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sabato 21 febbraio 2015

Completamente fuori di testa: il cambiamento climatico come è visto negli Stati Uniti

Da “Ruminator”. Traduzione di MR

Di Adam Dawson

Tanto per discutere, diciamo che siate dei lobbisti di 56 anni della Camera di Commercio, che è una associazione con sede a Washington DC che influenza i legislatori per conto di enormi multinazionali. Ogni mattina vi svegliate con la sveglia del vostro Smartphone, un miracolo della tecnologia che vi dà facile accesso ad ogni dannato frammento di informazione del mondo. Entrate in cucina per la colazione e mentre mangiate accendete il vostro televisore, fate un giro fra le centinaia di canali disponibili e decidete di fermarvi sul notiziario.

Poi vi fate la doccia con l'acqua resa bollente da un boiler allo stato dell'arte di alta efficienza che può scaldare fino a 50 galloni d'acqua con una spesa energetica a malapena rilevabile. Vi vestite con un abbigliamento adatto al lavoro a Capitol Hill, uscite di casa ed entrate nella vostra macchina. E che macchina! Ha una telecamera posteriore che si accende e visualizza sul cruscotto cosa avete dietro quando siete in retromarcia. C'è un cicalino che scatta quando cominciata ad uscire dalla vostra corsia e a finire in quella di altri. Ha freni antibloccaggio, un telaio rinforzato in acciaio, zone  deformabili che aiutano ad assorbire la forza di una collisione in caso facciate un incidente e, nel caso che lo facciate, ci sono diversi airbag capaci di proteggere ogni parte del vostro corpo.

Mentre guidate per andare al lavoro, la vostra macchina vi dà automaticamente un bollettino sul traffico e vi fa sapere se c'è un grosso ingorgo sula vostra normale via per raggiungere il lavoro. Usando la tecnologia GPS, il vostro display vi indica una via alternativa per giungere al lavoro, fornendovi istruzioni audio di modo che possiate continuare a guardare la strada. Mentre fate la vostra deviazione, vedete il vostro assistente personale attivato acusticamente prenotare una vacanza per voi e vostra moglie alla Bahamas. Poi prendete un appuntamento col vostro medico così potrete avere un'altra ricetta che ha aiutato a sistemare i problemi di rigidità che avete avuto con ciò che vostra moglie chiama “il vecchio bingbong” (E' tutto a posto, Avete 56 anni, Succede ai migliori di noi). Arrivate al lavoro appena in tempo per il vostro brifing del mattino e, mezz'ora dopo, avete un incontro con un deputato, dove lo guarderete dritto negli occhi e gli direte che la scienza è una cazzata.

Questa potrebbe sembrare un'incoerenza a tutti voi, ma dovete capire che in America ci sono due diversi tipi di scienza. C'è la scienza che è vantaggiosa per le multinazionali, che buona, giusta e solida come una roccia. E' quella degli Smartphone, dei boiler, del GPS, del televisore a schermo piatto da 62 pollici e 700 canali, delle pillole per l'erezione e ancora e ancora. E poi c'è la scienza che costa soldi alle multinazionali, che è fraudolenta, truffaldina e puro gibberish. Sotto la seconda definizione ci sono cose come la climatologia, le misurazioni dell'inquinamento, l'oceanografia ed altre discipline che potrebbero fottere i margini di profitto ai produttori di energia e al settore manifatturiero.

Naturalmente, la Camera di Commercio sa dannatamente bene che il cambiamento climatico è reale, lo sa anche l'American Petroleum Institute, lo sa la lobby americana del carbone, quella del gas e lo sanno i fratelli Koch (noti finanziatori del negazionismo climatico americano, ndt.). Lo sanno tutti. Semplicemente non gliene frega una mazza. Fregarsene significherebbe alterare i loro modelli di business e questo semplicemente non accadrà. Per quanto riguarda queste persone, qualsiasi conseguenza che provenga dal danno ambientale avverrà molto dopo che saranno morti e sepolti e hanno fatto tanti quattrini fino al punto che che i loro pro nipoti avranno i mezzi necessari per creare le proprie sfere del tuono (cit. Mad Max, ndt.) in cui vivere.

