lunedì 8 febbraio 2016

Un altro chiodo nella bara dell'impero USA: il collasso della produzione di gas di scisto è cominciata

Da “SRSrocco report”. Traduzione di MR

Di Steven S. Rocco

L'impero USA è in guai seri, visto che è cominciato il collasso della sua produzione interna di gas di scisto. Si tratta dell'ennesimo chiodo di una lunga serie che sono stati piantati nella bara dell'impero USA. Sfortunatamente, la maggior parte degli investitori non danno peso a ciò che sta succedendo nell'industria energetica statunitense. Senza energia, l'economia statunitense si fermerebbe. Tutti i trilioni di dollari in attività finanziarie non significano niente senza petrolio, gas naturale e carbone. L'energia alimenta l'economia e la finanza la guida. Come ho già detto diverse volte, l'industria finanziaria ci sta portando sul baratro.

Il grande boom del gas di scisto statunitense probabilmente è finito per sempre

Pochissimi americani hanno notato che la produzione dei quattro principali giacimenti di gas di scisto messa insieme ha raggiunto il picco già nel luglio del 2015. La produzione totale di gas di scisto di Barnett, Eagle Ford, Haynesville e Marcellus ha raggiunto il picco con 27,9 miliardi di piedi cubi al giorno (Mpc/g, circa 790 milioni di metri cubi) a luglio ed è crollata a 26,7 Mpc/g (756 milioni di metri cubi) a dicembre 2015:

domenica 7 febbraio 2016

La colpa è del capitalismo!!

Da “rabble.ca”. Traduzione di MR (via Nicola Savio)

Di Jesse McLaren


Cowspiracy getta una luce sulle emissioni di carbonio dell'industria dell'agricoltura animale, ma il suo raggio è così ristretto che lascia il resto dell'agricoltura e dell'economia nascosti alla vista ed eleva la scelta dietetica a strategia politica. Come molte persone, Kip Anderson ha visto “Una scomoda verità” di Al Gore ed è rimasto frustrato dalla limitatezza delle scelte di vita per fermare il cambiamento climatico – come andare in bici o usare meno acqua. Poi ha scoperto che l'agricoltura animale è responsabile di emissioni significative ed è sostenuta dai grandi poteri, ma non è oggetto di attenzione da parte di molte ONG ambientaliste. Quindi ha fatto una scelta.

sabato 6 febbraio 2016

Cowspiracy: l'assolutismo dei vegani

Da “Dailykos”. Traduzione di MR 

Nota: questo è un post che parte dal film "Cowspiracy" per esaminare la questione se il veganesimo è veramente una cosa che può ridurre l'impatto umano sull'ecosistema planetario. Il film sembra essere fortemente orientato verso una risposta positiva. Qui, invece, "Finchy" esprime seri dubbi in proposito e definisce "assolutista" la posizione vegana. E' un post piuttosto lungo che richiede una certa attenzione, ma per chi è interessato a questi problemi vale la pena di fare uno sforzo per arrivare in fondo (UB)


Di Finchj

Cowspiracy- il segreto della sostenibilità, un documentario che esplora apparentemente gli effetti del bestiame sull'ambiente, è stato realizzato sette mesi fa. In qualche modo, forse a causa del fatto di essere un espatriato, mi sono perso il trambusto che ha generato. Le recensioni di solito hanno vita breve. Dopo che il furore iniziale si è placato, l'opinione pubblica di solito passa all'argomento successivo. Rendendomi conto di questa realtà, ma volendo comunque condividere i miei pensieri sul film e i suoi temi, ho optato per scrivere una risposta dettagliata piuttosto che una recensione. Cowspiracy è più di un semplice documentario che cerca di spezzare il silenzio delle organizzazioni ambientaliste su questi problemi. La conclusione del film non ha niente a che fare con la riforma di queste organizzazioni basate sull'appartenenza. Piuttosto, viene offerta una panacea: l'adozione globale di uno stile di vita vegano come “il solo modo di vivere in modo sostenibile ed etico su un pianeta con 7 miliardi di altre persone”. [-Kip Anderson 1:26:55 (1) Grassetto mio]

venerdì 5 febbraio 2016

Cosa? Il dirupo di senape?

di Marco Sclarandis



Non è la Rupe Tarpea, non è la storia dell'Everest, non é un film con Rupert Everett...........

Un ringraziamento dall'aldiqua, anche a Katsushika Hokusai per l'ispirazione.

Chiedete ad Ugo Bardi se non riuscite a scoprire che cos'é.

Marco Sclarandis

Nel frattempo, nell'Artico.....





