Una verità scomoda - una bugia rassicurante
martedì 27 luglio 2010
lunedì 26 luglio 2010
Gamberogate: Monckton bollito tenta con l'intimidazione
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Ugo Bardi
Il visconte spampanato, Christopher Monckton, non demorde. Sbugiardato in pieno da John Abraham, fa fuoco e fiamme. Definisce Abraham "una faccia da gambero stracotto", offende lui, il rettore dell'università di St. Thomas, organizza un mail bombing contro l'università, minaccia azioni legali, chiede un compenso monetario e - nonostante tutto questo - se la prende contro Abraham per averlo attaccato "ad hominem." (!!) Potete sentire il visconte spezzettato tuonare in questa intervista e leggere un articolo in proposito sull'associated press. Come si vede, Monckton e i suoi emuli usano l'intimidazione come mezzo per portare avanti le loro tesi - come si è visto bene anche nel caso del Climategate.
E' una difesa disperata questa del visconte assatanato, ma si sa che nella lotta mediatica vince chi urla di più e - in quanto a urlare - il visconte sciaguattato Monckton ha pochi rivali. Quindi c'è il rischio che Monckton - non dico che ne esca vincitore - ma riesca a confondere le acque a sufficienza per continuare con la sua opera di disinformazione.
Allora, c'è ancora tempo e modo di difendersi e contrattaccare firmando la petizione in favore di John Abraham Fatevi un piacere, cliccate e lasciate un commento - siamo già a oltre mille!
Tutta la storia la potete leggere sul blog di Cassandra.
E' una difesa disperata questa del visconte assatanato, ma si sa che nella lotta mediatica vince chi urla di più e - in quanto a urlare - il visconte sciaguattato Monckton ha pochi rivali. Quindi c'è il rischio che Monckton - non dico che ne esca vincitore - ma riesca a confondere le acque a sufficienza per continuare con la sua opera di disinformazione.
Allora, c'è ancora tempo e modo di difendersi e contrattaccare firmando la petizione in favore di John Abraham Fatevi un piacere, cliccate e lasciate un commento - siamo già a oltre mille!
Tutta la storia la potete leggere sul blog di Cassandra.
domenica 25 luglio 2010
Knorr non è un dado per il brodo: ancora imbrogli sulla concentrazione del CO2
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Ugo Bardi
Wolfgang Knorr ha pubblicato di recente un articolo che alcuni hanno interpretato come demolizione totale della scienza del clima. Putroppo per loro, avrebbero potuto altrettanto bene sostenere che il Dr. Knorr è un dado per il brodo: il suo articolo non dice assolutamente le cose che alcuni ci hanno visto dentro. Il problema è che la scienza del clima è di una vastità immensa e per chi vuol fare disinformazione è facile attaccarsi anche alle più piccole ambiguità. Quindi, non bisogna trascurare niente, bisogna stare attentissimi: ci sarà sempre qualcuno che - per imbecillità o malafede - cerca di imbrogliarci.
E' una tranquilla serata di Luglio; gran caldo e mi metto a vagare su internet. Cerco su google le parole "climate hoax." E' un esercizio interessante: non sai mai che cosa ci trovi, e spesso trovi delle cose che vanno dall'esilarante al deprimente. Stavolta, arrivo a un sito che si chiama "hockeyschtick" che distorce la parola "hockey stick", la "mazza da hockey" di Michael Mann, ovvero quella ricostruzione delle temperature dei passati 1000 anni che i negazionisti continuano pervicacemente a dare per "sbagliata" nonostante le centinaia di dimostrazioni che invece è giusta.
Mi scorro "hocheySchtick" per curiosità. Ci si trovano le solite fesserie dei negazionisti: la temperatura non si alza, i ghiacci polari non calano, gli orsi polari nuotano allegramente, eccetera, eccetera.
