Visualizzazione post con etichetta ondata di calore. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta ondata di calore. Mostra tutti i post

martedì 15 agosto 2017

Cosa resterà di questi 40 gradi?

Qui sopra, temperatura a Sesto Fiorentino, Firenze, misurata i primi di Agosto. Sembra che ormai il peggio sia passato, ma quest'anno è stata molto dura, come commenta qui di seguito Stefano Ceccarelli. 


di Stefano Ceccarelli
da Stop fonti fossili!

Quando la stagione che hai aspettato un anno intero diventa un inferno di fuoco, la vita non è più la stessa, come un ingranaggio ben oliato che di punto in bianco si ingrippa per sempre.

Quando si somma al bruciore di un caldo insopportabile, la luce intensa dell’estate non è più naturale portatrice di buonumore e voglia di vivere, e dunque cessa di essere quel rilassante liquido amniotico in cui immergersi una volta l’anno per rigenerare lo spirito, diventando piuttosto qualcosa di maligno da cui difendersi per sopravvivere, barricandosi in casa con le tapparelle rigorosamente abbassate. Le folte schiere dei depressi, dei fragili, dei poveri di spirito e di tasche, ne subiranno le ripercussioni negative nei mesi a venire, quando saranno nuovamente afflitti dai consueti fardelli.

Un’intera settimana a quaranta gradi come quella appena trascorsa viene subìta come una violenza dai corpi e dalla psiche di individui di una progenie evoluta in un clima temperato, geneticamente non programmata per vivere mesi interi immersi in una bolla melmosa d’aria tropicale. Dove è finita l’estate mediterranea, il caldo gradevole (di rado eccessivo), le serate in cui godere del fresco e spalancare le finestre? Che fine hanno fatto i generosi temporali rinfrescanti, quasi mai violenti, che dissetavano i terreni restituendoci i colori, l’abbondanza e i sapori autentici degli ortaggi di stagione? Perché l’Anticiclone delle Azzorre, quella tanto agognata “A” che fra giugno e luglio dall’Atlantico vedevamo avvicinarsi all’Italia nelle mappe meteorologiche illustrate in TV dal Colonnello Bernacca, ha lasciato il posto ad opprimenti, inamovibili alte pressioni africane che sembrano voler accompagnare i migranti che si spostano a nord?

Come sappiamo, la risposta che la scienza fornisce a queste domande, incardinata in un inappellabile j’accuse nei confronti dell’economia globalizzata alimentata dai combustibili fossili, è ancora testardamente negata dai molti che a sprezzo del ridicolo continuano a recitare la vecchia litania secondo cui “in estate ha sempre fatto caldo”.

Eh, no!  Come abbiamo imparato sulla nostra pelle, o meglio, come ci insegna la nostra pelle perennemente sudata, c’è caldo e caldo. Nelle città a quaranta gradi, la vivibilità è devastata: basta guardarsi intorno per scorgere facce allucinate, impregnate di una impalpabile infelicità; basta parlare con il primo che passa per intuire dalle banali frasi di circostanza una quotidianità fatta di nervi a fior di pelle, malesseri diffusi, lucidità mentale compromessa, ritmi biologici sconvolti dall’insonnia. Come se non bastasse, l’onnipresente asfalto e la scarsa copertura arborea amplificano il disagio già estremo, rendendo palese quanto il modello di sviluppo urbano realizzato negli anni del boom economico sia inconciliabile con gli scenari di cambiamento climatico. E per difendersi alla meno peggio dal caldo, chi può aggiunge benzina sul fuoco dei malcapitati pedoni delle strade arroventate: dalle auto in sosta con il motore acceso e il ronzio delle ventole di raffreddamento perennemente in funzione, al vento caldo sputato violentemente fuori dai condizionatori accesi negli edifici, tutto sembra congiurare contro chi, non potendo o volendo, si ostina a non aggiungere altro inquinamento e altre emissioni climalteranti all’inferno cittadino.