C'è un copione sperimentato per portare il pubblico e il governo statunitense a diventare completamente scettici sulla scienza ufficiale. Il primo passo è assicurarsi di comprare la fedeltà di quanti più Deputati e Senatori possibile e il secondo passo e far sembrare i dati scientifici fraudolenti. Le grandi società del tabacco erano abituate a questo ed erano molto brave a farlo. In quei giorni, possedevano tutti i membri del Congresso in Virginia, nelle due Carolina, nel Tennessee, in Mississippi e in Alabama, che erano gli stati in cui veniva prodotto gran parte del tabacco. Una volta sistemato questo aspetto, è stato ridicolmente facile rallentare, neutralizzare o ammazzare completamente ogni legge sul tabacco. Le società del tabacco hanno anche sempre avuto qualche Professor Frink di turno a libro paga per testimoniare di fronte al Congresso e contraddire qualsiasi cosa dicesse la American Lung Association. Considerando che milioni di americani erano completamente drogati di sigarette, questi sono stati più che felici che il tabacco non fosse poi così male per loro. E le società del tabacco stesse erano senza vergogna. Per esempio, ecco un filmato dei dirigenti di ogni società di tabacco in America che proclamano di fronte al Congresso che la nicotina non dà minimamente dipendenza. Questo ha funzionato dannatamente bene per circa 60 anni, finché il tasso di morti legate al fumo è diventato troppo grande da ignorare.

Il tabacco è stato capace di regnare sovrano in questo paese perché Big Tobacco aveva miliardi di dollari da spendere ed un relativo pugno di Deputati e Senatori in mano. Oggigiorno, il malvagio della storia possiede praticamente ogni Deputato e senatore del Partito Repubblicano. Il tabacco veniva coltivato in pochi stati. L'energia e la produzione sono ovunque. Si produce carbone i 26 stati. Si produce petrolio in Alaska, Texas, California, i due Dakota, Louisiana, ecc, ecc. E se in uno stato non c'è produzione di petrolio, ci sono certamente delle raffinerie di petrolio in quasi ogni stato del paese. Il fracking per il gas naturale è in atto ovunque. E se il vostro stato non ha a che fare con le materie prime, è una scommessa sicura che abbia a che fare con gli utilizzatori finali delle materie prime. Pensate che General Motors, Chrysler, Ford e tutti i produttori di auto stranieri che hanno stabilimenti in tutto il paese siano particolarmente esaltati dagli standard di efficienza dei consumi? Pensate che i governi degli stati vogliano sborsare soldi per qualche nuovo parco eolico fricchettone quando la centrale a carbone sperimentata è ancora in piedi e funzionante?

L'industria dei combustibili fossili è dappertutto e, mentre la manifattura in America sta morendo, c'è n'è ancora abbastanza, e non è una sostenitrice di ciò che potrebbe significare il cambiamento climatico per le loro linee di fondo. E grazie alla decisione Cittadini Uniti della Corte Suprema, questa gente può dare molti più soldi alle campagne elettorali per il Congresso o per il Senato di quanti abbia mai potuto dare Big Tobacco. E non fate errori su questo, gran parte del Partito repubblicano è posseduto completamente.

Di recente al senato c'è stato uno di quei voti tipo “stiamo solo facendo una dichiarazione” in cui hanno determinato che il cambiamento climatico è reale, ma la maggioranza dei Senatori ha dichiarato che benché possa essere reale, l'attività umana non ha niente a che vedere con esso. Ciò potrebbe sembrare una sottigliezza, ma è una sottigliezza con conseguenze gravi. Significa che il Senato sta rendendo del tutto chiaro che sono d'accordo col fatto che l'industria dei combustibili fossili continui a fare quello che le pare.

L'industria dei combustibili fossili sta facendo molto di più che comprare semplicemente i politici. Stanno anche finanziando un enorme pressione pubblicitaria, che va dalle cose grandi, come far sembrare che tutti i climatologi che ci avvertono dei pericoli del cambiamento climatico sono solo dei ciarlatani che cercano finanziamenti, alle piccole cose, come far sembrare che l'energia rinnovabile verde sia in qualche modo vagamente di sinistra e per fighetti anziché essere semplicemente pratica.