A un certo punto, però, faccio un salto sulla sedia. Trovo scritto:
No rise of CO2 fraction over past 160 years
Research just published in Geophysical Research LettersTo assess whether the airborne fraction is indeed increasing, Wolfgang Knorr of the Department of Earth Sciences at the University of Bristol reanalyzed available atmospheric carbon dioxide and emissions data since 1850 and considers the uncertainties in the data. In contradiction to some recent studies, he finds that the airborne fraction of carbon dioxide has not increased either during the past 150 years or during the most recent five decades
Cioè, secondo loro Knorr avrebbe trovato che il CO2 nell'atmosfera ("the airborne fraction") non è aumentato negli ultimi 150 anni. Al primo colpo, sembrerebbe che ci sono solo sono due possibilità: o questo sig. Knorr è un dado per il brodo, ovvero ha fatto un gran minestrone e ha sbagliato tutto, oppure è la scienza del clima a essere tutta sbagliata.
Guardo un po' meglio e trovo che l'articolo è stato pubblicato su una rivista seria (geophysical research letters). Possibile che non abbia causato una rivoluzione nella scienza climatica? Vado a cercarmi il riferimento originale, che trovo a questo link (credo che sia "free access"). Mi bastano 30 secondi di lettura per capire che Knorr non è un dado per il brodo, ma una persona seria il cui lavoro è stato capito alla rovescia, come al solito o per malafede o per pura stupidità.
E' chiarissimo dall'articolo che quando Knorr parla di "frazione di CO2" non intende la frazione della concentrazione di CO2 nell'atmosfera, ma il rapporto fra il CO2 antropogenico assorbito dagli oceani e quello che rimane nell'atmosfera. Trova che questa frazione è rimasta approssimativamente costante negli ultimi 150 anni. Ma si vede benissimo nelle curve che fa vedere Knorr che la concentrazione atmosferica del CO2 è aumentata, come tutti sanno e come tutte le misure fanno vedere. E le curve di Knorr questi di hockeyschtick le fanno anche vedere sul loro sito! Ma dove hanno lasciato la testa? Al deposito bagagli della stazione?
Dopo di che, per curiosità, mi sono andato a vedere se qualcuno in Italia si era bevuto la bufala. Chiaro che si. Qui la trovate addirittura con sottofondo musicale!! La trovate anche pubblicata in grande evidenza su "altrogiornale" da parte di Vincenzo Zappalà che ci illumina sulla faccenda dicendoci che:
Scusate, ma come dice Marcello nell’Amleto: “C’è del marcio in Danimarca!” E guarda caso Copenhagen si trova proprio in Danimarca… Possibile che nessuno se ne fosse accorto prima? O magari si è preferito tacere? Non aggiungo alcuna considerazione personale e lascio ai lettori la conclusione. Dirò solo che il “trend” della CO2 negli ultimi 150 anni è stato stabilmente intorno a 0.7 +/- 1.4 per decade. Per chi mastica appena appena un po’ di matematica, questo risultato vuol dire praticamente ZERO. Il professor Knorr conclude che il risultato da lui trovato si spiegherebbe bene abbassando all’82% il valore delle emissioni “stimate” finora. In fondo un misero errore del 20%, che però ha significato terrore, potere, e soldi, tanti soldi indirizzati verso una sola direzione. Stiamo comunque tranquilli: nessuno parlerà di questa scoperta!
Non faccio commenti su questo paragrafo, che sarebbe cosa impietosa. Ma fatemi notare almeno una cosa: per certa gente, gli scienziati sono sempre degli imbroglioni quando dicono qualcosa che non si adatta alle proprie idee preconcette. Invece, quando dicono qualcosa che ci si adatta (o così sembra), per miracolo sono dei luminari, come questo "professor Knorr."
Tutto questo può sembrare una chiosa marginale, ma credo che sia importante far vedere come certa gente si attacca veramente a tutto pur di capire le cose al contrario. Il povero Knorr sicuramente non si aspettava che parlando di questa "frazione" della CO2 che non aumenta avrebbe dato il destro a qualcuno per sparare un po' delle solite scemenze. Quindi, bisogna stare estremamente attenti a quello che si dice o si scrive, perché ci sarà qualcuno imbecille o in malafede che si approfitterà di ogni ambiguità, anche infinitesimale.
