I miei ragazzi
Ai miei ragazzi
di terza media cerco di far capire cosa ci aspetta in termini di transizioni e
utilizzi dei materiali, soprattutto in campo energetico. Uno dei concetti che
essi imparano, in quest’ambito, è proprio quello del picco, declinato prima sul
petrolio e, mano a mano, su altri importanti materie prime (uranio, metalli
preziosi e via dicendo).
Mi sono
interrogato se questa visione possa essere applicata in altri campi e, da bravo
ingegnere dei sistemi, mi sono risposto che andamenti analoghi possono essere
trovati in ogni campo in cui ci sia una ricerca condizionata da una dimensione
fissa del serbatoio da cui si pesca (almeno nel termine della corrente vita
della specie umana).
Fenomeni di
questo tipo, purtroppo, non possono che condizionare anche aspettative e
speranze delle generazioni: se negli anni ’50 c’era il sogno americano in tutto
il suo splendore, adesso abbiamo spesso l’incubo distopico dell’apocalisse
declinata in tutte le sue forme (invasioni, guerre globali, virus e simili
amenità).
Pare che
l’abbondanza relativa di risorse (estraibili e utilizzabili senza sforzi) sia
in grado di influenzare i temi che il cinema ci propone, probabilmente
anticipando tendenze già visibili.
E la musica?
Cosa c’è di più
sottile e insieme corposo che definisce lo stato d’animo di un’epoca? Cosa
meglio descrive il sentimento di un’epoca?
Prendiamo in
considerazione la cosiddetta musica leggera dalla fine degli anni 40 del XX
secolo ad oggi:
Essa si può
sommariamente dividere in Rock e Pop e, in entrambi i casi, parte da vincoli
non superabili che descrivono il “giacimento” di melodie e ritmica da cui è
possibile attingere per creare una canzone. Ancora una volta il giacimento è
una super-semplificazione di un fenomeno che porta, tra le migliaia di canzoni
prodotte, quelle che fanno veramente successo e che verranno ricordate nel tempo.
La tesi è quindi
che le migliori canzoni, quelle da ricordare, abbiano un andamento nel tempo
simile a quello che descrive il comportamento di una risorsa mineraria finita:
una crescita, un picco, un declino più o meno pronunciato. I migliori motivi
saranno scoperti con andamento crescente (maggior impiego di risorse in termini
di persone che si mettono a creare attratte dai guadagni, 1945-1965) fino alla
saturazione e al declino (1965-oggi) a causa dei maggiori mezzi impiegati su un
“serbatoio” di motivi migliori via via in esaurimento (pur in presenza di un
numero maggiore di persone impiegate nella creazione con più mezzi).
Ho quindi
pensato di analizzare con un po’ di numeri questa tesi, a partire dalla Top 500
Songs del Rolling Stone Magazine, che dovrebbe essere una lista delle migliori
canzoni. Dal punto di vista metodologico ho considerato tre indici (lungo i
lustri e i decenni), col seguente significato:
1. Canzoni:
numero secco di canzoni presenti in lista nel periodo. È un indice quantitativo
della produzione nel periodo, in qualche modo proporzionale alla vastità del
serbatoio e delle tecnologie di cattura (numero di persone, mezzi a
disposizione)
2. Valore:
somma del valore delle canzoni nel periodo. Il valore è inteso come il
complemento a 500 della posizione della canzone nella lista. La prima canzone
ha valore 500, l’ultima ha valore 0. Si può considerare come una sorta di
momentum della produzione nel periodo considerato.
3. Valore specifico:
Divisione del valore per le canzoni nel periodo. Si può intendere come una
misura della qualità della produzione
Analisi
su 5 anni
Con il periodo considerato a 5 anni si
notano le seguenti cose:
1. Esiste
indubitabilmente un picco della produzione delle canzoni, centrato intorno al
1965
2. La
produzione scende molto ripidamente negli anni 70 e si azzera praticamente
dagli anni 80 in poi.
3. La
tendenza è esaltata se consideriamo l’indice relativo al valore complessivo che
pesa anche la qualità della canzone
4. Esiste
una costante diminuzione della qualità delle canzoni (valore specifico): sembra
essere un trend costante e praticamente indiscutibile
Analisi
su 10 anni
Vedere le cose
sui decenni esalta le tendenze rendendole immediatamente visibili. Esiste un
picco della produzione intorno agli anni 60, i decennio d’oro di questo tipo di musica.
Esiste un preoccupante, costante decadimento della qualità musicale negli anni.
Riflessione finale
Una
considerazione: da decenni i giovani interpretano il senso della propria vita e
della propria generazione grazie alla musica che ascoltano. Se quest’ultima si
ripiega, per forzata mancanza di originalità, nei rifacimenti delle cover o in
generi derivati… non si può condannare una generazione per mancanza di ideali.
I giovani respirano quelle vibrazioni che furono felici negli anni 50, mature
negli anni 70, collassate dagli anni 80 in poi.
PS l'immagine sulla composizione delle tendenze è presa da wikipedia, le altre immagini sono di originale composizione dell'autore
Pierluigi Germano