Parlando personalmente, se fossi uno scienziato che fosse semplicemente interessato ai soldi, non avrebbe avuto più senso per me lavorare con le industrie Koch? Hanno più soldi che escono dai loro vecchi culi raggrinziti, mentre i climatologi devono andare a vendere torte per poter continuare col loro lavoro. Ma questa pressione pubblicitaria sta funzionando nel cambiare le idee dell'americano medio? Assolutamente. Parlate di cambiamento climatico ad un elettore standard repubblicano e è come se sentisse il tema musicale di La Stangata. Inoltre, considerate anche il fenomeno “rolling coal”. Nelle aree rurali, i possessori di camion stanno truccando i loro mezzi con ciminiere che emettono dei nuvoloni neri di fumo da combustione di gasolio pigiando un bottone. Di solito lo fanno quando passa qualcuno con una Prius. Perché, sapete, fanculo loro e il riscaldamento globale. Voglio dire, è nevicato quest'anno, no?

I produttori di energia non hanno affatto paura di fare esempi di gente normale, se non riescono ad averla vinta. C'è questa società di carbone chiamata Murray Energy, di proprietà di un devoto, Timorato di Dio e stronzo totale di nome Robert Murray, e il giorno dopo che Obama ha rivinto le elezioni, ha chiamato un gruppo di impiegati e letto la seguente preghiera:

“Buon Dio:

Il popolo americano ha fatto la sua scelta. Ha deciso che l'America deve cambiare strada, allontanarsi dai principi dei suoi Fondatori. E di allontanarsi dall'idea di libertà individuale e responsabilità individuale. Di allontanarsi dal capitalismo, dalla responsabilità economica e dall'accettazione personale. Siamo un Paese in favore della redistribuzione, della debolezza nazionale e degli standard di vita ridotti e di livelli sempre più bassi di libertà personale. 

Gli acquirenti hanno messo in minoranza i produttori. In risposta a questo, mi sono rivolto alla mia Bibbia e Pietro II, Capitolo 1, versi 4-9 dice: “ Alla fede dobbiamo aggiungere la bontà; alla bontà, la conoscenza; alla conoscenza, l'autocontrollo; all'autocontrollo, la perseveranza, alla perseveranza, la devozione, alla devozione, la tenerezza; alla tenerezza fraterna, l'amore'. 
Signore, per favore perdona me e tutti quelli che sono con me nella Murray Energy Corp. Per le decisioni che ora siamo costretti a prendere per preservare l'esistenza stessa di tutte le imprese che ci hai aiutato a costruire. Chiediamo la tua guida in questo tempo drastico con le decisioni drastiche che verranno prese per avere una qualche speranza della nostra sopravvivenza come impresa commerciale americana. 

Amen”.

Poi ha licenziato 200 persone. Che è proprio quello che avrebbe fatto Gesù. Voi ragazzi ricorderete che nella Bibbia Gesù aveva 20 discepoli, ma ne ha dovuti licenziare un po' perché non faceva abbastanza soldi?

Murray lo stronzo ha dato la colpa del licenziamento alla “guerra al carbone” di Obama, ma in realtà Obama non ha fatto niente di che. Murray stava dando un esempio ai suoi dipendenti, così come qualsiasi altro americano che lavorasse direttamente o indirettamente per l'industria dei combustibili fossili. Volete continuare a lavorare? Attenti a come votate.