Volete un altro esempio? Eccolo qua: pochi giorni fa, Suzan Lozier ha pubblicato un articolo su "Science" intitolato "Deconstructing the conveyor belt." E' uno studio che dimostra come il famoso "nastro trasportatore oceanico" è un sistema molto complesso e non perfettamente continuo e che questo rende difficile capire quale sarà l'interazione del sistema con il riscaldamento globale. Notate che la Lozier non dice che il nastro trasportatore non esiste o cose del genere. Anzi, dice chiaramente il contrario che "Recent evidence that the ocean’s overturning limbs are not spatially and temporally continuous should not cast a shadow on the certainty of the overturning itself: There is clear and abundant evidence that ocean waters overturn" Ovvero: il rovesciamento oceanico, lo scambio fra acque fredde e calde, esiste senza alcun dubbio.
Ma vi pareva che non ci sarebbe stato qualcuno che ha capito tutto al contrario, ovvero che l'articolo di Lozier demolisce le basi della scienza del clima? Ovvio che si, fra le altre cose traducendo come "demolizione" il termine "deconstructing" che non è assolutamente la stessa cosa.
Insomma, bisogna stare molto attenti: non dire mai niente che possa essere interpretato in modo ambiguo e, soprattutto, non dar retta (come sempre) alle fesserie che certa gente ci racconta sul clima.
___________________________
Nota: non tutti hanno capito così totalmente all'incontrario il lavoro di Knorr, ma ci sono altri modi di interpretarlo male. Per esempio, Paolo Mezzasalma, su "climatemonitor" perlomeno ha capito correttamente che Knorr parla di frazioni relative e non di concentrazioni atmosferiche, ma si lancia comunque a dire che "l'oceano ha una capacità enorme di sequestrare per secoli la CO2 emessa. Questa continuerà ad aumentare anche in atmosfera, ma a velocità infinitamente inferiori a quanto affermato dai soliti noti." Il che è decisamente un'estrapolazione eccessiva dei dati dell'articolo.
Nota II. Mi accorgo dopo aver pubblicato questo post che anche Sylvie Coyaud si era occupata della bufala su Knorr.
mercoledì 21 luglio 2010
Il Giugno più caldo della storia e 39 gradi a casa mia.
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Ugo Bardi
Misura della temperatura massima del 20 Luglio 2010 fatta con il termomentro di casa mia. Non mi ricordavo di aver mai misurato temperature così alte: normalmente da me, che sto in collina, fa almeno un grado più fresco che in città, a Firenze.
Allora, niente di particolarmente strano che in estate faccia caldo, come non c'è niente di strano che in inverno faccia freddo. Ma mi domando dove sia finita la gran banda di imbecilli che questo inverno si erano messi a urlare "Oddio che freddo! Arriva l'era glaciale!!" Con la stessa logica, ora si dovrebbero mettere a urlare, "Oddio che caldo! Arrivano i dinosauri!"
A parte le temperature di casa mia, questo giugno è stato il più caldo da quando si fanno queste misure: come si vede in questi dati del NOAA. Ma ormai stiamo battendo un record dopo l'altro, non fa più nemmeno notizia
domenica 18 luglio 2010
Gaia contro Medea
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Ugo Bardi
L'ultimo libro di Peter Ward è un po' come una "donna fatale" dei film: affascinante ma con grossi difetti. Il libro è affascinante per il suo soggetto, ma con dei grossi difetti di concezione e di trattazione - a partire dalla copertina che sembra che l'abbiano stampata quando avevano quasi finito l'inchiostro. In questo post, cerco di chiarire un po' le cose e spiegare perché l "ipotesi Medea" di Peter Ward non mi ha per niente convinto
Il concetto di "Gaia" proposto da Lynn Margulis e James Lovelock è stato uno dei più controversi e più abusati del ventesimo secolo, atteggiamento che continua ancora oggi nel ventunesimo. L'idea di Gaia, evidentemente non va giù a molta gente. L'ultima bordata contro la poveraccia arriva da Peter Ward con il suo libro "L'ipotesi Medea" dove contrappone alla benevola Gaia la malvagia Medea che, nella mitologia greca, aveva ucciso i suoi figli.
Il concetto di Gaia è stato molto strapazzato da chi l'ha preso in modo quasi religioso, ma è anche stato ingiustamente banalizzato da chi non l'ha capito. Ho un po' il dubbio che nemmeno Peter Ward, seppure persona molto in gamba e che io ammiro, lo abbia veramente capito.