Dal blog di Jeff Masters. Contentiamoci, perlomeno non mostra la tendenza di andar giù per il "dirupo di Seneca". (per ora.....)



giovedì 4 febbraio 2016

Zombi, chimere e totalitarismo

Di Jacopo Simonetta

“Il vecchio mondo muore e il nuovo non può nascere; in questo chiaro-scuro sorgono i mostri” scriveva Gramsci nei suoi quaderni.   Sia il “vecchio” che il “nuovo” mondo cui pensava lui sono stati archiviati dalla storia, ma di mostri se ne incontrano più che mai.

Zombi e chimere, come creature fantastiche, nascono da tradizioni lontanissime, ma come mostri politici sono invece strettamente affini.   Come definire, ad esempio, un soggetto come il partito Nazi-Bolscevico se non una chimera formata da due zombi?   Per citare un solo esempio, particolarmente spettacolare e inquietante.

Fra tanti mostri, quelli probabilmente più pericolosi sono quelli genericamente riconducibili ad un revival di nazionalismo e ad un ricorrente desiderio di “un governo forte”.   Entrambi fenomeni cui tutti i popoli europei (e non solo) hanno già versato un ingente tributo di lacrime e sangue, ma che ostinatamente tornano ad emergere.   Quasi che, quando le cose si mettono male, sorga una specie di irrefrenabile desiderio di farle andare ancora peggio.   Forse non aveva tutti i torti Freud con la sua “Pulsione di morte”.

Ma esiste un altro zombi, particolarmente insidioso perché seduce anche molte persone impermeabili alla retorica nazionalista e/o razzista.   Si tratta del “complotto”.   Non sembra tanto pauroso, anzi molte delle sue varianti, dalle scie chimiche al dominio dei rettiliani, sono particolarmente stravaganti, perfino buffe.   Eppure…

L’evocazione di fronte a fenomeni nuovi e non interamente ancora conosciuti della vita sociale e politica di un simile passepartout (il complotto), capace di fornire una spiegazione onnicomprensiva di fenomeni (…) ben più complessi, funse come fattore di rassicurazione nei confronti di ceti soprattutto della piccola e media borghesia insidiati da insicurezza economica, ma anche da problemi di status

Queste parole furono scritte nel 1995 dallo storico Enzo Collotti a proposito del “Complotto giudaico” che tanto contribuì all'ascesa di Hitler.   Si tratta di fenomeni diversi, eppure fra i “Saggi di Sion” e gli “Illuminati” o simili ci sono delle analogie.   In entrambi i casi si tratta infatti di immaginari gruppi di persone dotate di un potere oscuro e sfuggente, forse perfino sovrannaturale.   In segreto tessono trame secolari ed esiziali.   Per salvarsi e riportare in auge i gloriosi e/o prosperi tempi passati è necessario sconfiggerli una volta per tutte.

Ovviamente, ciò non basata a dimostrare che siamo in pericolo; tantomeno che un piccolo “Adolf” sia in agguato da qualche parte.   Ma zombi e chimere non sono gli unici sintomi di malattia dei sistemi democratici.   Secondo l’Eurobarometro, oggi solo il 33% dei cittadini europei dichiara di avere fiducia nelle istituzioni comunitarie, mentre per i governi nazionali la percentuale scende ad uno scarso 27%.    Percentuali analoghe od ancora inferiori bollano anche partiti, sindacati, amministrazioni locali e tutte le altre istituzioni.   Perfino le associazioni di ogni genere sono quasi ovunque screditate e, spesso, in via di estinzione.

Se ne potrebbe concludere che la gente ne abbia abbastanza della democrazia, sennonché il 90% degli intervistati afferma che questo è invece il metodo di governo migliore.    Anzi, la maggior parte di loro si lamenta del fatto che non ci sia abbastanza democrazia e ciò malgrado gli stati democratici siano passati da una dozzina, nel 1946, ad un centinaio oggidì.   Si direbbe che, mentre gli ordinamenti di tipo democratico si sono moltiplicati, la credibilità dei medesimi sia diminuita.   Un fenomeno certamente molto complesso sulle cui cause si discute molto più che sulle possibili conseguenze; quasi che lo status di “democrazia matura” sia un traguardo evolutivo irreversibile.   Non ne sarei troppo sicuro.

Hannah Arendt ed i suoi continuatori hanno analizzato a fondo gli elementi che concorrono a creare un governo totalitario.   Vorrei ricordarne alcuni.