Odio darvi cattive notizie, ma per cambi davvero qualcosa riguardo alla politica americana sul clima, dovrà accadere qualcosa di davvero terribile, voglio dire davvero terribile, tipo che dovremo perdere la Florida, o Manhattan debba finire sotto il livello del mare. Ci sono troppi soldi di mezzo e il nostro sistema viene truccato troppo facilmente perché questi vadano in qualsiasi altra direzione.



lunedì 19 gennaio 2015

Fino a che punto il collasso della civiltà è imminente? Le (non) previsioni del Massachusetts Institute of Technology

Da “Usted non se lo cree”. Traduzione di MR

Di Ferran P. Vila

“Non mi importa se ha ragione oppure no. I risultati sono inaccettabili!” [1]

Monumento in ricordo dell'olandese Sicco Mansholt,
 presidente della Commissione Europea negli anni 70
 che accettò i risultati di LTG, ma solo per qualche mese
Jay Forrester, il padre del modello World3 dei Limiti dello Sviluppo (LTG), racconta che è così che gli rispondevano quando mostrava alcune conclusioni poco vendibili dell'analisi dinamica di un'economia urbana che aveva fatto mediante la dinamica dei sistemi (380). Questa espressione riflette una parte delle critiche ricevute dal metodo da parte di coloro ai quali i risultati non piacciono.

D'altra parte, le reazioni favorevoli a LTG dopo la sua pubblicazione non sono state molte, ma di alto livello. Per esempio Sicco Mansholt, che è stato nei primi anni 70 l'architetto della politica agraria comune dei sei paesi dell'allora Comunità Economica Europea (CEE), ha scritto a Franco Maria Malfatti, presidente della Commissione, una lettera nei seguenti termini: “Cosa possiamo fare come 'Europa' e cosa dobbiamo fare per evitare che la macchina “prenda l'influenza”? I problemi sono tanto fondamentali, tanto complessi e tanto strettamente legati che possiamo chiederci: c'è davvero qualcosa da fare? L'Europa può intervenire? Non si tratta di una faccenda che riguarda il mondo intero?” (381). Non lo hanno seguito. Il vicepresidente economista era Raymod Barre, traduttore in francese di Frederik Hayek. Il presidente francese Giscard d’Estaign non ha tardato ad affermare che non voleva diventare un “obbiettore della crescita” (382). Si da il caso che l'anno successivo Mansholt ha avuto accesso alla presidenza della commissione (erano altri tempi). Ma ha puntato sulla crescita. Ci sono forme più dolci per esprimere la stessa frase che apre il testo, persino più piene di contenuto:

“Non fa alcuna differenza che lei abbia ragione o no... né i politici né le persone accetteranno mai queste idee!” (383)  Il fatto è che idee inaccettabili accompagnate, in caso, da una montatura negazionista organizzata, si trasformano in idee più contestate, più messe in dubbio, che non è altro che l'obbiettivo di paralisi di queste campagne (384). E LTG è stato, e continua ad essere, oggetto di un attacco organizzato simile a quello che abbiamo in seguito contemplato, e continuiamo a subire, ancora oggi, sul terreno del clima.


Critiche e negazionismi a LTG

Le critiche a LTG sbagliavano clamorosamente come minimo per mancanza di conoscenza del metodo e conseguente errore di prospettiva (385). E' stato così persino nel tentativo di valutazione apparentemente più onesto, realizzato dal Sussex Group e pubblicato l'anno successivo col titolo di Models of Doom [2] (386). Accusavano LTG di essere partiti da conclusioni “ricardiste” per le quali non è necessario usare un computer. Tuttavia, non si esprimevano sulla validità delle tesi di David Ricardo né sull'influenza della legge dei ritorni decrescenti (387).

mercoledì 9 aprile 2014

Il solito Club di Roma

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR


Il commento di Nafeez Ahmed sul “Saggio finanziato dalla NASA” (un termine diventato virale) sul collasso della società è stato seguito da un dibattito acceso. In un mio precedente post, ho commentato come stavamo vedendo ancora una volta il dibattito che ha avuto luogo dopo la pubblicazione del primo studio de “I Limiti dello Sviluppo” del 1972. Infatti, è lo stesso dibattito, completo degli errori e delle interpretazioni sbagliate di allora.

Allora, vediamo di esaminare la contestazione del post di Ahmed pubblicata da Keith Kloor. Kloor cerca appoggio alle proprie argomentazioni su diverse opinioni esterne. Per esempio, cita Mark Sagoff dichiarando:

“A un certo punto, ieri ho dato un'occhiata l'articolo ed ho visto che si trattava ancora una volta del Club di Roma – il computer che urlava al lupo al lupo. [...] Non c'è niente qui [nel saggio] che non sia stato presentato negli anni 60 e 70 da Paul Ehrlich e da altre “Cassandre” come chiamano sé stessi. I loro punti di vista, ripetuti in questo articolo e studio [del Guardian], sono stati completamente screditati. […] Nessuno impara niente o si prende la briga di farlo".