In effetti, l' "ipotesi Gaia" parte dall'idea che la biosfera, intesa come insieme di piante e di animali, ha un effetto non trascurabile sulle caratteristiche dell'ecosistema tutto intero. Questo è tanto ovvio da essere banale, ma i promotori dell'ipotesi Gaia hanno fatto un passo in più dicendo che l'ecosistema è dominato da dei cicli di "feedback" negativi che tendono a stabilizzare i parametri dell'ecosistema, in particolare la sua temperatura. Questo è più difficile da dimostrare, ma conosciamo molti di questi cicli - per esempio il ciclo biologico del carbonio - e sappiamo che hanno effettivamente questo effetto. C'è un ulteriore salto in avanti nell'ipotesi Gaia, ovvero che i sistemi biologici controllano i parametri dell'ecosistema ottimizzandoli per il proprio beneficio. Questa è un' "ipotesi forte" che però non è necessariamente il concetto di Gaia.
Ora, cosa vuol dire Peter Ward con la sua "ipotesi Medea"? Vuol dire che la biosfera non interagisce con l'ecosistema? Che questa interazione è trascurabile? Che non vale l'"ipotesi forte"? Che non vale nessuna delle ipotesi Gaia? Non è mai molto chiaro nel libro - salvo ogni tanto descrivere qualche disastro planetario che ha causato estinzioni di massa e dire "this is Medean" (questo è medeano). Ma non è così che si fa un ipotesi scientifica. Nella scienza, se si sostiene qualcosa, non basta dare una serie di "casi": altrimenti uno potrebbe sostenere che non c'è bisogno di ospedali per curare le malattie, basta andare a Lourdes. Quale ipotesi Ward ci propone di verificare per sostenere la bontà della sua "ipotesi Medea"? Onestamente, non è facile capirlo.
Allora, partiamo da un altro punto di vista: lasciamo perdere l' "ipotesi Medea" che, francamente, mi è parsa proprio una fesseria. Cerchiamo invece di capire come stiamo oggi con l'ipotesi Gaia? Se non la prendiamo nella sua forma "forte" (ovvero regolazione per il beneficio della biosfera) Il concetto di Gaia è un'ipotesi scientifica pienamente valida in quanto è falsificabile. Ovvero, la possiamo provare o respingere sulla base dei dati.
In effetti, l' "ipotesi Gaia" parte dall'idea che la biosfera, intesa come insieme di piante e di animali, ha un effetto non trascurabile sulle caratteristiche dell'ecosistema tutto intero. Questo è tanto ovvio da essere banale, ma i promotori dell'ipotesi Gaia hanno fatto un passo in più dicendo che l'ecosistema è dominato da dei cicli di "feedback" negativi che tendono a stabilizzare i parametri dell'ecosistema, in particolare la sua temperatura. Questo è più difficile da dimostrare, ma conosciamo molti di questi cicli - per esempio il ciclo biologico del carbonio - e sappiamo che hanno effettivamente questo effetto. C'è un ulteriore salto in avanti nell'ipotesi Gaia, ovvero che i sistemi biologici controllano i parametri dell'ecosistema ottimizzandoli per il proprio beneficio. Questa è un' "ipotesi forte" che però non è necessariamente il concetto di Gaia.
Ora, cosa vuol dire Peter Ward con la sua "ipotesi Medea"? Vuol dire che la biosfera non interagisce con l'ecosistema? Che questa interazione è trascurabile? Che non vale l'"ipotesi forte"? Che non vale nessuna delle ipotesi Gaia? Non è mai molto chiaro nel libro - salvo ogni tanto descrivere qualche disastro planetario che ha causato estinzioni di massa e dire "this is Medean" (questo è medeano). Ma non è così che si fa un ipotesi scientifica. Nella scienza, se si sostiene qualcosa, non basta dare una serie di "casi": altrimenti uno potrebbe sostenere che non c'è bisogno di ospedali per curare le malattie, basta andare a Lourdes. Quale ipotesi Ward ci propone di verificare per sostenere la bontà della sua "ipotesi Medea"? Onestamente, non è facile capirlo.
Allora, partiamo da un altro punto di vista: lasciamo perdere l' "ipotesi Medea" che, francamente, mi è parsa proprio una fesseria. Cerchiamo invece di capire come stiamo oggi con l'ipotesi Gaia? Se non la prendiamo nella sua forma "forte" (ovvero regolazione per il beneficio della biosfera) Il concetto di Gaia è un'ipotesi scientifica pienamente valida in quanto è falsificabile. Ovvero, la possiamo provare o respingere sulla base dei dati.