Il primo è la trasformazione della popolazione in “massa”, intesa come insieme sovrabbondante di individui sradicati da ogni tradizione e fedeltà sociale, isolati e frustrati, impoveriti e spaventati, privi di prospettive e di riferimenti.   Insomma proprio il tipo di umanità che sta proliferando.
Questo fattore storico si integra perfettamente con quello che Byung-Chul Han, definisce lo “sciame digitale”.   Vale a dire la massa di cui sopra, ma travolta da un susseguirsi isterico di ondate di indignazione, entusiasmo, ira, eccetera costruite e diffuse tramite la rete.   Un fenomeno spontaneo che potrebbe però essere facilmente manipolato da chi controlla la rete.

Il secondo elemento è un’ideologia che spiega in modo banale come i mali che affliggono la massa, dalla crisi economica fino agli attentati, le alluvioni, le carestie e quant'altro, facciano parte di una trama occulta tessuta da un nemico implacabile.   Il nemico deve essere immaginato come capace di infiltrarsi e diffondersi come un’infezione.  La paura ed il sospetto devono essere i sentimenti dominanti fra i membri della massa.  Una qualunque variante del “Complotto” può quindi divenire un elemento importante di una simile ideologia.

Il terzo è molto pratico: il monopolio o, perlomeno, lo stretto controllo delle armi da fuoco.    Un fatto che è già stato realizzato da decenni per ragioni di sicurezza pubblica in tutti i paesi occidentali, tranne che negli USA che per questo pagano un altissimo tributo di vittime

Il quarto è la persecuzione di una minoranza arbitrariamente scelta come capro espiatorio.   La crescente mobilità di masse umane sta creando in ogni paese un’ampia gamma di minoranze potenzialmente utili a questo scopo.   Oltre agli “evergreen” sempre disponibili: ebrei e zingari in primis.

Il quinto è la presenza di un apparato di spionaggio capillare e pervasivo.   Un campo in cui dal 2001 ad oggi sono stati fatti passi da gigante, specialmente grazie alle moderne tecnologie.   Attualmente, in occidente, queste vengono usate essenzialmente per dare la caccia ad evasori fiscali e islamisti pericolosi.   Ma l’esperienza dimostra che quando una classe dirigente si sente seriamente minacciata non esita ad usare gli strumenti che ha.

Inoltre, la mole dei dati spontaneamente messi a disposizione dagli utenti oramai mette i gestori della rete, o chi per loro, in condizione di poter modellizzare i comportamenti della massa, acquisendo un vantaggio politico immenso su chi non ha accesso a questi dati ed a queste tecnologie (Han “Nello sciame” - ed. Nottetempo 2015)

Un altro pezzo fondamentale del puzzle è una situazione di grave stress sociale, accompagnato da un massiccia perdita di credibilità da parte delle istituzioni democratiche e della classe dirigente in generale.   La massa deve provare un desiderio spasmodico di “cambiamento”, costi quel che costi.

L’ultimo elemento necessario per instaurare un regime totalitario è un capo carismatico.   Magari proprio quell’ “uomo forte” che tanta gente spera sorga dal nulla per risolvere tutti i problemi, punire “loro” che sono i colpevoli e vendicare “noi” che siamo le vittime.   E non è neppure necessario che vengano abolite le elezioni.   E’ sufficiente vincerle per poi adeguare le costituzioni e le norme elettorali, oltre che privare gli oppositori dei mezzi economici e della visibilità necessari per essere efficaci.   Quello che sta accadendo in vari paesi europei (Francia, Ungheria Polonia, Italia fra gli altri) è estremamente preoccupante da questo punto di vista.

Ognuno di questi argomenti è stato approfondito da filosofi e politologi, ma raramente questi si preoccupano della situazione ambientale del nostro pianeta.   E delle prospettive che ne derivano.

Riassumendo all'estremo, la principale conseguenza dell’impatto contro i "Limiti dello Sviluppo"  è un brusco incremento degli effetti dei “ritorni decrescenti”.   Fra le conseguenze principali ricordiamo l’erosione del potere d’acquisto dei lavoratori, l’incremento del debito e della pressione fiscale, il peggioramento delle condizioni di lavoro, l’aumento della disoccupazione ed altri simili.   Vi si associano un clima inclemente, masse di gente allo sbando, classi dirigenti ampiamente screditate ed istituzioni delegittimate, problemi di salute e qualità di vita in peggioramento, guerre locali e movimenti integralisti di ogni colore.

Che sarebbe successo si sapeva con buona approssimazione circa 40 anni fa e gli stati (democratici e non) si sono dimostrati incapaci di prevenire questa situazione.    E ora che la resa dei conti è cominciata, si stanno dimostrando incapaci di fronteggiarla.   Tuttavia, prima di invocare il “cambiamento” ad ogni costo, ricordiamoci che questo potrebbe anche essere in peggio.