Ma in mezzo a tutto ciò, volenti o nolenti ci siamo noi, c’è la carne viva di donne e uomini che lavorano, in condizioni spesso intollerabili. Se la dignità del vivere fosse seriamente tenuta in considerazione e se l’articolo 1 della Costituzione italiana non fosse carta straccia, si dovrebbero ripensare per legge i tempi e le modalità di lavoro nelle città bruciate dall’arsura. Perché faticare per le strade o nei cantieri nelle ore più assolate mentre si viene rosolati in un forno non è più un’attività assimilabile al lavoro, quanto alla schiavitù. Naturalmente una siffatta proposta è politicamente impraticabile, perché the show must go on, ma del resto, di che ci meravigliamo, non è in fondo schiavitù ciò che ci fa muovere come burattini impazziti in un mondo che si trascina e ci trascina dritti verso l’Armageddon? Non è schiavitù ciò che ci impedisce di fermarci a riflettere, a guardarci l’un l’altro negli occhi e a chiederci qual è il senso di questa perenne agitazione?

*********
Oltre a ciò che sono stati, c’è da chiedersi cosa resterà dei quaranta gradi di questi giorni. Del nostro benessere fisico e mentale messo a dura prova si è già detto. Quanto a ciò che ci circonda, anche se i media non vedono l’ora di farci dimenticare questa ennesima “emergenza” lasciando il posto ad altre più o meno azzeccate priorità, si può scommettere che la spaventosa successione in crescendo rossiniano delle ondate di calore di questi due mesi lascerà il segno. Lo lascerà negli ecosistemi stressati, nei boschi senza vita devastati dalle fiamme, nelle zolle di terra indurite e inaridite su cui la prossima pioggia torrenziale scivolerà via, nei tanti fiumi e laghi ridotti a rivoli o pozze maleodoranti, nell’agricoltura in ginocchio, nelle falde freatiche sovrasfruttate oltre ogni limite per sopperire alla penuria d’acqua indotta da una siccità inedita per durata e intensità, nei cunei salini che si infiltreranno inesorabilmente nelle acque dolci sotterranee delle zone costiere, nei sempre più striminziti ghiacciai alpini.

In una parola, lascerà un segno, speriamo non indelebile, nella Natura agonizzante torturata dalla più evoluta ed ingrata delle sue creature.


giovedì 23 luglio 2015

E qualche allocco ancora dice che le ondate di calore sono "solo normali fluttuazioni"





Questa immagine della NASA riporta le "anomalie", ovvero gli aumenti di temperatura , per varie località dell'emisfero nord rispetto alla distribuzione com'era negli anni 1950. Credo che non richieda commenti. L'articolo originale lo trovate qui. Qui sotto, il video completo che mostra il graduale spostamento verso il caldo della curva delle temperature con gli anni.





martedì 21 luglio 2015

Ondata di Calore: non si può risolvere un problema se non ci si rende conto che esiste


L'immagine qui sopra mostra il grado di siccità previsto nei prossimi decenni come conseguenza del cambiamento climatico (fonte). Come vedete, l'Italia si trova in una zona particolarmente disgraziata e l'ondata di calore di questo mese ci da un assaggio di quello che potrebbe essere il futuro. 



In un post precedente, ho paragonato la reazione del paese all'ondata di calore che ci stà affliggendo a quella di un pugile suonato che barcolla sotto una serie di colpi, senza neanche rendersi conto di chi lo sta colpendo.

Non è possibile continuare così, parlando di "bel tempo" in televisione, come se fosse tutto nella norma; come se questa ondata di calore fosse soltanto una fluttuazione. Non lo è. E' parte di una tendenza generale di aumento della frequenza, della durata, e dell'intensità delle ondate di calore che ci colpiscono e che ci colpiranno sempre di più nel futuro (ce lo dice, fra i tanti, il NOAA), .

Non sono cose che ci possiamo permettere di ignorare: quest'anno abbiamo già avuto delle vittime e purtroppo ne avremo molte di più se l'ondata continua, come sembra destinata a continuare. E' un'emergenza sanitaria della quale, però, quasi nessuno parla. Per non parlare del disastro che ci aspetta in termini di incendi, se - ancora - continua così. Ma quasi nessuno ne parla.