Lovelock e Margulis partivano dal concetto che la temperatura della Terra è determinata da due fattori principali: uno è l'irradiazione solare e l'altro la concentrazione di CO2 nell'atmosfera. Sappiamo anche che l'irradiazione solare aumenta gradualmente ma inesorabilmente nel tempo e questo dovrebbe portare a un graduale aumento della temperatura planetaria se tutti gli altri fattori, incluso la concentrazione di CO2, rimangono costanti.
Secondo Lovelock e Margulis, l'esistenza di un certo numero di cicli di "feedback" planetari dovrebbe invece stabilizzare i parametri del sistema terra, ovvero mantenere la temperatura costante - o quasi - nonostante l'aumento dell'irradiazione solare. Questo controllo della temperatura dovrebbe avvenire per mezzo di una variazione della concentrazione di gas serra nell'atmosfera. Dei vari gas serra, quello principale è il CO2. In altre parole, l'ecosistema terrestre dovrebbe far variare la concentrazione di CO2, riducendola in modo tale da compensare per l'incremento dell'irradiazione solare.
Quindi abbiamo due predizioni verificabili. Se "l'ipotesi Gaia" è vera, dovremmo vedere che la temperatura terrestre si è mantenuta abbastanza costante per periodi molto lunghi (dell'ordine delle centinaia di milioni di anni almeno) e che - negli stessi periodi la concentrazione del CO2 deve essere diminuita.
Avere dei buoni dati sulla concentrazione di CO2 e le temperature terrestri nel remoto passato non è affatto facile, ma negli ultimi anni la paleoclimatologia ha fatto dei passi da gigante e ora cominciamo a capire qualcosa anche del clima del remoto passato. Partendo da alcuni studi recenti, per esempio quelli di Dana Royer, possiamo cominciare a mettere insieme i dati, come per esempio vediamo in questa figura. Qui vediamo i passati 542 milioni di anni, il periodo detto "Fanerozoico." ovvero quello delle forme di vita complessa. Prima del fanerozoico, la vita sulla terra era soltanto unicellulare.
Vedete che c'è una discreta correlazione fra le fasi di bassa concentrazione di CO2 e le ere glaciali; ma non è questo che ci interessa qui. Il fatto è che la concentrazione di CO2 si è considerevolmente abbassata durante questo periodo. Era partita da valori di svariate migliaia di parti per milione, arrivando oggi a meno di 400 ppm.
Ora, cosa è successo alla temperatura in questo periodo? Beh, una ricostruzione che viene considerata fra le migliori è quella di Vezier et al. del 1999. Eccola qui (notate che la scala dei tempi va al contrario rispetto alla figura precedente, ma insomma, la cosa è chiara):
Secondo Lovelock e Margulis, l'esistenza di un certo numero di cicli di "feedback" planetari dovrebbe invece stabilizzare i parametri del sistema terra, ovvero mantenere la temperatura costante - o quasi - nonostante l'aumento dell'irradiazione solare. Questo controllo della temperatura dovrebbe avvenire per mezzo di una variazione della concentrazione di gas serra nell'atmosfera. Dei vari gas serra, quello principale è il CO2. In altre parole, l'ecosistema terrestre dovrebbe far variare la concentrazione di CO2, riducendola in modo tale da compensare per l'incremento dell'irradiazione solare.
Quindi abbiamo due predizioni verificabili. Se "l'ipotesi Gaia" è vera, dovremmo vedere che la temperatura terrestre si è mantenuta abbastanza costante per periodi molto lunghi (dell'ordine delle centinaia di milioni di anni almeno) e che - negli stessi periodi la concentrazione del CO2 deve essere diminuita.
Avere dei buoni dati sulla concentrazione di CO2 e le temperature terrestri nel remoto passato non è affatto facile, ma negli ultimi anni la paleoclimatologia ha fatto dei passi da gigante e ora cominciamo a capire qualcosa anche del clima del remoto passato. Partendo da alcuni studi recenti, per esempio quelli di Dana Royer, possiamo cominciare a mettere insieme i dati, come per esempio vediamo in questa figura. Qui vediamo i passati 542 milioni di anni, il periodo detto "Fanerozoico." ovvero quello delle forme di vita complessa. Prima del fanerozoico, la vita sulla terra era soltanto unicellulare.