Ci sono calamità cui non abbiamo più modo di sfuggire, ma fortunatamente nessuna legge termodinamica o biologica rende necessario un governo totalitario.   Possiamo quindi evitarlo, ma occorre fare molta attenzione.

Si fa presto a passare dalla padella nella brace, mentre tornare indietro è difficile.


 “La democrazia non può sopravvivere alla sovrappopolazione.  La dignità umana non può sopravviverle.   La convenienza e la decenza non possono sopravviverle.   Man mano che si mette sempre più gente nel mondo, il valore della vita non solo declina, scompare."
Isaac Asimov








mercoledì 3 febbraio 2016

Il cambiamento climatico e gli dei alieni della Bibbia: un'epifania di epistemologia

Di Ugo Bardi, da “Cassandra's Legacy”. Traduzione di MR


Dio-pesce ed alieni vari da un antico sigillo cilindrico Sumero (immagine da wikipedia). Niente di reale, ma così affascinante! 


Mentre stavo aspettando il treno alla stazione di Milano la settimana scorsa, ho fatto un giro in una libreria e sono stato attratto da un libro intitolato “La Bibbia non parla di Dio”, scritto da Mauro Biglino. Libri, libri, libri.... quante cose ci sono scritte nei libri? Non importa, l'ho comprato e l'ho letto. Ed ecco un commento, non tanto sul libro in sé, ma sull'epifania che ha generato in me su quanto sia difficile avere a che fare con un mondo così complesso come è diventato il nostro. E' tutto un problema di epistemologia, penso, come riusciamo a conoscere quello che dobbiamo conoscere. E non è facile.

Per prima cosa, riguardo agli antichi alieni, devo confessarvi che nella mia gioventù non ero solo interessato all'argomento, ma addirittura drogato. Probabilmente avete sentito parlare di Eric Von Daniken, comunemente considerato colui che ha dato origine alla teoria degli “antichi astronauti” che hanno creato la civiltà umana e forse anche gli esseri umani stessi. Forse non sapete che Von Daniken ha avuto un precursore che scriveva sotto il nome di Peter Kolosimo – ma ha scritto in italiano, quindi non è così famoso al di fuori dell'Italia.

Non so se Von Daniken ha copiato da Kolosimo, ma posso dirvi che negli anni '60 ho divorato i libri di Kolosimo. Uno scrittore brillante, un tema affascinante, molta fantasia. Posso ancora trovare le mie note scritte a mano sui suoi libri e posso vedere che, già da adolescente, stavo cercando di analizzare in modo critico le affermazioni di Kolosimo. Penso che almeno una parte del mio interesse per la scienza e per i cicli delle civiltà provenga da quei libri.

Col tempo, ho perso interesse per le speculazioni sugli antichi alieni. Cose affascinanti, certo, ma alla fine si capisce di non andare da nessuna parte. Ci sono immagini che sembrano – un po' – quelle di alieni o di astronavi, testi che parlano – forse – o di alieni o di viaggi nello spazio. Ma niente oltre alle immagini che sembrano come qualcosa o testi che suonano come qualcosa. Mai qualcosa di reale. Mai abbiamo potuto trovare qualcosa che possa ragionevolmente essere ritenuto un vero artefatto alieno. Non intendo un antico phaser ancora funzionante, ma una cosa semplice e piccola come un pezzo di alluminio metallico o di titanio in una tomba sumera sarebbe stata sufficiente per dirci della presenza di una civiltà tecnologicamente avanzata nel passato remoto. Ma non è mai stato trovato niente del genere. Quindi non ci sono astronauti alieni nel nostro passato remoto. Peccato, ma questo sembra essere il modo in cui funziona l'universo.

Eppure, l'argomento resta affascinante e potete capire perché ho comprato il libro di Biglino in quella libreria di Milano. E' un libro che porta avanti la linea iniziata con Kolosimo negli anni 50, ma in un modo più specifico. Biglino e particolarmente concentrato sulla Bibbia che, secondo la sua interpretazione, ci racconta di una razza aliena di esseri che, in qualche modo, hanno regnato sugli esseri umani in tempi antichi. Non solo questo, in realtà hanno creato gli esseri umani perché fossero i loro servitori in una specie di laboratorio genetico chiamato “Paradiso”.