Direi che, prima di criticare un saggio, bisognerebbe esaminarlo un po' più a fondo che semplicemente “dargli uno sguardo”. Infatti, qui Sagoff giustifica la sua posizione semplicemente sulla base di vecchie leggende che dicono che i punti di vista del Club di Roma “sono stati completamente screditati”.

E' curioso notare che il termine “Club di Roma” è ancora così spesso associato con l'idea che lo studio de “I Limiti dello Sviluppo” sia stato completamente screditato. Non è così e c'è una ampia letteratura che mostra che i risultati dello studio sono risultati essere validi per descrivere la situazione attuale. Il “computer che gridava al lupo” è solo una delle tante leggende che sono diventate virali ed infettano ancora il cyberspazio. Infatti, la dichiarazione di Sagoff “Nessuno impara niente o si prende la briga di farlo” descrive meglio i critici dello studio che non i suoi sostenitori.

Un altro autore che Kloor cita a sostegno della sua tesi è Vaclav Smil. Kloor non riporta ciò che gli ha detto Smil, ma possiamo trovare l'opinione di Smil su questa materia in un saggio apparso sulla “Rivista della Popolazione e dello Sviluppo” nel 2005, dove ha criticato “I Limiti dello Sviluppo” principalmente sulla base di dichiarazioni di scetticismo e sul fatto che il modello è “troppo semplice” per descrivere il mondo reale. Per darvi un'idea del tono e della sostanza delle argomentazioni di Smil, considerate la seguente frase:

[Nel modello] il declino del terreno arabile continua a diminuire la produzione di cibo, mentre nel mondo reale c'è, globalmente, un surplus osceno di cibo, visto che epidemie di obesità colpiscono sempre più paesi.

Riuscite a vedere il problema qui? Smil scambia un parametro per il modello. “Il terreno arabile” è un parametro del modello. NON è il modello. E, naturalmente, il declino del terreno arabile come parametro ha l'effetto di diminuire la produzione di cibo: come potrebbe essere altrimenti? Ma il modello ha altri parametri relativi alla produzione di cibo: energia, fertilizzanti, tecnologia ed altro. Il risultato è che la produzione di cibo può continuare ad aumentare nonostante il declino del terreno arabile. Quindi, il modello descrive correttamente il comportamento del mondo reale (ahimè, fino ad ora; cosa succederà in futuro è tutto da vedere).

Questo è lo stesso errore che ha fatto William Nordhaus nel 1973 quando ha criticato un modello simile a quello usato per I Limiti dello Sviluppo, prendendo una singola equazione dal modello e mostrando che l'equazione – di per sé – non poteva riprodurre il comportamento del mondo reale. Ovvia: tagliate una zampa ad una rana e osservate che la zampa, da sola, non salta. Quindi concludete che le rane non saltano. Logica impeccabile (vedi “I Limiti dello Sviluppo Rivisitati” per i dettagli di questa storia).

C'è molto di più da dire sullo “studio finanziato dalla NASA” ed è del tutto possibile criticarlo per motivi validi. Sfortunatamente, tuttavia, i “dibattiti” su questo tema sembrano mostrarci più che altro il potere delle leggende di condizionare le menti umane. E vedremo sempre la stessa posizione: visto che non ci piave il risultato del modello, allora il modello non può essere vero. Non riusciamo a capire che i modelli sono soltanto strumenti, mai delle profezie.