Da Climate Sensitivity during the Phanerozoic: Lessons for the Future
Dana L. Royer Search and Discovery Article #110115 (2009)
Dana L. Royer Search and Discovery Article #110115 (2009)
Vedete che c'è una discreta correlazione fra le fasi di bassa concentrazione di CO2 e le ere glaciali; ma non è questo che ci interessa qui. Il fatto è che la concentrazione di CO2 si è considerevolmente abbassata durante questo periodo. Era partita da valori di svariate migliaia di parti per milione, arrivando oggi a meno di 400 ppm.
Ora, cosa è successo alla temperatura in questo periodo? Beh, una ricostruzione che viene considerata fra le migliori è quella di Vezier et al. del 1999. Eccola qui (notate che la scala dei tempi va al contrario rispetto alla figura precedente, ma insomma, la cosa è chiara):
Tenete presente che questi dati sono molto incerti; per una buona discussione dell'argomento potete vedere questo articolo di Dana Royer. Ci sono altre ricostruzioni dove le curve sono un po' diverse, ma nel complesso il risultato è sempre quello: nel fanerozoico la concentrazione di CO2 è diminuita mentre la temperatura è rimasta approssimativamente costante.
Ora, qui viene il bello: sappiamo che l'irradiazione solare è aumentata di circa il 5% durante il fanerozoico. Allora, a parità di tutti gli altri fattori, possiamo calcolare che questo avrebbe causato un incremento della temperatura media planetaria di circa 3-4 gradi centigradi. Questo aumento non lo vediamo assolutamente dai dati sperimentali. Ovvero, la diminuzione della concentrazione di CO2 ha compensato (nella media) per l'aumento della radiazione solare:
Questo è un risultato veramente fondamentale che - a mia opinione - è una delle principali prove del fatto che il clima planetario è dominato dalla concentrazione di CO2. Non solo, ma questi dati ci dicono che, nel complesso, Lovelock, aveva perfettamente ragione: aveva intuito un effetto che soltanto negli ultimi anni è stato completamente capito. Ovvero, la concentrazione di CO2 nell'atmosfera è regolata principalmente dalla reazione del CO2 con i silicati. Quando fa molto caldo, la reazione va più veloce è il CO2 viene rimosso dall'atmosfera più velocemente: il sistema si autoregola e funziona come un termostato.
E allora, è Medea o Gaia? Madre cattiva o madre benevola? Come sempre, la verità sta nel mezzo. Il sistema planetario è dominato da feedback negativi che tendono a stabilizzarlo. Ma questi feedback non sono perfetti e ogni tanto il sistema va fuori controllo è abbiamo qualche bel disastro planetario con estinzioni di massa e distruzione degli ecosistemi. Gaia non è una madre cattiva; solo un tantino distratta. Ma non chiamiamola "Medea" poveraccia.
E comunque, nonostante i suoi difetti, il libro di Ward vale la pena di leggerlo.
________________________________________________
Veizer, J., Ala, D., Azmy, K., Bruckschen, P., Buhl, D., Bruhn, F., Carden, G.A.F., Diener, A., Ebneth, S., Godderis, Y., Jasper, T., Korte, C., Pawellek, F., Podlaha, O. and Strauss, H. (1999) 87Sr/86Sr, d13C and d18O evolution of Phanerozoic seawater. Chemical Geology 161, 59-88.
venerdì 16 luglio 2010
Il visconte stralunato: Gamberogate!
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Ugo Bardi
Christopher "Lord" Monckton, il visconte stralunato, famoso negazionista climatico, ha avuto la faccia tosta di accusare il suo critico, John Abraham, di avere una "faccia da gambero stracotto" nella stessa frase in cui lo accusava anche di fare attacchi personali contro di lui (!). E' il "gamberogate".
Il visconte abbacinato, Christopher "Lord" Monckton, sta facendo fare una figura talmente disdicevole ai suoi seguaci e ammiratori che mi viene da pensare che sia stato pagato da Al Gore apposta per screditare il negazionismo climatico.
