martedì 21 luglio 2015

Ondata di Calore: non si può risolvere un problema se non ci si rende conto che esiste


L'immagine qui sopra mostra il grado di siccità previsto nei prossimi decenni come conseguenza del cambiamento climatico (fonte). Come vedete, l'Italia si trova in una zona particolarmente disgraziata e l'ondata di calore di questo mese ci da un assaggio di quello che potrebbe essere il futuro. 



In un post precedente, ho paragonato la reazione del paese all'ondata di calore che ci stà affliggendo a quella di un pugile suonato che barcolla sotto una serie di colpi, senza neanche rendersi conto di chi lo sta colpendo.

Non è possibile continuare così, parlando di "bel tempo" in televisione, come se fosse tutto nella norma; come se questa ondata di calore fosse soltanto una fluttuazione. Non lo è. E' parte di una tendenza generale di aumento della frequenza, della durata, e dell'intensità delle ondate di calore che ci colpiscono e che ci colpiranno sempre di più nel futuro (ce lo dice, fra i tanti, il NOAA), .

Non sono cose che ci possiamo permettere di ignorare: quest'anno abbiamo già avuto delle vittime e purtroppo ne avremo molte di più se l'ondata continua, come sembra destinata a continuare. E' un'emergenza sanitaria della quale, però, quasi nessuno parla. Per non parlare del disastro che ci aspetta in termini di incendi, se - ancora - continua così. Ma quasi nessuno ne parla.

Allora, ci sono dei modi per reagire? Certamente, ma dobbiamo renderci conto di alcuni punti fondamentali.


1. Per affrontare  un problema, per prima cosa bisogna rendersi conto che esiste. Ovvero bisogna dire pubblicamente, e dirlo chiaramente, che siamo di fronte a una tendenza al riscaldamento che andrà sempre di più a peggiorare nel futuro, via via che il cambiamento climatico fa il suo corso ormai inevitabile.

2. Lavorando su un problema, bisogna fare attenzione a non peggiorarlo.  Questa è una massima ben nota in medicina: la cura non deve aggravare la malattia. In questo caso, le possibili soluzioni al problema delle ondate di calore non devono coinvolgere aumenti nei consumi di combustibili fossili, che ne sono la causa.

3. Non tutti i problemi hanno soluzioni, ma tutti i problemi possono essere perlomeno mitigati. Il cambiamento climatico è il risultato di errori che abbiamo fatto nel passato, e che stiamo continuando a fare. Stiamo cominciando adesso a pagarne il costo e lo dovremo pagare con anche se riusciremo a ridurre sostanzialmente le emissioni nel futuro. Questo vuol dire che non possiamo aspettarci miracoli, ma che possiamo agire concretamente per aiutare chi viene messo in difficoltà dalle ondate di calore.


Inquadrato così il problema, possiamo pensare a molti modi per adattarci al meglio possibile alla situazione in cui siamo stati catapultati; sempre facendo attenzione a non peggiorarla. Qui, ne elenco alcuni, sicuramente ce ne sono degli altri.

1. Più energia rinnovabile. Questa è la strategia fondamentale contro le ondate di calore: colpisce in due direzioni. In primo luogo riduce l'uso dei combustibili fossili, in secondo luogo ci permette di usare i condizionatori d'aria senza necessariamente aumentare le emissioni di gas serra. In effetti, il fatto che l'Italia ha già una buona base di energia rinnovabile ci permette di affrontare i picchi di consumo dovuti all'uso dei condizionatori in estate, principalmente con il fotovoltaico, senza mandare la rete in black-out. Ma non basta, bisogna continuare così e fare di più.

2. Incoraggiare l'uso del condizionamento d'aria usando energia rinnovabile. Una certa visione "ambientalista" vedeva, e tuttora vede, sfavorevolmente l'aria condizionata, intesa come uno spreco di energia e ulteriore generazione di gas serra. Questa visione poteva essere accettabile fino a qualche anno fa, ma oggi, con l'abbassamento dei costi dell'energia rinnovabile, e del fotovoltaico in particolare, non ha più ragione di essere. Accoppiando il condizionamento d'aria con l'energia fotovoltaica, si genera un circolo virtuoso che abbassa ulteriormente i costi di entrambe le cose.

3. Incoraggiare l'adattamento delle abitazioni alle ondate di calore.  Al momento, stiamo incoraggiando con vari sussidi l'isolamento termico delle abitazioni in vista principalmente dei risparmi energetici sul riscaldamento. Molti degli accorgimenti contro il freddo sono utili anche contro il caldo, ma il semplice isolamento termico non è molto efficace contro il caldo se non è accoppiato con la refrigerazione interna. Provvedimenti specifici per raffreddare le abitazioni (per esempio "ombreggiatura" dei vetri potrebbero e dovrebbero essere sostenuti con incentivi, come pure l'autoconsumo per il condizionamento da parte di piccoli impianti fotovoltaici locali.

4. Pensare agli anziani. Gli anziani sono parte della fascia economicamente più debole della popolazione, spesso non in grado di permettersi aria condizionata. Possiamo pensare a dei centri di accoglienza refrigerati per i momenti più duri di calore. Oppure possiamo pensare a dei sussidi per gli anziani che acquistano condizionatori, o cose del genere; come pure a degli sconti sull'energia elettrica da usare per i condizionatori.

5. Incoraggiare la raccolta di acqua piovana contro la siccità. Al momento, tutta l'acqua che cade sui tetti finisce nelle fogne, ma è perfettamente possibile raccoglierla e riutilizzarla in contenitori o piccoli bacini privati, combattendo la siccità. Anche questo, al momento, non viene incentivato.

6. Prevenzione degli incendi. Purtroppo, si fa molto poco in termini di prevenzione degli incendi boschivi, spesso il risultato non tanto di dolo premeditato, ma di semplice incuria da parte di persone che non si rendono conto del rischio. E' una questione di educazione e anche di sorveglianza capillare sul territorio.

7. Investire nella protezione dei boschi. Nel 2013, un provvedimento scellerato ha dimezzato la flotta degli aerei anti-incendio Canadair italiana. Nel 2014, ci è andata bene; ma quest'anno e negli anni che verranno, potrebbe andare molto peggio. Non è soltanto questione di avere un gran numero di aerei (che, incidentalmente, consumano combustibili fossili), si tratta di avere un sistema di monitoraggio efficiente che scopra i focolai di incendio non appena si formano - così non ci sarà bisogno di aerei. Questo è possibile, oggi, con le varie tecnologie dei droni elettrici da sorveglianza. Ma bisogna investirci sopra.


Ci sono tante altre cose che possiamo pensare per adattarci a un futuro caldo e siccitoso. Per esempio, in molti paesi arabi, le pensiline di attesa alle fermate degli autobus sono chiuse e dotate di aria condizionata: può darsi che anche da noi arriveremo a qualcosa del genere. Oppure, per combattere la siccità, possiamo pensare a estrarre direttamente acqua dall'umidità atmosferica. Insomma, c'è molto da lavorarci sopra - ma ricordiamoci sempre del punto fondamentale: non si può risolvere un problema (e nemmeno mitigarlo) se non ci si rende conto che esiste!