Ora, non devo dirvi che queste idee di Biglino sono, ehm..., diciamo un po' difficili da considerare come basate su fatti. Ma il punto che volevo sollevare qui è osservare quanto sia difficile capire il mondo complesso in cui viviamo. Così, quando Biglino comincia a discutere di biologia evoluzionistica  e di genetica, una cosa che occupa quasi tutta la seconda parte del libro, be', non voglio essere antipatico. Fatemi solo dire che faccio fatica ad immaginare un esempio più lampante di quanto sia difficile avere a che fare con campi che non fanno parte delle nostre competenze di base.

La parte interessante del libro di Biglino, tuttavia – quella collegata alla mia “epifania” - è quando affronta una cosa che dovrebbe conoscere bene, cioè il testo della Bibbia nella sua lingua originale. Sembra che Biglino abbia lavorato per 10 anni con un editore rispettabile “”Edizioni Paoline”) nella traduzione delle versione della Bibbia conosciuta come la “Bibbia Masoretica”. Questo perlomeno può essere verificato. E, infatti, questa sezione del libro dà un'impressione molto migliore di competenza da parte dell'autore.

Biglino interpreta la sua analisi filologica come se desse per scontato che l'entità di nome “Yahweh” nella Bibbia Masoretica non sia “Dio”, ma piuttosto un signore della guerra locale impegnato nella conquista di quanto più territorio possibile. Il fedele lo considererà sbagliato, se non blasfemo (e, infatti, Biglino è stato additato come l'Anticristo in alcuni siti web) ma, perlomeno, non comporta speculazioni su esseri alieni impegnati nell'ingegneria genetica.

Non credo che qui sia interessante discutere chi fosse questo Yahweh, in realtà, anche se molte delle affermazioni di Biglino sembrano essere già conosciute e già discusse da altri autori. Ma ecco l'epifania. Per prima cosa, come potete immaginare, la mia conoscenza dell'ebraico antico è praticamente zero (come suppongo che sia per la maggioranza dei lettori di questo blog). Così, sono andato a verificare i fatti sul web ed ho scoperto un sacco di siti in cui ci sono persone che affermano di essere esperte come Biglino (o di più) in ebraico antico che demoliscono (o cercano di demolire) la sua interpretazione del testo biblico.

Mentre stavo procedendo a stento fra queste discussioni elaborate, mi sono trovato del tutto perso. Chi aveva ragione? Biglino o i suoi detrattori? Davvero, come potevo dirlo? E, mentre mi trovavo in quella situazione, ho avuto un lampo improvviso di illuminazione: non è solo una questione di ebraico antico. Mi sono visto nelle scarpe (o meglio, dietro agli occhiali) di una persona normale che non ha una conoscenza approfondita della scienza del clima e che sta cercando di capire qualcosa del dibattito sul clima. Chiaramente un persona del genere si ritroverebbe nella mia stessa posizione rispetto all'ebraico di Biglino. Al profano medio mancano gli strumenti intellettuali necessari per giudicare in un dibattito sulla scienza del clima proprio come io non ho gli strumenti intellettuali corretti per giudicare in un dibattito sul significato di antiche parole ebraiche.

Quindi ecco l'epifania: il mondo reale è così complesso che per ognuno di noi c'è solo una piccola fetta di realtà in cui possiamo avere una conoscenza sufficiente per giudicare cos'è vero e cosa non lo è. Il resto è avvolto per sempre in una nebbia di ignoranza. Ora vediamo come in uno specchio, in modo oscuro, forse un giorno vedremo la realtà faccia a faccia. Ma per il momento possiamo solo giudicare sulla base del principio di autorità. Riguardo alla Bibbia, proprio come riguardo al clima, crediamo alle persone in cui abbiamo fiducia.

Ed è qui il problema. Sembra che non sia rimasto nessuno nel mondo in cui avere fiducia. I governi? Mio Dio... Politici? Anche peggio. Gli scienziati? Un po' meglio, ma... I traduttori dall'ebraico che vedono alieni nella Bibbia? No comment... Mai prima di leggere il libro di Biglino mi era sembrato che Pilato avesse ragione quando ha detto: “cos'è la realtà?”

Il problema tragico, qui, è che discutere di Dei alieni che si aggirano intorno alla Terra migliaia di anni fa è un passatempo intellettuale con cui ci possiamo divertire senza subire conseguenze negative. Quando ci occupiamo del cambiamento climatico, invece, rischiamo la nostra stessa sopravvivenza, anche come specie. Perché questo non è un gioco intellettuale, c'è una cosa chiamata “realtà” la fuori. Ma, come come ha detto recentemente Peter Sinclair “Una civiltà non può semplicemente sopravvivere se grandi sezioni di quella stessa civiltà hanno dichiarato guerra ai fatti”. Possiamo dichiarare guerra alla realtà. Ma alla fine la realtà vince.