Allora, ci sono dei modi per reagire? Certamente, ma dobbiamo renderci conto di alcuni punti fondamentali.


1. Per affrontare  un problema, per prima cosa bisogna rendersi conto che esiste. Ovvero bisogna dire pubblicamente, e dirlo chiaramente, che siamo di fronte a una tendenza al riscaldamento che andrà sempre di più a peggiorare nel futuro, via via che il cambiamento climatico fa il suo corso ormai inevitabile.

2. Lavorando su un problema, bisogna fare attenzione a non peggiorarlo.  Questa è una massima ben nota in medicina: la cura non deve aggravare la malattia. In questo caso, le possibili soluzioni al problema delle ondate di calore non devono coinvolgere aumenti nei consumi di combustibili fossili, che ne sono la causa.

3. Non tutti i problemi hanno soluzioni, ma tutti i problemi possono essere perlomeno mitigati. Il cambiamento climatico è il risultato di errori che abbiamo fatto nel passato, e che stiamo continuando a fare. Stiamo cominciando adesso a pagarne il costo e lo dovremo pagare con anche se riusciremo a ridurre sostanzialmente le emissioni nel futuro. Questo vuol dire che non possiamo aspettarci miracoli, ma che possiamo agire concretamente per aiutare chi viene messo in difficoltà dalle ondate di calore.


Inquadrato così il problema, possiamo pensare a molti modi per adattarci al meglio possibile alla situazione in cui siamo stati catapultati; sempre facendo attenzione a non peggiorarla. Qui, ne elenco alcuni, sicuramente ce ne sono degli altri.

1. Più energia rinnovabile. Questa è la strategia fondamentale contro le ondate di calore: colpisce in due direzioni. In primo luogo riduce l'uso dei combustibili fossili, in secondo luogo ci permette di usare i condizionatori d'aria senza necessariamente aumentare le emissioni di gas serra. In effetti, il fatto che l'Italia ha già una buona base di energia rinnovabile ci permette di affrontare i picchi di consumo dovuti all'uso dei condizionatori in estate, principalmente con il fotovoltaico, senza mandare la rete in black-out. Ma non basta, bisogna continuare così e fare di più.

2. Incoraggiare l'uso del condizionamento d'aria usando energia rinnovabile. Una certa visione "ambientalista" vedeva, e tuttora vede, sfavorevolmente l'aria condizionata, intesa come uno spreco di energia e ulteriore generazione di gas serra. Questa visione poteva essere accettabile fino a qualche anno fa, ma oggi, con l'abbassamento dei costi dell'energia rinnovabile, e del fotovoltaico in particolare, non ha più ragione di essere. Accoppiando il condizionamento d'aria con l'energia fotovoltaica, si genera un circolo virtuoso che abbassa ulteriormente i costi di entrambe le cose.

3. Incoraggiare l'adattamento delle abitazioni alle ondate di calore.  Al momento, stiamo incoraggiando con vari sussidi l'isolamento termico delle abitazioni in vista principalmente dei risparmi energetici sul riscaldamento. Molti degli accorgimenti contro il freddo sono utili anche contro il caldo, ma il semplice isolamento termico non è molto efficace contro il caldo se non è accoppiato con la refrigerazione interna. Provvedimenti specifici per raffreddare le abitazioni (per esempio "ombreggiatura" dei vetri potrebbero e dovrebbero essere sostenuti con incentivi, come pure l'autoconsumo per il condizionamento da parte di piccoli impianti fotovoltaici locali.

4. Pensare agli anziani. Gli anziani sono parte della fascia economicamente più debole della popolazione, spesso non in grado di permettersi aria condizionata. Possiamo pensare a dei centri di accoglienza refrigerati per i momenti più duri di calore. Oppure possiamo pensare a dei sussidi per gli anziani che acquistano condizionatori, o cose del genere; come pure a degli sconti sull'energia elettrica da usare per i condizionatori.

