto, che il presidente di un ente di una certa importanza non si preoccupi di verificare - o di far verificare - i dati di un comunicato che spedisce in tutta Italia? Da qui, è nata una riflessione generale sul problema dell'incompetenza, che - mi sto rendendo conto - è uno dei più gravi che ci troviamo di fronte oggi


Si deve a Laurence J. Peter quello che è stato forse il primo studio approfondito sull'incompetenza. Questo lo portò a enunciare il "principio di Peter" che si può esprimere come "ogni impiegato viene promosso fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza". In altre parole, Peter sostiene che una persona competente a un certo livello finisce per salire i gradini aziendali fino a raggiungere un livello in cui non è più competente. Lì rimane e nessuno lo promuove ulteriormente. Secondo Peter, questo spiega la diffusa incompetenza che tutti riscontriamo a tutti i livelli delle organizzazioni: aziendali, statali, militari, sportivi, ecc.

Ci sono degli elementi di verità nel principio di Peter che, tuttavia, parte da assunzioni difficilmente sostenibili. La prima è che più o meno tutti siano competenti in qualcosa, la seconda è che le organizzazioni siano in grado di riconoscere e premiare la competenza. Questo può essere vero in certi casi, ma l'esperienza comune mostra che non lo è in termini generali. L'incompetenza è molto più diffusa e "sistemica" di quanto il principio di Peter possa far supporre.

Mi proverò allora a esprimere dei principi di incompetenza più generalizzati e - credo - più aderenti alla realtà. Dopo molto ragionamento, sono arrivato a condensarli in tre principi piuttosto lapidari, ove il lettore potrà o non potrà riconoscere la sua quotidiana esperienza. Io ci riconosco la mia.

I principi li riassumo qui all'inizio per poi descriverli in dettaglio. Uso il termine "vero incompetente" per indicare i casi cronici e tragici, da distinguersi da condizioni transitorie di qualcuno che si trova nella fase di apprendimento di qualcosa di nuovo.

  1. Il vero incompetente non si rende conto di esserlo (legge dell'idiota giulivo)
  2. Il vero incompetente è incompetente in quasi tutto quello che fa (legge delle braccia rubate all'agricoltura)
  3. Il vero incompetente fa dei danni enormi (legge di Chernobyl)


Prima legge: Il vero incompetente non si rende conto di esserlo. (legge detta "dell'idiota giulivo")


Questa di non rendersi conto della propria condizione è una delle caratteristiche fondamentali dell'incompetente, ovvero quella di essere un idiota giulivo. La legge non richiede veramente dimostrazione: è auto-evidente. Se l'incompetente si rendesse conto di esserlo, farebbe qualcosa per migliorarsi oppure abbandonerebbe il tentativo di fare quello che fa. Invece, il vero incompetente continua allegramente nella sua azione distruttiva per se stesso e per chi gli sta intorno essendo del tutto incapace di diagnosticare la propria incompetenza. Se vogliamo, possiamo dire che l'incompetente è affetto dalla sindrome di Dunning-Kruger; due ricercatori che hanno verificato sperimentalmente il fatto che i meno abili in qualche specifico test erano quelli che consistentemente si reputavano i più abili.

Ci possiamo domandare come si sviluppi questa condizione di incompetenza non percepita. Su questo, vedremo nelle due leggi che seguono alcuni corollari che danno all'idiota giulivo alcuni vantaggi adattativi che ne hanno consentito la persistenza nel pool genetico umano. In particolare, l'incompetente spesso maschera bene la propria insufficiente competenza non solo a se se stesso ma anche a chi lo circonda. Spesso, in effetti, l'incompetente è molto aggressivo nelle sue manifestazioni e questo viene a volte scambiato per sicurezza e - quindi - competenza. Ci vuole un certo tempo per determinare il grado di incompetenza di una persona e questo - spesso - lo possono fare soltanto persone veramente competenti; che purtroppo scarseggiano. Questo permette al vero incompetente di sopravvivere e prosperare, perlomeno per un certo tempo.

Ci sono tantissimi casi che possono servire da esempio per questa legge. Quello che ho citato nell'introduzione ne è uno lampante; ovvero come il presidente dell'autorità della concorrenza abbia emesso e firmato un comunicato contenente errori elementari, fra i quali financo quello del numero di litri di petrolio che stanno in un barile. Evidentemente, non ha ritenuto necessario verificare o far verificare i dati - il marchio classico dell'incompetente è proprio questo: la sicurezza di se. 

Da questa legge, segue un corollario interessante e anche utile: "il vero incompetente si può riconoscere dal fatto che non ha dubbi sulla propria competenza," o anche "il vero incompetente lo è in modo aggressivo". Questo stesso corollario si può esprimere forme complementari come "la persona competente ha dei dubbi" e "la persona competente è disposta anche ad ascoltare le ragioni degli incompetenti". Combinate insieme, questi corollari producono la ben nota massima "non metterti a discutere con un imbecille, chi ti sta intorno potrebbe non capire la differenza"  


Seconda legge: il vero incompetente è incompetente in tutto quello che fa (legge detta "delle braccia rubate all'agricoltura")



Questa seconda legge fondamentale deriva dalla prima. Se l'incompetente non è in grado di determinare la propria incompetenza in un certo campo, è poco probabile che lo possa fare in altri campi. Ne consegue che la sua incompetenza è a vasto raggio e omnicomprensiva.