(*)
The Limits to Growth Revisited
Looking back on the limits to growth
The World model controversy
Revisiting the limits to growth
...e molti altri

Clima di intimidazione: La gaffe di “Frontiers” su “Recursive Fury”

Da “Resource crisis”. Traduzione di MR

Nota: su queste mie dimissioni si sta scatenando una notevole polemica sui blog in lingua inglese. Beh, me lo aspettavo. Certo, però, è dura...... (UB)


Dopo gli eventi recenti nella saga del saggio intitolato “Recursive Fury” (Furia ricorrente) di  Lewandowsky et al., dichiaro il mio disappunto dimettendomi da Editore Capo di Specialità della rivista Frontiers 


Avrete probabilmente seguito la storia di “Recursive Fury”, il saggio di Stephan Lewandowsky ed altri che la rivista “Frontiers” aveva pubblicato nel 2013. Il saggio riportava i riultati di un'inchiesta che mostrava che il rifiuto della scienza del clima era spesso accompagnato da una mentalità simile in altre aree scientifiche. Quindi si è scoperto che gli “scettici del clima” rifiutano anche il concetto che l'AIDS sia causato del virus HIV e che fumare provochi il cancro. Un risultato niente affatto sorprendente per coloro fra noi che seguono il dibattito sul clima in dettaglio.

Come ci si poteva aspettare, dopo la pubblicazione è stata scatenata una tempesta di commenti negativi contro gli autori di “Recursive Fury” e contro la rivista. Ciò che non ci si aspettava, invece, è stata la decisione di ritirare il saggio, decisione presa dalla redazione di Frontiers.

Ho trovato il comportamento dell'editore già molto sgradevole in questa parte. Tuttavia, potevo ancora capirlo (anche se non essere d'accordo). Ha dichiarato che “le ricerche [di Frontier] non hanno identificato nessun problema con aspetti di tipo accademico o etico dello studio. Si è tuttavia venuto a determinare che il contesto legale non è sufficientemente chiaro, pertanto Frontiers desidera ritirare l'articolo pubblicato”. Gli autori stessi sembravano condividere questa opinione quando hanno detto: “Gli autori capiscono questa decisione, pur difendendo il loro articolo”.

Sfortunatamente, ora Frontiers ha pubblicato una nuova nota dove fa retromarcia dalla precedente dichiarazione e sembra indicare di aver trovato problemi sostanziali nel saggio. La nuova nota di Frontiers è discussa in dettaglio dallo stesso Lewandowsky in un post dal titolo: “rivedere una ritrattazione”.

Non è compito mio discutere qui i meriti e i demeriti di questo saggio, né i problemi legali che comporta (rilevo, tuttavia, che l'Università dell'Australia Occidentale non ha avuto problemi ad ospitarlo nel proprio sito). Tuttavia, la mia opinione è che, con l'ultima dichiarazione e la sua decisione di ritirare il saggio, Frontiers non abbia mostrato rispetto per gli autori né per i loro revisori designati ed editori. Ma il problema principale è che qui abbiamo un altro esempio del clima di intimidazione che si sta sviluppando intorno al problema del clima.

Sta diventando comune per gli scienziati ricevere attacchi personali (comprese minacce di morte) per aver dichiarato le loro posizioni sul problema del clima. Questa reazione violenta spesso assume la forma di campagne di mail dirette alle istituzioni degli scienziati presi di mira. Ci sono molti esempi di questo fenomeno: qui sarà sufficiente citare il caso più recente, quello del professor Lawrence Torcello, che è stato recentemente preso di mira da una campagna di odio violento, basata sulla falsa dichiarazione secondo la quale avrebbe proposto la galera per gli scettici. Per fortuna, l'istituzione di Torcello (l'Istituto Rochester per la Tecnologia) ha sostenuto la libertà di espressione. In altri casi analoghi, le università hanno sostenuto i diritti dei membri della propria facoltà. Hanno fatto esattamente ciò che non ha fatto Frontiers (ma che avrebbe dovuto fare) per il saggio di Lewandowsky et al.

Il clima di intimidazione che si sta sviluppando oggigiorno rischia di fare un grande danno alla scienza del clima e alla scienza in generale. Credo che la situazione rischi di deteriorarsi ulteriormente se noi tutti non prendiamo una posizione forte su questo tema. Quindi, intraprendo l'azione più forte che possa intraprendere, cioè, mi dimetto da Editore Capo di Specialità di Frontiers per protesta contro il comportamento della rivista nel caso “Recursive Fury”. Oggi ho spedito una lettera agli editori, dichiarando la mia intenzione di dimettermi.