Questa sua frase (notata da Dan a "mindofDan") è veramente una perla - quasi inarrivabile (traduzione mia - ma è difficile riprodurre il tono falso-aulico del visconte rintronato, per cui riporto anche l'originale)
E' così fuori dall'ordinario questo suo tentativo di argomentare con noi, e così velenosamente "ad hominem" sono le puerilità di Abraham, inviate in un tono amichevole, nasale e irritante (perlomeno ci viene risparmiata la sua faccia - somiglia a un gambero troppo cotto) che i blogger estremisti-climatici le hanno fatte circolare e lodate fino al cielo
So unusual is this attempt actually to meet us in argument, and so venomously ad hominem are Abraham’s artful puerilities, delivered in a nasal and irritatingly matey tone (at least we are spared his face — he looks like an overcooked prawn), that climate-extremist bloggers everywhere have circulated them and praised them to the warming skies.
In sostanza, il visconte abborracciato accusa Abraham di fare attacchi personali nella stessa frase in cui gli dice che "somiglia a un gambero troppo cotto" e altre cosette non poco personali. Stupendo - questa è vera coerenza! Giustamente, è stata definita il "Gamberogate" ("Prawngate") di Monckton
Fra le altre cose, c'è ora un gruppo Facebook a favore di Abraham a cui potete aderire (io l'ho fatto). Per sapere come ha reagito l'università di Abraham alla tentata intimidazione del visconte sparpagliato, potete leggere questo post di Sylvie Coyaud.
giovedì 15 luglio 2010
Il visconte strampalato: Monckton vuole censurare chi non la pensa come lui
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Ugo Bardi
Christopher "Lord" Monckton: il visconte strampalato
Stiamo veramente arrivando al limite. Non abbiamo di fronte soltanto dei venditori di fumo, ma persone veramente fuori di testa. Christopher "Lord" Monckton, visconte stralunato, è uno dei negazionisti climatici più in vista. Ha raccontato bugie su tutto, non solo sul clima, ma arrivando a sostenere le cose più assurde, incluso di aver vinto un premio Nobel. Insomma, un mentitore patologico.
Ora, John Abraham dell'Università di St. Thomas, nel Minnesota, si è preso in carico di smantellare una per una le bugie di Monckton sul clima. Questo lo ha fatto egregiamente in una presentazione dalla quale il visconte abbacinato ne esce letteralmente devastato dal punto di vista scientifico. Non ne ha detta una giusta.
La risposta? Arriva dal visconte arrocchettato un documento delirante con 466 (!) domande a John Abraham; una richiesta di censura del suo documento, di provvedimenti disciplinari nei suoi riguardi da parte dell'università contro di lui - e infine di una compensazione monetaria. La più bieca e la più squallida censura, insomma.
Il brutto di questa faccenda è che non è soltanto Monckton che ha perso il controllo di se stesso (posto che mai l'abbia avuto) e si è messo a strepitare e a chiedere censure. No, la sua richiesta è andata a finire su "Watt's up with that" che è uno dei siti negazionisti più diffusi (e dove pretenderebbero anche di passare per persone serie), dove il visconte strampalato ha chiesto ai lettori di inondare il presidente dell'Università di St. Thomas con email che chiedono, appunto, censura, provvedimenti disciplinari contro Abraham, eccetera. E sembra veramente che la casella postale del presidente stia venendo inondata di questi messaggi.
Insomma una storia davvero squallida che dimostra di che pasta sono fatti questi qui. Il minimo che possiamo fare tutti e andare a firmare una petizione a favore di Abraham e contro il visconte rintronato. La trovate a:
http://hot-topic.co.nz/support-john-abraham/
Ci vuole un minuto per farlo, ma ne vale la pena! Può darsi che questa faccenda finisca con una tale disfatta per Monckton da segnare l'inizio della fine del negazionismo climatico.
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Per leggersi un po' di cose in più su questo argomento, suggerisco i seguenti post di "Lou"
- John Abraham dismantles Monckton
- Abraham vs Monckton, Round 2
- Abraham replies to Monckton
- Abraham, Monckton, and the rest of us: Time to rumble
- Monckton responds; hilarity ensues
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