Non che l'incompetente non possa essere ragionevolmente competente in qualche specifico compito; posto però che questo sia semplice, ripetitivo e non richieda di adattarsi a condizioni variabili - appunto come il mestiere del contadino. In questo caso, l'incompetente può perseverare per tempi molto lunghi a fare cose anche moderatamente utili (per esempio, rivoltare la dura zolla nei campi). Oppure, può operare in cose pochissimo utili ma non dannose (per esempio timbrare i francobolli in qualche ufficio postale). Infine, può operare causando danni perlomeno circoscrivibili ad ambienti limitati (per esempio, il pusher di droga).

Persino in mestieri giudicati necessari di una certa competenza - per esempio il chirurgo - l'incompetente può sopravvivere senza fare grossi danni finchè si limita a operazioni ripetitive e che non divergono da quello che è comunemente accettato come quello che si dovrebbe fare - tipo rimuovere un'appendice. Se, peraltro, un oncologo incompetente fa danni limitati finché si limita a prescrivere cure comunemente accettate per i tumori; ne fa di immensi al momento in cui esce dal seminato e si convince - per esempio - che il cancro si cura col bicarbonato di sodio

Nella storia umana, il vero incompetente è sopravvissuto a lungo in mestieri come quello di bracciante agricolo, dove essere intelligente e farsi delle domande sulla propria competenza è una dote sicuramente inutile, molto probabilmente negativa. In un certo senso, la competenza del contadino si esplicità proprio sull'incompetenza a fare cose che non siano ripetitive e molto semplici. Certo, non tutti i contadini erano così; ma i contadini intelligenti non erano favoriti in nessun modo. Le rivolte dei contadini di una volta erano probabilmente iniziate da persone che si facevano domande. Ma quasi sempre queste rivolte finivano male e i promotori venivano impiccati. Questo portava probabilmente a una pressione selettiva per eliminare quei contadini che si ponevano domande.  Nel mondo complesso di oggi, tuttavia, le qualità che facevano un buon bracciante agricolo fanno un pessimo manager.

Da questa legge seguono alcuni corollari, uno dei quali è "il vero incompetente si può riconoscere in cucina" ovvero, presumendo che sia incompetente in tutto, farà in casa propria gli stessi danni che fa in ufficio - a meno che non si limiti a compiti, anche qui, estremamente limitati e ripetitivi. L'incompetente può anche riuscire a cucinare una decente pasta al pomodoro, ma non chiedetegli di fare lo chef.

Il corollario si può esprimere anche come "La persona competente si riconosce dai suoi hobby" Spesso, infatti, le persone competenti raggiungono dei livelli di eccellenza anche al di fuori del loro lavoro ufficiale.


Terza legge: l'incompetente è la persona più pericolosa che esista (detta "la legge di Chernobyl")

Questo effetto micidiale dell'incompetenza deriva da una combinazione delle leggi precedenti. Il fatto che l'incompetente riesca spesso a mascherare bene la propria incompetenza (prima legge) fa si che venga promosso a livelli anche molto alti nelle amministrazioni pubbliche, come pure in quelle private. A questo livello, sono necessarie capacità adattative che il vero incompetente non possiede (seconda legge) e che cominciano a rivelarsi anche pubblicamente. Ne segue la terza legge che fa si che l'incompetente sia in grado di fare danni immensi.

La legge deriva dall'esperienza di Chernobyl, dove un incompetente o un gruppo degli stessi si è messo (o si sono messi) a fare "esperimenti" con una centrale nucleare. Cosa che non è bene fare in generale, ma soprattutto non è bene che sia fatta da degli incompetenti. D'altra parte, l'esperienza di Chernobyl ci dimostra anche un ulteriore corollario delle tre leggi dell'incompetenza; ovvero che "gli incompetenti sono presenti ovunque" che, alla fine dei conti, è un caso particolare della legge di base di Murphy, ovvero "Se qualcosa può andar male, andrà male sicuramente". Applicate al caso di Chernobyl, queste leggi spiegano molte cose - incluso il fatto che non esisterà mai una centrale nucleare "incompetent-proof".

Dove l'incompetenza si manifesta in modo tale da far rifulgere il valore della terza legge è nel caso del cambiamento climatico o riscaldamento globale.
Qui vediamo dei casi da manuale di incompetenza aggressiva, dove persone che sono passabili veterinari o discreti archeologi si improvvisano climatologi - ovviamente incompetenti - che tuttavia pretendono aggressivamente di negare il ruolo umano nel cambiamento, o addirittura di negare lo stesso cambiamento. Ne seguono squallidi dibattiti dove vediamo l'effetto della seconda legge, ovvero vediamo persone competenti in campo climatico che si mettono a dibattere con persone del tutto incompetenti, ma molto aggressive.

Il risultato di questi dibattiti non è solamente squallido ma obbedisce alla terza legge; ovvero rischia di creare danni immensi. Un incompetente nella centrale di controllo di un impianto nucleare non può fare danni molto superiori a quello di rendere inabitabile un area di qualche decina di migliaia di chilometri quadrati. Ma gli incompetenti climatici rischiano di fare ben di peggio; ovvero scassare mezzo pianeta o un pianeta intero con danni immensi a tutta l'umanità. Qui, vediamo come in effetti le leggi dell'incompetenza siano consistenti con le "leggi della stupidità espresse dal compianto M. Cipolla che in questo caso si leggono: "l'incompetente climatico è la persona più pericolosa che esista"