Non sono contento di aver dovuto prendere questa decisione, perché ho lavorato duramente e con serietà alla rivista speciale di Frontiers dal titolo “Energy Systems and Policy”. Ma penso che fosse la cosa giusta da fare. Constato anche che questa gaffe da parte di “Frontiers” è anche un colpo al concetto di editoria “open access”, che era la caratteristica principale della sua serie di riviste. Ma credo ancora che l'editoria open access sia la strada per il futuro. Questo è solo un contrattempo temporaneo per una buona idea che sta facendo il suo cammino.


mercoledì 14 dicembre 2011

Riconoscere la scienza seria quando la vedi: il cambiamento climatico visto dagli studiosi dell'esaurimento delle risorse.


Il tavolo dei relatori alla prima sessione di ASPO-9 a Brussels. Da sinistra a destra, Pierre Mauriaud (Total); Jean-Pascal van Ypersele (IPCC); Kjell Alecklett (ASPO); Colin Campbell (ASPO); Paul Hohen (Greenpeace). Durante la discussione, Colin Campbell, fondatore e presidente onorario di ASPO, ha detto “sono convinto”, riferendosi all'intervento sul cambiamento climatico di Van Ypersele. Un buono scienziato può sempre riconoscere la buona scienza quando la vede, Sfortunatamente, sembra che molta gente coinvolta nello studio del Picco del Petrolio spesso non interagisca con la scienza del clima e la loro visione rimane legata alle distorsioni presentate dai media mainstream.


Una delle conferenze più interessanti al recente meeting sull'Energia organizzato dal Club di Roma a Basilea, è stata quella fatta da Ian Dunlop, di ASPO Australia (foto a destra). E' stato un intervento centrato più che altro sulla connessione fra energia e cambiamento climatico. Era aggiornato e diceva le cose che avevano bisogno di essere dette. Ossia, Ian Dunlop non si è vergognato di dire che il cambiamento climatico sta minacciando l'esistenza stessa della nostra civiltà e che dobbiamo fare rapidamente qualcosa in proposito. E' stata una conferenza eccellente, date un'occhiata alle slide, se avete un momento, ecco il link.

Ciò che ho trovato sorprendente sono stati i diversi commenti che ho sentito più tardi da quelli che assistevano all'incontro. Alcuni di coloro che non avevano una preparazione specifica sulla scienza del clima sembravano essere scioccati. Non sapevano, pare, che la situazione del clima è così grave e che è così urgente agire – ma ora riconoscevano il problema. Questa mia esperienza a Basilea si affianca molto bene a quella avuta a Brussels per la conferenza di ASPO-9, quando il climatologo Jean-Pascal van Ypersele ha fatto una buona relazione sul cambiamento climatico. Anche lì, la reazione di alcune delle persone che assistevano alla conferenza è stata di sorpresa: non avevano mai avuto occasione, apparentemente, di ascoltare un rapporto integrale sulla situazione del clima.

Naturalmente, non ho statistiche, ma la competenza media in scienza climatica della gente che lavora sul Picco del Petrolio e temi simili (chiamiamoli "scienziati del picco" o “scienziati dell'esaurimento” - che in italiano suona anche più sinistro, ndT). Ma la mia esperienza con questo problema è stata spesso scoraggiante: molti scienziati del picco sono gravemente indietro in quanto alle loro conoscenze circa la scienza del clima ed alcuni (solo alcuni, per fortuna!) della loro ignoranza ne fanno una bandiera, e cadono nei più ovvii trucchi della propaganda dei negazionisti o si fanno beffe dell'idea nel suo complesso con la dichiarazione semplicistica “non c'è abbastanza petrolio per il cambiamento climatico”. Ahimè, le cose sono molto più complesse di così!