5. Incoraggiare la raccolta di acqua piovana contro la siccità. Al momento, tutta l'acqua che cade sui tetti finisce nelle fogne, ma è perfettamente possibile raccoglierla e riutilizzarla in contenitori o piccoli bacini privati, combattendo la siccità. Anche questo, al momento, non viene incentivato.

6. Prevenzione degli incendi. Purtroppo, si fa molto poco in termini di prevenzione degli incendi boschivi, spesso il risultato non tanto di dolo premeditato, ma di semplice incuria da parte di persone che non si rendono conto del rischio. E' una questione di educazione e anche di sorveglianza capillare sul territorio.

7. Investire nella protezione dei boschi. Nel 2013, un provvedimento scellerato ha dimezzato la flotta degli aerei anti-incendio Canadair italiana. Nel 2014, ci è andata bene; ma quest'anno e negli anni che verranno, potrebbe andare molto peggio. Non è soltanto questione di avere un gran numero di aerei (che, incidentalmente, consumano combustibili fossili), si tratta di avere un sistema di monitoraggio efficiente che scopra i focolai di incendio non appena si formano - così non ci sarà bisogno di aerei. Questo è possibile, oggi, con le varie tecnologie dei droni elettrici da sorveglianza. Ma bisogna investirci sopra.


Ci sono tante altre cose che possiamo pensare per adattarci a un futuro caldo e siccitoso. Per esempio, in molti paesi arabi, le pensiline di attesa alle fermate degli autobus sono chiuse e dotate di aria condizionata: può darsi che anche da noi arriveremo a qualcosa del genere. Oppure, per combattere la siccità, possiamo pensare a estrarre direttamente acqua dall'umidità atmosferica. Insomma, c'è molto da lavorarci sopra - ma ricordiamoci sempre del punto fondamentale: non si può risolvere un problema (e nemmeno mitigarlo) se non ci si rende conto che esiste!





lunedì 20 luglio 2015

L'ondata di calore: siamo tutti pugili suonati


L'ondata di calore in corso: 5-7 gradi in più rispetto alla media e in certe zone anche 8-9 gradi (immagine dal NOAA)


Non so cosa ne pensate voi, ma di fronte a questa ondata di calore, sembra che siamo tutti come pugili suonati. Camminiamo barcollando, sudati e boccheggianti, ma non riusciamo a capire chi è che ci sta riempiendo di botte, e neppure perché.

Eppure, il NOAA lo dice molto chiaramente: a causa del cambiamento climatico, le ondate di calore saranno sempre più frequenti e dureranno più a lungo. Ma, sui media, nessuno parla di cambiamento climatico e nessuno ci riferisce della raccomandazione del NOAA di "essere preparati per ondate di calore come questa che si verificheranno con sempre maggiore frequenza nel secolo che viene". Forse, a furia di prenderci cazzotti in faccia, abbiamo anche perso la capacità di leggere.

"Regardless of the mechanism, however, the latest report from the Intergovernmental Panel on Climate Change declared that due to climate change, not only is it likely that heat waves have increased across large parts of Europe, but in the future, it is very likely that heat waves will last longer and occur more often. Meaning communities should be prepared for heat waves like this to occur with an increasing frequency in the century to come."

"Indipendentemente dal meccanismo, tuttavia, l'ultimo rapporto dal pannello intergovernativo sul cambiamento climatico ha dichiarato che non solo è probabile che le ondate di calore aumentino su gran parte dell'Europa, ma nel futuro, è molto probabile che le ondate di calore dureranno più a lungo e si verificheranno più di frequente. Questo vuol dire che le comunità dovrebbero prepararsi per ondate di calore come questa che si verificheranno sempre più frequentemente nel secolo che viene.

http://www.climate.gov/news-features/event-tracker/summer-heat-wave-arrives-europe



(nota: questo post ha ricevuto una serie di commenti poco comprensibili o semplicemente sciocchi. Di conseguenza, ho fatto un po' di pulizia; scusate se vi ho cancellato qualcosa, ma se avete qualcosa di serio da dire, rimandate pure)