Questo non significa che gli scienziati del Picco non siano gente intelligente; lo sono, assolutamente. E questo non significa che non ci sia un pregiudizio parallelo da parte degli scienziati del clima che, spesso, sembrano essere completamente ignari della situazione in termini di esaurimento delle risorse. Il punto è che tutti soffriamo di una visione ristretta. Internet è vasto ma noi tendiamo ad andare in profondità solo negli argomenti che conosciamo bene; il resto della nostra informazione proviene spesso da un misto casuale di ciò che leggiamo nei media. In questo, noi tutti soffriamo del “pregiudizio di conferma” (vedete sotto).

Quindi, quello che vi arriva dai media sul cambiamento climatico è che è tutta questione di piccoli dettagli: abbiamo assistito ad un riscaldamento durante i dieci anni passati? Qual è il significato di “nascondi il declino”? Gli scienziati non avevano paura del “raffreddamento globale” negli anni 70? E così via. Anche la gente che sta dalla parte della scienza del clima spesso sembra impegnarsi nel dibattito preoccupandosi di piccoli dettagli. Quante tonnellate di CO2 possiamo risparmiare se installiamo dei vetri doppi negli edifici pubblici? Dovremmo usare il trasporto pubblico al posto dell'auto privata per gli spostamenti? Così, l'impressione generale che ti puoi fare è che il cambiamento climatico è un problema minore affetto da grandi incertezze.

Che il risultato di più di mezzo secolo di lavoro della scienza del clima sia stato ridotto a termini così ristretti sui media, è una vittoria per la negazione: è un modo per tenere la gente nell'oscurità circa ciò che sta realmente accadendo. Ma il clima non è qualcosa che possa essere fermato da finestre a doppio vetro. E' un grande sconvolgimento dell'intero ecosistema terrestre ed ha il potenziale di causarci danni enormi. Il problema deve essere affrontato per quello che è, nella sua complessità, e con il rischio che ne viene. L'incertezza non è una scusa per non fare nulla: quello che non sappiamo è ciò che è più pericoloso per noi.

Perciò, è molto bello vedere che uno scienziato di valore può sempre riconoscere la scienza seria quando la vede. Questo è stato il caso di Colin Campbell (a sinistra), fondatore e presidente onorario di ASPO, che ha dichiarato al pubblico “sono convinto” dopo aver ascoltato la relazione di Van Ypersele alla conferenza di ASPO-9 a Brussels. E' stato lo stesso risultato visto per diversi colleghi all'incontro di Basilea dopo aver ascoltato l'intevento di Ian Dunlop. Ho notato anche in altre occasioni che gli scienziati del clima possono comprendere il messaggio dell'esaurimento delle risorse quando se lo vedono presentare per ciò che è. Sono buoni scienziati anche loro.

Quindi, è tempo di riconoscere la scienza seria quando la vediamo. Ed è tempo di dire a tutti come stanno le cose, proprio come ha fatto Ian Dunlop a Basilea.


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Sul pregiudizio di conferma:
Dal the Washington Post, di Ramesh Srinivasan

Abbiamo a lungo sentito dire che internet avrebbe dovuto unire le persone di diversi credi politici e culturali. Invece, nonostante l'esplosione delle voci in rete, gli utilizzatori dei social media raramente accedono ad opinioni che differiscono dalle proprie, e molti siti di social media – con la loro etica polarizzata mi piace/non mi piace o mi unisco/non mi unisco – perpetuano soltanto la cultura delle frasi fatte dei vecchi media.

Non solo i nostri amici di Facebook sono simili a noi (ci connettiamo normalmente tramite amici comuni ed interessi condivisi), ma, come ha mostrato il ricercatore Ethan Zuckerman, i siti che visitiamo riaffermano i nostri preconcetti politici e culturali. Questa omogeneizzazione arriva al meccanismo stesso del social media – ai suoi algoritmi – che misura i risultati di ricerca o i feed di Facebook secondo quello che il sistema “pensa” che l'utente troverà più interessante.

Avvicinare esperienze politiche e culturali disparate rimane una sfida per i social media. Per imparare da punti di vista divergenti, le tecnologie e le culture dei social media devono evolvere in modo da avvicinare la gente, piuttosto che tenerci in silos digitali.

Traduzione a cura di Massimiliano Rupalti da un articolo pubblicato su “Cassandra's legacy”.